Wikibooks itwikibooks https://it.wikibooks.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.45.0-wmf.6 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikibooks Discussioni Wikibooks File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Progetto Discussioni progetto Ripiano Discussioni ripiano TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Lombardia/Provincia di Pavia/Vigevano/Vigevano - Chiesa di San Bernardo 0 51202 477932 423341 2025-06-18T20:24:26Z 2.195.130.234 Corretto errore 477932 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} {{Doppia immagine|center|Vigevano - S. Bernardo organo Mentasti.jpg|600|Vigevano - S. Bernardo-consolle organo Mentasti.jpg|188|}} * '''Costruttore:''' Giovanni Mentasti * '''Anno:''' 1881 * '''Restauri/modifiche:''' C. Feggi (pulitura, 1992), A. Venchi (manutenz. straordinaria, ricostruz. ''Cornetto S.'', 2007) * '''Registri:''' 19 * '''Canne:''' 810 * '''Trasmissione:''' meccanica * '''Consolle:''' a finestra, al centro dell'organo * '''Tastiere:''' 1 di 56 note cromatica (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'') * '''Pedaliera:''' a leggio di 17 note cromatica (''Do<small>1</small>''-''Mi<small>2</small>''), costantemente unita al manuale * '''Collocazione:''' in corpo unico, sulla cantoria in controfacciata * '''Accessori:''' pedaloni per ''Ripieno'', ''Combinazione libera alla lombarda'' {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Colonna di sinistra - ''Concerto''''' ---- |- |Flauto Traverso || 8' Soprani |- |Fagotto || 8' Bassi |- |Tromba || 8' Soprani |- |Viola || 4' Bassi |- |Violino || 4' Soprani |- |Ottavino || 2' Soprani |- |Voce Umana || 8' Soprani |- |Cornetto 2 file || Soprani |- |Contrabbasso || 16' ai pedali con rinforzi |- |Terza Mano |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Colonna di destra - ''Ripieno''''' ---- |- |Principale || 8' Bassi |- |Principale || 8' Soprani |- |Ottava || 4' Bassi |- |Ottava || 4' Soprani |- |Decimaquinta || 2' Bassi |- |Decimaquinta || 2' Soprani |- |Decimanona || 1.1/3' |- |Vigesima II |- |Vigesima VI e IX |- |Trigesima III e VI |- |} |} == Altri progetti == {{interprogetto|w=Chiesa di San Bernardo (Vigevano)|w_preposizione=sulla|etichetta= chiesa di San Bernardo a Vigevano}} {{Avanzamento|100%|15 febbraio 2022}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Vigevano - Chiesa di San Bernardo]] qt8f3epb4r31n6e21xit1lf6k9cky8r Connessioni/Capitolo 5 0 57679 477929 477928 2025-06-18T12:41:47Z Monozigote 19063 /* L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo */ testo 477929 wikitext text/x-wiki {{Connessioni}} {{Immagine grande|Brief Moment.jpg|740px|I nomi che formano il disegno di questa immagine provengono dal database centrale delle vittime della [[Shoah]] presso lo [[w:Yad Vashem|Yad Vashem]]. L'opera commemora una piccola parte di coloro che perirono ad [[w:Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nel 1941.}} == Il perché dell'antisemitismo == Nelle pagine che seguono uso il termine ''antisemitismo'' per riferirmi al fenomeno dell'odio verso gli ebrei nel corso dei secoli, sebbene il termine non sia entrato nell'uso comune fino alla fondazione della [[:en:w:Wilhelm Marr#League of antisemites|Lega degli Antisemiti (''Antisemiten-Liga'')]] da parte di [[w:Wilhelm Marr|Wilhelm Marr]] (1819-1904) nell'ottobre del 1879.<ref>Cfr. Moshe Zimmerman, ''Wilhelm Marr: The Patriarch of Anti-Semitism'' (Oxford, UK: Oxford University Press, 1986), 93.</ref> Marr adottò il termine per sostituire l'equivalente più volgare ''Judenhass'', ovvero "odio verso gli ebrei". Va inoltre sottolineato che l'uso dei termini ''antisemitismo'' o ''antisemita'' si riferisce a uno spettro di fenomeni, atteggiamenti e modi di pensare. Piuttosto che porre una condizione di tipo "o/o" – o odiatore di ebrei o non odiatore di ebrei – è come chiedersi se una stanza sia luminosa o buia: ci sono gradi. Uso la forma senza trattino del termine per chiarire che l'antisemitismo riguarda l'odio verso gli ebrei, e non l'odio verso i semiti in generale. L'odio verso gli Accadi, i Fenici o i Nabatei non è così diffuso. L’odio per gli ebrei, tuttavia, non è solo diffuso: è pressante, perché, come ha correttamente compreso [[Emmanuel Levinas]], è "nella sua essenza odio per un uomo che è altro da sé, vale a dire odio per l’altro uomo".<ref>Emmanuel Levinas, ''Difficult Freedom: Essays on Judaism'', trad. Sean Hand (Baltimore, MD: The Johns Hopkins University Press, 1990), 281.</ref> Certo, Levinas sostiene che l’antisemitismo è presente in ogni forma di razzismo.<ref>''Ibid.'', 261.</ref> Ciò che esattamente il fenomeno rivela sulla nostra umanità, quindi, è tra gli aspetti che verranno esaminati in questo Capitolo. Per comprendere il perché dell'antisemitismo, dobbiamo prima affrontare una domanda preliminare: ''cos’è'' l'antisemitismo? Potremmo iniziare considerando cosa ''non'' è. L'antisemitismo non può essere ridotto a un sottoinsieme delle categorie generali di razzismo, xenofobia o bigottismo. Non deriva semplicemente dalla paura, dall'invidia o dal risentimento, sebbene tali emozioni possano essere presenti. In parole povere, l'antisemitismo non è una forma di razzismo; piuttosto, il razzismo è una forma di antisemitismo. L'economista nazista Peter Heinz Seraphim (1902-1979), ad esempio, ha insistito sul fatto che l'antisemitismo nazionalsocialista non riguarda il razzismo o le differenze etniche. È, piuttosto, un principio fondamentale, un principio primo, del nazionalsocialismo.<ref>Cfr. Max Weinreich, ''Hitler’s Professors: The Part of Scholarship in Germany’s Crimes Against the Jewish People'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1999), 78.</ref> I nazisti non erano antisemiti perché erano razzisti; piuttosto, erano razzisti perché erano antisemiti. La loro prospettiva antisemita doveva essere determinata per giungere a un modo di pensare razzista: l'antisemitismo, non il razzismo, costituiva il nucleo della loro metafisica, la loro ''Weltanschauung''. Spiega [[w:Emil Fackenheim|Emil Fackenheim]]: "A ''Weltanschauung'' requires: cosmic scope, internal coherence or ''Geschlossenheit'', and a sincere commitment on the part of its devotees".<ref>Emil L. Fackenheim, "Holocaust and ''Weltanschauung'': Philosophical Reflections on Why They Did It", ''Holocaust and Genocide Studies'' 3 (1988): 204.</ref> Pertanto erano ciò che [[w:Simon Wiesenthal|Simon Wiesenthal]] (1908-2005) descrisse come "assassini per convinzione".<ref>Simon Wiesenthal, ''The Sunflower: On the Possibilities and Limits of Forgiveness'', trad. H. A. Piehler, ed. Harry James Cargas (New York: Schocken Books, 1997), 96.</ref> Il filosofo nazista Max Wundt (1879-1963) aveva perfettamente ragione, quindi, quando affermava che la visione ebraica di Dio, del mondo e dell'umanità "si contrappone alla visione del mondo popolare come sua totale antitesi".<ref>Max Wundt, ''Deutsche Weltanschauung'' (Munich: J. F. Lehmans, 1928), 75; cfr. anche Hans Sluga, ''Heidegger’s Crisis: Philosophy and Politics in Nazi Germany'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1993), 113.</ref> Vale a dire: l'ebreo non è l'"altro" – l'ebreo e l'ebraismo comprendono il ''male'' che deve essere rimosso dal mondo, per il bene del Volk, anzi, per il bene di tutta l'umanità. "Se l’ebreo è vittorioso sugli altri popoli del mondo", scrive Adolf Hitler, "la sua corona sarà la corona funebre dell’umanità".<ref>[[w:Adolf Hitler|Adolf Hitler]], ''[[w:Mein Kampf|Mein Kampf]]'', trad. Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 65.</ref> Per l’antisemita, la premessa non è che tutti gli ebrei siano malvagi, ma che ogni male è ebraico. L’antisemitismo è, in effetti, "l’odio più lungo della storia", come lo ha definito [[:en:w:Robert S. Wistrich|Robert Wistrich]] (1945-2015).<ref>Cfr. Robert S. Wistrich, ''Antisemitism: The Longest Hatred'' (New York: Schocken Books, 1994).</ref> Gli antisemiti vanno dall’antico filosofo greco [[w:Democrito|Democrito]] (ca. 460-370 AEV)<ref>Cfr. [[:en:w:Joshua Trachtenberg|Joshua Trachtenberg]], ''The Devil and the Jews: The Medieval Conception of the Jew and Its Relation to Modern Antisemitism'' (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1983), 126.</ref> al Padre della Chiesa San [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] (347-407),<ref>Cfr. [[:en:w:Edward Flannery|Edward H. Flannery]], ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Antisemitism'' (New York: Macmillan, 1965), 48.</ref> dal riformatore [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546)<ref>cfr. [[w:Raul Hilberg|Raul Hilberg]], ''The Destruction of the European Jews'' (Chicago: Quadrangle Books, 1961), 9.</ref> al filosofo illuminista [[w:Voltaire|Voltaire]] (1694-1778),<ref>Cfr. Voltaire, ''Philosophical Dictionary'', trad. Theodore Besterman (New York: Penguin, 1984), 144, 306–307.</ref> dal nazista [[w:Adolf Eichmann|Adolf Eichmann]] (1906-1962)<ref>Cfr. Haim Gouri, ''Facing the Glass Booth: The Jerusalem Trial of Adolf Eichmann'', trad. Michael Swirsky (Detroit, MI: Wayne State University Press, 2004).</ref> a [[w:Louis Farrakhan|Louis Farrakhan]] (n. 1933) della [[w:Nation of Islam|Nation of Islam]],<ref>Louis Farrakhan, "Minister Louis Farrakhan’s July Fourth Address", ''YouTube, July 4, 2020''.</ref> dal jihadista [[w:Sayyid Qutb|Sayyid Qutb]] (1906-1966)<ref>Cfr. Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987).</ref> al leader del Partito Laburista britannico [[w:Jeremy Corbyn|Jeremy Corbyn]] (n. 1949).<ref>"Antisemitism in Political Parties", ''Campaign Against Antisemitism'', 3 dicembre 2019.</ref> Si possono trovare in molti tempi e luoghi diversi, religioni e culture, ideologie e classi sociali. L'unica cosa che lo storico romano [[w:Publio Cornelio Tacito|Tacito]] (56-120)<ref>Cfr. per esempio, Tacitus, ''The Histories'', in ''The Annals and the Histories'', trad. {{en}} Alfred Church & William Brodribb, ed. Moses Hadas (New York: Modern Library, 2003), 564–565.</ref> ha in comune con la fondatrice di [[w:Black Lives Matter|Black Lives Matter]], [[w:Patrisse Cullors|Patrisse Cullors]] (n. 1983)<ref>Cfr. Joshua Washington, "Black Lives Matter’s Jewish Problem – In Their Own Words", ''The Times of Israel'', 7 agosto 2020.</ref> è l'odio per gli ebrei. In ogni caso, l'antisemitismo implica una collisione fondamentale tra visioni del mondo, che includono sempre una prospettiva assiomatica su ciò che costituisce il valore dell'altro essere umano. Dove sta dunque il ''Perché'' dell'antisemitismo? Una scena del film del 2013 di [[w:Brian Percival|Brian Percival]], ''[[w:Storia di una ladra di libri|The Book Thief]]'', basato sul [[w:La bambina che salvava i libri|romanzo]] di [[w:Markus Zusak|Markus Zusak]],<ref>Cfr. Markus Zusak, ''The Book Thief'' (New York: Alfred A. Knopf, 2007).</ref> può iniziare a fornire un indizio. Una bambina di nome Liesel, accolta da una famiglia tedesca nella Germania nazista dopo che la madre è stata arrestata per essere comunista, esce un giorno con il padre adottivo. Assistono all'arresto di un negoziante da parte della Gestapo perché sospettato di essere ebreo. Suo padre cerca di intervenire solo per essere spinto a terra da un agente della Gestapo. Liesel, ovviamente, è traumatizzata. Torna a casa e scende in cantina, dove la sua famiglia nasconde un giovane ebreo di nome Max; chiede a Max: "Why did they treat him [her father] like that?". E lui risponde: "Because he reminded them of their humanity". E l'ebreo ricordava a suo padre la propria umanità. Ma cosa ci viene ricordato quando ci viene ricordata la nostra umanità? E perché dovremmo odiare qualcuno per avercelo ricordato? Nell'ebraismo, come abbiamo visto, essere ricordati della nostra umanità significa venirci ricordata la nostra responsabilità verso e per l'altro essere umano, sia prossimo che straniero. Poiché l'altro essere umano è infinitamente prezioso, la nostra responsabilità è infinitamente profonda. In effetti, più reagiamo, più diventiamo responsabili: il debito aumenta nella misura in cui viene pagato, così che siamo per sempre in arretrato. Da qui lo stereotipo antisemita degli ebrei come custodi dei registri del mondo. Ricordandoci la nostra umanità, gli ebrei non ci lasciano dormire. E noi teniamo caro il nostro sonno: come la storia ha dimostrato, uccidiamo coloro che ci scuotono dal nostro sonno e ci risvegliano alla nostra predeterminata e infinita responsabilità verso e per l'altro essere umano, che inizia ma non finisce mai con gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo, quindi, va ricercato in una fondamentale opposizione a un insegnamento fondamentale dell'ebraismo riguardante la sacralità dell'altro essere umano, in particolare dello straniero. È un'opposizione all'amore per lo straniero comandato trentasei volte nella Torah. È un'opposizione a Dio: l'odio degli ebrei è odio verso Dio, un odio per il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. È un odio, quindi, antico quanto i testimoni del Dio di Abramo, antico e perenne quanto la [[Torah]] stessa. Riemerge ogni volta che soccombiamo alla tentazione primordiale del serpente: "Sarete come Dio" ({{passo biblico2|Genesi|3:5}}). È una tentazione che si annida nell'anima di ogni essere umano, come si annidava nel primo essere umano. L'odio per gli ebrei è un odio per la domanda rivolta ad Adamo: Dove sei? È un odio per le domande rivolte a Caino: Dov'è tuo fratello? E cosa hai fatto? È, soprattutto, un odio per Colui che chiede e per Colui del quale siamo interrogati. Ripeto: l'odio per gli ebrei è odio per Dio, e l'odio per Dio è odio per l'altro essere umano. Il suprematista bianco vorrebbe eclissare Dio. Lo stalinista vorrebbe usurpare Dio. Il jihadista vorrebbe appropriarsi di Dio. Tutti loro ucciderebbero Dio e, con Dio, il divieto divino di uccidere, a cominciare dai più antichi testimoni di Dio di tale divieto: gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo ha poco a che fare con razzismo, xenofobia, invidia economica, elitismo ebraico, ricerca di capri espiatori, disturbi psicologici, strutture sociali, divisioni manichee del mondo in Noi e Loro, e simili; tali contingenze ontologiche forniscono semplicemente le varie occasioni per l'affiorare di un odio antiebraico già latente. Né l'antisemitismo nasce da certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche; piuttosto, certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche nascono dall'antisemitismo. Wistrich sottolinea la differenza tra l'antisemitismo e altre forme di odio affermando: "The sacral, quasi-metaphysical quality of antisemitism is singularly absent in other cases".<ref>Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 80.</ref> È più di un "quasi". L'antisemitismo ha origini metafisiche che trascendono le sue manifestazioni ontologiche. Poiché nasce dalle profondità della soggettività umana, al di là di ogni categoria e contingenza ontologica, sondare le profondità dell'antisemitismo implica sondare le profondità dell'anima umana – della propria anima. Ecco perché figure così diverse come Democrito e San Giovanni Crisostomo, Martin Lutero e Sayyid Qutb, Tacito e Louis Farrakhan hanno in comune l'odio per gli ebrei: sono tutti figli di Adamo con un'anima umana. La mia tesi, certo, si fonda su una certa comprensione – una comprensione ebraica – dell'anima come emanazione del Santo che trascende le coordinate della realtà ontologica, spazio-temporale. Il mio metodo, quindi, è quello di rivolgermi all'oggetto dell'odio antisemita – gli ebrei, l'ebraismo e l'insegnamento ebraico – per giungere a una comprensione più profonda del perché di questo fenomeno primordiale. === L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo === Levinas afferma che "l'antisemitismo è l'archetipo di ogni internamento".<ref>Levinas, ''Difficult Freedom'', 153.</ref> Cosa può significare questo, e cosa ci dice su ciò che l'antisemita è ''anti-''? Laddove la [[Torah]] narra che Dio soffiò una ''nishmat chayim'' – un'"anima vivente" o "l'anima della vita" – in Adamo, il ''[[w:Targum|Targum]]'' di [[w:Onkelos|Onkelos]] (ca. 35-120), la traduzione aramaica della Torah, rende ''nishmat chayim'' come ''ruach memalela'', che significa "uno spirito parlante" o "lo spirito permeato dalla parola". Secondo l'insegnamento ebraico, Dio soffiò la Parola della Torah nell'essere umano, perché proprio la Torah è l'anima della vita; è, come insegnato nel [[w:Libro dei Proverbi|Libro dei Proverbi]], l'[[w:Albero della vita (cabala)|Albero della Vita]] ({{passo biblico|Proverbi|3:18}}). Abbiamo quindi l'insegnamento che ogni anima è legata a una lettera della Torah (''Nefesh HaChayim, Gate'' IV, 11:1). Poiché l'anima è fatta di Torah, ogni giorno preghiamo Dio affinché ci conceda la nostra parte nella Torah, come è scritto nel ''[[w:Pirkei Avot|Pirke Avot]]'' (5:20). L'antisemita seppellirebbe in una tomba di odio ebraico le parole della Torah che compongono l'anima. Questo è ciò che l'antisemita è contro: si propone di uccidere l'anima cancellando le parole della Torah pronunciate dallo spirito parlante che le dà vita. Questo odio per le parole della Torah, centrale nel ''Perché'' dell'antisemitismo, non si limita agli ebrei; è, come già osservato, "odio per l'altro uomo". Ma che dire degli ebrei che disprezzano le parole della Torah, ebrei come [[w:Karl Marx|Karl Marx]] (1818-1883), [[w:Lev Trockij|Lev Trockij]] (1879-1940) e [[w:Noam Chomsky|Noam Chomsky]] (n. 1928)? Sono anche loro oggetto dell'antisemitismo dell'antisemita? In generale, la risposta è: sì. Perché? Perché, come ha insistito il nazista (poi condannato all'impiccagione nel 1946) [[w:Alfred Rosenberg|Alfred Rosenberg]], il veleno dell'ebraismo – la Torah che costituisce l'anima ebraica – appartiene all'essenza dell'ebreo.<ref>Alfred Rosenberg, ''Race and Race History and Other Essays'', ed. Robert Pois (New York: Harper & Row, 1974), 131–32.</ref> Pertanto, gli ebrei non possono né convertirsi a un'altra religione né essere assimilati al corpo politico, indipendentemente dalle parole che pronunciano o dalle azioni che compiono. Se dicono di rifiutare gli insegnamenti della tradizione ebraica, è perché mentono, e la menzogna fa parte della loro essenza, come sosteneva Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 307.</ref> perché il loro intero scopo è quello di "ingannare astutamente gli stupidi ''Goyim''".<ref>''Ibid.'', 325.</ref> Non importa quanto o con quanta veemenza un ebreo possa sforzarsi di essere un "buon ebreo" denunciando la stessa Torah di cui è fatta la sua anima, non ci si può comunque mai fidare di lui. Progettato per sterminare gli ebrei, Auschwitz fu realizzato per cancellare l'insegnamento ebraico riguardante il valore dell'altro essere umano. I punti sollevati nel [[Connessioni/Capitolo 2|Capitolo 2]] trovano qui applicazione: il termine ebraico per "essere umano", ''ben adam'', significa letteralmente "figlio di Adamo", cosicché attraverso Adamo ogni anima è fisicamente legata all'altra, e attraverso il Creatore ciascuna è metafisicamente legata a tutte. [[w:Chaim ibn Attar|Chayim ben Attar]] nell’''Or HaChayim'' afferma che l'anima è fatta "della ‘luce’ di Dio che emana dal trono di gloria di Dio", e che ogni emanazione è connessa all'altra (''Or HaChayim'' su {{passo biblico2|Genesi|46:4}}). Il fisico ha bisogno del metafisico per avere significato, e il metafisico ha bisogno del fisico per manifestarsi. Deciso a distruggere l'anima, l'antisemita è determinato a oscurare la luce della [[Torah]] che emana da Dio. E poiché quella luce risplende dal profondo delle relazioni umane, dove l'anima (''neshamah'') trae il suo respiro (''neshimah''), l'antisemita è determinato ad annientare la relazione tra uomo e uomo, tra uomo e Dio. In ''[[w:La notte (romanzo)|La notte]]'' di Wiesel, quando Eliezer cerca di aiutare il padre, il capo di un gruppo gli dice, in uno dei versi più agghiaccianti di tutta la letteratura dell'Olocausto: "Qui non ci sono padri, né fratelli, né amici. Ognuno vive e muore solo per se stesso".<ref>Elie Wiesel, ''Night'', trad. {{en}} Stella Rodway (New York: Hill & Wang, 1961), 105.</ref> Riferendosi alle parole del Santo, il profeta Zaccaria ci dice che Dio regna "non con la potenza, né con la forza, ma con il mio spirito" ({{passo biblico2|Zaccaria|4:6}}), dove "spirito" è ''ruach'', che richiama alla mente il ''ruach memalela'' del ''Targum'', lo "spirito parlante" dell'anima che pronuncia le parole della Torah, dall'anima di Adamo in poi. Quindi il ''Midrash'' identifica lo "spirito di Dio" che aleggiava sulla faccia dell'abisso in principio ({{passo biblico2|Genesi|1:2}}) come l'anima di Adamo (''Tanchuma Tazria'' 1). L'antisemita cerca di essere un dio che regna sul proprio mondo proprio attraverso il potere e la forza, in un mondo in cui il potere è l'unica realtà e la debolezza l'unico peccato. Anche questo rientra nel ''Perché'' dell'antisemitismo. Perché non c'è nulla di più minaccioso per un mondo del genere della luce della verità e della Torah che risplende dal cuore della relazione tra umano-e-umano e tra umano-e-divino. In un mondo del genere, l'essere umano non è il Chi di un'anima vivente, ma il Cosa di un accidente ontologico, come gli accidenti di razza ed etnia, classe e genere. Secondo la tradizione ebraica, secondo cui l'antisemita è ''anti-'', la totalità di ciò che siamo risiede nell'unità della nostra relazione concreta, in carne e ossa, con gli altri esseri umani e della nostra relazione trascendente e spirituale con il Creatore. In quanto origine dell'anima, il Creatore è una ''[[w:persona (filosofia)|persona]]'' e non un concetto, qualcuno a cui possiamo dire "Tu". Allo stesso modo, l'altro essere umano è qualcuno a cui possiamo dire "Tu", così che ciò che siamo risiede sia in una relazione verticale che orizzontale. Ecco perché troviamo la frase "Io sono il Signore" associata al comandamento "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (''Veahavta lereakha k’mokha'', {{passo biblico2|Levitico|19:18}}), o meglio, come osservato nel [[Connessioni/Capitolo 1|Capitolo 1]]: "Agirai con amore verso il tuo prossimo, perché quella relazione d'amore è ciò che sei": la vita dell'anima risiede nel trattamento amorevole del prossimo e dello straniero, con mani pronte a donare. La radice del verbo "amare", ''veahavta'', è ''hav'', che significa "dare", a prescindere da ciò che proviamo nei suoi confronti. In effetti, più negativi sono i nostri sentimenti, più urgente è il comandamento. Quale che sia il significato di una vita, risiede nell'amore divinamente comandato per l'altro essere umano, che si manifesta nell'atto concreto del dare; tale amore è la luce che ci è comandato di emanare nel mondo. Dice il saggio [[w:Joseph Albo|Joseph Albo]] (ca. 1380-1444), che con la chiamata divina "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}), nascono l'anima umana e il suo significato (''[[:en:w:Sefer HaIkkarim|Sefer HaIkkarim]]'' 4:30). === Uccidere Dio: lo scopo dell'antisemitismo === === Il perché dell'antisemitismo e l'essenza del male === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|18 giugno 2025}} [[Categoria:Connessioni|Capitolo 5]] 2w201imru5nt7y7swo4qeb69v6n7lbu 477930 477929 2025-06-18T16:39:40Z Monozigote 19063 /* L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo */ testo 477930 wikitext text/x-wiki {{Connessioni}} {{Immagine grande|Brief Moment.jpg|740px|I nomi che formano il disegno di questa immagine provengono dal database centrale delle vittime della [[Shoah]] presso lo [[w:Yad Vashem|Yad Vashem]]. L'opera commemora una piccola parte di coloro che perirono ad [[w:Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nel 1941.}} == Il perché dell'antisemitismo == Nelle pagine che seguono uso il termine ''antisemitismo'' per riferirmi al fenomeno dell'odio verso gli ebrei nel corso dei secoli, sebbene il termine non sia entrato nell'uso comune fino alla fondazione della [[:en:w:Wilhelm Marr#League of antisemites|Lega degli Antisemiti (''Antisemiten-Liga'')]] da parte di [[w:Wilhelm Marr|Wilhelm Marr]] (1819-1904) nell'ottobre del 1879.<ref>Cfr. Moshe Zimmerman, ''Wilhelm Marr: The Patriarch of Anti-Semitism'' (Oxford, UK: Oxford University Press, 1986), 93.</ref> Marr adottò il termine per sostituire l'equivalente più volgare ''Judenhass'', ovvero "odio verso gli ebrei". Va inoltre sottolineato che l'uso dei termini ''antisemitismo'' o ''antisemita'' si riferisce a uno spettro di fenomeni, atteggiamenti e modi di pensare. Piuttosto che porre una condizione di tipo "o/o" – o odiatore di ebrei o non odiatore di ebrei – è come chiedersi se una stanza sia luminosa o buia: ci sono gradi. Uso la forma senza trattino del termine per chiarire che l'antisemitismo riguarda l'odio verso gli ebrei, e non l'odio verso i semiti in generale. L'odio verso gli Accadi, i Fenici o i Nabatei non è così diffuso. L’odio per gli ebrei, tuttavia, non è solo diffuso: è pressante, perché, come ha correttamente compreso [[Emmanuel Levinas]], è "nella sua essenza odio per un uomo che è altro da sé, vale a dire odio per l’altro uomo".<ref>Emmanuel Levinas, ''Difficult Freedom: Essays on Judaism'', trad. Sean Hand (Baltimore, MD: The Johns Hopkins University Press, 1990), 281.</ref> Certo, Levinas sostiene che l’antisemitismo è presente in ogni forma di razzismo.<ref>''Ibid.'', 261.</ref> Ciò che esattamente il fenomeno rivela sulla nostra umanità, quindi, è tra gli aspetti che verranno esaminati in questo Capitolo. Per comprendere il perché dell'antisemitismo, dobbiamo prima affrontare una domanda preliminare: ''cos’è'' l'antisemitismo? Potremmo iniziare considerando cosa ''non'' è. L'antisemitismo non può essere ridotto a un sottoinsieme delle categorie generali di razzismo, xenofobia o bigottismo. Non deriva semplicemente dalla paura, dall'invidia o dal risentimento, sebbene tali emozioni possano essere presenti. In parole povere, l'antisemitismo non è una forma di razzismo; piuttosto, il razzismo è una forma di antisemitismo. L'economista nazista Peter Heinz Seraphim (1902-1979), ad esempio, ha insistito sul fatto che l'antisemitismo nazionalsocialista non riguarda il razzismo o le differenze etniche. È, piuttosto, un principio fondamentale, un principio primo, del nazionalsocialismo.<ref>Cfr. Max Weinreich, ''Hitler’s Professors: The Part of Scholarship in Germany’s Crimes Against the Jewish People'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1999), 78.</ref> I nazisti non erano antisemiti perché erano razzisti; piuttosto, erano razzisti perché erano antisemiti. La loro prospettiva antisemita doveva essere determinata per giungere a un modo di pensare razzista: l'antisemitismo, non il razzismo, costituiva il nucleo della loro metafisica, la loro ''Weltanschauung''. Spiega [[w:Emil Fackenheim|Emil Fackenheim]]: "A ''Weltanschauung'' requires: cosmic scope, internal coherence or ''Geschlossenheit'', and a sincere commitment on the part of its devotees".<ref>Emil L. Fackenheim, "Holocaust and ''Weltanschauung'': Philosophical Reflections on Why They Did It", ''Holocaust and Genocide Studies'' 3 (1988): 204.</ref> Pertanto erano ciò che [[w:Simon Wiesenthal|Simon Wiesenthal]] (1908-2005) descrisse come "assassini per convinzione".<ref>Simon Wiesenthal, ''The Sunflower: On the Possibilities and Limits of Forgiveness'', trad. H. A. Piehler, ed. Harry James Cargas (New York: Schocken Books, 1997), 96.</ref> Il filosofo nazista Max Wundt (1879-1963) aveva perfettamente ragione, quindi, quando affermava che la visione ebraica di Dio, del mondo e dell'umanità "si contrappone alla visione del mondo popolare come sua totale antitesi".<ref>Max Wundt, ''Deutsche Weltanschauung'' (Munich: J. F. Lehmans, 1928), 75; cfr. anche Hans Sluga, ''Heidegger’s Crisis: Philosophy and Politics in Nazi Germany'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1993), 113.</ref> Vale a dire: l'ebreo non è l'"altro" – l'ebreo e l'ebraismo comprendono il ''male'' che deve essere rimosso dal mondo, per il bene del Volk, anzi, per il bene di tutta l'umanità. "Se l’ebreo è vittorioso sugli altri popoli del mondo", scrive Adolf Hitler, "la sua corona sarà la corona funebre dell’umanità".<ref>[[w:Adolf Hitler|Adolf Hitler]], ''[[w:Mein Kampf|Mein Kampf]]'', trad. Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 65.</ref> Per l’antisemita, la premessa non è che tutti gli ebrei siano malvagi, ma che ogni male è ebraico. L’antisemitismo è, in effetti, "l’odio più lungo della storia", come lo ha definito [[:en:w:Robert S. Wistrich|Robert Wistrich]] (1945-2015).<ref>Cfr. Robert S. Wistrich, ''Antisemitism: The Longest Hatred'' (New York: Schocken Books, 1994).</ref> Gli antisemiti vanno dall’antico filosofo greco [[w:Democrito|Democrito]] (ca. 460-370 AEV)<ref>Cfr. [[:en:w:Joshua Trachtenberg|Joshua Trachtenberg]], ''The Devil and the Jews: The Medieval Conception of the Jew and Its Relation to Modern Antisemitism'' (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1983), 126.</ref> al Padre della Chiesa San [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] (347-407),<ref>Cfr. [[:en:w:Edward Flannery|Edward H. Flannery]], ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Antisemitism'' (New York: Macmillan, 1965), 48.</ref> dal riformatore [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546)<ref>cfr. [[w:Raul Hilberg|Raul Hilberg]], ''The Destruction of the European Jews'' (Chicago: Quadrangle Books, 1961), 9.</ref> al filosofo illuminista [[w:Voltaire|Voltaire]] (1694-1778),<ref>Cfr. Voltaire, ''Philosophical Dictionary'', trad. Theodore Besterman (New York: Penguin, 1984), 144, 306–307.</ref> dal nazista [[w:Adolf Eichmann|Adolf Eichmann]] (1906-1962)<ref>Cfr. Haim Gouri, ''Facing the Glass Booth: The Jerusalem Trial of Adolf Eichmann'', trad. Michael Swirsky (Detroit, MI: Wayne State University Press, 2004).</ref> a [[w:Louis Farrakhan|Louis Farrakhan]] (n. 1933) della [[w:Nation of Islam|Nation of Islam]],<ref>Louis Farrakhan, "Minister Louis Farrakhan’s July Fourth Address", ''YouTube, July 4, 2020''.</ref> dal jihadista [[w:Sayyid Qutb|Sayyid Qutb]] (1906-1966)<ref>Cfr. Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987).</ref> al leader del Partito Laburista britannico [[w:Jeremy Corbyn|Jeremy Corbyn]] (n. 1949).<ref>"Antisemitism in Political Parties", ''Campaign Against Antisemitism'', 3 dicembre 2019.</ref> Si possono trovare in molti tempi e luoghi diversi, religioni e culture, ideologie e classi sociali. L'unica cosa che lo storico romano [[w:Publio Cornelio Tacito|Tacito]] (56-120)<ref>Cfr. per esempio, Tacitus, ''The Histories'', in ''The Annals and the Histories'', trad. {{en}} Alfred Church & William Brodribb, ed. Moses Hadas (New York: Modern Library, 2003), 564–565.</ref> ha in comune con la fondatrice di [[w:Black Lives Matter|Black Lives Matter]], [[w:Patrisse Cullors|Patrisse Cullors]] (n. 1983)<ref>Cfr. Joshua Washington, "Black Lives Matter’s Jewish Problem – In Their Own Words", ''The Times of Israel'', 7 agosto 2020.</ref> è l'odio per gli ebrei. In ogni caso, l'antisemitismo implica una collisione fondamentale tra visioni del mondo, che includono sempre una prospettiva assiomatica su ciò che costituisce il valore dell'altro essere umano. Dove sta dunque il ''Perché'' dell'antisemitismo? Una scena del film del 2013 di [[w:Brian Percival|Brian Percival]], ''[[w:Storia di una ladra di libri|The Book Thief]]'', basato sul [[w:La bambina che salvava i libri|romanzo]] di [[w:Markus Zusak|Markus Zusak]],<ref>Cfr. Markus Zusak, ''The Book Thief'' (New York: Alfred A. Knopf, 2007).</ref> può iniziare a fornire un indizio. Una bambina di nome Liesel, accolta da una famiglia tedesca nella Germania nazista dopo che la madre è stata arrestata per essere comunista, esce un giorno con il padre adottivo. Assistono all'arresto di un negoziante da parte della Gestapo perché sospettato di essere ebreo. Suo padre cerca di intervenire solo per essere spinto a terra da un agente della Gestapo. Liesel, ovviamente, è traumatizzata. Torna a casa e scende in cantina, dove la sua famiglia nasconde un giovane ebreo di nome Max; chiede a Max: "Why did they treat him [her father] like that?". E lui risponde: "Because he reminded them of their humanity". E l'ebreo ricordava a suo padre la propria umanità. Ma cosa ci viene ricordato quando ci viene ricordata la nostra umanità? E perché dovremmo odiare qualcuno per avercelo ricordato? Nell'ebraismo, come abbiamo visto, essere ricordati della nostra umanità significa venirci ricordata la nostra responsabilità verso e per l'altro essere umano, sia prossimo che straniero. Poiché l'altro essere umano è infinitamente prezioso, la nostra responsabilità è infinitamente profonda. In effetti, più reagiamo, più diventiamo responsabili: il debito aumenta nella misura in cui viene pagato, così che siamo per sempre in arretrato. Da qui lo stereotipo antisemita degli ebrei come custodi dei registri del mondo. Ricordandoci la nostra umanità, gli ebrei non ci lasciano dormire. E noi teniamo caro il nostro sonno: come la storia ha dimostrato, uccidiamo coloro che ci scuotono dal nostro sonno e ci risvegliano alla nostra predeterminata e infinita responsabilità verso e per l'altro essere umano, che inizia ma non finisce mai con gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo, quindi, va ricercato in una fondamentale opposizione a un insegnamento fondamentale dell'ebraismo riguardante la sacralità dell'altro essere umano, in particolare dello straniero. È un'opposizione all'amore per lo straniero comandato trentasei volte nella Torah. È un'opposizione a Dio: l'odio degli ebrei è odio verso Dio, un odio per il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. È un odio, quindi, antico quanto i testimoni del Dio di Abramo, antico e perenne quanto la [[Torah]] stessa. Riemerge ogni volta che soccombiamo alla tentazione primordiale del serpente: "Sarete come Dio" ({{passo biblico2|Genesi|3:5}}). È una tentazione che si annida nell'anima di ogni essere umano, come si annidava nel primo essere umano. L'odio per gli ebrei è un odio per la domanda rivolta ad Adamo: Dove sei? È un odio per le domande rivolte a Caino: Dov'è tuo fratello? E cosa hai fatto? È, soprattutto, un odio per Colui che chiede e per Colui del quale siamo interrogati. Ripeto: l'odio per gli ebrei è odio per Dio, e l'odio per Dio è odio per l'altro essere umano. Il suprematista bianco vorrebbe eclissare Dio. Lo stalinista vorrebbe usurpare Dio. Il jihadista vorrebbe appropriarsi di Dio. Tutti loro ucciderebbero Dio e, con Dio, il divieto divino di uccidere, a cominciare dai più antichi testimoni di Dio di tale divieto: gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo ha poco a che fare con razzismo, xenofobia, invidia economica, elitismo ebraico, ricerca di capri espiatori, disturbi psicologici, strutture sociali, divisioni manichee del mondo in Noi e Loro, e simili; tali contingenze ontologiche forniscono semplicemente le varie occasioni per l'affiorare di un odio antiebraico già latente. Né l'antisemitismo nasce da certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche; piuttosto, certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche nascono dall'antisemitismo. Wistrich sottolinea la differenza tra l'antisemitismo e altre forme di odio affermando: "The sacral, quasi-metaphysical quality of antisemitism is singularly absent in other cases".<ref>Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 80.</ref> È più di un "quasi". L'antisemitismo ha origini metafisiche che trascendono le sue manifestazioni ontologiche. Poiché nasce dalle profondità della soggettività umana, al di là di ogni categoria e contingenza ontologica, sondare le profondità dell'antisemitismo implica sondare le profondità dell'anima umana – della propria anima. Ecco perché figure così diverse come Democrito e San Giovanni Crisostomo, Martin Lutero e Sayyid Qutb, Tacito e Louis Farrakhan hanno in comune l'odio per gli ebrei: sono tutti figli di Adamo con un'anima umana. La mia tesi, certo, si fonda su una certa comprensione – una comprensione ebraica – dell'anima come emanazione del Santo che trascende le coordinate della realtà ontologica, spazio-temporale. Il mio metodo, quindi, è quello di rivolgermi all'oggetto dell'odio antisemita – gli ebrei, l'ebraismo e l'insegnamento ebraico – per giungere a una comprensione più profonda del perché di questo fenomeno primordiale. === L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo === Levinas afferma che "l'antisemitismo è l'archetipo di ogni internamento".<ref>Levinas, ''Difficult Freedom'', 153.</ref> Cosa può significare questo, e cosa ci dice su ciò che l'antisemita è ''anti-''? Laddove la [[Torah]] narra che Dio soffiò una ''nishmat chayim'' – un'"anima vivente" o "l'anima della vita" – in Adamo, il ''[[w:Targum|Targum]]'' di [[w:Onkelos|Onkelos]] (ca. 35-120), la traduzione aramaica della Torah, rende ''nishmat chayim'' come ''ruach memalela'', che significa "uno spirito parlante" o "lo spirito permeato dalla parola". Secondo l'insegnamento ebraico, Dio soffiò la Parola della Torah nell'essere umano, perché proprio la Torah è l'anima della vita; è, come insegnato nel [[w:Libro dei Proverbi|Libro dei Proverbi]], l'[[w:Albero della vita (cabala)|Albero della Vita]] ({{passo biblico|Proverbi|3:18}}). Abbiamo quindi l'insegnamento che ogni anima è legata a una lettera della Torah (''Nefesh HaChayim, Gate'' IV, 11:1). Poiché l'anima è fatta di Torah, ogni giorno preghiamo Dio affinché ci conceda la nostra parte nella Torah, come è scritto nel ''[[w:Pirkei Avot|Pirke Avot]]'' (5:20). L'antisemita seppellirebbe in una tomba di odio ebraico le parole della Torah che compongono l'anima. Questo è ciò che l'antisemita è contro: si propone di uccidere l'anima cancellando le parole della Torah pronunciate dallo spirito parlante che le dà vita. Questo odio per le parole della Torah, centrale nel ''Perché'' dell'antisemitismo, non si limita agli ebrei; è, come già osservato, "odio per l'altro uomo". Ma che dire degli ebrei che disprezzano le parole della Torah, ebrei come [[w:Karl Marx|Karl Marx]] (1818-1883), [[w:Lev Trockij|Lev Trockij]] (1879-1940) e [[w:Noam Chomsky|Noam Chomsky]] (n. 1928)? Sono anche loro oggetto dell'antisemitismo dell'antisemita? In generale, la risposta è: sì. Perché? Perché, come ha insistito il nazista (poi condannato all'impiccagione nel 1946) [[w:Alfred Rosenberg|Alfred Rosenberg]], il veleno dell'ebraismo – la Torah che costituisce l'anima ebraica – appartiene all'essenza dell'ebreo.<ref>Alfred Rosenberg, ''Race and Race History and Other Essays'', ed. Robert Pois (New York: Harper & Row, 1974), 131–32.</ref> Pertanto, gli ebrei non possono né convertirsi a un'altra religione né essere assimilati al corpo politico, indipendentemente dalle parole che pronunciano o dalle azioni che compiono. Se dicono di rifiutare gli insegnamenti della tradizione ebraica, è perché mentono, e la menzogna fa parte della loro essenza, come sosteneva Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 307.</ref> perché il loro intero scopo è quello di "ingannare astutamente gli stupidi ''Goyim''".<ref>''Ibid.'', 325.</ref> Non importa quanto o con quanta veemenza un ebreo possa sforzarsi di essere un "buon ebreo" denunciando la stessa Torah di cui è fatta la sua anima, non ci si può comunque mai fidare di lui. Progettato per sterminare gli ebrei, Auschwitz fu realizzato per cancellare l'insegnamento ebraico riguardante il valore dell'altro essere umano. I punti sollevati nel [[Connessioni/Capitolo 2|Capitolo 2]] trovano qui applicazione: il termine ebraico per "essere umano", ''ben adam'', significa letteralmente "figlio di Adamo", cosicché attraverso Adamo ogni anima è fisicamente legata all'altra, e attraverso il Creatore ciascuna è metafisicamente legata a tutte. [[w:Chaim ibn Attar|Chayim ben Attar]] nell’''Or HaChayim'' afferma che l'anima è fatta "della ‘luce’ di Dio che emana dal trono di gloria di Dio", e che ogni emanazione è connessa all'altra (''Or HaChayim'' su {{passo biblico2|Genesi|46:4}}). Il fisico ha bisogno del metafisico per avere significato, e il metafisico ha bisogno del fisico per manifestarsi. Deciso a distruggere l'anima, l'antisemita è determinato a oscurare la luce della [[Torah]] che emana da Dio. E poiché quella luce risplende dal profondo delle relazioni umane, dove l'anima (''neshamah'') trae il suo respiro (''neshimah''), l'antisemita è determinato ad annientare la relazione tra uomo e uomo, tra uomo e Dio. In ''[[w:La notte (romanzo)|La notte]]'' di Wiesel, quando Eliezer cerca di aiutare il padre, il capo di un gruppo gli dice, in uno dei versi più agghiaccianti di tutta la letteratura dell'Olocausto: "Qui non ci sono padri, né fratelli, né amici. Ognuno vive e muore solo per se stesso".<ref>Elie Wiesel, ''Night'', trad. {{en}} Stella Rodway (New York: Hill & Wang, 1961), 105.</ref> Riferendosi alle parole del Santo, il profeta Zaccaria ci dice che Dio regna "non con la potenza, né con la forza, ma con il mio spirito" ({{passo biblico2|Zaccaria|4:6}}), dove "spirito" è ''ruach'', che richiama alla mente il ''ruach memalela'' del ''Targum'', lo "spirito parlante" dell'anima che pronuncia le parole della Torah, dall'anima di Adamo in poi. Quindi il ''Midrash'' identifica lo "spirito di Dio" che aleggiava sulla faccia dell'abisso in principio ({{passo biblico2|Genesi|1:2}}) come l'anima di Adamo (''Tanchuma Tazria'' 1). L'antisemita cerca di essere un dio che regna sul proprio mondo proprio attraverso il potere e la forza, in un mondo in cui il potere è l'unica realtà e la debolezza l'unico peccato. Anche questo rientra nel ''Perché'' dell'antisemitismo. Perché non c'è nulla di più minaccioso per un mondo del genere della luce della verità e della Torah che risplende dal cuore della relazione tra umano-e-umano e tra umano-e-divino. In un mondo del genere, l'essere umano non è il Chi di un'anima vivente, ma il Cosa di un accidente ontologico, come gli accidenti di razza ed etnia, classe e genere. Secondo la tradizione ebraica, secondo cui l'antisemita è ''anti-'', la totalità di ciò che siamo risiede nell'unità della nostra relazione concreta, in carne e ossa, con gli altri esseri umani e della nostra relazione trascendente e spirituale con il Creatore. In quanto origine dell'anima, il Creatore è una ''[[w:persona (filosofia)|persona]]'' e non un concetto, qualcuno a cui possiamo dire "Tu". Allo stesso modo, l'altro essere umano è qualcuno a cui possiamo dire "Tu", così che ciò che siamo risiede sia in una relazione verticale che orizzontale. Ecco perché troviamo la frase "Io sono il Signore" associata al comandamento "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (''Veahavta lereakha k’mokha'', {{passo biblico2|Levitico|19:18}}), o meglio, come osservato nel [[Connessioni/Capitolo 1|Capitolo 1]]: "Agirai con amore verso il tuo prossimo, perché quella relazione d'amore è ciò che sei": la vita dell'anima risiede nel trattamento amorevole del prossimo e dello straniero, con mani pronte a donare. La radice del verbo "amare", ''veahavta'', è ''hav'', che significa "dare", a prescindere da ciò che proviamo nei suoi confronti. In effetti, più negativi sono i nostri sentimenti, più urgente è il comandamento. Quale che sia il significato di una vita, risiede nell'amore divinamente comandato per l'altro essere umano, che si manifesta nell'atto concreto del dare; tale amore è la luce che ci è comandato di emanare nel mondo. Dice il saggio [[w:Joseph Albo|Joseph Albo]] (ca. 1380-1444), che con la chiamata divina "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}), nascono l'anima umana e il suo significato (''[[:en:w:Sefer HaIkkarim|Sefer HaIkkarim]]'' 4:30). La metafora della luce è fondamentale. Un versetto del Libro dei Proverbi sottolinea questo punto: "Il comandamento è la candela e la Torah la luce" ({{passo biblico|Proverbi|6:23}}), e "L'anima dell'essere umano è la candela di HaShem" (20:27). [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (1745–1812), il primo [[w:Rebbe|Rebbe]] di [[w:Chabad Lubavitch|Lubavitch]], commenta: "L'anima è chiamata ''ner'' [candela], e il comandamento è chiamato ''ner''..., dove il comandamento è la candela, l'anima è lo stoppino e il comandamento è l'olio, producendo due aspetti della luce, come sta scritto ''Veahavta'' ("e amerai" ― {{passo biblico2|Deuteronomio|6:5}}), che è il doppio del valore numerico di ''or'' (‘luce’)".<ref>Citato in Adin Steinsaltz e Josy Eisenberg, ''The Seven Lights: On the Major Jewish Festivals'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 355.</ref> Come candela di Dio, il compito dell'anima è trasformare l'oscurità dell'isolamento dell'ego nella luce che risplende nel mezzo delle relazioni umane. L'anima, in altre parole, trae la sua vita e la sua luce dalla relazione d'amore divinamente comandata con l'altro essere umano. Secondo il Midrash, il comandamento è chiamato candela perché quando eseguiamo un comandamento o una ''mitzvah'', è come se avessimo acceso una luce davanti a Dio per "ravvivare la nostra anima" (''Shemot Rabbah'' 36:3) entrando più profondamente nella relazione. Se conoscere Dio è la chiave per sapere chi siamo, questo risiede nella missione comandata all'essere umano. E la nostra missione, afferma il defunto rabbino di Lubavitch [[w:Menachem Mendel Schneerson|Menachem Mendel Schneerson]] (1902-1994), ci è data nel primo annuncio della creazione: "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}).<ref>Cfr. Menachem M. Schneerson, ''Torah Studies, adapted by Jonathan Sacks'', 2a ed. (London: Lubavitch Foundation, 1986), 3–4.</ref> È la luce che l'antisemita vorrebbe oscurare. === Uccidere Dio: lo scopo dell'antisemitismo === === Il perché dell'antisemitismo e l'essenza del male === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|18 giugno 2025}} [[Categoria:Connessioni|Capitolo 5]] ko0kevrqdrqc2551a3c65t2i3krfjot 477931 477930 2025-06-18T18:13:47Z Monozigote 19063 /* L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo */ testo 477931 wikitext text/x-wiki {{Connessioni}} {{Immagine grande|Brief Moment.jpg|740px|I nomi che formano il disegno di questa immagine provengono dal database centrale delle vittime della [[Shoah]] presso lo [[w:Yad Vashem|Yad Vashem]]. L'opera commemora una piccola parte di coloro che perirono ad [[w:Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nel 1941.}} == Il perché dell'antisemitismo == Nelle pagine che seguono uso il termine ''antisemitismo'' per riferirmi al fenomeno dell'odio verso gli ebrei nel corso dei secoli, sebbene il termine non sia entrato nell'uso comune fino alla fondazione della [[:en:w:Wilhelm Marr#League of antisemites|Lega degli Antisemiti (''Antisemiten-Liga'')]] da parte di [[w:Wilhelm Marr|Wilhelm Marr]] (1819-1904) nell'ottobre del 1879.<ref>Cfr. Moshe Zimmerman, ''Wilhelm Marr: The Patriarch of Anti-Semitism'' (Oxford, UK: Oxford University Press, 1986), 93.</ref> Marr adottò il termine per sostituire l'equivalente più volgare ''Judenhass'', ovvero "odio verso gli ebrei". Va inoltre sottolineato che l'uso dei termini ''antisemitismo'' o ''antisemita'' si riferisce a uno spettro di fenomeni, atteggiamenti e modi di pensare. Piuttosto che porre una condizione di tipo "o/o" – o odiatore di ebrei o non odiatore di ebrei – è come chiedersi se una stanza sia luminosa o buia: ci sono gradi. Uso la forma senza trattino del termine per chiarire che l'antisemitismo riguarda l'odio verso gli ebrei, e non l'odio verso i semiti in generale. L'odio verso gli Accadi, i Fenici o i Nabatei non è così diffuso. L’odio per gli ebrei, tuttavia, non è solo diffuso: è pressante, perché, come ha correttamente compreso [[Emmanuel Levinas]], è "nella sua essenza odio per un uomo che è altro da sé, vale a dire odio per l’altro uomo".<ref>Emmanuel Levinas, ''Difficult Freedom: Essays on Judaism'', trad. Sean Hand (Baltimore, MD: The Johns Hopkins University Press, 1990), 281.</ref> Certo, Levinas sostiene che l’antisemitismo è presente in ogni forma di razzismo.<ref>''Ibid.'', 261.</ref> Ciò che esattamente il fenomeno rivela sulla nostra umanità, quindi, è tra gli aspetti che verranno esaminati in questo Capitolo. Per comprendere il perché dell'antisemitismo, dobbiamo prima affrontare una domanda preliminare: ''cos’è'' l'antisemitismo? Potremmo iniziare considerando cosa ''non'' è. L'antisemitismo non può essere ridotto a un sottoinsieme delle categorie generali di razzismo, xenofobia o bigottismo. Non deriva semplicemente dalla paura, dall'invidia o dal risentimento, sebbene tali emozioni possano essere presenti. In parole povere, l'antisemitismo non è una forma di razzismo; piuttosto, il razzismo è una forma di antisemitismo. L'economista nazista Peter Heinz Seraphim (1902-1979), ad esempio, ha insistito sul fatto che l'antisemitismo nazionalsocialista non riguarda il razzismo o le differenze etniche. È, piuttosto, un principio fondamentale, un principio primo, del nazionalsocialismo.<ref>Cfr. Max Weinreich, ''Hitler’s Professors: The Part of Scholarship in Germany’s Crimes Against the Jewish People'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1999), 78.</ref> I nazisti non erano antisemiti perché erano razzisti; piuttosto, erano razzisti perché erano antisemiti. La loro prospettiva antisemita doveva essere determinata per giungere a un modo di pensare razzista: l'antisemitismo, non il razzismo, costituiva il nucleo della loro metafisica, la loro ''Weltanschauung''. Spiega [[w:Emil Fackenheim|Emil Fackenheim]]: "A ''Weltanschauung'' requires: cosmic scope, internal coherence or ''Geschlossenheit'', and a sincere commitment on the part of its devotees".<ref>Emil L. Fackenheim, "Holocaust and ''Weltanschauung'': Philosophical Reflections on Why They Did It", ''Holocaust and Genocide Studies'' 3 (1988): 204.</ref> Pertanto erano ciò che [[w:Simon Wiesenthal|Simon Wiesenthal]] (1908-2005) descrisse come "assassini per convinzione".<ref>Simon Wiesenthal, ''The Sunflower: On the Possibilities and Limits of Forgiveness'', trad. H. A. Piehler, ed. Harry James Cargas (New York: Schocken Books, 1997), 96.</ref> Il filosofo nazista Max Wundt (1879-1963) aveva perfettamente ragione, quindi, quando affermava che la visione ebraica di Dio, del mondo e dell'umanità "si contrappone alla visione del mondo popolare come sua totale antitesi".<ref>Max Wundt, ''Deutsche Weltanschauung'' (Munich: J. F. Lehmans, 1928), 75; cfr. anche Hans Sluga, ''Heidegger’s Crisis: Philosophy and Politics in Nazi Germany'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1993), 113.</ref> Vale a dire: l'ebreo non è l'"altro" – l'ebreo e l'ebraismo comprendono il ''male'' che deve essere rimosso dal mondo, per il bene del Volk, anzi, per il bene di tutta l'umanità. "Se l’ebreo è vittorioso sugli altri popoli del mondo", scrive Adolf Hitler, "la sua corona sarà la corona funebre dell’umanità".<ref>[[w:Adolf Hitler|Adolf Hitler]], ''[[w:Mein Kampf|Mein Kampf]]'', trad. Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 65.</ref> Per l’antisemita, la premessa non è che tutti gli ebrei siano malvagi, ma che ogni male è ebraico. L’antisemitismo è, in effetti, "l’odio più lungo della storia", come lo ha definito [[:en:w:Robert S. Wistrich|Robert Wistrich]] (1945-2015).<ref>Cfr. Robert S. Wistrich, ''Antisemitism: The Longest Hatred'' (New York: Schocken Books, 1994).</ref> Gli antisemiti vanno dall’antico filosofo greco [[w:Democrito|Democrito]] (ca. 460-370 AEV)<ref>Cfr. [[:en:w:Joshua Trachtenberg|Joshua Trachtenberg]], ''The Devil and the Jews: The Medieval Conception of the Jew and Its Relation to Modern Antisemitism'' (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1983), 126.</ref> al Padre della Chiesa San [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] (347-407),<ref>Cfr. [[:en:w:Edward Flannery|Edward H. Flannery]], ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Antisemitism'' (New York: Macmillan, 1965), 48.</ref> dal riformatore [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546)<ref>cfr. [[w:Raul Hilberg|Raul Hilberg]], ''The Destruction of the European Jews'' (Chicago: Quadrangle Books, 1961), 9.</ref> al filosofo illuminista [[w:Voltaire|Voltaire]] (1694-1778),<ref>Cfr. Voltaire, ''Philosophical Dictionary'', trad. Theodore Besterman (New York: Penguin, 1984), 144, 306–307.</ref> dal nazista [[w:Adolf Eichmann|Adolf Eichmann]] (1906-1962)<ref>Cfr. Haim Gouri, ''Facing the Glass Booth: The Jerusalem Trial of Adolf Eichmann'', trad. Michael Swirsky (Detroit, MI: Wayne State University Press, 2004).</ref> a [[w:Louis Farrakhan|Louis Farrakhan]] (n. 1933) della [[w:Nation of Islam|Nation of Islam]],<ref>Louis Farrakhan, "Minister Louis Farrakhan’s July Fourth Address", ''YouTube, July 4, 2020''.</ref> dal jihadista [[w:Sayyid Qutb|Sayyid Qutb]] (1906-1966)<ref>Cfr. Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987).</ref> al leader del Partito Laburista britannico [[w:Jeremy Corbyn|Jeremy Corbyn]] (n. 1949).<ref>"Antisemitism in Political Parties", ''Campaign Against Antisemitism'', 3 dicembre 2019.</ref> Si possono trovare in molti tempi e luoghi diversi, religioni e culture, ideologie e classi sociali. L'unica cosa che lo storico romano [[w:Publio Cornelio Tacito|Tacito]] (56-120)<ref>Cfr. per esempio, Tacitus, ''The Histories'', in ''The Annals and the Histories'', trad. {{en}} Alfred Church & William Brodribb, ed. Moses Hadas (New York: Modern Library, 2003), 564–565.</ref> ha in comune con la fondatrice di [[w:Black Lives Matter|Black Lives Matter]], [[w:Patrisse Cullors|Patrisse Cullors]] (n. 1983)<ref>Cfr. Joshua Washington, "Black Lives Matter’s Jewish Problem – In Their Own Words", ''The Times of Israel'', 7 agosto 2020.</ref> è l'odio per gli ebrei. In ogni caso, l'antisemitismo implica una collisione fondamentale tra visioni del mondo, che includono sempre una prospettiva assiomatica su ciò che costituisce il valore dell'altro essere umano. Dove sta dunque il ''Perché'' dell'antisemitismo? Una scena del film del 2013 di [[w:Brian Percival|Brian Percival]], ''[[w:Storia di una ladra di libri|The Book Thief]]'', basato sul [[w:La bambina che salvava i libri|romanzo]] di [[w:Markus Zusak|Markus Zusak]],<ref>Cfr. Markus Zusak, ''The Book Thief'' (New York: Alfred A. Knopf, 2007).</ref> può iniziare a fornire un indizio. Una bambina di nome Liesel, accolta da una famiglia tedesca nella Germania nazista dopo che la madre è stata arrestata per essere comunista, esce un giorno con il padre adottivo. Assistono all'arresto di un negoziante da parte della Gestapo perché sospettato di essere ebreo. Suo padre cerca di intervenire solo per essere spinto a terra da un agente della Gestapo. Liesel, ovviamente, è traumatizzata. Torna a casa e scende in cantina, dove la sua famiglia nasconde un giovane ebreo di nome Max; chiede a Max: "Why did they treat him [her father] like that?". E lui risponde: "Because he reminded them of their humanity". E l'ebreo ricordava a suo padre la propria umanità. Ma cosa ci viene ricordato quando ci viene ricordata la nostra umanità? E perché dovremmo odiare qualcuno per avercelo ricordato? Nell'ebraismo, come abbiamo visto, essere ricordati della nostra umanità significa venirci ricordata la nostra responsabilità verso e per l'altro essere umano, sia prossimo che straniero. Poiché l'altro essere umano è infinitamente prezioso, la nostra responsabilità è infinitamente profonda. In effetti, più reagiamo, più diventiamo responsabili: il debito aumenta nella misura in cui viene pagato, così che siamo per sempre in arretrato. Da qui lo stereotipo antisemita degli ebrei come custodi dei registri del mondo. Ricordandoci la nostra umanità, gli ebrei non ci lasciano dormire. E noi teniamo caro il nostro sonno: come la storia ha dimostrato, uccidiamo coloro che ci scuotono dal nostro sonno e ci risvegliano alla nostra predeterminata e infinita responsabilità verso e per l'altro essere umano, che inizia ma non finisce mai con gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo, quindi, va ricercato in una fondamentale opposizione a un insegnamento fondamentale dell'ebraismo riguardante la sacralità dell'altro essere umano, in particolare dello straniero. È un'opposizione all'amore per lo straniero comandato trentasei volte nella Torah. È un'opposizione a Dio: l'odio degli ebrei è odio verso Dio, un odio per il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. È un odio, quindi, antico quanto i testimoni del Dio di Abramo, antico e perenne quanto la [[Torah]] stessa. Riemerge ogni volta che soccombiamo alla tentazione primordiale del serpente: "Sarete come Dio" ({{passo biblico2|Genesi|3:5}}). È una tentazione che si annida nell'anima di ogni essere umano, come si annidava nel primo essere umano. L'odio per gli ebrei è un odio per la domanda rivolta ad Adamo: Dove sei? È un odio per le domande rivolte a Caino: Dov'è tuo fratello? E cosa hai fatto? È, soprattutto, un odio per Colui che chiede e per Colui del quale siamo interrogati. Ripeto: l'odio per gli ebrei è odio per Dio, e l'odio per Dio è odio per l'altro essere umano. Il suprematista bianco vorrebbe eclissare Dio. Lo stalinista vorrebbe usurpare Dio. Il jihadista vorrebbe appropriarsi di Dio. Tutti loro ucciderebbero Dio e, con Dio, il divieto divino di uccidere, a cominciare dai più antichi testimoni di Dio di tale divieto: gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo ha poco a che fare con razzismo, xenofobia, invidia economica, elitismo ebraico, ricerca di capri espiatori, disturbi psicologici, strutture sociali, divisioni manichee del mondo in Noi e Loro, e simili; tali contingenze ontologiche forniscono semplicemente le varie occasioni per l'affiorare di un odio antiebraico già latente. Né l'antisemitismo nasce da certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche; piuttosto, certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche nascono dall'antisemitismo. Wistrich sottolinea la differenza tra l'antisemitismo e altre forme di odio affermando: "The sacral, quasi-metaphysical quality of antisemitism is singularly absent in other cases".<ref>Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 80.</ref> È più di un "quasi". L'antisemitismo ha origini metafisiche che trascendono le sue manifestazioni ontologiche. Poiché nasce dalle profondità della soggettività umana, al di là di ogni categoria e contingenza ontologica, sondare le profondità dell'antisemitismo implica sondare le profondità dell'anima umana – della propria anima. Ecco perché figure così diverse come Democrito e San Giovanni Crisostomo, Martin Lutero e Sayyid Qutb, Tacito e Louis Farrakhan hanno in comune l'odio per gli ebrei: sono tutti figli di Adamo con un'anima umana. La mia tesi, certo, si fonda su una certa comprensione – una comprensione ebraica – dell'anima come emanazione del Santo che trascende le coordinate della realtà ontologica, spazio-temporale. Il mio metodo, quindi, è quello di rivolgermi all'oggetto dell'odio antisemita – gli ebrei, l'ebraismo e l'insegnamento ebraico – per giungere a una comprensione più profonda del perché di questo fenomeno primordiale. === L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo === Levinas afferma che "l'antisemitismo è l'archetipo di ogni internamento".<ref>Levinas, ''Difficult Freedom'', 153.</ref> Cosa può significare questo, e cosa ci dice su ciò che l'antisemita è ''anti-''? Laddove la [[Torah]] narra che Dio soffiò una ''nishmat chayim'' – un'"anima vivente" o "l'anima della vita" – in Adamo, il ''[[w:Targum|Targum]]'' di [[w:Onkelos|Onkelos]] (ca. 35-120), la traduzione aramaica della Torah, rende ''nishmat chayim'' come ''ruach memalela'', che significa "uno spirito parlante" o "lo spirito permeato dalla parola". Secondo l'insegnamento ebraico, Dio soffiò la Parola della Torah nell'essere umano, perché proprio la Torah è l'anima della vita; è, come insegnato nel [[w:Libro dei Proverbi|Libro dei Proverbi]], l'[[w:Albero della vita (cabala)|Albero della Vita]] ({{passo biblico|Proverbi|3:18}}). Abbiamo quindi l'insegnamento che ogni anima è legata a una lettera della Torah (''Nefesh HaChayim, Gate'' IV, 11:1). Poiché l'anima è fatta di Torah, ogni giorno preghiamo Dio affinché ci conceda la nostra parte nella Torah, come è scritto nel ''[[w:Pirkei Avot|Pirke Avot]]'' (5:20). L'antisemita seppellirebbe in una tomba di odio ebraico le parole della Torah che compongono l'anima. Questo è ciò che l'antisemita è contro: si propone di uccidere l'anima cancellando le parole della Torah pronunciate dallo spirito parlante che le dà vita. Questo odio per le parole della Torah, centrale nel ''Perché'' dell'antisemitismo, non si limita agli ebrei; è, come già osservato, "odio per l'altro uomo". Ma che dire degli ebrei che disprezzano le parole della Torah, ebrei come [[w:Karl Marx|Karl Marx]] (1818-1883), [[w:Lev Trockij|Lev Trockij]] (1879-1940) e [[w:Noam Chomsky|Noam Chomsky]] (n. 1928)? Sono anche loro oggetto dell'antisemitismo dell'antisemita? In generale, la risposta è: sì. Perché? Perché, come ha insistito il nazista (poi condannato all'impiccagione nel 1946) [[w:Alfred Rosenberg|Alfred Rosenberg]], il veleno dell'ebraismo – la Torah che costituisce l'anima ebraica – appartiene all'essenza dell'ebreo.<ref>Alfred Rosenberg, ''Race and Race History and Other Essays'', ed. Robert Pois (New York: Harper & Row, 1974), 131–32.</ref> Pertanto, gli ebrei non possono né convertirsi a un'altra religione né essere assimilati al corpo politico, indipendentemente dalle parole che pronunciano o dalle azioni che compiono. Se dicono di rifiutare gli insegnamenti della tradizione ebraica, è perché mentono, e la menzogna fa parte della loro essenza, come sosteneva Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 307.</ref> perché il loro intero scopo è quello di "ingannare astutamente gli stupidi ''Goyim''".<ref>''Ibid.'', 325.</ref> Non importa quanto o con quanta veemenza un ebreo possa sforzarsi di essere un "buon ebreo" denunciando la stessa Torah di cui è fatta la sua anima, non ci si può comunque mai fidare di lui. Progettato per sterminare gli ebrei, Auschwitz fu realizzato per cancellare l'insegnamento ebraico riguardante il valore dell'altro essere umano. I punti sollevati nel [[Connessioni/Capitolo 2|Capitolo 2]] trovano qui applicazione: il termine ebraico per "essere umano", ''ben adam'', significa letteralmente "figlio di Adamo", cosicché attraverso Adamo ogni anima è fisicamente legata all'altra, e attraverso il Creatore ciascuna è metafisicamente legata a tutte. [[w:Chaim ibn Attar|Chayim ben Attar]] nell’''Or HaChayim'' afferma che l'anima è fatta "della ‘luce’ di Dio che emana dal trono di gloria di Dio", e che ogni emanazione è connessa all'altra (''Or HaChayim'' su {{passo biblico2|Genesi|46:4}}). Il fisico ha bisogno del metafisico per avere significato, e il metafisico ha bisogno del fisico per manifestarsi. Deciso a distruggere l'anima, l'antisemita è determinato a oscurare la luce della [[Torah]] che emana da Dio. E poiché quella luce risplende dal profondo delle relazioni umane, dove l'anima (''neshamah'') trae il suo respiro (''neshimah''), l'antisemita è determinato ad annientare la relazione tra uomo e uomo, tra uomo e Dio. In ''[[w:La notte (romanzo)|La notte]]'' di Wiesel, quando Eliezer cerca di aiutare il padre, il capo di un gruppo gli dice, in uno dei versi più agghiaccianti di tutta la letteratura dell'Olocausto: "Qui non ci sono padri, né fratelli, né amici. Ognuno vive e muore solo per se stesso".<ref>Elie Wiesel, ''Night'', trad. {{en}} Stella Rodway (New York: Hill & Wang, 1961), 105.</ref> Riferendosi alle parole del Santo, il profeta Zaccaria ci dice che Dio regna "non con la potenza, né con la forza, ma con il mio spirito" ({{passo biblico2|Zaccaria|4:6}}), dove "spirito" è ''ruach'', che richiama alla mente il ''ruach memalela'' del ''Targum'', lo "spirito parlante" dell'anima che pronuncia le parole della Torah, dall'anima di Adamo in poi. Quindi il ''Midrash'' identifica lo "spirito di Dio" che aleggiava sulla faccia dell'abisso in principio ({{passo biblico2|Genesi|1:2}}) come l'anima di Adamo (''Tanchuma Tazria'' 1). L'antisemita cerca di essere un dio che regna sul proprio mondo proprio attraverso il potere e la forza, in un mondo in cui il potere è l'unica realtà e la debolezza l'unico peccato. Anche questo rientra nel ''Perché'' dell'antisemitismo. Perché non c'è nulla di più minaccioso per un mondo del genere della luce della verità e della Torah che risplende dal cuore della relazione tra umano-e-umano e tra umano-e-divino. In un mondo del genere, l'essere umano non è il Chi di un'anima vivente, ma il Cosa di un accidente ontologico, come gli accidenti di razza ed etnia, classe e genere. Secondo la tradizione ebraica, secondo cui l'antisemita è ''anti-'', la totalità di ciò che siamo risiede nell'unità della nostra relazione concreta, in carne e ossa, con gli altri esseri umani e della nostra relazione trascendente e spirituale con il Creatore. In quanto origine dell'anima, il Creatore è una ''[[w:persona (filosofia)|persona]]'' e non un concetto, qualcuno a cui possiamo dire "Tu". Allo stesso modo, l'altro essere umano è qualcuno a cui possiamo dire "Tu", così che ciò che siamo risiede sia in una relazione verticale che orizzontale. Ecco perché troviamo la frase "Io sono il Signore" associata al comandamento "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (''Veahavta lereakha k’mokha'', {{passo biblico2|Levitico|19:18}}), o meglio, come osservato nel [[Connessioni/Capitolo 1|Capitolo 1]]: "Agirai con amore verso il tuo prossimo, perché quella relazione d'amore è ciò che sei": la vita dell'anima risiede nel trattamento amorevole del prossimo e dello straniero, con mani pronte a donare. La radice del verbo "amare", ''veahavta'', è ''hav'', che significa "dare", a prescindere da ciò che proviamo nei suoi confronti. In effetti, più negativi sono i nostri sentimenti, più urgente è il comandamento. Quale che sia il significato di una vita, risiede nell'amore divinamente comandato per l'altro essere umano, che si manifesta nell'atto concreto del dare; tale amore è la luce che ci è comandato di emanare nel mondo. Dice il saggio [[w:Joseph Albo|Joseph Albo]] (ca. 1380-1444), che con la chiamata divina "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}), nascono l'anima umana e il suo significato (''[[:en:w:Sefer HaIkkarim|Sefer HaIkkarim]]'' 4:30). La metafora della luce è fondamentale. Un versetto del Libro dei Proverbi sottolinea questo punto: "Il comandamento è la candela e la Torah la luce" ({{passo biblico|Proverbi|6:23}}), e "L'anima dell'essere umano è la candela di HaShem" (20:27). [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (1745–1812), il primo [[w:Rebbe|Rebbe]] di [[w:Chabad Lubavitch|Lubavitch]], commenta: "L'anima è chiamata ''ner'' [candela], e il comandamento è chiamato ''ner''..., dove il comandamento è la candela, l'anima è lo stoppino e il comandamento è l'olio, producendo due aspetti della luce, come sta scritto ''Veahavta'' ("e amerai" ― {{passo biblico2|Deuteronomio|6:5}}), che è il doppio del valore numerico di ''or'' (‘luce’)".<ref>Citato in Adin Steinsaltz e Josy Eisenberg, ''The Seven Lights: On the Major Jewish Festivals'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 355.</ref> Come candela di Dio, il compito dell'anima è trasformare l'oscurità dell'isolamento dell'ego nella luce che risplende nel mezzo delle relazioni umane. L'anima, in altre parole, trae la sua vita e la sua luce dalla relazione d'amore divinamente comandata con l'altro essere umano. Secondo il Midrash, il comandamento è chiamato candela perché quando eseguiamo un comandamento o una ''mitzvah'', è come se avessimo acceso una luce davanti a Dio per "ravvivare la nostra anima" (''Shemot Rabbah'' 36:3) entrando più profondamente nella relazione. Se conoscere Dio è la chiave per sapere chi siamo, questo ''chi'' risiede nella missione comandata all'essere umano. E la nostra missione, afferma il defunto e rimpianto rabbino di Lubavitch [[w:Menachem Mendel Schneerson|Menachem Mendel Schneerson]] (1902-1994), ci è data nel primo annuncio della creazione: "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}).<ref>Cfr. Menachem M. Schneerson, ''Torah Studies, adapted by Jonathan Sacks'', 2a ed. (London: Lubavitch Foundation, 1986), 3–4.</ref> È la luce che l'antisemita vorrebbe oscurare. Proprio come l'oscurità della Nona Piaga che colpì gli Egiziani fu tale che nessun uomo poteva vedere il volto del suo prossimo ({{passo biblico2|Esodo|10:23}}), la luce dell'anima che illumina le relazioni umane rivela il volto del prossimo. Quella [[w:Piaghe d%27Egitto#Tenebre|Piaga delle Tenebre]] è la Piaga dell'Antisemitismo. Se il Perché dell'antisemitismo risiede nell'obliterazione di quella luce, il Cosa dell'antisemitismo risiede nella Nona Piaga: l'antisemitismo è l'onnipresente piaga delle tenebre che ci acceca al volto dell'altro essere umano. L'oscurità della Nona Piaga è precisamente l'oscurità dell'ego che vorrebbe eclissare la luce del comandamento divino trasformandosi nel proprio dio e nel proprio fondamento di significato e valore, che è l'obiettivo dell'antisemita. Cieco al volto del prossimo, l'ego è l'ego autonomo, autolegislatore, l'ego che langue nel suo narcisismo, ignaro della relazione che è la fonte stessa della sua vita. Poiché non c'è illusione più grande dell'illusione dell'autonomia autolegislatrice. Per questo [[Abraham Joshua Heschel]] dichiara che il sé è un "autoinganno".<ref>[[Abraham Joshua Heschel]], ''Man Is Not Alone'' (New York: Farrar, Straus and Giroux, 1951), 47.</ref> Il grande saggio del Talmud [[w:Rabbi Akiva|Rabbi Akiva]] sostiene che l'umanità e la dignità dell'essere umano si rivelano nel volto: il volto è una rivelazione dell'anima e della sua connessione con ogni altra anima.<ref>Cfr. Louis Finkelstein, ''Akiba: Scholar, Saint and Martyr'' (New York: Atheneum, 1981), 103.</ref> La parola ebraica per "volto", ''panim'', è plurale perché, secondo il saggio Rabbi [[w:Isaiah Horowitz|Isaiah Horowitz]] (1565-1630), il Santo ''Shelah'', ognuno di noi ha due volti: il volto di Adamo e il nostro volto individuale (''Beesrah Maamrot'' 7:18). Proprio come ognuno di noi porta una traccia del volto di Adamo, così ognuno di noi ospita una traccia dell’anima di Adamo. Ciò che distingue sia il volto che l'anima è la parola dello "spirito parlante". Proprio come la luce dell'anima è una manifestazione della parola divina, così la parola umana è un'emanazione della luce dell'anima. L'anima, afferma [[:en:w:Saadia Gaon|Saadia Gaon]] (882–942), "raggiunge la luminosità grazie alla luce che riceve da Dio... È così che è stata dotata del potere della parola" (''Sefer Emunot Vedeot'' 6:3). La luce di Dio che illumina l'anima è proprio la parola che Dio le soffia dentro. L'antisemita inizia appropriandosi della parola, controllandola, censurandola e annullandola, come dimostra la "cultura dell'annullamento" antisemita che sta dilagando nel mondo occidentale. Pertanto, la libertà di parola è il più fondamentale dei diritti umani che derivano dal Creatore e il più ostile all'antisemita. Non è un caso, ad esempio, che gli [[:en:w:Students for Justice in Palestine|Students for Justice in Palestine]], un gruppo che incarna il ''Perché'' e l’essenza dell’antisemitismo, si oppongano ferocemente alla libertà di parola dei sostenitori di Israele nei campus universitari di oggi.<ref>Cfr. Charles Asher Small, David Patterson, e Glen Feder, "Special ISGAP Report: The Threat to Academic Freedom from National Students for Justice in Palestine", ''Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy, May 7, 2020''.</ref> === Uccidere Dio: lo scopo dell'antisemitismo === === Il perché dell'antisemitismo e l'essenza del male === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|18 giugno 2025}} [[Categoria:Connessioni|Capitolo 5]] 5camcj389gwzk8g0cjiolrculsc2fok 477933 477931 2025-06-18T21:58:07Z Monozigote 19063 /* L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo */ testo 477933 wikitext text/x-wiki {{Connessioni}} {{Immagine grande|Brief Moment.jpg|740px|I nomi che formano il disegno di questa immagine provengono dal database centrale delle vittime della [[Shoah]] presso lo [[w:Yad Vashem|Yad Vashem]]. L'opera commemora una piccola parte di coloro che perirono ad [[w:Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nel 1941.}} == Il perché dell'antisemitismo == Nelle pagine che seguono uso il termine ''antisemitismo'' per riferirmi al fenomeno dell'odio verso gli ebrei nel corso dei secoli, sebbene il termine non sia entrato nell'uso comune fino alla fondazione della [[:en:w:Wilhelm Marr#League of antisemites|Lega degli Antisemiti (''Antisemiten-Liga'')]] da parte di [[w:Wilhelm Marr|Wilhelm Marr]] (1819-1904) nell'ottobre del 1879.<ref>Cfr. Moshe Zimmerman, ''Wilhelm Marr: The Patriarch of Anti-Semitism'' (Oxford, UK: Oxford University Press, 1986), 93.</ref> Marr adottò il termine per sostituire l'equivalente più volgare ''Judenhass'', ovvero "odio verso gli ebrei". Va inoltre sottolineato che l'uso dei termini ''antisemitismo'' o ''antisemita'' si riferisce a uno spettro di fenomeni, atteggiamenti e modi di pensare. Piuttosto che porre una condizione di tipo "o/o" – o odiatore di ebrei o non odiatore di ebrei – è come chiedersi se una stanza sia luminosa o buia: ci sono gradi. Uso la forma senza trattino del termine per chiarire che l'antisemitismo riguarda l'odio verso gli ebrei, e non l'odio verso i semiti in generale. L'odio verso gli Accadi, i Fenici o i Nabatei non è così diffuso. L’odio per gli ebrei, tuttavia, non è solo diffuso: è pressante, perché, come ha correttamente compreso [[Emmanuel Levinas]], è "nella sua essenza odio per un uomo che è altro da sé, vale a dire odio per l’altro uomo".<ref>Emmanuel Levinas, ''Difficult Freedom: Essays on Judaism'', trad. Sean Hand (Baltimore, MD: The Johns Hopkins University Press, 1990), 281.</ref> Certo, Levinas sostiene che l’antisemitismo è presente in ogni forma di razzismo.<ref>''Ibid.'', 261.</ref> Ciò che esattamente il fenomeno rivela sulla nostra umanità, quindi, è tra gli aspetti che verranno esaminati in questo Capitolo. Per comprendere il perché dell'antisemitismo, dobbiamo prima affrontare una domanda preliminare: ''cos’è'' l'antisemitismo? Potremmo iniziare considerando cosa ''non'' è. L'antisemitismo non può essere ridotto a un sottoinsieme delle categorie generali di razzismo, xenofobia o bigottismo. Non deriva semplicemente dalla paura, dall'invidia o dal risentimento, sebbene tali emozioni possano essere presenti. In parole povere, l'antisemitismo non è una forma di razzismo; piuttosto, il razzismo è una forma di antisemitismo. L'economista nazista Peter Heinz Seraphim (1902-1979), ad esempio, ha insistito sul fatto che l'antisemitismo nazionalsocialista non riguarda il razzismo o le differenze etniche. È, piuttosto, un principio fondamentale, un principio primo, del nazionalsocialismo.<ref>Cfr. Max Weinreich, ''Hitler’s Professors: The Part of Scholarship in Germany’s Crimes Against the Jewish People'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1999), 78.</ref> I nazisti non erano antisemiti perché erano razzisti; piuttosto, erano razzisti perché erano antisemiti. La loro prospettiva antisemita doveva essere determinata per giungere a un modo di pensare razzista: l'antisemitismo, non il razzismo, costituiva il nucleo della loro metafisica, la loro ''Weltanschauung''. Spiega [[w:Emil Fackenheim|Emil Fackenheim]]: "A ''Weltanschauung'' requires: cosmic scope, internal coherence or ''Geschlossenheit'', and a sincere commitment on the part of its devotees".<ref>Emil L. Fackenheim, "Holocaust and ''Weltanschauung'': Philosophical Reflections on Why They Did It", ''Holocaust and Genocide Studies'' 3 (1988): 204.</ref> Pertanto erano ciò che [[w:Simon Wiesenthal|Simon Wiesenthal]] (1908-2005) descrisse come "assassini per convinzione".<ref>Simon Wiesenthal, ''The Sunflower: On the Possibilities and Limits of Forgiveness'', trad. H. A. Piehler, ed. Harry James Cargas (New York: Schocken Books, 1997), 96.</ref> Il filosofo nazista Max Wundt (1879-1963) aveva perfettamente ragione, quindi, quando affermava che la visione ebraica di Dio, del mondo e dell'umanità "si contrappone alla visione del mondo popolare come sua totale antitesi".<ref>Max Wundt, ''Deutsche Weltanschauung'' (Munich: J. F. Lehmans, 1928), 75; cfr. anche Hans Sluga, ''Heidegger’s Crisis: Philosophy and Politics in Nazi Germany'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1993), 113.</ref> Vale a dire: l'ebreo non è l'"altro" – l'ebreo e l'ebraismo comprendono il ''male'' che deve essere rimosso dal mondo, per il bene del Volk, anzi, per il bene di tutta l'umanità. "Se l’ebreo è vittorioso sugli altri popoli del mondo", scrive Adolf Hitler, "la sua corona sarà la corona funebre dell’umanità".<ref>[[w:Adolf Hitler|Adolf Hitler]], ''[[w:Mein Kampf|Mein Kampf]]'', trad. Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 65.</ref> Per l’antisemita, la premessa non è che tutti gli ebrei siano malvagi, ma che ogni male è ebraico. L’antisemitismo è, in effetti, "l’odio più lungo della storia", come lo ha definito [[:en:w:Robert S. Wistrich|Robert Wistrich]] (1945-2015).<ref>Cfr. Robert S. Wistrich, ''Antisemitism: The Longest Hatred'' (New York: Schocken Books, 1994).</ref> Gli antisemiti vanno dall’antico filosofo greco [[w:Democrito|Democrito]] (ca. 460-370 AEV)<ref>Cfr. [[:en:w:Joshua Trachtenberg|Joshua Trachtenberg]], ''The Devil and the Jews: The Medieval Conception of the Jew and Its Relation to Modern Antisemitism'' (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1983), 126.</ref> al Padre della Chiesa San [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] (347-407),<ref>Cfr. [[:en:w:Edward Flannery|Edward H. Flannery]], ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Antisemitism'' (New York: Macmillan, 1965), 48.</ref> dal riformatore [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546)<ref>cfr. [[w:Raul Hilberg|Raul Hilberg]], ''The Destruction of the European Jews'' (Chicago: Quadrangle Books, 1961), 9.</ref> al filosofo illuminista [[w:Voltaire|Voltaire]] (1694-1778),<ref>Cfr. Voltaire, ''Philosophical Dictionary'', trad. Theodore Besterman (New York: Penguin, 1984), 144, 306–307.</ref> dal nazista [[w:Adolf Eichmann|Adolf Eichmann]] (1906-1962)<ref>Cfr. Haim Gouri, ''Facing the Glass Booth: The Jerusalem Trial of Adolf Eichmann'', trad. Michael Swirsky (Detroit, MI: Wayne State University Press, 2004).</ref> a [[w:Louis Farrakhan|Louis Farrakhan]] (n. 1933) della [[w:Nation of Islam|Nation of Islam]],<ref>Louis Farrakhan, "Minister Louis Farrakhan’s July Fourth Address", ''YouTube, July 4, 2020''.</ref> dal jihadista [[w:Sayyid Qutb|Sayyid Qutb]] (1906-1966)<ref>Cfr. Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987).</ref> al leader del Partito Laburista britannico [[w:Jeremy Corbyn|Jeremy Corbyn]] (n. 1949).<ref>"Antisemitism in Political Parties", ''Campaign Against Antisemitism'', 3 dicembre 2019.</ref> Si possono trovare in molti tempi e luoghi diversi, religioni e culture, ideologie e classi sociali. L'unica cosa che lo storico romano [[w:Publio Cornelio Tacito|Tacito]] (56-120)<ref>Cfr. per esempio, Tacitus, ''The Histories'', in ''The Annals and the Histories'', trad. {{en}} Alfred Church & William Brodribb, ed. Moses Hadas (New York: Modern Library, 2003), 564–565.</ref> ha in comune con la fondatrice di [[w:Black Lives Matter|Black Lives Matter]], [[w:Patrisse Cullors|Patrisse Cullors]] (n. 1983)<ref>Cfr. Joshua Washington, "Black Lives Matter’s Jewish Problem – In Their Own Words", ''The Times of Israel'', 7 agosto 2020.</ref> è l'odio per gli ebrei. In ogni caso, l'antisemitismo implica una collisione fondamentale tra visioni del mondo, che includono sempre una prospettiva assiomatica su ciò che costituisce il valore dell'altro essere umano. Dove sta dunque il ''Perché'' dell'antisemitismo? Una scena del film del 2013 di [[w:Brian Percival|Brian Percival]], ''[[w:Storia di una ladra di libri|The Book Thief]]'', basato sul [[w:La bambina che salvava i libri|romanzo]] di [[w:Markus Zusak|Markus Zusak]],<ref>Cfr. Markus Zusak, ''The Book Thief'' (New York: Alfred A. Knopf, 2007).</ref> può iniziare a fornire un indizio. Una bambina di nome Liesel, accolta da una famiglia tedesca nella Germania nazista dopo che la madre è stata arrestata per essere comunista, esce un giorno con il padre adottivo. Assistono all'arresto di un negoziante da parte della Gestapo perché sospettato di essere ebreo. Suo padre cerca di intervenire solo per essere spinto a terra da un agente della Gestapo. Liesel, ovviamente, è traumatizzata. Torna a casa e scende in cantina, dove la sua famiglia nasconde un giovane ebreo di nome Max; chiede a Max: "Why did they treat him [her father] like that?". E lui risponde: "Because he reminded them of their humanity". E l'ebreo ricordava a suo padre la propria umanità. Ma cosa ci viene ricordato quando ci viene ricordata la nostra umanità? E perché dovremmo odiare qualcuno per avercelo ricordato? Nell'ebraismo, come abbiamo visto, essere ricordati della nostra umanità significa venirci ricordata la nostra responsabilità verso e per l'altro essere umano, sia prossimo che straniero. Poiché l'altro essere umano è infinitamente prezioso, la nostra responsabilità è infinitamente profonda. In effetti, più reagiamo, più diventiamo responsabili: il debito aumenta nella misura in cui viene pagato, così che siamo per sempre in arretrato. Da qui lo stereotipo antisemita degli ebrei come custodi dei registri del mondo. Ricordandoci la nostra umanità, gli ebrei non ci lasciano dormire. E noi teniamo caro il nostro sonno: come la storia ha dimostrato, uccidiamo coloro che ci scuotono dal nostro sonno e ci risvegliano alla nostra predeterminata e infinita responsabilità verso e per l'altro essere umano, che inizia ma non finisce mai con gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo, quindi, va ricercato in una fondamentale opposizione a un insegnamento fondamentale dell'ebraismo riguardante la sacralità dell'altro essere umano, in particolare dello straniero. È un'opposizione all'amore per lo straniero comandato trentasei volte nella Torah. È un'opposizione a Dio: l'odio degli ebrei è odio verso Dio, un odio per il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. È un odio, quindi, antico quanto i testimoni del Dio di Abramo, antico e perenne quanto la [[Torah]] stessa. Riemerge ogni volta che soccombiamo alla tentazione primordiale del serpente: "Sarete come Dio" ({{passo biblico2|Genesi|3:5}}). È una tentazione che si annida nell'anima di ogni essere umano, come si annidava nel primo essere umano. L'odio per gli ebrei è un odio per la domanda rivolta ad Adamo: Dove sei? È un odio per le domande rivolte a Caino: Dov'è tuo fratello? E cosa hai fatto? È, soprattutto, un odio per Colui che chiede e per Colui del quale siamo interrogati. Ripeto: l'odio per gli ebrei è odio per Dio, e l'odio per Dio è odio per l'altro essere umano. Il suprematista bianco vorrebbe eclissare Dio. Lo stalinista vorrebbe usurpare Dio. Il jihadista vorrebbe appropriarsi di Dio. Tutti loro ucciderebbero Dio e, con Dio, il divieto divino di uccidere, a cominciare dai più antichi testimoni di Dio di tale divieto: gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo ha poco a che fare con razzismo, xenofobia, invidia economica, elitismo ebraico, ricerca di capri espiatori, disturbi psicologici, strutture sociali, divisioni manichee del mondo in Noi e Loro, e simili; tali contingenze ontologiche forniscono semplicemente le varie occasioni per l'affiorare di un odio antiebraico già latente. Né l'antisemitismo nasce da certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche; piuttosto, certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche nascono dall'antisemitismo. Wistrich sottolinea la differenza tra l'antisemitismo e altre forme di odio affermando: "The sacral, quasi-metaphysical quality of antisemitism is singularly absent in other cases".<ref>Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 80.</ref> È più di un "quasi". L'antisemitismo ha origini metafisiche che trascendono le sue manifestazioni ontologiche. Poiché nasce dalle profondità della soggettività umana, al di là di ogni categoria e contingenza ontologica, sondare le profondità dell'antisemitismo implica sondare le profondità dell'anima umana – della propria anima. Ecco perché figure così diverse come Democrito e San Giovanni Crisostomo, Martin Lutero e Sayyid Qutb, Tacito e Louis Farrakhan hanno in comune l'odio per gli ebrei: sono tutti figli di Adamo con un'anima umana. La mia tesi, certo, si fonda su una certa comprensione – una comprensione ebraica – dell'anima come emanazione del Santo che trascende le coordinate della realtà ontologica, spazio-temporale. Il mio metodo, quindi, è quello di rivolgermi all'oggetto dell'odio antisemita – gli ebrei, l'ebraismo e l'insegnamento ebraico – per giungere a una comprensione più profonda del perché di questo fenomeno primordiale. === L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo === Levinas afferma che "l'antisemitismo è l'archetipo di ogni internamento".<ref>Levinas, ''Difficult Freedom'', 153.</ref> Cosa può significare questo, e cosa ci dice su ciò che l'antisemita è ''anti-''? Laddove la [[Torah]] narra che Dio soffiò una ''nishmat chayim'' – un'"anima vivente" o "l'anima della vita" – in Adamo, il ''[[w:Targum|Targum]]'' di [[w:Onkelos|Onkelos]] (ca. 35-120), la traduzione aramaica della Torah, rende ''nishmat chayim'' come ''ruach memalela'', che significa "uno spirito parlante" o "lo spirito permeato dalla parola". Secondo l'insegnamento ebraico, Dio soffiò la Parola della Torah nell'essere umano, perché proprio la Torah è l'anima della vita; è, come insegnato nel [[w:Libro dei Proverbi|Libro dei Proverbi]], l'[[w:Albero della vita (cabala)|Albero della Vita]] ({{passo biblico|Proverbi|3:18}}). Abbiamo quindi l'insegnamento che ogni anima è legata a una lettera della Torah (''Nefesh HaChayim, Gate'' IV, 11:1). Poiché l'anima è fatta di Torah, ogni giorno preghiamo Dio affinché ci conceda la nostra parte nella Torah, come è scritto nel ''[[w:Pirkei Avot|Pirke Avot]]'' (5:20). L'antisemita seppellirebbe in una tomba di odio ebraico le parole della Torah che compongono l'anima. Questo è ciò che l'antisemita è contro: si propone di uccidere l'anima cancellando le parole della Torah pronunciate dallo spirito parlante che le dà vita. Questo odio per le parole della Torah, centrale nel ''Perché'' dell'antisemitismo, non si limita agli ebrei; è, come già osservato, "odio per l'altro uomo". Ma che dire degli ebrei che disprezzano le parole della Torah, ebrei come [[w:Karl Marx|Karl Marx]] (1818-1883), [[w:Lev Trockij|Lev Trockij]] (1879-1940) e [[w:Noam Chomsky|Noam Chomsky]] (n. 1928)? Sono anche loro oggetto dell'antisemitismo dell'antisemita? In generale, la risposta è: sì. Perché? Perché, come ha insistito il nazista (poi condannato all'impiccagione nel 1946) [[w:Alfred Rosenberg|Alfred Rosenberg]], il veleno dell'ebraismo – la Torah che costituisce l'anima ebraica – appartiene all'essenza dell'ebreo.<ref>Alfred Rosenberg, ''Race and Race History and Other Essays'', ed. Robert Pois (New York: Harper & Row, 1974), 131–32.</ref> Pertanto, gli ebrei non possono né convertirsi a un'altra religione né essere assimilati al corpo politico, indipendentemente dalle parole che pronunciano o dalle azioni che compiono. Se dicono di rifiutare gli insegnamenti della tradizione ebraica, è perché mentono, e la menzogna fa parte della loro essenza, come sosteneva Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 307.</ref> perché il loro intero scopo è quello di "ingannare astutamente gli stupidi ''Goyim''".<ref>''Ibid.'', 325.</ref> Non importa quanto o con quanta veemenza un ebreo possa sforzarsi di essere un "buon ebreo" denunciando la stessa Torah di cui è fatta la sua anima, non ci si può comunque mai fidare di lui. Progettato per sterminare gli ebrei, Auschwitz fu realizzato per cancellare l'insegnamento ebraico riguardante il valore dell'altro essere umano. I punti sollevati nel [[Connessioni/Capitolo 2|Capitolo 2]] trovano qui applicazione: il termine ebraico per "essere umano", ''ben adam'', significa letteralmente "figlio di Adamo", cosicché attraverso Adamo ogni anima è fisicamente legata all'altra, e attraverso il Creatore ciascuna è metafisicamente legata a tutte. [[w:Chaim ibn Attar|Chayim ben Attar]] nell’''Or HaChayim'' afferma che l'anima è fatta "della ‘luce’ di Dio che emana dal trono di gloria di Dio", e che ogni emanazione è connessa all'altra (''Or HaChayim'' su {{passo biblico2|Genesi|46:4}}). Il fisico ha bisogno del metafisico per avere significato, e il metafisico ha bisogno del fisico per manifestarsi. Deciso a distruggere l'anima, l'antisemita è determinato a oscurare la luce della [[Torah]] che emana da Dio. E poiché quella luce risplende dal profondo delle relazioni umane, dove l'anima (''neshamah'') trae il suo respiro (''neshimah''), l'antisemita è determinato ad annientare la relazione tra uomo e uomo, tra uomo e Dio. In ''[[w:La notte (romanzo)|La notte]]'' di Wiesel, quando Eliezer cerca di aiutare il padre, il capo di un gruppo gli dice, in uno dei versi più agghiaccianti di tutta la letteratura dell'Olocausto: "Qui non ci sono padri, né fratelli, né amici. Ognuno vive e muore solo per se stesso".<ref>Elie Wiesel, ''Night'', trad. {{en}} Stella Rodway (New York: Hill & Wang, 1961), 105.</ref> Riferendosi alle parole del Santo, il profeta Zaccaria ci dice che Dio regna "non con la potenza, né con la forza, ma con il mio spirito" ({{passo biblico2|Zaccaria|4:6}}), dove "spirito" è ''ruach'', che richiama alla mente il ''ruach memalela'' del ''Targum'', lo "spirito parlante" dell'anima che pronuncia le parole della Torah, dall'anima di Adamo in poi. Quindi il ''Midrash'' identifica lo "spirito di Dio" che aleggiava sulla faccia dell'abisso in principio ({{passo biblico2|Genesi|1:2}}) come l'anima di Adamo (''Tanchuma Tazria'' 1). L'antisemita cerca di essere un dio che regna sul proprio mondo proprio attraverso il potere e la forza, in un mondo in cui il potere è l'unica realtà e la debolezza l'unico peccato. Anche questo rientra nel ''Perché'' dell'antisemitismo. Perché non c'è nulla di più minaccioso per un mondo del genere della luce della verità e della Torah che risplende dal cuore della relazione tra umano-e-umano e tra umano-e-divino. In un mondo del genere, l'essere umano non è il Chi di un'anima vivente, ma il Cosa di un accidente ontologico, come gli accidenti di razza ed etnia, classe e genere. Secondo la tradizione ebraica, secondo cui l'antisemita è ''anti-'', la totalità di ciò che siamo risiede nell'unità della nostra relazione concreta, in carne e ossa, con gli altri esseri umani e della nostra relazione trascendente e spirituale con il Creatore. In quanto origine dell'anima, il Creatore è una ''[[w:persona (filosofia)|persona]]'' e non un concetto, qualcuno a cui possiamo dire "Tu". Allo stesso modo, l'altro essere umano è qualcuno a cui possiamo dire "Tu", così che ciò che siamo risiede sia in una relazione verticale che orizzontale. Ecco perché troviamo la frase "Io sono il Signore" associata al comandamento "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (''Veahavta lereakha k’mokha'', {{passo biblico2|Levitico|19:18}}), o meglio, come osservato nel [[Connessioni/Capitolo 1|Capitolo 1]]: "Agirai con amore verso il tuo prossimo, perché quella relazione d'amore è ciò che sei": la vita dell'anima risiede nel trattamento amorevole del prossimo e dello straniero, con mani pronte a donare. La radice del verbo "amare", ''veahavta'', è ''hav'', che significa "dare", a prescindere da ciò che proviamo nei suoi confronti. In effetti, più negativi sono i nostri sentimenti, più urgente è il comandamento. Quale che sia il significato di una vita, risiede nell'amore divinamente comandato per l'altro essere umano, che si manifesta nell'atto concreto del dare; tale amore è la luce che ci è comandato di emanare nel mondo. Dice il saggio [[w:Joseph Albo|Joseph Albo]] (ca. 1380-1444), che con la chiamata divina "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}), nascono l'anima umana e il suo significato (''[[:en:w:Sefer HaIkkarim|Sefer HaIkkarim]]'' 4:30). La metafora della luce è fondamentale. Un versetto del Libro dei Proverbi sottolinea questo punto: "Il comandamento è la candela e la Torah la luce" ({{passo biblico|Proverbi|6:23}}), e "L'anima dell'essere umano è la candela di HaShem" (20:27). [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (1745–1812), il primo [[w:Rebbe|Rebbe]] di [[w:Chabad Lubavitch|Lubavitch]], commenta: "L'anima è chiamata ''ner'' [candela], e il comandamento è chiamato ''ner''..., dove il comandamento è la candela, l'anima è lo stoppino e il comandamento è l'olio, producendo due aspetti della luce, come sta scritto ''Veahavta'' ("e amerai" ― {{passo biblico2|Deuteronomio|6:5}}), che è il doppio del valore numerico di ''or'' (‘luce’)".<ref>Citato in Adin Steinsaltz e Josy Eisenberg, ''The Seven Lights: On the Major Jewish Festivals'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 355.</ref> Come candela di Dio, il compito dell'anima è trasformare l'oscurità dell'isolamento dell'ego nella luce che risplende nel mezzo delle relazioni umane. L'anima, in altre parole, trae la sua vita e la sua luce dalla relazione d'amore divinamente comandata con l'altro essere umano. Secondo il Midrash, il comandamento è chiamato candela perché quando eseguiamo un comandamento o una ''mitzvah'', è come se avessimo acceso una luce davanti a Dio per "ravvivare la nostra anima" (''Shemot Rabbah'' 36:3) entrando più profondamente nella relazione. Se conoscere Dio è la chiave per sapere chi siamo, questo ''chi'' risiede nella missione comandata all'essere umano. E la nostra missione, afferma il defunto e rimpianto rabbino di Lubavitch [[w:Menachem Mendel Schneerson|Menachem Mendel Schneerson]] (1902-1994), ci è data nel primo annuncio della creazione: "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}).<ref>Cfr. Menachem M. Schneerson, ''Torah Studies, adapted by Jonathan Sacks'', 2a ed. (London: Lubavitch Foundation, 1986), 3–4.</ref> È la luce che l'antisemita vorrebbe oscurare. Proprio come l'oscurità della Nona Piaga che colpì gli Egiziani fu tale che nessun uomo poteva vedere il volto del suo prossimo ({{passo biblico2|Esodo|10:23}}), la luce dell'anima che illumina le relazioni umane rivela il volto del prossimo. Quella [[w:Piaghe d%27Egitto#Tenebre|Piaga delle Tenebre]] è la Piaga dell'Antisemitismo. Se il Perché dell'antisemitismo risiede nell'obliterazione di quella luce, il Cosa dell'antisemitismo risiede nella Nona Piaga: l'antisemitismo è l'onnipresente piaga delle tenebre che ci acceca al volto dell'altro essere umano. L'oscurità della Nona Piaga è precisamente l'oscurità dell'ego che vorrebbe eclissare la luce del comandamento divino trasformandosi nel proprio dio e nel proprio fondamento di significato e valore, che è l'obiettivo dell'antisemita. Cieco al volto del prossimo, l'ego è l'ego autonomo, autolegislatore, l'ego che langue nel suo narcisismo, ignaro della relazione che è la fonte stessa della sua vita. Poiché non c'è illusione più grande dell'illusione dell'autonomia autolegislatrice. Per questo [[Abraham Joshua Heschel]] dichiara che il sé è un "autoinganno".<ref>[[Abraham Joshua Heschel]], ''Man Is Not Alone'' (New York: Farrar, Straus and Giroux, 1951), 47.</ref> Il grande saggio del Talmud [[w:Rabbi Akiva|Rabbi Akiva]] sostiene che l'umanità e la dignità dell'essere umano si rivelano nel volto: il volto è una rivelazione dell'anima e della sua connessione con ogni altra anima.<ref>Cfr. Louis Finkelstein, ''Akiba: Scholar, Saint and Martyr'' (New York: Atheneum, 1981), 103.</ref> La parola ebraica per "volto", ''panim'', è plurale perché, secondo il saggio Rabbi [[w:Isaiah Horowitz|Isaiah Horowitz]] (1565-1630), il Santo ''Shelah'', ognuno di noi ha due volti: il volto di Adamo e il nostro volto individuale (''Beesrah Maamrot'' 7:18). Proprio come ognuno di noi porta una traccia del volto di Adamo, così ognuno di noi ospita una traccia dell’anima di Adamo. Ciò che distingue sia il volto che l'anima è la parola dello "spirito parlante". Proprio come la luce dell'anima è una manifestazione della parola divina, così la parola umana è un'emanazione della luce dell'anima. L'anima, afferma [[:en:w:Saadia Gaon|Saadia Gaon]] (882–942), "raggiunge la luminosità grazie alla luce che riceve da Dio... È così che è stata dotata del potere della parola" (''Sefer Emunot Vedeot'' 6:3). La luce di Dio che illumina l'anima è proprio la parola che Dio le soffia dentro. L'antisemita inizia appropriandosi della parola, controllandola, censurandola e annullandola, come dimostra la "cultura dell'annullamento" antisemita che sta dilagando nel mondo occidentale. Pertanto, la libertà di parola è il più fondamentale dei diritti umani che derivano dal Creatore e il più ostile all'antisemita. Non è un caso, ad esempio, che gli [[:en:w:Students for Justice in Palestine|Students for Justice in Palestine]], un gruppo che incarna il ''Perché'' e l’essenza dell’antisemitismo, si oppongano ferocemente alla libertà di parola dei sostenitori di Israele nei campus universitari di oggi.<ref>Cfr. Charles Asher Small, David Patterson, e Glen Feder, "Special ISGAP Report: The Threat to Academic Freedom from National Students for Justice in Palestine", ''Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy, May 7, 2020''.</ref> Definita dalla facoltà della parola, l'anima è più un evento che un oggetto: è un ''atto linguistico'' del Santo, e la sua vita risiede nelle vibrazioni del respiro nella pronuncia di una parola, della parola "''Hineni''! Eccomi per te!". Come abbiamo visto, questa facoltà della parola è l'immagine e la somiglianza in cui l'essere umano è creato. Il che significa: la parola non è riducibile a giochi di parole e sistemi di segni che si riferiscono solo l'uno all'altro. Piuttosto, la parola o il linguaggio sono un ingresso della Shekhinah, la Presenza Divina, in questo reame, un ingresso a cui l'antisemita si oppone disperatamente. Ecco perché la propaganda è così centrale nel discorso antisemita, il cui scopo non è informare né persuadere, ma incitare – incitare ciò che Hitler chiamava "odio irato", ''"zornigen Hasses"'', verso l'ebreo.<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'' (Munich: Zentralverlag der NSADP, 1927), 714.</ref> Se deve raggiungere il suo fine ultimo di sterminio, l'odio verso gli ebrei deve essere ''irato''. La nostra adesione ai comandamenti implica l'unione delle nostre azioni con l'atto linguistico divino, che è la Torah. È proprio questo atto che l'antisemita è ''anti-''. Afferma il celebre mistico [[Abraham Abulafia]] (1240-1291): "L'intenzione di Dio nel dare la Torah è che raggiungiamo questo scopo, che le nostre anime siano vive nella Sua Torah. Perché questa è la ragione della nostra esistenza e l'intenzione per cui siamo stati creati".<ref>Citato in Moshe Idel, ''Language, Torah, and Hermeneutics in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1989), 37. Si veda anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]''.</ref> Essere vivi nella Sua Torah significa essere un'anima in fiamme, che arde di devozione verso e per il nostro prossimo, per il prossimo e per lo straniero. Il perché dell'antisemitismo sta nello spegnere questo fuoco: l'antisemita sfrutta e prospera nell'insensatezza e promette significato attraverso il potere, che è l'insensatezza definitiva. L'antisemitismo che si manifesta come un attacco all'anima comporta sempre un attacco al corpo in carne e ossa dell'altro essere umano, che è l'espressione più palese di potere: il potere è il potere di distruggere l'altro essere umano nella sua realtà in carne e ossa. L'ebraismo non aderisce al dualismo corpo-anima presente nella filosofia greca (un tema ricorrente, ad esempio, nel ''Fedone'' di Platone).<ref>Si veda per es. {{en}}Plato, ''Phaedo'', trad. David Gallop (Oxford, UK: Oxford University Press, 2009).</ref> Da un punto di vista ebraico, il corpo non ha un'anima; piuttosto, l'anima ha un corpo,<ref>Il mistico del XIII secolo Shem Tov ibn Falaquera sostiene che l'anima assume la sua forma concreta a livello di ''nefesh''; quella "forma" è la forma fisica del corpo, e i suoi "appetiti" sono parte della vita dell'anima tanto quanto le ruminazioni della mente (cfr. ''Sefer HaNefesh'', 3). Analogamente, il grande saggio del XVII secolo, Manasheh ben Yisrael, spiega che, contrariamente alla visione greca e cristiana, l'anima permea ogni parte del corpo, cosicché il corpo stesso, proprio nel suo essere fisico, è sacro (''Nishmat Chayim'' 2:11). Pertanto, "l'anima e il corpo costituiscono un unico agente", come ha affermato Saadia Gaon (''Sefer Emunot Vedeot'' 6:5).</ref> che è tra le cose che distinguono un'anima dall'altra. Tale distinzione è essenziale per la relazione umana, per lo spazio intermedio da cui l'anima trae il suo respiro. Trasformare questa differenza in non-indifferenza è essenziale per la relazione fondamentale necessaria al significato della creazione. L'opposto radicale di questa non-indifferenza costitutiva dell'anima è il collasso della differenza in ciò che Levinas chiama "lo Stesso". "La conoscenza del mondo", scrive, "la tematizzazione... cerca di ridurre il disturbo dello Stesso da parte dell'Altro",<ref>Emmanuel Levinas, ''Collected Philosophical Papers'', trad. Alphonso Lingis (Dordrecht: Martinus Nijhoff, 1987), 185.</ref> e lo fa attraverso l'appropriazione dell'Altro, che prima è l'ebreo e poi altri. Il ''Perché'' dell'antisemitismo risiede nella paura di quel disturbo, che è la paura della vulnerabilità richiesta dalla non-indifferenza. L'appropriazione più radicale dell'Altro, naturalmente, è la tortura. "La tortura", comprese il sopravvissuto all'Olocausto [[w:Jean Améry|Jean Améry]] (1912-1978), "non era una qualità accidentale di questo Terzo Reich, ma la sua essenza",<ref>Jean Améry, ''At the Mind’s Limits: Contemplations by a Survivor on Auschwitz and Its Realities'', trad. Sidney Rosenfeld & Stella P. Rosenfeld (New York: Schocken Books, 1986), 24.</ref> e l'essenza del Terzo Reich è radicata nell'antisemitismo: il ''Perché'' del Reich è il ''Perché'' dell'antisemitismo, cosicché qualsiasi comprensione dell'uno richiede la comprensione dell'altro. Approfondiremo questo argomento nel [[Connessioni/Capitolo 10|Capitolo 10]]. L'essenza della non-indifferenza che è la vita dell'anima risiede nel dire il Tu nel grido di "''Hineni''! Eccomi!". "Il soggetto che dice ‘Eccomi’", afferma Levinas, "''testimonia'' l'Infinito",<ref>Emmanuel Levinas, ''Ethics and Infinity'', trad. Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1985), 106.</ref> cioè di una responsabilità infinita verso e per l'Uno Infinito incarnato nell'altro essere umano. Perché ''Hineni'' significa proprio "Eccomi per ''te''". L'antisemita, intenzionato a distruggere l'anima e a usurpare Dio, deve opporsi a questo dire del Tu. Secondo il maestro chassidico [[:en:w:Levi Yitzchok of Berditchev|Levi Yitzchak di Berditchev]], "tutto l'odio degli ebrei deriva dalla nostra costante difesa del Tu",<ref>Citato in Victor Cohen, ed., ''The Soul of the Torah: Insights of the Chasidic Masters on the Weekly Torah Portions'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 98.</ref> che è una difesa del Tu Eterno così come del Tu di carne e sangue, entrambi annuncianti una responsabilità infinita che non può essere né adempiuta né abrogata. Perché "in ogni Tu", come ha detto [[w:Martin Buber|Martin Buber]], "ci rivolgiamo al Tu eterno".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 57.</ref> La traccia del divino nell'altro essere umano è il Tu nell'altro essere umano. Con la sua stessa presenza, il popolo ebraico rappresenta la presenza dell'Uno Infinito, del Tu Eterno, che disturba il nostro sonno da oltre il mondo, dall'interno, proclamando la nostra infinita responsabilità verso e per l'altro essere umano. Di conseguenza, la stessa presenza degli ebrei è inquietante per un mondo che anela a che le questioni – in particolare le questioni della Redenzione – siano risolte. Il ''Perché'' dell'antisemitismo risiede nella preoccupazione per la ''mia'' persona, il ''mio'' spazio, il ''mio'' status, il ''mio'' essere materiale e persino il ''mio'' essere spirituale. Languido nella sua illusione egocentrica, il sé vive nel caso dativo, tremando perennemente per le domande su cosa accadrà "a me" e cosa ci sia "per me". Inteso in questi termini, quindi, ''il sé è esattamente l'opposto dell'anima''. Dice Rabbi [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]]: "''bitul'' produces a ‘cavity’ in the self, an opening and ‘vessel’ for truth to enter".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Jewish Thought Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 72.</ref> E la verità entra quando l'anima entra in una relazione reattiva con un altro. Nelle parole di Levinas, l'anima è "l'altro in me",<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 69.</ref> il che riecheggia l'insegnamento della Torah che si riferisce al "tuo prossimo" come all'unico ''asher kanafshekha'', colui "che è come la tua anima" ({{passo biblico2|Deuteronomio|13:7}}). L'"altro in me" si manifesta in un certo turbamento che nasce nell'incontro con l'altro, umano o divino che sia. È il turbamento che accompagna l'emergere del Tu, che mi scuote dal sonno del mio egocentrico compiacimento, mentre scopro di non essere chi credevo di essere, che il mio sé autoproclamato è un'illusione, e che chiunque io sia risiede nella mia responsabilità verso e per un altro, ''nonostante'' il mio falso sé. Il falso sé è l'ego che minaccia per sempre di spegnere la luce dell'anima. È il "dio strano" che si annida dentro di noi. È l'antisemita che si annida dentro di noi. Se l'Infinito si manifesta nel turbamento del Suo testimone, come sostiene Levinas,<ref>Levinas, ''Ethics and Infinity'', 109.</ref> si tratta del turbamento di una pretesa infinita sul testimone. Proprio questa infinita assegnazione costituisce l'infinita predilezione dell'anima. Questa pretesa sull'anima è al centro del patto con l'anima, un patto che l'ego vorrebbe sradicare nel suo sforzo di nascondersi dalla propria responsabilità. Adamo si nascose ({{passo biblico2|Genesi|3:10}}) nel vano tentativo di eludere Colui che chiede: "Dove sei ''tu''?" ({{passo biblico2|Genesi|3:9}}), dov'è il ''Tu''? Questa fuga nel nascondimento è un movimento condiviso da ogni antisemita, e la tentazione di nascondersi è condivisa da ogni essere umano che porta una traccia dell'anima di Adamo. Il perché dell'antisemitismo risiede in questa fuga originaria dalla domanda originaria. Con Adamo, come con ognuno di noi, la fuga da Dio giunge sulla scia della tentazione di essere come Dio (cfr. {{passo biblico2|Genesi|3:4}}), che si annida in ogni ego: l'ego è il desiderio di usurpare Dio. Così nella ''[[:en:w:Pesikta de-Rav Kahana|Pesikta de-Rab Kahana]]'' del saggio Rav [[:en:w:Abba bar Kahana|Abba bar Kahana]] del III secolo è scritto: "Essi posero la domanda al Santo: Un uomo che ha eretto un idolo nel Tempio – può il pentimento di un uomo simile essere accettato? Il Santo rispose: Se non lo accolgo nel suo pentimento, sbarrerò la porta a chiunque si penta" (''Piska'' 24:11). Perché chi erige un idolo di pietra nel Tempio è uno che erige l'idolo dell'ego che eclissa Dio, e questo può essere chiunque. Naturalmente, non si può eclissare Dio senza ucciderlo. === Uccidere Dio: lo scopo dell'antisemitismo === === Il perché dell'antisemitismo e l'essenza del male === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|18 giugno 2025}} [[Categoria:Connessioni|Capitolo 5]] n30j2ndmm2wt6o8ugyfilj9xyz9cuyv 477934 477933 2025-06-18T22:01:46Z Monozigote 19063 /* Note */ avanz. 477934 wikitext text/x-wiki {{Connessioni}} {{Immagine grande|Brief Moment.jpg|740px|I nomi che formano il disegno di questa immagine provengono dal database centrale delle vittime della [[Shoah]] presso lo [[w:Yad Vashem|Yad Vashem]]. L'opera commemora una piccola parte di coloro che perirono ad [[w:Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nel 1941.}} == Il perché dell'antisemitismo == Nelle pagine che seguono uso il termine ''antisemitismo'' per riferirmi al fenomeno dell'odio verso gli ebrei nel corso dei secoli, sebbene il termine non sia entrato nell'uso comune fino alla fondazione della [[:en:w:Wilhelm Marr#League of antisemites|Lega degli Antisemiti (''Antisemiten-Liga'')]] da parte di [[w:Wilhelm Marr|Wilhelm Marr]] (1819-1904) nell'ottobre del 1879.<ref>Cfr. Moshe Zimmerman, ''Wilhelm Marr: The Patriarch of Anti-Semitism'' (Oxford, UK: Oxford University Press, 1986), 93.</ref> Marr adottò il termine per sostituire l'equivalente più volgare ''Judenhass'', ovvero "odio verso gli ebrei". Va inoltre sottolineato che l'uso dei termini ''antisemitismo'' o ''antisemita'' si riferisce a uno spettro di fenomeni, atteggiamenti e modi di pensare. Piuttosto che porre una condizione di tipo "o/o" – o odiatore di ebrei o non odiatore di ebrei – è come chiedersi se una stanza sia luminosa o buia: ci sono gradi. Uso la forma senza trattino del termine per chiarire che l'antisemitismo riguarda l'odio verso gli ebrei, e non l'odio verso i semiti in generale. L'odio verso gli Accadi, i Fenici o i Nabatei non è così diffuso. L’odio per gli ebrei, tuttavia, non è solo diffuso: è pressante, perché, come ha correttamente compreso [[Emmanuel Levinas]], è "nella sua essenza odio per un uomo che è altro da sé, vale a dire odio per l’altro uomo".<ref>Emmanuel Levinas, ''Difficult Freedom: Essays on Judaism'', trad. Sean Hand (Baltimore, MD: The Johns Hopkins University Press, 1990), 281.</ref> Certo, Levinas sostiene che l’antisemitismo è presente in ogni forma di razzismo.<ref>''Ibid.'', 261.</ref> Ciò che esattamente il fenomeno rivela sulla nostra umanità, quindi, è tra gli aspetti che verranno esaminati in questo Capitolo. Per comprendere il perché dell'antisemitismo, dobbiamo prima affrontare una domanda preliminare: ''cos’è'' l'antisemitismo? Potremmo iniziare considerando cosa ''non'' è. L'antisemitismo non può essere ridotto a un sottoinsieme delle categorie generali di razzismo, xenofobia o bigottismo. Non deriva semplicemente dalla paura, dall'invidia o dal risentimento, sebbene tali emozioni possano essere presenti. In parole povere, l'antisemitismo non è una forma di razzismo; piuttosto, il razzismo è una forma di antisemitismo. L'economista nazista Peter Heinz Seraphim (1902-1979), ad esempio, ha insistito sul fatto che l'antisemitismo nazionalsocialista non riguarda il razzismo o le differenze etniche. È, piuttosto, un principio fondamentale, un principio primo, del nazionalsocialismo.<ref>Cfr. Max Weinreich, ''Hitler’s Professors: The Part of Scholarship in Germany’s Crimes Against the Jewish People'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1999), 78.</ref> I nazisti non erano antisemiti perché erano razzisti; piuttosto, erano razzisti perché erano antisemiti. La loro prospettiva antisemita doveva essere determinata per giungere a un modo di pensare razzista: l'antisemitismo, non il razzismo, costituiva il nucleo della loro metafisica, la loro ''Weltanschauung''. Spiega [[w:Emil Fackenheim|Emil Fackenheim]]: "A ''Weltanschauung'' requires: cosmic scope, internal coherence or ''Geschlossenheit'', and a sincere commitment on the part of its devotees".<ref>Emil L. Fackenheim, "Holocaust and ''Weltanschauung'': Philosophical Reflections on Why They Did It", ''Holocaust and Genocide Studies'' 3 (1988): 204.</ref> Pertanto erano ciò che [[w:Simon Wiesenthal|Simon Wiesenthal]] (1908-2005) descrisse come "assassini per convinzione".<ref>Simon Wiesenthal, ''The Sunflower: On the Possibilities and Limits of Forgiveness'', trad. H. A. Piehler, ed. Harry James Cargas (New York: Schocken Books, 1997), 96.</ref> Il filosofo nazista Max Wundt (1879-1963) aveva perfettamente ragione, quindi, quando affermava che la visione ebraica di Dio, del mondo e dell'umanità "si contrappone alla visione del mondo popolare come sua totale antitesi".<ref>Max Wundt, ''Deutsche Weltanschauung'' (Munich: J. F. Lehmans, 1928), 75; cfr. anche Hans Sluga, ''Heidegger’s Crisis: Philosophy and Politics in Nazi Germany'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1993), 113.</ref> Vale a dire: l'ebreo non è l'"altro" – l'ebreo e l'ebraismo comprendono il ''male'' che deve essere rimosso dal mondo, per il bene del Volk, anzi, per il bene di tutta l'umanità. "Se l’ebreo è vittorioso sugli altri popoli del mondo", scrive Adolf Hitler, "la sua corona sarà la corona funebre dell’umanità".<ref>[[w:Adolf Hitler|Adolf Hitler]], ''[[w:Mein Kampf|Mein Kampf]]'', trad. Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 65.</ref> Per l’antisemita, la premessa non è che tutti gli ebrei siano malvagi, ma che ogni male è ebraico. L’antisemitismo è, in effetti, "l’odio più lungo della storia", come lo ha definito [[:en:w:Robert S. Wistrich|Robert Wistrich]] (1945-2015).<ref>Cfr. Robert S. Wistrich, ''Antisemitism: The Longest Hatred'' (New York: Schocken Books, 1994).</ref> Gli antisemiti vanno dall’antico filosofo greco [[w:Democrito|Democrito]] (ca. 460-370 AEV)<ref>Cfr. [[:en:w:Joshua Trachtenberg|Joshua Trachtenberg]], ''The Devil and the Jews: The Medieval Conception of the Jew and Its Relation to Modern Antisemitism'' (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1983), 126.</ref> al Padre della Chiesa San [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] (347-407),<ref>Cfr. [[:en:w:Edward Flannery|Edward H. Flannery]], ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Antisemitism'' (New York: Macmillan, 1965), 48.</ref> dal riformatore [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546)<ref>cfr. [[w:Raul Hilberg|Raul Hilberg]], ''The Destruction of the European Jews'' (Chicago: Quadrangle Books, 1961), 9.</ref> al filosofo illuminista [[w:Voltaire|Voltaire]] (1694-1778),<ref>Cfr. Voltaire, ''Philosophical Dictionary'', trad. Theodore Besterman (New York: Penguin, 1984), 144, 306–307.</ref> dal nazista [[w:Adolf Eichmann|Adolf Eichmann]] (1906-1962)<ref>Cfr. Haim Gouri, ''Facing the Glass Booth: The Jerusalem Trial of Adolf Eichmann'', trad. Michael Swirsky (Detroit, MI: Wayne State University Press, 2004).</ref> a [[w:Louis Farrakhan|Louis Farrakhan]] (n. 1933) della [[w:Nation of Islam|Nation of Islam]],<ref>Louis Farrakhan, "Minister Louis Farrakhan’s July Fourth Address", ''YouTube, July 4, 2020''.</ref> dal jihadista [[w:Sayyid Qutb|Sayyid Qutb]] (1906-1966)<ref>Cfr. Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987).</ref> al leader del Partito Laburista britannico [[w:Jeremy Corbyn|Jeremy Corbyn]] (n. 1949).<ref>"Antisemitism in Political Parties", ''Campaign Against Antisemitism'', 3 dicembre 2019.</ref> Si possono trovare in molti tempi e luoghi diversi, religioni e culture, ideologie e classi sociali. L'unica cosa che lo storico romano [[w:Publio Cornelio Tacito|Tacito]] (56-120)<ref>Cfr. per esempio, Tacitus, ''The Histories'', in ''The Annals and the Histories'', trad. {{en}} Alfred Church & William Brodribb, ed. Moses Hadas (New York: Modern Library, 2003), 564–565.</ref> ha in comune con la fondatrice di [[w:Black Lives Matter|Black Lives Matter]], [[w:Patrisse Cullors|Patrisse Cullors]] (n. 1983)<ref>Cfr. Joshua Washington, "Black Lives Matter’s Jewish Problem – In Their Own Words", ''The Times of Israel'', 7 agosto 2020.</ref> è l'odio per gli ebrei. In ogni caso, l'antisemitismo implica una collisione fondamentale tra visioni del mondo, che includono sempre una prospettiva assiomatica su ciò che costituisce il valore dell'altro essere umano. Dove sta dunque il ''Perché'' dell'antisemitismo? Una scena del film del 2013 di [[w:Brian Percival|Brian Percival]], ''[[w:Storia di una ladra di libri|The Book Thief]]'', basato sul [[w:La bambina che salvava i libri|romanzo]] di [[w:Markus Zusak|Markus Zusak]],<ref>Cfr. Markus Zusak, ''The Book Thief'' (New York: Alfred A. Knopf, 2007).</ref> può iniziare a fornire un indizio. Una bambina di nome Liesel, accolta da una famiglia tedesca nella Germania nazista dopo che la madre è stata arrestata per essere comunista, esce un giorno con il padre adottivo. Assistono all'arresto di un negoziante da parte della Gestapo perché sospettato di essere ebreo. Suo padre cerca di intervenire solo per essere spinto a terra da un agente della Gestapo. Liesel, ovviamente, è traumatizzata. Torna a casa e scende in cantina, dove la sua famiglia nasconde un giovane ebreo di nome Max; chiede a Max: "Why did they treat him [her father] like that?". E lui risponde: "Because he reminded them of their humanity". E l'ebreo ricordava a suo padre la propria umanità. Ma cosa ci viene ricordato quando ci viene ricordata la nostra umanità? E perché dovremmo odiare qualcuno per avercelo ricordato? Nell'ebraismo, come abbiamo visto, essere ricordati della nostra umanità significa venirci ricordata la nostra responsabilità verso e per l'altro essere umano, sia prossimo che straniero. Poiché l'altro essere umano è infinitamente prezioso, la nostra responsabilità è infinitamente profonda. In effetti, più reagiamo, più diventiamo responsabili: il debito aumenta nella misura in cui viene pagato, così che siamo per sempre in arretrato. Da qui lo stereotipo antisemita degli ebrei come custodi dei registri del mondo. Ricordandoci la nostra umanità, gli ebrei non ci lasciano dormire. E noi teniamo caro il nostro sonno: come la storia ha dimostrato, uccidiamo coloro che ci scuotono dal nostro sonno e ci risvegliano alla nostra predeterminata e infinita responsabilità verso e per l'altro essere umano, che inizia ma non finisce mai con gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo, quindi, va ricercato in una fondamentale opposizione a un insegnamento fondamentale dell'ebraismo riguardante la sacralità dell'altro essere umano, in particolare dello straniero. È un'opposizione all'amore per lo straniero comandato trentasei volte nella Torah. È un'opposizione a Dio: l'odio degli ebrei è odio verso Dio, un odio per il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. È un odio, quindi, antico quanto i testimoni del Dio di Abramo, antico e perenne quanto la [[Torah]] stessa. Riemerge ogni volta che soccombiamo alla tentazione primordiale del serpente: "Sarete come Dio" ({{passo biblico2|Genesi|3:5}}). È una tentazione che si annida nell'anima di ogni essere umano, come si annidava nel primo essere umano. L'odio per gli ebrei è un odio per la domanda rivolta ad Adamo: Dove sei? È un odio per le domande rivolte a Caino: Dov'è tuo fratello? E cosa hai fatto? È, soprattutto, un odio per Colui che chiede e per Colui del quale siamo interrogati. Ripeto: l'odio per gli ebrei è odio per Dio, e l'odio per Dio è odio per l'altro essere umano. Il suprematista bianco vorrebbe eclissare Dio. Lo stalinista vorrebbe usurpare Dio. Il jihadista vorrebbe appropriarsi di Dio. Tutti loro ucciderebbero Dio e, con Dio, il divieto divino di uccidere, a cominciare dai più antichi testimoni di Dio di tale divieto: gli ebrei. Il ''Perché'' dell'antisemitismo ha poco a che fare con razzismo, xenofobia, invidia economica, elitismo ebraico, ricerca di capri espiatori, disturbi psicologici, strutture sociali, divisioni manichee del mondo in Noi e Loro, e simili; tali contingenze ontologiche forniscono semplicemente le varie occasioni per l'affiorare di un odio antiebraico già latente. Né l'antisemitismo nasce da certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche; piuttosto, certe posizioni teologiche, filosofiche o ideologiche nascono dall'antisemitismo. Wistrich sottolinea la differenza tra l'antisemitismo e altre forme di odio affermando: "The sacral, quasi-metaphysical quality of antisemitism is singularly absent in other cases".<ref>Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 80.</ref> È più di un "quasi". L'antisemitismo ha origini metafisiche che trascendono le sue manifestazioni ontologiche. Poiché nasce dalle profondità della soggettività umana, al di là di ogni categoria e contingenza ontologica, sondare le profondità dell'antisemitismo implica sondare le profondità dell'anima umana – della propria anima. Ecco perché figure così diverse come Democrito e San Giovanni Crisostomo, Martin Lutero e Sayyid Qutb, Tacito e Louis Farrakhan hanno in comune l'odio per gli ebrei: sono tutti figli di Adamo con un'anima umana. La mia tesi, certo, si fonda su una certa comprensione – una comprensione ebraica – dell'anima come emanazione del Santo che trascende le coordinate della realtà ontologica, spazio-temporale. Il mio metodo, quindi, è quello di rivolgermi all'oggetto dell'odio antisemita – gli ebrei, l'ebraismo e l'insegnamento ebraico – per giungere a una comprensione più profonda del perché di questo fenomeno primordiale. === L'anima: una chiave per il perché dell'antisemitismo === Levinas afferma che "l'antisemitismo è l'archetipo di ogni internamento".<ref>Levinas, ''Difficult Freedom'', 153.</ref> Cosa può significare questo, e cosa ci dice su ciò che l'antisemita è ''anti-''? Laddove la [[Torah]] narra che Dio soffiò una ''nishmat chayim'' – un'"anima vivente" o "l'anima della vita" – in Adamo, il ''[[w:Targum|Targum]]'' di [[w:Onkelos|Onkelos]] (ca. 35-120), la traduzione aramaica della Torah, rende ''nishmat chayim'' come ''ruach memalela'', che significa "uno spirito parlante" o "lo spirito permeato dalla parola". Secondo l'insegnamento ebraico, Dio soffiò la Parola della Torah nell'essere umano, perché proprio la Torah è l'anima della vita; è, come insegnato nel [[w:Libro dei Proverbi|Libro dei Proverbi]], l'[[w:Albero della vita (cabala)|Albero della Vita]] ({{passo biblico|Proverbi|3:18}}). Abbiamo quindi l'insegnamento che ogni anima è legata a una lettera della Torah (''Nefesh HaChayim, Gate'' IV, 11:1). Poiché l'anima è fatta di Torah, ogni giorno preghiamo Dio affinché ci conceda la nostra parte nella Torah, come è scritto nel ''[[w:Pirkei Avot|Pirke Avot]]'' (5:20). L'antisemita seppellirebbe in una tomba di odio ebraico le parole della Torah che compongono l'anima. Questo è ciò che l'antisemita è contro: si propone di uccidere l'anima cancellando le parole della Torah pronunciate dallo spirito parlante che le dà vita. Questo odio per le parole della Torah, centrale nel ''Perché'' dell'antisemitismo, non si limita agli ebrei; è, come già osservato, "odio per l'altro uomo". Ma che dire degli ebrei che disprezzano le parole della Torah, ebrei come [[w:Karl Marx|Karl Marx]] (1818-1883), [[w:Lev Trockij|Lev Trockij]] (1879-1940) e [[w:Noam Chomsky|Noam Chomsky]] (n. 1928)? Sono anche loro oggetto dell'antisemitismo dell'antisemita? In generale, la risposta è: sì. Perché? Perché, come ha insistito il nazista (poi condannato all'impiccagione nel 1946) [[w:Alfred Rosenberg|Alfred Rosenberg]], il veleno dell'ebraismo – la Torah che costituisce l'anima ebraica – appartiene all'essenza dell'ebreo.<ref>Alfred Rosenberg, ''Race and Race History and Other Essays'', ed. Robert Pois (New York: Harper & Row, 1974), 131–32.</ref> Pertanto, gli ebrei non possono né convertirsi a un'altra religione né essere assimilati al corpo politico, indipendentemente dalle parole che pronunciano o dalle azioni che compiono. Se dicono di rifiutare gli insegnamenti della tradizione ebraica, è perché mentono, e la menzogna fa parte della loro essenza, come sosteneva Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 307.</ref> perché il loro intero scopo è quello di "ingannare astutamente gli stupidi ''Goyim''".<ref>''Ibid.'', 325.</ref> Non importa quanto o con quanta veemenza un ebreo possa sforzarsi di essere un "buon ebreo" denunciando la stessa Torah di cui è fatta la sua anima, non ci si può comunque mai fidare di lui. Progettato per sterminare gli ebrei, Auschwitz fu realizzato per cancellare l'insegnamento ebraico riguardante il valore dell'altro essere umano. I punti sollevati nel [[Connessioni/Capitolo 2|Capitolo 2]] trovano qui applicazione: il termine ebraico per "essere umano", ''ben adam'', significa letteralmente "figlio di Adamo", cosicché attraverso Adamo ogni anima è fisicamente legata all'altra, e attraverso il Creatore ciascuna è metafisicamente legata a tutte. [[w:Chaim ibn Attar|Chayim ben Attar]] nell’''Or HaChayim'' afferma che l'anima è fatta "della ‘luce’ di Dio che emana dal trono di gloria di Dio", e che ogni emanazione è connessa all'altra (''Or HaChayim'' su {{passo biblico2|Genesi|46:4}}). Il fisico ha bisogno del metafisico per avere significato, e il metafisico ha bisogno del fisico per manifestarsi. Deciso a distruggere l'anima, l'antisemita è determinato a oscurare la luce della [[Torah]] che emana da Dio. E poiché quella luce risplende dal profondo delle relazioni umane, dove l'anima (''neshamah'') trae il suo respiro (''neshimah''), l'antisemita è determinato ad annientare la relazione tra uomo e uomo, tra uomo e Dio. In ''[[w:La notte (romanzo)|La notte]]'' di Wiesel, quando Eliezer cerca di aiutare il padre, il capo di un gruppo gli dice, in uno dei versi più agghiaccianti di tutta la letteratura dell'Olocausto: "Qui non ci sono padri, né fratelli, né amici. Ognuno vive e muore solo per se stesso".<ref>Elie Wiesel, ''Night'', trad. {{en}} Stella Rodway (New York: Hill & Wang, 1961), 105.</ref> Riferendosi alle parole del Santo, il profeta Zaccaria ci dice che Dio regna "non con la potenza, né con la forza, ma con il mio spirito" ({{passo biblico2|Zaccaria|4:6}}), dove "spirito" è ''ruach'', che richiama alla mente il ''ruach memalela'' del ''Targum'', lo "spirito parlante" dell'anima che pronuncia le parole della Torah, dall'anima di Adamo in poi. Quindi il ''Midrash'' identifica lo "spirito di Dio" che aleggiava sulla faccia dell'abisso in principio ({{passo biblico2|Genesi|1:2}}) come l'anima di Adamo (''Tanchuma Tazria'' 1). L'antisemita cerca di essere un dio che regna sul proprio mondo proprio attraverso il potere e la forza, in un mondo in cui il potere è l'unica realtà e la debolezza l'unico peccato. Anche questo rientra nel ''Perché'' dell'antisemitismo. Perché non c'è nulla di più minaccioso per un mondo del genere della luce della verità e della Torah che risplende dal cuore della relazione tra umano-e-umano e tra umano-e-divino. In un mondo del genere, l'essere umano non è il Chi di un'anima vivente, ma il Cosa di un accidente ontologico, come gli accidenti di razza ed etnia, classe e genere. Secondo la tradizione ebraica, secondo cui l'antisemita è ''anti-'', la totalità di ciò che siamo risiede nell'unità della nostra relazione concreta, in carne e ossa, con gli altri esseri umani e della nostra relazione trascendente e spirituale con il Creatore. In quanto origine dell'anima, il Creatore è una ''[[w:persona (filosofia)|persona]]'' e non un concetto, qualcuno a cui possiamo dire "Tu". Allo stesso modo, l'altro essere umano è qualcuno a cui possiamo dire "Tu", così che ciò che siamo risiede sia in una relazione verticale che orizzontale. Ecco perché troviamo la frase "Io sono il Signore" associata al comandamento "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (''Veahavta lereakha k’mokha'', {{passo biblico2|Levitico|19:18}}), o meglio, come osservato nel [[Connessioni/Capitolo 1|Capitolo 1]]: "Agirai con amore verso il tuo prossimo, perché quella relazione d'amore è ciò che sei": la vita dell'anima risiede nel trattamento amorevole del prossimo e dello straniero, con mani pronte a donare. La radice del verbo "amare", ''veahavta'', è ''hav'', che significa "dare", a prescindere da ciò che proviamo nei suoi confronti. In effetti, più negativi sono i nostri sentimenti, più urgente è il comandamento. Quale che sia il significato di una vita, risiede nell'amore divinamente comandato per l'altro essere umano, che si manifesta nell'atto concreto del dare; tale amore è la luce che ci è comandato di emanare nel mondo. Dice il saggio [[w:Joseph Albo|Joseph Albo]] (ca. 1380-1444), che con la chiamata divina "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}), nascono l'anima umana e il suo significato (''[[:en:w:Sefer HaIkkarim|Sefer HaIkkarim]]'' 4:30). La metafora della luce è fondamentale. Un versetto del Libro dei Proverbi sottolinea questo punto: "Il comandamento è la candela e la Torah la luce" ({{passo biblico|Proverbi|6:23}}), e "L'anima dell'essere umano è la candela di HaShem" (20:27). [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (1745–1812), il primo [[w:Rebbe|Rebbe]] di [[w:Chabad Lubavitch|Lubavitch]], commenta: "L'anima è chiamata ''ner'' [candela], e il comandamento è chiamato ''ner''..., dove il comandamento è la candela, l'anima è lo stoppino e il comandamento è l'olio, producendo due aspetti della luce, come sta scritto ''Veahavta'' ("e amerai" ― {{passo biblico2|Deuteronomio|6:5}}), che è il doppio del valore numerico di ''or'' (‘luce’)".<ref>Citato in Adin Steinsaltz e Josy Eisenberg, ''The Seven Lights: On the Major Jewish Festivals'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 355.</ref> Come candela di Dio, il compito dell'anima è trasformare l'oscurità dell'isolamento dell'ego nella luce che risplende nel mezzo delle relazioni umane. L'anima, in altre parole, trae la sua vita e la sua luce dalla relazione d'amore divinamente comandata con l'altro essere umano. Secondo il Midrash, il comandamento è chiamato candela perché quando eseguiamo un comandamento o una ''mitzvah'', è come se avessimo acceso una luce davanti a Dio per "ravvivare la nostra anima" (''Shemot Rabbah'' 36:3) entrando più profondamente nella relazione. Se conoscere Dio è la chiave per sapere chi siamo, questo ''chi'' risiede nella missione comandata all'essere umano. E la nostra missione, afferma il defunto e rimpianto rabbino di Lubavitch [[w:Menachem Mendel Schneerson|Menachem Mendel Schneerson]] (1902-1994), ci è data nel primo annuncio della creazione: "Sia la luce" ({{passo biblico2|Genesi|1:3}}).<ref>Cfr. Menachem M. Schneerson, ''Torah Studies, adapted by Jonathan Sacks'', 2a ed. (London: Lubavitch Foundation, 1986), 3–4.</ref> È la luce che l'antisemita vorrebbe oscurare. Proprio come l'oscurità della Nona Piaga che colpì gli Egiziani fu tale che nessun uomo poteva vedere il volto del suo prossimo ({{passo biblico2|Esodo|10:23}}), la luce dell'anima che illumina le relazioni umane rivela il volto del prossimo. Quella [[w:Piaghe d%27Egitto#Tenebre|Piaga delle Tenebre]] è la Piaga dell'Antisemitismo. Se il Perché dell'antisemitismo risiede nell'obliterazione di quella luce, il Cosa dell'antisemitismo risiede nella Nona Piaga: l'antisemitismo è l'onnipresente piaga delle tenebre che ci acceca al volto dell'altro essere umano. L'oscurità della Nona Piaga è precisamente l'oscurità dell'ego che vorrebbe eclissare la luce del comandamento divino trasformandosi nel proprio dio e nel proprio fondamento di significato e valore, che è l'obiettivo dell'antisemita. Cieco al volto del prossimo, l'ego è l'ego autonomo, autolegislatore, l'ego che langue nel suo narcisismo, ignaro della relazione che è la fonte stessa della sua vita. Poiché non c'è illusione più grande dell'illusione dell'autonomia autolegislatrice. Per questo [[Abraham Joshua Heschel]] dichiara che il sé è un "autoinganno".<ref>[[Abraham Joshua Heschel]], ''Man Is Not Alone'' (New York: Farrar, Straus and Giroux, 1951), 47.</ref> Il grande saggio del Talmud [[w:Rabbi Akiva|Rabbi Akiva]] sostiene che l'umanità e la dignità dell'essere umano si rivelano nel volto: il volto è una rivelazione dell'anima e della sua connessione con ogni altra anima.<ref>Cfr. Louis Finkelstein, ''Akiba: Scholar, Saint and Martyr'' (New York: Atheneum, 1981), 103.</ref> La parola ebraica per "volto", ''panim'', è plurale perché, secondo il saggio Rabbi [[w:Isaiah Horowitz|Isaiah Horowitz]] (1565-1630), il Santo ''Shelah'', ognuno di noi ha due volti: il volto di Adamo e il nostro volto individuale (''Beesrah Maamrot'' 7:18). Proprio come ognuno di noi porta una traccia del volto di Adamo, così ognuno di noi ospita una traccia dell’anima di Adamo. Ciò che distingue sia il volto che l'anima è la parola dello "spirito parlante". Proprio come la luce dell'anima è una manifestazione della parola divina, così la parola umana è un'emanazione della luce dell'anima. L'anima, afferma [[:en:w:Saadia Gaon|Saadia Gaon]] (882–942), "raggiunge la luminosità grazie alla luce che riceve da Dio... È così che è stata dotata del potere della parola" (''Sefer Emunot Vedeot'' 6:3). La luce di Dio che illumina l'anima è proprio la parola che Dio le soffia dentro. L'antisemita inizia appropriandosi della parola, controllandola, censurandola e annullandola, come dimostra la "cultura dell'annullamento" antisemita che sta dilagando nel mondo occidentale. Pertanto, la libertà di parola è il più fondamentale dei diritti umani che derivano dal Creatore e il più ostile all'antisemita. Non è un caso, ad esempio, che gli [[:en:w:Students for Justice in Palestine|Students for Justice in Palestine]], un gruppo che incarna il ''Perché'' e l’essenza dell’antisemitismo, si oppongano ferocemente alla libertà di parola dei sostenitori di Israele nei campus universitari di oggi.<ref>Cfr. Charles Asher Small, David Patterson, e Glen Feder, "Special ISGAP Report: The Threat to Academic Freedom from National Students for Justice in Palestine", ''Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy, May 7, 2020''.</ref> Definita dalla facoltà della parola, l'anima è più un evento che un oggetto: è un ''atto linguistico'' del Santo, e la sua vita risiede nelle vibrazioni del respiro nella pronuncia di una parola, della parola "''Hineni''! Eccomi per te!". Come abbiamo visto, questa facoltà della parola è l'immagine e la somiglianza in cui l'essere umano è creato. Il che significa: la parola non è riducibile a giochi di parole e sistemi di segni che si riferiscono solo l'uno all'altro. Piuttosto, la parola o il linguaggio sono un ingresso della Shekhinah, la Presenza Divina, in questo reame, un ingresso a cui l'antisemita si oppone disperatamente. Ecco perché la propaganda è così centrale nel discorso antisemita, il cui scopo non è informare né persuadere, ma incitare – incitare ciò che Hitler chiamava "odio irato", ''"zornigen Hasses"'', verso l'ebreo.<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'' (Munich: Zentralverlag der NSADP, 1927), 714.</ref> Se deve raggiungere il suo fine ultimo di sterminio, l'odio verso gli ebrei deve essere ''irato''. La nostra adesione ai comandamenti implica l'unione delle nostre azioni con l'atto linguistico divino, che è la Torah. È proprio questo atto che l'antisemita è ''anti-''. Afferma il celebre mistico [[Abraham Abulafia]] (1240-1291): "L'intenzione di Dio nel dare la Torah è che raggiungiamo questo scopo, che le nostre anime siano vive nella Sua Torah. Perché questa è la ragione della nostra esistenza e l'intenzione per cui siamo stati creati".<ref>Citato in Moshe Idel, ''Language, Torah, and Hermeneutics in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1989), 37. Si veda anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]''.</ref> Essere vivi nella Sua Torah significa essere un'anima in fiamme, che arde di devozione verso e per il nostro prossimo, per il prossimo e per lo straniero. Il perché dell'antisemitismo sta nello spegnere questo fuoco: l'antisemita sfrutta e prospera nell'insensatezza e promette significato attraverso il potere, che è l'insensatezza definitiva. L'antisemitismo che si manifesta come un attacco all'anima comporta sempre un attacco al corpo in carne e ossa dell'altro essere umano, che è l'espressione più palese di potere: il potere è il potere di distruggere l'altro essere umano nella sua realtà in carne e ossa. L'ebraismo non aderisce al dualismo corpo-anima presente nella filosofia greca (un tema ricorrente, ad esempio, nel ''Fedone'' di Platone).<ref>Si veda per es. {{en}}Plato, ''Phaedo'', trad. David Gallop (Oxford, UK: Oxford University Press, 2009).</ref> Da un punto di vista ebraico, il corpo non ha un'anima; piuttosto, l'anima ha un corpo,<ref>Il mistico del XIII secolo Shem Tov ibn Falaquera sostiene che l'anima assume la sua forma concreta a livello di ''nefesh''; quella "forma" è la forma fisica del corpo, e i suoi "appetiti" sono parte della vita dell'anima tanto quanto le ruminazioni della mente (cfr. ''Sefer HaNefesh'', 3). Analogamente, il grande saggio del XVII secolo, Manasheh ben Yisrael, spiega che, contrariamente alla visione greca e cristiana, l'anima permea ogni parte del corpo, cosicché il corpo stesso, proprio nel suo essere fisico, è sacro (''Nishmat Chayim'' 2:11). Pertanto, "l'anima e il corpo costituiscono un unico agente", come ha affermato Saadia Gaon (''Sefer Emunot Vedeot'' 6:5).</ref> che è tra le cose che distinguono un'anima dall'altra. Tale distinzione è essenziale per la relazione umana, per lo spazio intermedio da cui l'anima trae il suo respiro. Trasformare questa differenza in non-indifferenza è essenziale per la relazione fondamentale necessaria al significato della creazione. L'opposto radicale di questa non-indifferenza costitutiva dell'anima è il collasso della differenza in ciò che Levinas chiama "lo Stesso". "La conoscenza del mondo", scrive, "la tematizzazione... cerca di ridurre il disturbo dello Stesso da parte dell'Altro",<ref>Emmanuel Levinas, ''Collected Philosophical Papers'', trad. Alphonso Lingis (Dordrecht: Martinus Nijhoff, 1987), 185.</ref> e lo fa attraverso l'appropriazione dell'Altro, che prima è l'ebreo e poi altri. Il ''Perché'' dell'antisemitismo risiede nella paura di quel disturbo, che è la paura della vulnerabilità richiesta dalla non-indifferenza. L'appropriazione più radicale dell'Altro, naturalmente, è la tortura. "La tortura", comprese il sopravvissuto all'Olocausto [[w:Jean Améry|Jean Améry]] (1912-1978), "non era una qualità accidentale di questo Terzo Reich, ma la sua essenza",<ref>Jean Améry, ''At the Mind’s Limits: Contemplations by a Survivor on Auschwitz and Its Realities'', trad. Sidney Rosenfeld & Stella P. Rosenfeld (New York: Schocken Books, 1986), 24.</ref> e l'essenza del Terzo Reich è radicata nell'antisemitismo: il ''Perché'' del Reich è il ''Perché'' dell'antisemitismo, cosicché qualsiasi comprensione dell'uno richiede la comprensione dell'altro. Approfondiremo questo argomento nel [[Connessioni/Capitolo 10|Capitolo 10]]. L'essenza della non-indifferenza che è la vita dell'anima risiede nel dire il Tu nel grido di "''Hineni''! Eccomi!". "Il soggetto che dice ‘Eccomi’", afferma Levinas, "''testimonia'' l'Infinito",<ref>Emmanuel Levinas, ''Ethics and Infinity'', trad. Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1985), 106.</ref> cioè di una responsabilità infinita verso e per l'Uno Infinito incarnato nell'altro essere umano. Perché ''Hineni'' significa proprio "Eccomi per ''te''". L'antisemita, intenzionato a distruggere l'anima e a usurpare Dio, deve opporsi a questo dire del Tu. Secondo il maestro chassidico [[:en:w:Levi Yitzchok of Berditchev|Levi Yitzchak di Berditchev]], "tutto l'odio degli ebrei deriva dalla nostra costante difesa del Tu",<ref>Citato in Victor Cohen, ed., ''The Soul of the Torah: Insights of the Chasidic Masters on the Weekly Torah Portions'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 98.</ref> che è una difesa del Tu Eterno così come del Tu di carne e sangue, entrambi annuncianti una responsabilità infinita che non può essere né adempiuta né abrogata. Perché "in ogni Tu", come ha detto [[w:Martin Buber|Martin Buber]], "ci rivolgiamo al Tu eterno".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 57.</ref> La traccia del divino nell'altro essere umano è il Tu nell'altro essere umano. Con la sua stessa presenza, il popolo ebraico rappresenta la presenza dell'Uno Infinito, del Tu Eterno, che disturba il nostro sonno da oltre il mondo, dall'interno, proclamando la nostra infinita responsabilità verso e per l'altro essere umano. Di conseguenza, la stessa presenza degli ebrei è inquietante per un mondo che anela a che le questioni – in particolare le questioni della Redenzione – siano risolte. Il ''Perché'' dell'antisemitismo risiede nella preoccupazione per la ''mia'' persona, il ''mio'' spazio, il ''mio'' status, il ''mio'' essere materiale e persino il ''mio'' essere spirituale. Languido nella sua illusione egocentrica, il sé vive nel caso dativo, tremando perennemente per le domande su cosa accadrà "a me" e cosa ci sia "per me". Inteso in questi termini, quindi, ''il sé è esattamente l'opposto dell'anima''. Dice Rabbi [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]]: "''bitul'' produces a ‘cavity’ in the self, an opening and ‘vessel’ for truth to enter".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Jewish Thought Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 72.</ref> E la verità entra quando l'anima entra in una relazione reattiva con un altro. Nelle parole di Levinas, l'anima è "l'altro in me",<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 69.</ref> il che riecheggia l'insegnamento della Torah che si riferisce al "tuo prossimo" come all'unico ''asher kanafshekha'', colui "che è come la tua anima" ({{passo biblico2|Deuteronomio|13:7}}). L'"altro in me" si manifesta in un certo turbamento che nasce nell'incontro con l'altro, umano o divino che sia. È il turbamento che accompagna l'emergere del Tu, che mi scuote dal sonno del mio egocentrico compiacimento, mentre scopro di non essere chi credevo di essere, che il mio sé autoproclamato è un'illusione, e che chiunque io sia risiede nella mia responsabilità verso e per un altro, ''nonostante'' il mio falso sé. Il falso sé è l'ego che minaccia per sempre di spegnere la luce dell'anima. È il "dio strano" che si annida dentro di noi. È l'antisemita che si annida dentro di noi. Se l'Infinito si manifesta nel turbamento del Suo testimone, come sostiene Levinas,<ref>Levinas, ''Ethics and Infinity'', 109.</ref> si tratta del turbamento di una pretesa infinita sul testimone. Proprio questa infinita assegnazione costituisce l'infinita predilezione dell'anima. Questa pretesa sull'anima è al centro del patto con l'anima, un patto che l'ego vorrebbe sradicare nel suo sforzo di nascondersi dalla propria responsabilità. Adamo si nascose ({{passo biblico2|Genesi|3:10}}) nel vano tentativo di eludere Colui che chiede: "Dove sei ''tu''?" ({{passo biblico2|Genesi|3:9}}), dov'è il ''Tu''? Questa fuga nel nascondimento è un movimento condiviso da ogni antisemita, e la tentazione di nascondersi è condivisa da ogni essere umano che porta una traccia dell'anima di Adamo. Il perché dell'antisemitismo risiede in questa fuga originaria dalla domanda originaria. Con Adamo, come con ognuno di noi, la fuga da Dio giunge sulla scia della tentazione di essere come Dio (cfr. {{passo biblico2|Genesi|3:4}}), che si annida in ogni ego: l'ego è il desiderio di usurpare Dio. Così nella ''[[:en:w:Pesikta de-Rav Kahana|Pesikta de-Rab Kahana]]'' del saggio Rav [[:en:w:Abba bar Kahana|Abba bar Kahana]] del III secolo è scritto: "Essi posero la domanda al Santo: Un uomo che ha eretto un idolo nel Tempio – può il pentimento di un uomo simile essere accettato? Il Santo rispose: Se non lo accolgo nel suo pentimento, sbarrerò la porta a chiunque si penta" (''Piska'' 24:11). Perché chi erige un idolo di pietra nel Tempio è uno che erige l'idolo dell'ego che eclissa Dio, e questo può essere chiunque. Naturalmente, non si può eclissare Dio senza ucciderlo. === Uccidere Dio: lo scopo dell'antisemitismo === === Il perché dell'antisemitismo e l'essenza del male === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|75%|18 giugno 2025}} [[Categoria:Connessioni|Capitolo 5]] fjm0mmewgg71pylf7ebjdvxzjlxqxq1