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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-12
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{{Forze armate mondiali}}
==Trasporti<ref>Eccetto che quando definito diversamente, sono pagine tratte da Wiki.it, ma basate su Armi da guerra n.119</ref>==
[[Immagine:C-47 exhibition in 2004.jpg|300px|left|thumb|]]
Il Douglas C-47, noto ufficialmente come Skytrain negli Stati Uniti ma molto più noto come Dakota, era un aereo militare derivato dal DC-3. Largamente impiegato dall'USAAF e dalla RAF, venne prodotto anche in URSS come Lisunov Li-2 nonché in Giappone. Da esso sono derivati il C-53 Skytrooper, l'R4D (usato dalla US Navy) ed una versione cannoniera volante impiegata nelle prime fasi della guerra del Vietnam. Inoltre oltre 2000 esemplari vennero prodotti in URSS con il nome Lisunov Li-2.
*Equipaggio: 3
*Primo volo: 1 luglio 1933
*Entrato in servizio:
*Costruttore: Douglas
*Esemplari costruiti: 13000
*Dimensioni: lunghezza 19,43 m, apertura alare 29.10 m, altezza 5.18 m, superficie alare 91,69 m²
*Peso: 7.650 kg-11.793 kg, capacità di carico 28 soldati o 2700 kg di carico
*Propulsione: due Pratt & Whitney R-1830-92 Twin Wasp, 1200 CV
*Prestazioni: velocità massima 370 km/h, autonomia 2574 km
Non era un velivolo particolarmente veloce, dall'autonomia elevata o dalla forte capacità di carico, ma la sua robustezza e l'ala multilongherone dalla vita quasi infinita ne hanno consentito la sopravvivenza a generazioni di previsti successori. Ecco perché il C-47 è rimasto a buon titolo anche nel dopoguerra, con una carriera che per certi esemplari continua tutt'oggi. Ancora nel Vietnam, esso venne utilizzato sia come cargo, che come cannoniera volante. In questo insolito ruolo, venne dotato di 3 micidiali Minigun da 7,62 mm, e ribattezzato AC-47 'Spooky' fu il primo dei velivoli cannoniera americani. Era certamente rudimentale, ma capace di far piovere una terrificante cascata di proiettili di cui una certa percentuale traccianti (visibili per i primi 800 m circa) che potevano saturare in pochi secondi ettari di terreno. Le 'cannoniere volanti' erano assolutamente fondamentali per contrastare gli assalti dei vietcong che altrimenti, di notte, erano estremamente pericolosi. Volando in cerchio, lanciando bengala per illuminare il terreno sottostante, attaccavano senza soluzione di continuità i bersagli localizzati (tipicamente concentrazioni di truppe all'aperto) fino al loro annientamento. Una grossa differenza rispetto ai passaggi dei cacciabombardieri, veloci ma incapaci di esercitare pressioni continue sulle truppe a terra. La macchina era rudimentale, e presto venne seguita da mezzi ben più prestanti. Nondimeno costituì un'arma estremamente temibile, anche se chiaramente vulnerabile alle armi antiaeree pesanti (che però difficilmente erano portate da truppe leggere, mentre negli anni '60 i missili SAM portatili non esistevano). Ancora negli anni '80 il Salvador ne aveva almeno uno con 3 mitragliere da 12,7 mm, forse per privilegiare la gittata utile (sia pure a scapito del volume di fuoro) e stare maggiormente fuori dall'area di massimo pericolo.
[[Immagine:Koukukouen 20051008 C-46A 1.jpg|320px|left|thumb|Un C-46 giapponese.]]
Il C-47 non fu il solo aereo da trasporto americano veterano della II GM a prestare servizio nel dopoguerra; il C-46 Commando è stato anch'esso massicciamente impiegato, essendo simile ma più potente del C-47 grazie a due motori da 2000 hp anziché 1200. La principale differenza estetica è il muso, completamente raccordato in una forma fusiforme senza 'naso' anteriore'. La fusoliera è ben più grande e voluminosa. Le prestazioni sono attorno ai 440 km/h, con autonomia anche di oltre 4000 km e carico utile di circa 6 t. Anche la tangenza era maggiore consentendo prestazioni apprezzabili sopra le montagne, come nel caso del ponte aereo con la Cina, del 1944-45, volato sopra l'Himalaya per supportare il dispiegamento dei B-29 in Cina occidentale. Entrambi sono stati molto popolari tra i contrabbandieri di droga sudamericani, dove molti aerei hanno trovato l'ultimo impiego utile. Comprare questi vecchi 'scassoni' a poche migliaia di dollari per trasportare anche un solo carico di droga era infatti conveniente, specie se si considera che aerei leggeri più moderni finivano per costare altrettanto se non più e con minori capacità di trasporto. La cosa è andata tanto ad aggravarsi che addirittura gli USA si sono dotati di P-3 Orion con radar di scoperta dell'E-2 (dalla minore autonomia) per contrastare questi apparecchi.
Essendo appena entrato in produzione al tempo di Pearl Harbour, il Constellation, macchina bella e elegante come poche, venne rapidamente militarizzata come già accadde al DC-4. Essa divenne una macchina da trasporto la cui forma primigenia volà nel gennaio 1943 come C-69, ordinata in 22 esemplari, che erano macchine pressurizzate da 64 posti per il trasporto personale, mentre poi vennero ceduti, dopo la guerra, ad aviolinee civili. Nel 1948 la neocostituita USAF comprò 10 L-749 che era una versione migliorata, designandoli C-121 con funzioni di trasporto VIP e personale, essendo un velivolo veloce e pressurizzato. Altri erano utilizzati come trasporti, in questo caso derivati dal tipo commerciale cargo L-1049, nel 1954, 33 aerei designati C-121C per il MATS, poi seguirono 50 R7V-1(poi C-121J) per la Marina, che alfine ne cedette alcuni all'USAF come C-121G. Infine, il grande passo nell'era delle turboeliche, che di fatto anticipò il Lockheed L-100 (il futuro P-3), con 2 R7V-2 muniti di motori YT-34, che vennero consegnati alla Marina e 2 all'USAF (YC-121F). A quel punto vi fu una importante mutazione di ruolo, con un ruolo AEW assegnato a motivo della lunga autonomia e elevata capacità di carico dell'aereo, specie nelle ultime versioni che avevano tra l'altro, fusoliera allungata e serbatoi d'estremità alari. Con la nuova denominazione EC-121 Warning Star, ebbe il compito di colmare i 'buchi' della già formidabile (e spropositata rispetto alla minaccia, con costi astronomici) rete di difesa aerea americana. Due carenature erano sistemate su questi aerei; una dorsale e una ventrale, visto che i radar non erano ancora di tipo sufficientemente evoluto. Presto però gli EC-121 e i similari RC-121 vennero utilizzati come aerei guida per i caccia, in missione offensiva, sopra il Vietnam. Gli esemplari della Marina vennero utilizzati più che altro per compiti ELINT. Uno di questi aerei, durante una drammatica missione al largo della Corea del Nord, venne abbattuto dai caccia nordisti, mentre disperati sforzi vennero fatti per salvarlo, ma senza esito, dopo che stava chiedendo aiuto dato l'approssimarsi di caccia nemici a tutte le forze presenti nel S.E. asiatico, che praticamente assistettero in diretta radio alla tragedia costata la vita ai 34 uomini d'equipaggio. Gli ultimi Constellation militari, usati come pattugliatori marittimi, sono stati quelli indiani, in servizio fino agli anni '80.
;C-121G:
*Primo volo: prototipo Constellation gennaio 1943
*Entrato in servizio:
*Costruttore: Lockheed
*Esemplari costruiti:
*Dimensioni: lunghezza 35.41m, apertura alare 37.49 m, altezza 7.52 m, superficie alare 153.29 m²
*Peso: 33.038-65.771 kg
*Propulsione: 4 Wright R-3350-91 Turbo Continental
*Prestazioni: velocità massima 592 km/h a 6096 m, crociera a 417 km/h a 3048 m, tangenza operativa 6,797 m, raggio d'azione 3.380 km
[[Immagine:Boeing C97.jpg|320px|left|thumb|Boeing C97]]
Il Boeing '''[[w: Boeing C-97 Stratofreighteir|C-97 Stratofreighteir]]''' era un cargo derivato dal bombardiere B-29 Superfortress e, a differenza di altri aerei, non da un qualche tipo civile. Venne usato nel dopoguerra soprattutto come macchina destinata al rifornimento in volo, con qualcosa come oltre 800 esemplari completati. Aveva una fusoliera molto ingrandita rispetto al bombardiere, e con 4 motori da 3.500 CV radiali volava fino a 604 km/h, con un peso massimo di 79 tonnellate ed una autonomia di 6.900 km.
;Boeing KC-97G Stratotanker:
*Tipo: Aereo da trasporto/Aerocisterna
*Equipaggio: 5
*Primo volo: 15 novembre 1944
*Entrato in servizio: 888
*Costruttore: Boeing
*Esemplari costruiti: oltre 1.200
*Dimensioni: lunghezza 33,63 m, apertura alare 43,05 m, altezza 11,66 m, superficie alare 164,34 m²
*Peso: 37.400 kg -79.830 kg
*Propulsione: quattro radiali turbocompressi Pratt & Whitney R-4360-59B da 3.549 CV
*Prestazioni: velocità massima 604 km/h, autonomia 6.920 km, tangenza 9.200 m
Dopo esser stato sostituito dal KC-135, venne impiegato come trasporto dall'ANG fino al 1978, dimostrando una straordinaria longevità per un velivolo nato come progetto basico oltre 30 anni prima. Da questo aereo nacque il progetto per il Boeing 377 Stratocruiser.
Da segnalare che tutti questi aerei erano convertibili anche come trasporti normali, mentre gli ultimi ebbero turbogetti ausiliari per meglio volare assieme ai caccia moderni con alte velocità di stallo.
[[Immagine:KC135 refueling.jpg|320px|left|thumb|]] Il Boeing KC-135 Stratotanker è la prima aerocisterna con motori a reazione prodotta nel mondo: analogamente ad altri aerei (come ad esempio l'E-3), deriva dall'aereo di linea Boeing 707.
Il suo compito primario è appunto rifornire bombardiere a lungo raggio, ma provvede a supportare, oltre all'Air Force statunitense, la Marina e il corpo dei Marines.
È dotato di quattro turbofan posizionati sotto le ali inclinate di 35° e dalla sonda per il rifornimento ("Flying boom") situata sotto la sezione di coda; alcuni esemplari portano inoltre due pod per il rifornimento sotto le ali. La posizione dell'addetto al rifornimento è situata in coda all'aereo nei pressi dell'uscita del tubo rigido che collega il serbatoio alla sonda e quindi all'aereo da rifornire.
Il KC-135 è in grado di trasportare oltre 100.000 litri di carburante e ha costituito un elemento difficilmente sottovalutabile in importanza per l'USAF, sia per il SAC che, via via anche per il TAC che di fatto ne è attualmente il principale utente.
La versione più recente è il KC-135R, quella maggiormente diffusa. Questa versione è nata soprattutto perché i motori della versione precedente, la KC-135As, erano stati sviluppati negli anni '50 e non erano adatti agli standard moderni di silenziosità, consumi e potenza. Sostituendo i vecchi motori con altri più moderni (CFM56), si è avuto un miglioramento generale nelle performance di volo e delle capacità di rifornimento. Infatti le modifiche hanno avuto talmente successo che due Kc-135R riescono a fare il lavoro di tre KC-135As.
Poiché i nuovi motori consumano circa il 27% in meno di carburante, l'Aviazione statunitense ha in mente di sostituire i motori anche dei vecchi KC-135As. È stato calcolato che con il carburante così risparmiato, sarebbe possibile alimentare 7,7 milioni di automobili ogni anno per quindici anni.
*Equipaggio: 5
*Primo volo: 15 luglio 1954
*Entrato in servizio: 1957
*Costruttore: Boeing
*Esemplari costruiti: 732
*Dimensioni: lunghezza 41,53 m, apertura alare 39,88 m, altezza 11,68 m, superficie alare 226,05 m²
*Peso: 73.000 kg -136.235 kg, capacità di carico 28 soldati o 2700 kg di carico
*Propulsione: 4 turbofan CFM Interational F108-CF-100, 9.980kg/s
*Prestazioni: velocità massima 0,91 Mach (ca. 965 km/h), autonomia 4.627 km, tangenza 10.670 m
[[Immagine:Douglas C-54 Skymaster in flight, circa in 1943.jpg|320px|left|thumb|]]
Il Douglas C-54 Skymaster era un aereo statunitense da trasporto medio-pesante che venne usato largamente come aereo da trasporto strategico a partire dalla seconda guerra mondiale. In effetti, la prima incursione della Douglas nel campo del trasporto pesante ebbe luogo con il DC-4E dal giugno 1938 ma non ebbe successo e si continuò con il più piccolo ma più capace DC-4A, che aveva 42 posti e vene costruito in 24 esemplari quando gli USA entrarono in guerra: a quel punto venne utilizzato come cargo dall'USAAF che lo chiamò C-54 Skymaster. Vennero realizzati diversi apparecchi migliorati delle versioni A, B, C, D, G e quando la produzione terminò, di queste grandi macchine quadrimotori vennero realizzati un totale di 1245 esemplari, tra cui anche 79 DC-4 civili per periodo postbellico. Come parenti stretti del C-47, si dimostrò un aereo di capacità eccellenti, utilizzato per parecchi ruoli, tra cui anche la calibrazione radio e la ricognizione meteo. Varie nazioni ebbero in carico questo apparecchio che, come il C-46, offriva capacità molto maggiori in carico e autonomia del Dakota. 200 vennero presi in carico dalla Marina e Marines, come R5D. Nonostante l'ovvia obsolescenza, alcuni aerei erano ancora in carico negli anni '70 in tutti e tre i servizi aerei americani che li ebbero. Il C-54 fornì anche una base importante per uno sviluppo di versioni migliorate e potenziate. il prototipo di queste volò nel '46 come XC-112A, e sarebbe stato poi costruito sia per compiti civili come DC-6, che per ruoli militari (anche se complessivamente con minor successo) come C-118 Liftmaster. Ne entrarono in servizio 101 nell'USAF e 65 nell'US Navy come trasporti basati a terra, designati R6D. Uno degli aerei dell'USAF divenne una macchina presidenziale, il VC-118. In effetti il nuovo aereo era munito di fusoliera pressurizzata e in generale era molto più grosso e potente. La velocità di crociera era particolarmente rimarchevole, d'altro canto per le sue 44 tonnellate al decollo vi erano disponibili 10.000 hp.
;C-54-118:
*Equipaggio: 4
*Primo volo: 14 febbraio 1942/febbraio 1946.
*Entrato in servizio:
*Costruttore: Douglas
*Esemplari costruiti: 1.245/166
*Dimensioni: lunghezza 28,6/35,81 m, apertura alare 35,8/30,66 m, altezza 8,38/8,66 m, superficie alare 136 m²
*Peso: 17.660 kg -33.000 kg (23.358-44.089 per il C-118)
*Propulsione: 4 Pratt & Whitney R-2000-9, 1.450 CV (4 R-2800-52W da 2.500 hp)
*Prestazioni: velocità massima 442 km/h, autonomia 6.400 km, tangenza 6.800 m (573 km/h a 5974 m, crociera a 504 km/h e 6218 m, autonomia 6.148 m).
*Carico: 50 soldati
La dinastia dei Duoglas non terminò qui. Infatti presto arrivò anche il C-124 Globemaster II.
[[Immagine:C124-2.jpg|320px|left|thumb|]]
Il Douglas C-124 Globemaster II era un aereo da trasporto militare pesante impiegato dagli anni '50 fino all'avvento di aerei più grandi come il Lockheed C-141 Starlifter o C-5, negli anni '60. Derivava dal precedente C-74 Globemaster, infatti il prototipo era semplicemente il quinto C-74 con una fusoliera rifatta, portelloni a valve nel muso ma ancora gli stessi motori. Poi arrivarono anche motori potenziati da 3800 hp. La grande e sgraziata fusoliera del C-124 era stata concepita in tal guisa in quanto l'aereo doveva offrire la massima capacità di carico e infatti aveva addirittura 3 ponti di carico interni. Questo gli consentiva di trasportare oltre 200 soldati equipaggiati, mentre il motore, ad un certo punto, ritornò ad essere il tipo -20W sempre da 3500 hp. La produzione arrivò a 204 esemplari nel tipo A, poi arrivarono i C con un radar APS-42 in un radome nel muso, per compiti meteorologici, riscaldatori alle estremità alari alimentati a carburante (era per evitare le formazioni di ghiaccio), oltre che maggiore capacità di carburante e altri dettagli. I motori erano i -63A di potenza maggiore rispetto ai precedenti modelli, ma non era ancora la versione finale dell'aereo. L'YC-124B ebbe 4 turboeliche YT-34-P-6 da ben 5.500 shp, praticamente al livello d un C-130 Hercules. La macchina ebbe lungo impiego per la valutazione delle turboeliche. L'unica cosa ancora poco moderna era la mancanza di un portellone posteriore. In ogni caso, ne vennero realizzate oltre 400 esemplari dei quali gli ultimi vennero dismessi dall'ANG solo nel 1974.
;C-124C:
*Equipaggio: 8
*Primo volo: 27 novembre 1949
*Costruttore: Douglas
*Esemplari costruiti: 1.245/166
*Dimensioni: lunghezza 39,75 m, apertura alare 53,07 m, altezza 14,72 m, superficie alare 232,81 m²
*Peso: 45.888 kg -88.224 kg
*Propulsione: quattro radiali Pratt & Whitney R-4360-63A da 3.853 CV
*Prestazioni: velocità massima 489 km/h e di crociera 436 km/h, autonomia 6.486 km, tangenza 5.600 m, raggio d'azione 1.983 km con 25.401 kg.
*Carico: 200+ soldati
[[Immagine:Douglas C-133A Cargomaster USAF.jpg|320px|left|thumb|]]
Il Douglas C-133 Cargomaster un enorme aereo ad elica ed ali in posizione alta, quadrimotore, ede era l'antenato di giganti del cielo quale il moderno Lockheed C-5 Galaxy. Venne concepito come il più grande e potente turboelica americano, con funzione militare di trasporto strategico, anche su distanze di oltre 6.000 km. Gli ultimi esemplari di queste macchine, simili a giganteschi C-130 ma molto meno affidabili, speso messi a terra, vennero radiate agli inizi degli anni '70 e sostituite con i C-5.
Lo sviluppo di questo iniziò nei primi anni '50 ed in breve tempo andò in volo, il 23 aprile 1956. Non furono realizzati prototipi nel senso stretto del termine, ma direttamente aerei di serie, in due tipi diversi: quello basico era conosciuto come Model 1333. Era capace di trasportare qualunque tipo di mezzo militare americano.
Sembrava un enorme C-130 Hercules (che era un velivolo coevo della Lockheed, per cui presumibilmente si trattò di una casualità) con dimensioni maggiori del 50% circa ed una massa doppia. Aveva 4 turboeliche sistemate nelle gondole alari. L'ala era ad alto allungamento, senza diedro, mentre la coda era convenzionale, ma con i piani orizzontali sistemati, a differenza del C-130, sulla parte bassa del timone e non a contatto con la fusoliera. Questa era caratterizzata da un volume considerevole, con una lunga sezione anteriore al piano alare, come nei C-130 "allungati" moderni. L'abitacolo, con una abbondanza notevole di finestrini per la visione, era anch'esso simile a quello dell'Hercules, e come questo aveva un radar meteorologico in un "naso" nero, ma non sorprendentemente questo vano dielettrico era in proporzione alquanto minuscolo.
Tornando ai motori, essi erano turboeliche da 6000 cavalli Pratt&Whitney T34-P-3. Queste unità motrici avevano la possibilità di migliorare moltissimo le prestazioni di un velivolo che altrimenti sarebbe stato costretto ad avere 6 motori per disporre di una potenza adeguata. Nondimeno il C-133 era, tra le macchine ad elica americane, secondo in peso solo rispetto all'esamotore Convair B-36, con motori a pistoni per un totale di 14.000 cavalli. Le eliche erano metalliche, a passo variabile, e malgrado la potenza erano solo tripala, con pale ad alto allungamento e di disegno assai semplice.
Le capacità di carico erano impressionanti e non fecero che migliorare quando la potenza aumentò con i motori T34-P-7 da 6500 cv. Questo aggiornamento fu applicato anche agli ultimi C-133A, che vennero equipaggiati con questo nuovo motore. L'ultimo A venne dotato anche di un portellone a valva, per portare carichi ingombranti in maniera più semplice. Era possibile trasportare anche i missili Titan e Atlas, ovviamente senza carico di carburante e testate belliche.
;C-133B:
*Equipaggio: 2 piloti, 2 ingegneri, 1 navigatore e 1 responsabile di carico
*Primo volo: 27 novembre 1949
*Costruttore: Douglas
*Esemplari costruiti: 1.245/166
*Dimensioni: lunghezza 48 m, apertura alare 54,8 m, altezza 14.7 m, superficie alare 248,34 m²
*Peso: 54.550 kg-136.000 kg, 45.400 kg di carico
*Propulsione: quattro turboeliche Pratt & Whitney T34-P-9W, 7.500 CV
*Prestazioni: velocità massima 578 km/h, autonomia 6.590 km, tangenza 9.800 m, raggio d'azione 1.983 km con 25.401 kg.
*Carico: 200+ soldati
Lo sviluppo continuò con il C-133B, dotato di motori da 7500 cv T34-P-9W. Designato Model 1430, esso venne costruito in appena 15 esemplari oltre ai 35 prodotti nella versione A. La capacità di carico era di oltre 45.360 kg e il portellone a valva. Era possibile trasportare anche 200 soldati armati ed equipaggiati.
Il possente C-133 entrò in servizio nel 1959 e rimase in produzione fino al 1961. Poteva trasportare trasportare molto più dell'Hercules (circa il 100% di carico in più) e a distanze di 6450 km con 20 t contro 4000 e 20.000 kg del C-130.
L'enorme Cargomaster aveva dimensioni e capacità di carico spettacolari per l'epoca. Il C-133 infatti ebbe dei problemi di affidabilità dovuti alla robustezza strutturale insufficiente, con delle cause mai totalmente chiarite e indicate generalmente come affaticamento strutturale. Nondimeno, la macchina prestò servizio con il MATS, poi il MAC, in entrambi i casi si trattava del Comando trasporti dell'USAF.
Nonostante la capacità della macchina fossero per la prima volta intercontinentali (grazie alle turboeliche ad alta potenza installate), gli incidenti costrinsero a tenere a terra in più di un'occasione la flotta per risolverne i problemi. Almeno 15 C-133 vennero persi in azione durante circa altrettanti anni di servizio, e dovette essere con un certo sollievo che il MAC li sostituì, nel 1971-72 con gli ancora più potenti C-5 Galaxy.
Il velivolo americano fece in tempo a condividere i cieli con il suo unico vero equivalente, l'Antonov An-22, come anche l'equivalente inglese, benché più piccolo, lo Short Belfast. I dati erano, per tutti e tre, questi:
*Douglas C-133 -An-22-Short Belfast
*Peso a vuoto kg 54.550-114.000-57.000
*Peso massimo al decollo kg 136.000-250.000-104.000
*Carico kg 45.400-80.000-35.000
*Velocità max km/h 578-740-544
*Autonomia km 6.400 con 23 t di carico-5.500 con 80 t di carico-
*Potenza cv 24-30.000--60.000--23.000
*Lunghezza m 48-58-41
*Apertura alare m 55-64-48
*Superficie alare m² 248-345-229
*Esemplari prodotti 50-66-10
*Anno 1956-1965-1964
[[Immagine:C-119 Boxcar (2).jpg|320px|left|thumb|XC-119]]
Un altro tipo di aereo attualmente scomparso (assieme ai tanti altri che non sono 'immortali' come il C-47) è stato il C-82 e il suo diretto discendente C-119. Il primo era chiamato Packet e il secondo, molto significativamente, Flying Boxcar. Questo tipo di aereo, emulato con il Noratlas francese e con l'Argosy inglese, era caratterizzato da una tozza e corta fusoliera, con una struttura grossomodo simile a quella di un P-38 o P-61. Era un aereo, nella sua iniziale incarnazione C-82, capace di portare grossi carichi grazie al portellone posteriore a valva, che era stato pensato per l'appunto per carichi pesanti e soprattutto, ingombranti. La sua data di nascita è addirittura il 1941, quando iniziarono gli studi in merito, ma la maggior parte dell'industria era impegnata con gli aerei già disponibili e così il nuovo apparecchio, della Fairchild, aspettò fino al 1944 per andare in volo per la prima volta. Solo 3 dei 1000 aerei prontamente commissionati vennero costruiti, poi si passò a 220 C-82A che vennero consegnati entro il 1948. Queste macchine si dimostrarono eccezionalmente valide nel Ponte aereo di Berlino del 1948-49, dove il loro portellone consentiva una rapidità di scarico senza pari e quindi, di sgomberare rapidamente la pista di volo lasciandola agli altri apparecchi che atterravano di continuo nella città assediata. La carriera del C-82 però non durò a lungo: già nel 1954 venne dato in carico all'ANG. Nel frattempo stava arrivando il C-119 che era solo in apparenza simile. La cabina era molto più in basso e in avanti, la sezione di coda, che comprendeva due timoni verticali alle estremità delle travi di fusoliera e un unico grande equilibratore orizzontale ampiamente trimmato con una lunga aletta di compensazione. La motorizzazione vide la sostituzione degli R-2800 con gli R-4360, e dopo la valutazione di un C-82 trasformato nel nuovo progetto nel 1947-48, arrivò il benestare per il C-119B, seguito da 360 C-119C, dal C-119F con due motori R-3350 in 199 esemplari, poi il tipo più importante, il C-119G venne realizzato in altri 480 esemplari chiudendo la produzione nel 1955. La macchina venne generosamente fornita ad altre forze aeree, come quelle di Italia, Taiwan e India, e qualche C-119 taiwanese forse è ancora in servizio, magari come cannoniera volante.
*Fairchild C-119G Flying Boxcar
*Ruolo: Aereo da trasporto
*Equipaggio: 4
*Primo volo: 10 settembre 1944
*Costruttore: Fairchild
*Esemplari costruiti: 1.332
*Dimensioni: lunghezza 26,37 m, apertura alare 33,30 m, altezza 8 m, superficie alare 134,06 m²
*Peso: 18.136- 33.747 kg
*Capacità di carico: 4.500 kg di carico, 62 soldati o 35 pallet
*Motore : 2 Wright R-3350-89W Duplex Cyclone a doppia stella, 3.549 CV
*Prestazioni: velocità massima 476 km/h a 5182 m, di crociera 322, raggio con carburante standard 3.669 km, tangenza 7.300 m
Dopo che i C-119 entrarono in servizio rimpiazzarono rapidamente i C-82 e in Corea ebbero ampio e capillare impiego. Qualche volta vennero utilizzati anche per assalti aviotrasportati, come in una occasione nell'ottobre 1950 quando circa 40, assieme a 72 C-47 giunsero sulle retrovie coreane e scaricarono quasi 3000 uomini e 300 t di materiali in una riuscita azione che mise in rotta i soldati dell'esercito nordista. Molto più noiosa era la carriera di questi apparecchi nelle retrovie, dove i servizi di trasporto logistico erano svolti con regolarità e senza particolari sorprese negative, a parte il fatto che quando volava con un solo motore, l'apparecchio era di difficile pilotaggio. Molto più avventurosa fu la carriera dei C-119 in appoggio ai francesi, e a Bien Dien Pu scaricarono anche carri leggeri M24 Chaffee smontati. Rifornire la guarnigione assediata fu estremamente difficile con batterie di cannoni da 37 mm e mitragliere antiaeree che sbarravano il passo e costringevano a chiedere la scorta dei caccia come gli F8F. L'aeroporto venne invece ben presto reso inagibile dalle artiglierie vietminh e un C-119 venne distrutto al suolo già nei primi bombardamenti. La carriera del C-119 continuò in Vietnam, ma come cannoniera volante, col nome di AC-119G ìShadow' o AC-119K 'Stinger' quest'ultima armata più pesantemente con due cannoni da 20 Vulcan e 4 minigun. I vulcan erano stati aggiunti con questa versione. L'aereo era molto più potente dello Spooky AC-47, e provvisto di sistemi per la visione notturna e radar di localizzazione obiettivi. Vennero utilizzati per attaccare i convogli nordisti che si muovevano usualmente di notte sulla 'pista di Ho chi Min', come anche per difendere le installazioni e le basi americane attaccate di notte. La loro potenza di fuoco, specie quando vennero installati i cannoni, fu molto consistente e non avevano più bisogno di dare segni di sé con i bengala prima di sparare: la loro presenza, a parte un cupo rombo nel cielo, era segnalata da una cascata di traccianti sull'obiettivo. Alcuni ebbero un reattore dorsale oppure due sotto le ali per migliorare la potenza in condizioni di tempo caldo e o ad alte quote, come i 40 C-119 indiani. In Italia vennero impiegati a lungo, fino al 1979, partecipando alle prime missioni all'estero italiane come quella tragica in Congo, dove vi furono perdite di uomini e di mezzi, e alle missioni di soccorso delle popolazioni sinistrate sul territorio nazionale, fino a che non vennero rimpiazzati dai G-222. Da non dimenticare la presenza fondamentale di quest'aereo nel classico film 'Il volo della Fenice', nonché nel pià recente Air America con M.Gibson. Qui appare anche il compare del C-119, ovvero il C-123 medio-leggero, sempre della Fairchild. E si spiega anche un poco delle 'missioni coperte' della CIA in Estremo oriente.
Il Fairchild C-123 Provider è stato un importante aereo da trasporto tattico statunitense durante gli anni '50 e '60. Era una macchina dall' aspetto aggraziato e dalla straordinaria somiglianza con il successivo Alenia G.222, anche se la differenza tra un trasporto postbellico di prima generazione ed uno di seconda non è trascurabile, essenzialmente grazie ai motori turboelica più potenti e leggeri, che consentono anche una riduzione della superficie alare complessiva.
Il C-123 venne pensato inizialmente con il nome di MS-Avitruc ("Camion dell'aria") dalla C.A.C., specializzata in alianti d'assalto e trasporto. Presto il nome venne cambiato in XC-123, e da qui il mezzo decollò per la prima volta nell'ottobre 1949. Ma passarono altri tre anni, molti per l'epoca, prima che l'USAF lo prendesse in considerazione come aeroplano da trasporto leggero e ne ordinò 5 esemplari.
Ma l'incapacità della ditta originaria di soddisfare in fretta tale ordine fece passare il progetto alla Fairchild, che alla fine del 1953 assunse il comando del programma. Alla fine di una fase di sviluppo, che vide l'allungamento della coda con una pinna dorsale di grandi dimensioni, il C-123 volò finalmente nella sua forma definitiva nel 1954.
Il nuovo aereo venne ordinato in 302 esemplari destinati al TAC (Tactical Air Command).
Il vano di carico poteva trasportare 7,2 tonnellate e poteva trasportare sia personale che materiali pesanti, grazie alla rampa di carico posteriore e grazie a questa capacità l'aereo era certamente il benvenuto per i servizi d trasporto tattico e collegamento. Di fatto, come vari altri apparecchi diede il meglio di sé in Vietnam, dove fu ampiamente utilizzato e in parecchie versioni diverse:
*YC-123D: versione dotata di sistema di soffiaggio dello strato limite, che migliorava le prestazioni STOL
*YC-123E: dotato di fusoliera galleggiante per essere usato come una sorta di idrovolante
*YC-123H: dotato di pneumatici speciali, carrello a carreggiata larga, due turbogetti J85 ausiliari sotto le ali
*C-123K: 180 esemplari vennero dotati di due turbogetti J85 ausiliari in gondole subalari e miglioramenti all'impiantistica. Spesso erano dotati anche di serbatoi ausiliari sotto l'ala.
*C-123J: dotato addirittura di sei reattori ausiliari, ideato per operare in climi artici, con prestazioni di decollo e atterraggio corti elevatissime
*UC-123K: dotato di irroratori per agenti defolianti (ovvero l'infame 'Agent orange' alla diossina)
*N-123K: dotato di sensori per la sorveglianza notturna
Il C-123 Provider, con la sua sagoma tozza ma aggraziata è conosciuto dal grande pubblico per almeno due film in cui ha preso parte: Air America e Con Air in cui viene utilizzato per il trasporto detenuti (e in questo caso, inseguito e mitragliato da elicotteri AH-1 Cobra, effettivamente solo di poco più lenti).
[[Immagine:Alenia.g222.fairford.arp.jpg|320px|left|thumb|]] Uno degli ultimi aerei dei tanti modelli cargo entrati in servizio negli USA è il G-222, importante aereo da trasporto tattico dell'Aeritalia. Questo robusto cargo venne scelto già nel 1990 come trasporto per missioni 'speciali' nella zona del Canale di Panama, e comprato in una decina di esemplari. Attualmente il tipo aggiornato con motori e avionica del C-130J è stato dichiarato vincitore rispetto al CN-295, di prestazioni inferiori ma di costo più contenuto, come nuovo apparecchio da trasporto leggero dell'USAF.
*Prestazioni: circa 440 km/h v. max crociera, 540 massima; autonomia 1.390 km con max carico utile
*Pesi: a vuoto 14.000 kg, max 28.000 di cui 9.000 kg di carico, oppure 44 soldati
*Motori: 2 turboeliche con eliche tripala
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Il celebre '''C-130 Hercules''' nacque nel 1951 a seguito della richiesta dell'USAF di un aereo da trasporto medio a turboelica. Vinse il C-130 contro proposte della Fairchild, Douglas e Lockheed. Il progetto YC-130 della Lockheed ottenne subito l'appoggio dell'USAF grazie alle caratteristiche intrinseche del progetto: la grande differenza rispetto agli altri aerei da trasporto dell'epoca stava infatti nella coda rialzata con la rampa di carico posteriore, ala alta e quattro motori a turboelica.
[[Immagine:C-130 Waterdrop.jpg|320px|right|]]
La rampa di carico posteriore permette un agevole accesso al vano di carico, velocizzando così le operazioni; i vecchi aerei da trasporto come il C-54 erano dotati di un portello di carico laterale, piccolo e troppo alto rispetto al suolo. L'YC-130 uscì dalla fabbrica nel 1954. L'Hercules è in grado di utilizzare piste semi preparate che gli permettono di operare in qualsiasi scenario bellico, anche a pochi chilometri dal fronte: durante la guerra del Vietnam fu uno degli aerei più utilizzati. La prima unità ad essere equipaggiata fu il 463th Troop Carrier Wing nel dicembre 1956 ad Ardmore, Oklahoma. Le versioni successive furono la B, con vari miglioramenti, la E con raggio d'azione maggiore, l'HC-130 per ruoli di soccorso, il C-130F con compiti di trasporto per la Marina USA e il suo derivato per compiti di supporto alle missioni scientifiche con carrello munito di sci(uno di questi aerei, rimasto intrappolato per anni tra i ghiacci polari, è stato di recente recuperato). Altro velivolo è il KC-130F che i Marines hanno ampiamente utilizzato come aerocisterna, ma non mancano nemmeno versioni specializzate in compiti particolari: aerei di questo tipo, con una fusoliera larga abbastanza da permettere carichi larghi 3,12 m, è ampiamente utilizzabile per azioni di ogni genere, e tra queste vanno considerate quelle assegnate al ramo ELINT. Questo comprende le versioni C-130A-II e C-130B-II, il più recente EC-130H che nel 1982 entrò in servizio a Davis-Mountain col 41imo Gruppo ECM per missioni altamente segrete, l'EC-130E in due diverse incarnazioni, la prima con sistema di comando USC-15 e la seconda con sistemi aggiuntivi per l'avionica di comando e controllo. Hanno operato in piccolo numero in funzioni di controllo volante per intercettori. La Marina invece utilizza l'EC-130G e il -Q, che con speciali sistemi di comunicazione a lunghissima onda nella banda VLF, possono comunicare con i sottomarini immersi tramite antenne a filo lunghe chilometri. Sono stati poi sostituiti con l'E-6A TACAMO, della famiglia 707, che offre maggiore velocità di posizionamento. Inoltre non sono mancati i modelli degli Hercules con sistema radar del molto più piccolo e angusto E-2, ma piuttosto sorprendentemente con poco successo. La versione da pattugliamento dell'Hercules è la C-130H-MP con autonomia anche di 16 ore a 1525 m di quota. 20 HC-130 sono stati a suo tempo ordinati dall'US Coast Guard. Il C-130 più diffuso è peraltro il modello H, apparso nel 1964 e dotato di nuovi motori potenziati, con nuove eliche quadripala a larga corda per assorbire meglio la potenza disponibile e farne un miglior uso. È questo tipo ad avere avuto il maggiore successo di vendite, che hanno totalizzato circa 2000 aerei. Un tipo ancora migliorato è stato il C-130H-30, che è stato dotato in una fusoliera allungata: infatti, come spesso accade, si è constatato che le capacità di carico erano più limitate dalla mancanza di spazio che di peso utile, e così allungando la fusoliera con tanto di un certo aumento di peso, sono state nondimeno accresciute le possibilità pratiche di portare più merci o uomini, o in generale più oggetti di peso unitario ridotto (mentre per i mezzi pesanti resta forse la migliore il C-130 a fusoliera corta, essendo più leggero). Il modello H base trasporta 19.686 kg di carico, o 92 soldati, o 64 paracadutisti, o 74 barelle e due infermieri. La fusoliera allungata migliora la capacità di carico del 37% e la metà della cospicua flotta britannica di Hercules ha ricevuto come ammodernamento queste sezioni di fusoliera aggiuntive. A parte questo, i C-130 Hercules, chiamati C. Mk 1 (K), sono stati aggiornati a vari standard, come l'LR.2 con due serbatoi supplementari, LR4 con 4 serbatoi, sempre sotto le ali, PLR2 con due serbatoi ma anche sonda sopra la fusoliera per il rifornimento in volo. Infine 4 sono stati trasformati in aerocisterne. La RAF è il principale utente estero dell'Hercules e gli oltre 60 consegnati hanno superato ampiamente il milione di ore di volo. La versione J ha nuovi motori ad alta efficienza e nuove pale dell'elica 'a scimitarra' con una sofisticata aerodinamica per ottimizzare la spinta. La versione 'ridotta delle capacità del C-130J è il C27J, con due motori dello stesso tipo, come dello stesso tipo è l'avionica, pure essa di nuova generazione. Tra l'altro, notare che l'AMI ha lasciato perdere, sotto il governo Berlusconi, la volontà espressa di ottenere ben 44 FLA e ha comprato invece il C-130J, chiaramente non senza il recondito obiettivo di favorire il programma C27J, guardacaso apparso appena l'anno precedente, nonché in generale i rapporti bilaterali italo-americani a scapito di quelli europei.
Nel 1963 vennero effettuati numerosi decolli e atterraggi sulla portaerei USS Forrestal che dimostrarono la sua impressionante capacità di operare da piste corte; tuttavia le prove non portarono ad alcun sviluppo operativo a bordo delle portaerei. Quanto alla carriera del C-130, troppo lunga e tediosa sarebbe anche solo una esaustiva elencazione delle operazioni in cui è stato utilizzato: il rifornimento durante l'assedio di Khe Sanh nel 1968 (ripetizione, stavolta favorevole ai difensori, di Dien Bien Phu)è stato uno dei momenti più alti e drammatici del loro impiego in Vietnam, dove per 77 giorni una forza iniziale di 72 C-130, 58 C-123 e 81 C-7 Caribou rifornì con 12000 t di materiali la guarnigione assediata. E siccome la manovra di scarico classica, per quanto rapida, era troppo pericolosa, in genere erano utilizzate delle tecniche di scarico come la LAPES, che consisteva nel porre l'aereo a 1,5 m di altezza sulla pista e poi scaricare con un paracadute frenante un intero carico su di una speciale slitta (il paracadute era utile per estrarre il carico, non per rallentarlo). Con questo sistema si poteva, volendo, scaricare anche un carro leggero M551 Sheridan da 15 t. Nel frattempo per combattere i nordvietnamiti che giunsero anche a 20.000 nel momento di massimo sforzo, contro 6000 marines, vennero utilizzati gli aerei tattici senza economie: 24000 missioni di caccia, addirittura 3000 di bombardieri B-52. Altri C-130 erano meno 'nobili' come quelli impiegati nell'operazione 'Ranch Hand' per il lancio di defolianti. A parte questo, vi erano anche le cannoniere AC-130 in azione, ma questa è un'altra storia. In seguito i C-130 continuarono il loro ruolo di trasporti d'assalto con il raid israeliano di Entebbe, che da solo meriterebbe un capitolo: si trattò di liberare gli ostaggi israeliani detenuti in Uganda e riuscì pienamente, con la distruzione tra l'altro di 11 caccia MiG sull'aeroporto per evitare inseguimenti agli Hercules in fuga. Gli argentini usarono gli Hercules per rifornire le Falklands e uno di questi preziosi aerei venne abbattuto da un Sea Harrier riempiendolo di colpi da 30 mm e con un missile Sidewinder. Altri Hercules, da una parte e dall'altra erano usati come macchine logistiche o per il rifornimento in volo. Gli argentini usarono i C-130 anche come bombardieri navali a lugo raggio e uno di questi scovò una nave inglese requisita e militarizzata, e la colpì con una salva di bombe, che pur non esplodendo, resero consigliabile affondare la nave invece che tentare il disinnesco. Altri Hercules vennero usati nel '65 dai Pakistani come bombardieri notturni, con risultati piuttosto buoni anche in azioni tattiche. Gli Indiani ricambiarono nel 1971 con gli Antonov 12. Non dimenticandosi poi che le enormi bombe FAE come la Daisy Cutter sono state sganciate, a causa della loro massa e ingombro, dai C-130 in Vietnam per preparare siti d'atterraggio per elicotteri, in Irak per distruggere campi minati. Sono praticamente delle simil-bombe atomiche e sono state realizzate in formati da circa 5-6 t. Il loro posto è attualmente preso dalla MOAB, la 'madre di tutte le bombe' con massa di quasi 10 t.
Le numerose versioni prodotte gli oltre 40 Paesi utilizzatori confermano la validità dell'Hercules ed è tutt'oggi lo standard di riferimento per gli aerei da trasporto militare. Fa parte anche delle dotazioni dell'Aeronautica militare italiana che dopo aver utilizzato la versione H dal 1972 al 2000 in seno al 50° Gruppo della 46° Brigata di Pisa, dal 2001 utilizza i nuovi C130J e C130-30J (la versione a fusoliera allungata), assegnati al 2° e 50° Gruppo (gruppo che nell'estate 2003 ha effettuato numerosi prove sulla vecchia pista in erba dell'Aeroporto di Foligno per la verifica e l'addestramento sui mezzi da impiegare in missioni all'estero). Da non dimenticare che in Italia il C-130 fu protagonista dello 'Scandalo Lochkeed' ovvero di tangenti pagate per favorire i C-130 nella gara per il nuovo aereo da trasporto tattico, vinta contro il C-160 e il G-222. Col senno di poi ci si potrebbe chiedere perché si dovette ricorrere a tali mezzucci quando siaveva giù il prodotto migliore, ma tant'é. 14 C-130 vennero ordinati nei primi anni '70 e hanno servito molto bene, nonostante due perdite, per i 30 anni successivi.
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[[Immagine:C-141 flying.jpg|320px|right|]]
Il '''Lockheed C-141 Starlifter''' è un aereo da trasporto tattico-strategico entrato in servizio nell'USAF negli anni '60 e mai esportato. Fu costruito in quasi 300 esemplari, le cui prestazioni STOL sono state apprezzate, così come la capacità di trasportare 40 tonnellate di carico. La flotta fu "ricostruita" ben due volte, aggiornandola alla versione C-141B con fusoliera allungata e C-141C dotata di altre migliorie. È in grado di decollare da spazi corti, come l'equivalente Ilyushin Il-76 sovietico, ma quest'ultimo ha anche la capacità di usare piste semi preparate, e forse è per questo che ha sostituito l'equivalente del C-130, l'An-12, piuttosto che integrarlo.
La RFP 182 relativa ad un aereo da trasporto vide il Lockheed C-141 spodestare la supremazia della Douglas e della Boeing. Il nuovo aereo, che volò la prima volta giàil 17 dicembre 1963 per poi entrare in servizio con il 1501 ATW di Travis, California, era stato concepito non come aereo da trasporto 'semplice', ma come elemento principale del sistema di supporto logistico integrato 476L. Dalla primavera del 1965 l'avvento di questo apparecchio, che era un quadrigetto (per la prima volta in assoluto nel campo dei velivoli da trasporto tattico), potenziò in maniera straordinaria le capacità di trasporto utile dell'USAF, il che sarebbe stato di fondamentale importanza per la lunga e drammatica Guerra in Vietnam. Nel frattempo il Comando Trasporti diventò da MATS a MAC, ma in ogni caso, ebbe in carico 284 apparecchi della version C-141A.
Questa macchina, differentemente dal suo equivalente, seppure giunto molto in ritardo, il Il-76, non ebbe altro ruolo se non quello del trasporto pur possedendo indubbiamente qualità e potenzialità, a cominciare da una elevata velocità di crociera e dalla capacità di utilizzare piste corte (ma, assolutamente, non quelle semipreparate). L'aereo era dotato di una fusoliera piuttosto lunga e stretta, ali alte ampiamente ipersostentate, sia nel bordo d'attacco che d'uscita, coda con piano a T al suo estremo vertice,con un cono centrale aerodinamico, e una fusoliera sorprendentemente bassa: pur essendo alto poco più di un C-130, pesava il doppio. I motori, sistemati sotto le ali, erano di una nuova generazione, quella dei turbofan, in particolare erano i TF-33.
L'entrata in servizio coincise, chissà se casualmente, con l'aumento dell'impegno americano in Vietnam, fino a diventare una vera e propria guerra ufficiale con l'Incidente del Golfo del Tonchino. In ogni caso, il C-141 venne subito impiegato per trasporti pesanti e di truppe, onde rifornire quel lontano teatro operativo, mentre d'altro canto dal Vietnam tornava spesso con un altro carico: data la sua velocità, era anche idoneo al rimpatrio rapido dei feriti barellati. Insomma: all'andata portava truppe 'pronte', al ritorno quelle 'fuori combattimento'. Fin da subito ci si avvide che questo apparecchio era limitato dal volume disponibile piuttosto che dal peso utile trasportabile nella fusoliera, ma nonostante si fosse pensato ad allungarla, non si fece assolutamente nulla fino al 1976, quando venne aggiudicato alla Lockheed un contratto per portare importanti innovazioni all'aereo: una era l'allungamento della fusoliera, che consisteva in una sezione di 4,06 m davanti alle ali e di una da 3.05 m dietro le stesse, e l'altra era il ricettacolo per il rifornimento in volo, proprio dietro l'abitacolo.Infatti, nonostante il lungo raggio d'azione, la macchina fino ad allora non aveva avuto modo di migliorarlo con l'aiuto di aerocisterne. Nel Marzo 1977 volò quindi l'YC-141B che mostrando pochi problemi nella valutazione, passò rapidamente in produzione, anche se solo come trasformazione dei precedenti C-141A: nessun nuovo C-141B venne prodotto.
;C-141B:
*Primo volo: 17 dicembre 1963 (A), marzo 1977 (B)
*Entrato in servizio: primavera 1965, dicembre 1979 (B)
*Costruttore: Lockheed
*Esemplari costruiti: 284
*Dimensioni: lunghezza 51,29 m, apertura alare 48,74 m, altezza 11,96 m, superficie alare 299.88 m²
*Peso: 67.186-155.580 kg, capacità di carico 41.222 kg
*Propulsione: 4 PW TF33-P-7 da 9.526 kgs
*Prestazioni: velocità massima di crociera 910 km/h, autonomia 4.725 km con 41.222 kg, tangenza 12.680 m
Le consegne al MAC iniziarono nel dicembre 1979, 14 anni dopo l'entrata in servizio della versione A e diversi dopo la fine della Guerra in Vietnam ,ma ancora in tempo utile per sfruttare una grossa parte della vita residua degli Starlifter. Quando tutte le trasformazioni, completate in pochi anni (entro il 1982) vennero terminate, le capacità di trasporto del MAC ebbero un miglioramento analogo a comperare 90 nuovi C-141A, ma senza incrementare gli equipaggi e i reparti aerei. In tutto vennero ricostruiti non meno di 270 apparecchi, ovvero tutte le macchine superstiti al duro lavoro, talvolta con gravi incidenti, di aereo da trasporto avanzato. La colorazione passò inoltre dal bianco candido a una tigratura di grigio chiaro e grigio scuro, in funzione mimetica, che lo rendeva abbastanza simile cromaticamente ad un C-130. La bozza sopra l'abitacolo per il ricettacolo, la fusoliera molto più lunga e la mimetizzazione contribuivano a dare al C-141B un'aria molto più aggressiva ed elegante rispetto al tozzo modello A.
Un ulteriore aggiornamento ha avuto poi luogo con i C-141C, ulteriormente aggiornati con componenti più moderni in vari settori vitali, e ringiovanimenti strutturali.
Nell'insieme, il C-141 fu un trasporto rivoluzionario come capacità, che avrebbe preparato poi al successo del più grande C-5 Galaxy.
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[[Immagine:C-5 Galaxy.jpg|320px|right|thumb|Un 'Galaxy' con la vecchia mimetizzazione grigio-verde scuro]]
Il '''C-5 Galaxy''' è il vincitore della specifica per un nuovo aereo intercontinentale da trasporto, degno sostituto del C-133, di cui anzi è nettamente superiore. All'epoca, per un breve periodo, l'aereo più grnade del mondo era il colossale An-22 Antei, con le turboeliche del Tu-95 e un disegno generale simile a quello di un An-12 molto ingrandito. Gli americani volevano (ovviamente) primeggiare in ogni campo e così presero in considerazione due progetti giganteschi: vinse il C-5 per la sua ala alta, mentre il Boeing 747 per la sua ala bassa venne scartato. Come tutti sanno, si sarebbe rifatto ampiamente sul mercato civile, dove viceversa l'ala alta del C-5 non era gradita. Prodotti oltre 100 aerei prima nella versione C-5A, poi nella versione B negli anni '80. Attualmente sono in trasformazione allo standard C. Con il C-5, la Lockheed completò la formidabile terna di successi che l'hanno imposta nel trasporto militare, prima americano e poi mondiale: C-130 del '51 per i ruoli 'leggeri' (in altri Paesi sono quantomeno medi, se non pesanti), il C-141 del '63 quelli medi, il C-5 del '65 per quelli pesanti.
Lo sviluppo del C-5 iniziò con una specifica del MATS per un nuovo super-aereo da trasporto, il CX-4. Il velivolo doveva essere capace di rimpiazzare i C-133 ad elica, che non erano esattamente velivoli di eccezionale affidabilità, ma anche gli unici che fossero dotati di capacità di trasporto strategico. Poi all'epoca la propulsione tutto-getto era talmente lanciata verso il futuro, che già si immaginava di realizzare aerei capaci di portare fino a 800 persone a bordo. Il tutto venne accentuato dalla Crisi di Cuba, dove venne identificata largamente l'esigenza di trasportare equipaggiamenti pesanti alle lunghe distanze. Il 20 giugno 1963 vennero modificate le linee guida della specifica e il CX-X doveva diventare un velivolo da mach 0,75 e volare con 52 t a 9.000 km. Poi il 27 aprile 1964 vennero modificati al livello CX-HLS: con un peso massimo al decollo, senza precedenti, di 272 t, poi cambiando la specifica con il CX-HLS per trasportare 56.700 kg a 12.875 km. HLS significa Heavy Logistic System e la specifica suddivise in due i competitori: per la cellula e per il motore.
Dopo che si arrivò alla fase finale in cui parteciparono Douglas, Boeing e Lockheed, vinse quest'ultima. Gli altri ebbero una carriera diversa: il Boeing era il 747F, versione cargo del progetto che ha rivoluzionato il trasporto aereo. Quanto al Douglas, esso era esareattore, poi quadrireattore, e da cui si sperava di ricavare anche il DC-10 da trasporto civile; poi questo progetto diverrà invece, trireattore, mentre l'USAF ne comprò parecchi come KC-10 aerorifornitori. Insomma, alla fine i 'perdenti' del concorso divennero i veri vincitori rispetto al progetto Lochkeed. I motori, con la competizione finale tra PW (con il JTF14E) e G.E. (con l'YTF-39), dovettero faticare molto: il peso, a furia di aumentare le esigenze, a 320 tonnellate e a oltre 70 metri di lunghezza, quando il C-141 misurava 146 t e 45 m rispettivamente. Grazie all'uso del test-bed volante in scala 0,5:1 del suo TF-39 da 18 kN. Così nell'agosto del '65 vinse la casa di Everdale con un contratto di 459 mln per sviluppare il progetto e costruire 58 motori. Della sorte del Model 747 si è già accennato, ma per quello che riguarda il futuro C-5 Galaxy, il MOdel GL500-13-7, la scelta lo premiò nel 1965 (l'annuncio di McNamara è del 30 settembre) prima ancora che si cominciasse a costruire il prototipo, che, uscito il due marzo, volò il 30 giugno 1968, mentre l'inizio delle consegne avvenne alla fine del 1969, il 17 dicembre. Da subito l'aereo aveva attirato l'attenzione mondiale per la sua enorme struttura, mentre l'equipaggio rilevò anche una valida maneggevolezza.
All'epoca la Guerra in Vietnam era già praticamente persa, dopo che l'offensiva del Tet fece considerare chiaramente che non v'era modo di vincere il conflitto, almeno in termini pratici, contro un nemico che non era affatto impressionato dalla formidabile macchina bellica americana. Tuttavia sarebbero stati utili almeno per il disimpegno dal S.E. asiatico.
Ne vennero ordinati 58, da far seguire da altri 57 del modello B e 85 C, tutto allo stabilimento Air Force Plant 6 di Marietta, quello che produsse molti B-29 durante la guerra. In effetti, però, si sospettava che il C-5 fosse un vincitore di tipo 'politico' rispetto a Boeing e Douglas, i cui progetti erano stati valutati meglio dall' SFSC. Ma con la guerra in Vietnam, le polemiche vennero messe da parte e serviva un aereo da trasporto globale. In effetti, la vittoria Lochkeed fu in realtà l'inizio della fine nel settore trasporti pesanti, mentre MDD e Boeing si sarebbero rifatte poi.
Il problema erano però i guai strutturali dell'aereo, i cui prototipi erano in costruzione dall'agosto 1966. Nel luglio 1969 prove statiche dimostrarono che la struttura del Galaxy non riusciva a sorreggere tutto il suo peso: all'84% del carico massimo previsto, essa letteralmente collassò. Non solo, ma la vita utile dell'ala, prevista per 30.000 ore, era in realtà valutabile in 8.000. Per questo l'USAF tagliò, almeno per il momento, l'ordine ad appena 81 aerei, tutti del tipo 'A'. Era il peso a vuoto l'elemento fondamentale del contratto, elemento non rispettato dalla necessità di irrobustire la struttura. Per l'epoca erano già stati completati 60 cassoni alari e questi dovevano essere modificati o accettati con pesanti limitazioni. La Lockheed, forse per la prima volta, ebbe dei problemi di realizzazione entro costi e tempi previsti. Stiamo parlando della compagnia che aveva prodotto in quattro e quattr'otto l'SR-71 e tutta la famiglia dei 'Blackbird'. Al contempo, anche il Tristar ebbe problemi dovuti ai motori britannici RB.211. Si cercò di rimediare ai problemi dell'aereo con l'ALDCS, un sistema automatico per la riduzione degli sforzi sulla struttura (a seconda delle sollecitazioni aerodinamiche), con l'uso degli alettoni deflettendoli a seconda dei casi.
Il Galaxy era un apparecchio che si può ben considerare come un C-141 'moltiplicato': aveva quasi il triplo della capacità di carico e un peso più che doppio. La macchina aveva ala alta, ipersostentata, con flap Flower in sei sezioni sul bordo d'uscita, accompagnati da 6 spoilers per ala, e slat su tutto il bordo d'entrata, in altre 7 sezioni. I piani di coda, enormi, erano e sono a T: sono talmente grandi, che esiste addirittura una scaletta interna per raggiungere, dal cono di fusoliera, la 'navicella' tra i piani di coda orizzontali per eventuali controlli o manutenzioni. La velatura aveva una freccia di appena 25°, senz'altro poco, ma comparabile con il C-141 che costituiva senz'altro la base da cui la Lockheed aveva tratto l'esperienza per provare il suo nuovo super-cargo. Il B-747 aveva una freccia di 37°30', tanto per capire la differenza; ma le prestazioni all'atterraggio sono inversamente proporzionali all'angolo di freccia e direttamente proporzionali all'allungamento, per questo il C-5 è stato progettato con un'ala non velocissima in crociera, ma efficiente al momento dell'atterraggio, con 67,9 m di apertura alare. Questo gigante, fatto in lega leggera 7175, è riuscito, assieme al B747, a togliere il fresco titolo dell'An-22 di aereo più grande del mondo. Naturalmente le ali sono costruite in maniera complessa, in 5 sezioni di cui la centrale è solidale con la fusoliera, mentre vi sono alettoni, 18 spoiler per la direzione e 12 slat. La fusoliera, a sezione a 8, termina con i piani a T che servono per assicurare un flusso d'aria costante in qualunque assetto, e riducono la resistenza aerodinamica, cosa importante per la velocità di crociera con consumi ridotti (e specialità della Lochkeed, si pensi all'F-104).
La capacità di carico arriva a 100.228 kg di carico, oppure 350 soldati. Questi sono ospitabili sul piano superiore dell'enorme fusoliera con sezione vagamente a '8' e a doppio ponte, pressurizzata a 0,56 bar; questo vano ha 75 sedili, e tanto di cucinotto nella parte posteriore di questa sezione di carico superiore. Altri 275 sono ospitabili ventulamente nel vano di carico principale, dotato di seggiolini come optional se il velivolo viene usato come trasporto truppe, e anche per questo vi sono 2 toilette disponibili. Il piano inferiore ha un pianale che riesce a resistere anche a 1.953 kg-m2 di pressione: lungo 36 m, largo 5,79, con una volumetria totale di quasi 1.000 m3, per poter trasportare 36 pallet o 2 M60, o 2 M1 (ma solo con alcune restrizioni di prestazioni e manovra, salendo ad un carico effettivo di circa 130 t), o ancora 6 AH-65 o 7 UH-1, o 14 Hummer in versione TOW, o un mortale missile ICBM Minuteman. Quest'ultimo venne sperimentato in un tentativo del tutto desueto di trasformare il C-5 Galaxy in un vettore di missili ICBM! Il lancio avvenne nel 1974 dalla rampa di carico posteriore.
Il vano di carico ha una rampa su tre parti, due abbassabili e uno estensibile, che vengono abbassati dopo che viene aperto il portellone a valva. Ma l'aereo ha anche un'altra caratteristica, che lo rende analogo ad un traghetto Ro-Ro volante: l'intero muso (contenente il radar meteo, e una paratia pressurizzata) si alza come la visiera di un antico elmo, e si abbassa una rampa su due pezzi telescopici, il che fa risparmiare, nonostante l'apparenza, molte complicazioni rispetto ai tipi a valva Boeing e MDD.
I motori, estremamente potenti, sono 4 GE TF39-GE-1C da 18.598 kgs l'uno, dei turbofan di nuova generazione -per l'epoca-, che sono collegati a un impianto carburante capace di 192.494 (altre fonti parlano di 194.370) l, tutti nelle enormi ali e integrabili da un ricettacolo capace di accogliere fino a 4.540 l.min. Questi motori avevano dimensioni eccezionali, ed erano i capostipiti dei motori tipici degli aerei moderni,specie i 'wide body'. Essi si facevano notare per un rapporto di diluizione di 8:1, in un'epoca in cui era normale ancora costruire aerei da trasporto con turbogetti puri. Solo un altro motore G.E. ha battuto tale primato con 9:1. I grandi turbofan nascono con questo motore, che offre basso consumo, ma a prezzo di una sagoma frontale enorme, con la ventola bistadio dotata rotori da 1,5 e 2,44 m. Il tutto consente una velocità di crociera di 830 km/h a 7.600 m. Vi era anche un inversore di spinta capace di erogare oltre 7.200 kgs all'indietro. Il motore aveva compressore assiale da 16 stadi per altrettanti valori di compressione, con flusso d'aria di 87 kg.sec, mentre la ventola esterna ne faceva 700. La camera di combustione era anulare. Le pale della turbina erano raffreddate con un sistema sofisticato chiamato film cooling, il che ha permesso una T° d'ingresso nella turbina di 1.316°, dando di conseguenza consumi molto contenuti, di 8,93 mg/Ns o 0,315 kg-kgf-h, un valore difficile da battere a tutt'oggi e circa la metà dei turbofan di un Tornado. La turbina AP ha due stadi, la BP altri sei.
I carrelli erano 5, uno sterzante e 4 principali, tutti con 4 ruote, ma quelli posteriori le hanno in tandem e quello sterzante tutte affiancate. In tutto 28 ruote, tutte intercambiabili, della Goodrich. Altri impianti importanti sono due APU, impianto elettrico a 115-200 V, una turbinetta eolica ausiliaria, sistema idraulico a 4 reti con 8 pompe (azionate dai motori) per 207 bar di pressione, sistema di pilotaggio idromeccanico.
L'aereo venne ampiamente usato nel SE asiatico dal 1971, ma anche nella Guerra del Kippur, quando venne utilizzato in voli senza scalo per rifornire Israele: infatti era capace di essere anche rifornito in volo con un ricettacolo proprio sopra l'abitacolo, che di per sé è talmente piccolo che quasi scompare nella mole della fusoliera. L'aereo ha avuto inizialmente un ordine per 115 aerei, poi ridotti a 81 per i problemi finanziari dovuti all'aumento dei costi. L'ultimo venne consegnato nel 1973. Venne utilizzato nel SE asiatico per ruoli logistici, ma anche per evacuare i civili negli ultimi periodi convulsi della guerra. Uno decollò con centinaia di bambini orfani sfollati dal Paese. Ad un certo punto i portelloni posteriori si aprirono, ma l'aereo riuscì ad eseguire un atterraggio d'emergenza. Purtroppo, oltre 200 bambini erano stati risucchiati fuori dalla carlinga in quello che fu forse il più grave degli incidenti aerei in Vietnam. In generale, l'affaticamento dell'ala diede problemi e nel 1978 si decise di costruire una nuova ala, visto che il C-5, differentemente dall'An-124 pariclasse, era pensato non per carichi eccezionali, ma per esercitare di continuo il compito per gli interessi globali degli USA, tanto che la loro vita utile era prevista in ben 30.000 ore di volo, equivalenti a oltre 1.000 giorni consecutivi. Ma per risolvere il problema era necessario riprogettare le ali, cosa fatta su 77 set con il nome di 'Pacer Wing', con un nuovo cassone centrale d altri elementi strutturali con una nuova lega metallica, che peraltro aumentò il peso da 23,6 a 31,75 t. Ma l'affaticamento strutturale era ridotto e il carico massimo aumentato, così che l'aereo risultava più efficiente e qualificato per le sue 30.000 ore di volo. Ci volle molto tempo, però: il programma venne infatti terminato solo nel 1987, a sette anni dalla sperimentazione in volo delle prime ali, e a circa 20 dalla scoperta delle debolezze dei C-5A. Di questi diversi andarono persi. Tra questi, 3 almeno al suolo per incendi, e uno durante l'evacuazione di Saigon. Successe che il vano di carico si aprì in volo e il velivolo dovette atterrare in emergenza. Vi furono molte vittime, perché il destino infido volle che in un raro caso di incidente ai C-5, venissero trasportati centinaia di bambini, per lo più orfani, al suo interno. Moltissimi volarono letteralmente al di fuori del ponte posteriore per via della decompressione e della corrente d'aria.
Mentre i 76 C-5A superstiti venivano aggiornati allo standard B, altri 50 nuovi sono stati ordinati alla Marietta, e consegnati negli anni '80 (1983-87). Questo era stato determinato dalla riuscita del programma d'irrobustimento alare e l'amministrazione Reagan, ben propensa a mostrare i 'muscoli', ordinò nel 1981 altri 50 aerei, anche questa volta vincendo contro il 747, la cui ala bassa era probabilmente ritenuta inadatta all'impiego militare. Il C-5B aveva radar APS-133, display a colori, motori potenziati e altro ancora; il primo venne mandato in aria il 30 settembre 1985 e l'ultimo venne consegnato appena 19 mesi dopo, il 17 aprile 1989, così che alla fine della Guerra fredda il C-5, AKA 'Fat Al', divenne, da fragile e ingombrante gigante, uno strumento versatile e potente. Specialmente in Desert Storm, per la cui campagna nell'agosto 1990-marzo 1991 trasportò qualcosa come 519.000 t di materiali e 482.000 soldati: un intero gruppo di armate. Senza quest'aereo, l'operazione non sarebbe stata forse possibile.
[[Immagine:C-5 landing.jpg|350px|right|thumb|Il nuovo look a bassa visibilità del C-5]]
Tra aggiornamenti al tipo A, produzione del tipo B, e aggiornamenti del C-141 allo standard B, le capacità di trasporto aereo dell'USAF, piuttosto decadute negli anni '70, vennero aumentate grandemente contribuendo all'ultima fase della Guerra fredda e fruttando per le successive campagne belliche. Due aerei, modificati per imbarcare anche i grandi carichi della NASA, sono diventati C-5C. Recentemente i molto affaticati Galaxy, fondamentali per gli innumerevoli impieghi oltremare e relative campagne belliche, sono stati programmati per l'aggiornamento allo standard più recente, a cominciare dalla motorizzazione. Vi sono due possibilità: la AMP per la modernizzazione avionica, e la RERP per la sostituzione dei motori, più ambizioso. Il primo è iniziato nel 1999 e dopo qualche incertezza, la IOC è arrivata nel 2007, con un costo di circa 12 mln per ciascuno dei 52 esemplari, tra l'altro con display a cristalli liquidi. Poco se si considera il costo della rimotorizzazione, ma del resto è basato sul sistema già messo a punto per il B.777 (VIA). Ha 7 MFD e 4 linee digitali di interscambio dati a 60 mb/sec. Vi sono poi ancora problemi di 'dentizione' e molti difetti tecnici, in via di risoluzione. Per rimpiazzare i motori il 4 agosto 2000 è stato scelto il CF6<ref>M.T. ''Aspettando il dopo C-5'', A&D dic 2008 p.56-58</ref>. Questo nacque poco tempo dopo il motore del C-5 e ne conservava il nocciolo (AP e camera combustione) nel tipo TF-39 civile (per il DC-10), con rapporto di diluizione 5,7:1 per maggiori velocità di crociera rispetto a quella sorte di 'mulino a vento' che era il motore del C-5. Esso è stato poi evoluto nel nuovo CF-6, radicalmente aggiornato e entrato in servizio nel 1982. Esso dimostrò affidabilità e basso consumo, così da essere utilizzato da Airbus A.200-310 e B.767; Dal 1985 la sua versione evoluta CF-6-80C2 ha accumulato oltre 82 mln di ore di volo su oltre 1.000 aerei (al 2003) con un'affidabilità complessiva del 99,96%. Inoltre esso comporta una ridotta manutenzione e il rispetto delle normative FAA sul rumore, per cui è dispiegabile anche in aeroporti civili. Il rapporto di compressione è di 31:1 anziché 22:1 del suo predecessore TF-39, quello spinta: peso di 6,2:1 anziché 5,44, e le riparazioni sono 1 ogni 10.000 ore (con un record di 30.000 ore!) anziché 2.700. Il rapporto di diluizione è di 5,2:1.
Questo impianto propulsivo è quindi molto superiore rispetto al vecchio modello; esso però sarà montato solo con una spesa per la rimotorizzazione, dei 126 aerei ancora in servizio, di ben 10,357 mld di dollari inizialmente previsti, ed aumentati a oltre 15 mld pur riducendo il numero degli aerei da aggiornare a 111. Le prime prove sono avvenute nel gennaio 2006. Con questi motori i C-5M hanno modo di incrementare la spinta al decollo del 22% e lo spazio di decollo del 30%, aereo che potrà arrivare in servizio persino al 2031, forse al 2046. Anche per questo adesso è chiamato 'Super Galaxy', adesso vola dal 18 agosto 2008. In ogni caso i velivoli da aggiornare sono stati ridotti ancora di poco, leggermente, a 108 in totale. La spesa per aggiornarli è quindi enorme: oltre 150 mln di dollari per esemplare. Anche per questo l'idea di bloccare il programma, che ha sforato i costi di oltre il 50% (oltre il 60 se si considera il minor numero di esemplari), in cambio di altri C-17, solletica non poco le menti dei pianificatori del Pentagono e dei politici. Inoltre vi sono ulteriori competitori. Uno è il B.747F, molto efficiente e valutato contro il C-5B negli anni '80 e contro il C-17 negli anni '90. Con una capacità di portare 113 tonnellate a ben 9.200 km, la cosa non stupirà. Essendo un velivolo civile, esso costa molto meno delle stringenti specifiche militari che hanno dato origine al C-5 o al C-17. Però è anche vero che vi sono problemi: il piano di carico è ad oltre 5 m di altezza sul terreno, il che limita le possibilità di caricare sistemi pesanti e ingombranti; inoltre non è un aereo capace di operare su piste di fortuna, come quelle innevate o addirittura sulla terra battuta, anche per la posizione dei suoi motori, piuttosto bassa sul terreno (=FOD).
[[Immagine:KC-10 Extender, C-5, C-141 (2151958386).jpg|390px|right|thumb|Una triade di giganti: C-5, KC-10 e C-141]]
Il C-5M permette di salire in cielo con una corsa ridotta del 30% (2.400 m a 381 t, contro 3.400 m del C-5B), salendo in 18 minuti a 9.400 m, contro 7.400 m a 33, l'autonomia passa, con carico massimo di 118.390 kg, da 2.784 a 4.806 km (al peso di 343 t), costi operativi inferiori del 34% rispetto al tipo B. L'unico problema è per l'appunto, che i costi sono estremamente elevati. Per questo l'opzione C-17 è vista con favore, sebbene quest'ultimo abbia la capacità di portare un carro armato per volta, e un raggio di 4.444 km con 72 t vs 118 t a 5.500 km. Anche il volume interno del vano di carico è di soli 592 m3 contro 985.
Un avversario di simile stazza è l'An-124 Ruslan, successivo di 14 anni e come tale, per molti versi più avanzato. Esso è fatto con oltre 5.400 kg di materiali compositi nella sua struttura, che comprende anche leghe in titanio (come per il pavimento della cabina), la freccia è di 32° con profili supercritici ad elevata efficienza; il carico pagante è di 150 t e i motori da ben 23.430 kgs. Tuttavia il Ruslan non ha motori e struttura pensati per attività costanti, ma più che altro per 'trasporti eccezionali'. Sarebbero da migliorare soprattutto i motori con sistemi occidentali britannici o americani, idem per l'avionica, comunque sofisticata. Così si potrebbe fare il trasporto pesante ideale in assoluto. Il Ruslan è stato talmente richiesto nel mercato civile e nel supporto militare (da ditte civili) che è stato anche rimesso in produzione. Essendo una vera miniera d'oro per le casse russe e ucraine, è senz'altro stata una decisione tardiva, vista l'utilità nel trasportare carichi di tutti i tipi, incluse gigantesche macchine per trivellazioni. L'An-225 esareattore è ancora più grande (600 t di cui 250 di carico utile!) del già formidabile An-124 (405 t), ma è stato realizzato in un solo esemplare, principalmente per trasportare la navetta spaziale Buran, simile allo Shuttle.
Il Galaxy, aereo molto discusso per i costi, senza sbocco commerciale, è riuscito tuttavia a dimostrarsi un eccellente aereo strategico, comparabile (ma con una maggiore durata di esercizio) all'An-124, e ha subito un ridotto numero di incidenti in oltre 30 anni di servizio (sebbene quando essi si sono verificati, data la capacità di carico, lo scalpore è stato enorme, giusto come quando cade un Jumbo): appena 5 nel corso di forse oltre un milione di ore di volo complessive. Con i programmi attuali potrà restare in servizio fino attorno al 2040-46. <ref> Per riferimenti: Armi da guerra</ref><ref> e De Montis, Marco: ''C-5M'', Agosto 2003 p. 68-77</ref>.
;C-5A, B e M:
*Primo volo: 30 giugno 1968
*Entrato in servizio: attorno al 1970; attorno al 1985, anni '00
*Costruttore: Lockheed
*Esemplari costruiti: 81+50 B
*Equipaggio: 5 (due piloti, un ingegnere di volo e 2 loadmaster)
*Dimensioni: lunghezza 75,54 m(!, oltre 5 m più del 747), apertura alare 67.88 (! 8 m più del 747)m, altezza 19.85 m, superficie alare 576 m²
*Peso:A, 153.285-348.810 kg; B 343.375 kg (2,5 g di manovra), 381.018 kg (2,25 g); capacità di carico A 100.228 kg, 118.390 k, idem.
*Propulsione: 4 GE TF39-GE-1C da 18.598 kgs l'uno; l'M ha 4 F103/CF-6 da 233,3 kN.
*Prestazioni: velocità massima di crociera 890 km/h a 7.620 m, autonomia 6.035 km con 100.228 kg, tangenza 10.360 m; C-5B, v. max 745 km/h a 0 m, 0,875 mach sopra i 7.000 m, 818-833 km/h economica (consumo di 14.200 l all'ora); tangenza pratica a 279 t, 10.900 m e max. 13.716 m. Autonomia operativa, 4.223 km con 97.900 kg (massa 343 t) o 118 t/2.800 km; autonomia max 12.936 km; fattori carico +3/-1 g. Decollo a 343 t su ostacolo di 15 m,3.050 m (M, 20.20 m); a 381 t, decollo su 3.414 m (M) in 2.390 m. Atterraggio a 317.500 kg su ostacolo di 15 m, 1.220 m per B ed M.
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Una macchina per certi aspetti in potenza e dimensioni simile è il '''KC-10 Extender''', costruito in alcune decine. Si tratta di un gigantesco trireattore da trasporto derivato dal DC-10 della MDD. Esso ha come funzione principale il rifornimento in volo, dove assieme al Tristar della Lockheed (ma usato dalla RAF soltanto) è l'unico trireattore in servizio della categoria. La sua operativià è ben superiore ai vecchi KC-135, che sono sostanzialmente derivati dal Boeing 707, il primo jet da trasporto americano.
[[Immagine:KC-10 Extender, C-141 (2151958280).jpg|350px|right|thumb|Un accoppiamento aereo tra due giganti dell'aria: il KC-10 rifornisce un C-141]]
Derivato dall'aereo commerciale DC-10-30CF, è un grosso trasporto con fusoliera larga, trireattore, con ricettacolo per il rifornimento in volo, braccio per rifornire le macchine con ricettacolo in coda, serbatoi ausiliari, postazione per l'addetto al rifornimento, apparati militari avionici, sistemi di rifornimento a manichetta, carburante aggiuntivo. Può essere inoltre trasformato in un aereo da trasporto merci, capace di portare oltre 76 t di carico in una missione transoceanica. Il Boeing 747 era il più forte contendente per la specifica ATCA, Advanced Tanker-Cargo Aircraft, e come dice la specifica, si trattava fin dall'inizio di una macchina duale in ruoli. Però il Jumbo perse per la seconda volta, stavolta contro il DC-10 appositamente adattato, anche se era leggermente più piccolo. L'aereo era inizialmente previsto in 20 soli esemplari, ma poi, dato come si è dimostrato valido, vennero aumentati a 60, in servizio su due gruppi. Un esempio della sua capacità operativa è stato quello in cui uno di essi, nell'ottobre 1982, ha supportato un volo di trasferimento di 6 F-15C dalla base di Kadena, Okinawa, a Eglin, Florida. La tratta è di 11.255 km, percorsi in 15 ore di volo, durante i quali gli F-15 sono stati riforniti ben 7 volte. Questo dà l'idea delle capacità dell'apparecchio.
Le prestazioni dei KC-135A erano macchine di notevole importanza. Vennero ordinate già nel novembre '47 e in effetti i primi 35 aerei vennero ordinati tanto in fretta, che aiutarono a finanziare la Boeing nello sviluppo dello stesso 707 di cui erano parte: anzi, è poco noto che fu proprio il 707 che nacque sostanzialmente dal progetto del KC-135: così il primo jet passeggeri di successo mondiale deve la sua esistenza sostanzialmente ad un progetto di aerocisterna militare! Nel frattempo vennero prodotti 888 KC-97 tra i tardi anni '40 e il 1956, e 590 erano della versione G, poi integrati dai B-50 usciti dalla linea dei bombardieri e appositamente modificati (NB: nessun B-36 ebbe mai lo stesso fato: di fatto, queste macchine devono essere state davvero di ridotta vita utile per non avere modo di farsi valere, e lasciare invece il compito ai modesti B-50). Con un peso massimo al decollo di 143.300 kg e potevano volare a 850 km/h a 10.000 m, avevano 12 serbatoi alari e 10 in fusoliera, per un totale di 118.000 litri, travasabili a 3.500 l al minuto e eccetto la riserva di 3700 l, tutto il carburante era travasabile. Attorno al 1990 vi erano 31 squadrons di KC-135A e 2 con i KC-10A, per un totale in carico di 511 e 60 macchine rispettivamente. Ma questo era solo quanto quello che riguardava l'USAF, mentre l'ANG manteneva una forza di altri 13 squadroni con i KC-135, curiosamente di quelli aggiornati al modello potenziato KC-135R, e infine 3 per l'AfRes. Totale: 639 KC-135 e 60 KC-10. Una volta erano destinati soprattutto al supporto della gigantesca flotta del SAC, specie i B-47, e questo spiega come mai ne sono stati prodotti tanti. In seguito ne sono arrivati anche per il TAC, che ha introdotto sempre più aerei con ricettacolo per l'IFR. Il KC-10A ha una capacità di rifornimento incredibile: 90.178 kg a 3.540 km dalla base, sia con la manichetta a tubo flessibile che con la sonda rigida, utilizzata dalla sola USAF. L'US Navy aveva all'epoca 44 KA-6D con capacità di trasportare, grazie ai suoi 5 serbatoi esterni da 1500 l, fino a 9500 kg subito dopo il decollo, oppure 7500 a 480 km dalla portaerei. I Marines avevano invece 43 KC-130F/T, quest'ultimo con due pod di rifornimento alari con tubo di 26 m, con velocità abbastanza basse da rendere possibile rifornire anche gli elicotteri, a 190-220 km/h (si tratta degli CH-53E) a 1500 m, o di 463 km/h a 7600 m per gli aerei.
;KC-10A:
*Costruttore: MDD
*Primo volo: luglio 1980
*Esemplari costruiti: 60
*Dimensioni: lunghezza 55.35m, apertura alare 50.41m, altezza 17.7m, superficie alare 367.7 m²
*Peso: 108.891-267.620kg, capacità di carico 76.825 kg
*Propulsione: 3 turbofan GE CF6-50C2 da 23.814 kgs
*Prestazioni: velocità massima di crociera 908 km/h, autonomia 7.032 km con 76.825 kg, tangenza 10.180 m
Un più piccolo esempio di trasporto, stavolta tattico, è dato dal Caribou, un aereo ampiamente utilizzato in Vietnam. Si tratta di un velivolo di origine Canadese, caratterizzato da eccellenti prestazioni STOL. Il progetto della De Havilland Canada iniziò nel 1956, il prototipo venne materializzato poi, due anni dopo. 5 Caribou vennero realizzati per l'Esercito USA, che assieme alle F.A. canadesi, era il committente di questo nuovo aereo, pensato per il trasporto leggero con eminenti caratteristiche STOL, anche se i piani di coda erano sì alti, ma non a T, solo a mezza coda, che peraltro era molto rialzata data anche la presenza della rampa. La macchina era sgraziata, ma funzionava meravigliosamente bene,e l'US Army la denominò prima YAC-1, poi CV-2. Vennero ordinati 159 aerei di cui 56 CV-2A e 103 CV-2B consegnati nel 1961-64. La loro gestione venne passata all'USAF nel 1967, quando questa si prese in carico i 136 apparecchi superstiti. Pur essendo trasporti a corto raggio, questi aerei erano realmente capaci di operare dappertutto, persino dentro uno stadio, portando 3048 kg o 32 soldati equipaggiati o 24 paracadutisti. L'aereo venne ampiamente usato in Vietnam come C-7A e C-7B, con eccellenti risultati, malgrado avessero ancora i pesanti e poco potenti motori a pistoni, peraltro di facile manutenzione in condizioni campali. Molti sarebbero stati lasciati al Vietnam del Sud dopo la ritirata americana e altri passati all'ANG e alla Reserve.
Ma questa non era la fine dell'aereo: ne vennero prodotti centinaia per Australia, India, Spagna e Canada, oltre a altri 5 Paesi minori.
Il progetto base era meritevole di un ottimo successore: questo avvenne con il DHC-5 Buffalo, ancora sgraziato, ma con motori turboelica GE CT64 e piani di coda a T nettissima. Nel muso, ancora una volta, vi era un radome nero 'a naso di Pluto' per il radar, non integrato nella struttura base del muso. Si trattava del quarto degli STOL della De Havilland Canada. L'US Army emise nel 1962 una successiva specifica per una macchina tattica da 41 posti con prestazioni generalmente migliorate. Il Caribou II venne posi ribattezzato come Buffalo. Era uno dei 25 progetti presentati ufficiamente per la specifica, ma vinse a man bassa. Nell'Agosto del 1964 volò il primo di 4 esemplari chiamati CV-7A. Ma siccome all'inizio del 1967 l'USAF si avocò tutta la specialità degli aerei da trasporto, includendo i Caribou, il Buffalo non ebbe altre commesse: all' USAF non interessava questo tipo di aerei a corto raggio. Però questo non ebbe troppa influenza per la sua sorte: oltre 100 vennero costruiti entro il 1972, poi si riaprì la linea di montaggio allorché, dopo il fallimento per una commessa indiana, ne vennero venduti a non meno di altre 10 nazioni ch si aggiungevano ai numerosi clienti iniziali, tra cui 15 CC-115 per i canadesi, mentre la produzione era di circa 12 aerei l'anno. Il Buffalo è una macchina potente: con l'ultima sottoversione, quasi pareggia per esempio il G.222 in prestazioni base pur restando una macchina altamente STOL. Entrambi hanno praticamente gli stessi motori.
;DHC-4A/Buffalo:
*Costruttore: DHC
*Primo volo: progetto 1956, primo volo 30 luglio 1958/Nell'Agosto del 1964
*Esemplari costruiti: 159 C-7A/B/ 4 C-7C
*Dimensioni: lunghezza 22.12 m, apertura alare 29.15 m, altezza 9.67 m, superficie alare84.7 m2 (24.08 m, 29.26 m, 8,73 m e 87.8 m2 per il Buffalo)
*Peso: 8263-12298 kg, carico 3048 kg (11.412-22.316 kg, di cui 8164 kg)
*Propulsione: 2 PW R-2000-D5 Twin Wasp da 1450 hp (2 turboeliche GE CT64-820-4 da 3133 hp)
*Prestazioni: velocità di crociera 293 km/h a 2295 m, autonomia 390 km con 3048 kg, tangenza 7.560 m (420 km/h di crociera a 3.050 m, raggio di 1.112 km con 8.165 kg, con un rapporto di 7,63:1 migliore, mentre il G-222 con 9 t x 1370 km è migliore di 1,36:1 del Buffalo).
Un altro apparecchio di rilievo per le brevi distanze è il C-23 Sherpa, ovvero una macchina irlandese, sgraziata ma efficiente, comprata in piccola quantità negli anni '80.
===Il C-17 Globemaster III<ref>Amadio e Francois, Aerei lu 1996</ref>===
[[Immagine:Boeing C-17 Globemaster III.jpg|380px|left|]]
Nella prima metà degli anni '90 il MAC, Military Airlift Command, era stato ribattezzato AMC (Air Mobility Command), ma sempre di mobilità aerea si occupava. Tra gli aerei con cui poteva fare affidamento c'erano 570 C-130H tattici, ma i grandi cargo come i C-5 e C-141 erano strutturalmente più delicati e soffrivano di notevole invecchiamento delle cellule, specialmente l'anello intermedio di questa formidabile 'triade Lockheed', ovvero il C-141, che sebbene migliorato nella versione migliorata e allungata 'B', con gli impegni così intensi degli anni '80-primi anni '90, erano talmente logorati che, in attesa di un'ennesima e costosa ricostruzione, vennero limitati a volare con 25 t di carico, niente manovre a bassa quota e infine niente azioni di rifornimento in volo. Al contempo, però, era finalmente in consegna un nuovo valido aereo da trasporto. Questo era il C-17 Globemaster III. Non era il più veloce o il più grosso, o quello con maggiore autonomia e soprattutto, capacità di carico; ma poteva volare con un carro armato M1 Abrams direttamente su di una pista di piccole dimensioni, cosa che invece il C-5, sebbene capace di portarne anche due, non può fare. E siccome gli equipaggiamenti pesanti sono eccessivi per i trasporti di livello inferiore, allora i mezzi più massicci come gli Abrams e i previsti semoventi Crusader avrebbero dovuto comunque muovere su terra o via mare verso la zona d'operazioni. Con il C-17 le cose cambiavano notevolmente. Ma come si arrivò a questa macchina da trasporto, la più costosa e moderna mai apparsa all'epoca?
Già ai tempi del Vietnam v'era stato il concorso LITTT, ovvero un trasporto tattico leggero per sostituire gli apparecchi a pistoni ancora in servizio in quantità. Venne contemplata anche la possibilità di usare un decollo verticale come modalità d'impiego, ma questo non era fattibile per un caccia, e tanto meno per un trasporto merci di capacità apprezzabile. Nel '71 venne rinfrescato l'interesse per i cargo con l'AMST, stavolta per un trasporto medio avanzato con capacità STOL; nove costruttori interpellati per presentare proposte ebbero come finalisti, il 10 novembre 1972, la Boeing e la MDD. Il primo dei due era l'YC-14A, che poteva ottenere le sue prestazioni STOL con il controllo dello strato limite, la tecnica USB (Upper Surface Blowing), che venne sviluppato con la partecipazione anche dell'Aeritalia. Come eredi concreti di questo progetto, senza esito, vi fu l'An-72 e 74 sovietici. L'altro aereo era lo YC-15A, con 4 motori a reazione e ipersostentatori di maggiore efficienza rispetto a quelli classici. Ciascuno dei due aerei ebbe due prototipi costruiti, il primi volò il 9-8-76, il secondo, l'aereo Douglas (della divisione MDD) lo precedette il 26-8-75. Concettualmente e in parte anche tecnicamente, si trattava di aerei non dissimili dal C-130 in versione 'jet'. Ma il costo dei turbogetti rispetto alle turboeliche non era considerato adeguato rispetto al piccolo miglioramento di velocità ottenibile per aerei comunque destinati ad operare su distanze relativamente brevi, anche se avrebbe certo assicurato una maggiore comodità per le persone trasportate (meno vibrazione e rumore). Non ci fu mai alcun vincitore tra i due concorrenti quando la valutazione giunse, nel '77, al termine. Ma nel '79 l'USAF ci riprovò ancora. Stavolta si volevano aerei più grandi, eppure ancora capaci di operare su piste brevi e addirittura non pavimentate. Ecco la specifica C-X, e la richiesta, nell'ottobre 1980, di progetti. Lockheed MDD e Boeing tentarono le loro carte, ma mentre le altre avevano macchine non tanto dissimili da quelle che costruivano per il settore civile, la MDD ripescò il C-15 e lo ingrandì debitamente, e il 28 agosto 1981 ottenne stavolta la vittoria. Era nato l'YC-17A. In realtà solo sulla carta, perché fu solo il 23 luglio 1982 che l'Aeronautical System Division, la branca per gli 'acquisti' dell'USAF, diede alla MDD un contratto di 31 mln di dollari per continuare quello che all'epoca era solo uno studio, che certo non fu facile da portare avanti. L'autonomia di oltre 5.000 km a pieno carico era eccessiva con quanto si riteneva che l'aereo dovesse sobbarcarsi; l'USAF se ne rese conto e il 23 aprile 1992 si definì il peso max utile a 78.110 kg. Il prototipo T-1 volò il 15 settembre 1991, ben 10 anni da quando il progetto-studio venne dichiarato vincitore (del resto, ai tempi della Guerra fredda la priorità era forse maggiormente accordata ai velivoli da combattimento, e poi c'erano i programmi C-141B e C-5B, il KC-10A e persino un ordine per 10 C-27/G.222). Il P-1 di serie seguì il 18 maggio 1992 da Long Beach, e il 1993 vide il nuovo aereo battezzato Globemaster III. Il 'Padrone del mondo' secondo l'USAF, era anche il terzo della dinastia dopo i C-74 e 124.
Finalmente le consegne e il programma in generale, a parte qualche inconveniente, arrivarono addirittura in anticipo rispetto ai programmi, e il 29 settembre 1994 era già la volta della consegna del P-15, il primo del quinto lotto; attorno al 1995 c'erano 25 aerei, il prototipo e una cellula per prove statiche. I quattro YC-17A di preserie, dopo numerosi test, vennero convertiti allo standard di serie.
Alle unità operative gli aerei iniziarono ad arrivare il 10 giugno 1993, al 17th Airlift Squadron, 437th AW di Charleston AFB (South Carolina). Il secondo squadrone fu equipaggiato sulla stessa base, ed era il 14th AS. Nonostante tutto, l'USAF aveva posto ordini per soli 40 aerei, troppo pochi per le necessità/ambizioni del Pentagono e così la gara venne riaperta, includendo il Boeing C-33A, ovvero il 747-400 merci leggermente modificato. La rapida maturazione, dopo oltre 10 anni di tribolazioni nello sviluppo, del nuovo aereo da trasporto fu tale, però, da salvarlo da una drastica decurtazione, rispedendo ancora una volta nel limbo delle occasioni perse il '747, che nell'USAF è stato usato essenzialmente come aereo presidenziale (Air One), ma che non ha sfondato contro la concorrenza prima del C-5 e poi del C-17 (e in verità, è stata la sua fortuna, visto che ha ottenuto nel mercato civile un successo straordinario, rivoluzionando il trasporto aereo a lunga percorrenza). Il C-17 ebbe un ordine pluriennale per altri 80 esemplari, così da ritornare al programma originale (ma dopo già le decurtazioni, prima era di 210) stabilito dall'AMC. Nel frattempo c'erano anche contatti con le nazioni europee della NATO per comprare l'aereo, ma il suo costo, di 117 mln di dollari al 1988, non era certo trascurabile. Dalla metà degli anni '90, così, il C-17 (che inizialmente ebbe colorazione Europe 1, e poi l'AMC Proud Grey a bassa visibilità) è diventato un aereo ben noto, iniziando le sue imprese con il ponte aereo per portare i contigenti USA in Bosnia.
Al 1995 circa c'erano già due squadroni con circa 25 aerei, mentre il totale originario, di 210 C-17, era adesso di soli 120 esemplari, dato che i costi di questa 'eccellenza' erano decisamente impegnativi anche per l'USAF, che ebbe tale taglio già nei primi anni '90, assieme a quello per i B-2 (inizialmente circa dimezzati con 75 aerei rimasti) e F-22/ATF (da 750 a 648, ma anche qui, era solo 'il primo passo'). Il costo del C-17 era, al 1991, di ben 494 mld di lire dell'epoca, e sebbene la Guerra fredda era finita, la crisi economica dei primi anni '90 suggerì di limitarsi anche nel settore trasporti, anzi si temeva che vi sarebbero state altre decurtazioni.
Il C-17 ha quattro turbofan PW F117-PW-100 da 18.477 kgs e una sofisticata aerodinamica che gli permette 76 t a 0,77 mach e con autonomia di 4.445 km, per poi atterrare in appena 820 metri. Al suo interno è possibile ospitare di tutto: un carro M1 Abrams o M60, 4 elicotteri UH-60, o due AH-64, o anche 3 AH-1 e 3 OH-58, artiglieria e così via. È possibile anche trasportare 102 soldati equipaggiati, oppure 150 passeggeri o 48 feriti. L'aereo è capace di volare in spazi ristretti con una grande capacità di manovra, specie a bassa quota; i piloti hanno degli HUD per continuare ad avere tutte le notizie che gli servono pur continuando a guardare verso l'esterno. La macchina ha delle winglets alle estremità alari, per ridurre i rischi di stallo; e i motori, sistemati sotto le ali in cortissimi piloni di sostegno, che permettono di restare ben alti rispetto al suolo, evitando il rischio FOD, oltre a ridurre la resistenza aerodinamica; inoltre vi è un inversore per ogni motore, che viene orientato verso l'alto per evitare che vengano sollevati pericolosi detriti, ed è possibile manovrare a terra molto stretta a terra e persino andare in retromarcia. Non solo, ma è possibile eseguire le operazioni di scarico e carico senza spegnere i motori, così da rendere più ridotta la permanenza al suolo, magari dietro le linee nemiche. Quanto ai carrelli, essi sono costituiti da un ruotino doppio di prua, e da due gruppi di tre coppie di ruote l'uno.
Il C-17 ha strumentazione digitale, vi è un sistema di comandi FBW, schermi CRT (Cathode Ray Tube) e HUD, con i volantini sostituiti da più manovrabili stick modello caccia. I computer di bordo principali sono quattro per pianificare la missione e gestire i sistemi d'allarme, controlli di volo e comunicazione. È possibile volare con due soli piloti e un load-master per gestire le operazioni di carico-scarico. Molto valida la manutenzione con la gestione basata su sistemi informatizzati. Vi furono molti problemi per mettere a punto l'aereo, per esempio l'ala era afflitta da fenomeni di invecchiamento precoce mentre i motori vennero migliorati.
;C-17:
*Equipaggio: 2 pilota +2 ingegneri di bordo +1 addetto al carico
*Motori: 4 PW 2040 F117-PW-100 da 18.460+ kgs
*Primo volo: 18 maggio 1992 (C-17 di serie)
*Costruttore: Mac Donnel-Douglas
*Pesi: 120.250 kg a vuoto equipaggiato, 265.300 kg max al decollo; carico max circa 78 t o 154 passeggeri o 10 parà; rapporto spinta: peso 0,39:1, fattore carico max 3 g, a pieno carico 2,25 g
*Dimensioni: lunghezza 53,04 m, ap. alare 50,29 m (51,76 con le winglets), altezza 16,79 m, sup. alare 353 m2, stiva 26,82 x 5,49 x 3,76-4,11 m, passo e carreggiata carrello 20,06 e 10,29 m.
*Prestazioni: V. max limite 1.077 km/h a 11.000 m o mach 0,975, max di crociera, 847 km/h o 0,77 mach a 8.500 m, tangenza a pieno carico 8.530 m, max 13.715 m, tipica attorno agli 11.000 m; autonomia max 7.564 km, di trasferimento 8.710 km, a pieno carico (78,11 t) 4.440 km, raggio d'azione 925-3.520 km
==Trainers==
Tra gli addestratori ad elica statunitensi non v'é molto da ricordare, dato che l'USAF si è largamente dotata di macchine a reazione anche per le fasi intermedie. Tuttavia, alcuni tipi fondamentali hanno avuto modo di diffondersi e di assumere grande importanza, spesso anche al di fuori del territorio americano. Eccone alcuni<ref>Quando non espressamente dichiarato, i dati si riferiscono ad Armi da guerra fascicolo 106</ref>.
Anzitutto il primo di tutti: il T-6 Texan, della North American: esso era stato pensato negli anni '30 ma versioni anche di poco aggiornate sono rimaste in auge per decenni. Hanno ottenuto motori più potenti e carrello retrattile, ma per il resto poca differenza hanno fatto. Sono stati impiegati, ancora in Corea, anche come apparecchi da segnalazione e controllo avanzato, spesso leggermente armati con due mitragliatrici e alcuni razzi al fosforo.
*Equipaggio: 1-2
*Primo volo: aprile 1935
*Entrato in servizio:
*Costruttore: North American
*Esemplari costruiti: oltre 17.000+ 4500 su licenza
*Dimensioni: lunghezza 8,84 m, apertura alare 12,81 m, altezza 3,57 m, superficie alare 23,57 m²
*Peso: 1.769 kg - 2.338 kg
*Propulsione:1 PW R-1340-49 da 500 hp.
*Prestazioni: velocità max. 338 km/h, di crociera 235 km/h, salita a 3.048 m in 7,4 minuti, tangenza operativa 7376 m, autonomia 1012 km
*Armamento: carichi leggeri, 1 mitragliatrice da 7,62 mm, predisposizione per altre.
L'aereo venne adottato come AT-6 dall'USAAF, come SNJ dalla MArina, altre nazioni lo ebbero in carico, di cui 4 lo produssero su licenza. A stava per advanced, quindi nel 1948 questo aereo, non più così 'advanced' ebbe una denominazione con la T soltanto. 2068 vennero ristrutturati in attesa di un successore che ancora non si intravedeva, con un posto sollevato per l'istrutture più carburante e altro ancora. Il ruotino di coda sterzante era un'altra caratteristica introdotta con questo aggiornamento che tra il 1949 e il 1953 produsse il T-6G, molti dei quali inviati per nazioni NATO, mentre 285 vennero costruiti come Harvard Mk 4 dalla CCF canadese. In Corea vennero utilizzati come attacco leggero ma soprattutto arrivarono 97 LT-6G ottimizzati per il FAC e sorveglianza del campo di battaglia, indispensabili per la cooperazione con le forze aeree, visto che questi aerei, differentemente da velivoli come i Bird Dog, erano in carico all'aeronautica. Molte nazioni utilizzarono il Texan per attacchi e compiti COIN: per esempio il Portogallo in Angola e Mozambico, la Francia in Algeria e la Spagna che armò come C.6 (C sta per Caza) 120 dei 201 apparecchi ricevuti, armati con 2 mitragliatrici da 7,62 mm e 10 bombe da 10 kg o 12 razzi. Altri ancora sono stati utilizzati dalla Active Citizen Force sudafricana, praticamente una forza aerea della riserva come macchina d'attacco leggero, poi passati ai soli reparti d'addestramento. I suoi successori nell'AMI furono gli SF-260, mentre il diretto discendente fu il molto potenziato, ma ancora con motore stellare, T-28.
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I '''T-28 Trojan''' sono sempre un prodotto della North American, concepite un po' come il successore del T-6<ref>Cupido, Joe: ''T-28'', Aerei set 1998 p. 51-54</ref>. Nel '45 l'USN emise una nuova specifica per un nuovo aereo che sostituisse il Texan, noto come SNJ per la Marina. La N.A. rispose con il suo NA-142 e vinse il concorso. Due prototipi vennero ordinati già nel '45, sotto forma di XSN2J-1, con motore R-1820-78 Cyclone 9 da 1.100 hp e ruotino di coda. Ma il Pentagono bloccò questo requisito nel '48, emettendo un bando per un concorso che anticipava di circa 40 anni il JPATS: un addestratore unico USAF/USN/USMC. Così la N.A. studiò la versione aggiornata del suo aereo, stavolta noto come NA-159, completandone il progetto il 6 maggio 1948. I competitori erano il Douglas XBT-30 (poi XT-30), con motore dietro l'abitacolo (tipo il P-39, del quale però non aveva affatto l'eleganza), che doveva aiutare a migliorare la visuale anteriore, in un certo senso anticipando la successiva generazione dei 'jets'; un altro era il Fairchild XT-31, che era già stato offerto come XNQ-1 alla Navy. Ma non ci fu storia: la N.A., forte della sua esperienza con il Texan, rivinse il concorso con il suo aereo, inizialmente noto come XPT-28, poi XBT-28.
Il prototipo volò il 26 settembre 1949, ora noto come XT-28. Aveva un carrello triciclo retrattile anteriore e motore Wright R-1300-A1 da 800 hp, ed anche così esso era uno dei più potenti addestratori basici mai prodotti. Aveva una fusoliera particolarmente tozza e corta, con abitacolo a piena visibilità nettamente sopraelevato. Subito se ne ebbe un ordine per 266 esemplari, ma fu solo il primo di diversi altri: il nuovo addestratore aveva prestazioni in velocità e salita paragonabili a quelle di diversi tipi di caccia di prima linea, ma soprattutto, nonostante questo era anche facile da pilotare e con un'eccellente visuale per gli occupanti.
L'USAF ne ebbe 1.194 nel modello A chiamato Trojan, prodotti a Inglewood e a Downey, nei progetti NA-159, 171, 174 e 189; a Columbus vi fu invece la produzione per la Navy, con un totale di altri 489 T-28B (NA-199, 200, 219) e 299 C con gancio d'arresto e motore potenziato (NA-225, 226 e 252) del tipo R-1820 da 1.450 hp. Entro il 1957 questi ricchi contratti vennero tutti finalizzati, ma tra il 1961 e il 1969 ben 321 aerei vennero aggiornati allo standard D mentre 72 nuove macchine vennero prodotte dalla Fairchild. Un aereo noto come NA-218(T-28B) venne venduto al Giappone come esempio per la produzione in serie, ma questa non ebbe luogo. Il T-28A venne usato nell'USAF dal 1950 al '56, e alcuni vennero anche dati all'ANG, con la quale serviranno fino al '65. MA oramai, con i T-37 a getto, il futuro sembrava segnato definitivamente per il Nomad. Senonché esso dimostrò una considerevole adattabilità anche ad altri ruoli.
Si cominciò a sfruttare la cellula base con motori potenziati e maggiore carico (come sarà poi per il T-37/A-37), iniziando con un T-28A trasformato come NA-260 o T-28R Nomad, impresa fatta dalla N.A. di Columbus dopo la radiazione dalla prima linea USAF. Esso aveva il Cyclone 9 (R-1820-56S), con il quale ottenne la certificazione per impiego civile, e poi cedette i diritti alla Pacific Aeronautics Corp, che divenne a quel punto la licensiataria della trasformazione dei vecchi T-28. Anche la Hamilton Aircraft Co. studiò una motorizzazione più potente con il T-28-R Nomair, includendo però anche il meno potente Wright 704 da 1.200 hp in alternativa. Inoltre venne proposto anche il T-28-R1 biposto standard, e il T-28-R2 con ben cinque posti. Cinque dei tipi biposto vennero successivamente comprati dalla Marina Brasiliana, con tanto di gancio d'arresto. Anche la Thompson Aircraft Sales ebbe un certificato di navigabilità aerea per un T-28A modificato, stavolta per le riprese aeree. Ma la Pacific Aeronautics ebbe molto più successo con i suoi T-28 trasformati e potenziati. Ne fornì quattro alla Sud Aviation francese, la quale ebbe anche la sublicenza per convertire ben 245 altri T-28 ex-USAF, come T-28S o T-28F Fennec.
Anche l'USAF si rese conto, a far tempo dal '61, che l'aereo era utile per compiti di prima linea, un po' come accadde a suo tempo per il Texan. E dato che in Vietnam le cose già cominciavano ad andare piuttosto male, ordinò ben 321 trasformazioni di T-28A, in altrettanti T-28D, studiati per compiti COIN. Pare che gli aerei trasformati erano essenzialmente i 'Blocks' T-28D-1, D-5 (con scatole portamunizioni dentro le ali), T-28D-10 (forse ex-T-28B), ma vi furono anche trasformazioni tra i tipi addestratori che rendono difficile tenere il conto delle trasformazioni totali, come almeno 17 T-28A in T-28B, e non meno di altri 72 in T-28C. In tutto, i T-28D costruiti furono almeno 393. Molti aerei vennero trasformati dalla Fairchild e quando essi avevano tutte le modifiche previste per il compito COIN (COunter INsurrance) essi diventavano AT-28D-5. Nel Sud Est Asiatico i Trojan ebbero il nickname 'Lucky Tiger'.
Il T-28D era un vero aereo d'attacco, con 1.814 kg di carico utile -uguale a quello di un MB.339A o al G.91Y- su sei punti d'aggancio, oltre a due mitragliatrici da 12,7 mm. Altri 75 T-28 vennero così trasformati per la Marina (forse si trattava dei T-28A convertiti in C?). Furono proprio i T-28 i primi ad entrare in azione: otto T-28B e sei B-26 del Detachment 'Farm Gate', inviati alla Tan Son Nhut AB. Notare che i T-28B, evidentemente, erano già armabili (oppure Cupido ha sbagliato il nome della versione?). Presto aumentarono di numero e comparvero i T-28D o AT-28D-5. Inizialmente volavano con piloti americani, e poi con quelli locali.
I Fennec, secondo altre fonti prodotti effettivamente in soli 147 esemplari, ebbero comunque impiego con due gruppi (3/05 e 4/37) che li ricevettero nel 1960-62 sostituendo i troppo lenti e poco armati T-6G. Nondimeno, seppure ben armato e veloce, l'aereo era tutt'altro che invulnerabile e ne vennero persi non meno di 23 nel solo 1962. Dopo la campagna algerina, 46 andarono all'Argentina (dei quali nove finiti in Uruguay) e 25 al Marocco, che a sua volta ne cedette nove ad Haiti.
Molti vennero assegnati a paesi 'amici' come il Vietnam e Laos, nonché a nazioni come Honduras, Messico, Repubblica Dominicana, Bolivia, Ecuador; ancora nel 1985 la Thailandia ne aveva 40 e le Filippine 30. Anche Corea del Sud e Messico ne avevano, ma solo come addestratori.
Uno sviluppo ancora più interessante avvenne -indovinate un poco- a Taiwan, dove 50 T-28A vennero modificati con un turboelica Lycoming T53 L701 da 1.450 hp e designati come T-CH-1 Chung Hsieng. Questa non era una assoluta novità perché già nel 1963-64 l'USAF sperimentà 3 YAT-28 con turboelica T44 da ben 2.450 hp e ben 12 punti d'aggancio anziché sei. Questo super-Trojan, di fatto un autentico antenato dell'A-10 oppure un'alternativa all'AH-1 Skyrider, non giunse mai in produzione. La turboelica era utile perché più leggera e con minor consumo, nonché minore richiesta di manutenzione e più aerodinamica. Ma è anche vero che costa di più e la manutenzione è più onerosa, seppure meno frequente, richiedendo personale specializzato in turbine aeronautiche e non semplici meccanici.
Nell'insieme questo aereo non riuscì a replicare il successo del T-6, anche se arrivando nel dopoguerra non v'era molto da stupirsi, mancando la spinta dello sforzo bellico e avendosi la concorrenza con i nuovi jet T-37, in un'epoca in cui il petrolio costava ancora poco.
Tuttavia, queste macchine d'epoca dalle buone prestazioni sono diventate popolari con i ricchi 'warbirders' americani. Nel 1997 c'erano non meno di 200 aerei ancora in condizioni di volo, per cui la loro tozza sagoma non avrebbe corso rischi di sparizione dagli air-show per un lungo periodo ancora. E altri erano in volo in altre nazioni. Il costo non era così basso: negli USA si trovavano con prezzi di 135.000-200.000 dollari, più di un L-39 o di un MiG-17, e questo senza contare che alcuni aerei avevano una 'storia' particolare oppure erano stati restaurati e portati a 'zero ore', nel qual caso il prezzo aumentava ulteriormente. Per essere un aereo quasi sconosciuto ai più, il T-28 è risultato, alla lunga, decisamente un prodotto di successo se a 50 anni dal primo volo c'erano ancora centinaia di esemplari attivi.
'''N.A. AT-28D-5''' 'Lucky Tiger'
*'''Tipo''': addetratore e aereo COIN (COunter INsurgence, antiguerriglia)
*'''Equipaggio''': 2
*'''Primo volo''': 26 settembre 1949
*'''Entrato in servizio''': 1950
*'''Esemplari costruiti''': circa 2000 T-28 A/E
*'''Dimensioni''': (Fennec) lunghezza 10,26 m, apertura alare 12,38 m, altezza 3,87 m, superficie alare 24,9 m²; AT-28D, 9,75 x 12,22 x 3,86 m x 24,9 mq
*'''Peso''': T-28A, 2.318 kg a vuoto, totale 2.887 kg, max oltre 4.700 kg (T-28D?); Fennec, 3.000-4.500 kg
*'''Propulsione''': 1 Wright a 9 cilindri radiale tipo R-1820-56S da 1.300 hp (Fennec, simile ma da 1.350 hp); elica tripala metallica
*'''Prestazioni''': 455 km/h a 1.800 m, crociera 306 km/h, salita iniziale 9,5 m/s, tangenza 7.315 m, autonomia 1.600 km; (Fennec) 547 km/h, crociera 349 km/h (nb. probabilmente le prestazioni del T-28D sono calcolate a pieno carico)
*'''Armamento''': 2 da 12,7 mm e sei punti d'aggancio per 1.184 kg di carico; (Fennec) 4 da 12,7 mm e 4 bombe da 135 kg
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[[Immagine:T-34A USAF.jpg|320px|left|thumb|Un T-34A, ancora con l'elica bipala originale, cambiata con la tripala coll'avvento del T-34C]]
Il '''Beechcraft T-34 Mentor''' è impiegato dagli inizi degli anni '50 fino ai giorni nostri. È un prodotto di successo nel campo degli aerei da addestramento basico da cui è nata anche la versione potenziata T-34C Turbo Mentor a turboelica. Le sue origini sono collegate a quelle di un aereo civile da turismo, il Beech 45 Bonanza, e venne valutato con 3 esemplari YT-34 dall'USAF che lo provò per un periodo decisamente lungo, tanto che durò fino al marzo 1953. Dopo questo lungo iter l'aereo venne selezionato come addestratore per l'USAF in 350 esemplari nella versione A (o Model A-45), ma anche per l'US Navy in altri 423. Questo primo modello era direttamente derivato dal Model A-35 con la stessa ala. carrello e motore. Perché questo successo? Perché essenzialmente si trattava di un apparecchio molto più economico del T-6 che era un prodotto già affermatissimo e ben collaudato. Inoltre aveva anche un carrello triciclo anteriore, molto più attuale. La commessa era persino troppo grande per la Beech, e così si affiancò a questa la Canadian Car & Foundry Co. Ltd, che costruì 100 degli aerei per l'USAF e altri 24 per la RCAF. Quanto all'US Navy, lo adottò nel '54 seguendo la scelta USAF, rimpiazzando il NA SNJ. Questo era il modello B, prodotto fino al 1957 con motore Continental O-470-4 da 225 hp, e oltre a questo vennero prodotti altri aerei (designati B-45) ad Arabia Saudita, Cile, Colombia, Messico, Spagna e altre ancora. A quel punto il T-34, simile per prestazioni, ma più economico e facile da pilotare del Texan riuscì nella missione quasi impossibile di rimpiazzarlo, diventando un autentico classico tra gli addestratori ad elica, veloce e grazioso, ben gradito e suscettibile di sviluppi futuri.
La Fuji ne produsse 126 o 160 (anche negli stabilimenti delle Filippine, tra il 1954 e il 1960), infine 75 (o 90, dipende dalle fonti) da parte della FMA argentina nel 1956-62. I T-34 sarebbero succeduti a se stessi, allorché la Marina Statunitense necessitò di un apparecchio successore al tipo B, e la Beech offrì prontamente il T-34C che al posto del debole motore O-470 da 225 hp della Continental, aveva un PW PT6A. Il prototipo (il primo di due T-34B modificati) volò il 21 settembre 1973 come YT-34C, dopo appena 6 mesi dall'inizio della riprogettazione, e la Marina americana, bene impressionata, ne ordinò 252 con consegne dal '77, aumentati a 334 entro il 1983, poi altri 19 velivoli vennero ordinati e forniti rispettivamente nel 1987 e nel 1989. Il T-34C-1 ha 4 punti d'aggancio e collimatore a riflessione. Ne vennero forniti 12 al Marocco alla fine del 1977, 23 per l'Ecuador, 6-7 per il Perù (Marina), 4 del Gabon, 20 per l'Aeronautica e 15 per la Marina Argentina (usati anche alle Falklands in almeno 4 esemplari), 25 per l'Indonesia, 3 per l'Urugay e 40-44 per Taiwan. Invece, il T-34C fornito in appena 6 esemplari all'Algeria era il modello Turbine Mentor 34C disarmato, che era il primo T-34 a turboelica per l'export, molto simile a quelli dell'US Navy. Oltretutto la Marsh Aviation ha modificato T-34B ex-USN con turboeliche offrendoli nel mercato civile, con turboelica TPE-331 da 450 hp ed elica tripala Hartzell. Il T-34C è molto più potente, ma le prestazioni non sono enormemente diverse poiché il peso a sua volta è aumentato, a vuoto di circa il 50% e così a pieno carico, per non dire della versione armata, per cui per i tipi B, C e C-1 si è arrivati a 1.317, 1.950 e 2.494 kg.
Il T-34B Mentor è stato il velivolo di addestramento basico della Marina Statunitense per circa 30 anni. Negli anni '70 l'addestramento dei piloti americani e parte dei piloti Marina Militare Italiana veniva effettuato con questo velivolo nelle basi NAS Saufley Field e NAS Whiting Field, nei pressi della base principale di NAS Pensacola, Florida. Negli anni '80 fu sostituito dal T-34C versione turboprop; inoltre lo Stato Maggiore della US Navy pianificò, con il T-34C, un programma di addestramento avanzato ed acrobatico tale da poter sostituire gli ormai vetusti ma sempre gloriosi T-28 Trojan. In sostanza si trattava di un aereo non molto diverso dall'SF-260, con prestazioni e potenza maggiori e abitacolo in tandem. In entrambi i casi il tipo originale con motori a pistoni è stato sostituito da quello a turboelica, ma con maggior successo per il T-34. L'SF-260 è una macchina del resto più moderna di oltre 10 anni e con un peso minore e una aerodinamica più curata per ottenere le migliori prestazioni dalla ridotta potenza disponibile.
[[Immagine:World operators of the T-34 Mentor.png|320px|right|thumb|Come il mondo venne 'colonizzato' dai T-34]]
;T-34C-1:
(tra parentesi i dati del modello B)
*Tipo: addestratore armato
*Equipaggio: 1-2
*Primo volo: 2 dicembre 1948 (A), 21 settembre 1973 (C)
*Costruttore: Beechcraft
*Esemplari costruiti: oltre 1.200
*Dimensioni: lunghezza 8,75 m (7,8), apertura alare 10,16 m (10), altezza 2,92 m, superficie alare 16,69 m² (16,49)
*Peso: 1.356 kg -2.494 kg (978-1.317)
*Propulsione: una turboelica Pratt & Whitney Canada PT6A-25, 725 CV ridotti a 550 hp ( un motore da 225 hp Continental O-470)
*Prestazioni: velocità massima 382 km/h crociera max 396 (mod. USN disarmato), stallo 98 km/h (idem) salita 436 m.min, autonomia 1.300 km, 9.145 m, raggio di combattimento 550 km e autonomia max 1.311 km (per il T-34B: 277 km/h max crociera, 85 km/h stallo, tangenza 6.100 m ed autonomia 1.560 km)
*Armamento: per il T-34C-1, 4 piloni alari subalari per Minigun, razzi, bombe leggere fino a 544 kg
[[Immagine:T-33.JPG|300px|right|thumb|T-33 portoghese]]
Il Lockheed '''T-33''' era un semplice adattamento del caccia monoposto F-80C, tant'é che inizialmente era noto come TF-80C. Esso cambiò successivamente la denominazione in T-33A, noto anche come T-Bird. Basicamente, le modifiche si attuavano con la riduzione dell'armamento da 6 a 2 mitragliatrici, il secondo posto i tandem e 1.931 litri + quelli delle estremità alari, molto caratteristici, da ben 870 litri anziché da 807 litri. La velocità di salita scendeva da 35 a 26 m/s. Normalmente il T-33A era armato di due mitragliatrici da 12,7 mm, spesso però esse non erano installate, mentre pochi esemplari avevano altre due predisposizioni per le M3. In effetti, una delle ragioni del successo del T-33 è anche che si poteva modificare in AT-33A, con armamenti aggiuntivi subalari, e probabilmente il 'pieno' di mitragliatrici nel muso (ovvero due o quattro).
Veloce e semplice, ne vennero realizzati 5.691 esemplari, inclusi quelli prodotti anche in Canada ed in Giappone, e i 699 TV-2(dopo il '62, T-33B) per l'USN, e questa così grande produzione fece dimenticare presto la sua origine da caccia. Questo ne ha fatto il più numeroso addestratore a reazione occidentale, o addirittura 'il più impiegato al mondo' secondo Armi da guerra n.106. In ogni caso, l'unico avversario, numericamente parlando, era il MiG-15UTI sovietico, parimenti molto diffuso e a tutt'oggi, ancora presente in qualche aviazione minore (anche perché il MiG-17 non ha avuto, eccetto che nei tipi cinesi, un modello biposto). Come si è detto, molti T-33 sono stati esportati o prodotti su licenza. Solo quelli direttamente forniti a nazioni amiche sono stati 1.058, a quanto pare di nuova costruzione: ma in seguito se ne aggiungeranno altri ex-USAF. NOn mancarono gli RT-33A da ricognizione e con sistemi di registrazione della voce negli abitacoli posteriori; essi erano nati da 85 T-33A normali opportunamente trasformati. I Giapponesi costruirono 210 T-33 da parte della Kawasaki, i Canadesi altri 636 T-33A-N Silver Star, dei quali ancora a metà anni '80 circa 50 erano in carico (e vi rimasero per molti anni ancora), noti all'epoca come CT-13. Va detto che queste macchine non erano analoghe a quelle americane, ma dotate del motore R.R. Nene 10 da 2.268 kgs, ovvero, in pratica un tipo analogo a quello usato dai sovietici per il MiG-15. Quanto ai Francesi, essi ne ebbero 60, più altri 31 americani. Tutti gli aerei, eccetto otto canadesi, vennero poi sottoposti a modifiche da parte della SFERMA, così da diventare T-33SF.
In qualità di aereo d'attacco e COIN, esso è rimasto in servizio a lungo in Birmania, Messico e Uruguay. Ma la sua giornata di gloria l'ebbe a Cuba, quando i castristi l'impiegarono per contrastare i bombardieri B-26 Invader durante lo sbarco alla Baia dei Porci. E, nonostante fossero meno armati degli F-80 standard, e i loro avversari fossero indubbiamente coriacei (si trattava del migliore aereo d'attacco dell'USAAF, ai tempi della II GM), riuscirono ad abbatterne numerosi esemplari, togliendo un elemento fondamentale alla capacità di supporto aereo degli anticastristi.
Nel 1985 la Bolivia aveva ancora, come unico apparecchio bellico, il T-33, precisamente 14 CT-133 canadesi, recentemente aumentati da altri 18 forniti dalla Francia.
Ancora nel 1991 in Giappone ne aveva 128 in servizio, mentre questi apparecchi vennero utilizzati come caccia di prima linea, anche in guerra, in diverse parti del mondo. L'AMI ne ebbe, dal 1952, 75 e altri 15 RT-33A.
;AT-33A:
*Equipaggio: 1-2
*Primo volo: 22 maggio 1948 (T-33A)
*Entrata in servizio: 1949
*Esemplari costruiti: 5.691
*Dimensioni: lunghezza 11,51 m, apertura alare 11,85 m, altezza 3,56 m, superficie alare 22,02 m²
*Pesi: a vuoto 3.667 kg, max al decollo 6.551 kg
*Propulsione: 1 turbogetto Allison J-33A-35, spinta 2.000 kg/S.
*Velocità massima: 965 km/h (a quota 0), 874 km/h (a 7.600 m), crociera 706 km/h, salita 1.84 m.min, tangenza circa 14.500 m, raggio 909 km, autonomia 2.080 km
*Armamento: 2 Browning M-3 da 12,7 mm, bombe opzionali
Come ultimo elemento notevole della sua evoluzione, il T-33 fu a sua volta la base del caccia intercettore F-94 Starfire. Ma quest'ultimo, il più pesante e sofisticato della famiglia 'Shooting Star', divenne presto un ricordo sbiadito (tra i tanti intercettori degli anni '50, presto invecchiati e rimpiazzati), laddove il T-33 vola ancora oggi.
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[[Immagine:OA-37B-2.jpg|300px|right|thumb|Un OA-37B dell'USAF]]
Il 12 ottobre 1954 volò il prototipo XT-37, che sarebbe stato destinato a fare storia per i decenni a venire. Esso era niente di meno che il primo jet americano specificatamente pensato per l'addestramento. Fu anche il primo aereo americano ad utilizzare un motore di provenienza francese, che erano i Malboré dei Magister francesi. Infine, era il secondo aereo specificatamente pensato per l'addestramento basico su jet, e il primo progettato fin da subito con tale intento (il Magister era il figlio di un progetto primigenio di aliante). La sua carriera fu alquanto onesta, senza prestazioni di punta elevate, anche perché erano dotati di abitacolo con posti affiancati anziché in tandem, soluzione assai pratica per impartire le lezioni di volo (e condivisa con il Jet Provost inglese), mentre la coda era con trave e impennaggi a 'T',anche qui con una marcata differenza rispetto al Magister. Venne posto in produzione come T-37 'Tweet' e in servizio nel 1957 che ebbe una produzione totale di 534 macchine. Presto giunsero anche ordini per 447 T-37B con maggiore potenza e strumentazione migliorata. La versione export era nota come T-37C, e presto ebbe un nuovo sviluppo. Il T-37 era una macchina leggera, ma con possibilità d'attacco al suolo con l'ampio spazio per carichi leggeri sotto le ali. Con il prototipo YAT-37D venne dato il via alla versione molto più potente, il A-37 Dragonfly. 39 ebbero origine come T-37B ma poi 577 vennero prodotti come A-37B. Questo aereo poteva disporre di una cellula irrobustita e pesante, con carico massimo di 6g a pieno carico, e con sonda per il rifornimento in volo (forse il primo aereo di questo tipo ad esserne fornito). La macchina ebbe ampia diffusione, con un impiego intenso in Vietnam, mentre numerosi esemplari sono stati dati in carico a Paesi del Terzo mondo. La dotazione d'armamento era ampia, con razzi, bombe e anche un'arma leggera quanto utile, una minigun GAU-2B/A7. Serbatoi di grande capacità sono stati installati alle estremità alari per assicurare il massimo raggio d'azione. Questi aerei sono ancora in servizio in parecchie nazioni,come l'Ecuador e il Perù, anche se sono a fine vita utile. Il loro ruolo potrebbe essere considerato quello degli 'A-10 dei poveri' e forse hanno per l'appunto ispirato il successivo 'Warthog', nato come macchina più antiguerriglia che per distruzione dei carri del Patto di Varsavia (ma la guerra in Vietnam era già finita al momento della sua entrata in servizio). La potenza dei motori era stata nel frattempo triplicata rispetto ai primi T-37. L'A-37B è stato utilizzato anche dall'USAF come OA-37B, ovvero una macchina da osservazione avanzata e attacco leggero, sostituita poi dall'OA-10, una leggera modifica al Warthog più nei ruoli che nelle caratteristiche fisiche.
*Ruolo: addestratore, attacco al suolo
*Equipaggio: 1-2
*Primo volo: 12 ottobre 1954
*Entrata in servizio: 1957
*Costruttore: Cessna
Esemplari costruiti 1.845
*Dimensioni: lunghezza 8,62 m, apertura alare 10,93 m, altezza 2,71 m, superficie alare 17,09 m²
*Peso: 2.817-6.350 kg
*Propulsione: due turbogetti General Electric J85-GE-17A da 1.293 kg (2 a 465 kgs per il T-37C)
*Velocità massima: 834 km/h (610 km/h nel T-37C), raggio d'azione 740 km ad alta quota, con 1860 kg di armamento, tangenza 7600 m (T.37C), salita a 730 m.min (T-37C), carico +6/-2,4 g (T-37C),
*Tangenza: 12.730 m
*Armamento: una Minigun da 7,62 mm e fino a 2.574 kg di bombe e razzi su 8 piloni alari di cui i 4 interni da 394 kg, 2 intermedi da 272 kg, 2 esterni da 227 kg.
Il 17 giugno 2009 il T-37B ha concluso finalmente la sua carriera nell'USAF, con l'ultimo volo con l'80th FTW. In tutto i 'Tweet' dell'USAF hanno formato 78.000 e passa piloti, i quali l'hanno trovato sostanzialmente formativo e divertente da pilotare.
Il '''T-38 Talon''' è stato il primo addestratore supersonico, nonché uno dei pochi che sono stati prodotti con tali prestazioni. Esso è un progetto Northrop la cui struttura di base è stata usata per la famiglia di aerei leggeri da combattimento F-5 Freedom Fighter. Oltre ai piloti USAF, il T-38 vengono anche impiegati dai piloti della NASA, altri piloti della NATO (sotto un programma unico) e alcuni civili. Pochi vennero esportati, in particolare il Portogallo, la Grecia e Taiwan ne hanno ottenuti un certo numero.
Il T-38 fu progettato a metà degli anni 50 come variante da addestramento di un progetto di un caccia leggero (Il N-156) della Northrop Corporation (oggi parte della Northrop Grumman) invano proposto per il concorso NATO del 1956. La United States Air Force non aveva la necessità di un caccia leggero ma si interessò all'addestratore come sostituto del T-33 Shooting Star che utilizzava in quel momento.
Il primo di tre prototipi YT-38 volò il 10 marzo 1959 ed i primi esemplari di serie furono consegnati nel 1961, entrando in servizio il 17 marzo dello stesso anno, e per il 1972 le consegne ammontarono a ben 1187 T-38, addestrando nella loro quarantennale carriera 50000 piloti militari (stranieri inclusi?). L' USAF resta una delle poche forze armate aeronautiche che utilizza addestratori supersonici, mentre la US Navy utilizza addestratori subsonici molto veloci.Nel 1962, i T-38 hanno stabilito 4 record di salita rapida e il loro soprannome è, significativamente, 'White rocket' (con riferimento alla loro colorazione chiara).
Il modello F-5B e il modello F (che deriva anch'esso dal N-156) può essere distinto dal T-38 dalle ali che si uniscono alla fusoliera in maniera diretta, senza le estensioni dei bordi d'attacco che almeno gli ultimi lotti dei caccia biposto hanno . Un'altra differenza è la struttura a nido d'ape anziché a strato di tipo convenzionale. Gli AT-38B sono stati equipaggiati con un collimatore e predisposizioni per carichi leggeri su di un pilone centrale, mentre assolutamente assenti sono i cannoni degli F-5B/F. Ancora nel 2003 ve n'erano in servizio, nella sola USAF, 562. Chiaramente poche forze aeree possono permettersi il costo degli aerei d'addestramento avanzato, e per aggiornarli sono stati equipaggiati via via con HUD, GPS, INS e altro ancora, incluse modifiche ai motori per ottenere più spinta a bassa quota. Tutto questo ha dato origine alla versione T-38C.
*Ruolo: Addestratore avanzato
*Equipaggio: 2
*Primo volo: 10 marzo 1959
*Entrata in servizio: 17 marzo 1961
*Costruttore: Northrop Corporation
*Esemplari costruiti 1.845
*Dimensioni: lunghezza 14,14 m, apertura alare 7,7 m, altezza 3,92 m, superficie alare 16 m²
*Peso: 5,670 kg
*Propulsione: due turbogetti General Electric J85-5A (J85-5R dopo la modifica PMP) da 17.1 kN
*Velocità massima: 1381 km/h
*Tangenza:
*Armamento:
*YT-38 : Prototipo, due costruiti, più tardi riprogettati come YT-38A
*T-38A : versione base, costruiti 1139 esemplari
*T-38A(N) : Versione per la NASA per l'addestramento degli astronauti.
*AT-38A : Pochi T-38 convertiti per l'addestramento all'uso di armi
*DT-38A : alcuni T-38A US Navy convertiti in direttori per droni.
*NT-38A : pochi aerei prodotti come macchine sperimentali
*QT-38A : conversione in teleguidato-bersaglio
*AT-38B : addestratore armato
*T-38C : T-38A con aggiornamenti strutturali e avionici
Dopo la crisi economica seguita all'embargo dell'OPEC del 1973 (in rappresaglia alla guerra del Kippur, in quanto gli Stati Uniti erano scesi in campo per aiutare Israele, anche se pure i sovietici facevano lo stesso con gli arabi, anzi anche in maniera più diretta da anni), la team figurativo Thunderbirds dell'U.S. Air Force adottò il T-38 Talon nel 1974 che usava molto meno carburante del Phantom ( e i Blue Angels scesero all'A-4 Skyhawk quasi durante lo stesso periodo). Dopo lo sfortunato incidente "Diamond Crash" che uccise quattro dei sei piloti, il Talon fu rimpiazzatodall'F-16A Fighting Falcon nel 1983.
Per quello che riguarda la marina, invece, l'addestratore avanzato, subsonico ma con lunga autonomia, è stato per moltissimo tempo il T-2 Buckeye, un robusto apparecchio a reazione con posti in tandem. Valido velivo, ma poco esportato e quindi poco noto. L'addestramento avanzato era invece completato dal TA-4 Skyhawk, aereo dalle prestazioni di qualcosa superiori. Entrambi erano capaci di eseguire appontaggi sulle navi, e proprio questa capacità, d'altro canto necessarie per addestrare i piloti dell'USN, ha causato un problema di cui poi si dirà. Per rimpiazzare gli aerei d'addestramento meno recenti, soprattutto il T-37 venne concepito dalla Fairchild il T-46.
Vennero costruiti 3 prototipi, poi i costi risultarono troppo alti. Volà nel 1985, con velocità di 725 km/h e due motori da 602 kgs Garrett F109-GA-100, tangenza di 13500 m e raggio di 2010 km
A quel punto venne bandito il concorso JPATS espanso a tutti i costruttori del mondo. La cosa davvero ha dato sorpresa: era la prima volta che gli USA, nazione leader per gli aerei d'addestramento, aveva bisogno dell'apporto esterno: in pratica, venne ammesso di essere per troppo tempo rimasti legati a tecnologie obsolete prodotte a suo tempo in quantità, e di non essere in grado di maneggiare le tecnologie più moderne. La vittoria del combattutissimo concorso venne attribuita al Pilatus PC-9, un turboelica che per quanto moderno, è piuttosto lontano come prestazioni e comportamento dai jet, fossero anche basici. Ma dopotutto la RAF aveva a sua volta, pochi anni prima ,comprato per rimpiazzare i Jet Provost proprio l'arcinemico del PC-9, ovvero il Tucano, prodotto in una versione potenziata dalla Shorts. La maggiore economicità dei turboelica e l'uso dei simulatori di volo hanno tagliato le gambe agli addestratori a reazione tipo il SIAI S.211, che pure era una macchina moderna ed era attribuita come papabile per la vittoria finale: consumava appena di più e offriva prestazioni e comportamento in volo migliori, inoltre era già italo-americana, con motore e parte del progetto dell'ala d'oltreoceano. Mentre il PC-9 ha vinto come addestratore basico col nome di Texan II, lo Swilngly Firefly ha vinto il concorso per un nuovo aereo da selezione iniziale, che prima era affidata al T-41 Mescalero, un apparecchio sottopotenziato e assai inferiore, per esempio, ai T-34 utilizzati dalla Marina USA. Il Firefly ebbe concorrenti alla sua vittoria finale, tra cui l'SF-260 italiano, che aveva lo stesso motore da 260 hp ma essendo dotato di carrello retrattile, più veloce. Ma il Firefly era più semplice, simile in generale e meno costoso, e come velocità offriva prestazioni ancora ampiamente accettabili. Così vinse il concorso e i tre contendenti italiani -MB-339C, S.211 e SF260- tornarono a casa con le pive nel sacco.
Il Cessna T-41 Mescalero è semplicemente un Cessna 172 utilizzato come aereo di preselezione dei piloti da parte dell'USAF. Ne vennero comprati 864, su di un totale di oltre 60.000 Cessna 170/172/175/182 prodotti per lo più per il mercato civile, di fatto dominato da questi apparecchi per decenni nel settore leggero-turistico.
È un aereo adottato nel 1965, con un motore da 110 kW Lycoming O-320-E2D, 225 km/h, ma una velocità di salita di poco oltre i 2 ms, tangenza di 4000 m e raggio 1030 km, cabina per due posti.
Totalmente diverso il Boeing T-43, che condivide solo il fatto che si tratta di un aereo civile. Esso è stato comprato nel 1973 in 20 esemplari, per l'addestramento dei navigatori dei grossi plurimotori. Si tratta infatti del Boeing 737, capace di 943 km/h e motorizzato da 2 PW JT8D-9 da 6575 kgs.
Il Buckeye venne progettato come un compatto aereo da addestramento ad ala media e dirittra, con due motori ventrali. Il modello T-2A era dotato di un solo motore J34, poi il T-2B li rimpiazzò con i J60, e infine i T-2C ebbero i J85, gli stessi dell'F-5 ma senza postbruciatore. Vi era anche la versione controllo drones DT-2, mentre il T-2X era la versione proposta dalla Rockwell, ma rifiutata per andare direttamente alla nuova generazione del T-45. L'US Navy era ansiosa di comprare quello che era forse il migliore addestratore intermedio del mondo, ma i problemi non mancarono. Alcuni vennero esportati, per esempio in Venezuela e Grecia.
*Anno: 1968
*Equipaggio: 2
*Motori: 2 J85-GE-4 da 13.12 kN
*Dimensioni: apertura alare 11.63 m, lunghezza 11.79 m, altezza 4.51 m, apertura alare 23.7 m2.
*Peso: 3681-5978 kg
*Prestazioni: 852 km/h max. velocità, tangenza 13870 m, autonomia 1720 km, armamento 290 kg
La sostituzione degli aerei della marina, riguardante il Buckeye e il TA-4 era già in corso da anni prima del JPATS, e il prescelto era il T-45 Goshawk, altro aereo inglese (dopo il Camberra del '51)ad imporsi negli USA. Ma le modifiche sono state tali e tante per sopperire alle innumerevoli specifiche, che un aereo semplice, robusto e prestante come questo è stato riprogettato in maniera integrale, con dei costi e problemi enormi. Sarebbe stato forse sufficiente per la navalizzazione, fornire l'Hawk di gancio d'arresto e vernice anticorrosione. Invece sono stati spesi miliardi per poco guadagno e per quando l'aereo, previsto in 302 esemplari, entrò in servizio, bisognò ricominciare l'aggiornamento perché la strumentazione, ancora analogica, non era più attuale. All'incira una dozzina l'anno erano in produzione attorno all'inizio degli anni '90 con 1 R.-R. Turbomeca F405-RR-400L da 24.24kN, 997km/h tangenza 12875m, raggio 1850 km. Tutte prestazioni assai inferiori a quelle dell'Hawk terrestre, ampiamente capace di oltrepassare i 1.000 km/h e raggiungere i 15.000 m.
==Note==
<references/>
[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|USA]]
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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Marocco
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{{Forze armate mondiali}}
Il Marocco è stato particolarmente coinvolto negli interessi europei tra il 19° e 20° secolo, quando le nazioni del Vecchio Continente si spartirono l'Africa. Nel 1912 vi fu un accordo tra la potente Francia e la vecchia e decadente, ma più vicina, Spagna. Venne stabilito un totale di 4 sezioni d'influenza: il Marocco Francese con la capitale Rabat, il Marocco spagnolo con capitale Tetouan, il Protettorato meridionale del Sahara spagnolo, e la zona intermedia del Tangier. Il protettorato francese era comandato dal generale Louis Lyautey, mentre nominalmente il Sultano del Marocco (immortalato da ''Il vento e il leone'' di John Milius) restava il capo della nazione, ma in maniera essenzialmente figurativa.
L'Armata di Franco, proveniente dal Marocco spagnolo, fu determinante per la vittoria della guerra civile (purtroppo conclusasi con la sconfitta del legittimo ma impopolare governo di sinistra, al posto del quale è stato installato un regime dittatoriale quarantennale). Durante la seconda guerra mondiale il Marocco francese rimase invece fedele al governo di Vichy (indimenticabile il film ''Casablanca''...), fino a che durante gli sbarchi alleati dell'8 novembre 1942, gli Alleati combatterono contro i francesi e dopo avere vinto lo usarono come base importantissima per la propria campagna europea e africana.
Finita la guerra, che vide Casablanca e altre città come scali fondamentali per gli Alleati (che per questo tentarono la conquista, certo non indolore), il Sultanto Sidi Mohammed chiese ai francesi e agli spagnoli di andarsene e chiedendo l'indipendenza del Marocco. Scoppiarono disordini in Marocco, ma soprattutto la guerra civile algerina, e i francesi dovettero andarsene nel '56, a marzo. A ottobre Tangeri venne assegnata al Marocco tramite accordi internazionali, mentre la Spagna cedette il Protettorato del Sud nel '58. Tuttavia Ceouta e Melilla e alcune isole vennero mantenute dagli spagnoli e furono la pietra dello scandalo per varie aspre discussioni e tensioni con la Spagna.
Alla fine Sidi Mohammed venne incoronato come Mohammed V nel '57, dopotutto era il padre della Patria, e nel '61 già arrivò il successore Hassan. Il regime marocchino è una monarchia, ma ben inteso costituzionale, con un parlamento a due camere e un primo ministro di designazione reale. Insomma, una struttura di governo moderna, col re che ha compiti di garanzia costituzionale.
Il Marocco si ritrovò senza appoggio francese e americano quando nel '61, in piena Guerra fredda, divenne marcatamente pro-sovietico, tanto che ebbe, per quanto possa sembrare strano attualmente, anche caccia MiG: uno squadrone di MiG-17 e MiG-15UTI venne fornito dall'URSS. Ma l'inedita vicinanza di una monarchia all'URSS è stata di breve durata e dopo un quinquennio ritornò, nel '66, ad avvicinarsi al mondo occidentale, tanto che ebbe un reparto di 18 F-5.A e 2 B, poi aumentati a 23 in tutto con alcuni esemplari iraniani. Erano tutti basati a Kenitra.
Gli F-5 marocchini servono come componenti importanti nella Al Quwwat al Jawwiya, in termini internazionali Royal Air Force of Morocco che per quanto possa sembrare strano, ne è stata una delle più attive utilizzatrici. Infatti il Marocco ha avuto modo di usarli in molte situazioni reali.
Il Marocco non era un Paese del tutto stabile se è vero, come è vero, che nel giugno del' 65 re Hassan II, successore del padre, volle dichiarare una dittatura reale, una specie di semi-monarchia assoluta, in cui aveva sia compiti legislativi che esecutivi. Questa situazione durò anni, tanto che ancora il 16 agosto 1972 il re era in carica nei suoi poteri. Allora successe una cosa incredibile, degna di un film d'azione (sarà stata ispiratrice del film ''Airport '80''?). Quel giorno 3 F-5A attaccarono un Boeing 727 che riportava il re dalla visita in Francia. Incredibilmente l'aereo, forse attaccato solo con i cannoni, riuscì ad atterrare in emergenza e il re sopravvisse. Ma non finì lì. L'aereo atterrò a Rabat, e l'aeroporto della capitale marocchina venne poi mitragliato da uno degli F-5. Non ancora pago del risultato, il Palazzo Reale venne colpito da altri 4 F-5 il giorno stesso, più tardi. Tutto questo non bastò ad impedire al re di restare al potere. Nel '74 il Sahara spagnolo venne abbandonato dalla Spagna, e il re Hassan organizzò la cosiddetta 'Marcia verde' di oltre 300.000 uomini e donne disarmati nella regione disputata. Nel '76 la Spagna cedette il Sahara meridionale a Marocco e Mauritania. Venne chiamato Sahara Occidentale.
Negli anni successivi le due nazioni si misero d'accordo nominalmente per ripartire il territorio, ricchissimo di certi minerali, come i fertilizzanti. Qui arrivò in campo il Polisario, ovvero il Fronte Popolare per la Liberazione di Saguiet el-Hamra e Rio de Oro, supportato dall'Algeria (e anche dalla Libia), che cominciò a combattere nella primavera del '76. Gli F-5 marocchini di Kenitra iniziarono gli attacchi contro il Polisario, ma i missili SA-7 si dimostrarono, nonostante il calore del deserto e le basse emissioni dei piccoli F-5, in grado di abbattere diversi aerei marocchini. Allora i Marocchini comprarono i nuovi F-5E con finanziamenti sauditi.
Il Marocco si defilò dalla porzione mauritana del Sahara occidentale nel '79 ma tenne la sua zona, combattendo contro il Polisario, senza risultati decisivi. Solo nell'88, quando Marocco e Algeria 'normalizzarono' le loro relazioni, il sostegno per il Polisario scemò rendendo meno agguerrito e armato questo movimento. Nel '91 l'ONU riuscì a stabilire una tregua, anche se armata. V'era da stabilire il futuro di quei territori con un referendum, che però non si tenne mai forse per il timore di dovere poi accettare un risultato non proprio indolore. In sostanza non si capiva nemmeno chi dovesse votare e in tutto il territorio rimase 'teoricamente' il controllo amministrativo del Marocco.
Con il ritorno del Marocco nell'area 'occidentale', nonostante l'assenza di democrazia, arrivarono i caccia Mirage F.1C ed E nei tardi anni '70, 16 F-5E e 4 F-5F vennero ordinati per essere consegnati nell'81. Non erano soli: per armarli adeguatamente per attacchi al suolo vennero armati con i temibili AGM-65B con sensore TV con ingrandimento, come anche le micidiali bombe Mk.20 Rockeye con 247 submunizioni a grappolo in appena 227 kg. Vennero anche forniti di sonde per il rifornimento in volo con un Boeing B 707 modificato. Ma ancora, questi aerei non sono stati immuni dalle perdite, stavolta, data la presenza di lanciatori di flares (presumibilmente montati) e della distanza maggiore di ingaggio con i missili, i loro nemici sono stati armi maggiormente prestanti: il Polisario era armato persino con i temibili SA-6 Gainful, e alcuni F-5 (come anche F.1) vennero abbattuti da questi missili SAM mobili a medio raggio, come anche dagli SA-9, fratelli 'maggiori' degli SA-7. Infine, nell'ottobre 1989 arrivarono dall'USAF (basati ad Alconbury) 12 aerei F-5E (incredibile come i pur pochissimi F-5E, utilizzati dai reparti 'aggressors' siano poi diventati obiqui in diverse parti del mondo come prodotti 'di seconda mano': evidentemente, una dozzina qua, una là e il gioco è fatto).
Quanto ai Mirage F.1, simili in aspetto (per i missili all'estremità alare, ma solo per quello e il muso appuntito: per tutto il resto sono ben diversi) agli F-5 e più potenti hanno seguito una carriera simile: in tutto sono arrivati, pare, un totale di ben 30 CH, 14 EH da attacco, e 6 EH-200 anche con la con sonda per il rifornimento in volo. Anch'essi vennero consegnati dalla fine degli anni settanta. Contro il Polisario hanno subito varie perdite e solo la metà resta operativa, pur rappresentando la principale forza da combattimento dell'Aeronautica Marocchina.
==Il Marocco nel Sahara Occidentale<ref>Husson, Jean-Pierre: ''I guerrieri del Deserto'', P&D ottobre 1990 pag. 70-78</ref>==
E i Sarawi? Husson ha incontrato questi guerriglieri del deserto, si muovevano su Land Rover eToyota con mitragliere ZPU e ZU da 14.5 e 23 mm, che controllavano i 'muri', entro cui spesso, in barba alle difese, riuscivano a penetrare, sia furtivamente che con piccoli colpi di mano. V'era un comandante, Habd El Hai Braika, capo di una Kabta ovvero compagnia, della seconda Regione militare del Polisario N.2 Comandava 200 uomini, armati con AKM, RPK, RPG-7, mortai medi e mitragliere pesanti, e operavano su di un settore di 100 km (!) per la scoperta di forze marocchine, dato che dai muri potevano essere anche venire incursioni marocchini, Erano 15 anni che erano partiti gli spagnoli, e da allora erano iniziate azioni belliche con i Marocchini. La guerra ha conosciuto vari momenti, e alla fine nel 1990 v'erano stati non meno di 20.000 morti e 120.000 profughi, con danni per centinaia di milioni di dollari. Non uno dei peggiori risultati nei drammatici conflitti africani, ma certo è una delle più dispendiose! Ma da dove nasce, nel profondo questa situazione?
I Sahraui firmarono nel 1884 un trattato con gli spagnoli per la sovranità sulle loro terre, iniziando la colonizzazione di questo che era una dei più inospitali pezzi d'Africa rimasti ancora liberi, ma in ogni caso la colonizzazione non conquistò tutto il territorio fino al 1934, e giusto per la pressione dei francesi sugli spagnoli perché i nomadi sarawi facevano incursioni nei loro possedimenti. Insomma, non sembrava certo una terra molto ospitale e appetitosa. Senonché negli anni '50 vennero scoperti giacimenti di fosfati a Bou Craa (che guardacaso è una delle località protette dai muri). Nel contempo vi furono fermenti indipendentisti e dopo l'indipendenza del Marocco, la lotta si concentrò, da parte Sarawi, nei territori spagnoli, tanto che questi, all'epoca isolati in buona parte dal mondo, chiesero aiuto alla Francia e nel '58 iniziò L'Operazione Ecouvillon' che comportò profughi Sarawi in Marocco e Mauritania, ma nonostante tutto l'azione militare non fu sufficiente. Negli anni '60 si diede origine ad un vero nucleo nazionalista, grazie a Mohamed Bassiri, che fondò l'MLS, Movimento per la Liberazione del Sahara. Poi, il 17 giugno 1970 una manifestazione popolare a El Ayoun, indetta per protestare contro il piano spagnolo di annessione del Sahara occidentale, venne repressa sanguinosamente. L'MLS finì lì, con l'arresto di persone come lo stesso suo leader Bassiri. Insomma, la politica da sola non bastava né poteva bastare: manifestare pacificamente non pagava a sufficienza contro qualcuno ben disposto ad usare la forza, e allora anche in questo lembo di Africa nacque un'organizzazione sia politica sia con capacità militari. Era il 10 maggio 1972 quando nacque il POLISARIO, fondato da Mustapha Sayed El Wali, che sarebbe stato ucciso in azione l’8 giugno 1976 quando il Polisario lanciò un'incursione nella capitale mauritana, ovvero Nouakchott.
Nel '74 la Spagna concesse ufficialmente al Sahara Occidentale lo status di 'autonomia interna' e informando l'ONU in merito, nonché di tenere un referendum entro il giugno del '75.
Il Marocco, all'epoca altra dittatura interessata a questi territori non ci stette: Hassan II chiese un pronunciamento dalla Corte di giustizia dell'Aia e poi, prima ancora del verdetto, si accordò segretamente con la Mauretania (presidente Moktar Ould Daddah) per spartirsi comunque il Sahara Occidentale. E così fu, o almeno sembrò essere.
Quando infatti la Corte Internazionale si definì favorevole all'indipendenza del Sahara Occidentale, con sentenza del 16 ottobre 1975, il Marocco organizzò la 'Marcia verde' con 350,000 persone disarmate che, partendo da Tarfaya entrarono nel territorio ancora occupato dagli spagnoli il 6 novembre. Era un atto forte, e i l4 novembre venne firmato a Madrid un accordo a 3 tra Marocco-Mauretania e Spagna, con cui quest'ultima si defilava dalla scena, mentre la spartizione tra le altre due nazioni avrebbe avuto luogo il 14 aprile '76. Il Polisario, con l'Algeria come 'sponsor', denunciò questa clamorosa truffa (nonostante la sentenza favorevole all'indipendenza, sia pure con qualche ambiguità di troppo..), con poco risultato a seguito di tante discussioni: il 14 novembre 1975 vennero approvate contemporaneamente due risoluzioni che dicevano praticamente l'opposto: appoggio all'accordo del 14 novembre di Madrid, e diritto all'autodeterminazione dei Sarawi.
Di fatto, da questa bagarre si avvantaggiarono le Forces Armées Royales Marocchine e le corrispondenti mauritane che appena se ne andò il Tercio de Armada spagnolo, presero il controllo del territorio, un po' come l'azione congiunta URSS-Germania contro la Polonia nel '39..
I Sarawi non ci stettero certo, e già il 27 gennaio '76 vi fu uno scontro tra l'esercio marocchino e l'ELPS, Esercito di Liberazione Popolare del Polisario, che avvenne vicino ad Amgala, e non si esclude che anche degli algerini siano stati a fianco dei Sarawi.
Dopo questa prova generale, l'ELPS dichiarò la nascita della RASD, Republica Araba Sarawi Democratica, così si creò un soggetto politico da contrapporre a Marocco e Mauritania. Era difficile ma non impossibile ,a quel punto, da un lato recuperare il territorio nazionale così 'indebitamente' sottratto dai mauritani e marocchini, dall'altro organizzare una popolazione che in tutto faceva solo 150.000 persone, e che era stata costretta a rifugiarsi in Algeria (Hamada del Draa) per sfuggire ai bombardementi dei due Paesi invasori.
Anzitutto l'organizzazione dei profughi: suddivisi in 4 Wilaya ovvero Province, chiamate El Ayoun, Smara, Aouserd, Dakhla che sono le maggiori città del Sahara Occidentale. Ciascuna è stata poi suddivisa in daira, ovvero distretti, ciascuno con tanto di sindaco e servizi d'istruzione e ospedalieri. Così, con un raro esempio di come una nazione si può formare persino nei campi profughi in maniera efficiente, moderna e democratica, i Sarawi hanno dato vita alla loro riscossa. L'alfabetizzazione e l'istruzione da sole erano destinatarie del 28% del 'PIL' della RASD. L'altra faccia della medaglia era ovviamente quello militare, che assorbiva il 35-40%. Lo sviluppo di questo modello sociale ha visto davvero principi collettivistici applicati e con successo: niente denaro, niente mercato, risorse comuni distribuite a tutti perché tutti partecipavano allo sforzo. Almeno come situazione 'transitoria', poi certo se i Sarawi avessero ottenuto le loro terre questo piccolo prodigio del deserto si sarebbe perduto: ma nondimeno questo è stato il cemento dell'identità Sarawi che nel '91 aveva come primo ministro Ali Berba.
Detto questo, come si sviluppò la guerra nel deserto? V'erano da affrontare ben due invasori, uno da Nord e uno da Sud. Ma era quest'ultimo, i Mauritani, ad essere il meno forte militarmente. I Sarawi combatterono duro: attaccarono le punte avanzate e le costrinsero a trincerarsi stoppando la loro avanzata. Centri come Bou Crara (città mineraria per i fosfati) e Zouerate (per il Ferro), Tan-Tan, Assa (Marocco meridionale), e persino la capitale Mauretana Nouakchott, dove venne ucciso El Wali. In sostanza, il Polisario praticò il rischio calcolato di tenere a bada i Marocchini, e di concentrarsi soprattutto contro i Mauritani.
I Mauretani non ce la facevano: erano una nazione povera, con pochi uomini e mezzi, e sia nel '77 che nel '78 i Jaguar francesi intervennero su richiesta Mauritana contro i nuclei motorizzati del Polisario. Nondimeno, i Mauritani persero l'iniziativa, le risorse e la volontà: alla fine, il 10 luglio 1978 vi fu un golpe in cui l'esercitò rovesciò l'allora presidente Ould Daddah e di lì a pochi giorni le operazioni del Polisario cessarono nel settore sud, lasciando a quel punto mano libera alla trattativa politica : il 5 agosto 1979 venne firmato ad Algeri un accordo in cui la MAuretania si ritirò dal settore Sud del Sahara Occidentale, anche se questo significò che il Marocco, per continuare le operazioni, dovette occupare anche quello, il cosiddetto Rio de Oro (sarebbe stato davvero 'troppo bello' se i Sarawi a quel punto avessero avuto almeno un pezzo della loro Patria tutta per loro...).
Al motto di 'O Patria o Martirio' i Sarawi del Polisario non si persero d'animo: il nemico rimasto era molto più potente, ma era anche molto stressato dal dover occupare tutto quel deserto da solo.
Allora, l'ELPS si ritrovò questo avversario ben più equipaggiato, ma le sue tattiche 'colpisci e scappa' erano tutt'altro che inclini a dare valore alla superiorità teorica avversaria, a conferma che nel deserto la mobilità è davvero fondamentale. Il Polisario, concentratosi a Nord, supportato da Libia e Algeria (pochi carri e cannoni sono trascurabili per un esercito convenzionale, non così per una forza di guerriglia..), e con l'offensiva 'Houari Boumedienne', gennaio '79, penetrò nel Marocco meridionale, contro Tan-Tan, e nel marzo 1980, sul massiccio dell'Ourkziz le FAR marocchine subirono una grave sconfitta. Insomma, i rovesci patiti dai libici anni dopo nell'ancora non iniziata campagna chadiana, erano già stati 'sperimentati' dai marocchini a danno delle micidiali incursioni di motorizzati della guerriglia. Eredi del SAS-LRDG inglesi, ma soprattutto dei predoni del deserto, solo con cavalli-vapore anziché cammelli. I Marocchini si organizzarono con le blindo AML-60 e 90 per le unità mobili presto diventate famose, le 'Ohoud' a 'Zallaka'. Ma più che inseguire i loro avversari nel deserto, i marocchini iniziarono a costruire muri (il 'Vallo Adriano' o la Muraglia cinese del Deserto..), anzitutto per proteggere il porto di El Ayoun, la capitale religiosa dei Sarawi Smara, e la zona mineraria di Bou Craa. Questo non impedì nel frattempo l'attacco alla guarnigione di Guelta Zemmour che aveva per la prima volta missili SA-7 e blindati, tutto materiale ex-libico. Era l'ottobre '79, e due mesi dopo arrivarono anche i carri T-54 e 55 ex-algerini, colpendo M'Sied, e altre piazzaforti marocchine. Così, per parare questi attacchi devastanti venne deciso definitivamente di passare ai 'muri', impresa improba da fare nel mezzo del deserto, ma l'unica considerata fattibile per evitare i danni altrimenti inflitti dal Fronte del Polisario.
Questa storia dei Muri, le più lunghe fortificazioni moderne, venne iniziata nel 1980, ad Agosto per iniziativa del generale Dlimi, comandante del fronte Sud (in tal senso, il Marocco è suddiviso in 3 zone militari). Della struttura si dice dopo, ma in termini concettuali e pratici si trattava di una iniziativa a doppio senso: da un lato era un modo per contenere l'avanzata dei Sarawi dentro il territorio controllato dai Marocchini, dall'altro si trattava di 'schiacciali' progressivamente vicino ai confini algerini, e questo avrebbe dovuto mostrare maggiormente all'attenzione internazionale il coinvolgimento di questa nazione: d'altra parte poca sorpresa, in genere i movimenti di guerriglia hanno una nazione 'santuario' che li protegge da un nemico superiore: per questo i campi profughi Sarawi non sono stati attaccati.
Un primo muro venne ultimato nel marzo 1981: era già una grossa impresa, con una lunghezza di ben 600 km, ma poi venne costruito un altro muro di 300 km a protezione di J'Diria, Haouza (ex- capitale della RASD), e un altro di 320 km per proteggere anche Amgala, il che ha tagliato praticamente il territorio del Sahara Occidentale in due settori, per via del confine con la Mauritania. Del resto, anche entrare in Mauritania è possibile ai Sarawi, che nel '76 per raggiungere la capitale percorsero migliaia di km come nulla fosse. Tutto questo primo livello di lavori venne ultimato prima che l'ELPS sferrasse, a metà del 1984, una offensiva con 2.500 uomini, arri T-54/55, blindati BTR-50/60 e BMP-1, che venne ridotta in efficacia. La costruzione di un altro muro da 400 km venne finita nel novembre dello stesso anno, partendo da Zag fino verso il confine algerino. Insomma, gli anni peggiori furono circa 3-5, e presto i marocchini passarono a costose difese statiche di grandi dimensioni, di valore questionabile ma di costo altissimo, tuttavia un deterrente adeguato contro i Sarawi. Un altro muro venne costruito dal maggio '85 nella zona centrale per proteggere Guelta Zemmour e Bir Anzaran e infine un altro muro, il sesto ha bloccato l'accesso all'Atlantico. Tutto questo sforzo, appoggiato da un gran numero di soldati di guardia e di pronto intervento, campi minati etc. ha reso molto difficile ai Sarawi di entrare nel territorio che loro rivendicano ma a costo di una logistica e una forza d'impiego troppo grande e difficile da gestire con 2.400 km di estensione.
E l'ELPS, come si presentava nel '90? Dipinti come guerrieri-mercenari, criminali etc. dai marocchini, in realtà erano un'eccellente forza di combattimento, davvero molto grande per la piccola popolazione. Era suddivisa in 8 zone militari con 18-20 uomini in tutto ufficiali, ma in pratica non erano più di 5-6 mila. Persino troppi se si considera gli equipaggiamenti. In ogni caso erano suddivisi in failak, ovvero battaglioni, da 400-600 effettivi, Katiba ovvero compagnie di 180-200 effettivi, ma soprattutto 3 unità corazzate con carri T-54/55, ZSU-23-2, BMP-1. Una di queste unità era in riserva, poi da rilevare 6 unità di fanti di cui una in riserva. Certo che dopo gli accordi dell'84 tra Gheddafi e re Hassan II, e dopo la normalizzazione dei rapporti algerini-marocchini dell'88, la fornitura di armi era diventata un problema.
Altre armi erano fucili AK-47 e AKM, RPG-7, LRAC, missili TOW, MILAN, Dragon, mitragliatrici RPK da 7.62 mm, mitragliatrici pesanti da 12.7, 14.5, 23 mm, obici da 105 mm HM-2, D-30 da 122 mm, addirittura M-46 da 130 mm da 27 km. lanciarazzi BM-21 per un totale di quasi 180 armi, più i cannoni SR da 106 mm, mortai leggeri, medi e pesanti; 60-90 carri T-44-55, cacciacarri SK-105 (meno di 12), APC BTR-50,60 e BMP-1 (meno di 60), VAB, AML-60 e AML-90, forse Cascavel con cannone F-1 ex- libiche.
Le armi contraeree erano missili SA-6,7,9; armi da 12.7, 14.5 e 23 mm per lo più semoventi; quasi 800 veicoli Land Rover Santana, Toyota, ACMAT etc per compiti logistici e di combattimento.
Non mancava la scuola militare 'Martire El Wali' che era a 40 km da Tindouf con una quarantina di istruttori, mentre i commissari politici erano dalla scuola nazionale della RSAD. Erano presenti a livello di failak, ma pare avessero utilità solo come educazione civica e non conduzione militare. Appoggiati dalla Libia, che avrebbe ancora nel 1986 addirittura formato un plotone di incursori subacquei, e dall'Algeria con 25-30 milioni di dollari all'anno, Cuba con la formazione di specialisti e quadri, e altre nazioni. Sempre nella stezza zona, vi era un campo prigionieri marocchini con 200 detenuti, in piccole casette sferiche numerate e abiti civili.
Era davvero uno schieramento notevole per una piccola e povera comunità, ma funzionava. Il Marocco, per mantenere la sua ostinata presenza nel Sahara Occidentale spendeva il 30% del PIL (come si potrà mai sprecare tanto denaro..) e questo senza risolvere il problema. L'ELPS è riuscito a mantenere la pressione sui marocchini, e spesso i guerrieri sono riusciti ad oltrepassare il muro in infiltrazioni notturne. Spesso hanno imparato a riconoscere anche i singoli soldati marocchini, dopo che per giorni e notti passano ad osservarli nelle stesse sezioni del Muro.
La situazione politica era, nel 1990, di tregua armata; la RASD era riconosciuta da 74 Nazioni e ufficialmente ammessa come 51imo Stato dell'Unione Africana grazie al vertice di Addis Abeba tenutosi nel novembre del 1984. La soluzione a quel punto era possibile solo a livello di politica. Si pensava ad un referendum da entrambe le parti, ma il Polisario prima pretendeva il ritiro dell'esercito marocchino. C'erano altre cose: per il Polisario gli aventi diritto al voto dovrebbero essere contati secondo la popolazione residente nel 1974, quando gli spagnoli fecero l'ultimo censimento. Ovviamente il Marocco non ci stava: secondo una vecchia logica di mettere alla comunità un fatto compiuto davanti, dai primi anni '80 aveva popolato per quanto possibile di propri cittadini il Sahara Occidentale, e con un numero tanto ridotto di Sarawi il gioco non è certo difficile (basti pensare alla 'cinesizzazione' del Tibet).
I tentativi internazionali di porre rimedio alla questione non sono mancati, tra cui un piano dell'allora segretario ONU Perez de Cuellar con tanto di dialoghi con Hassan II, il presidente RASD Abdelaziz, vi sono stati incontri tra Sarawi e il Re del Marocco a Rabat.
Ma perché il Sahara Occidentale è tanto importante? per la posizione strategica, perché da lì è possibile influenzare la costa occidentale africana, e per i fosfati: la terza riserva dopo USA e URSS era lì, sotto le sabbie del deserto, poi ferro, petrolio, zico, rame, e lungo le coste tra le più pescose zone di pesca del mondo. Questo spiega molto della volontà marocchina di appropriarsi del Sahara occidentale.
Nel frattempo, i marocchini erano poco propensi a fare irruzioni, nei corridoi lasciati dai 'muri', troppo prevedibili: molti F-5A, E e Mirage erano stati abbattuti nel corso degli anni, uno degli ultimi era un Mirage F.1CH abbattuto nel gennaio '85 da un missile sparato direttamente dal territorio algerino, che restava 'off limits' per i marocchini. Dall'elenco prima citato, appaiono molti materiali anche pesanti, occidentali: erano quelli catturati ai Marocchini, tra cui centinaia di fucili FAL e molte artiglierie, blindo, cacciacarri: i successi dell 'ELPS erano tali che il Marocco era 'il loro secondo fornituro militare'.
===Il muro delle FAR nella Zona Militare Sud (1990)<ref>JP Husson: ''I guerrieri del Polisario'', PD ottobre 1990</ref>===
A fermare le incursioni oltreconfine del Polisario, vi erano le truppe della Zona Militare Sud, con 3 settori operativi, N, centro e S. Le basi erano Qued ad Dahab, Seguiet El Mra e Qued ad Dakar, ma ogni settore era basato su altri sotto-settori operativi. In tutto v'erano una brigata di fanteria meccanizzata con 5 mila effettivi su un battaglione comando e servizi e 4 di fanteria. I mezzi erano gli M113, M163 Vulcan, M113 TOW. Altre 4 brigate di fanteria avevano 20 mila soldati con la stessa organizzazione base ma armi diverse, come mortai da 120 mm, missili Dragon da 1 km, MILAN da 2 e TOW da 3-4 km, cannoni SR M40A1 e veicoli APC VAB. Infine vi erano un reggimento di fanteria meccanizzata con 3 mila soldati, con battaglione comando e 3 d'arma base con cingolati M113 e ruotati Ratel, AML-60 e 90, sistemi d'arma M163 e M113-TOW; 3 reggimenti fanteria per 9.000 uomini con una compagnia controcarro, una mortai pesanti, una radar, sei compagnie DIR (intervento rapido), e un solo battaglione d'arma base. Avevano radar LMT-Ratac su veicoli AMX-13, cannoni SR M40, mortai da 120 mm, missili MILAN. Infine v'erano due battaglioni paracadutisti con 2 mila soldati della a Brigata di Fanteria Paracadutisti, ed equipaggiati con mortai da 81 e 120 mm, cannoni SR da 106 mm, mitragliere binate KPV da 14.5 mm, missili HOT, MILAN, TOW.
Dietro da questi reparti che da soli accontavano da 5 brigate, 4 reggimenti, 2 battaglioni per una forza complessiva di 39.000 soldati (!) dotati di equipaggiamenti moderni e mobili, non mancavano altre forze.
Erano disponibili anche 2 battaglioni di fanteria con 2.500 uomini in tutto (1 compagnia comando e 4 fanti), 23 battaglioni d'arresto con 17.000 effettivi sistemati dietro i Muri; 4 GEB, ovvero Gruppi d'esplorazione blindati con 2.600 uomini l'una, ciascuna su: 1 compagnia comando e servizi, 4 compagnie carri, 1 fanti meccanizzati, 1 controcarri. Questi gruppi avevano carri M48A3 e A5 con pezzi da 90 o 105 mm, cacciacarri leggeri SK-105 Kurassier ben più moderni e mobili, armati con cannone da 105 mm su torretta tipo quella degli AMX-13, blindo AMX-10RC pesanti, cingolati M113 e M113TOW. Ad essi si aggiungeva un GEMèca, Groupe d'Escuadrons Mécanisés con una compagnia comando e servizi e 3-6 compagnie meccanizzate con AML-90, M-3, M113 e addirittura BM-21 da 122 mm. Non bastava: c'erano anche 7 GAR, Groupe d'Artillerie Royale con 7 uomini complessivi e ciascuno su batteria comando e servizi, batteria contraerea, 3 batterie da 105 e 155 mm con 6 pezzi l'una, inclusi i semoventi G-3 e M109A1. V'erano anche 5 battaglioni del Genio, 1 trasmissione, 2 logistici per riparazione, 2 battaglioni meharisti, 3 GLS (Groupements Légers de Sècuritè) delle Brigate leggere di sicurezza, un certo numero di piccoli reparti speciali (Commandos de la Marche Verte), 8-10 mila uomini paramilitari (Forces suxiliaries Quouat Moussaida) appartamenti dal Ministero degli Interni.
Non mancavano le forze aeree: FRA (Forces Royales Air) con una grossa base aerea a Laayoune, la 4a Base Aèrienne, con Mirage F.1, F-5, elicotteri da trasporto e combattimento. La Marine Royale aveva infine basi ad Agadir e Dakhla con guardacoste, naviglio leggero anfibio, motovedette, e il 2 e 3o Bataillon de Fusiliers Marins, stanziati normalmente a Laayoune, e Boujdour.
Insomma, un complesso estremamente complesso e costoso per far fronte al Polisario: ricapitolando, 5 brigate di cui una meccanizzata e 4 motorizzate, 1 reggimento di fanteria meccanizzata e 3 motorizzata,2 battaglioni paracadutisti per un totale di 39.000 uomini dei reparti di intervento; 2 battaglioni di fanteria, 17 battaglioni di fanteria d'arresto, 4 GEB, 7 gruppi d'artiglieria, 5 battaglioni del genio, 1 trasmissioni, 2 logistici, 3 raggruppamenti, unità speciali e 8-10 mila paramilitari degli Interni. Stiamo parlando di circa 120.000 soldati, con uno schieramento difensivo dietro muri di sabbia e campi minati.
E tutto questo per tenere a bada appena 150.000 Sarawhi, di cui circa 20.000 in armi o armabili, per giunta con l'appoggio di aerei e navi, due battaglioni fanteria marina come finale.
E i muri? Erano lunghi 2.400 km, un terrapieno alto 2-3 m di sabbia e pietrisco, creati con due bulldozzers contapposti. I muri servirebbero a poco da soli, ma ogni 5-7 km v'erano anche dei PA, punti d'appoggio occupati da un plotone o da una compagnia, protetti da campi minati e dal sempre valido filo spinato. Il reparto aveva mitragliatrici da 12.7 e 14.5 mm, lanciarazzi controcarri e-o missili Dragon e MILAN, mortai da 81 o 120 mm. VI erano anche postazioni fisse d'osservazione, con un plotone ed erano distanti tra i 500 e i 2.000 m di distanza l'uno dall'altro. Questi punti d'osservazione potevano supportarsi tra di loro in caso d'attacco, ma oltre a questo v'erano anche i sistemi d'osservazione radar: RATAC, RASIT, STENTOR, RASURA francesi o gli AN/PPS-5 americani per l'avvistamento di oggetti a terra, con raggio di circa 30 km e collegati alle artiglierie campali.
A parte questo,ad 1 km dietro al muro v'erano postazioni d'artiglieria campale da 105 e 155 mm, o mortai pesanti da 120 mm. In profondità v'erano i gruppi autonomi: un primo gruppo d'intervento aveva un battaglione di blindo, carri,carri leggeri, veicoli leggeri. Poi se tutto andava anche peggio v'era il Gruppo d'intervento generale con brigate o reggimenti fanteria meccanizzata, dai GEB e infine dall'appoggio dei caccia e aerei vari: questi includevano anche i Mirage F-1 e F-5 con pod da ricognizione, un C-130 Hercules con uno SLAR e sistemi ELINT.
Tutto questo dà l'idea di come sia difficile fissare un nemico nella guerra del deserto e con che costi per una nazione: schierare nell'inospitale parte meridionale del Marocco 120.000 uomini e migliaia di equipaggiamenti pesanti era un salasso davvero notevole per il non poderoso stato marocchino, ed estremamente impegnativo per chiunque altro (non era tanto diverso dallo schieramento di NE in Italia durante la Guerra Fredda).
Nel 2001, la situazione era simile, per dirla con la citazione usata dall'ottimo Husson, al 'Deserto dei Tartari'<ref>Housson, Jean-Pierre: ''Sahara Occidentale: il deserto dei Tartari?'', P&D Dicembre 2000, pag. 66-73</ref>==. Ognuna delle due parti si fronteggiava dalle relative postazioni. Il referendum, da molti anni invocato come soluzione per risolvere l'annoso problema dell'autodeterminazione del Sahara Occidentale, che ancora nell'estate 2000 James Baker ha tentato, come rappresentante speciale dell'ONU di sbloccare a Ginevra, ma senza successo. La tregua che durava dal 6 settembre 1991 dopo questo fallimento diplomatico era messa in notevole difficoltà, e forse era da considerarsi addirittura fallita, visto che non si sarebbe trovato un modo per decidere di questi territori. Rabat non aveva certo la volontà di affrontare una votazione popolare, avendo maggiore forza militare e occupando gran parte del territorio, ma il problema non era di lana caprina: come individuare precisamente chi era realmente in possesso dei diritti di voto, che non potevano certo essere estesi ai 'coloni' inviati dal Marocco dopo l'occupazione? Dal 1992 vigilava il MINURSO; ovvero Missione dell'ONU per il Referendum nel Sahara Occidentale. Questa sigla spiega già molto dell'importanza politica estremamente alta attribuita a questo metodo di scelta. Ma anche riprendere le attività militari contro le FAR marocchine non era certo una cosa vantaggiosa per la RASD: impossibile riconquistare i territori occupati dai Marocchini. Al più avrebbe potuto mettere i marocchini a rischio bancarotta: già in tempo di pace spendevano il 33% del PIL in spese militari, essenzialmente per mantenere l'enorme apparato militare nel deserto, dov'era schierato, in un clima secco con temperature di 50 gradi (che mettevano a rischio anche gli pneumatici dei mezzi parcheggiati al sole, in genere protetti da muretti speciali o simili oggetti che generavano ombra), un contingente di due terzi dell'esercito (lasciando tra l'altro poco popolata la frontiera con la Spagna). Questo era stanziato nelle 'province sahariane', che nel 2000 costavano 1 miliardo di dollari all'anno, per lo più a causa dei 'muri', costosi ma sostanzialmente efficaci nel tenere fuori dalle parti più importanti dei territori il Polisario. Questo era riuscito se non altro, nel frattempo, a riorganizzare le proprie forze facendone un sistema militare simile ad un piccolo esercito regolare piuttosto che ad una formazione di guerriglia. Del resto i muri, alti da 3 a 5 metri e presidiati da campi minati e 80.000 soldati e passa, erano davvero un ostacolo temibile, coprendo il 65% del territorio grazie ai 2.500 km di lunghezza, suddivisi in 3 zone operative: Sud con comando a Dakhla, Centro a El Aiun, Nord a Mahabes. Al solito, dietro le guarnigioni di prima linea v'erano i gruppi d'intervento mobili.
Il Polisario era stato nel frattempo riorganizzato in 7 regioni militari o RM di cui 6 a contatto con i 'muri', tra cui la 5a con comando a Bir Lahiou, vicina alla base marocchina di Zag, la 2a RM con comando a Tifariti (in cui se le FAR marocchine sfondassero taglierebbero in due l'intero schieramento del Polisario tra l'Algeria e il Sahara meridionale), e le altre, coma la 4a, 3a, 7a, 1a i cui comandi erano a M'Herig, Midjec, Aghouinet e Dougej. La sola RM non a contatto con i muri era quindi la 6a, in prevalenza sistemata a Tindouf, in Algeria, ed era il QG dell'ELPS. Qui erano stati raggruppati i carri T-55 e T-62, la logistica, formazione, istruzione per una forza armata di 8-10.000 uomini, che erano saliti, prima della tregua del '91, addirittura ad oltre 30.000. V'era davvero una struttura completa coma la scuola militare quadri 'Martire Ammi', quella per fanteria 'Martire El Ouali', e quella per cavalleria e artiglieria 'Martire Haddad'. I veterani dell'ELPS, spesso provenienti a loro volta dalle scuole algerine, curavano la formazione dei soldati. Fino al 1983 provenivano anche dalla Libia, poi v'è stato l'accordo tra Gheddafi e Hassan II. Con l'Algeria invece i rapporti non sono finiti e stage di 6 mesi per una formazione da ranger (truppe esploranti) erano garantite ad alcune decine di soldati presso la scuola commandos algerina. Delle RM, eterogenee per compiti e organizzazione, la 2a e la 7a erano 'Regioni meccanizzate', le altre, tutte, erano 'motorizzate'. La differenza era che le prime avevano 6 battaglioni, ovvero le failak di cui uno di carri, due fanti meccanizzati, uno fanteria motorizzata (veicoli come i Toyota 4x4), uno per l'artiglieria e uno per la difesa c.a. Praticamente erano disponibili un qualcosa di simile ad una brigata, anche perché i battaglioni carri erano in effetti di tipo assai convenzionale, con 3 compagnie su 4 plotoni l'una, oltre al reparto comando e a quello con gli ZSU per la difesa contraerea. In effetti, almeno in tempo di pace tutti e due i battaglioni carri erano raggruppati nella 6a RM. La fanteria meccanizzata aveva invece i BMP-1: anziani ma ben armati (dev'essere una brutta esperienza viverci e combatterci nel deserto, anche perché pare portassero l'intero equipaggio standard di 3 uomini e 8 truppe, anziché 3+6 come spesso accade in realtà). I battaglioni meccanizzati erano organizzati su 5 pedine: reparto comando e servizi, compagnia supporto tattico, 4 plotoni di cui uno con missili AT-4, uno con mortai da 120 mm, uno del genio, uno con cannoni da 23 mm binati. I battaglioni di artiglieria campale erano, come quelli da difesa contraerea, su 4 elementi: batteria comando e servizi, 3 batterie di armi che potevano essere di 4 obici da 122 mm D-30 o MLR BM-21, oppure una batteria Shilka (4 veicoli), una batteria SA-6 o SA-8, una batteria SA-9, sempre su 4 veicoli di lancio.
A parte la 2a e la 7a RM che sono simili a brigate occidentali v'erano nel resto dei casi delle RM motorizzate con reparti chiamati 'Katiba', a livello di compagnie di 80-160 uomini con veicoli fuoristrada Toyota con cannoni da 23 mm e le Land Rover Santana con armi da 12.7 o KPV da 14.5 mm.
Le RM motorizzate avevano modo di chiedere l'appoggio di reparti pesanti. Il presidente della RASD era anche il capo dello Stato Maggiore dell'ELPS, nonché Segretario generale del Polisario, Mohamed Abdelaziz, mentre un altro elemento dell' SM era il Ministro della Difesa Mohamed Lamine Bouhali, e i comandanti delle 7 RM e dei responsabili delle sette Direzioni principali del Ministero della Difesa (ovvero quella per il personale, logistica, sanità, intelligence, controspionaggio, commissariamento politico etc-.). Esisteva anche un recente tipo d'innovazione è stato quello di un Ispettorato delle F.A.. Infine, dei 28 membri del Segretariato Nazionale del Polisario 8 erano militari tra cui il Ministro della Difesa.
Tornando alla situazione politica, dopo la tregua del settembre '91, vide l'accordo di principio per la pace tra Marocco e Polisario, dopo il piano elaborato nell'agosto '88 e dal segretario ONU e approvato nel '90, e il dispiegamento dei peacekeepers, si era cercato un referendum basato sul censimento spagnolo del '74. Ma ovviamente il Marocco era interessato a considerare più ampia la base elettorale, il che ha dato problemi che hanno causato lo slittamento del referendum originariamente pensato per il 1992, fino a che l'ONU ha preso atto nel '96 (in maggio) che non v'erano le condizioni per il sospirato referendum. James Baker, come inviato speciale dell'ONU aveva intavolato dal 1997 un accordo per presentare nuove liste elettorali, ma il Marocco ha ancora posto ostacoli, rimandando sine die il referendum, cosa riconosciuta dal febbraio 2000 in ambito ONU. I colloqui ancora tentati da Baker con le conferenze di Londra e Ginevra non hanno avuto successo. Dal settembre del '99 ha iniziato a delinearsi il classico fenomeno delle popolazioni oppresse da un regime militare troppo forte per essere sia convinto che sconfitto: dietro le terre occupate dai Marocchini sono iniziate manifestazioni di protesta, che hanno dato origine all'Intifada Saharawi. Nel marzo del 2000 manifestazioni di protesta sono state tenute nelle due città principali del Sahara Occidentale, Smara e El Aiun, ma sono state disperse dalla polizia con arresti e feriti, e l'imposizione del coprifuoco. Al solito, come in tante altre realtà simili (il Marocco, dopo tutto, ha preceduto Israele coi Muri di sicurezza..) la forza tecnologica dello Stato occupante viene dispiegata per reprimere il dissenso e in barba ai diritti umani e alle decisioni dell'ONU, o anche semplicemente i tentativi di mediazione.
A parte questo, in termini di tattica militare da segnalare che prima della tregua il Polisario era solito in tattiche tipo mordi e fuggi, con azioni portate di mezzi fuoristrada con mitragliatrici KPV o ZU, o ancora cannoni SR B-10 o 11 da ben 107 mm di calibro. Gli assalti avvenivano così: di notte, a velocità ridotta per confondersi con il terreno, cercando di sfuggire ai radar di sorveglianza terrestre come i RASIT dei marocchini. Attaccando un'area di sutura tra due PA (che avevano una profondità di circa 1.5 km), la zona veniva bonificata dagli artificieri contro le mine antiuomo o anticarro (v'erano per esempio modelli italiani in uso), poi i veicoli venivano immessi in azione, e non era una cosa piacevole: lo scopo era quello di eliminare o anche catturare il maggior numero di soldati marocchini, cercando di logorare la forza e il morale delle truppe. La guerra che causò circa 20.000 morti negli anni in cui venne combattuta, era combattuta sulla lunghezza dei muri, con i guerriglieri attenti soprattutto al loro principale nemico, i gruppi d'intervento o GTI che erano schierati dietro le prime linee marocchine. In genere era impiegato un solo plotone o Katiba, alle volte una failak, ma alle volte ancora erano usate forti truppe che sferravano incursioni nelle retrovie come nel 1984, con l'offensiva 'Grande Maghreb', che impiegò circa 1.500 uomini e carri armati T-55 e BMP-1, ovviamente concentrandosi in un unico punto col massimo della potenza di fuoco. Ma alle volte anche le FAR andavano all'offensiva, anche se stando attente a non sconfinare nel paese 'santuario' del Polisario, l'Algeria. I carri T-55 sparavano da postazioni difensive, mentre i BMP-1 si portavano in postazioni ben mimetizzate per sparare i missili AT-3, poi ritirarsi e attaccare da altre posizioni, oppure spostarsi per mandare truppe di rinforzo alle zone con la maggiore minaccia delle FAR. Le forze del Polisario erano schierate vicino ai 'muri' marocchini, spesso su zone rocciose o sotterranee, difficili da scoprire anche passandoci a poca distanza. E la minaccia aerea? Gli F-5 e i Mirage erano certo un problema nominale, ma a quanto pare il timore d'essere abbattuti dalla guerriglia non era limitato ai soli apparecchi comunisti in Angola: anche i Marocchini erano intimoriti dalla contraerea nemica e gli attacchi venivano spesso portati da oltre 3 km di quota, troppi per un uso contro obiettivi puntiformi di qualcosa che non fosse un missile Maverick. L'ultimo aereo dei tanti abbattuti era stato un F-5E distrutto il 28 agosto 1991, e un mese prima era toccato ad un più potente Mirage F.1 in azione sopra Tifariti. I sistemi antiaerei del Polisario, anche se vecchiotti, erano decisamente completi e temibili per un'aviazione priva di sistemi ECM efficaci, di aerei notturni e di missili ARM.
Da notare che, come al solito in questi casi, il Polisario aveva anche cellule clandestine di sabotatori dietro le linee marocchine. Ma in generale la soluzione non poteva che essere politica, anche per il rischio di coinvolgere, nel tentativo di ottenere una vittoria decisiva, l'Algeria.
==Tempi moderni<ref>Da wiki.en</ref>==
Le Royal Moroccan Armed Forces (القوات المسلحة الملكية ) sono state fondate nella loro veste moderna, nel '56. Esse contano su di una leadership vertente direttamente sul Re Mohammed VI. Sono ripartite tra le branche: Esercito, Marina, Aeronautica, Gendarmeria, Forze ausiliarie e Guardia Reale.
La loro base in termini di forza d'impiego è costituita da 7.909.000 circa di uomini tra i 19 e i 49 anni, e 7.883.000 donne (dati 2005), di cui rispettivamente 6,485 e 6,676 sono ritenuti abili al servizio militare. Non è facile che in un Paese musulmano le donne siano ritenute valide per il servizio militare, ma il Marocco è relativamente laico. Ogni anno arrivano all'età per il servizio militare 354 mila e 342 mila rispettivamente, anche qui le donne sono meno degli uomini tra i giovani, un problema demografico sempre più diffuso. Le forze attive in ogni caso sono ben minori: 196.300 al 2006, pari al 25° posto nel mondo; mentre le riserve stimate nel 2002 erano 150.000. Le spese sono 4,355 mld di dollari o il 4,3% del PIL.
Queste F.A. hanno avuto la seguente nascita: Esercito, 1956, RMAF idem, Gendarmeri e Guardia Reale idem; la loro forza complessiva è di 175.000 per l'Esercito, 13.500 per l'aviazione, 11.500 per la Marina, 23.000 per la Gendarmeria e 3.000 per la Guardia Reale. Totale con questi due ultimi corpi che ascende così a 226.000 effettivi.
Tra le sue attività, le guerre arabo-israeliane, quantomeno quella del '73 dove l'esercito combatté nel '73 sul Golan; la guerra del '77 di Shaba, e il salvataggio del regime Zairese, ma soprattutto la guerra infinita contro i nomadi del Polisario che vogliono l'indipendenza del Sahara Occidentale dal Marocco. Vennero anche usati i soldati marocchini nella Guerra del Golfo del '91, e per quella del 2003 si offrirono addirittura di fornire scimmie addestrate per il disinnesco di ordigni. Attualmente i soldati Marocchini, che il 14 luglio 1999, in occasione del bicentenario della Rivoluzione francese, vennero fatti sfilare sui Campi Elisi (un onore eccezionale per una forza non francese), partecipano a varie entità sovranazionali per compiti di peacekeepings come MONUC, ONUCI, EUFOR, KFOR and MINUSTAH<ref>[[:w:en:Military of Morocco|da wiki.en]]</ref>.
===Esercito===
Le FAR (Forces Armes Royals) marocchine hanno senz'altro, in termini numerici, questo come il loro principale elemento operativo.
Nato nel periodo di protettorato francese (1912-56) con l'esperienza dei reggimenti dell'esercito francese in Africa (Spahi e Tirailleurs) di cui oltre 300.000 vennero mobilitati durante la guerra mondiale e poi quella in Indocina, dove molti di loro combatterono, per esempio a Dien Bien Phu. Erano soprattutto Berberi, mentre gli Spagnoli, nella loro parte di Marocco, usarono i locali per le guerre del Rift nel Protettorato spagnolo, nel 1921-26 e poi nella guerra civile del 1936-39, dove l'armata marocchina di Franco fu un elemento di svolta nel primo anno di guerra. Finalmente terminata la guerra per conto d'altri, il Marocco divenne indipendente nel 1956 con la fine del Protettorato congiunto, e a quel punto 14.000 ex-francesi e 10.000 ex- spagnoli diedero origine alle FAR, più altri 5.000 ex guerriglieri dell'armata di Liberazione, e persino 2.000 francesi per un certo tempo, rimasero come istruttori a contratto. Fino a che nuovi ufficiali marocchini, da St-Cyr, Toledo e Dar al Bayda non vennero rapidamente addestrati allo scopo. Nondimeno, dal '56 iniziarono anche i movimenti di guerriglia, sponsorizzati dal re marocchino, per liberare anche il Sahara spagnolo, così che i Sarawhi divennero presto l'Esercito di liberazione del Sahara. Tuttavia nel '58 un'iniziativa congiunta tra Spagnoli e Francesi riuscì a ridurre la rivolta. Il Re del Marocco tuttavia si accordò con gli spagnoli per prendere il controllo sulle zone meridionali del confine, mentre parte dei guerriglieri venne assorbita nelle FAR. Attualmente, però, il Polisario è tutt'altro che convinto di far parte delle tradizioni militari marocchine e ha una sua Repubblica araba democratica che vi si contrappone.
Attualmente l'esercito ha varie fonti di approvvigionamento e tra queste sono tornate quelle russe, come i carri armati T-72BV in uso nella 'Brigata russa', con tanto di missili AT-11 Sniper/Svir, nota ufficialmente come 6eme BRB.
Mezzi in servizio:
'''Carri''':
*200 T-72BV, 560 M60, 300 M48, 105 cacciacarri SK-105, 110 blindo pesanti AMX-10 RC
*APC e blindo leggere: 550 M113, 390 VAB, 175 AML-90. 100 AIFV-C25, 80 AIFV-0,50, 60 Ratel 6x6, 44 UR-416 4x4, 1.200 URO-VAMTAC 4x4, 6.500 Hummer
*Mezzi c.c.: 480 missili (o lanciamissili?) M47 Dragon, 250 BGM-71 TOW, 800 MILAN, 42 Cobra, 33 AT-3, 1.000 METIS-M (AT-7), vari HOT.
*Armi c.a.: 12 2S6M Tunguska-M1, 37 MIM-71 Chaparral, 70 lanciamisili 9K38 Igla (SA-18), 90 ZU-23 (o ZSU-23-4?), 115 M163 Vulcan da 20 mm, 100 M-1939 da 37 mm
*Artiglieria: 30 L118 da 105 mm, 18 M101 da 105 mm, 100 semoventi su scafo AMX-13 (da 105 o forse anche da 155 mm), 30 FH-70 da 155 mm, 20 M-114 da 155 mm, 114 M109 da 155 mm, 60 M110 da 203 mm, 36 BM-21 MLR da 122 mm
*Armi portatili: fucili da 5,56 mm M16, Steyr AUG, Beretta AR70/90, da 7,62 mm AKM, Heckler & Koch G3, FN FAL, FN CAL, mitragliatrici leggere FN MINIMI, PK, M249, SAR-21, FN MAG, Ultimax 100; armi pesanti M2HB da 12,7 mm (forse anche KPV da 14,5 mm).
===Marina===
La Royal Moroccan Navy Force o al-Bahriyya al-Malakiyah o ancora Marine Royale, attiva fin dal 1960, è una realtà minore del panorama complessivo delle FAR, con 43 navi e 7.800 persone (al 1998), incluso un piccolo corpo dei marines.
Le sue unità attuali dovrebbero essere le seguenti:
*2 fregate di sorveglianza Floréal
*1 FREMM in ordine
*1 corvetta 'Escubierta'
*3 unità classe Sigma in approntamento
*2 navi anfibie 'Batral'
*1 nave 'N.News' (LST) ex-USN
* 5 navi pattuglia OPV-64
* 4 Osprey-55
* 6 Classe Cormoran
* 2 PR-72
* 4 classe Lazaga
*Nave ausiliaria El Dakhla
*N. ausiliaria El Aigh
* 1 nave oceanografica Conrad
*Velivoli: 4 Eurocopter AS 565 Panther<ref>[[en:w:Royal_Moroccan_Navy]]</ref>
===Gendarmeria<ref>[[:w:en:Royal Moroccan Gendarmerie]]</ref>===
Nata nel '57, ha incarichi di mantenere l'ordine pubblico, in realtà si tratta di un corpo dalle molte funzioni, ma questa è la prima. Tuttavia equipaggiamento e normative sono militari.
Al suo interno vi sono sia la Polizia amministrativa generale che quella speciale, la prima è per l'ordine pubblico, la seconda è per il Ministero dell'Interno e controlla cose come il traffico di droga, la pesca ecc.
Vi sono in tutto:
*22 Gendarmerie regionali
*64 cp di Gendarmeria
*322 posti di Gendarmia
*Unità mobili
Vi sono elementi sia aerei, che navali, che terrestri.
Nel 2008 avevano in tutto:
*10 aerei antincendio S2R T-34 Turbo Trush
*20 ULM Tornado
*14 BN-2T Defender SAR
*2 UH-60 Blackhawk
*4 SA 341 Gazelle
*2 Ecoreil
*7 Puma
*1 Super Puma
*3 Lama
*1 Alouette III
Armi tipiche: HK MP5.
===Guardia Reale===
È parte dell'esercito, ma è comandata direttamente dal Re, di cui è il corpo 'pretoriano', in genere erano persone reclutate fin dal XV secolo tra le Harrantini, gente di pelle nera della parte merionale dell'Impero Sharifi, come si chiamava il Marocco prima dell'occupazione francese. Attualmente però le cose con cambiate e i vecchio nome 'Guardie nere' è rimasto solo per indicare la tradizione.
Forza attuale: 6.000
* 4 btg fanteria (25 ufficiali e 1.000 truppe)
* 2 squadroni cavalleria
Tutti vestono un berretto rosso e hanno uniformi rosse o in estate, bianche, nelle occasioni di cerimonie importanti. Il Re è anche protetto da altre due unità dell'Esercito: la Brigata paracadutisti e la Brigata leggera di sicurezza (2.000 effettivi).
Armi: SAR-21, M16A2, FN FAL, AK-47, MP-5, M-92, mitragliatrici AA-52, M2, ZPU-2, razzi RPG-7 e RPG-9(?), missili TOW, mortai L16 da 81 mm e M120 da 120 mm, semoventi d'artiglieria M40; veicoli Hummer.
===Aviazione<ref>[[:w:Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Malikiyya al-Maghribiyya|da wiki.it]]</ref>===
[[File:Moroccan_Air_Force.png|200px|right|]]
La '''Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Malikiyya al-Maghribiyya''', in arabo القوات الجوية الملكية المغربية, o anche, in lingua francese Force Aérienne Royale Marocaine, è l'attuale aeronautica militare del Marocco e parte integrante delle forze armate marocchine. Ha 13.500 uomini, di cui 300 piloti.
La Reale aeronautica militare marocchina è stata formata il 19 novembre 1956 con il nome di "Aviation Royale Chérifienne" (Reale aviazione sceriffiana). Le sue moderne basi aeree sono state ereditate da Francia, Stati Uniti d'America e Spagna. I primi acquisti per la neonata forza aerea sono stati: sei Morane-Saulnier MS.500, tre aerei da trasporto Max Holste Broussard, due Beechcraft Twin Bonanza, un de Havilland DH.114 Heron ed un elicottero Bell 47.
Nel 1961 il nome cambiò in Force Aérienne Royale Marocaine, nome utilizzato ancora oggi. Nello stesso periodo il Marocco ottenne dall'Unione Sovietica 12 MiG-17, 2 MiG-15 "Midget" e 4 bombardieri Ilyushin Il-28; ricevette anche 24 aerei da addestramento Fouga Magister dalla Francia.
Intanto la rottura con Mosca portò il Marocco a cercare un nuovo alleato negli Stati Uniti, acquistando da essi sei aerei da combattimento Northrop F-5 e successivamente, nel 1966 altri 20 +4 biposto. Per quanto riguarda gli aerei da trasporto, l'aeronautica marocchina disponeva di 10 Douglas C-47, 18 Fairchild C-119 Flying Boxcar e 6 C-130 Hercules. Disponeva inoltre di 24 elicotteri Bell UH-1 Iroquois (AB205) e 12 elicotteri da addestramento T-6 Texan.
Allo scoppiare del conflitto i primi aeromobili ad essere coinvolti furono i Fouga Magister, mentre poco dopo entrarono in servizio attivo anche i Northrop F-5. All'inizio l'obiettivo fondamentale del Marocco era quello di creare una zona sicura laddove risiedevano i maggiori interessi politici ed economici marocchini, ovvero la zona compresa tra la capitale Al-Aaiun, il centro religioso di Smara e i giacimenti di fosfato di Bu-Craa.
Il problema principale che la flotta marocchina dovette affrontare era lo scarsa autonomia di carburante dei Northrop F-5, insufficiente per realizzare missioni nel vasto fronte che si era aperto; per ovviare a questo inconveniente quattro C-130 furono attrezzati per poter effettuare il rifornimento in volo, ampliando così notevolmente il raggio d'attacco dei Northrop F-5.
Dal 1977 i piloti Marocchini cominciarono ad addestrarsi in Francia, ad Orange, per i loro caccia Mirage F.1, costruiti in 3 lotti tra il 1978 e il 1982: 30 F1-CH (feb-dic 1978), 14 F1-EH (dicembre 1979-luglio 1982), 6 F1-EH-200 (luglio 1980 e giugno 1982).
Nelle fasi iniziali del conflitto i Mirage F-1 vennero impiegati soprattutto sul confine con Libia e Algeria, che sostenevano politicamente ed economicamente il Fronte Polisario. Alla fine però le due nazioni non intervennero direttamente e così i Mirage F-1 vennero utilizzati per effettuare attacchi aria-terra contro Polisario. Nel frattempo, le perdite subite, prima di F-5 e poi anche di F.1, richiesero la compera via Arabia Saudita di 24 F-5E e F.
Nel 1980 iniziò la costruzione del muro difensivo del Sahara, con sistemi di ogni genere e guarnigioni molto consistenti, spostabili anche con elicotteri medi come i Super Puma e Chinook, per contrastare le penetrazioni del Polisario, da allora sempre meno incisive fino a fermarsi del tutto. Missili TOW tirati da Hughes 500MD contribuirono a neutralizzare i corazzati nemici, mentre 2 C-130 con radar SLAR erano una sorta di E-8 antelitteram.
Negli anni novanta era in progetto l'acquisto di alcuni Dassault Mirage 2000 o F-16, ma l'operazione commerciale non venne conclusa per mancanza di fondi da parte del governo marocchino. Attualmente però sembra che il Marocco abbia ripreso in mano il progetto di modernizzare la propria flotta aerea, dati i contatti con la Russia per l'acquisto di alcuni aerei da combattimento MiG-29 e Su-30MKA. Nell'estate 2007 sono stati presi di nuovo in considerazione anche l'americano F-16 ed il francese Dassault Rafale, anche se il primo dei due sembra avere maggiori possibilità di aggiudicarsi la commessa stando alla stampa,-La Tribune-, come la .
'''Basi aeree''':
*Rabat Salé (GMME) – Base aerea Nº 1
*Meknes - Bassatine (GMFM) – Base aerea Nº 2
*Kenitra (GMMY) – Base aerea Nº 3
*Casablanca - Base aerea Nº 4
*Sidi Slimane (GMSL) – Base aerea Nº 5
*Marrakech (GMMX) – Base aerea d'accademia
*Laayoune (El Aaiún) - Isola di Hassan (GMML) – Distaccamento Nº 1
*Aeroporto di Moulay Ali Cherif - Aeroporto militare e commerciale
'''Velivoli attuali''':
*40 Dassault Mirage F1EH e CH
*27 Northrop F-5A/B
*33 F-5E/F 27
*24 F-16C/D dal 2010
* 6 OV-10 Bronco
*24 Dassault-Dornier Alpha Jet E
*14 Cessna T-37
*12 Beech T-34C
*14 SIAI-SA 202
* 7 CASA CN-235
* 2 Boeing B-707
*17 C-130: 12 C-130H, 2 KC-130, 3 RC-130
* 4 C-27 Spartan in ordine
* 13 Beech King Air
* 1 Cessna 414 VIP
* 1 Cessna 421 Golden Eagle
* 1 Cessna 560 VIP
* 2 Dassault Falcon 20
* 1 Dassault Falcon 50
* 1 Dassault Falcon 100
* 2 Gulfstream II
* 1 Gulfstream III
* 24 SA-342 Gazelle
* 33 SA-330C Puma
* 47 UH-1 (AB-205?)
* 9 CH-47C
* 2 S-70
*22 AB206 Jetranger
Aerei radiati:
MiG-15 Fagot, MiG-17 Fresco, Il-28 Beagle, Socata MS-733, MS-885, MS-893, T-6 Texan
, SF-260, T-28 Trojan Fouga Magister, Beechcraft Musketeer, Hawker Sea Fury, Douglas C-47,
C-119 Flying Boxcar, Dornier Do 28, Max-Holste MH-1521M Broussard, Hiller UH-12 Raven, Kaman HH-43 Huskie, Bell 47, Sikorsky S-58 Choctaw
== Note ==
<references/>
[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Marocco]]
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Algebra 2/Numeri reali e radicali/Radicali
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Eumolpo
4673
ortografia
478027
wikitext
text/x-wiki
{{Algebra2}}
{{Algebra1/PdfModulo|Algebra2 radicali| Dimensioni: 312 KB}}
== Radici ==
=== Radici quadrate ===
Ricordiamo che il quadrato di un numero reale <math>a</math> è il numero che si ottiene moltiplicando <math>a</math> per se stesso. Il quadrato di un numero è sempre un numero non negativo; numeri opposti hanno lo stesso quadrato: <math>(+3)^2=9</math>, <math>(-2)^2=+4</math>, <math>(-5)^2=(+5)^2=+25</math>.
L’operazione inversa dell’elevamento al quadrato si chiama ''radice quadrata''. La radice quadrata di un numero reale <math>a</math> è allora quel numero che elevato al quadrato, cioè, che moltiplicato per se stesso, dà il numero <math>a</math>.
{{Algebra1/Osservazione| Non esiste la radice quadrata di un numero negativo, poiché non esiste un numero che elevato al quadrato possa dare come risultato un numero negativo.}}
{{Algebra1/Definizione| Si dice ''radice quadrata'' di un numero reale <math>a</math> positivo o nullo quel numero reale positivo o nullo che elevato al quadrato dà come risultato <math>a</math>. In simboli <math>\sqrt{a}=b \Leftrightarrow b^2=a</math> dove <math>a</math>, <math>b\in \mathbb{R}^{+}\cup \{0\}</math>. }}
Il simbolo <math>\sqrt{\quad}</math> è il simbolo della radice quadrata; il numero <math>a</math> è detto ''radicando'', il numero <math>b</math> è detto ''radice quadrata'' di <math>a</math>.
Dalla definizione <math>\sqrt{a^2}=a</math> con <math>a\ge 0</math>, quindi <math>\sqrt{81}=9</math> perché <math>9^2=81</math>; <math>\sqrt{\tfrac{9}{64}}=\tfrac{3}{8}</math> perché <math>\left(\tfrac{3}{8}\right)^2=\tfrac{9}{64}</math>.
{{Algebra1/Osservazione| <math>\sqrt{81}=\sqrt{(-9)^2}</math>, ma <math>\sqrt{(-9)^2}\neq-9</math> perché nella definizione di radice quadrata abbiamo imposto che il risultato dell’operazione di radice quadrata sia sempre un numero positivo o nullo. Questa osservazione ci induce a porre molta attenzione quando il radicando è un’espressione letterale: in questo caso <math>\sqrt{a^2}=a</math> non è del tutto corretto poiché <math>a</math> può assumere sia valori positivi sia valori negativi. Scriveremo correttamente <math>\sqrt{a^2}=\left|{a}\right|</math>.}}
{{Algebra1/Esempio1| Radici quadrate
{{Div col}}
* <math>\sqrt{4}=2</math> infatti <math>2^2=4</math>;
* <math>\sqrt{\tfrac{9}{16}}=\tfrac{3}{4}</math> infatti <math>\left(\tfrac{3}{4}\right)^2=\tfrac{9}{16}</math>;
* <math>\sqrt{{0,01}}={0,1}</math> infatti <math>{0,1}^2={0,01}</math>;
* <math>\sqrt{1}=1</math> infatti <math>1^2=1</math>;
* <math>\sqrt{0}=0</math> infatti <math>0^2=0</math>;
* <math>\sqrt{-16}</math> non esiste poiché il radicando è negativo;
* <math>\sqrt{11}</math> esiste ma non è un numero intero né razionale, è un numero irrazionale;
* <math>\sqrt{x^2}=\left|x\right|</math> dobbiamo mettere il valore assoluto al risultato perché non conoscendo il segno di <math>x</math> dobbiamo imporre che il risultato sia sicuramente positivo;
* <math>\sqrt{a^2-4a+4}=\sqrt{(a-2)^2}=\left|a-2\right|</math> dobbiamo mettere il valore assoluto perché <math>a-2</math> potrebbe essere negativo;
* <math>\sqrt{9(x+1)^2}=3\left|x+1\right|</math> dobbiamo mettere il valore assoluto perché <math>x+1</math> potrebbe essere negativo.
{{Div col end}} }}
=== Radici cubiche ===
{{Algebra1/Definizione| Si dice ''radice cubica'' di un numero reale <math>a</math> quel numero che, elevato al cubo, dà come risultato <math>a</math>. In simboli <math>\sqrt[3]{a}=b \Leftrightarrow b^3=a</math> dove <math>a</math>, <math>b\in \mathbb{R}</math>. }}
Puoi notare che la radice cubica di un numero reale esiste sempre sia per i numeri positivi o nulli, sia per i numeri negativi.
{{Algebra1/Esempio1| Radici cubiche
{{Div col}}
* <math>\sqrt[3]{-8}=-2</math> infatti <math>\left(-2\right)^3=-8</math>;
* <math>\sqrt[3]{125}=5</math> infatti <math>5^3=125</math>;
* <math>\sqrt[3]{1}=1</math> infatti <math>1^3=1</math>;
* <math>\sqrt[3]{0}=0</math> infatti <math>0^3=0</math>;
* <math>\sqrt[3]{\tfrac{1}{8}}=\tfrac{1}{2}</math> infatti <math>\left(\tfrac{1}{2}\right)^3=\tfrac{1}{8}</math>;
* <math>\sqrt[3]{{0,125}}={0,5}</math> infatti <math>({0,5})^3={0,125}</math>;
* <math>\sqrt[3]{{-64}}=-4</math> infatti <math>\left(-4\right)^3={-64}</math>;
* <math>\sqrt[3]{x^3}=x</math> (per le radici cubiche non si deve mettere il valore assoluto);
* <math>\sqrt[3]{x^3+3x^2+3x+1}=\sqrt[3]{(x+1)^3}=x+1</math> (non si deve mettere il valore assoluto).
{{Div col end}} }}
Osserva che la radice cubica di un numero mantiene sempre lo stesso segno del numero in quanto il cubo di un numero reale conserva sempre il segno della base.
=== Radici n-esime ===
Oltre alle radici quadrate e cubiche si possono considerare radici di indice qualsiasi. Si parla in generale di radice <math>n</math>-esima per indicare una radice con un qualsiasi indice <math>n</math>.
{{Algebra1/Definizione| Si dice ''radice n-esima'' di un numero reale a quel numero <math>b</math> che elevato ad <math>n</math> dà come risultato <math>a</math>. In simboli <math>\sqrt[n]{a}=b \Leftrightarrow b^n=a</math> con <math>n\in \mathbb{N}</math>, <math>n\ge 2</math>.
Non si definisce la radice di indice <math>0</math> e la scrittura <math>\sqrt[0]{a}</math> è priva di significato. Alla scrittura <math>\sqrt[1]{a}</math> si dà il valore <math>a</math>. }}
Quando si tratta con le radici n-esime di un numero reale, bisogna fare attenzione se l’indice della radice è pari o dispari. Si presentano infatti i seguenti casi:
* se l’indice <math>n</math> è ''dispari'' <math>\sqrt[n]{a}</math> è definita per qualsiasi valore di <math>a\in \mathbb{R}</math>, inoltre è negativa se <math>a<0</math>, positiva se <math>a>0</math> e nulla se <math>a=0</math>;
* se l’indice <math>n</math> è ''pari'' <math>\sqrt[n]{a}</math> è definita solo per i valori di <math>a\geq 0</math> e si ha che <math>\sqrt[n]{a}\ge 0</math>.
{{Algebra1/Esempio1| Radici <math>n</math>-esime
{{Div col}}
* <math>\sqrt[4]{16}=2</math> infatti <math>2^4=16</math>;
* <math>\sqrt[4]{-16}</math> non esiste, poiché <math>(-2)^4=+16</math>;
* <math>\sqrt[5]{32}=2</math> infatti <math>2^5=32</math>;
* <math>\sqrt[5]{-32}=-2</math> infatti <math>(-2)^5=-32</math>;
* <math>\sqrt[4]{1}=1</math> infatti <math>1^4=1</math>;
* <math>\sqrt[n]{0}=0</math>;
* <math>\sqrt[5]{-1}=-1</math> infatti <math>(-1)^5=-1</math>;
* <math>\sqrt[4]{x^4}=\left|x\right|</math> va messo il valore assoluto perché l’indice della radice è pari;
* <math>\sqrt[5]{x^5}=x</math> non va messo il valore assoluto perché l’indice della radice è dispari.
{{Div col end}} }}
== Condizioni di esistenza ==
Quando il radicando è un’espressione letterale dobbiamo fare molta attenzione a operare su di esso. Le ''condizioni di esistenza'', in breve si può scrivere <math>\text{C.E.}</math>, di un radicale con radicando letterale, sono le condizioni cui devono soddisfare le variabili che compaiono nel radicando affinché la radice abbia significato.
Supponiamo di avere <math>\sqrt[n]{A(x)}</math> con <math>A(x)</math> espressione nella variabile <math>x</math>, dobbiamo distinguere i seguenti casi:
* se <math>n</math> è ''pari'' la radice esiste per tutti i valori di <math>x</math> che rendono non negativo il radicando, cioè <math>\text{C.E.}\; A(x)\ge 0</math>;
* se <math>n</math> è ''dispari'' la radice esiste per qualsiasi valore della variabile <math>x</math>, purché esista il radicando stesso.
{{Algebra1/Esempio1| Condizioni di esistenza
* <math>\sqrt{x}</math>: <math>\text{C.E.}\; x\ge 0</math>;
* <math>\sqrt[3]{x}</math>: <math>\text{C.E.}\; \forall x\in \mathbb{R}</math>;
* <math>\sqrt{-x}</math>: <math>\text{C.E.}\; x\le 0</math>;
* <math>\sqrt[3]{-x}</math>: <math>\text{C.E.}\; \forall x\in \mathbb{R}</math>;
* <math>\sqrt{x-1}</math>: <math>\text{C.E.}\; x-1\ge 0 \Rightarrow x\ge 1</math>;
* <math>\sqrt{a^2+1}</math>: <math>\text{C.E.}\; \forall a\in \mathbb{R}</math>, infatti <math>a^2</math> è sempre positivo pertanto <math>a^2+1>0</math>, <math>\forall a\in \mathbb{R}</math>;
* <math>\sqrt[3]{\tfrac{1}{x+1}}</math>: la radice cubica è definita per valori sia positivi sia negativi del radicando, tuttavia bisogna comunque porre la condizione che il denominatore della frazione non sia nullo, quindi <math>\text{C.E.}\; x+1\neq 0 \Rightarrow x\neq -1</math>;
* <math>\sqrt[4]{xy}</math>: <math>\text{C.E.}\; xy\ge 0</math>;
* <math>\sqrt[5]{a^2(a-3)}</math>: poiché la radice ha indice dispari non occorre porre alcuna condizione di esistenza.
}}
{{Algebra1/Esempio1| Determina le condizioni di esistenza della seguente espressione: <math>\sqrt{x}+\sqrt{x+1}</math>.<br />
<math>\text{C.E.}</math>: <math>\sqrt{x}</math> esiste per <math>x\ge 0</math>, <math>\sqrt{x+1}</math> esiste per <math>x+1\ge 0\Rightarrow x\ge -1</math>, quindi per individuare le condizioni di esistenza dell’espressione occorre risolvere il sistema <math>\left\{\begin{array}{l} x\ge0\\ x\ge-1\end{array}\right.</math>.
[[File:Algebra2 rad fig001 is.svg|center|Condizioni di esistenza di radicali (esempio)]]
In definitiva <math>\text{C.E.}\; x\ge 0</math>.
}}
{{Algebra1/Esempio1| Determina le condizioni di esistenza della radice <math>\sqrt[4]{\tfrac{x-1}{x+1}}</math>.<br />
<math>\text{C.E.}\; \tfrac{x-1}{x+1}\ge 0</math>. Il segno della frazione <math>F</math> si ottiene dalla combinazione del segno del numeratore <math>N</math> e del denominatore <math>D</math>:
[[File:Algebra2 rad fig002 seg.svg|center|Condizioni di esistenza di radicali (esempio)]]
Pertanto <math>\text{C.E.}\; x<-1\vee x\ge 1</math>. }}
== Potenze ad esponente razionale ==
In questo paragrafo ci proponiamo di scrivere la radice <math>n</math>-esima di un numero reale <math>a\geq0</math> sotto forma di potenza di <math>a</math>, vogliamo cioè che sia: <math>\sqrt[n]{a}=a^x</math>.
'''Caso con esponente positivo'''  
Elevando ambo i membri dell’uguaglianza alla potenza n otteniamo: <math>\left(\sqrt[n]a\right)^n=\left(a^x\right)^n</math> da cui si ottiene <math>a=a^{n\cdot x}</math>. Trattandosi di due potenze con base <math>a{\geq}0</math>, l’uguaglianza è resa possibile solo se sono uguali gli esponenti. In altre parole, deve essere: <math>1=n\cdot x \Rightarrow x=\tfrac 1 n</math>, quindi: <math>\sqrt[n]a=a^{\tfrac 1 n}</math>.
Vediamo ora di generalizzare la formula. Sia <math>m</math> un numero intero positivo, possiamo scrivere <math>a^{\tfrac m n}=\left(a^{\tfrac 1 n}\right)^m</math> e quindi <math>a^{\tfrac m n}=\left(\sqrt[n]a\right)^m</math>.
{{Algebra1/Esempio1| Calcola le seguenti potenze a esponente razionale positivo.
* <math>27^{\tfrac 2 3}</math>: si ha che <math>27^{\tfrac 2 3}=\left(\sqrt[3]{27}\right)^2=3^2=9</math>;
* <math>25^{\tfrac 3 2}</math>: si ha che <math>25^{\tfrac 3 2}=\left(\sqrt[2]{25}\right)^3=5^3=125</math>.
}}
'''Caso con esponente negativo'''  
Per definire la potenza ad esponente razionale negativo è necessario imporre la restrizione <math>a \neq 0</math>, infatti risulta: <math>a^{-\tfrac{m}{n}}=\tfrac{1}{a^{\tfrac{m}{n}}}=\left(\tfrac{1}{a}\right)^{\tfrac{m}{n}}</math>
{{Algebra1/Esempio1| Calcola le seguenti potenze a esponente razionale negativo.
* <math>27^{-\tfrac{2}{3}}=\tfrac 1{\left(\sqrt[3]{27}\right)^2}=\tfrac 1{3^2}=\tfrac 1 9</math>;
* <math>125^{-\tfrac 2 3}=\sqrt[3]{125^{-2}}=\sqrt[3]{(5^3)^{-2}}=\sqrt[3]{(5^{-2})^3}=5^{-2}=\tfrac 1{25}</math>;
* <math>\left(\tfrac 1 8\right)^{-\tfrac 3 2}=\sqrt{\left(\tfrac 1 8\right)^{-3}}=\sqrt{8^3}=\sqrt{(2^3)^3}=\sqrt{2^9}</math>;
* <math>\left(\tfrac 1{49}\right)^{-\tfrac 1 2}=(49)^{\tfrac 1 2}=\sqrt{49}=7</math>.
}}
In generale si dà la seguente
{{Algebra1/Definizione| Si dice ''potenza a esponente razionale'' <math>\tfrac{m}{n}</math> di un numero reale positivo <math>a</math> l’espressione: <math>a^{\tfrac{m}{n}}=\sqrt[n]{a^m}=\left(\sqrt[n]{a}\right)^m</math> con <math>\tfrac{m}{n}\in \mathbb{Q}</math>. }}
Perché abbiamo dovuto imporre la condizione che <math>a</math> sia un numero positivo? Partiamo dall’espressione <math>a^{\tfrac{1}{n}}</math> con <math>n\in \mathbb{N}-\{0\}</math>, se <math>n</math> è dispari la potenza <math>a^{\tfrac{1}{n}}</math> è sempre definita per ogni valore della base <math>a</math>, mentre se è pari <math>a^{\tfrac{1}{n}}</math> è definita solo per <math>a\geq 0</math>.
Nel caso generale, quindi, <math>a^{\tfrac{m}{n}}</math> con <math>\tfrac{m}{n}\in \mathbb{Q}</math> la formula <math>a^{\tfrac{m}{n}}=\left(\sqrt[n]{a}\right)^m</math> è falsa se <math>a<0</math>.
Consideriamo il seguente esempio: <math>(-2)^{\tfrac 6 6}=\left[(-2)^{\tfrac 1 6}\right]^6=\left(\sqrt[6]{-2}\right)^6</math> non è definita nei numeri reali perché non esiste la radice sesta di un numero negativo. Tuttavia possiamo anche scrivere
{{Testo centrato|
<math>(-2)^{\tfrac 6 6}=\left[(-2)^6\right]^{\tfrac 1 6}=(64)^{\tfrac 1 6}=\sqrt[6]{64}=2.</math>}}
Arriviamo pertanto a due risultati differenti.
Per estendere la definizione al caso di basi negative sarebbe necessario stabilire un ordine di priorità delle operazioni ma ciò andrebbe contro la proprietà commutativa del prodotto degli esponenti di una potenza di potenza.
== Semplificazione di radici ==
{{Algebra1/Box vuoto|'''Proposizione''': Il valore di una radice in <math>\mathbb{R}^+\cup \{0\}</math> non cambia se moltiplichiamo l’indice della radice e l’esponente del radicando per uno stesso numero intero positivo. In simboli <math>\sqrt[n]{a^m}=\sqrt[nt]{a^{mt}}</math> con <math>a\ge 0</math> e <math>m</math>, <math>n</math>, <math>t\in \mathbb{N}-\{0\}</math>.}}
{{Algebra1/Esempio1| Radici equivalenti.
* <math>\sqrt{2}=\sqrt[4]{2^2}</math>: abbiamo moltiplicato per <math>2</math> indice della radice ed esponente del radicando;
* <math>\sqrt[3]{a}=\sqrt[9]{a^3}</math>: abbiamo moltiplicato per <math>3</math> indice della radice ed esponente del radicando.
}}
{{Algebra1/Box vuoto|'''Proposizione''': Il valore di una radice in <math>\mathbb{R}^{+}\cup \{0\}</math> non cambia se dividiamo l’indice della radice e l’esponente del radicando per un loro divisore comune. In simboli <math>\sqrt[nt]{a^{mt}}=\sqrt[n]{a^m}</math> con <math>a\ge 0</math> e <math>m</math>, <math>n</math>, <math>t\in \mathbb{N}-\{0\}</math>.}}
{{Algebra1/Esempio1| Semplificazione di radici
* <math>\sqrt[4]{2^2}=\sqrt 2</math>: abbiamo semplificato per <math>2</math> indice della radice ed esponente del radicando;
* <math>\sqrt[10]{3^{15}}=\sqrt{3^3}</math>: abbiamo semplificato per <math>5</math>;
* <math>\sqrt[7]{3^9}</math>: non è riducibile perché indice della radice ed esponente non hanno divisori comuni;
* <math>\sqrt[8]{2^6}=2^{\tfrac 6 8}</math>: semplificando la frazione dell’esponente otteniamo <math>2^{\tfrac 3 4}=\sqrt[4]{2^3}</math>;
* <math>\sqrt[6]{\left(\tfrac 1 5\right)^{-9}}=\sqrt[6]{5^9}=\sqrt[2]{5^3}</math>;
* <math>\sqrt[4]{(-3)^2}=\sqrt[4]{3^2}=\sqrt 3</math>;
* <math>\sqrt{10^{-4}}</math>: semplificando per <math>2</math> indice della radice ed esponente del radicando si ottiene <math>10^{-2}=\tfrac 1{100}</math>;
* <math>\sqrt{30\cdot 27\cdot 10}</math>: scomponendo in fattori primi otteniamo
{{Testo centrato|
<math>\sqrt{30\cdot 27\cdot 10}=\sqrt{2\cdot 3\cdot 5\cdot 3^3\cdot 2\cdot 5}=\sqrt{2^2\cdot 3^4\cdot 5^2}.</math>}}
Osserviamo che tutti gli esponenti del radicando e l’indice della radice hanno in comune il divisore 2, quindi <math>\sqrt{2^2\cdot 3^4\cdot 5^2}=2\cdot 3^2\cdot 5=90.</math>
}}
Se il radicando è un’espressione letterale, quindi è possibile che sia positiva che negativa, dobbiamo scrivere
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[nt]{a^{mt}}=
\begin{cases}
\sqrt[n]{a^m} & \text{ se }t\text{ è dispari}\\
\sqrt[n]{\left|a^m\right|} & \text{ se }t\text{ è pari}
\end{cases}.</math>}}
{{Algebra1/Esempio1| Semplificazione di radici con espressione letterale come radicando.
* <math>\sqrt{4x^4y^2a^6}=\sqrt{2^2x^4y^2a^6}=2x^2\left|ya^3\right|</math>: abbiamo semplificato per <math>2</math> sia l’indice della radice che l’esponente del radicando;
* <math>\sqrt[12]{a^2+2a+1}=\sqrt[12]{(a+1)^2}=\sqrt[6]{\left|a+1\right|}</math>: dopo aver riconosciuto che il radicando è il quadrato del binomio, abbiamo semplificato per <math>2</math> indice ed esponente;
* <math>\sqrt{x^2y^2}=\left|{xy}\right|</math>;
* <math>\sqrt{x^2+2xy+y^2}=\sqrt{(x+y)^2}=\left|{x+y}\right|</math>;
* <math>\sqrt{x^2+y^2}</math> non è semplificabile perché il radicando non può essere espresso sotto forma di potenza;
* <math>\sqrt[6]{(x-1)^2}=\sqrt[3]{\left|{x-1}\right|}</math>;
}}
La proprietà invariantiva si può applicare per semplificare i radicali se la base del radicando è positiva o nulla, se fosse negativa si potrebbe perdere la concordanza del segno. Per esempio <math>\sqrt[10]{(-2)^6}\neq \sqrt[5]{(-2)^3}</math>, infatti il primo radicando è positivo mentre il secondo è negativo.
Invece <math>\sqrt[9]{(-2)^3}=\sqrt[3]{-2}</math> perché in questo caso la concordanza del segno è conservata, infatti pur essendo la base negativa, l’esponente resta dispari, conservando il segno della base.
Se il radicando ha base negativa e nella semplificazione il suo esponente passa da pari a dispari è necessario mettere il radicando in valore assoluto: <math>\sqrt[10]{(-2)^6}=\sqrt[5]{\left|-2^3\right|}</math>.
Se il radicando è letterale si segue la stessa procedura: ogni volta che studiando il segno del radicando si trova che la base può essere negativa, se l’esponente del radicando passa da pari a dispari, si mette il modulo per garantire la concordanza del segno: <math>\sqrt[10]{x^6}=\sqrt[5]{\left|x^3\right|}</math>, <math>\text{C.E.}\; \forall x \in \mathbb{R}</math>.
== Moltiplicazione e divisione di radici ==
Prima di operare con i radicali letterali, è necessario determinare le condizioni di esistenza: il prodotto di due radicali esiste là dove sono soddisfatte le condizioni di esistenza di tutti i fattori; il quoziente esiste là dove sono soddisfatte le condizioni di esistenza di dividendo e divisore, con il divisore diverso da zero.
=== Moltiplicazione e divisione di radici con lo stesso radicando ===
Per effettuare la moltiplicazione o la divisione tra radici aventi lo stesso radicando si possono trasformare le radici in forma di potenze con esponente razionale e utilizzare le proprietà delle potenze.
{{Algebra1/Esempio1| Moltiplicazione e divisione di radici con lo stesso radicando.
* <math>\sqrt[4]6\cdot \sqrt[3]6=6^{\tfrac 1 4}\cdot 6^{\tfrac 1 3}=6^{\tfrac 1 4+\tfrac 1 3}=6^{\tfrac 7{12}}=\sqrt[12]{6^7}</math>;
* <math>\sqrt[4]6:\sqrt[3]6=6^{\tfrac 1 4}:6^{\tfrac 1 3}=6^{\tfrac 1 4-\tfrac 1 3}=6^{-\tfrac 1{12}}=\tfrac 1{\sqrt[12]6}</math>.
}}
=== Moltiplicazione e divisione di radici con lo stesso indice ===
Il prodotto di due radici che hanno lo stesso indice è una radice che ha per indice lo stesso indice e per radicando il prodotto dei radicandi:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[n]a\cdot \sqrt[n]b=\sqrt[n]{ab}.</math>
}}
Allo stesso modo, il quoziente di due radici che hanno lo stesso indice è una radice che ha per indice lo stesso indice e per radicando il quoziente dei radicandi:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[n]a:\sqrt[n]b=\sqrt[n]{a:b} \Rightarrow \tfrac{\sqrt[n]a}{\sqrt[n]b}=\sqrt[n]{\tfrac a b}.</math>}}
Per rendersi conto di questa proprietà si possono trasformare le radici in potenze ad esponenti razionali e applicare le proprietà delle potenze:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[n]a\cdot \sqrt[n]b=a^{\tfrac 1 n}\cdot b^{\tfrac 1 n}=(ab)^{\tfrac 1 n}=\sqrt[n]{ab}\text{,}\quad \sqrt[n]a:\sqrt[n]b=a^{\tfrac 1 n}:b^{\tfrac 1 n}=\left(\tfrac a b\right)^{\tfrac 1 n}=\sqrt[n]{\tfrac a b}.</math>
}}
{{Algebra1/Esempio1| Moltiplicazione e divisione di radici con lo stesso indice.
* <math>\sqrt 2\cdot \sqrt 3=\sqrt{2\cdot 3}=\sqrt 6</math>;
* <math>\tfrac{\sqrt[3]9}{\sqrt[3]{72}}=\sqrt[3]{\tfrac 9{72}}=\sqrt[3]{\tfrac 1 8}=\tfrac 1 2</math>;
* <math>\sqrt{2a}\cdot \sqrt{\tfrac a b}:\sqrt{\tfrac {2b} 9}</math>, <math>\text{C.E.}\; a\ge 0\wedge b>0</math> <math>\sqrt{2a}\cdot \sqrt{\tfrac a b}:\sqrt{\tfrac {2b} 9}=\sqrt{2a\cdot \tfrac a b\cdot \tfrac 9{2b}}=\sqrt{\tfrac{9a^2}{b^2}}=\tfrac {3a} b</math>.
}}
=== Moltiplicazione e divisione di radici con indici diversi ===
Per moltiplicare o dividere radici con indici differenti è necessario prima ridurre le radici allo stesso indice, cioè trasformarle in radici equivalenti con lo stesso indice usando la proprietà invariantiva. Dopo aver ottenuto radici con lo stesso indice si applica la regola precedente.
{{Algebra1/Procedura|title = | Ridurre due o più radici allo stesso indice:
# scomporre in fattori irriducibili tutti i radicandi;
# porre le condizioni di esistenza;
# calcolare il minimo comune multiplo tra gli indici delle radici e assegnarlo alle radici;
# per ciascuna radice dividere il <math>\text{mcm}</math> per l’indice della radice e moltiplicare il quoziente trovato per l’esponente del radicando.
}}
{{Algebra1/Esempio1| Moltiplicazione e divisione di radici con indice diverso.
* <math>\sqrt 2\cdot \sqrt[3]2=\sqrt[6]{2^3}\cdot \sqrt[6]{2^2}=\sqrt[6]{2^3\cdot 2^2}=\sqrt[6]{2^5}</math>. Gli indici delle radici sono <math>2</math> e <math>3</math>, il loro <math>\text{mcm}</math> è <math>6</math>, il primo radicando va elevato a <math>6:2</math> cioè <math>3</math>, mentre il secondo radicando va elevato a <math>6:3</math> cioè <math>2</math>;
* <math>\sqrt[3]{\tfrac 3 2}\cdot \sqrt[4]{\tfrac 8{27}}:\sqrt[6]{\tfrac 2 3}=\sqrt[12]{\tfrac{3^4}{2^4}\cdot \tfrac{8^3}{27^3}:\tfrac{2^2}{3^2}}=\sqrt[12]{\tfrac{3^4}{2^4}\cdot \tfrac{2^9}{3^9}:\tfrac{2^2}{3^2}}=\sqrt[12]{\tfrac{3^6\cdot 2^9}{3^9\cdot 2^6}}=\sqrt[12]{\tfrac{2^3}{3^3}}=\sqrt[4]{\tfrac 2 3}</math>. Il <math>\text{mcm}</math> tra gli indici delle radici è <math>12</math>. Il primo radicando va elevato a <math>12:3=4</math>, il secondo radicando va elevato a <math>12:4=3</math> e il terzo va elevato a <math>12:6=2</math>.
}}
{{Algebra1/Esempio1| <math>\tfrac{\sqrt[3]{x^2y}\cdot \sqrt{xy}}{\sqrt[6]{x^2y^3}}</math>, <math>\text{C.E.}\; x>0\wedge y>0</math>. Il <math>\text{mcm}</math> degli indici delle radici è <math>6</math>, quindi:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac{\sqrt[3]{x^2y}\cdot \sqrt{\mathit{xy}}}{\sqrt[6]{x^2y^3}}=\sqrt[6]{\tfrac{\left(x^2y\right)^2\cdot (xy)^3}{x^2y^3}}=\sqrt[6]{\tfrac{x^4y^2x^3y^3}{x^2y^3}}=\sqrt[6]{\tfrac{x^7y^5}{x^2y^3}}=\sqrt[6]{x^5y^2}.</math>}}
}}
{{Algebra1/Esempio1| <math>\sqrt[3]{\tfrac{ax+a}{x^2+2x+1}}\cdot \sqrt{\tfrac{x^2-2x+1}{ax-a}}</math>.
# Scomponiamo in fattori i radicandi <math>\sqrt[3]{\tfrac{a(x+1)}{(x+1)^2}}\cdot \sqrt{\tfrac{(x-1)^2}{a(x-1)}}</math>;
# <math>\text{C.E.}\; x+1\neq 0\wedge a(x-1)>0\Rightarrow x\neq -1\wedge ((a>0\wedge x>1)\vee (a<0\wedge x<1))</math>;
# Semplifichiamo le frazioni di ciascun radicando <math>\sqrt[3]{\tfrac a{x+1}}\cdot \sqrt{\tfrac{x-1} a}</math>;
# Trasformiamo nello stesso indice: il <math>\text{mcm}</math> degli indici è <math>6</math>, quindi:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[6]{\left(\tfrac a{x+1}\right)^2}\cdot \sqrt[6]{\left(\tfrac{x-1} a\right)^3}=\sqrt[6]{\tfrac{a^2}{(x+1)^2}\cdot \tfrac{(x-1)^3}{a^3}}=\sqrt[6]{\tfrac{(x-1)^3}{a(x+1)^2}}</math>}}
}}
{{Algebra1/Esempio1| <math>\sqrt[3]{\tfrac{x^2}{x^2-2x+1}}:\sqrt[4]{\tfrac{x^4-2x^2+1}{x^2-1}}</math>.
<ol>
<li><p>Scomponiamo in fattori i radicandi <math>\sqrt[3]{\tfrac{x^2}{(x-1)^2}}:\sqrt[4]{\tfrac{(x-1)^2\cdot (x+1)^2}{(x+1)(x-1)}}</math>;</p></li>
<li><p><math>\text{C.E.}\;(x-1)(x+1)>0\Rightarrow x<-1\vee x>1</math>. L’operazione che dobbiamo eseguire è una divisione e dunque il divisore deve essere diverso da zero, quindi <math>x\neq -1\wedge x\neq 1</math>, comunque già implicite nelle <math>\text{C.E.}</math> trovate;</p>
<p>[[File:Algebra2 rad fig003 seg.svg|center|Condizioni di esistenza di radicali (esempio)]]</p></li>
<li><p>Semplifichiamo i radicandi <math>\sqrt[3]{\tfrac{x^2}{(x-1)^2}}:\sqrt[4]{(x-1)\cdot (x+1)}</math>;</p></li>
<li><p>Riduciamo allo stesso indice: il <math>\text{mcm}</math> degli indici è <math>12</math>, quindi:</p>
<p><math>\sqrt[12]{\left[\tfrac{x^2}{(x-1)^2}\right]^4}:\sqrt[12]{(x-1)^3 (x+1)^3}\Rightarrow \sqrt[12]{\tfrac{x^8}{(x-1)^8}\cdot \tfrac 1{(x-1)^3 (x+1)^3}}=\sqrt[12]{\tfrac{x^8}{(x-1)^{11}(x+1)^3}}</math>.</p></li></ol>
}}
== Portare un fattore sotto il segno di radice ==
Per portare un fattore dentro il segno di radice bisogna elevarlo all’indice della radice:
{{Testo centrato|
<math>a\sqrt[n]b=
\begin{cases}
\sqrt[n]{a^n\cdot b} & \text{ se }n\text{ è pari e }a\ge 0\\
-\sqrt[n]{a^n\cdot b} & \text{ se }n\text{ è pari e }a<0\\
\sqrt[n]{a^n\cdot b} & \text{ se }n\text{ è dispari}
\end{cases}.</math>}}
Ricordando che abbiamo posto <math>\sqrt[1]a=a</math>, portare un fattore sotto radice quivale a svolgere la moltiplicazione tra una radice di indice <math>1</math> e una radice di indice <math>n</math> qualsiasi.
{{Algebra1/Esempio1| Portare un numero reale dentro il segno di radice.
* <math>2\cdot \sqrt[3]7=\sqrt[3]{2^3\cdot 7}=\sqrt[3]{56}</math>;
* <math>3\cdot \sqrt{\tfrac 2{21}}=\sqrt{3^2\cdot \tfrac 2{21}}=\sqrt{9\cdot \tfrac 2{21}}=\sqrt{\tfrac 6 7}</math>;
* <math>-\tfrac 1 2\sqrt 3</math> (lasciamo il segno “<math>-</math>” fuori dalla radice) <math>\Rightarrow-\tfrac 1 2\sqrt 3=-\sqrt{\left(\tfrac 1 2\right)^2\cdot 3}=-\sqrt{\tfrac 3 4}</math>;
* <math>-\tfrac 1 3\cdot \sqrt{12}=-\sqrt{\left(\tfrac 1 3\right)^2\cdot 12}=-\sqrt{\tfrac 1 9\cdot 12}=-\sqrt{\tfrac 4 3}</math>;
* <math>\left(1-\sqrt 2\right)\cdot \sqrt 3=- \left(\sqrt 2-1\right)\cdot \sqrt 3=-\sqrt{(\sqrt 2-1)^2\cdot 3}</math>;
* <math>-2\sqrt[3]5=\sqrt[3]{(-2)^3\cdot 5}=\sqrt[3]{-40}</math>.
}}
{{Algebra1/Esempio1| Portare una espressione letterale dentro il segno di radice.
<ul>
<li><p><math>a\cdot \sqrt[3]b=\sqrt[3]{a^3b}</math> l’indice della radice è dispari pertanto <math>a</math> si porta sotto radice senza alcuna condizione;</p></li>
<li><p><math>(x-1)\cdot \sqrt[3]x=\sqrt[3]{(x-1)^3\cdot x}</math> l’indice della radice è dispari, non sono necessarie condizioni sulla <math>x</math>;</p></li>
<li><p><math>(x-2)\sqrt y</math> osserviamo che il radicale (indice 2, pari) esiste per <math>y\ge 0</math>. Per portare dentro il segno di radice il coefficiente <math>(x-2)</math> bisogna fare la distinzione:
{{Testo centrato|<math>(x-2)\sqrt y=
\begin{cases}
\sqrt{(x-2)^2y} & \text{ se }x\ge 2\\
-(2-x)\sqrt y=-\sqrt{(2-x)^2y} & \text{ se }x<2
\end{cases};</math>}}</p></li>
<li><p><math>(x-1)\sqrt{x-2}</math> il radicale esiste per <math>x-2\ge 0\ \Rightarrow \ x\ge 2</math>, per questi valori <math>(x-1)\ge 0</math> e può essere portato dentro la radice:
{{Testo centrato|<math>(x-1)\sqrt{x-2}=\sqrt{(x-1)^2(x-2)};</math>}}</p></li>
<li><p><math>\tfrac{a-1}{a+3}\cdot \sqrt{\tfrac{a+2}{(a-1)^2}}</math>. Determiniamo le condizioni di esistenza del radicale: per l’esistenza della frazione <math>\tfrac{a+2}{(a-1)^2}</math> deve essere <math>(a-1)^2\neq 0</math>, ovvero <math>a\neq 1</math>. Affinché il radicando sia positivo o nullo, essendo il denominatore sempre positivo (ovviamente per <math>a\neq 1</math>) è sufficiente che sia <math>a+2\geqslant 0</math> ovvero <math>a\geqslant -2</math>. Pertanto le condizioni di esistenza sono <math>a\geqslant -2</math> e <math>a\neq 1</math>.</p>
<p>Studiamo ora il segno della frazione algebrica da portare sotto radice: tale frazione è positiva o nulla per <math>a<-3\vee a\geqslant 1</math>, è negativa per <math>-3<a\leqslant 1</math>. (Vedi nel volume Algebra 1 [[Algebra_1/Equazioni,_disequazioni_e_sistemi_di_primo_grado/Disequazioni#Disequazioni_frazionarie| le disequazioni frazionarie]]).</p>
<p>Se <math>a>1</math> si ha <math>\tfrac{a-1}{a+3}\cdot \sqrt{\tfrac{a+2}{(a-1)^2}}=\sqrt{\tfrac{(a-1)^2}{(a+3)^2}\cdot \tfrac{a+2}{(a-1)^2}}=\sqrt{\tfrac{a+2}{(a+3)^2}}</math>.</p>
<p>Se <math>-2<a<1</math> il fattore da portare sotto radice è negativo, quindi:
{{Testo centrato|<math>-\left(-\tfrac{a-1}{a+3}\right)\cdot \sqrt{\tfrac{a+2}{(a-1)^2}}=-\sqrt{\tfrac{[-(a-1)]^2}{(a+3)^2}\cdot \tfrac{a+2}{(a-1)^2}}=-\sqrt{\tfrac{a+2}{(a+3)^2}}.</math>}}</p>
<p>Se <math>a=-2</math> l’espressione vale zero.</p>
<p>Il caso <math>a=1</math> è comunque escluso dalla condizione di esistenza.</p></li></ul>
}}
== Portare un fattore fuori dal segno di radice ==
È possibile portare fuori dal segno di radice quei fattori aventi come esponente un numero che sia maggiore o uguale all’indice della radice. In generale si inizia scomponendo in fattori irriducibili il radicando, ottenendo un radicale del tipo <math>\sqrt[n]{a^m}</math> con <math>m\ge n.</math>
'''I° modo:''' 
si esegue la divisione intera <math>m:n</math> ottenendo un quoziente <math>q</math> e un resto <math>r</math>. Per la proprietà della divisione si ha <math>\;m=n\cdot q+r\;</math> quindi <math>\sqrt[n]{a^m}=\sqrt[n]{a^{n\cdot q+r}}</math> e per le proprietà delle potenze <math>\sqrt[n]{a^{n\cdot q+r}}=\sqrt[n]{(a^q)^n\cdot a^r}</math> e per la regola del prodotto di due radici con medesimo indice si ottiene:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[n]{a^{n\cdot q+r}}=\sqrt[n]{(a^q)^n\cdot a^r}=\sqrt[n]{(a^q)^n}\cdot \sqrt[n]{a^r}=a^q\cdot \sqrt[n]{a^r}\text{ con } r<n.</math>}}
Notiamo che il fattore “fuori“dalla radice ha per esponente il quoziente della divisione intera, mentre il fattore che rimane “dentro“ha per esponente il resto della divisione stessa.
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[3]{a^8}=\ldots</math> eseguiamo la divisione <math>8:3</math> con <math>q=2</math> e <math>r=2</math>, quindi <math>\sqrt[3]{a^8}=a^2\cdot \sqrt[3]{a^2}</math>.}}
'''II° modo:''' 
si può trasformare la potenza del radicando nel prodotto di due potenze con la stessa base; una avente esponente multiplo dell’indice della radice e l’altra avente per esponente la differenza tra l’esponente iniziale e il multiplo trovato. Consideriamo il seguente esempio:
<math>\sqrt[3]{a^8}=\ldots</math> il multiplo di <math>3</math> più vicino a <math>8</math> è <math>6</math>, quindi
{{Testo centrato|<math>\sqrt[3]{a^8}=\sqrt[3]{a^6\cdot a^2}=\sqrt[3]{a^6}\cdot \sqrt[3]{a^2}=a^2\cdot \sqrt[3]{a^2}.</math>}}
{{Algebra1/Esempio1| Portare un numero reale fuori dal segno di radice.
* <math>\sqrt{{1\,200}}</math> Si scompone in fattori primi il radicando <math>{1\,200}=2^4\cdot 5^2\cdot 3</math> ne segue allora che <math>\sqrt{{1\,200}}=\sqrt{2^4\cdot 5^2\cdot 3}=2^2\cdot 5\sqrt 3=20\sqrt 3</math>;
* <math>\sqrt{75}=\sqrt{5^2\cdot 3}=5\sqrt 3</math>;
* <math>\sqrt{720}=\sqrt{2^4\cdot 3^2\cdot 5}=2^2\cdot 3\cdot \sqrt 5=12\sqrt 5</math>.
}}
Quando portiamo fuori dalla radice un termine letterale dobbiamo verificare se l’indice della radice è pari o dispari e se il termine che portiamo fuori è positivo o negativo. In particolare:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[n]{a^nb}=
\begin{cases}
a\sqrt[n]b & \text{ se }n\text{ è dispari}\\
|a|\sqrt[n]b & \text{ se }n\text{ è pari}
\end{cases}.</math>}}
{{Algebra1/Esempio1| Portare una espressione letterale fuori dal segno di radice.
* <math>\sqrt{2a^2}=|a|\sqrt 2</math>: bisogna mettere <math>a</math> in valore assoluto perché sotto radice poteva essere sia negativo che positivo, la radice (di indice 2, pari) invece deve essere sempre positiva; se <math>a<0</math> la relazione <math>\sqrt{2a^2}=a\sqrt 2</math> è errata;
* <math>\sqrt[3]{a^5b^7cd^3}</math> occorre eseguire le divisioni intere tra gli esponenti e l’indice della radice. Cominciamo da <math>a^5</math> risulta <math>5:3 = 1</math> con resto uguale a <math>2</math>; per <math>b^7</math> si ha <math>7:3</math> con quoziente <math>2</math> e resto <math>1</math>; l’esponente di <math>c</math> è minore dell’indice; per <math>d^3</math> si ha <math>3:3</math> con quoziente <math>1</math> e resto <math>0</math>. In definitiva <math>\sqrt[3]{a^5b^7cd^3}={ab}^2 d\sqrt[3]{a^2{bc}}</math>, o anche:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[3]{a^5b^7cd^3}=\sqrt[3]{(a^3a^2)(b^6b) cd^3}=\sqrt[3]{a^3b^6d^3}\cdot \sqrt[3]{a^2bc}=ab^2d^3\sqrt[3]{a^2bc}.</math>}}
In questo caso non c’è da mettere il valore assoluto perché l’indice della radice è dispari;
* <math>\sqrt[3]{\tfrac{3^3x^3y}{z^6}}=3\tfrac x{z^2}\sqrt[3]y</math>, <math>\text{C.E.}\; z\neq 0</math>;
* <math>\sqrt[4]{4x^4-4x^5}</math> scomponiamo il radicando per poter studiare le condizioni di esistenza del radicale e portare fuori qualche fattore:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[4]{4x^4-4x^5}=\sqrt[4]{4x^4(1-x)}\quad \text{C.E.}\; 1-x\ge 0\Rightarrow x\le 1.</math>}}
Pertanto:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[4]{4x^4-4x^5}=\sqrt[4]{4x^4(1-x)}=|x|\sqrt[4]{4(1-x)}=
\begin{cases}
x\sqrt[4]{4(1-x)} & \text{ se }0\le x\le 1\\
-x\sqrt[4]{4(1-x)} & \text{ se }x<0
\end{cases};</math>}}
* <math>\sqrt{3(a-1)^2}=\left|{a-1}\right|\sqrt 3=
\begin{cases}
(a-1)\sqrt 3 & \text{ se }a>1\\
0 & \text{ se }a=1\\
(1-a)\sqrt 3 & \text{ se }a<1
\end{cases}</math>.
}}
== Potenza di radice e radice di radice ==
Per elevare a potenza una radice si eleva a quella potenza il radicando: <math>\left(\sqrt[n]a\right)^m=\sqrt[n]{a^m}</math>. Si capisce il perché di questa proprietà trasformando, come negli altri casi, la radice in potenza con esponente frazionario:
{{Testo centrato|
<math>\left(\sqrt[n]a\right)^m=\left(a^{\tfrac 1 n}\right)^m=a^{\tfrac m n}=\sqrt[n]{a^m}</math>.
}}
{{Algebra1/Esempio1| Potenza di radice. {{Div col}}
* <math>\left(\sqrt 2\right)^2=\sqrt{2^2}=2</math>;
* <math>\left(\sqrt[3]{2ab^2c^3}\right)^2=\sqrt[3]{4a^2b^4c^6}</math>.
{{Div col end}} }}
La radice di un'altra radice è uguale a una radice con lo stesso radicando e con indice il prodotto degli indici delle radici: <math>\sqrt[m]{\sqrt[n]a}=\sqrt[m\cdot n]a</math>. Anche questa proprietà si può spiegare con le proprietà delle potenze trasformando la radice in potenza con esponente frazionario:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt[m]{\sqrt[n]a}=\left(a^{\tfrac 1 n}\right)^{\tfrac 1 m}=a^{\tfrac 1{mn}}=\sqrt[m\cdot n]a</math>}}
{{Algebra1/Esempio1| Radice di radice. {{Div col}}
* <math>\sqrt{\sqrt 2}=\sqrt[2\cdot 2]2=\sqrt[4]2</math>;
* <math>\sqrt[3]{\sqrt[4]{2x}}=\sqrt[12]{2x}</math>.
{{Div col end}} }}
{{Algebra1/Esempio1| Data l’espressione <math>\sqrt[5]{3\cdot\sqrt{2}}</math> ridurla ad unico radicale.<br />
In questo caso non possiamo subito applicare la regola annunciata, ma dobbiamo portare il fattore esterno dentro la radice più interna ottenendo <math>\sqrt[5]{\sqrt{3^2 \cdot 2}}=\sqrt[10]{18}</math>.<br />
Osserviamo che in genere l’espressione <math>\sqrt[n]{a+\sqrt{b}}</math> non si può ridurre ad unico radicale, se non sotto determinate condizioni che analizzeremo in seguito. }}
== Somma di radicali ==
{{Algebra1/Definizione| Si dice ''radicale'' un’espressione del tipo <math>a\sqrt[n]b</math> con <math>a</math> e <math>b</math> numeri reali, <math>b{\geq}0</math> ed <math>n\in \mathbb{N}</math>. Il numero <math>a</math> prende il nome di ''coefficiente'' del radicale. }}
Operare con i radicali è simile al modo di operare con i monomi. Infatti è possibile effettuare somme algebriche soltanto se i radicali hanno lo stesso indice e lo stesso radicando, mentre si possono sempre effettuare moltiplicazioni e divisioni dopo averli ridotti allo stesso indice.
{{Algebra1/Definizione| Due radicali si dicono ''simili'' se hanno lo stesso indice e lo stesso radicando. }}
È possibile effettuare somme algebriche soltanto se i radicali sono simili, si eseguono le somme allo stesso modo in cui si eseguono le somme algebriche dei monomi.
'''Attenzione''': l’operazione <math>\sqrt 2+\sqrt 3=\sqrt 5</math> è errata in quanto i radicali addendi non sono simili poiché hanno lo stesso indice (2) ma non lo stesso radicando.
{{Algebra1/Esempio1| Esegui le seguenti somme di radicali.
* <math>\sqrt 8+\sqrt 2=\sqrt{2^3}+\sqrt 2=2\sqrt 2+\sqrt 2=3\sqrt 2</math>;
* <math>2\sqrt{45}-\sqrt{80}=2\sqrt{3^2\cdot 5}-\sqrt{2^4\cdot 5}=2\cdot 3\cdot \sqrt 5-2^2\sqrt 5=6\sqrt 5-4\sqrt 5=2\sqrt 5</math>;
* <math>\sqrt 2+\sqrt 3</math> non si può eseguire perché i radicali non sono simili;
* <math>\sqrt[3]2+\sqrt 2</math> non si può eseguire perché i radicali non sono simili;
* <math>\sqrt 3+\sqrt 3=2\sqrt 3</math>;
* <math>2\sqrt 5-\sqrt 5=\sqrt 5</math>;
* <math>\tfrac 1 2\sqrt 7-\tfrac 4 3\sqrt 7=\left(\tfrac 1 2-\tfrac 4 3\right)\sqrt 7=\tfrac{3-8} 6\sqrt 7=-\tfrac 5 6\sqrt 7</math>;
* <math>3\sqrt 2+2\sqrt 3-2\sqrt 2+3\sqrt 3=(3-2)\sqrt 2+(2+3)\sqrt 3=\sqrt 2+5\sqrt 3</math> abbiamo sommato i radicali simili;
* <math>2\sqrt a+3\sqrt a=5\sqrt a</math>, <math>\text{C.E.}\; a\ge 0</math>;
* <math>\sqrt[4]{a^5}+\sqrt[4]{a^3}\cdot \sqrt a+\sqrt[4]{a^6}:\sqrt[4]a</math>. Poniamo le condizioni di esistenza (<math>a>0</math>) e svolgiamo i calcoli: <math>\sqrt[4]{a^5}+\sqrt[4]{a^3\cdot a^2}+\sqrt[4]{a^6:a}=\sqrt[4]{a^5}+\sqrt[4]{a^5}+\sqrt[4]{a^5}=3\sqrt[4]{a^5}=3\sqrt[4]{a^4\cdot a}=3a\sqrt[4]a</math>.
}}
Per semplificare le espressioni che seguono, useremo le procedure di calcolo dei polinomi.
{{Algebra1/Esempio1| Esegui le seguenti operazioni con i radicali.
* <math>(1+\sqrt 2)(3\sqrt 2-1)=3\sqrt 2-1+3\sqrt {2^2}-\sqrt 2=3\sqrt 2-1+3\cdot 2-\sqrt 2=2\sqrt 2+5</math>;
* <math>(\sqrt 3+1)^2=(\sqrt 3)^2+(1)^2+2\cdot \sqrt 3\cdot 1=3+1+2\sqrt 3=4+2\sqrt 3</math>;
* <math>(\sqrt 3-\sqrt 2)^2=(\sqrt 3)^2+(\sqrt 2)^2+2 \sqrt 3 (-\sqrt 2)=3+2-2\sqrt 6=5-2\sqrt 6</math>;
* <math>(3+\sqrt 2+\sqrt 3)^2=(3)^2+(\sqrt 2)^2+(\sqrt 3)^2+6 \sqrt 2+6 \sqrt 3+2 \sqrt 2 \sqrt 3=14+6\sqrt 2+6\sqrt 3+2\sqrt 6</math>;
* <math>(\sqrt 2+4)(3-\sqrt 2)=3\sqrt 2 +\sqrt 2(-\sqrt 2)+12+4(-\sqrt 2)=3\sqrt 2-2+12-4\sqrt 2=10-\sqrt 2</math>;
* <math>(\sqrt 2-3)^3=(\sqrt 2)^3-9(\sqrt 2)^2+27\sqrt 2+(-3)^3=2\sqrt 2-18+27\sqrt 2-27=29\sqrt 2-45</math>.
}}
Le espressioni con radicali possono essere trasformate in potenze con esponente frazionario per poi applicare le proprietà delle potenze:
{{Algebra1/Esempio1| Trasforma i radicali in potenze con esponente frazionario applicando le proprietà delle potenze.
* <math>\tfrac{\sqrt a\cdot \sqrt[3]{a^2\cdot b}}{\sqrt[6]{a^5\cdot b}}</math>.
{{Testo centrato|
<math>\tfrac{\sqrt a\cdot \sqrt[3]{a^2\cdot b}}{\sqrt[6]{a^5\cdot b}}=\tfrac{a^{\tfrac 1 2}\cdot a^{\tfrac 2 3}\cdot b^{\tfrac 1 3}}{a^{\tfrac 5 6}\cdot b^{\tfrac 1 6}}=a^{\tfrac 1 2+\tfrac 2 3-\tfrac 5 6}\cdot b^{\tfrac 1 3-\tfrac 1 6}=a^{\tfrac 2 6}\cdot b^{\tfrac 1 6}=\sqrt[6]{a^2b}.</math>}}
* <math>\sqrt{\tfrac{\sqrt[3]{a^2}\cdot \sqrt b}{\sqrt[5]{a^2}}}\cdot \sqrt[3]{\tfrac{\sqrt[4]{a^6b}}{a\sqrt[3]b}}</math>.
{{Testo centrato|
<math>\begin{aligned}
\sqrt{\tfrac{\sqrt[3]{a^2}\cdot \sqrt b}{\sqrt[5]{a^2}}}\cdot \sqrt[3]{\tfrac{\sqrt[4]{a^6b}}{a\sqrt[3]b}}&=\left(\tfrac{a^{\tfrac 2 3}\cdot b^{\tfrac 1 2}}{a^{\tfrac 2 5}}\right)^{\tfrac 1 2}\left(\tfrac{a^{\tfrac 3 2}\cdot b^{\tfrac 1 4}}{ab^{\tfrac 1 3}}\right)^{\tfrac 1 3}\\
&=\tfrac{a^{\tfrac 1 3}\cdot b^{\tfrac 1 4}}{a^{\tfrac 1 5}}\cdot \tfrac{a^{\tfrac 1 2}\cdot b^{\tfrac 1{12}}}{a^{\tfrac 1 3}\cdot b^{\tfrac 1 9}}\\
&=a^{\tfrac 1 3-\tfrac 1 5\;+\tfrac 1 2-\tfrac 1 3}\cdot b^{\tfrac 1 4+\tfrac 1{12}-\tfrac 1 9}\\
&=a^{\tfrac 3{10}}\cdot b^{\tfrac 2 9}\\
&=\sqrt[10]{a^3}\cdot \sqrt[9]{b^2};
\end{aligned}</math>}}
* <math>\sqrt[6]{\tfrac{x^3\cdot \sqrt[3]{xy^2}}{x^2-\sqrt{xy}}}</math>.
{{Testo centrato|
<math>\begin{aligned}
\sqrt[6]{\tfrac{x^3\cdot \sqrt[3]{xy^2}}{x^2-\sqrt{xy}}}&=\left(\tfrac{x^3\cdot (xy^2)^{\tfrac 1 3}}{x^2-(xy)^{\tfrac 1 2}}\right)^{\tfrac 1 6}\\
&=\left(\tfrac{x^3\cdot x^{\tfrac 1 3}\cdot y^{\tfrac 2 3}}{x^2-x^{\tfrac 1 2}\cdot y^{\tfrac 1 2}}\right)^{\tfrac 1 6}\\
&=\left(\tfrac{x^{\tfrac{10} 3}\cdot y^{\tfrac 2 3}}{x^{\tfrac 1 2}\cdot \left(x^{\tfrac 3 2}-y^{\tfrac 1 2}\right)}\right)^{\tfrac 1 6}\\
&=\left[x^{\tfrac{17} 6}\cdot y^{\tfrac 2 3}\cdot \left(x^{\tfrac 3 2}-y^{\tfrac 1 2}\right)^{-1}\right]^{\tfrac 1 6}\\
&=x^{\tfrac{17}{36}}\cdot y^{\tfrac 1 9}\cdot \left(x^{\tfrac 3 2}-y^{\tfrac 1 2}\right)^{-\tfrac 1 6}.
\end{aligned}</math>}}
}}
== Razionalizzazione del denominatore di una frazione ==
Nel calcolo di espressioni che contengono radicali può capitare che al denominatore compaiano dei radicali. Per semplificare l’espressione e migliorare l’approssimazione si cerca di evitare questa situazione e operare affinché non compaiano radicali al denominatore.<ref>la divisione per un numero irrazionale comporta un calcolo laborioso e potenzialmente più soggetto ad errori di approssimazione.
</ref> Questa operazione prende il nome di ''razionalizzazione del denominatore''.
Razionalizzare il denominatore di una frazione vuol dire quindi trasformare una frazione in una frazione equivalente avente per denominatore un’espressione nella quale non compaiano radici.
'''I° Caso:''' 
la frazione è del tipo <math>\tfrac a{\sqrt b}</math>.
Per razionalizzare il denominatore di una frazione di questo tipo basta moltiplicare numeratore e denominatore per <math>\sqrt b</math>, che prende il nome di ''fattore razionalizzante'':
{{Testo centrato|
<math>\tfrac {a} {\sqrt b} = \tfrac{a\sqrt b}{\sqrt b\cdot \sqrt b}=\tfrac{a\sqrt b}b.</math>}}
{{Algebra1/Esempio1| Razionalizza il denominatore delle seguenti espressioni.
* <math>\tfrac 1{\sqrt 2}=\tfrac{1\cdot \sqrt 2}{\sqrt 2\cdot \sqrt 2}=\tfrac{\sqrt 2} 2</math>;
* <math>\tfrac 3{2\sqrt 3}=\tfrac{3\sqrt 3}{2\sqrt 3\sqrt 3}=\tfrac{3\sqrt 3}{2\cdot 3}=\tfrac{\sqrt 3} 2</math>;
* <math>\tfrac{a^2-1}{\sqrt{a-1}}=\tfrac{(a^2-1)\sqrt{a-1}}{\sqrt{a-1}\sqrt{a-1}}=\tfrac{(a^2-1)\sqrt{a-1}}{a-1}=\tfrac{(a-1)(a+1)\sqrt{a-1}}{a-1}=(a+1)\sqrt{a-1}</math>.
}}
'''II° Caso:''' 
la frazione è del tipo <math>\tfrac a{\sqrt[n]{b^m}}</math> con <math>n>m</math>.
In questo caso il fattore razionalizzante è <math>\sqrt[n]{b^{n-m}}</math>. Infatti si ha:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac a{\sqrt[n]{b^m}}=\tfrac{a\sqrt[n]{b^{n-m}}}{\sqrt[n]{b^m}\cdot \sqrt[n]{b^{(n-m)}}}=\tfrac{a\sqrt[n]{b^{n-m}}}{\sqrt[n]{b^m\cdot b^{n-m}}}=\tfrac{a\sqrt[n]{b^{n-m}}}{\sqrt[n]{b^n}}=\tfrac{a\sqrt[n]{b^{n-m}}} b</math>}}
Nel caso in cui <math>n<m</math>, prima di razionalizzare possiamo portare fuori dalla radice parte del radicando.
{{Algebra1/Esempio1| Razionalizza il denominatore delle seguenti espressioni.
* <math>\tfrac 1{\sqrt[3]2}</math>: il fattore razionalizzante è <math>\sqrt[3]{2^2}</math>, quindi:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac 1{\sqrt[3]2}=\tfrac{1\cdot \sqrt[3]{2^2}}{\sqrt[3]2\cdot \sqrt[3]{2^2}}=\tfrac{\sqrt[3]4}{\sqrt[3]{2^3}}=\tfrac{\sqrt[3]4} 2;</math>}}
* <math>\tfrac{ab}{\sqrt[4]{xa^2b^3}}</math>: il fattore razionalizzante è <math>\sqrt[4]{x^3a^2b}</math>, quindi:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac{ab}{\sqrt[4]{xa^2b^3}}=\tfrac{ab\cdot \sqrt[4]{x^3a^2b}}{\sqrt[4]{xa^2b^3}\cdot \sqrt[4]{x^3a^2b}}=\tfrac{ab\sqrt[4]{x^3a^2b}}{\sqrt[4]{x^4a^4b^4}}=\tfrac{ab\sqrt[4]{x^3a^2b}}{xab}=\tfrac{\sqrt[4]{x^3a^2b}} x;</math>}}
* <math>\tfrac 1{\sqrt[3]{b^5}}=\tfrac 1{b\sqrt[3]{b^2}}=\tfrac{1\cdot \sqrt[3]b}{b\sqrt[3]{b^2}\cdot \sqrt[3]b}=\tfrac{\sqrt[3]b}{b^2}</math>.
}}
'''III° Caso:''' 
la frazione è del tipo <math>\tfrac x{\sqrt a+\sqrt b}</math> oppure <math>\tfrac x{\sqrt a-\sqrt b}</math>.
Per questo tipo di frazione occorre sfruttare il prodotto notevole <math>(u+v)(u-v)=u^2-v^2</math>; ponendo <math>\sqrt[3]a = u</math> e <math>\sqrt[3]b = v</math> si moltiplicano numeratore e denominatore per il fattore che ci consente di ottenere al denominatore <math>u^2-v^2</math> cioè <math>\sqrt{a^2}-\sqrt{b^2}</math>. Il fattore razionalizzante nel primo caso è quindi <math>\sqrt a-\sqrt b</math> e nel secondo è <math>\sqrt a+\sqrt b</math>. Sviluppiamo solo il primo caso, poiché il secondo è del tutto analogo:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac x{\sqrt a+\sqrt b}=\tfrac{x\cdot (\sqrt a-\sqrt b)}{(\sqrt a+\sqrt b)\cdot (\sqrt a-\sqrt b)}=\tfrac{x(\sqrt a-\sqrt b)}{\sqrt{a^2}-\sqrt{b^2}}=\tfrac{x(\sqrt a-\sqrt b)}{a-b}</math>}}
{{Algebra1/Esempio1| Razionalizza il denominatore delle seguenti espressioni.
* <math>\tfrac 2{\sqrt 3-\sqrt 5}=\tfrac{2\cdot (\sqrt 3+\sqrt 5)}{(\sqrt 3-\sqrt 5)\cdot (\sqrt 3+\sqrt 5)}=\tfrac{2(\sqrt 3+\sqrt 5)}{\sqrt{3^2}-\sqrt{5^2}}=\tfrac{2(\sqrt 3+\sqrt 5)}{-2}=-(\sqrt 3+\sqrt 5)</math>;
* <math>\tfrac{\sqrt 2}{3-\sqrt 2}=\tfrac{\sqrt 2\cdot (3+\sqrt 2)}{(3-\sqrt 2)\cdot (3+\sqrt 2)}=\tfrac{\sqrt 2(3+\sqrt 2)}{3^2-\sqrt{2^2}}=\tfrac{\sqrt 2(3+\sqrt 2)}{9-2}=\tfrac{\sqrt 2(3+\sqrt 2)} 7</math>;
* <math>\tfrac{1+\sqrt a}{1-\sqrt a}=\tfrac{(1+\sqrt a)\cdot (1+\sqrt a)}{(1-\sqrt a)(1+\sqrt a)}=\tfrac{(1+\sqrt a)^2}{1-\sqrt{a^2}}=\tfrac{1+2\sqrt a+a}{1-a}</math> con <math>a\ge 0\wedge a\neq 1</math>.
}}
'''IV° Caso:''' 
la frazione è del tipo <math>\tfrac x{\sqrt a+\sqrt b+\sqrt c}</math>
Anche in questo caso si utilizza il prodotto notevole della differenza di quadrati, solo che l’operazione va ripetuta più volte.
{{Algebra1/Esempio1| Razionalizza <math>\tfrac 1{\sqrt 2+\sqrt 3+\sqrt 5}</math>.<br />
Il fattore di razionalizzazione è in questo caso <math>\sqrt 2+\sqrt 3-\sqrt 5</math>, quindi:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac 1{\sqrt 2+\sqrt 3+\sqrt 5}\cdot \tfrac{\sqrt 2+\sqrt 3-\sqrt 5}{\sqrt 2+\sqrt 3-\sqrt 5}=\tfrac{\sqrt 2+\sqrt 3-\sqrt 5}{(\sqrt 2+\sqrt 3)^2-5}=\tfrac{\sqrt 2+\sqrt 3-\sqrt 5}{2+3+2\sqrt 6-5}=\tfrac{\sqrt 2+\sqrt 3-\sqrt 5}{2\sqrt 6};</math>}}
il fattore razionalizzante di questa frazione è <math>\sqrt 6</math>:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac{\sqrt 2+\sqrt 3-\sqrt 5}{2\sqrt 6}\cdot \tfrac{\sqrt 6}{\sqrt 6}=\tfrac{\sqrt{12}+\sqrt{18}-\sqrt{30}}{2\cdot 6}=\tfrac{2\sqrt 3+3\sqrt 2-\sqrt{30}}{12}.</math>}}
}}
'''V° Caso:''' 
la frazione è del tipo <math>\tfrac x{\sqrt[3]a+\sqrt[3]b}</math> oppure <math>\tfrac x{\sqrt[3]a-\sqrt[3]b}</math>.
In questo caso si utilizza il prodotto notevole <math>(u+v)(u^2-uv+v^2)=u^3+v^3</math> e quello analogo <math>(u-v)(u^2+uv+v^2)=u^3-v^3</math>; ponendo <math>\sqrt[3]a = u</math> e <math>\sqrt[3]b = v</math> si moltiplicano numeratore e denominatore per il fattore che ci consente di ottenere al denominatore <math>u^3+v^3</math> o <math>u^3-v^3</math>, cioè <math>\sqrt[3]{a^3}+\sqrt[3]{b^3}</math> o <math>\sqrt[3]{a^3}-\sqrt[3]{b^3}</math>. Sviluppiamo soltanto il primo caso:
{{Testo centrato|
<math>\begin{aligned}
\tfrac x{\sqrt[3]a+\sqrt[3]b}=\tfrac x{\sqrt[3]a+\sqrt[3]b}\cdot \tfrac{\sqrt[3]{a^2}-\sqrt[3]{ab}+\sqrt[3]{b^2}}{\sqrt[3]{a^2}-\sqrt[3]{ab}+\sqrt[3]{b^2}}=&\tfrac{x\left(\sqrt[3]{a^2}-\sqrt[3]{ab}+\sqrt[3]{b^2}\right)}{(\sqrt[3]a)^3+(\sqrt[3]b)^3}\\
&=\tfrac{x\left(\sqrt[3]{a^2}-\sqrt[3]{ab}+\sqrt[3]{b^2}\right)}{a+b}.\end{aligned}</math>}}
{{Algebra1/Esempio1| Razionalizza <math>\tfrac 1{\sqrt[3]{2}-\sqrt[3]{3}}</math>.<br />
Il fattore di razionalizzazione è in questo caso <math>\sqrt[3]{2^2}+\sqrt[3]{2\cdot 3}+\sqrt[3]{3^2}</math>, quindi:
{{Testo centrato|
<math>\tfrac{1\cdot \left(\sqrt[3]{2^2}+\sqrt[3]{2\cdot 3}+\sqrt[3]{3^2}\right)}{\left(\sqrt[3]2-\sqrt[3]3\right)\cdot \left(\sqrt[3]{2^2}+\sqrt[3]{2\cdot 3}+\sqrt[3]{3^2}\right)}=\tfrac{\sqrt[3]{2^2}+\sqrt[3]{2\cdot 3}+\sqrt[3]{3^2}}{2-3}=-\left(\sqrt[3]4+\sqrt[3]6+\sqrt[3]9\right).</math>}}
}}
== Radicali doppi ==
{{Algebra1/Definizione| Si dice ''radicale doppio'' un’espressione del tipo <math>\sqrt{a+\sqrt b}</math> oppure <math>\sqrt{a-\sqrt b}</math>. }}
Se l’espressione <math>a^2-b</math> è un quadrato perfetto, i radicali doppi possono essere trasformati nella somma algebrica di due radicali semplici per mezzo della seguente formula:
{{Testo centrato|
<math>\sqrt{a\pm \sqrt b}=\sqrt{\tfrac{a+\sqrt{a^2-b}} 2}\pm \sqrt{\tfrac{a-\sqrt{a^2-b}} 2}</math>
}}
Dimostriamo la formula <math>\sqrt{a+ \sqrt b}=\sqrt{\tfrac{a+\sqrt{a^2-b}} 2}+ \sqrt{\tfrac{a-\sqrt{a^2-b}} 2}.</math>
* eleviamo al quadrato ambo i termini dell’uguaglianza ottenendo:
{{Testo centrato|
<math>a+ \sqrt b=\tfrac{a+\sqrt{a^2-b}}{2} +2\sqrt{\tfrac{a+\sqrt{a^2-b}}{2}}\cdot\sqrt{\tfrac{a-\sqrt{a^2-b}}{2}}+\tfrac{a-\sqrt{a^2-b}} 2;</math>
}}
* sommiamo i radicali simili e moltiplichiamo quelli con lo stesso indice:
{{Testo centrato|
<math>a+ \sqrt b=\tfrac{2a}{2}+2\sqrt{\tfrac{a^{2}-\left(a^{2}-b\right)}{4}};</math>
}}
* da cui semplificando
{{Testo centrato|
<math>a+ \sqrt b=a+ \sqrt b.</math>
}}
{{Algebra1/Esempio1| Trasforma, se possibile, i seguenti radicali doppi in radicali semplici.
* <math>\sqrt{7-\sqrt{40}}=\sqrt{\tfrac{7+\sqrt{49-40}} 2}-\sqrt{\tfrac{7-\sqrt{49-40}} 2}=\sqrt{\tfrac{7+3} 2}-\sqrt{\tfrac{7-3} 2}=\sqrt 5-\sqrt 2</math>;
* <math>\sqrt{2-\sqrt 3}=\sqrt{\tfrac{2+\sqrt{2^2-3}} 2}-\sqrt{\tfrac{2-\sqrt{2^2-3}} 2}=\sqrt{\tfrac 3 2}-\sqrt{\tfrac 1 2}=\tfrac{\sqrt 3-\sqrt 2}{\sqrt 2}</math>, razionalizzando il denominatore si ottiene: <math>\tfrac{\sqrt 3-\sqrt 2}{\sqrt 2}=\tfrac{(\sqrt 3-\sqrt 2)\cdot \sqrt 2}{\sqrt 2\cdot \sqrt 2}=\tfrac{\sqrt 6-2} 2</math>;
* <math>\sqrt{7+2\sqrt 6}=\sqrt{7+\sqrt{24}}</math> per applicare la formula abbiamo portato il fattore <math>2</math> dentro la radice: <math>\sqrt{7+\sqrt{24}}=\sqrt{\tfrac{7-\sqrt{49-24}} 2}+\sqrt{\tfrac{7-\sqrt{49-24}} 2}=\sqrt{\tfrac{7+5} 2}+\sqrt{\tfrac{7-5} 2}=\sqrt 6+1</math>;
* <math>\sqrt{5+\sqrt 3}=\sqrt{\tfrac{5+\sqrt{25-3}} 2}+\sqrt{\tfrac{5-\sqrt{25-3}} 2}=\sqrt{\tfrac{5+\sqrt{22}} 2}+\sqrt{\tfrac{5-\sqrt{22}} 2}</math> la formula non è stata di alcuna utilità in quanto il radicale doppio non è stato eliminato: in questo caso infatti <math>5^2-3 = 25-3=22</math> non è un quadrato perfetto.
}}
== Equazioni, disequazioni e sistemi a coefficienti irrazionali ==
Avendo imparato come operare con i radicali puoi risolvere equazioni, sistemi e disequazioni con coefficienti irrazionali.
=== Equazioni di primo grado ===
{{Algebra1/Esempio1| Risolvi le seguenti equazioni.
* <math>\sqrt 3x=9\Rightarrow x=\tfrac 9{\sqrt 3} =\tfrac 9{\sqrt 3}\cdot \tfrac{\sqrt 3}{\sqrt 3}=\tfrac{9\sqrt 3} 3=3\sqrt 3</math>;
* <math>(\sqrt 3-1) x-\sqrt 6=2x-\sqrt 2(3\sqrt 2+1)+1</math>.
{{Testo centrato|
<math>\begin{aligned}
&(\sqrt 3-1) x-\sqrt 6=2x-\sqrt 2(3\sqrt 2+1)+1\\
\Rightarrow&\sqrt 3x-x-\sqrt 6=2x-3\cdot 2-\sqrt 2+1\\
\Rightarrow&\sqrt 3x-3x=\sqrt 6-\sqrt 2-5\\
\Rightarrow&x(\sqrt 3-3)=\sqrt 6-\sqrt 2-5\\
\Rightarrow&x=\tfrac{\sqrt 6-\sqrt 2-5}{\sqrt 3-3}.
\end{aligned}</math>}}
Razionalizziamo ora il denominatore:
{{Testo centrato|
<math>x=\tfrac{\sqrt 6-\sqrt 2-5}{\sqrt 3-3}\cdot \tfrac{\sqrt 3+3}{\sqrt 3+3}=\tfrac{3\sqrt 2+3\sqrt 6-\sqrt 6-5\sqrt 3-15}{3-9}=\%\tfrac{2\sqrt 6-5\sqrt 3-15}{-6}=
-\tfrac{\sqrt 6} 3+\tfrac{5\sqrt 3} 6+\tfrac 5 2.</math>}}
}}
=== Disequazioni di primo grado ===
{{Algebra1/Esempio1| Risolvi le seguenti disequazioni.
<ul>
<li><p><math>(\sqrt 3-1) x\le \sqrt 3</math>.</p>
<p>Il coefficiente dell’incognita è positivo, quindi <math>x\le \tfrac{\sqrt 3}{\sqrt 3-1}</math> e razionalizzando si ha <math>x\le \tfrac{3+\sqrt 3} 2</math>;</p></li>
<li><p><math>2x(1-\sqrt 2)\ge -3\sqrt 2</math>.</p>
<p>Il coefficiente dell’incognita è negativo, quindi <math>x\le \tfrac{-3\sqrt 2}{2(1-\sqrt 2)}</math> e razionalizzando si ha <math>x\le 3+\tfrac 3 2\sqrt 2</math>.</p></li></ul>
}}
=== Sistemi di primo grado ===
{{Algebra1/Esempio1| Risolvi <math>\left\{\begin{array}{l}
{x(2+\sqrt 2)+y=\sqrt 2(2+x)}\\
{x-(\sqrt 2+1) y=-\tfrac{\sqrt 2} 2(1+2y)}
\end{array}
\right..</math><br />
Eseguiamo i calcoli per ottenere la forma canonica:<br />
{{Testo centrato|
<math>\left\{\begin{array}{l}
{2x+x\sqrt 2+y=2\sqrt 2+x\sqrt 2}\\
{x-y\sqrt 2-y=-\tfrac{\sqrt 2} 2-y\sqrt 2}
\end{array}
\right.\Rightarrow
\left\{\begin{array}{l}
{2x+y=2\sqrt 2}\\
{x-y=-\tfrac{\sqrt 2} 2}
\end{array}
\right.</math>}}
e con il metodo di riduzione, sommando le due equazioni otteniamo:
{{Testo centrato|<math>\left\{\begin{array}{l}
{3x=2\sqrt 2-\tfrac{\sqrt 2} 2}\\
{y=2\sqrt 2-2x}
\end{array}
\right.\Rightarrow
\left\{\begin{array}{l}
{x=\tfrac{\sqrt 2} 2}\\
{y=2\sqrt 2-2\tfrac{\sqrt 2} 2}
\end{array}
\right.\Rightarrow
\left\{\begin{array}{l}
{x=\tfrac{\sqrt 2} 2}\\
{y=\sqrt 2}
\end{array}
\right..</math>}}
}}
== Esercizi del capitolo ==
{{Algebra1/PdfEsercizi|Algebra2 esercizi radicali| Dimensioni: 325 KB}}
{{Avanzamento|100%|10 luglio 2016}}
[[Categoria:Algebra 2|Radicali]]
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Biologia per il liceo/Le caratteristiche degli esseri viventi
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2025-06-21T14:57:55Z
CommonsDelinker
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478024
wikitext
text/x-wiki
{{Biologia per il liceo}}
Tutti gli organismi viventi condividono diverse caratteristiche o funzioni chiave: ordine, cellule, sensibilità o risposta all'ambiente, riproduzione, adattamento, crescita e sviluppo, regolazione/omeostasi, elaborazione dell'energia ed evoluzione. Queste caratteristiche servono a definire la vita.
== Origine della vita ==
Confrontando fossili e DNA, sappiamo che tutta la vita sulla Terra oggi aveva un antenato comune, chiamato ultimo antenato comune universale ('''LUCA'''). Altri esseri viventi potrebbero essere stati vivi nello stesso periodo del LUCA, ma si sono estinti. Uno studio del 2018 suggerisce che il LUCA ha circa 4,5 miliardi (4.500.000.000) di anni, quasi quanto la Terra. La più antica '''prova fossile''' di vita ha circa '''3,5 miliardi''' di anni.
Nell'antichità era diffusa la teoria della comparsa della vita per '''generazione spontanea''' (o abiogenesi aristotelica), fino al XVII secolo, secondo cui la vita possa nascere in modo spontaneo dalla materia inerte o inanimata, tramite l'effetto di "flussi vitali". Questa teoria fu confutata nel XVII secolo, grazie ad alcuni esperimenti di Francesco Redi e di Lazzaro Spallanzani.
Come è '''diventato vivo il materiale non vivente'''? Questa è una domanda difficile. Il primo passo deve essere stata la creazione di composti organici. Nel 1953, l' esperimento Miller-Urey trasformò i composti inorganici in composti organici, come gli amminoacidi, utilizzando calore ed energia.
La vita ha bisogno di una fonte di energia per le reazioni chimiche. Sulla '''Terra primordiale''', l'atmosfera '''non aveva ossigeno'''. L'ossidazione tramite il ciclo di Krebs , che è comune oggi, non era possibile. Il ciclo di Krebs potrebbe aver agito al contrario, eseguendo una riduzione invece dell'ossidazione, e il ciclo potrebbe aver creato molecole più grandi. Per creare la vita, le molecole avevano bisogno di fare copie di se stesse. Il '''DNA''' e '''l'RNA''' fanno copie di se stessi, ma solo se c'è un catalizzatore , un composto che accelera la reazione chimica. Un'ipotesi è che l'RNA stesso fungesse da catalizzatore. A un certo punto, le molecole erano circondate da membrane, che creavano le '''cellule'''. <gallery>
File:The Blue Marble (remastered).jpg|L'età della Terra risale a circa 4,5 miliardi di anni fa
File:Stromatolithe Paléoarchéen - MNHT.PAL.2009.10.1.jpg|I fossili più antichi sono di colonie batteriche (stromatoliti) risalenti a circa 3,7 miliardi di anni fa
File:Esperimento abiogenesi.jpg|Esperimento di Francesco Redi sull'abiogenesi. Un pezzetto di carne è inserito in un barattolo in vetro; nel barattolo aperto (1a e 1b) si ha comparsa di larve e mosche, mentre nel barattolo chiuso (2a e 2b) non si formano né mosche né larve.
File:Miller-Urey experiment-it.svg|L'esperimento di Miller
File:201904 RNA.svg|La molecola di RNA
File:Etls-2019-0024c.01.png|L'ipotesi del mondo a RNA propone che la polimerizzazione spontanea dei ribonucleotidi abbia portato alla comparsa dei ribozimi , inclusa una replicasi dell'RNA .
</gallery>
== L'informazione che permette la vita ==
[[File:DNA_animation.gif|miniatura|Il DNA]]
Si osserverà che le caratteristiche dei viventi sono abbastanza complesse e questa complessità è possibile grazie ad '''informazioni''' codificate nei geni presenti nel '''DNA'''.
== Ordine e livelli di organizzazione degli esseri viventi ==
Gli organismi sono strutture altamente organizzate e coordinate che consistono di una o più cellule. Anche gli organismi unicellulari molto semplici sono notevolmente complessi: all'interno di ogni cellula, gli atomi formano molecole. Queste a loro volta formano organelli cellulari e altre inclusioni cellulari. Negli organismi multicellulari, cellule simili formano tessuti. I tessuti, a loro volta, collaborano per creare organi (strutture corporee con una funzione distinta). Gli organi lavorano insieme per formare sistemi e/o apparati di organi (es. apparato digerente).
Gli esseri viventi sono altamente organizzati e strutturati, seguendo una gerarchia che possiamo esaminare su una scala dal piccolo al grande. L' '''atomo''' è l'unità più piccola e fondamentale della materia che conserva le proprietà di un elemento. È costituito da un nucleo circondato da elettroni. Gli atomi formano le molecole. Una '''molecola''' è una struttura chimica costituita da almeno due atomi tenuti insieme da uno o più legami chimici. Molte molecole che sono biologicamente importanti sono '''macromolecole''' , grandi molecole che sono tipicamente formate dalla polimerizzazione (un polimero è una grande molecola che è realizzata combinando unità più piccole chiamate monomeri, che sono più semplici delle macromolecole). Un esempio di macromolecola è l'acido desossiribonucleico (DNA) ( Figura 1.15 ), che contiene le istruzioni per la struttura e il funzionamento di tutti gli organismi viventi.
Alcune cellule contengono aggregati di macromolecole circondati da membrane. Li chiamiamo '''organelli''' . Gli organelli sono piccole strutture che esistono all'interno delle cellule. Esempi di organelli includono mitocondri e cloroplasti, che svolgono funzioni indispensabili: i mitocondri elaborano l'energia per alimentare la cellula, mentre i cloroplasti consentono alle piante verdi di utilizzare l'energia della luce solare per produrre zuccheri. Tutti gli esseri viventi sono fatti di cellule. La '''cellula''' stessa è la più piccola unità fondamentale di struttura e funzione negli organismi viventi. (Questo requisito è il motivo per cui gli scienziati non considerano viventi i virus: non sono fatti di cellule. Per creare nuovi virus, devono invadere e dirottare il meccanismo riproduttivo di una cellula vivente. Solo allora possono ottenere i materiali di cui hanno bisogno per riprodursi.) Alcuni organismi sono costituiti da una singola cellula e altri sono multicellulari. Gli scienziati classificano le cellule come procariotiche o eucariotiche. '''I procarioti''' sono organismi unicellulari o coloniali che non hanno nuclei legati alla membrana. Al contrario, le cellule degli '''eucarioti''' hanno organelli circondati da membrana e un nucleo circondato da membrana.
Negli organismi più grandi, le cellule si combinano per creare '''tessuti''' , che sono gruppi di cellule simili che svolgono funzioni simili o correlate. '''Gli organi''' sono raccolte di tessuti raggruppati insieme che svolgono una funzione comune. Gli organi sono presenti non solo negli animali, ma anche nelle piante. Un '''sistema di organi''' è un livello superiore di organizzazione che consiste di organi funzionalmente correlati. I mammiferi hanno molti sistemi di organi. Ad esempio, il sistema circolatorio trasporta il sangue attraverso il corpo e da e verso i polmoni. Include organi come il cuore e i vasi sanguigni. '''Gli organismi''' sono entità viventi individuali. Ad esempio, ogni albero in una foresta è un organismo. Anche i procarioti unicellulari e gli eucarioti unicellulari sono organismi, che i biologi in genere chiamano microrganismi.
'''I biologi chiamano collettivamente popolazione''' tutti gli individui di una specie che vivono in un'area specifica . Ad esempio, una foresta può includere molti pini, che rappresentano la popolazione di pini in questa foresta. Diverse popolazioni possono vivere nella stessa area specifica. Ad esempio, la foresta con i pini include popolazioni di piante da fiore, insetti e popolazioni microbiche. Una '''comunità''' è la somma delle popolazioni che abitano un'area particolare. Ad esempio, tutti gli alberi, i fiori, gli insetti e le altre popolazioni in una foresta formano la comunità della foresta. La foresta stessa è un ecosistema. Un '''ecosistema''' è costituito da tutti gli esseri viventi in un'area particolare insieme alle parti abiotiche e non viventi di quell'ambiente come l'azoto nel suolo o l'acqua piovana. Al più alto livello di organizzazione ( Figura 1.16 ), la '''biosfera''' è la raccolta di tutti gli ecosistemi e rappresenta le zone di vita sulla Terra. Include terra, acqua e persino l'atmosfera in una certa misura.<gallery>
File:Atomo di carbonio.svg|Atomo di carbonio
File:Molecule of water.jpg|Molecola
File:Alpha-D-Glucopyranose Molekülbaukasten 9508.JPG|Glucosio (macromolecole)
File:Prokaryotic cell.webp|Cellule
File:Muscle Tissue Skeletal Muscle Fibers (40153601630).jpg|Tessuto muscolare striato
File:Humhrt2.jpg|Cuore
File:Circulatory System en.svg|apparato circolatorio
File:A Formica rufa sideview.jpg|Formica rufa
File:Nest of oecophylla smaragdina (weaver ants).jpg|popolazione di formiche
File:Aerial view of the Amazon Rainforest.jpg|Foresta amazzonica
</gallery>
=== Biomolecole ===
La vita sulla Terra è composta da composti organici , molecole che contengono carbonio. Quattro tipi di molecole a catena lunga ( macromolecole ) sono importanti: carboidrati , lipidi , proteine e acidi nucleici .
I '''carboidrati''' semplici (zuccheri) sono usati per l'energia o come elementi costitutivi. I carboidrati complessi, come l'amido e la cellulosa, possono conservare l'energia per lungo tempo. Sono anche usati per creare una struttura forte, come lo stelo di una pianta .
I '''lipidi''' possono essere isolanti per mantenere un essere vivente caldo, come il grasso di un pinguino , o per impedire all'acqua di entrare o uscire, come le piume impermeabili . Due strati di fosfolidi (un tipo di lipide) costituiscono tutte le membrane cellulari . Alcuni tipi di lipidi sono ormoni , che inviano messaggi da una cellula all'altra.
Le '''proteine''', lunghe catene di amminoacidi , hanno molti scopi. Si piegano in forme complesse perché i loro amminoacidi interagiscono. Le proteine sono coinvolte in molte reazioni chimiche, per farle procedere più velocemente.
Gli '''acidi nucleici''', tra cui DNA e RNA , sono lunghe catene di nucleotidi . Ci sono solo quattro tipi di nucleotidi in ogni catena, ma sono le istruzioni per la vita, come un linguaggio. Ogni tre nucleotidi dicono alla cellula di produrre un amminoacido. Una parte di un acido nucleico è il codice per una molecola proteica.<gallery>
File:Cornstarch mixed with water.jpg|Amido di mais
File:Aceite de oliva ed.jpg|Olio di oliva
File:Broken egg on black surface.jpg|uovo
</gallery>
=== Cellule ===
Tutti gli esseri viventi sono caratterizzati da cellule. Ogni cellula ha una membrana cellulare all'esterno e un materiale gelatinoso che riempie l'interno, chiamato citoplasma. La membrana è importante perché separa le sostanze chimiche all'interno e all'esterno. Alcune molecole possono passare attraverso la membrana, ma altre no. Le cellule viventi hanno geni, fatti di DNA. I geni dicono alla cellula cosa fare, come un linguaggio. Una molecola di DNA, con molti geni, è chiamata cromosoma. Le cellule possono copiare se stesse per creare due nuove cellule. Esistono due tipi principali di cellule: procariotiche ed eucariotiche. Le cellule procariotiche hanno solo poche parti. Il loro DNA ha la forma di un cerchio, all'interno del citoplasma, e non hanno membrane all'interno della cellula. Le cellule eucariotiche sono più complesse e hanno un nucleo cellulare . Il DNA è all'interno del nucleo e una membrana è attorno al nucleo. Le cellule eucariotiche hanno anche altre parti, chiamate organelli . Alcuni di questi altri organelli hanno anche membrane.
I virus non sono formati da cellule ma da materiale genetico (DNA o RNA) contenuto all'interno di un contenitore proteico.<gallery>
File:CellulaEucarioteProcariote.svg|Cellula procariote ed eucariote
File:Tipica cellula procariote.svg|Cellula procariote (batterio flagellato)
File:Struttura della cellula animale.svg|Cellula animale
File:Struttura della cellula vegetale.svg|Cellula vegetale
</gallery>
== Sensibilità o risposta agli stimoli ==
Gli organismi rispondono a diversi stimoli. Ad esempio, le piante possono piegarsi verso una fonte di '''luce''', arrampicarsi su recinti e muri o rispondere al tocco. Anche i batteri minuscoli possono muoversi verso o lontano da '''sostanze chimiche''' (un processo chiamato chemiotassi ) o luce ( fototassi ). Il '''movimento''' verso uno stimolo è una risposta positiva, mentre il movimento lontano da uno stimolo è una risposta negativa.<gallery>
File:Phototropism in Solanum lycopersicum.webm|Fototropismo di piantine di pomodoro
File:8lqH.gif|Mimosa pudica
File:Five Senses.jpg|I cinque sensi
</gallery>
== Riproduzione ==
Gli organismi unicellulari si riproducono prima duplicando il loro DNA, e poi dividendolo equamente mentre la cellula si prepara a dividersi per formare due nuove cellule. Nella '''riproduzione sessuata''' gli organismi multicellulari spesso producono cellule riproduttive specializzate: gameti, ovociti e spermatozoi. Dopo la fecondazione (la fusione di un ovocita e uno spermatozoo), si sviluppa un nuovo individuo. Nella '''riproduzione''' '''asessuata''', come anche nei batteri, le cellule e/o gli organismi si clonano in qualche modo (vedi galleria). Quando avviene la riproduzione, i geni contenenti DNA vengono trasmessi alla prole di un organismo. Questi geni assicurano che la prole appartenga alla stessa specie e abbia caratteristiche simili, come dimensioni e forma.<gallery>
File:011A.jpg|Cellule in mitosi
File:Egg and Sperm.png|Spermatozoo e cellula uovo
File:Kalanchoe-pinnata veg reprod.jpg|Riproduzione asessuata sulle foglie di Kalanchoe pinnata
File:Bryophyllum daigremontianum nahaufnahme1.jpg|Piantine vegetative da una foglia di ''Bryophyllum daigremontianum (Kalanchoe daigremontiana)''
File:Hoverflies mating midair02.jpg|Accoppiamento (riproduzione sessuata)
File:Potentilla anserina - silverweed - 52159649704.jpg|La potentilla si riproduce asessualmente con i stoloni
File:Tu - Linckia guildingi cropped.jpg|''Linckia guildingi'' "cometa", una stella marina che ricresce da un singolo braccio
File:Hydras (8).JPG|Hydra
File:Hydra Budding.svg|Riproduzione asessuata dell'Idra per gemmazione
File:202107 Hydra.png|Gemmazione dell'Hydra
File:Aphid-giving-birth.jpg|Riproduzione degli afidi per partenogenesi
File:Aphis nerii giving birth.jpg
File:Binary fission anim.gif|I batteri si riproducono per scissione binaria
</gallery>
== Adattamento ed evoluzione ==
Il termine "adattamento" si può riferire ad un singolo individuo e alla sua capacità di adattarsi alle condizioni ambientali che trova nella sua vita, o più in generale (ed in genere è a questo che il termine si riferisce) si può parlare di '''adattamento in senso evolutivo''' riferendosi alla '''popolazione e a come essa cambia di generazione in generazione'''; in questo caso è una conseguenza dell'evoluzione per '''selezione naturale''', che opera in ogni popolazione di organismi. Gli esempi di adattamenti sono diversi e unici, dagli Archaea resistenti al calore che vivono in sorgenti termali bollenti, alla lunghezza della lingua di una falena che si nutre di nettare che corrisponde alle dimensioni del fiore da cui si nutre. Gli <u>adattamenti migliorano il potenziale riproduttivo degli individui</u>, <u>inclusa la loro capacità di sopravvivere per riprodursi</u>. Gli adattamenti non sono costanti. Quando un ambiente cambia, la selezione naturale fa sì che le caratteristiche degli individui in una popolazione seguano tali cambiamenti.
L'evoluzione può anche causare la divisione di un gruppo di esseri viventi in due gruppi. Questo è chiamato '''speciazione''' se crea una nuova specie. Un esempio sono i fringuelli delle isole Galapagos: una specie di fringuelli vive su ogni isola, ma tutte le specie si sono separate da una specie antenata comune.
'''L'estinzione''' è quando tutti i membri di una specie muoiono. Circa il 99,9% di tutte le specie che sono mai vissute sono estinte. L'estinzione può verificarsi in qualsiasi momento, ma è più comune in determinati periodi di tempo chiamati eventi di estinzione. Il più recente è stato 65 milioni di anni fa, quando i dinosauri (e non solo) si sono estinti.
Nella galleria sottostante vi è un filmato che mostra l'evoluzione di una colonia batteria in tempo reale. I batteri (bianchi) crescono su una grande piastra Petri con concentrazioni crescenti di antibiotico ( trimetoprim ) in bande verso il centro. L'evoluzione della resistenza agli antibiotici può essere vista come mutanti con una maggiore resistenza agli antibiotici in grado di colonizzare le regioni più centrali. Entro l'11° giorno di evoluzione, varianti con una resistenza agli antibiotici 1000 volte superiore hanno colonizzato la banda centrale<gallery>
File:Phylogenetic tree of life LUCA.svg|Albero filogenetico basato sui dati dei geni rRNA (Woese et al., 1990) che mostra i 3 domini della vita, con l'ultimo antenato comune universale (LUCA) alla sua radice
File:Horseevolution.svg|Evoluzione del cavallo
File:Schema evoluzione Biologica.png|Schema semplificato dell'evoluzione degli esseri viventi
File:Darwin's finches by Gould.jpg|Quattro differenti tipi di becco in diverse specie di fringuello (Galapagos)
File:Simplified tree of life with LUCA and LECA multilanguage.svg|Versione semplificata di un Albero della vita ad alta risoluzione, basato su genomi completamente sequenziati
File:Gene-duplication.svg|Mutazione cromosomica
File:Mutation et selection 2.svg
File:Kishony lab-The Evolution of Bacteria on a Mega-Plate.webm|''L'evoluzione dei batteri su una grande piastra Petri''
File:Tree of life.svg|L' albero della vita che mostra i tre domini della vita sulla Terra
File:A Novel Representation Of The Tree Of Life.svg|Una visione attuale dell'albero della vita, che comprende la diversità totale rappresentata dai genomi sequenziati.
</gallery>
== Crescita e sviluppo ==
Gli organismi '''crescono''' e si '''sviluppano''' in seguito a geni che forniscono istruzioni specifiche che dirigeranno la crescita e lo sviluppo cellulare. Ciò garantisce che i giovani di una specie cresceranno fino a mostrare molte delle stesse caratteristiche dei loro genitori.
== Regolazione/Omeostasi ==
Anche gli organismi più piccoli sono complessi e richiedono molteplici meccanismi regolatori per coordinare le funzioni interne, rispondere agli stimoli e far fronte agli stress ambientali. '''L'omeostasi''' (letteralmente, "stato stazionario") si riferisce all'ambiente interno relativamente stabile necessario per mantenere la vita. Due esempi di funzioni interne regolate in un organismo sono il trasporto dei nutrienti e il flusso sanguigno. Gli organi (gruppi di tessuti che lavorano insieme) svolgono funzioni specifiche, come trasportare ossigeno in tutto il corpo, rimuovere i rifiuti, fornire nutrienti a ogni cellula e raffreddare il corpo.
Ad es. gli orsi polari e altri mammiferi che vivono nelle regioni coperte di ghiaccio mantengono la loro temperatura corporea generando calore e riducendo la perdita di calore attraverso una pelliccia spessa e uno strato denso di grasso sotto la pelle.
Per funzionare correttamente, le cellule necessitano di condizioni appropriate come '''temperatura''', '''pH''' e '''concentrazione''' appropriate di diverse sostanze chimiche. Tuttavia, queste condizioni possono cambiare da un momento all'altro. Gli organismi sono in grado di mantenere condizioni interne omeostatiche entro un intervallo ristretto quasi costantemente, nonostante i cambiamenti ambientali, tramite l'attivazione di meccanismi regolatori. Ad esempio, un organismo deve regolare la '''temperatura corporea''' attraverso il processo di '''termoregolazione'''. Gli organismi che vivono in climi freddi, come l'orso polare, hanno strutture corporee che li aiutano a resistere alle basse temperature e a conservare il calore corporeo. Le strutture che aiutano in questo tipo di isolamento includono pelliccia, piume, grasso e grasso. Nei climi caldi, gli organismi hanno metodi (come la sudorazione negli esseri umani o l'affanno nei cani) che li aiutano a liberarsi del calore corporeo in eccesso.<gallery>
File:Polar Bear - Alaska (cropped).jpg|Orso polare: una folta pelliccia e il grasso aiutano a mantenere caldo l'animale
File:Army Reserve 2010 Best Warrior Competition Army Physical Fitness Test DVIDS303383.jpg|Il sudore aiuta a raffreddare il corpo
</gallery>
== Consumo di energia ==
Tutti gli esseri viventi hanno bisogno di energia per sopravvivere, muoversi, crescere e riprodursi. Alcuni possono ottenere energia dall'ambiente senza l'aiuto di altri esseri viventi: questi sono chiamati produttori o autotrofi . Piante, alghe e alcuni batteri, un gruppo di produttori chiamati '''fotoautotrofi''' , usano la luce del sole per produrre energia. Quando i produttori usano la luce per creare e immagazzinare composti organici, questo è chiamato <u>fotosintesi</u> . Alcuni altri produttori, chiamati '''chemioautotrofi''' , ottengono energia da sostanze chimiche che escono dal fondale oceanico nelle sorgenti idrotermali . Altri esseri viventi ottengono la loro energia da composti organici : questi sono chiamati consumatori o '''eterotrofi''' . Animali, funghi, la maggior parte dei batteri e la maggior parte dei protisti sono consumatori. I consumatori possono mangiare altri esseri viventi o materiale morto.
Sia i produttori che i consumatori devono <u>scomporre i composti organici per liberare energia</u>. Il modo migliore per farlo è la respirazione aerobica, che libera la maggior parte dell'energia, ma gli esseri viventi possono fare respirazione aerobica <u>solo se hanno ossigeno (O<sub>2</sub></u>). Possono anche scomporre questi composti senza ossigeno, usando la respirazione anaerobica o la fermentazione.<gallery>
File:Leaf66.JPG|La fotosintesi sfrutta la luce (solare prevalentemente)
File:Venenivibrio.jpg|''Venenivibrio stagnispumantis'' ricava energia dall'ossidazione dell'idrogeno gassoso.
File:Riftia tube worm colony Galapagos 2011.jpg|I vermi tubolari giganti ( ''Riftia pachyptila'' ) hanno un organo contenente batteri chemiosintetici al posto dell'intestino.
File:0501-hydrothermal-vents-640x360.webm|Una sorgente idrotermale dove i microrganismi subiscono una chemiosintesi sulla dorsale del Pacifico orientale
File:Bos taurus taurus relaxing.jpg|Gli erbivori ricavano materia ed energia dai vegetali
File:Fissipedia portraits.jpg|Esempi di carnivori
File:Garlic Mushroom (1047168983).jpg|I funghi sono decompositori
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== La diversità della vita ==
[[File:Animal diversity October 2007.jpg|miniatura|398x398px|Un collage che raffigura la diversità animale]]
Il fatto che la biologia, come scienza, abbia una portata così ampia ha a che fare con l'enorme diversità della vita sulla terra. La fonte di questa diversità è '''l'evoluzione''' , il processo di graduale cambiamento di una popolazione o di una specie nel tempo. I biologi evoluzionisti studiano l'evoluzione degli esseri viventi in tutto, dal mondo microscopico agli ecosistemi.
Un albero filogenetico può riassumere l'evoluzione di varie forme di vita sulla Terra. È un diagramma che mostra le relazioni evolutive tra specie biologiche basate su somiglianze e differenze nei tratti genetici o fisici o entrambi. I nodi e i rami comprendono un albero filogenetico. I nodi interni rappresentano gli antenati e sono punti nell'evoluzione in cui, sulla base di prove scientifiche, i ricercatori ritengono che un antenato si sia disperso per formare due nuove specie. In alcuni alberi filogenetici, la lunghezza di ciascun ramo potrebbe essere proporzionale al tempo trascorso dalla divisione.
I tre domini della vita sono '''Batteri''' , '''Archea''' ed '''Eucarioti''' . I '''batteri e gli archea''' sono procarioti e hanno una sola cellula . I batteri sono molto piccoli e hanno forme utili nella classificazione, come rotonde, lunghe e sottili e a spirale . Alcuni batteri causano malattie . I batteri nel nostro intestino fanno parte della nostra flora intestinale . Scompongono parte del nostro cibo. Sia i batteri che gli archea possono vivere dove le forme di vita più grandi non possono. I batteri hanno una molecola chiamata peptidoglicano nella loro parete cellulare , ma gli archea no. Gli archea hanno una molecola chiamata isoprene nella loro membrana cellulare, ma i batteri no.
Gli '''eucarioti''' sono esseri viventi con cellule eucariotiche e possono avere una o più cellule . La maggior parte degli eucarioti usa la riproduzione sessuale per creare nuove copie di se stessi. Nella riproduzione sessuale, due cellule sessuali, una da ciascun genitore, si uniscono per creare un nuovo essere vivente.
Le '''piante''' sono eucarioti che usano la luce del sole per produrre energia. Includono le alghe , che vivono nell'acqua, e le piante terrestri. Tutte le piante terrestri hanno due forme durante il loro ciclo di vita , chiamate alternanza di generazioni . Una forma è diploide , in cui le cellule hanno due copie dei loro cromosomi, e l'altra forma è aploide , in cui le cellule hanno una copia dei loro cromosomi.
Gli '''animali''' sono eucarioti con molte cellule, che non hanno pareti cellulari rigide. Tutti gli animali sono consumatori: sopravvivono mangiando altro materiale organico . Quasi tutti gli animali hanno neuroni , un sistema di segnalazione. Di solito hanno muscoli , che fanno muovere il corpo. Molti animali hanno una testa e delle zampe. La maggior parte degli animali sono maschi o femmine. Hanno bisogno di un compagno del sesso opposto per fare prole. Le cellule sessuali del maschio e della femmina possono incontrarsi all'interno o all'esterno del corpo.
I '''funghi''' sono eucarioti che possono avere una cellula, come i lieviti , o molte cellule, come i funghi . Sono saprofiti . I funghi scompongono materiale vivo o morto, quindi sono decompositori . Solo i funghi e alcuni batteri possono scomporre la lignina e la cellulosa , due parti del legno . Alcuni funghi sono micorrize . Vivono sottoterra e forniscono nutrienti alle piante, come azoto e fosforo.
I '''protisti''': gli eucarioti che non sono piante, animali o funghi sono chiamati protisti . La maggior parte dei protisti vive in acqua.<gallery>
File:Fungi of Saskatchewan.JPG|Diversità dei funghi
File:Biodiversity by Dano.jpg
File:Forest fruits from Barro Colorado.png
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[[Categoria:Biologia per il liceo|Introduzione]]
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<big>NOTA: [[w:Utente:Maruyari/Sandbox|Traduzione nella sandbox]] della voce [[w:en:Elena Meissner|Elena Meissner]] da Wikipedia in inglese. [[w:ro:Elena Meissner|Qui]] la versione in rumeno.</big>
{{Bio
|Nome = Elena
|Cognome = Meissner
|Sesso = F
|PreData = nata Elena Buznea
|LuogoNascita = Huși
|AnnoNascita = 1867
|LuogoMorte = Iaşi
|AnnoMorte = 1940
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = educatrice
|Attività2 = attivista
|Nazionalità = rumena
|PostNazionalità = per l'[[Femminismo|emancipazione femminile]], cofondatrice dell'organizzazione del movimento delle donne rumene ''Asociația de Emancipare Civilă și Politică a Femeii Române'' (1918).
|Immagine = Elena_Meissner.jpg
|Didascalia = Elena Meissner
}}
==Biografia==
Nacque come Elena Buznea nella città moldava di Huşi, l'ex capoluogo del distretto di Fălciu, nella regione storica della [[Moldavia (Romania)|Moldavia occidentale]]. Figlia di Constantin Gh. Buznea, sindaco della città nel 1880, ebbe una sorella, Maria<ref name="orizonturiculturale">{{cita web|url=http://www.orizonturiculturale.ro/ro_studii_Monica-Negru-9.html|titolo=Elena Meissner, o educatoare reformatoare și o feministă activă|sito=Orizonturi Culturale|accesso=20 giugno 2025|lingua=ro}}</ref>. Dopo aver completato la scuola primaria, Meissner partecipò a un concorso per ottenere una borsa di studio presso la Scuola centrale femminile di Iaşi, classificandosi al primo posto su 64 candidate<ref name="orizonturiculturale"/>. Frequentò l'istituto per cinque anni, ottenendo buoni risultati, proseguendo poi per altri tre anni presso l'Istituto liceale femminile "Humpel" di Iaşi. In seguito si iscrisse alla facoltà di scienze dell'[[Università Alexandru Ioan Cuza|Università di Iași]]<ref name="enciclopediaromaniei">{{cita web|titolo=Elena Buznea-Meissner|url=https://enciclopediaromaniei.ro/wiki/Elena_Meissner|sito=Enciclopedia Romaniei|lingua=ro}}</ref> (tra le prime donne a frequentare l'ateneo nella seconda metà degli anni Ottanta dell'[[Ottocento]]<ref name="deHaan306">{{Cita|de Haan|p. 306}}</ref>), che abbandonò dopo un anno per dedicarsi alla facoltà di lettere e laurearsi in letteratura<ref name="cnelenacuza">{{cita web|titolo=Schita istorica Liceul Industrial de fete "Azilul Elena Doamna"|url=http://cnelenacuza.3x.ro/Istoric/|sito=Collegiul Național Elena Cuza București|lingua=ro}}</ref>. Ansieme a Elvira Zamfirescu, Lucia Manolescu e Natalia Davidel, Elena Buznea fu tra le prime studentesse, nell'anno accademico 1888–1889, a scegliere il percorso letterario dopo essere state inizialmente iscritte alla facoltà di scienze.
Il 2 gennaio 1905 sposò Constantin Meissner<ref name="ANR"/>, membro onorario dell'[[Accademia romena|Accademia rumena]] e più volte ministro<ref name="Marcu292">{{cita|Marcu|p. 292}}</ref>.
==Insegnamento==
Nel corso della sua carriera di educatrice, lavorò a Iaşi, [[Botoșani|Botoşani]] e [[Bucarest]]. Iniziò la carriera di insegnante nel 1893, alla Scuola professionale femminile rumena di Iaşi. In seguito, insegnò per un periodo a Botoşani, prima di essere nominata direttrice della Scuola normale annessa all'Asilo "Elena Doamna" di Bucarest<ref name="ANR"/>. Durante questo periodo si recò in [[Svezia]] per studiare la [[Tessitura|tessitura]] al [[Telaio (tessitura)|telaio]]. L'asilo accoglieva orfani provenienti da famiglie povere, con genitori malati, sacerdoti o insegnanti privi di mezzi e offriva loro l'opportunità di imparare un mestiere, tra cui anche quello di tessitrice<ref name="cnelenacuza"/>.
Nel 1898, a sua richiesta, fu trasferita alla Scuola magistrale di Iaşi. In seguito al pensionamento di Emilie Maiorescu-Humpel, fu per diversi anni direttrice della Scuola secondaria femminile di Iaşi (Istituto Humpel)<ref name="ANR">{{Cita manoscritto|titolo=Meissner-familial.-1837-1840-1943.-Inv.-1077.PDF|url=https://arhivelenationale.ro/site/download/inventare/Meissner-familial.-1837-1840-1943.-Inv.-1077.PDF|autore=Fondul Meissner|editore=Arhivele Naţionale ale României|lingua=ro|anno=1840 - 1943|p=3}}</ref> e successivamente insegnò [[pedagogia]], [[filosofia]] e [[storia]] presso il Liceo "Oltea Doamna" della stessa città, fino al suo pensionamento nel 1929. Parallelamente all'attività pedagogica, Meissner si dedicò attivamente al sociale, fondando diverse associazioni, tra cui la "Colonia scolastica", i "Circoli delle casalinghe", e la "Protezione dei bambini con disabilità". Collaborò inoltre con numerose realtà già esistenti, come la "Mensa scolastica", la "Carovana di beneficenza", la "Società nazionale ortodossa delle donne rumene", la Croce Rossa e altre ancora<ref name="deHaan308">{{Cita|de Haan|p. 308}}</ref>.
Meissner aprì una scuola speciale per bambini con disabilità, scuola operante a Bucium nella villa Greierul ("La cicala") fino al 1958, gettando in questo modo le basi della [[pedagogia speciale]] in Romania<ref name="cnmeiasi">{{cita web|url=https://cnmeiasi.ro/fostii-nostri-profesori/|titolo=Foștii noștri profesori|sito=Colegiul National "Mihai Eminescu" Iasi|accesso=20 giugno 2025|lingua=ro}}</ref>.
==Attivismo==
{{citazione
|Ci sono oggi 138 milioni di donne nel mondo che partecipano all'amministrazione dei comuni, all'amministrazione del paese in Parlamento e, grazie a Dio, in quei paesi i risultati sono molto soddisfacenti. Chiediamo all'Assemblea Costituente di non iniziare con un atto di ingiustizia nei confronti della maggioranza della popolazione di questo paese, privandola dei diritti concessi solo all'altro sesso.
|<ref name="Mihăilescu41">{{cita|Mihăilescu|pp. 41-42}}</ref>
|Sunt astăzi în lume 138 milioane de femei care participă la administrarea comunelor, la administraţia ţării în parlament, şi, slavă Domnului, în acele ţări rezultatele sunt foarte satisfăcătoare. Cerem Constituantei să nu înceapă cu un act de nedreptate faţă de cea mai mare parte a populaţiunii acestei ţări, privând-o de drepturile acordate doar celuilalt sex.
|lingua=ro}}
Elena Meissner ebbe anche una ricca vita politica. Nel 1918, insieme a Maria Baiulescu, [[Ella Negruzzi]] e Calypso Botez<ref name="deHaan308">{{Cita|de Haan|p. 308}}</ref>, fondò l'''Associazione per l'Emancipazione Civile e Politica delle Donne Rumene'' (''Asociația de Emancipare Civilă și Politică a Femeii Române'')<ref>{{cita pubblicazione|autore=Andreea Dimitriu|titolo=Le féminisme roumain et ses affinitésavec le féminisme français (1918–1940)|data=29 settembre 2011|editore=Alexandru Ioan Cuza University|città=Iași|lingua=fr|p=105}}</ref>. In veste di presidente dell'associazione e come delegata della Romania, Elena Buznea-Meissner partecipò ai congressi dell'Alleanza internazionale per il suffragio femminile (The International Woman Suffrage Alliance), che si tennero a Roma nel 1923, a Parigi nel 1926, a Berlino nel 1929 e a Istanbul nel 1935<ref name="deHaan309">{{Cita|de Haan|p. 309}}</ref>.
Nel 1932, durante un congresso femminista organizzato dall'Unione delle donne rumene a Iași, chiese a tutte le partecipanti di concentrarsi sull'[[istruzione]] delle [[Agricoltore|contadine]], affinché conoscessero i propri diritti e doveri all'interno della comunità, soprattutto perché dal 1932 il Codice civile aveva concesso a tutte le donne pieni [[diritti civili]]. Le attività educative avrebbero dovuto incoraggiare il senso di responsabilità verso la famiglia e promuovere una forte etica del lavoro, scoraggiando al contempo la migrazione - dai villaggi verso le città - delle donne di età inferiore ai 20 anni<ref name="deHaan307">{{Cita|de Haan|p. 307}}</ref>. Contribuì attivamente al sostegno di enti impegnati nell'assistenza e nella tutela delle donne giovani e indigenti, aderendo a organizzazioni come la [[Croce Rossa Rumena]] o la "Riunione delle donne rumene"<ref name="deHaan307"/>.
== Pubblicazioni ==
* ''La giustizia della causa femminista'' (''Dreptatea causei feministe''), Iaşi, 1923<ref name="Marcu293">{{cita|Marcu|p. 293}}</ref>
* ''L'estensione dell'attività femminile fuori casa'' (''Extensiunea activității femeii în afară de casă''), 1924
* ''Qualche parola sull'alcolismo'' (''Câteva cuvinte în chestia alcoolismului''), 1924, insieme a Paula Petrea
* ''Lotta contro l'amoralità'' (''Lupta contra imoralității''), Buletin Eugenic şi Biopolitic n. 11-12 (novembre - dicembre 1928)
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cid=de Haan|titolo=Biographical Dictionary of Women's Movements and Feminisms in Central, Eastern, and South Eastern Europe: 19th and 20th Centuries|autore1=Francisca de Haan|autore2=Krasimira Daskalova|autore3=Anna Loutfi|url=https://books.google.it/books?id=hsgQjbgBOAkC&pg=PA328|editore=Central European University Press|lingua=en|anno=2006|ISBN=9789637326394}}
* {{cita libro|cid=Mihăilescu|titolo=Din istoria feminismului românesc: antologie de texte (1838-1929), Volume 1|autore=Ștefania Mihăilescu|url=https://books.google.it/books/about/Din_istoria_feminismului_rom%C3%A2nesc.html?id=LRy3AAAAIAAJ&redir_esc=y|editore=Polirom|città=Bucarest|anno=2002|ISBN=9789736810121|lingua=ro}}
* {{cita libro|cid=Marcu|titolo=Femei de seamă din România. De ieri și de azi.|autore=George Marcu|editore=Editura Meronia|città=Bucarest|anno=2017|lingua=ro}}
== Altri progetti ==
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{{Bio
|Nome = Elena
|Cognome = Meissner
|Sesso = F
|PreData = nata Elena Buznea
|LuogoNascita = Huși
|AnnoNascita = 1867
|LuogoMorte = Iaşi
|AnnoMorte = 1940
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = educatrice
|Attività2 = attivista
|Nazionalità = rumena
|PostNazionalità = per l'[[Femminismo|emancipazione femminile]], cofondatrice dell'organizzazione del movimento delle donne rumene ''Asociația de Emancipare Civilă și Politică a Femeii Române'' (1918).
|Immagine = Elena_Meissner.jpg
|Didascalia = Elena Meissner
}}
==Biografia==
Nacque come Elena Buznea nella città moldava di Huşi, l'ex capoluogo del distretto di Fălciu, nella regione storica della [[Moldavia (Romania)|Moldavia occidentale]]. Figlia di Constantin Gh. Buznea, sindaco della città nel 1880, ebbe una sorella, Maria<ref name="orizonturiculturale">{{cita web|url=http://www.orizonturiculturale.ro/ro_studii_Monica-Negru-9.html|titolo=Elena Meissner, o educatoare reformatoare și o feministă activă|sito=Orizonturi Culturale|accesso=20 giugno 2025|lingua=ro}}</ref>. Dopo aver completato la scuola primaria, Meissner partecipò a un concorso per ottenere una borsa di studio presso la Scuola centrale femminile di Iaşi, classificandosi al primo posto su 64 candidate<ref name="orizonturiculturale"/>. Frequentò l'istituto per cinque anni, ottenendo buoni risultati, proseguendo poi per altri tre anni presso l'Istituto liceale femminile "Humpel" di Iaşi. In seguito si iscrisse alla facoltà di scienze dell'[[Università Alexandru Ioan Cuza|Università di Iași]]<ref name="enciclopediaromaniei">{{cita web|titolo=Elena Buznea-Meissner|url=https://enciclopediaromaniei.ro/wiki/Elena_Meissner|sito=Enciclopedia Romaniei|lingua=ro}}</ref> (tra le prime donne a frequentare l'ateneo nella seconda metà degli anni Ottanta dell'[[Ottocento]]<ref name="deHaan306">{{Cita|de Haan|p. 306}}</ref>), che abbandonò dopo un anno per dedicarsi alla facoltà di lettere e laurearsi in letteratura<ref name="cnelenacuza">{{cita web|titolo=Schita istorica Liceul Industrial de fete "Azilul Elena Doamna"|url=http://cnelenacuza.3x.ro/Istoric/|sito=Collegiul Național Elena Cuza București|lingua=ro}}</ref>. Ansieme a Elvira Zamfirescu, Lucia Manolescu e Natalia Davidel, Elena Buznea fu tra le prime studentesse, nell'anno accademico 1888–1889, a scegliere il percorso letterario dopo essere state inizialmente iscritte alla facoltà di scienze.
Il 2 gennaio 1905 sposò Constantin Meissner<ref name="ANR"/>, membro onorario dell'[[Accademia romena|Accademia rumena]] e più volte ministro<ref name="Marcu292">{{cita|Marcu|p. 292}}</ref>.
==Insegnamento==
Nel corso della sua carriera di educatrice, lavorò a Iaşi, [[Botoşani]] e [[Bucarest]]. Iniziò la carriera di insegnante nel 1893, alla Scuola professionale femminile rumena di Iaşi. In seguito, insegnò per un periodo a Botoşani, prima di essere nominata direttrice della Scuola normale annessa all'Asilo "Elena Doamna" di Bucarest<ref name="ANR"/>. Durante questo periodo si recò in [[Svezia]] per studiare la [[Tessitura|tessitura]] al [[Telaio (tessitura)|telaio]]. L'asilo accoglieva orfani provenienti da famiglie povere, con genitori malati, sacerdoti o insegnanti privi di mezzi e offriva loro l'opportunità di imparare un mestiere, tra cui anche quello di tessitrice<ref name="cnelenacuza"/>.
Nel 1898, a sua richiesta, fu trasferita alla Scuola magistrale di Iaşi. In seguito al pensionamento di Emilie Maiorescu-Humpel, fu per diversi anni direttrice della Scuola secondaria femminile di Iaşi (Istituto Humpel)<ref name="ANR">{{Cita manoscritto|titolo=Meissner-familial.-1837-1840-1943.-Inv.-1077.PDF|url=https://arhivelenationale.ro/site/download/inventare/Meissner-familial.-1837-1840-1943.-Inv.-1077.PDF|autore=Fondul Meissner|editore=Arhivele Naţionale ale României|lingua=ro|anno=1840 - 1943|p=3}}</ref> e successivamente insegnò [[pedagogia]], [[filosofia]] e [[storia]] presso il Liceo "Oltea Doamna" della stessa città, fino al suo pensionamento nel 1929. Parallelamente all'attività pedagogica, Meissner si dedicò attivamente al sociale, fondando diverse associazioni, tra cui la "Colonia scolastica", i "Circoli delle casalinghe", e la "Protezione dei bambini con disabilità". Collaborò inoltre con numerose realtà già esistenti, come la "Mensa scolastica", la "Carovana di beneficenza", la "Società nazionale ortodossa delle donne rumene", la Croce Rossa e altre ancora<ref name="deHaan308">{{Cita|de Haan|p. 308}}</ref>.
Meissner aprì una scuola speciale per bambini con disabilità, scuola operante a Bucium nella villa Greierul ("La cicala") fino al 1958, gettando in questo modo le basi della [[pedagogia speciale]] in Romania<ref name="cnmeiasi">{{cita web|url=https://cnmeiasi.ro/fostii-nostri-profesori/|titolo=Foștii noștri profesori|sito=Colegiul National "Mihai Eminescu" Iasi|accesso=20 giugno 2025|lingua=ro}}</ref>.
==Attivismo==
{{citazione
|Ci sono oggi 138 milioni di donne nel mondo che partecipano all'amministrazione dei comuni, all'amministrazione del paese in Parlamento e, grazie a Dio, in quei paesi i risultati sono molto soddisfacenti. Chiediamo all'Assemblea Costituente di non iniziare con un atto di ingiustizia nei confronti della maggioranza della popolazione di questo paese, privandola dei diritti concessi solo all'altro sesso.
|<ref name="Mihăilescu41">{{cita|Mihăilescu|pp. 41-42}}</ref>
|Sunt astăzi în lume 138 milioane de femei care participă la administrarea comunelor, la administraţia ţării în parlament, şi, slavă Domnului, în acele ţări rezultatele sunt foarte satisfăcătoare. Cerem Constituantei să nu înceapă cu un act de nedreptate faţă de cea mai mare parte a populaţiunii acestei ţări, privând-o de drepturile acordate doar celuilalt sex.
|lingua=ro}}
Elena Meissner ebbe anche una ricca vita politica. Nel 1918, insieme a Maria Baiulescu, [[Ella Negruzzi]] e Calypso Botez<ref name="deHaan308">{{Cita|de Haan|p. 308}}</ref>, fondò l'''Associazione per l'Emancipazione Civile e Politica delle Donne Rumene'' (''Asociația de Emancipare Civilă și Politică a Femeii Române'')<ref>{{cita pubblicazione|autore=Andreea Dimitriu|titolo=Le féminisme roumain et ses affinitésavec le féminisme français (1918–1940)|data=29 settembre 2011|editore=Alexandru Ioan Cuza University|città=Iași|lingua=fr|p=105}}</ref>. In veste di presidente dell'associazione e come delegata della Romania, Elena Buznea-Meissner partecipò ai congressi dell'Alleanza internazionale per il suffragio femminile (The International Woman Suffrage Alliance), che si tennero a Roma nel 1923, a Parigi nel 1926, a Berlino nel 1929 e a Istanbul nel 1935<ref name="deHaan309">{{Cita|de Haan|p. 309}}</ref>.
Nel 1932, durante un congresso femminista organizzato dall'Unione delle donne rumene a Iași, chiese a tutte le partecipanti di concentrarsi sull'[[istruzione]] delle [[Agricoltore|contadine]], affinché conoscessero i propri diritti e doveri all'interno della comunità, soprattutto perché dal 1932 il Codice civile aveva concesso a tutte le donne pieni [[diritti civili]]. Le attività educative avrebbero dovuto incoraggiare il senso di responsabilità verso la famiglia e promuovere una forte etica del lavoro, scoraggiando al contempo la migrazione - dai villaggi verso le città - delle donne di età inferiore ai 20 anni<ref name="deHaan307">{{Cita|de Haan|p. 307}}</ref>. Contribuì attivamente al sostegno di enti impegnati nell'assistenza e nella tutela delle donne giovani e indigenti, aderendo a organizzazioni come la [[Croce Rossa Rumena]] o la "Riunione delle donne rumene"<ref name="deHaan307"/>.
== Pubblicazioni ==
* ''La giustizia della causa femminista'' (''Dreptatea causei feministe''), Iaşi, 1923<ref name="Marcu293">{{cita|Marcu|p. 293}}</ref>
* ''L'estensione dell'attività femminile fuori casa'' (''Extensiunea activității femeii în afară de casă''), 1924
* ''Qualche parola sull'alcolismo'' (''Câteva cuvinte în chestia alcoolismului''), 1924, insieme a Paula Petrea
* ''Lotta contro l'amoralità'' (''Lupta contra imoralității''), Buletin Eugenic şi Biopolitic n. 11-12 (novembre - dicembre 1928)
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cid=de Haan|titolo=Biographical Dictionary of Women's Movements and Feminisms in Central, Eastern, and South Eastern Europe: 19th and 20th Centuries|autore1=Francisca de Haan|autore2=Krasimira Daskalova|autore3=Anna Loutfi|url=https://books.google.it/books?id=hsgQjbgBOAkC&pg=PA328|editore=Central European University Press|lingua=en|anno=2006|ISBN=9789637326394}}
* {{cita libro|cid=Mihăilescu|titolo=Din istoria feminismului românesc: antologie de texte (1838-1929), Volume 1|autore=Ștefania Mihăilescu|url=https://books.google.it/books/about/Din_istoria_feminismului_rom%C3%A2nesc.html?id=LRy3AAAAIAAJ&redir_esc=y|editore=Polirom|città=Bucarest|anno=2002|ISBN=9789736810121|lingua=ro}}
* {{cita libro|cid=Marcu|titolo=Femei de seamă din România. De ieri și de azi.|autore=George Marcu|editore=Editura Meronia|città=Bucarest|anno=2017|lingua=ro}}
== Altri progetti ==
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Connessioni/Capitolo 6
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[[File:Eduard Bendemann- Die trauernden Juden im Exil um 1832.jpg|740px|center|Jews Mourning in Exile, by Eduard Bendemann (1832)]]
== Parola, Sangue, Redenzione: l'essenza dell'antisemitismo ==
Ora che abbiamo compreso il ''Perché'' dell'antisemitismo, passiamo alla questione della sua essenza. Che sia teologico o ideologico, il quadro dell'antisemitismo sistematico e istituzionale richiede l'appropriazione o la rimozione della Parola Sacra, la Parola di Verità, affinché abbia l'ultima parola. Analogamente, deve esserci un'appropriazione dell'anima in vista della purificazione del corpo dei credenti o del corpo politico, che assume la forma dell'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]], dello spargimento e purificazione del sangue. Infine, l'appropriazione della Parola e lo spargimento di sangue consentono all'antisemita di determinare il progetto di redenzione, che risieda nell'ingresso dell'anima in un paradiso celeste o nell'ingresso del popolo in un'utopia terrena. In questo Capitolo, quindi, mostrerò che l'essenza dell'antisemitismo, così come rivelata nella sua storia, si manifesta in tre modi fondamentali, ognuno dei quali è legato all'altro: l'appropriazione della Parola, lo spargimento di sangue e la determinazione della redenzione.
=== L'appropriazione della parola ===
"There was among the pagans", osserva [[:en:w:Robert Michael (historian)|Robert Michael]], "no belief or feeling that eternal salvation depended on hating Jews. There was no array of theological ideas supporting, justifying, legitimizing, and sanctifying anti-Jewish hostilities".<ref>Robert Michael, ''Holy Hatred: Christianity, Antisemitism, and the Holocaust'' (New York: Palgrave Macmillan, 2006), 16.</ref> I pagani non avevano Scritture, nessuna Parola che fosse in principio (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|1:1}}), nessuna Parola che fosse la Via, la Verità e la Vita (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}). ''Santificare'', tuttavia, significa rendere qualcosa sacro, in modo da collocare l'odio per gli ebrei in una categoria che trascende le contingenze ontologiche. Una volta santificato l'odio per gli ebrei, l'ebreo viene inserito in una categoria metafisica, che richiede l'appropriazione della Parola agiografica, la Parola Santa, in modo tale da sostituire, eclissare e altrimenti ovviare alle Scritture ebraiche degli ebrei, scritte nella lingua del Santo.
L'[[w:lingua ebraica|ebraico]] è il ''Lashon HaKodesh'', la "Lingua Santa", per diverse ragioni. Il Rebbe di Piaseczna, Rabbi [[:en:w:Kalonymus Kalman Shapira|Kalonymos Kalmish Shapira]], paragona la santità dell'ebraico alla santità dello Shabbat: così come lo Shabbat conferisce significato e santità agli altri giorni della settimana, così la lingua ebraica conferisce significato e santità alle altre lingue dell'umanità.<ref>Cfr. Kalonymos Kalmish Shapira, ''Sacred Fire: Torah from the Years of Fury 1939–1942'', trad. J. Hershy Worch, ed. Deborah Miller (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 46–47.</ref> L'attacco alla Parola, la privazione delle parole del loro significato, fu uno dei principali mezzi utilizzati dai nazisti per attaccare il Santo. Come ricorda [[:en:w:Sara Nomberg-Przytyk|Sara Nomberg-Przytyk]] (1915-1990) nelle sue memorie, "the new set of meanings that the Nazis imposed on words provided the best evidence of the devastation that Auschwitz created".<ref>Sara Nomberg-Przytyk, Auschwitz: True Tales from a Grotesque Land, trans. Roslyn Hirsch (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1985), 72.</ref> La Parola che subì l'attacco radicale dei nazisti fu la Parola Ebraica: mentre i nazisti lasciarono intatte le traduzioni tedesche della Bibbia, bruciarono le Bibbie ebraiche.<ref>Cfr. Alon Confino, "Why Did the Nazis Burn the Hebrew Bible? Nazi Germany, Representations of the Past, and the Holocaust", ''The Journal of Modern History'', 84 (giugno 2012): 369–400.</ref>
L'intuizione di Rabbi Shapira affonda le sue radici in un insegnamento del saggio talmudico [[:en:w:Johanan bar Nappaha|Rabbi Yochanan]], il quale sostiene che quando Dio creò i cieli e la terra, la Sua prima parola si divise in settanta scintille. Da quelle settanta scintille emersero le settanta lingue del mondo (''Shabbat'' 88b). Il ''Midrash'' sui Salmi contiene una variazione su questo tema: "Quando il Santo, benedetto Egli sia, emanò la Parola Divina, la voce si divise in sette voci e dalle sette voci passò nelle settanta lingue delle settanta nazioni" (''Midrash Tehilim'' 2.68.6). La lingua che accende le settanta lingue delle settanta nazioni è il ''Lashon HaKodesh''. "Poiché tutte le settanta lingue fluiscono dalla lingua santa", afferma Rabbi [[:en:w:Yehudah Aryeh Leib Alter|Yehudah Leib Alter di Ger]], il grande saggio chassidico del diciannovesimo secolo. "È la Torah che dà vita a tutte quelle lingue".<ref>Yehudah Leib Alter, ''The Language of Truth: The Torah Commentary of the Sefat Emet'', trad. {{en}} Arthur Green (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1998), 62.</ref> Quella scintilla di vita che scaturisce dalla Parola Divina è ciò che infonde significato nel linguaggio.
L'ebraico non è quindi solo una delle lingue delle nazioni; piuttosto, in quanto veicolo della voce divina, precede tali lingue. Infatti, secondo un antico testo mistico, il ''Sefer Yetzirah (Il Libro della Creazione)'', i trentadue riferimenti a Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle dieci ''sefirot'' e alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico (''Sefer Yetzirah'' 1:1). Michael Munk sottolinea un ulteriore insegnamento: "That the twenty-two letters of the ''Aleph-Bais'' [alphabet] were used to create the world is alluded to by the ''gematria'' [numerical value] of the first three words of the Torah ''bereshit bara Elokim'', ‘in the beginning God created’ (1202), which is the same as the ''gematria'' of ''bekh”v otiot bara'', ‘with 22 letters He created’ the world".<ref>Michael L. Munk, ''The Wisdom in the Hebrew Alphabet: The Sacred Letters as a Guide to Jewish Deed and Thought'' (Brooklyn, NY: Mesorah, 1983), 222.</ref> Pertanto, la tradizione vuole che l'ebraico sia più antico della creazione stessa, poiché è la materia stessa della creazione. A dimostrazione di ciò, il Talmud racconta che il giorno prima che il Faraone nominasse Giuseppe a governare l'Egitto, gli disse che lo avrebbe messo alla prova la mattina seguente per vedere se conosceva le settanta lingue delle settanta nazioni, così da poter possedere la saggezza necessaria per governare. Quella notte l'angelo Gabriele venne e insegnò a Giuseppe le settanta lingue, così che potesse dimostrare al Faraone di conoscerle tutte, più una: l'ebraico. E il Faraone gli chiese di non rivelare di conoscere una lingua in più rispetto al Faraone (''Sotah'' 33a; cfr. anche Bachya ben Asher su Numeri 19:2).
Da un punto di vista metafisico ebraico, l'ebraico non è ''nel'' mondo; piuttosto, il mondo – tutto il cielo e la terra – è racchiuso nella lingua ebraica, cosicché qui l'appropriazione della Parola agiografica è un'appropriazione della creazione e della realtà stessa. Il Baal Shem Tov insegna che in ogni lettera "ci sono mondi, anime e poteri divini che si interconnettono e si uniscono" (''Keter Shem Tov'' 1). Così, dice il Baal Shem, nelle lettere della Torah dimora la Luce vivente dell'Uno Infinito; quella luce è la sostanza delle nostre vite e del nostro apprendimento (cfr. ''Keter Shem Tov'' 96). Come ci avviciniamo a quella luce? Attraverso la Lingua Sacra. [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]] spiega che ciascuna delle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico possiede tre poteri creativi noti come ''koach'' o "energia", ''chiyut'' o "vita" e ''or'' "luce", corrispondenti rispettivamente alla materia fisica, alla materia organica e all'anima. Le lettere ebraiche, afferma Rabbi Ginsburgh, funzionano come "i mattoni energetici di tutta la realtà; come la manifestazione del battito vitale interiore che permea l'universo nel suo insieme e ciascuna delle sue singole creature...; e come i canali che dirigono l'afflusso della Rivelazione Divina nella coscienza creata".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Judaism Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 2–3.</ref> L'appropriazione della Parola che caratterizza l'essenza dell'antisemitismo comporta l'appropriazione della coscienza.
"L'anima", insegna [[w:Abraham Isaac Kook|Abraham Isaac Kook]], "è piena di lettere [ebraiche] che abbondano della luce della vita, dell'intelletto e della volontà, di uno spirito di visione e di un'esistenza completa".<ref>Abraham Isaac Kook, ''Orot'', trad. Bezalel Naor (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1993), 93.</ref> E il cabalista del XIII secolo [[Abraham Abulafia]] (1240 – ca. 1291) afferma che "le lettere sono senza dubbio la radice di ogni saggezza e conoscenza".<ref>Citato in Moshe Idel, ''The Mystical Experience in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1988), 101. Cfr. anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]'' (2022).</ref> Racchiuso tra le lettere c'è l'eloquente silenzio che precede e riverbera in quello che [[w:Martin Buber|Martin Buber]] chiama "il silenzio di tutte le lingue".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 89.</ref> L'ebraico è la lingua che conferisce un significato trascendente al linguaggio. Pertanto è la lingua che l'antisemita deve cancellare o appropriarsi. Quando Dio parla sul Monte Sinai, parla Torah; se Egli parla ebraico, allora anche quello è Torah. Quindi l'ebraico è la Lingua Santa non perché la Torah sia scritta in ebraico, ma piuttosto la Torah è scritta in ebraico perché è la Lingua Santa, la lingua di ciò che il Midrash chiama fuoco nero su fuoco bianco (''Devarim Rabbah'' 3:12), sia come mezzo che come messaggio. Lo ''[[Zohar]]'' descrive la Torah come il progetto – l'anima e la sostanza – di tutta la creazione: quattro volte, dice Rabbi Shimon, il Santo guardò nella Torah prima di iniziare la Sua opera di creazione (''Zohar'' I, 5a; cfr. anche ''Bereshit Rabbah'' 1:1; ''Tanchuma Bereshit'' 1).
Poiché la Torah si riveste di abiti ebraici, la sua forma e la sua sostanza sono un tutt'uno: la lingua ebraica stessa è parte della rivelazione che è la Torah. L'ebraico deriva la sua santità non dal fatto di essere la lingua della Scrittura, ma dal suo status di fondamento primordiale della verità e del significato della creazione – di conseguenza diventa la lingua della Scrittura, la Parola agiografica di cui l'antisemita deve appropriarsi. "All'ebraico", dice Judah Halevi (ca. 1075-1141), "appartiene il primo posto, sia per quanto riguarda la ''natura della lingua'', sia per quanto riguarda la ''pienezza dei significati''" (''Kitav al-khazari'' 2:66, corsivo aggiunto). E l'ebraico, la Parola agiografica, è il primo bersaglio dell'antisemita, sia teologicamente che ideologicamente. Non c'è insegnamento e testimonianza ebraica che non sia guidata dalla Lingua Sacra, la lingua della Scrittura. Pertanto, l'antisemita deve istituire una nuova Scrittura che sostituisca o ovvii alla testimonianza scritturale del popolo ebraico.
[[Emmanuel Levinas]] sottolinea un punto importante a questo proposito. "Non conosciamo più la differenza che distingue il Libro dalla documentazione", lamenta:
{{citazione|In the former there is an inspiration purified of all the vicissitudes and all the “experiences” that had been its occasion, offering itself as Scripture whereby each soul is called to exegesis, which is both regulated by the rigorous reading of the text and by the unicity – unique in all eternity – of its own contribution, which is also its discovery, the soul’s share.|[[Emmanuel Levinas]], ''New Talmudic Readings'', trad. {{Lingue|en}} Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1999), 75–76}}
Ecco perché l'antisemita deve appropriarsi della Parola agiografica nel suo assalto non solo al corpo dell'ebreo, ma anche all'anima dell'ebreo e, per estensione, all'anima di ogni essere umano. Nel corso dei secoli, l'appropriazione antisemita della Parola ha assunto una varietà di forme, a partire dal progetto dei Padri della Chiesa di degiudaizzare il cristianesimo. Questo inizia con la traduzione dei testi sacri dall'ebraico al latino da parte di [[w:San Girolamo|Girolamo]] (342/7-420) tra il 390 e il 405, un'iniziativa che coincise con l'istituzione del cristianesimo come religione ufficiale dell'autorità romana nel 380: la lingua del potere e la lingua della Scrittura divennero la stessa cosa. Nei secoli successivi, relativamente pochi teologi cristiani studiarono effettivamente le Scritture in ebraico, ma si affidarono piuttosto alla ''[[w:Vulgata|Vulgata]]'', così che nella Chiesa romana il latino soppiantò l'ebraico come nuova Lingua Sacra,<ref>1Cfr. Andrew Cain e Josef Lössl, eds., ''Jerome of Stridon: His Life, Writings and Legacy'' (Farnham: Ashgate Publishing, 2009), 124–125.</ref> la lingua della Scrittura e la lingua della preghiera. Questa iniziativa è essenziale per il superamento e sostituzione dell'ebraismo.
Questa degiudaizzazione delle Scritture ebraiche comporta non solo l'appropriazione delle Scritture, ma anche la santificazione degli insegnamenti dei santi, che diventano essi stessi parte della nuova Parola agiografica. Nel quarto secolo Giovanni Crisostomo (347–407) descrisse il giudaizzare come una "malattia"<ref>{{en}}John Chrysostom, ''Discourses Against Judaizing Christians'', trad. Paul W. Harkins (Washington, DC: Catholic University Press of America, 1979), 15.</ref> (un tropo antisemita da affrontare in relazione al sangue), e il suo contemporaneo Girolamo "scrisse ad Agostino che se agli ebrei convertiti fosse stato permesso di praticare anche un solo frammento della loro precedente religione, ‘non diventeranno cristiani, ma ci renderanno ebrei... Le cerimonie degli ebrei sono perniciose e mortali; e chiunque le osservi, sia ebreo che gentile, è caduto nella fossa del diavolo’".<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 21.</ref> In effetti, Agostino (354–430) sosteneva che i cristiani che osservavano anche il più piccolo dei rituali ebraici erano eretici (ci si chiede se questo includesse Gesù e i suoi discepoli!).<ref>Citato in ''ibid.'', 29.</ref> Il [[w:Concilio di Antiochia (341)|Concilio di Antiochia]] (341), inoltre, proibì ai cristiani di celebrare la Pesach (Pasqua) e il [[w:Sinodo di Laodicea|Concilio di Laodicea]] (363-364) proibì ai cristiani di osservare il Sabbath ebraico.<ref>Cfr. Dan Cohn-Sherbok, ''Anti-Semitism'' (Stroud: The History Press, 2002), 48.</ref> Secoli dopo il giudaizzare sarebbe divenuto l'eresia principale presa di mira dall'Inquisizione spagnola (1478-1834); secondo [[w:Henry Kamen|Henry Kamen]], delle oltre duemila persone sottoposte ad ''autodafé'' tra il 1480 e il 1530, circa il 99,3 per cento erano cosiddetti cripto-ebrei.<ref>Henry Kamen, ''The Spanish Inquisition: A Historical Revision'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1998), 60.</ref>
Nel 1534 [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546) completò la traduzione della Bibbia ebraica in tedesco, un progetto simile di appropriazione della Parola per adattarla al suo programma antisemita, che chiarisce in ''[[w:Degli ebrei e delle loro menzogne|Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (1543):
{{citazione|[Sono] passati millecinquecento anni da quando Vespasiano e Tito distrussero Gerusalemme ed espulsero gli ebrei dalla città... Un'ira così spietata di Dio è prova sufficiente che essi hanno sicuramente errato e si sono sviati... Infatti non si osa considerare Dio così crudele da punire il suo popolo tanto a lungo, così terribilmente, così spietatamente, e per di più tacere, confortandolo né con parole né con fatti, e non fissando alcun limite di tempo né alcuna fine... Pertanto quest'opera d'ira è la prova che gli ebrei, sicuramente rigettati da Dio, non sono più il suo popolo, e neppure lui è più il loro Dio.|{{en}}Martin Luther, ''On the Jews and Their Lies'', 1543, mia trad.}}
Se Egli non è più il loro Dio, allora la Santa Parola non è più la loro Parola; né, per il Riformatore, la Parola della Vulgata è più la Santa Parola. Da qui la necessità di una nuova traduzione, in cui è incastonata una nuova dispensazione. Con la nuova dispensazione che accompagna la nuova appropriazione della Parola giunge una nuova ascesa al Trono del Giudizio Divino. Colui che detiene la chiave della salvezza infligge anche dannazione, e colui che infligge dannazione inevitabilmente infligge morte, a cominciare dagli ebrei. Nel suo ''Von Schem Hemphoras'' (1543), Lutero scrisse che "il Dio degli ebrei è il diavolo".<ref>Citato in Michael, ''Holy Hatred'', 111.</ref> In quanto coloro il cui Dio è il diavolo, gli ebrei sono l'antitesi di coloro il cui padre è Dio; in quanto incarnazione dell'Anticristo, devono necessariamente rifiutare il Cristo. Il loro disprezzo per l'evidente verità della Parola appropriata li rende non solo spregevoli, ma i nemici per eccellenza della Verità, i figli del Padre della Menzogna. Poiché gli ebrei sono seguaci del Padre della Menzogna, Hitler proclama che "l’intera esistenza di questo popolo [gli ebrei]... si basa su una menzogna continua", un’affermazione la cui verità, dice il Führer, è dimostrata da un altro testo che eclissa la Parola: ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|I Protocolli dei Savi di Sion]]'' (vedi sotto).<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 307. Mia trad. {{it}}.</ref>
L'Islam intraprende la propria appropriazione della Parola agiografica, la Parola di Verità, non attraverso una traduzione della Bibbia ebraica in arabo, ma sostituendo la falsa Bibbia ebraica con la vera Bibbia, la vera Parola dell'Islam: il Corano. "Questo è il Libro!" dice il Profeta ([https://sufi.it/il-sacro-corano/2-surat-al-baqara/ 2:2]).<ref>Cfr. ''The Clear Quran'', trad. Mustafa Khattab (Lombard, IL: Book of Signs Foundation, 2016). In italiano cfr. ''[https://sufi.it/il-sacro-corano/ Il Sacro Corano]''.</ref> Poiché il Corano è il Libro, la Sacra Parola di Verità, le Scritture degli ebrei e dei cristiani sono piene di menzogne. "I malfattori [gli ebrei] alterarono le parole che era stato loro comandato di dire" (2:59).<ref>''Ibid.''</ref> E: "In verità, c'è tra loro [gli ebrei] un gruppo che altera la Scrittura con le loro lingue, così che tu possa pensare che provenga dalla Scrittura, ma non è dalla Scrittura. E dicono: "Questo viene da Allah", ma non viene da Allah. E dicono falsità contro Allah" ([https://sufi.it/il-sacro-corano/3-surat-al-imran/ 3:78]).<ref>Cfr. anche {{en}}''The Quran'', trad. Saheeh International (Lake City, MN: Saheeh International, 1997).</ref> Come corruttori della legge e degli insegnamenti di Allah, afferma il principale ideologo dei Fratelli Musulmani e del Jihad Islamico Sayyid Qutb, “i Figli di Israele, sia prima che dopo Mosè, macchiarono e pervertirono il suo messaggio”.<ref>Sayyid Qutb, ''Basic Principles of the Islamic Worldview'', traf. Rami David, prefazione di Hamid Algar (North Haledon, NJ: Islamic Publications International, 2006), 207.</ref> ''Prima'' di Mosè, ''prima'' della rivelazione della Parola sul Monte Sinai, gli ebrei pervertono la Parola Santa perché tale malvagità è la loro essenza: pervertono il messaggio prima che ci sia un messaggio.
Nella tradizione ebraica, la ''Mishnah'', il ''Midrash'' e la ''[[Kabbalah]]'' costituiscono quella che è nota come Torah Orale. L'Islam ha una tradizione orale sacra simile negli Hadith, che comprende insegnamenti basati sulle parole e le azioni del Profeta che non fanno parte del Corano. Il primo compilatore noto di tradizioni tratte dagli Hadith è [[:en:w:Abd Allah ibn al-Mubarak|Abdallah ibn al-Mubarak]] (m. 797).<ref>Cfr. David Cook, ''Understanding Jihad'' (Berkeley: University of California Press, 2005), 14.</ref> Le sei principali raccolte che compongono gli Hadith sono Sahih al-Bukhari, compilata da Muhammad ibn Ismail al-Bukhari (810-70); Sahih Muslim, raccolta da Muslim ibn al-Hajjaj (821-75); Sunan Abu Daud, raccolta da Abu Daud al-Sijistani (817-88); Sunan al-Tirmidi, messa insieme da 'Isa Muhammad ibn 'Isa al-Tirmidi (824-92); Sunan Ibn Majah, raccolta da Muhammad ibn Yazid ibn Majah (824-87); e Sunan al-Nasai, compilata da Ahmad ibn al-Nasai (829-915). Questi testi sono secondi solo al Corano come fonti autorevoli su cosa credere e come vivere; anch'essi appartengono alla Parola agiografica di cui l'Islam si è appropriato.
Lo studioso musulmano [[:en:w:Khaleel Mohammed|Khaleel Mohammed]] spiega che l'Hadith è la fonte primaria degli insegnamenti islamici più antisemiti, al punto che, basandosi solo sull'Hadith, l'odio per gli ebrei sembrerebbe essere un principio fondamentale dell'Islam.<ref>Khaleel Mohammed, “Antisemitism in Islamic Texts and Traditions,” ''lecture given at the University of Memphis, March 14, 2007''.</ref> Nell'Hadith, ad esempio, troviamo l'insegnamento che "l'ultima ora non arriverà a meno che i musulmani non combattano contro gli ebrei e i musulmani non li uccidano finché gli ebrei non si nascondano dietro una pietra o un albero e una pietra o un albero non dicano: musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo" (''Sahih Muslim'', Libro 41, Numero 6985).<ref>Citato in David Aaron, ''In Their Own Words: Voices of Jihad'' (Santa Monica, CA: Rand Corporation, 2008), 43–44.</ref> La natura stessa vomita gli ebrei nel processo di redenzione dell'umanità. Perché? Perché gli ebrei non rappresentano una menzogna o una falsità qualsiasi, ma una menzogna che gli ebrei spacciano per la Sacra Parola di Dio, una menzogna che mina la creazione stessa. Pertanto non può esserci posto per gli ebrei nella creazione di Dio. Condurre una guerra santa contro gli ebrei significa condurre una guerra per amore della Verità Divina. Gli ebrei, dichiara Sayyid Qutb, sono "falsificatori della Verità Divina".<ref>Citato in Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987), 2, 7.</ref> Se si ama la verità e si odia la menzogna, allora l'odio per gli ebrei è un segno di rettitudine. Lo scopo dell'appropriazione della Parola agiografica, quindi, è giustificare l'odio per gli ebrei, fornirgli una sanzione divina, rendendolo qualcosa di santo e gradito a Dio.
L'appropriazione islamica della Parola nella sua forma jihadista è esemplificata nella [[:en:w:1988 Hamas charter|Carta di Hamas]], nota come Carta di Allah, con l'implicazione che Hamas ''sia'' Allah (che verrà esaminata in dettaglio nel [[Connessioni/Capitolo 8|Capitolo 8]]). La Carta di Allah invoca tre categorie di testi probatori per dimostrare la veridicità del manifesto, tutti e tre i quali rappresentano un'appropriazione della Parola agiografica: il Corano, gli Hadith e i ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'', la famigerata falsificazione di appunti presumibilmente presi in una riunione segreta dei leader dell'ebraismo globale che complottavano per conquistare il mondo.
[[File:The Protocols of the Elders of Zion by Nilus (1912) - cleaned.jpg|200|right|thumb|Edizione russa dei ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|Protocolli]]'' del 1912]]
''I Protocolli'' videro la luce per la prima volta nel 1903 su ''Znamya (La Bandiera)'', un giornale antisemita pubblicato a San Pietroburgo. "Agenti dei servizi segreti russi sotto la guida di Pëtr Ivanovič Račkovskij [1853-1910]", spiega Stephen Atkins, "plagiarono due opere – ''Biarritz'' (1868) di Hermann Goedsche [1815-1878] e ''A Dialogue in Hell: Conversations between Machiavelli and Montesquieu about Power and Right'' (1864) di Maurice Joly [1829-1878] – per produrre la versione finale dei ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'' [come è anche noto] tra il 1897 e il 1899".<ref>Stephen E. Atkins, ''Holocaust Denial as an International Movement'' (Westport, CT: Praeger, 2009), 16.</ref> Poco dopo la loro comparsa su ''Znamya'', il giurista russo Sergej Aleksandrovič Nilus (1863-1929) assunse la direzione della pubblicazione e della diffusione dei ''Protocolli''.
Il Primo Protocollo dichiara che, in quanto incarnazione del male, gli ebrei sono decisi a sradicare "l'alto carattere morale: franchezza, onore, onestà".<ref>"Protocols of the Elders of Zion", in Richard S. Levy, ''Antisemitism in the Modern World: An Anthology of Texts'' (Lexington, MA: D. C. Heath and Company, 1991), 152.</ref> Gli ebrei portano avanti questo nefasto progetto corrompendo la cultura e plasmando l'opinione pubblica. "Attraverso la stampa", afferma il Secondo Protocollo, "otteniamo influenza ma rimaniamo nell'ombra",<ref>''Ibid.'', 156.</ref> atroci e nascosti. Nascosti nell'ombra, gli ebrei manipolano i registri del mondo: "Con l'aiuto dell'oro, che controlliamo completamente, e con i metodi subdoli a nostra disposizione, provocheremo una crisi economica universale".<ref>''Ibid.'', 159</ref> Interessati solo al loro potere, gli ebrei sono i veri razzisti, che considerano i non-ebrei come "un gregge di pecore castrate" e se stessi come "i lupi", che naturalmente predano le pecore, non apertamente ma segretamente infiltrandosi nei governi e nelle organizzazioni segrete come la Massoneria.<ref>''Ibid.'', 161.</ref> Una volta ottenuto il controllo, il loro piano è quello di eliminare chiunque si opponga a loro.<ref>''Ibid.'', 164.</ref> Così nei ''Protocolli'', la Parola agiografica laica, vediamo proiettati sugli ebrei tutti i classici tropi dell'antisemitismo: sono la più grande minaccia alla società morale, decisi a un governo totalitario, decisi ad accumulare la ricchezza del mondo, i sinistri manipolatori del pensiero stesso.
La stragrande maggioranza dei promotori tedeschi dei ''Protocolli'' erano professori universitari e intellettuali culturali,<ref>Michael Mack, ''German Idealism and the Jew: The Inner Anti-Semitism of Philosophy and German Jewish Responses'' (Chicago: University of Chicago Press, 2003), 170.</ref> il cui pensiero derivava dall'idealismo tedesco o dal Volkismo tedesco, guidati da un modo di pensare che non poteva che categorizzare gli ebrei come la più grande di tutte le minacce possibili: il male dell'ebreo è l'essenza dell'ebreo. Nella sua appropriazione filosofica, politica e culturale della Parola agiografica, l'antisemitismo si basa sul pensare in termini di essenza, e non in termini di un nome o di un fatto temporalmente determinato. "I termini della vita", afferma [[Franz Rosenzweig]], "non sono ‘essenziali’ ma ‘reali’; non riguardano l’‘essenza’ ma il ‘fatto’. Ciononostante, la parola del filosofo rimane ‘essenziale’. Cedendo allo stupore, fermandosi e trascurando le operazioni della realtà, egli si costringe a ritirarsi e si limita ad affrontare l'essenza",<ref>Franz Rosenzweig, ''Understanding the Sick and the Healthy'', trad. Nahum Glatzer (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1999), 42.</ref> che è senza volto. Lo spirito universale genera una collettività cieca al volto e perciò totalitaria, e il totalitarismo si fonda sull'appropriazione della Parola.
L'antisemitismo laico dei ''Protocolli'', con la sua promulgazione della cospirazione ebraica mondiale, ha i suoi precedenti nell'antisemitismo cristiano. Nel XII secolo, Teobaldo di Cambridge (ca. 1090-1161) sosteneva che ogni anno gli ebrei convocassero un consiglio segreto di rabbini per scegliere un bambino cristiano da sacrificare.<ref>Cfr. Dennis Prager e Joseph Telushkin, ''Why the Jews? The Reason for Antisemitism'' (New York: Simon & Schuster, 2003), 82.</ref> Nel 1307 si affermò che gli ebrei cospirassero con il re Muhammad I di Tunisi per sterminare i cristiani avvelenando tutti i pozzi.<ref>Cfr. Edward H. Flannery, ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Anti-Semitism'' (New York:Macmillan, 1965), 107–108.</ref> Gli ebrei, in altre parole, rappresentavano un male pervasivo e invisibile che minacciava l'intera umanità. Qui troviamo un legame tra l'appropriazione della Parola e la diffamazione del sangue, in cui gli ebrei non solo consumano il sangue, ma avvelenano anche la linfa vitale del mondo. In questo modo, lo spargimento di sangue ebraico viene santificato.
=== Consumare, versare e purificare il sangue ===
L'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]] è al tempo stesso antica e moderna. Nei suoi commenti sui pagani Democrito, Manetone, Apione e Tacito, Robert Michael osserva che tutti accusavano gli ebrei di consumare il sangue dei non-ebrei nei loro rituali del Tempio.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 16.</ref> Potevano concepire tali riti, tuttavia, solo in termini pagani, e non nei termini teologici che accompagnavano l'accusa di omicidio di Dio. Con l'avvento del cristianesimo, l'accusa del sangue assunse dimensioni teologiche e fu associata all'omicidio rituale di Dio; non solo gli ebrei assassinavano i bambini cristiani, gli agnelli immacolati, ma li crocifiggevano in una rievocazione ritualizzata dell'uccisione di Cristo. Alla base dell'accusa del sangue, come suggerito nel Capitolo precedente, c'è il desiderio del cristiano di liberarsi dal compito che Cristo gli avrebbe imposto. Perché? Perché Gesù è l'ebreo completo che annuncia l'infinita responsabilità di ciascuno per tutti. Egli non prende il nostro posto sulla croce, ma ci chiama alla croce come sostituto ultimo del nostro prossimo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» ({{passo biblico2|Gv|15:12-14}}). Senza questa sostituzione non può esserci alcun significato, alcuna importanza nella vita; senza questa sostituzione l'anima è perduta.
Levinas spiega: "Vulnerabilità, esposizione all’oltraggio, alle ferite, passività più passiva di ogni pazienza, passività dell’accusativo, trauma dell’accusa sofferto da un ostaggio fino alla persecuzione, che implica l’identità dell’ostaggio che si sostituisce agli altri... È una sostituzione con un altro, uno al posto di un altro, espiazione".<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 14–15.</ref> Comandando con l’esempio, l’ebreo Gesù chiama ciascuno di noi a una sostituzione radicalissima, all’espiazione per i peccati dell’altro. Questa espiazione per l’altro è la via singolare verso la propria redenzione. È l’opposto della "redenzione" acquistata a prezzo di spargimento di sangue, dove l’omicidio si trasforma in "martirio". Se l’ebreo Gesù ci "salva", non è attraverso il suo sangue, ma attraverso il suo insegnamento sulla nostra infinita responsabilità verso e per l’altro, fino alla morte, un insegnamento che egli trasmette con l’esempio. E noi vogliamo ucciderlo, l’ebreo, per questo.
L'unica appropriazione del Divino che potrebbe eccedere l'assassinio di Dio sarebbe il consumo di Dio, il diventare Dio rendendo Dio parte di sé stessi nell'apoteosi suprema del sé. In fondo, la calunnia del sangue, l'affermazione che gli ebrei uccidono i bambini e ne consumano il sangue, è l'accusa che gli ebrei si approprino di Cristo assorbendo in sé colui che è simile a Cristo. Nella calunnia del sangue vediamo una cupa perversione del Sacramento dell'Eucaristia, mediante la quale il credente consuma il sangue e il corpo di Cristo – in un atto non solo di appropriazione, ma di assorbimento. Quando l'antisemita proietta questo consumo di sangue sull'ebreo nella forma della calunnia del sangue, ciò esprime in effetti il suo desiderio di essere come Dio uccidendoLo e consumandoLo. Questa associazione eucaristica sottolinea la natura ritualizzata di questo assassinio; in effetti, non è presentato esattamente come un omicidio, ma come una sorta di sacrificio di sangue satanico, sancito non dal Santo ma dal Maligno.
Nel XIV secolo il rituale fu associato all'osservanza della Pasqua ebraica (Pesach), che è il periodo della Crocifissione. Anche in questo caso, l'accusa di profanazione dell'ostia – prendere il pane sacro della comunione e profanarlo, persino conficcandovi dei chiodi – è associata alla calunnia del sangue come rievocazione dell'omicidio e della consumazione di Dio. Nel 1298, ad esempio, a Röttingen si vociferava che degli ebrei avessero profanato l'ostia, dopodiché, guidati da un nobile tedesco di nome Rindfleisch, gli ''Judenschächter'' o "massacratori di ebrei" uccisero {{FORMATNUM:100000}} ebrei in Germania e distrussero 140 comunità.<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 106–107.</ref> L'accusa persiste nell'epoca moderna. Nel 1881 la rivista vaticana ''[[w:La Civiltà Cattolica|Civiltà Cattolica]]'' tentò di dimostrare che l'omicidio rituale era parte integrante dell'ebraismo; gran parte della loro affermazione si basava sul lavoro del teologo cattolico tedesco August Rohling (1839–1931),<ref>Cfr. Bernard Lewis, ''Semites and Anti-Semites: An Inquiry into Conflict and Prejudice'' (New York: W. W. Norton, 1999), 106–107.</ref> che attribuiva agli ebrei l’insegnamento secondo cui "chiunque versi il sangue di un empio [cioè un non-ebreo] porta in tal modo un’offerta sacrificale a Dio”.<ref>August Rohling, ''Der Talmudjude'', 4a ed. (Münster: Adolph Russell’s Verlag, 1872), 41; mia trad.</ref> A dire il vero, secondo Robert Michael tra il 1880 e il 1945 ci furono tanti casi di accuse del sangue quanti ce ne furono durante l’intero Medioevo.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 170.</ref>
Con l'avvento della modernità, l'attingere alle tradizionali manifestazioni cristiane della calunnia del sangue divenne naturale per gran parte del mondo musulmano. L'affare di Damasco del 1840, quando otto ebrei della città furono accusati di omicidio rituale in seguito alla scomparsa del monaco cappuccino Padre Thomas,<ref>Cfr. Jonathan Frankel, ''The Damascus Affair: “Ritual Murder,” Politics, and the Jews in 1840'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1997).</ref> è forse il più famigerato, ma non fu l'unico. C'erano già stati casi ad Hama (1829), Beirut (1824) e Antiochia (1826); nel 1872 ci fu un pogrom contro gli ebrei di Smirne in seguito all'ennesima calunnia del sangue.<ref>Cfr. Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 787.</ref> La calunnia continua ancora oggi. Il 24 aprile 1970 la radio Fatah riferì che i sionisti stavano rapendo bambini dalle strade per prelevarne il sangue. Nel 1983 l’ex ministro della Difesa siriano [[w:Mustafa Tlass|Mustafa Tlas]] (1932–2017) pubblicò un libro intitolato ''[[:en:w:Mustafa Tlass#The Matzah of Zion|The Matzah of Sion]]'', in cui sosteneva che gli ebrei uccidono i bambini per ottenere il sangue per la [[w:matzah|matzah]] di [[w:Pesach|Pesach]].<ref>Cfr. Barry Rubin, ''Revolution Until Victory? The Politics and History of the PLO'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1994), 125.</ref> Un anno dopo, in una conferenza della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla tolleranza religiosa, il rappresentante saudita Dr. Maruf al-Dawalibi (1909–2004) affermò: "Se un ebreo non beve ogni anno il sangue di un uomo non ebreo, allora sarà dannato per tutta l’eternità".<ref>Cfr. Lewis, ''Semites and Anti-Semites'', 194.</ref> Nel 2002 il Dr. Umayma Ahmad al-Jalahma della King Faisal University pubblicò un articolo sul quotidiano saudita ''Al-Riyadh'' accusando gli ebrei della diffamazione del sangue.<ref>Cfr. Kenneth R. Timmerman, ''Preachers of Hate: Islam and the War on America'' (New York: Three Rivers Press, 2004), 74–76.</ref> Nel 2003 una società cinematografica privata siriana produsse una serie intitolata ''Ash-Shatat (La diaspora)'', che era basata in parte sui famigerati ''Protocolli dei Savi di Sion'' e ritraeva drammatiche ricostruzioni della diffamazione del sangue; La serie è andata in onda sulla stazione televisiva satellitare di Hezbollah, Al-Manar. In una conferenza all'Università della California, a Riverside, nel 2014, [[:en:w:Omar Barghouti|Omar Barghouti]] (n. 1964), fondatore del ''[[w:Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni|Boycott, Divestment, Sanctions Movement]]'' (2005), ha incitato all'odio verso gli ebrei ribadendo la calunnia del sangue nella sua affermazione che i soldati israeliani "davano la caccia ai bambini" ogni notte.<ref>“Palestinian BDS National Committee,” BDS.</ref>
L'accusa di sangue che i jihadisti attribuiscono agli ebrei è una proiezione della loro sete di sangue deicida. Il 28 novembre 1971, il primo ministro giordano [[:en:w:Wasfi Tal|Wasfi al-Tal]] (1919-1971) fu [[:en:w:Assassination of Wasfi Tal|assassinato]] dal gruppo palestinese [[w:Settembre nero in Giordania|Settembre Nero]] di fronte all'Hotel Sheraton del Cairo, dopodiché uno degli assassini si avvicinò, si chinò e leccò il sangue della sua vittima.<ref>Cfr. Rubin, ''Revolution Until Victory?'', 37–38. Settembre Nero fu fondato nel 1970 per vendicare l'uccisione di diverse migliaia di palestinesi da parte della Giordania nel settembre del 1970.</ref> Ancora più significativo è il video prodotto da Hamas nel febbraio 2006. Fu l'ultima testimonianza al mondo di un attentatore omicida: "Il mio messaggio agli ebrei odiati", dichiarò, "è che non c'è altro dio all'infuori di Allah [e] vi daremo la caccia ovunque! Siamo una nazione che beve sangue e sappiamo che non c'è sangue migliore del sangue degli ebrei. Non vi lasceremo soli finché non avremo placato la nostra sete con il vostro sangue e la sete dei nostri figli con il vostro sangue".<ref>Itamar Marcus e Barbara Cook, "Hamas Video: ‘We Will Drink the Blood of the Jews’" ''Palestine Media Watch, February 14, 2006''.</ref> Sì: la sete dei ''nostri figli con il vostro sangue''. Poi ci sono le fotografie di bambini dell'asilo, con le mani alzate e dipinte di rosso sangue, a imitare il gesto degli assassini insanguinati che massacrarono Yossi Avrahami e Vadim Norjitz a Ramallah il 13 ottobre 2000.<ref>Cfr. "The Ramallah Lynching", , [http://www.think-israel.org/freerepublic.octoberramallahlynch.html ''Think-Israel'', settembre-ottobre 2010] (accesso 21/06/25).</ref> Episodi come questi riportano alla mente un'interpretazione rabbinica del significato di ''Amalek'', la tribù che attaccò i bambini e gli anziani tra gli Israeliti mentre uscivano dall'Egitto. ''Amalek'', dice il ''Midrash'', significa ''Am Lak'', un "popolo" che "lecca" il sangue (''Tanchuma Teitzei'' 9). Che lecchino il sangue o vi immergano le mani, i jihadisti prosperano sul sangue degli ebrei.
Chi, secondo la Torah, è il padre di Amalek? È Esaù ({{passo biblico2|Genesi|36:12}}). "Esaù disse a Giacobbe: ‘Versami, per favore, un po' di quella roba rossa, rossa, perché sono molto stanco’. Per questo lo chiamarono Edom [che significa ‘rosso’]" ({{passo biblico2|Genesi|25:30}}). Secondo il commentario di [[w:Rashi|Rashi]], questo incontro avvenne il giorno della morte di Abramo. Rashi, infatti, suggerisce che Abramo scelse di morire prima del tempo perché non voleva vivere abbastanza a lumgo da vedere cosa sarebbe diventato Esaù – o cosa sarebbero diventati i suoi discendenti. Questo è il momento della caduta di Esaù dall'Alleanza, quando barattò la sua eredità in cambio di una bevanda di "rossa, roba rossa" ― la roba da cui si deve bere per diventare come Dio. Perché l'unica alternativa al vivere nell'Alleanza con il Dio vivente è diventare come Dio, come disse il serpente. E dove il sangue dell'Alleanza della Circoncisione viene rifiutato, il sangue del nostro prossimo viene versato. Questo è il momento della transizione da Esaù a Edom, alla tradizione rosso sangue di Edom, che è Roma, che è il Cristianesimo con la sua accusa di sangue e le sue successive manifestazioni. Esaù fu chiamato Edom a causa della ''sostanza rossa'', il sangue di Giacobbe che i suoi discendenti avrebbero consumato.
[[w:Julius Streicher|Julius Streicher]] (1885–1946 per impiccagione a Norimberga) dedicò due edizioni del suo giornale di propaganda nazista ''[[w:Der Stürmer|Der Stürmer]]'' al tema dell'omicidio rituale, una nel maggio del 1934 e l'altra nel luglio del 1939. Il numero del 1934 è intitolato "Il piano ebraico per l'assassinio dell'umanità gentile rivelato", con un'illustrazione che raffigura ebrei dall'aspetto satanico che raccolgono il sangue dalle gole tagliate di esseri umani in una padella. Il numero del 1939 si intitola semplicemente "Omicidio rituale" e reca un'immagine medievale di diversi ebrei intenti a macellare un bambino cristiano, con i corpi di bambini cristiani morti che ricoprono il pavimento. La prima pagina recita: "La storia segnala centinaia di casi in cui bambini non ebrei furono torturati a morte. Furono anche sottoposti alla stessa incisione alla gola che si trova sugli animali macellati. Vennero anche lentamente dissanguati mentre erano pienamente coscienti".<ref>Cfr. Randall L. Bytwerk, ''Julius Streicher: Nazi Editor of the Notorious Newspaper Der Stürmer'' (New York: Cooper Square Press, 1983), 130.</ref> L'omicidio rituale trasforma la trasgressione del divieto divino contro l'omicidio in qualcosa di sacro; è quindi un'espressione fondamentale dell'eliminazione del Divino che si dispiega nell'Olocausto – non solo nell'assassinio di Dio, ma nel consumo di Dio. Se l'anima è nel sangue ({{passo biblico2|Genesi|9:4}}), allora consumare il sangue significa consumare l'anima; significa arrogarsi l'essenza di ciò che viene consumato. Questo è il significato dell'Eucaristia o comunione. E la maggior parte dei nazisti riceveva la comunione.
Lo scopo della calunnia del sangue? Giustificare lo spargimento di sangue ebraico. Non si può consumare sangue senza spargerlo. Pertanto, parte dell'essenza dell'antisemitismo risiede in questo legame: il sangue deve essere versato per appropriarsi dell'anima che è nel sangue. In effetti, per l'antisemita lo spargimento di sangue ebraico, il sangue impuro che ospita l'essenza del male, diventa una condizione necessaria per raggiungere la purezza della redenzione. È un po' come il metodo del salasso che i medici usavano quando combattevano una malattia rimuovendo il sangue impuro del paziente: se l'umanità deve essere guarita e redenta, allora il sangue ebraico impuro deve essere versato nella terra. Tuttavia, proprio come il salasso non ha curato, ma piuttosto distrutto il paziente, così l'umanità distrugge se stessa impregnando la terra con il sangue degli ebrei. Quando Caino uccise suo fratello Abele, Dio dichiarò a Caino: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra" ({{passo biblico2|Genesi|4:10}}) – "sangue" nel passo ebraico è al plurale perché omicidio genera omicidio. Si noti inoltre che il sangue ha una voce. Se Dio è "annunciato da un profondo silenzio", come dice il Talmud (''Berakhot'' 58a), è il silenzio che si leva dal sangue versato dai morti.
Al tempo dell'Olocausto, il sangue dei nostri fratelli non solo gridava dalla terra, ma sgorgava, salendo fino al cielo. Al suo processo a Gerusalemme nel 1961, Adolf Eichmann testimoniò di aver visto un "geyser di sangue zampillante" sgorgare da una fossa comune.<ref>Stephan Landsman, ''Crimes of the Holocaust: The Law Confronts Hard Cases'' (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2005), 74.</ref> La terra stessa si sollevò e si gonfiò, come se fosse appesantita dal sangue dei nostri fratelli, gli ebrei. Così comprendiamo il vero significato di ''Blut und Boden'',<ref>La frase viene da Richard Walther Darré (1895–1953), che nel 1930 dichiarò che la sfida che il popolo tedesco doveva affrontare era il ripristino dell’“unità del sangue e della terra”; cfr. Richard Walther Darré, ''Um Blut und Boden: Reden und Aufsätze'' (Monaco di Baviera: Zentralverlag der NSDAP, 1940), 28.</ref> di Sangue e Terra: l'antisemitismo richiede di inzuppare la terra di sangue ebraico, finché il sangue non erutta dalla terra stessa. Donna Rubinstein ricorda le fosse comuni di [[:en:w:History of the Jews in Krasnostav|Krasnostav]], dicendo: "Coprirono le tombe, ma la terra si sollevò".<ref>Donna Rubinstein, ''I Am the Only Survivor of Krasnostav'' (New York: Shengold, 1982), 39.</ref> E, come in uno stato di delirio, Judith Dribben (1923-1977) scrive: "Li seppelliscono mezzi vivi... o mezzi morti... e il terreno si muoveva... il terreno si muoveva... li seppelliscono mezzi vivi... e il terreno si muoveva..."<ref>Judith Dribben, ''And Some Shall Live'' (Jerusalem: Keter Books, 1969), 85.</ref> Con l'annientamento dell’''adam'' ("essere umano"), l’''adamah'' ("terra") si agita; la Madre Terra stessa si contorce sotto il peso del sangue ebraico versato. Dal terreno stesso il sommesso urlo dell'Olocausto si leva fino al cielo. È così che il sangue di Abele grida a Dio.
Efrem di Siria (ca. 306–73) aggiunse l'odio per gli ebrei alla liturgia cristiana,<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 46.</ref> Eusebio di Alessandria (m. 444) incitò sistematicamente all'odio verso gli ebrei,<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 39.</ref> e Atanasio di Costantinopoli (1230–1310) affermò: "È dovere dei cristiani odiare gli ebrei deicidi".<ref>''Ibid.'', 40.</ref> Non appena l'odio per gli ebrei divenne un dovere religioso incombente sui pii cristiani, spargere sangue ebraico divenne qualcosa di sacro e gradito a Dio. Durante la prima e la seconda crociata, infatti, la credenza che chiunque sparga il sangue di un ebreo riceverà il perdono dei peccati era diffusa,<ref>''Ibid.'', 67; cfr. anche Rosemary Radford Ruether, ''Faith and Fratricide: The Theological Roots of Anti-Semitism'' (New York: Seabury Press, 1974), 206. Va notato che durante la seconda crociata, Bernardo di Chiaravalle (1090–1153) si espresse contro l'uccisione degli ebrei.</ref> dando luogo ai massacri del 1096 a Spira, Worms, Magonza e Colonia, come anche a Metz, Treviri, Rouen e Monieux. Pertanto, in una perversa distorsione del rito sacrificale dell'espiazione, gli ebrei prendono il posto dell'ebreo Gesù: versare il loro sangue, non il suo, lava via ogni peccato. Collocati in tale posizione, gli ebrei vengono posti al di fuori del cerchio della salvezza: colui il cui sangue vi porta la redenzione non è soggetto alla redenzione. Collocare gli ebrei al di fuori del cerchio della salvezza costituisce un nuovo ma inevitabile passo nella loro demonizzazione.
Il culto e la cultura del jihadismo islamico sono al tempo stesso più famelici e più convinti nella loro brama di spargere sangue, a cominciare da quello ebraico. Non solo riecheggiando, ma amplificando l'odio verso gli ebrei cristiani, il senso di malvagità intrinseca dell'ebreo da parte dei jihadisti è parte essenziale della loro pietà. L'appello rivolto da Haj Amin al-Husseini ai musulmani in una trasmissione radiofonica da Berlino il 26 novembre 1942, dopo la sconfitta di Rommel a El Alamein il 4 novembre, illustra questo punto importante: "Sorgete, o figli d'Arabia! Combattete per i vostri sacri diritti! Massacrate gli ebrei ovunque li troviate! Il loro sangue versato è gradito ad Allah!".<ref>Tom Knowlton, "Nazi Roots of Modern Radical Islam", [https://freerepublic.com/focus/news/816232/posts ''Free Republic'', 18 dicembre 2002] (accesso 21/06/25).</ref> A Gerusalemme, l'appello dei musulmani a uccidere gli ebrei risale alle rivolte del 4-5 aprile 1920, quando manifesti nel quartiere musulmano recitavano: "Uccidete gli ebrei. Non c'è punizione per l'uccisione degli ebrei".<ref>David G. Dalin e John F. Rothman, ''Icon of Evil: Hitler’s Mufti and the Rise of Radical Islam'' (New York: Random House, 2008), 13.</ref> Poco prima delle rivolte arabe contro gli ebrei nell'agosto del 1929, quando 133 ebrei furono uccisi e 339 feriti, al-Husseini dichiarò che "chi uccide un ebreo ha un posto assicurato nell'aldilà".<ref>''Ibid.'', 30.</ref> Il 21 gennaio 1944 al-Husseini iniziò le sue trasmissioni radiofoniche per quell'anno dichiarando: "La Germania nazionalsocialista sta combattendo l'ebraismo mondiale. Il Corano dice: ‘Scoprirete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani’. Ci sono anche notevoli somiglianze tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo".<ref>Citato in Chuck Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'' (New York: iUniverse, 2003), 82; cfr. anche Joseph B. Schechtman, ''The Mufti and the Fuehrer: The Rise and Fall of Haj Amin el-Husseini'' (New York: Thomas Yoseloff, 1965), 139.</ref> In una trasmissione trasmessa il 1° marzo 1944, ingiunse agli arabi di "uccidere gli ebrei ovunque li troviate. Questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione".<ref>Citato in Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'', 62.</ref> Preoccupato per la svolta nelle sorti della guerra, al-Husseini scrisse a Himmler il 5 giugno 1944 e di nuovo il 27 luglio 1944, chiedendo al Reichsführer delle SS di fare tutto il possibile per completare lo sterminio degli ebrei.<ref>Serge Trifkovic, ''The Sword of the Prophet: Islam: History, Theology, Impact on the World'' (Boston, MA: Regina Orthodox Press, 2002), 187.</ref>
=== Redenzione: il fascino essenziale dell'antisemitismo ===
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{{Immagine grande|Treblinka's Memorial in Winter.JPG|1010px|Memoriale a [[w:Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]]: ciascuna pietra sul terreno rappresenta una città la cui popolazione ebraica fu annientata nel campo di sterminio}}
== Note ==
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}}
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[[Categoria:Connessioni|Capitolo 6]]
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[[File:Eduard Bendemann- Die trauernden Juden im Exil um 1832.jpg|740px|center|Jews Mourning in Exile, by Eduard Bendemann (1832)]]
== Parola, Sangue, Redenzione: l'essenza dell'antisemitismo ==
Ora che abbiamo compreso il ''Perché'' dell'antisemitismo, passiamo alla questione della sua essenza. Che sia teologico o ideologico, il quadro dell'antisemitismo sistematico e istituzionale richiede l'appropriazione o la rimozione della Parola Sacra, la Parola di Verità, affinché abbia l'ultima parola. Analogamente, deve esserci un'appropriazione dell'anima in vista della purificazione del corpo dei credenti o del corpo politico, che assume la forma dell'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]], dello spargimento e purificazione del sangue. Infine, l'appropriazione della Parola e lo spargimento di sangue consentono all'antisemita di determinare il progetto di redenzione, che risieda nell'ingresso dell'anima in un paradiso celeste o nell'ingresso del popolo in un'utopia terrena. In questo Capitolo, quindi, mostrerò che l'essenza dell'antisemitismo, così come rivelata nella sua storia, si manifesta in tre modi fondamentali, ognuno dei quali è legato all'altro: l'appropriazione della Parola, lo spargimento di sangue e la determinazione della redenzione.
=== L'appropriazione della parola ===
"There was among the pagans", osserva [[:en:w:Robert Michael (historian)|Robert Michael]], "no belief or feeling that eternal salvation depended on hating Jews. There was no array of theological ideas supporting, justifying, legitimizing, and sanctifying anti-Jewish hostilities".<ref>Robert Michael, ''Holy Hatred: Christianity, Antisemitism, and the Holocaust'' (New York: Palgrave Macmillan, 2006), 16.</ref> I pagani non avevano Scritture, nessuna Parola che fosse in principio (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|1:1}}), nessuna Parola che fosse la Via, la Verità e la Vita (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}). ''Santificare'', tuttavia, significa rendere qualcosa sacro, in modo da collocare l'odio per gli ebrei in una categoria che trascende le contingenze ontologiche. Una volta santificato l'odio per gli ebrei, l'ebreo viene inserito in una categoria metafisica, che richiede l'appropriazione della Parola agiografica, la Parola Santa, in modo tale da sostituire, eclissare e altrimenti ovviare alle Scritture ebraiche degli ebrei, scritte nella lingua del Santo.
L'[[w:lingua ebraica|ebraico]] è il ''Lashon HaKodesh'', la "Lingua Santa", per diverse ragioni. Il Rebbe di Piaseczna, Rabbi [[:en:w:Kalonymus Kalman Shapira|Kalonymos Kalmish Shapira]], paragona la santità dell'ebraico alla santità dello Shabbat: così come lo Shabbat conferisce significato e santità agli altri giorni della settimana, così la lingua ebraica conferisce significato e santità alle altre lingue dell'umanità.<ref>Cfr. Kalonymos Kalmish Shapira, ''Sacred Fire: Torah from the Years of Fury 1939–1942'', trad. J. Hershy Worch, ed. Deborah Miller (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 46–47.</ref> L'attacco alla Parola, la privazione delle parole del loro significato, fu uno dei principali mezzi utilizzati dai nazisti per attaccare il Santo. Come ricorda [[:en:w:Sara Nomberg-Przytyk|Sara Nomberg-Przytyk]] (1915-1990) nelle sue memorie, "the new set of meanings that the Nazis imposed on words provided the best evidence of the devastation that Auschwitz created".<ref>Sara Nomberg-Przytyk, Auschwitz: True Tales from a Grotesque Land, trans. Roslyn Hirsch (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1985), 72.</ref> La Parola che subì l'attacco radicale dei nazisti fu la Parola Ebraica: mentre i nazisti lasciarono intatte le traduzioni tedesche della Bibbia, bruciarono le Bibbie ebraiche.<ref>Cfr. Alon Confino, "Why Did the Nazis Burn the Hebrew Bible? Nazi Germany, Representations of the Past, and the Holocaust", ''The Journal of Modern History'', 84 (giugno 2012): 369–400.</ref>
L'intuizione di Rabbi Shapira affonda le sue radici in un insegnamento del saggio talmudico [[:en:w:Johanan bar Nappaha|Rabbi Yochanan]], il quale sostiene che quando Dio creò i cieli e la terra, la Sua prima parola si divise in settanta scintille. Da quelle settanta scintille emersero le settanta lingue del mondo (''Shabbat'' 88b). Il ''Midrash'' sui Salmi contiene una variazione su questo tema: "Quando il Santo, benedetto Egli sia, emanò la Parola Divina, la voce si divise in sette voci e dalle sette voci passò nelle settanta lingue delle settanta nazioni" (''Midrash Tehilim'' 2.68.6). La lingua che accende le settanta lingue delle settanta nazioni è il ''Lashon HaKodesh''. "Poiché tutte le settanta lingue fluiscono dalla lingua santa", afferma Rabbi [[:en:w:Yehudah Aryeh Leib Alter|Yehudah Leib Alter di Ger]], il grande saggio chassidico del diciannovesimo secolo. "È la Torah che dà vita a tutte quelle lingue".<ref>Yehudah Leib Alter, ''The Language of Truth: The Torah Commentary of the Sefat Emet'', trad. {{en}} Arthur Green (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1998), 62.</ref> Quella scintilla di vita che scaturisce dalla Parola Divina è ciò che infonde significato nel linguaggio.
L'ebraico non è quindi solo una delle lingue delle nazioni; piuttosto, in quanto veicolo della voce divina, precede tali lingue. Infatti, secondo un antico testo mistico, il ''Sefer Yetzirah (Il Libro della Creazione)'', i trentadue riferimenti a Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle dieci ''sefirot'' e alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico (''Sefer Yetzirah'' 1:1). Michael Munk sottolinea un ulteriore insegnamento: "That the twenty-two letters of the ''Aleph-Bais'' [alphabet] were used to create the world is alluded to by the ''gematria'' [numerical value] of the first three words of the Torah ''bereshit bara Elokim'', ‘in the beginning God created’ (1202), which is the same as the ''gematria'' of ''bekh”v otiot bara'', ‘with 22 letters He created’ the world".<ref>Michael L. Munk, ''The Wisdom in the Hebrew Alphabet: The Sacred Letters as a Guide to Jewish Deed and Thought'' (Brooklyn, NY: Mesorah, 1983), 222.</ref> Pertanto, la tradizione vuole che l'ebraico sia più antico della creazione stessa, poiché è la materia stessa della creazione. A dimostrazione di ciò, il Talmud racconta che il giorno prima che il Faraone nominasse Giuseppe a governare l'Egitto, gli disse che lo avrebbe messo alla prova la mattina seguente per vedere se conosceva le settanta lingue delle settanta nazioni, così da poter possedere la saggezza necessaria per governare. Quella notte l'angelo Gabriele venne e insegnò a Giuseppe le settanta lingue, così che potesse dimostrare al Faraone di conoscerle tutte, più una: l'ebraico. E il Faraone gli chiese di non rivelare di conoscere una lingua in più rispetto al Faraone (''Sotah'' 33a; cfr. anche Bachya ben Asher su Numeri 19:2).
Da un punto di vista metafisico ebraico, l'ebraico non è ''nel'' mondo; piuttosto, il mondo – tutto il cielo e la terra – è racchiuso nella lingua ebraica, cosicché qui l'appropriazione della Parola agiografica è un'appropriazione della creazione e della realtà stessa. Il Baal Shem Tov insegna che in ogni lettera "ci sono mondi, anime e poteri divini che si interconnettono e si uniscono" (''Keter Shem Tov'' 1). Così, dice il Baal Shem, nelle lettere della Torah dimora la Luce vivente dell'Uno Infinito; quella luce è la sostanza delle nostre vite e del nostro apprendimento (cfr. ''Keter Shem Tov'' 96). Come ci avviciniamo a quella luce? Attraverso la Lingua Sacra. [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]] spiega che ciascuna delle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico possiede tre poteri creativi noti come ''koach'' o "energia", ''chiyut'' o "vita" e ''or'' "luce", corrispondenti rispettivamente alla materia fisica, alla materia organica e all'anima. Le lettere ebraiche, afferma Rabbi Ginsburgh, funzionano come "i mattoni energetici di tutta la realtà; come la manifestazione del battito vitale interiore che permea l'universo nel suo insieme e ciascuna delle sue singole creature...; e come i canali che dirigono l'afflusso della Rivelazione Divina nella coscienza creata".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Judaism Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 2–3.</ref> L'appropriazione della Parola che caratterizza l'essenza dell'antisemitismo comporta l'appropriazione della coscienza.
"L'anima", insegna [[w:Abraham Isaac Kook|Abraham Isaac Kook]], "è piena di lettere [ebraiche] che abbondano della luce della vita, dell'intelletto e della volontà, di uno spirito di visione e di un'esistenza completa".<ref>Abraham Isaac Kook, ''Orot'', trad. Bezalel Naor (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1993), 93.</ref> E il cabalista del XIII secolo [[Abraham Abulafia]] (1240 – ca. 1291) afferma che "le lettere sono senza dubbio la radice di ogni saggezza e conoscenza".<ref>Citato in Moshe Idel, ''The Mystical Experience in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1988), 101. Cfr. anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]'' (2022).</ref> Racchiuso tra le lettere c'è l'eloquente silenzio che precede e riverbera in quello che [[w:Martin Buber|Martin Buber]] chiama "il silenzio di tutte le lingue".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 89.</ref> L'ebraico è la lingua che conferisce un significato trascendente al linguaggio. Pertanto è la lingua che l'antisemita deve cancellare o appropriarsi. Quando Dio parla sul Monte Sinai, parla Torah; se Egli parla ebraico, allora anche quello è Torah. Quindi l'ebraico è la Lingua Santa non perché la Torah sia scritta in ebraico, ma piuttosto la Torah è scritta in ebraico perché è la Lingua Santa, la lingua di ciò che il Midrash chiama fuoco nero su fuoco bianco (''Devarim Rabbah'' 3:12), sia come mezzo che come messaggio. Lo ''[[Zohar]]'' descrive la Torah come il progetto – l'anima e la sostanza – di tutta la creazione: quattro volte, dice Rabbi Shimon, il Santo guardò nella Torah prima di iniziare la Sua opera di creazione (''Zohar'' I, 5a; cfr. anche ''Bereshit Rabbah'' 1:1; ''Tanchuma Bereshit'' 1).
Poiché la Torah si riveste di abiti ebraici, la sua forma e la sua sostanza sono un tutt'uno: la lingua ebraica stessa è parte della rivelazione che è la Torah. L'ebraico deriva la sua santità non dal fatto di essere la lingua della Scrittura, ma dal suo status di fondamento primordiale della verità e del significato della creazione – di conseguenza diventa la lingua della Scrittura, la Parola agiografica di cui l'antisemita deve appropriarsi. "All'ebraico", dice Judah Halevi (ca. 1075-1141), "appartiene il primo posto, sia per quanto riguarda la ''natura della lingua'', sia per quanto riguarda la ''pienezza dei significati''" (''Kitav al-khazari'' 2:66, corsivo aggiunto). E l'ebraico, la Parola agiografica, è il primo bersaglio dell'antisemita, sia teologicamente che ideologicamente. Non c'è insegnamento e testimonianza ebraica che non sia guidata dalla Lingua Sacra, la lingua della Scrittura. Pertanto, l'antisemita deve istituire una nuova Scrittura che sostituisca o ovvii alla testimonianza scritturale del popolo ebraico.
[[Emmanuel Levinas]] sottolinea un punto importante a questo proposito. "Non conosciamo più la differenza che distingue il Libro dalla documentazione", lamenta:
{{citazione|In the former there is an inspiration purified of all the vicissitudes and all the “experiences” that had been its occasion, offering itself as Scripture whereby each soul is called to exegesis, which is both regulated by the rigorous reading of the text and by the unicity – unique in all eternity – of its own contribution, which is also its discovery, the soul’s share.|[[Emmanuel Levinas]], ''New Talmudic Readings'', trad. {{Lingue|en}} Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1999), 75–76}}
Ecco perché l'antisemita deve appropriarsi della Parola agiografica nel suo assalto non solo al corpo dell'ebreo, ma anche all'anima dell'ebreo e, per estensione, all'anima di ogni essere umano. Nel corso dei secoli, l'appropriazione antisemita della Parola ha assunto una varietà di forme, a partire dal progetto dei Padri della Chiesa di degiudaizzare il cristianesimo. Questo inizia con la traduzione dei testi sacri dall'ebraico al latino da parte di [[w:San Girolamo|Girolamo]] (342/7-420) tra il 390 e il 405, un'iniziativa che coincise con l'istituzione del cristianesimo come religione ufficiale dell'autorità romana nel 380: la lingua del potere e la lingua della Scrittura divennero la stessa cosa. Nei secoli successivi, relativamente pochi teologi cristiani studiarono effettivamente le Scritture in ebraico, ma si affidarono piuttosto alla ''[[w:Vulgata|Vulgata]]'', così che nella Chiesa romana il latino soppiantò l'ebraico come nuova Lingua Sacra,<ref>1Cfr. Andrew Cain e Josef Lössl, eds., ''Jerome of Stridon: His Life, Writings and Legacy'' (Farnham: Ashgate Publishing, 2009), 124–125.</ref> la lingua della Scrittura e la lingua della preghiera. Questa iniziativa è essenziale per il superamento e sostituzione dell'ebraismo.
Questa degiudaizzazione delle Scritture ebraiche comporta non solo l'appropriazione delle Scritture, ma anche la santificazione degli insegnamenti dei santi, che diventano essi stessi parte della nuova Parola agiografica. Nel quarto secolo Giovanni Crisostomo (347–407) descrisse il giudaizzare come una "malattia"<ref>{{en}}John Chrysostom, ''Discourses Against Judaizing Christians'', trad. Paul W. Harkins (Washington, DC: Catholic University Press of America, 1979), 15.</ref> (un tropo antisemita da affrontare in relazione al sangue), e il suo contemporaneo Girolamo "scrisse ad Agostino che se agli ebrei convertiti fosse stato permesso di praticare anche un solo frammento della loro precedente religione, ‘non diventeranno cristiani, ma ci renderanno ebrei... Le cerimonie degli ebrei sono perniciose e mortali; e chiunque le osservi, sia ebreo che gentile, è caduto nella fossa del diavolo’".<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 21.</ref> In effetti, Agostino (354–430) sosteneva che i cristiani che osservavano anche il più piccolo dei rituali ebraici erano eretici (ci si chiede se questo includesse Gesù e i suoi discepoli!).<ref>Citato in ''ibid.'', 29.</ref> Il [[w:Concilio di Antiochia (341)|Concilio di Antiochia]] (341), inoltre, proibì ai cristiani di celebrare la Pesach (Pasqua) e il [[w:Sinodo di Laodicea|Concilio di Laodicea]] (363-364) proibì ai cristiani di osservare il Sabbath ebraico.<ref>Cfr. Dan Cohn-Sherbok, ''Anti-Semitism'' (Stroud: The History Press, 2002), 48.</ref> Secoli dopo il giudaizzare sarebbe divenuto l'eresia principale presa di mira dall'Inquisizione spagnola (1478-1834); secondo [[w:Henry Kamen|Henry Kamen]], delle oltre duemila persone sottoposte ad ''autodafé'' tra il 1480 e il 1530, circa il 99,3 per cento erano cosiddetti cripto-ebrei.<ref>Henry Kamen, ''The Spanish Inquisition: A Historical Revision'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1998), 60.</ref>
Nel 1534 [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546) completò la traduzione della Bibbia ebraica in tedesco, un progetto simile di appropriazione della Parola per adattarla al suo programma antisemita, che chiarisce in ''[[w:Degli ebrei e delle loro menzogne|Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (1543):
{{citazione|[Sono] passati millecinquecento anni da quando Vespasiano e Tito distrussero Gerusalemme ed espulsero gli ebrei dalla città... Un'ira così spietata di Dio è prova sufficiente che essi hanno sicuramente errato e si sono sviati... Infatti non si osa considerare Dio così crudele da punire il suo popolo tanto a lungo, così terribilmente, così spietatamente, e per di più tacere, confortandolo né con parole né con fatti, e non fissando alcun limite di tempo né alcuna fine... Pertanto quest'opera d'ira è la prova che gli ebrei, sicuramente rigettati da Dio, non sono più il suo popolo, e neppure lui è più il loro Dio.|{{en}}Martin Luther, ''On the Jews and Their Lies'', 1543, mia trad.}}
Se Egli non è più il loro Dio, allora la Santa Parola non è più la loro Parola; né, per il Riformatore, la Parola della Vulgata è più la Santa Parola. Da qui la necessità di una nuova traduzione, in cui è incastonata una nuova dispensazione. Con la nuova dispensazione che accompagna la nuova appropriazione della Parola giunge una nuova ascesa al Trono del Giudizio Divino. Colui che detiene la chiave della salvezza infligge anche dannazione, e colui che infligge dannazione inevitabilmente infligge morte, a cominciare dagli ebrei. Nel suo ''Von Schem Hemphoras'' (1543), Lutero scrisse che "il Dio degli ebrei è il diavolo".<ref>Citato in Michael, ''Holy Hatred'', 111.</ref> In quanto coloro il cui Dio è il diavolo, gli ebrei sono l'antitesi di coloro il cui padre è Dio; in quanto incarnazione dell'Anticristo, devono necessariamente rifiutare il Cristo. Il loro disprezzo per l'evidente verità della Parola appropriata li rende non solo spregevoli, ma i nemici per eccellenza della Verità, i figli del Padre della Menzogna. Poiché gli ebrei sono seguaci del Padre della Menzogna, Hitler proclama che "l’intera esistenza di questo popolo [gli ebrei]... si basa su una menzogna continua", un’affermazione la cui verità, dice il Führer, è dimostrata da un altro testo che eclissa la Parola: ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|I Protocolli dei Savi di Sion]]'' (vedi sotto).<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 307. Mia trad. {{it}}.</ref>
L'Islam intraprende la propria appropriazione della Parola agiografica, la Parola di Verità, non attraverso una traduzione della Bibbia ebraica in arabo, ma sostituendo la falsa Bibbia ebraica con la vera Bibbia, la vera Parola dell'Islam: il Corano. "Questo è il Libro!" dice il Profeta ([https://sufi.it/il-sacro-corano/2-surat-al-baqara/ 2:2]).<ref>Cfr. ''The Clear Quran'', trad. Mustafa Khattab (Lombard, IL: Book of Signs Foundation, 2016). In italiano cfr. ''[https://sufi.it/il-sacro-corano/ Il Sacro Corano]''.</ref> Poiché il Corano è il Libro, la Sacra Parola di Verità, le Scritture degli ebrei e dei cristiani sono piene di menzogne. "I malfattori [gli ebrei] alterarono le parole che era stato loro comandato di dire" (2:59).<ref>''Ibid.''</ref> E: "In verità, c'è tra loro [gli ebrei] un gruppo che altera la Scrittura con le loro lingue, così che tu possa pensare che provenga dalla Scrittura, ma non è dalla Scrittura. E dicono: "Questo viene da Allah", ma non viene da Allah. E dicono falsità contro Allah" ([https://sufi.it/il-sacro-corano/3-surat-al-imran/ 3:78]).<ref>Cfr. anche {{en}}''The Quran'', trad. Saheeh International (Lake City, MN: Saheeh International, 1997).</ref> Come corruttori della legge e degli insegnamenti di Allah, afferma il principale ideologo dei Fratelli Musulmani e del Jihad Islamico Sayyid Qutb, “i Figli di Israele, sia prima che dopo Mosè, macchiarono e pervertirono il suo messaggio”.<ref>Sayyid Qutb, ''Basic Principles of the Islamic Worldview'', traf. Rami David, prefazione di Hamid Algar (North Haledon, NJ: Islamic Publications International, 2006), 207.</ref> ''Prima'' di Mosè, ''prima'' della rivelazione della Parola sul Monte Sinai, gli ebrei pervertono la Parola Santa perché tale malvagità è la loro essenza: pervertono il messaggio prima che ci sia un messaggio.
Nella tradizione ebraica, la ''Mishnah'', il ''Midrash'' e la ''[[Kabbalah]]'' costituiscono quella che è nota come Torah Orale. L'Islam ha una tradizione orale sacra simile negli Hadith, che comprende insegnamenti basati sulle parole e le azioni del Profeta che non fanno parte del Corano. Il primo compilatore noto di tradizioni tratte dagli Hadith è [[:en:w:Abd Allah ibn al-Mubarak|Abdallah ibn al-Mubarak]] (m. 797).<ref>Cfr. David Cook, ''Understanding Jihad'' (Berkeley: University of California Press, 2005), 14.</ref> Le sei principali raccolte che compongono gli Hadith sono Sahih al-Bukhari, compilata da Muhammad ibn Ismail al-Bukhari (810-70); Sahih Muslim, raccolta da Muslim ibn al-Hajjaj (821-75); Sunan Abu Daud, raccolta da Abu Daud al-Sijistani (817-88); Sunan al-Tirmidi, messa insieme da 'Isa Muhammad ibn 'Isa al-Tirmidi (824-92); Sunan Ibn Majah, raccolta da Muhammad ibn Yazid ibn Majah (824-87); e Sunan al-Nasai, compilata da Ahmad ibn al-Nasai (829-915). Questi testi sono secondi solo al Corano come fonti autorevoli su cosa credere e come vivere; anch'essi appartengono alla Parola agiografica di cui l'Islam si è appropriato.
Lo studioso musulmano [[:en:w:Khaleel Mohammed|Khaleel Mohammed]] spiega che l'Hadith è la fonte primaria degli insegnamenti islamici più antisemiti, al punto che, basandosi solo sull'Hadith, l'odio per gli ebrei sembrerebbe essere un principio fondamentale dell'Islam.<ref>Khaleel Mohammed, “Antisemitism in Islamic Texts and Traditions,” ''lecture given at the University of Memphis, March 14, 2007''.</ref> Nell'Hadith, ad esempio, troviamo l'insegnamento che "l'ultima ora non arriverà a meno che i musulmani non combattano contro gli ebrei e i musulmani non li uccidano finché gli ebrei non si nascondano dietro una pietra o un albero e una pietra o un albero non dicano: musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo" (''Sahih Muslim'', Libro 41, Numero 6985).<ref>Citato in David Aaron, ''In Their Own Words: Voices of Jihad'' (Santa Monica, CA: Rand Corporation, 2008), 43–44.</ref> La natura stessa vomita gli ebrei nel processo di redenzione dell'umanità. Perché? Perché gli ebrei non rappresentano una menzogna o una falsità qualsiasi, ma una menzogna che gli ebrei spacciano per la Sacra Parola di Dio, una menzogna che mina la creazione stessa. Pertanto non può esserci posto per gli ebrei nella creazione di Dio. Condurre una guerra santa contro gli ebrei significa condurre una guerra per amore della Verità Divina. Gli ebrei, dichiara Sayyid Qutb, sono "falsificatori della Verità Divina".<ref>Citato in Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987), 2, 7.</ref> Se si ama la verità e si odia la menzogna, allora l'odio per gli ebrei è un segno di rettitudine. Lo scopo dell'appropriazione della Parola agiografica, quindi, è giustificare l'odio per gli ebrei, fornirgli una sanzione divina, rendendolo qualcosa di santo e gradito a Dio.
L'appropriazione islamica della Parola nella sua forma jihadista è esemplificata nella [[:en:w:1988 Hamas charter|Carta di Hamas]], nota come Carta di Allah, con l'implicazione che Hamas ''sia'' Allah (che verrà esaminata in dettaglio nel [[Connessioni/Capitolo 8|Capitolo 8]]). La Carta di Allah invoca tre categorie di testi probatori per dimostrare la veridicità del manifesto, tutti e tre i quali rappresentano un'appropriazione della Parola agiografica: il Corano, gli Hadith e i ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'', la famigerata falsificazione di appunti presumibilmente presi in una riunione segreta dei leader dell'ebraismo globale che complottavano per conquistare il mondo.
[[File:The Protocols of the Elders of Zion by Nilus (1912) - cleaned.jpg|200|right|thumb|Edizione russa dei ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|Protocolli]]'' del 1912]]
''I Protocolli'' videro la luce per la prima volta nel 1903 su ''Znamya (La Bandiera)'', un giornale antisemita pubblicato a San Pietroburgo. "Agenti dei servizi segreti russi sotto la guida di Pëtr Ivanovič Račkovskij [1853-1910]", spiega Stephen Atkins, "plagiarono due opere – ''Biarritz'' (1868) di Hermann Goedsche [1815-1878] e ''A Dialogue in Hell: Conversations between Machiavelli and Montesquieu about Power and Right'' (1864) di Maurice Joly [1829-1878] – per produrre la versione finale dei ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'' [come è anche noto] tra il 1897 e il 1899".<ref>Stephen E. Atkins, ''Holocaust Denial as an International Movement'' (Westport, CT: Praeger, 2009), 16.</ref> Poco dopo la loro comparsa su ''Znamya'', il giurista russo Sergej Aleksandrovič Nilus (1863-1929) assunse la direzione della pubblicazione e della diffusione dei ''Protocolli''.
Il Primo Protocollo dichiara che, in quanto incarnazione del male, gli ebrei sono decisi a sradicare "l'alto carattere morale: franchezza, onore, onestà".<ref>"Protocols of the Elders of Zion", in Richard S. Levy, ''Antisemitism in the Modern World: An Anthology of Texts'' (Lexington, MA: D. C. Heath and Company, 1991), 152.</ref> Gli ebrei portano avanti questo nefasto progetto corrompendo la cultura e plasmando l'opinione pubblica. "Attraverso la stampa", afferma il Secondo Protocollo, "otteniamo influenza ma rimaniamo nell'ombra",<ref>''Ibid.'', 156.</ref> atroci e nascosti. Nascosti nell'ombra, gli ebrei manipolano i registri del mondo: "Con l'aiuto dell'oro, che controlliamo completamente, e con i metodi subdoli a nostra disposizione, provocheremo una crisi economica universale".<ref>''Ibid.'', 159</ref> Interessati solo al loro potere, gli ebrei sono i veri razzisti, che considerano i non-ebrei come "un gregge di pecore castrate" e se stessi come "i lupi", che naturalmente predano le pecore, non apertamente ma segretamente infiltrandosi nei governi e nelle organizzazioni segrete come la Massoneria.<ref>''Ibid.'', 161.</ref> Una volta ottenuto il controllo, il loro piano è quello di eliminare chiunque si opponga a loro.<ref>''Ibid.'', 164.</ref> Così nei ''Protocolli'', la Parola agiografica laica, vediamo proiettati sugli ebrei tutti i classici tropi dell'antisemitismo: sono la più grande minaccia alla società morale, decisi a un governo totalitario, decisi ad accumulare la ricchezza del mondo, i sinistri manipolatori del pensiero stesso.
La stragrande maggioranza dei promotori tedeschi dei ''Protocolli'' erano professori universitari e intellettuali culturali,<ref>Michael Mack, ''German Idealism and the Jew: The Inner Anti-Semitism of Philosophy and German Jewish Responses'' (Chicago: University of Chicago Press, 2003), 170.</ref> il cui pensiero derivava dall'idealismo tedesco o dal Volkismo tedesco, guidati da un modo di pensare che non poteva che categorizzare gli ebrei come la più grande di tutte le minacce possibili: il male dell'ebreo è l'essenza dell'ebreo. Nella sua appropriazione filosofica, politica e culturale della Parola agiografica, l'antisemitismo si basa sul pensare in termini di essenza, e non in termini di un nome o di un fatto temporalmente determinato. "I termini della vita", afferma [[Franz Rosenzweig]], "non sono ‘essenziali’ ma ‘reali’; non riguardano l’‘essenza’ ma il ‘fatto’. Ciononostante, la parola del filosofo rimane ‘essenziale’. Cedendo allo stupore, fermandosi e trascurando le operazioni della realtà, egli si costringe a ritirarsi e si limita ad affrontare l'essenza",<ref>Franz Rosenzweig, ''Understanding the Sick and the Healthy'', trad. Nahum Glatzer (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1999), 42.</ref> che è senza volto. Lo spirito universale genera una collettività cieca al volto e perciò totalitaria, e il totalitarismo si fonda sull'appropriazione della Parola.
L'antisemitismo laico dei ''Protocolli'', con la sua promulgazione della cospirazione ebraica mondiale, ha i suoi precedenti nell'antisemitismo cristiano. Nel XII secolo, Teobaldo di Cambridge (ca. 1090-1161) sosteneva che ogni anno gli ebrei convocassero un consiglio segreto di rabbini per scegliere un bambino cristiano da sacrificare.<ref>Cfr. Dennis Prager e Joseph Telushkin, ''Why the Jews? The Reason for Antisemitism'' (New York: Simon & Schuster, 2003), 82.</ref> Nel 1307 si affermò che gli ebrei cospirassero con il re Muhammad I di Tunisi per sterminare i cristiani avvelenando tutti i pozzi.<ref>Cfr. Edward H. Flannery, ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Anti-Semitism'' (New York:Macmillan, 1965), 107–108.</ref> Gli ebrei, in altre parole, rappresentavano un male pervasivo e invisibile che minacciava l'intera umanità. Qui troviamo un legame tra l'appropriazione della Parola e la diffamazione del sangue, in cui gli ebrei non solo consumano il sangue, ma avvelenano anche la linfa vitale del mondo. In questo modo, lo spargimento di sangue ebraico viene santificato.
=== Consumare, versare e purificare il sangue ===
L'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]] è al tempo stesso antica e moderna. Nei suoi commenti sui pagani Democrito, Manetone, Apione e Tacito, Robert Michael osserva che tutti accusavano gli ebrei di consumare il sangue dei non-ebrei nei loro rituali del Tempio.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 16.</ref> Potevano concepire tali riti, tuttavia, solo in termini pagani, e non nei termini teologici che accompagnavano l'accusa di omicidio di Dio. Con l'avvento del cristianesimo, l'accusa del sangue assunse dimensioni teologiche e fu associata all'omicidio rituale di Dio; non solo gli ebrei assassinavano i bambini cristiani, gli agnelli immacolati, ma li crocifiggevano in una rievocazione ritualizzata dell'uccisione di Cristo. Alla base dell'accusa del sangue, come suggerito nel Capitolo precedente, c'è il desiderio del cristiano di liberarsi dal compito che Cristo gli avrebbe imposto. Perché? Perché Gesù è l'ebreo completo che annuncia l'infinita responsabilità di ciascuno per tutti. Egli non prende il nostro posto sulla croce, ma ci chiama alla croce come sostituto ultimo del nostro prossimo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» ({{passo biblico2|Gv|15:12-14}}). Senza questa sostituzione non può esserci alcun significato, alcuna importanza nella vita; senza questa sostituzione l'anima è perduta.
Levinas spiega: "Vulnerabilità, esposizione all’oltraggio, alle ferite, passività più passiva di ogni pazienza, passività dell’accusativo, trauma dell’accusa sofferto da un ostaggio fino alla persecuzione, che implica l’identità dell’ostaggio che si sostituisce agli altri... È una sostituzione con un altro, uno al posto di un altro, espiazione".<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 14–15.</ref> Comandando con l’esempio, l’ebreo Gesù chiama ciascuno di noi a una sostituzione radicalissima, all’espiazione per i peccati dell’altro. Questa espiazione per l’altro è la via singolare verso la propria redenzione. È l’opposto della "redenzione" acquistata a prezzo di spargimento di sangue, dove l’omicidio si trasforma in "martirio". Se l’ebreo Gesù ci "salva", non è attraverso il suo sangue, ma attraverso il suo insegnamento sulla nostra infinita responsabilità verso e per l’altro, fino alla morte, un insegnamento che egli trasmette con l’esempio. E noi vogliamo ucciderlo, l’ebreo, per questo.
L'unica appropriazione del Divino che potrebbe eccedere l'assassinio di Dio sarebbe il consumo di Dio, il diventare Dio rendendo Dio parte di sé stessi nell'apoteosi suprema del sé. In fondo, la calunnia del sangue, l'affermazione che gli ebrei uccidono i bambini e ne consumano il sangue, è l'accusa che gli ebrei si approprino di Cristo assorbendo in sé colui che è simile a Cristo. Nella calunnia del sangue vediamo una cupa perversione del Sacramento dell'Eucaristia, mediante la quale il credente consuma il sangue e il corpo di Cristo – in un atto non solo di appropriazione, ma di assorbimento. Quando l'antisemita proietta questo consumo di sangue sull'ebreo nella forma della calunnia del sangue, ciò esprime in effetti il suo desiderio di essere come Dio uccidendoLo e consumandoLo. Questa associazione eucaristica sottolinea la natura ritualizzata di questo assassinio; in effetti, non è presentato esattamente come un omicidio, ma come una sorta di sacrificio di sangue satanico, sancito non dal Santo ma dal Maligno.
Nel XIV secolo il rituale fu associato all'osservanza della Pasqua ebraica (Pesach), che è il periodo della Crocifissione. Anche in questo caso, l'accusa di profanazione dell'ostia – prendere il pane sacro della comunione e profanarlo, persino conficcandovi dei chiodi – è associata alla calunnia del sangue come rievocazione dell'omicidio e della consumazione di Dio. Nel 1298, ad esempio, a Röttingen si vociferava che degli ebrei avessero profanato l'ostia, dopodiché, guidati da un nobile tedesco di nome Rindfleisch, gli ''Judenschächter'' o "massacratori di ebrei" uccisero {{FORMATNUM:100000}} ebrei in Germania e distrussero 140 comunità.<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 106–107.</ref> L'accusa persiste nell'epoca moderna. Nel 1881 la rivista vaticana ''[[w:La Civiltà Cattolica|Civiltà Cattolica]]'' tentò di dimostrare che l'omicidio rituale era parte integrante dell'ebraismo; gran parte della loro affermazione si basava sul lavoro del teologo cattolico tedesco August Rohling (1839–1931),<ref>Cfr. Bernard Lewis, ''Semites and Anti-Semites: An Inquiry into Conflict and Prejudice'' (New York: W. W. Norton, 1999), 106–107.</ref> che attribuiva agli ebrei l’insegnamento secondo cui "chiunque versi il sangue di un empio [cioè un non-ebreo] porta in tal modo un’offerta sacrificale a Dio”.<ref>August Rohling, ''Der Talmudjude'', 4a ed. (Münster: Adolph Russell’s Verlag, 1872), 41; mia trad.</ref> A dire il vero, secondo Robert Michael tra il 1880 e il 1945 ci furono tanti casi di accuse del sangue quanti ce ne furono durante l’intero Medioevo.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 170.</ref>
Con l'avvento della modernità, l'attingere alle tradizionali manifestazioni cristiane della calunnia del sangue divenne naturale per gran parte del mondo musulmano. L'affare di Damasco del 1840, quando otto ebrei della città furono accusati di omicidio rituale in seguito alla scomparsa del monaco cappuccino Padre Thomas,<ref>Cfr. Jonathan Frankel, ''The Damascus Affair: “Ritual Murder,” Politics, and the Jews in 1840'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1997).</ref> è forse il più famigerato, ma non fu l'unico. C'erano già stati casi ad Hama (1829), Beirut (1824) e Antiochia (1826); nel 1872 ci fu un pogrom contro gli ebrei di Smirne in seguito all'ennesima calunnia del sangue.<ref>Cfr. Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 787.</ref> La calunnia continua ancora oggi. Il 24 aprile 1970 la radio Fatah riferì che i sionisti stavano rapendo bambini dalle strade per prelevarne il sangue. Nel 1983 l’ex ministro della Difesa siriano [[w:Mustafa Tlass|Mustafa Tlas]] (1932–2017) pubblicò un libro intitolato ''[[:en:w:Mustafa Tlass#The Matzah of Zion|The Matzah of Sion]]'', in cui sosteneva che gli ebrei uccidono i bambini per ottenere il sangue per la [[w:matzah|matzah]] di [[w:Pesach|Pesach]].<ref>Cfr. Barry Rubin, ''Revolution Until Victory? The Politics and History of the PLO'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1994), 125.</ref> Un anno dopo, in una conferenza della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla tolleranza religiosa, il rappresentante saudita Dr. Maruf al-Dawalibi (1909–2004) affermò: "Se un ebreo non beve ogni anno il sangue di un uomo non ebreo, allora sarà dannato per tutta l’eternità".<ref>Cfr. Lewis, ''Semites and Anti-Semites'', 194.</ref> Nel 2002 il Dr. Umayma Ahmad al-Jalahma della King Faisal University pubblicò un articolo sul quotidiano saudita ''Al-Riyadh'' accusando gli ebrei della diffamazione del sangue.<ref>Cfr. Kenneth R. Timmerman, ''Preachers of Hate: Islam and the War on America'' (New York: Three Rivers Press, 2004), 74–76.</ref> Nel 2003 una società cinematografica privata siriana produsse una serie intitolata ''Ash-Shatat (La diaspora)'', che era basata in parte sui famigerati ''Protocolli dei Savi di Sion'' e ritraeva drammatiche ricostruzioni della diffamazione del sangue; La serie è andata in onda sulla stazione televisiva satellitare di Hezbollah, Al-Manar. In una conferenza all'Università della California, a Riverside, nel 2014, [[:en:w:Omar Barghouti|Omar Barghouti]] (n. 1964), fondatore del ''[[w:Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni|Boycott, Divestment, Sanctions Movement]]'' (2005), ha incitato all'odio verso gli ebrei ribadendo la calunnia del sangue nella sua affermazione che i soldati israeliani "davano la caccia ai bambini" ogni notte.<ref>“Palestinian BDS National Committee,” BDS.</ref>
L'accusa di sangue che i jihadisti attribuiscono agli ebrei è una proiezione della loro sete di sangue deicida. Il 28 novembre 1971, il primo ministro giordano [[:en:w:Wasfi Tal|Wasfi al-Tal]] (1919-1971) fu [[:en:w:Assassination of Wasfi Tal|assassinato]] dal gruppo palestinese [[w:Settembre nero in Giordania|Settembre Nero]] di fronte all'Hotel Sheraton del Cairo, dopodiché uno degli assassini si avvicinò, si chinò e leccò il sangue della sua vittima.<ref>Cfr. Rubin, ''Revolution Until Victory?'', 37–38. Settembre Nero fu fondato nel 1970 per vendicare l'uccisione di diverse migliaia di palestinesi da parte della Giordania nel settembre del 1970.</ref> Ancora più significativo è il video prodotto da Hamas nel febbraio 2006. Fu l'ultima testimonianza al mondo di un attentatore omicida: "Il mio messaggio agli ebrei odiati", dichiarò, "è che non c'è altro dio all'infuori di Allah [e] vi daremo la caccia ovunque! Siamo una nazione che beve sangue e sappiamo che non c'è sangue migliore del sangue degli ebrei. Non vi lasceremo soli finché non avremo placato la nostra sete con il vostro sangue e la sete dei nostri figli con il vostro sangue".<ref>Itamar Marcus e Barbara Cook, "Hamas Video: ‘We Will Drink the Blood of the Jews’" ''Palestine Media Watch, February 14, 2006''.</ref> Sì: la sete dei ''nostri figli con il vostro sangue''. Poi ci sono le fotografie di bambini dell'asilo, con le mani alzate e dipinte di rosso sangue, a imitare il gesto degli assassini insanguinati che massacrarono Yossi Avrahami e Vadim Norjitz a Ramallah il 13 ottobre 2000.<ref>Cfr. "The Ramallah Lynching", , [http://www.think-israel.org/freerepublic.octoberramallahlynch.html ''Think-Israel'', settembre-ottobre 2010] (accesso 21/06/25).</ref> Episodi come questi riportano alla mente un'interpretazione rabbinica del significato di ''Amalek'', la tribù che attaccò i bambini e gli anziani tra gli Israeliti mentre uscivano dall'Egitto. ''Amalek'', dice il ''Midrash'', significa ''Am Lak'', un "popolo" che "lecca" il sangue (''Tanchuma Teitzei'' 9). Che lecchino il sangue o vi immergano le mani, i jihadisti prosperano sul sangue degli ebrei.
Chi, secondo la Torah, è il padre di Amalek? È Esaù ({{passo biblico2|Genesi|36:12}}). "Esaù disse a Giacobbe: ‘Versami, per favore, un po' di quella roba rossa, rossa, perché sono molto stanco’. Per questo lo chiamarono Edom [che significa ‘rosso’]" ({{passo biblico2|Genesi|25:30}}). Secondo il commentario di [[w:Rashi|Rashi]], questo incontro avvenne il giorno della morte di Abramo. Rashi, infatti, suggerisce che Abramo scelse di morire prima del tempo perché non voleva vivere abbastanza a lumgo da vedere cosa sarebbe diventato Esaù – o cosa sarebbero diventati i suoi discendenti. Questo è il momento della caduta di Esaù dall'Alleanza, quando barattò la sua eredità in cambio di una bevanda di "rossa, roba rossa" ― la roba da cui si deve bere per diventare come Dio. Perché l'unica alternativa al vivere nell'Alleanza con il Dio vivente è diventare come Dio, come disse il serpente. E dove il sangue dell'Alleanza della Circoncisione viene rifiutato, il sangue del nostro prossimo viene versato. Questo è il momento della transizione da Esaù a Edom, alla tradizione rosso sangue di Edom, che è Roma, che è il Cristianesimo con la sua accusa di sangue e le sue successive manifestazioni. Esaù fu chiamato Edom a causa della ''sostanza rossa'', il sangue di Giacobbe che i suoi discendenti avrebbero consumato.
[[w:Julius Streicher|Julius Streicher]] (1885–1946 per impiccagione a Norimberga) dedicò due edizioni del suo giornale di propaganda nazista ''[[w:Der Stürmer|Der Stürmer]]'' al tema dell'omicidio rituale, una nel maggio del 1934 e l'altra nel luglio del 1939. Il numero del 1934 è intitolato "Il piano ebraico per l'assassinio dell'umanità gentile rivelato", con un'illustrazione che raffigura ebrei dall'aspetto satanico che raccolgono il sangue dalle gole tagliate di esseri umani in una padella. Il numero del 1939 si intitola semplicemente "Omicidio rituale" e reca un'immagine medievale di diversi ebrei intenti a macellare un bambino cristiano, con i corpi di bambini cristiani morti che ricoprono il pavimento. La prima pagina recita: "La storia segnala centinaia di casi in cui bambini non ebrei furono torturati a morte. Furono anche sottoposti alla stessa incisione alla gola che si trova sugli animali macellati. Vennero anche lentamente dissanguati mentre erano pienamente coscienti".<ref>Cfr. Randall L. Bytwerk, ''Julius Streicher: Nazi Editor of the Notorious Newspaper Der Stürmer'' (New York: Cooper Square Press, 1983), 130.</ref> L'omicidio rituale trasforma la trasgressione del divieto divino contro l'omicidio in qualcosa di sacro; è quindi un'espressione fondamentale dell'eliminazione del Divino che si dispiega nell'Olocausto – non solo nell'assassinio di Dio, ma nel consumo di Dio. Se l'anima è nel sangue ({{passo biblico2|Genesi|9:4}}), allora consumare il sangue significa consumare l'anima; significa arrogarsi l'essenza di ciò che viene consumato. Questo è il significato dell'Eucaristia o comunione. E la maggior parte dei nazisti riceveva la comunione.
Lo scopo della calunnia del sangue? Giustificare lo spargimento di sangue ebraico. Non si può consumare sangue senza spargerlo. Pertanto, parte dell'essenza dell'antisemitismo risiede in questo legame: il sangue deve essere versato per appropriarsi dell'anima che è nel sangue. In effetti, per l'antisemita lo spargimento di sangue ebraico, il sangue impuro che ospita l'essenza del male, diventa una condizione necessaria per raggiungere la purezza della redenzione. È un po' come il metodo del salasso che i medici usavano quando combattevano una malattia rimuovendo il sangue impuro del paziente: se l'umanità deve essere guarita e redenta, allora il sangue ebraico impuro deve essere versato nella terra. Tuttavia, proprio come il salasso non ha curato, ma piuttosto distrutto il paziente, così l'umanità distrugge se stessa impregnando la terra con il sangue degli ebrei. Quando Caino uccise suo fratello Abele, Dio dichiarò a Caino: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra" ({{passo biblico2|Genesi|4:10}}) – "sangue" nel passo ebraico è al plurale perché omicidio genera omicidio. Si noti inoltre che il sangue ha una voce. Se Dio è "annunciato da un profondo silenzio", come dice il Talmud (''Berakhot'' 58a), è il silenzio che si leva dal sangue versato dai morti.
Al tempo dell'Olocausto, il sangue dei nostri fratelli non solo gridava dalla terra, ma sgorgava, salendo fino al cielo. Al suo processo a Gerusalemme nel 1961, Adolf Eichmann testimoniò di aver visto un "geyser di sangue zampillante" sgorgare da una fossa comune.<ref>Stephan Landsman, ''Crimes of the Holocaust: The Law Confronts Hard Cases'' (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2005), 74.</ref> La terra stessa si sollevò e si gonfiò, come se fosse appesantita dal sangue dei nostri fratelli, gli ebrei. Così comprendiamo il vero significato di ''Blut und Boden'',<ref>La frase viene da Richard Walther Darré (1895–1953), che nel 1930 dichiarò che la sfida che il popolo tedesco doveva affrontare era il ripristino dell’“unità del sangue e della terra”; cfr. Richard Walther Darré, ''Um Blut und Boden: Reden und Aufsätze'' (Monaco di Baviera: Zentralverlag der NSDAP, 1940), 28.</ref> di Sangue e Terra: l'antisemitismo richiede di inzuppare la terra di sangue ebraico, finché il sangue non erutta dalla terra stessa. Donna Rubinstein ricorda le fosse comuni di [[:en:w:History of the Jews in Krasnostav|Krasnostav]], dicendo: "Coprirono le tombe, ma la terra si sollevò".<ref>Donna Rubinstein, ''I Am the Only Survivor of Krasnostav'' (New York: Shengold, 1982), 39.</ref> E, come in uno stato di delirio, Judith Dribben (1923-1977) scrive: "Li seppelliscono mezzi vivi... o mezzi morti... e il terreno si muoveva... il terreno si muoveva... li seppelliscono mezzi vivi... e il terreno si muoveva..."<ref>Judith Dribben, ''And Some Shall Live'' (Jerusalem: Keter Books, 1969), 85.</ref> Con l'annientamento dell’''adam'' ("essere umano"), l’''adamah'' ("terra") si agita; la Madre Terra stessa si contorce sotto il peso del sangue ebraico versato. Dal terreno stesso il sommesso urlo dell'Olocausto si leva fino al cielo. È così che il sangue di Abele grida a Dio.
Efrem di Siria (ca. 306–73) aggiunse l'odio per gli ebrei alla liturgia cristiana,<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 46.</ref> Eusebio di Alessandria (m. 444) incitò sistematicamente all'odio verso gli ebrei,<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 39.</ref> e Atanasio di Costantinopoli (1230–1310) affermò: "È dovere dei cristiani odiare gli ebrei deicidi".<ref>''Ibid.'', 40.</ref> Non appena l'odio per gli ebrei divenne un dovere religioso incombente sui pii cristiani, spargere sangue ebraico divenne qualcosa di sacro e gradito a Dio. Durante la prima e la seconda crociata, infatti, la credenza che chiunque sparga il sangue di un ebreo riceverà il perdono dei peccati era diffusa,<ref>''Ibid.'', 67; cfr. anche Rosemary Radford Ruether, ''Faith and Fratricide: The Theological Roots of Anti-Semitism'' (New York: Seabury Press, 1974), 206. Va notato che durante la seconda crociata, Bernardo di Chiaravalle (1090–1153) si espresse contro l'uccisione degli ebrei.</ref> dando luogo ai massacri del 1096 a Spira, Worms, Magonza e Colonia, come anche a Metz, Treviri, Rouen e Monieux. Pertanto, in una perversa distorsione del rito sacrificale dell'espiazione, gli ebrei prendono il posto dell'ebreo Gesù: versare il loro sangue, non il suo, lava via ogni peccato. Collocati in tale posizione, gli ebrei vengono posti al di fuori del cerchio della salvezza: colui il cui sangue vi porta la redenzione non è soggetto alla redenzione. Collocare gli ebrei al di fuori del cerchio della salvezza costituisce un nuovo ma inevitabile passo nella loro demonizzazione.
Il culto e la cultura del jihadismo islamico sono al tempo stesso più famelici e più convinti nella loro brama di spargere sangue, a cominciare da quello ebraico. Non solo riecheggiando, ma amplificando l'odio verso gli ebrei cristiani, il senso di malvagità intrinseca dell'ebreo da parte dei jihadisti è parte essenziale della loro pietà. L'appello rivolto da Haj Amin al-Husseini ai musulmani in una trasmissione radiofonica da Berlino il 26 novembre 1942, dopo la sconfitta di Rommel a El Alamein il 4 novembre, illustra questo punto importante: "Sorgete, o figli d'Arabia! Combattete per i vostri sacri diritti! Massacrate gli ebrei ovunque li troviate! Il loro sangue versato è gradito ad Allah!".<ref>Tom Knowlton, "Nazi Roots of Modern Radical Islam", [https://freerepublic.com/focus/news/816232/posts ''Free Republic'', 18 dicembre 2002] (accesso 21/06/25).</ref> A Gerusalemme, l'appello dei musulmani a uccidere gli ebrei risale alle rivolte del 4-5 aprile 1920, quando manifesti nel quartiere musulmano recitavano: "Uccidete gli ebrei. Non c'è punizione per l'uccisione degli ebrei".<ref>David G. Dalin e John F. Rothman, ''Icon of Evil: Hitler’s Mufti and the Rise of Radical Islam'' (New York: Random House, 2008), 13.</ref> Poco prima delle rivolte arabe contro gli ebrei nell'agosto del 1929, quando 133 ebrei furono uccisi e 339 feriti, al-Husseini dichiarò che "chi uccide un ebreo ha un posto assicurato nell'aldilà".<ref>''Ibid.'', 30.</ref> Il 21 gennaio 1944 al-Husseini iniziò le sue trasmissioni radiofoniche per quell'anno dichiarando: "La Germania nazionalsocialista sta combattendo l'ebraismo mondiale. Il Corano dice: ‘Scoprirete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani’. Ci sono anche notevoli somiglianze tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo".<ref>Citato in Chuck Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'' (New York: iUniverse, 2003), 82; cfr. anche Joseph B. Schechtman, ''The Mufti and the Fuehrer: The Rise and Fall of Haj Amin el-Husseini'' (New York: Thomas Yoseloff, 1965), 139.</ref> In una trasmissione trasmessa il 1° marzo 1944, ingiunse agli arabi di "uccidere gli ebrei ovunque li troviate. Questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione".<ref>Citato in Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'', 62.</ref> Preoccupato per la svolta nelle sorti della guerra, al-Husseini scrisse a Himmler il 5 giugno 1944 e di nuovo il 27 luglio 1944, chiedendo al Reichsführer delle SS di fare tutto il possibile per completare lo sterminio degli ebrei.<ref>Serge Trifkovic, ''The Sword of the Prophet: Islam: History, Theology, Impact on the World'' (Boston, MA: Regina Orthodox Press, 2002), 187.</ref>
Mentre i nazisti abbracciano una [[w:volontà di potenza|volontà di potenza]], i jihadisti abbracciano una volontà di morte come mezzo per prendere il potere con il pretesto di esaltare "la Parola della Verità".<ref>Hasan al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna: A Selection from the Majmuat Rasail al-Imam al-Shahid Hasan al-Banna'', trad. Charles Wendell (Berkeley: University of California Press, 1978), 93.</ref> Ciò che santifica la "Parola della Verità" non è la sapienza dei saggi, ma il "sangue dei martiri",<ref>''Ibid.'', 115.</ref> così che più sangue viene versato, più la verità è giustificata. Pertanto, come ogni male, il male del jihadismo islamico si autoalimenta: non può esistere senza un mondo inondato dal sangue dei noncredenti, a cominciare dagli ebrei. Per i jihadisti, che trasformano l'assassino in un martire, è anche un mondo intriso del sangue dei credenti. Pertanto, Sayyid Qutb ingiunge: "Fratello, vai avanti, perché la tua strada è intrisa di sangue. Non voltare la testa né a destra né a sinistra, ma guarda solo al cielo".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 62.</ref> Nel Jihad islamico, il sangue stesso assume quindi un significato metafisico.
Sia gli ideologi nazionalsocialisti che quelli jihadisti islamici fanno riferimento all’''"idra ebraica mondiale"''<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 637.</ref> che avvelena l'umanità. Non si tratta solo di una cospirazione: è un’''idra'', qualcosa di malvagio, velenoso e mostruoso, qualcosa che non può essere fermato, come due teste crescono ovunque se ne tagli una. Solo qualcosa di ''sacro'', solo una guerra santa, solo il Jihad può opporsi a tale male. Il nome del male nell'ideologia nazista e jihadista non è solo l’''ebreo'', ma l’''ebraismo'', che è nel sangue: l'ebraismo è il contagio. Quando Hitler si riferisce al "peccato di sangue", ha in mente molto più che i rapporti sessuali: ''"Il peccato di sangue e la profanazione della razza sono il peccato originale in questo mondo e la fine dell'umanità che vi si arrende"''.<ref>''Ibid.'', 249 (corsivo nell'originale).</ref> Ed è una ''profanazione'', qualcosa di satanico. Il salvatore che compie l'opera del Signore, conducendo una guerra santa contro Satana per amore della redenzione, deve versare sangue ebraico.
A partire dal primo Califfato, sottolinea Hasan al-Banna, i musulmani "combatterono contro l'ingannevole Giudaismo" e "lottarono contro il Cristianesimo", le due principali fonti di contaminazione dell'Islam e del mondo.<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 17.</ref> Il male primordiale, a suo avviso, è l'ebraismo, poiché fu la fonte del contagio del cristianesimo, un contagio che è nel sangue. Questa contaminazione da parte degli ebrei è ciò che rende l'umanità non-musulmana inferiore ai credenti maestri: a differenza dei musulmani, sono stati infettati dal contagio ebraico. Gli ebrei, quindi, sono il male che affligge l'umanità, e il contagio del male è nel loro sangue impuro. Dice Qutb: "L'obiettivo [degli ebrei] è chiaramente mostrato dai ''Protocolli [dei Savi di Sion]''. Gli ebrei sono dietro il materialismo, la sessualità animale, la distruzione della famiglia e la dissoluzione della società. Tra questi, i principali sono Marx, Freud, Durkheim e l'ebreo Jean-Paul Sartre".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 159.</ref> La soluzione per sradicare questo male è l'Islam: "La loro è una natura malvagia, piena di odio per l'Islam, il suo Profeta e i suoi seguaci... Il nostro mondo moderno non sarà salvato da questa natura malvagia se non dall'Islam".<ref>Sayyid Qutb, ''In the Shade of the Quran'', trad. M. A. Salahi e A. A. Shamis (Alexandria, VA: Al Saadawi Publications, 1997), 220–221.</ref> Non può esserci riabilitazione di una "natura malvagia": come ogni malattia, deve essere totalmente sradicata. Senza lo sradicamento del popolo ebraico, non può esserci redenzione: l'antisemitismo sterminazionista è, nella sua essenza, un antisemitismo redentore.
=== Redenzione: il fascino essenziale dell'antisemitismo ===
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{{Immagine grande|Treblinka's Memorial in Winter.JPG|1010px|Memoriale a [[w:Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]]: ciascuna pietra sul terreno rappresenta una città la cui popolazione ebraica fu annientata nel campo di sterminio}}
== Note ==
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}}
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[[Categoria:Connessioni|Capitolo 6]]
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[[File:Eduard Bendemann- Die trauernden Juden im Exil um 1832.jpg|740px|center|Jews Mourning in Exile, by Eduard Bendemann (1832)]]
== Parola, Sangue, Redenzione: l'essenza dell'antisemitismo ==
Ora che abbiamo compreso il ''Perché'' dell'antisemitismo, passiamo alla questione della sua essenza. Che sia teologico o ideologico, il quadro dell'antisemitismo sistematico e istituzionale richiede l'appropriazione o la rimozione della Parola Sacra, la Parola di Verità, affinché abbia l'ultima parola. Analogamente, deve esserci un'appropriazione dell'anima in vista della purificazione del corpo dei credenti o del corpo politico, che assume la forma dell'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]], dello spargimento e purificazione del sangue. Infine, l'appropriazione della Parola e lo spargimento di sangue consentono all'antisemita di determinare il progetto di redenzione, che risieda nell'ingresso dell'anima in un paradiso celeste o nell'ingresso del popolo in un'utopia terrena. In questo Capitolo, quindi, mostrerò che l'essenza dell'antisemitismo, così come rivelata nella sua storia, si manifesta in tre modi fondamentali, ognuno dei quali è legato all'altro: l'appropriazione della Parola, lo spargimento di sangue e la determinazione della redenzione.
=== L'appropriazione della parola ===
"There was among the pagans", osserva [[:en:w:Robert Michael (historian)|Robert Michael]], "no belief or feeling that eternal salvation depended on hating Jews. There was no array of theological ideas supporting, justifying, legitimizing, and sanctifying anti-Jewish hostilities".<ref>Robert Michael, ''Holy Hatred: Christianity, Antisemitism, and the Holocaust'' (New York: Palgrave Macmillan, 2006), 16.</ref> I pagani non avevano Scritture, nessuna Parola che fosse in principio (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|1:1}}), nessuna Parola che fosse la Via, la Verità e la Vita (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}). ''Santificare'', tuttavia, significa rendere qualcosa sacro, in modo da collocare l'odio per gli ebrei in una categoria che trascende le contingenze ontologiche. Una volta santificato l'odio per gli ebrei, l'ebreo viene inserito in una categoria metafisica, che richiede l'appropriazione della Parola agiografica, la Parola Santa, in modo tale da sostituire, eclissare e altrimenti ovviare alle Scritture ebraiche degli ebrei, scritte nella lingua del Santo.
L'[[w:lingua ebraica|ebraico]] è il ''Lashon HaKodesh'', la "Lingua Santa", per diverse ragioni. Il Rebbe di Piaseczna, Rabbi [[:en:w:Kalonymus Kalman Shapira|Kalonymos Kalmish Shapira]], paragona la santità dell'ebraico alla santità dello Shabbat: così come lo Shabbat conferisce significato e santità agli altri giorni della settimana, così la lingua ebraica conferisce significato e santità alle altre lingue dell'umanità.<ref>Cfr. Kalonymos Kalmish Shapira, ''Sacred Fire: Torah from the Years of Fury 1939–1942'', trad. J. Hershy Worch, ed. Deborah Miller (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 46–47.</ref> L'attacco alla Parola, la privazione delle parole del loro significato, fu uno dei principali mezzi utilizzati dai nazisti per attaccare il Santo. Come ricorda [[:en:w:Sara Nomberg-Przytyk|Sara Nomberg-Przytyk]] (1915-1990) nelle sue memorie, "the new set of meanings that the Nazis imposed on words provided the best evidence of the devastation that Auschwitz created".<ref>Sara Nomberg-Przytyk, Auschwitz: True Tales from a Grotesque Land, trans. Roslyn Hirsch (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1985), 72.</ref> La Parola che subì l'attacco radicale dei nazisti fu la Parola Ebraica: mentre i nazisti lasciarono intatte le traduzioni tedesche della Bibbia, bruciarono le Bibbie ebraiche.<ref>Cfr. Alon Confino, "Why Did the Nazis Burn the Hebrew Bible? Nazi Germany, Representations of the Past, and the Holocaust", ''The Journal of Modern History'', 84 (giugno 2012): 369–400.</ref>
L'intuizione di Rabbi Shapira affonda le sue radici in un insegnamento del saggio talmudico [[:en:w:Johanan bar Nappaha|Rabbi Yochanan]], il quale sostiene che quando Dio creò i cieli e la terra, la Sua prima parola si divise in settanta scintille. Da quelle settanta scintille emersero le settanta lingue del mondo (''Shabbat'' 88b). Il ''Midrash'' sui Salmi contiene una variazione su questo tema: "Quando il Santo, benedetto Egli sia, emanò la Parola Divina, la voce si divise in sette voci e dalle sette voci passò nelle settanta lingue delle settanta nazioni" (''Midrash Tehilim'' 2.68.6). La lingua che accende le settanta lingue delle settanta nazioni è il ''Lashon HaKodesh''. "Poiché tutte le settanta lingue fluiscono dalla lingua santa", afferma Rabbi [[:en:w:Yehudah Aryeh Leib Alter|Yehudah Leib Alter di Ger]], il grande saggio chassidico del diciannovesimo secolo. "È la Torah che dà vita a tutte quelle lingue".<ref>Yehudah Leib Alter, ''The Language of Truth: The Torah Commentary of the Sefat Emet'', trad. {{en}} Arthur Green (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1998), 62.</ref> Quella scintilla di vita che scaturisce dalla Parola Divina è ciò che infonde significato nel linguaggio.
L'ebraico non è quindi solo una delle lingue delle nazioni; piuttosto, in quanto veicolo della voce divina, precede tali lingue. Infatti, secondo un antico testo mistico, il ''Sefer Yetzirah (Il Libro della Creazione)'', i trentadue riferimenti a Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle dieci ''sefirot'' e alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico (''Sefer Yetzirah'' 1:1). Michael Munk sottolinea un ulteriore insegnamento: "That the twenty-two letters of the ''Aleph-Bais'' [alphabet] were used to create the world is alluded to by the ''gematria'' [numerical value] of the first three words of the Torah ''bereshit bara Elokim'', ‘in the beginning God created’ (1202), which is the same as the ''gematria'' of ''bekh”v otiot bara'', ‘with 22 letters He created’ the world".<ref>Michael L. Munk, ''The Wisdom in the Hebrew Alphabet: The Sacred Letters as a Guide to Jewish Deed and Thought'' (Brooklyn, NY: Mesorah, 1983), 222.</ref> Pertanto, la tradizione vuole che l'ebraico sia più antico della creazione stessa, poiché è la materia stessa della creazione. A dimostrazione di ciò, il Talmud racconta che il giorno prima che il Faraone nominasse Giuseppe a governare l'Egitto, gli disse che lo avrebbe messo alla prova la mattina seguente per vedere se conosceva le settanta lingue delle settanta nazioni, così da poter possedere la saggezza necessaria per governare. Quella notte l'angelo Gabriele venne e insegnò a Giuseppe le settanta lingue, così che potesse dimostrare al Faraone di conoscerle tutte, più una: l'ebraico. E il Faraone gli chiese di non rivelare di conoscere una lingua in più rispetto al Faraone (''Sotah'' 33a; cfr. anche Bachya ben Asher su Numeri 19:2).
Da un punto di vista metafisico ebraico, l'ebraico non è ''nel'' mondo; piuttosto, il mondo – tutto il cielo e la terra – è racchiuso nella lingua ebraica, cosicché qui l'appropriazione della Parola agiografica è un'appropriazione della creazione e della realtà stessa. Il Baal Shem Tov insegna che in ogni lettera "ci sono mondi, anime e poteri divini che si interconnettono e si uniscono" (''Keter Shem Tov'' 1). Così, dice il Baal Shem, nelle lettere della Torah dimora la Luce vivente dell'Uno Infinito; quella luce è la sostanza delle nostre vite e del nostro apprendimento (cfr. ''Keter Shem Tov'' 96). Come ci avviciniamo a quella luce? Attraverso la Lingua Sacra. [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]] spiega che ciascuna delle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico possiede tre poteri creativi noti come ''koach'' o "energia", ''chiyut'' o "vita" e ''or'' "luce", corrispondenti rispettivamente alla materia fisica, alla materia organica e all'anima. Le lettere ebraiche, afferma Rabbi Ginsburgh, funzionano come "i mattoni energetici di tutta la realtà; come la manifestazione del battito vitale interiore che permea l'universo nel suo insieme e ciascuna delle sue singole creature...; e come i canali che dirigono l'afflusso della Rivelazione Divina nella coscienza creata".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Judaism Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 2–3.</ref> L'appropriazione della Parola che caratterizza l'essenza dell'antisemitismo comporta l'appropriazione della coscienza.
"L'anima", insegna [[w:Abraham Isaac Kook|Abraham Isaac Kook]], "è piena di lettere [ebraiche] che abbondano della luce della vita, dell'intelletto e della volontà, di uno spirito di visione e di un'esistenza completa".<ref>Abraham Isaac Kook, ''Orot'', trad. Bezalel Naor (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1993), 93.</ref> E il cabalista del XIII secolo [[Abraham Abulafia]] (1240 – ca. 1291) afferma che "le lettere sono senza dubbio la radice di ogni saggezza e conoscenza".<ref>Citato in Moshe Idel, ''The Mystical Experience in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1988), 101. Cfr. anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]'' (2022).</ref> Racchiuso tra le lettere c'è l'eloquente silenzio che precede e riverbera in quello che [[w:Martin Buber|Martin Buber]] chiama "il silenzio di tutte le lingue".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 89.</ref> L'ebraico è la lingua che conferisce un significato trascendente al linguaggio. Pertanto è la lingua che l'antisemita deve cancellare o appropriarsi. Quando Dio parla sul Monte Sinai, parla Torah; se Egli parla ebraico, allora anche quello è Torah. Quindi l'ebraico è la Lingua Santa non perché la Torah sia scritta in ebraico, ma piuttosto la Torah è scritta in ebraico perché è la Lingua Santa, la lingua di ciò che il Midrash chiama fuoco nero su fuoco bianco (''Devarim Rabbah'' 3:12), sia come mezzo che come messaggio. Lo ''[[Zohar]]'' descrive la Torah come il progetto – l'anima e la sostanza – di tutta la creazione: quattro volte, dice Rabbi Shimon, il Santo guardò nella Torah prima di iniziare la Sua opera di creazione (''Zohar'' I, 5a; cfr. anche ''Bereshit Rabbah'' 1:1; ''Tanchuma Bereshit'' 1).
Poiché la Torah si riveste di abiti ebraici, la sua forma e la sua sostanza sono un tutt'uno: la lingua ebraica stessa è parte della rivelazione che è la Torah. L'ebraico deriva la sua santità non dal fatto di essere la lingua della Scrittura, ma dal suo status di fondamento primordiale della verità e del significato della creazione – di conseguenza diventa la lingua della Scrittura, la Parola agiografica di cui l'antisemita deve appropriarsi. "All'ebraico", dice Judah Halevi (ca. 1075-1141), "appartiene il primo posto, sia per quanto riguarda la ''natura della lingua'', sia per quanto riguarda la ''pienezza dei significati''" (''Kitav al-khazari'' 2:66, corsivo aggiunto). E l'ebraico, la Parola agiografica, è il primo bersaglio dell'antisemita, sia teologicamente che ideologicamente. Non c'è insegnamento e testimonianza ebraica che non sia guidata dalla Lingua Sacra, la lingua della Scrittura. Pertanto, l'antisemita deve istituire una nuova Scrittura che sostituisca o ovvii alla testimonianza scritturale del popolo ebraico.
[[Emmanuel Levinas]] sottolinea un punto importante a questo proposito. "Non conosciamo più la differenza che distingue il Libro dalla documentazione", lamenta:
{{citazione|In the former there is an inspiration purified of all the vicissitudes and all the “experiences” that had been its occasion, offering itself as Scripture whereby each soul is called to exegesis, which is both regulated by the rigorous reading of the text and by the unicity – unique in all eternity – of its own contribution, which is also its discovery, the soul’s share.|[[Emmanuel Levinas]], ''New Talmudic Readings'', trad. {{Lingue|en}} Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1999), 75–76}}
Ecco perché l'antisemita deve appropriarsi della Parola agiografica nel suo assalto non solo al corpo dell'ebreo, ma anche all'anima dell'ebreo e, per estensione, all'anima di ogni essere umano. Nel corso dei secoli, l'appropriazione antisemita della Parola ha assunto una varietà di forme, a partire dal progetto dei Padri della Chiesa di degiudaizzare il cristianesimo. Questo inizia con la traduzione dei testi sacri dall'ebraico al latino da parte di [[w:San Girolamo|Girolamo]] (342/7-420) tra il 390 e il 405, un'iniziativa che coincise con l'istituzione del cristianesimo come religione ufficiale dell'autorità romana nel 380: la lingua del potere e la lingua della Scrittura divennero la stessa cosa. Nei secoli successivi, relativamente pochi teologi cristiani studiarono effettivamente le Scritture in ebraico, ma si affidarono piuttosto alla ''[[w:Vulgata|Vulgata]]'', così che nella Chiesa romana il latino soppiantò l'ebraico come nuova Lingua Sacra,<ref>1Cfr. Andrew Cain e Josef Lössl, eds., ''Jerome of Stridon: His Life, Writings and Legacy'' (Farnham: Ashgate Publishing, 2009), 124–125.</ref> la lingua della Scrittura e la lingua della preghiera. Questa iniziativa è essenziale per il superamento e sostituzione dell'ebraismo.
Questa degiudaizzazione delle Scritture ebraiche comporta non solo l'appropriazione delle Scritture, ma anche la santificazione degli insegnamenti dei santi, che diventano essi stessi parte della nuova Parola agiografica. Nel quarto secolo Giovanni Crisostomo (347–407) descrisse il giudaizzare come una "malattia"<ref>{{en}}John Chrysostom, ''Discourses Against Judaizing Christians'', trad. Paul W. Harkins (Washington, DC: Catholic University Press of America, 1979), 15.</ref> (un tropo antisemita da affrontare in relazione al sangue), e il suo contemporaneo Girolamo "scrisse ad Agostino che se agli ebrei convertiti fosse stato permesso di praticare anche un solo frammento della loro precedente religione, ‘non diventeranno cristiani, ma ci renderanno ebrei... Le cerimonie degli ebrei sono perniciose e mortali; e chiunque le osservi, sia ebreo che gentile, è caduto nella fossa del diavolo’".<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 21.</ref> In effetti, Agostino (354–430) sosteneva che i cristiani che osservavano anche il più piccolo dei rituali ebraici erano eretici (ci si chiede se questo includesse Gesù e i suoi discepoli!).<ref>Citato in ''ibid.'', 29.</ref> Il [[w:Concilio di Antiochia (341)|Concilio di Antiochia]] (341), inoltre, proibì ai cristiani di celebrare la Pesach (Pasqua) e il [[w:Sinodo di Laodicea|Concilio di Laodicea]] (363-364) proibì ai cristiani di osservare il Sabbath ebraico.<ref>Cfr. Dan Cohn-Sherbok, ''Anti-Semitism'' (Stroud: The History Press, 2002), 48.</ref> Secoli dopo il giudaizzare sarebbe divenuto l'eresia principale presa di mira dall'Inquisizione spagnola (1478-1834); secondo [[w:Henry Kamen|Henry Kamen]], delle oltre duemila persone sottoposte ad ''autodafé'' tra il 1480 e il 1530, circa il 99,3 per cento erano cosiddetti cripto-ebrei.<ref>Henry Kamen, ''The Spanish Inquisition: A Historical Revision'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1998), 60.</ref>
Nel 1534 [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546) completò la traduzione della Bibbia ebraica in tedesco, un progetto simile di appropriazione della Parola per adattarla al suo programma antisemita, che chiarisce in ''[[w:Degli ebrei e delle loro menzogne|Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (1543):
{{citazione|[Sono] passati millecinquecento anni da quando Vespasiano e Tito distrussero Gerusalemme ed espulsero gli ebrei dalla città... Un'ira così spietata di Dio è prova sufficiente che essi hanno sicuramente errato e si sono sviati... Infatti non si osa considerare Dio così crudele da punire il suo popolo tanto a lungo, così terribilmente, così spietatamente, e per di più tacere, confortandolo né con parole né con fatti, e non fissando alcun limite di tempo né alcuna fine... Pertanto quest'opera d'ira è la prova che gli ebrei, sicuramente rigettati da Dio, non sono più il suo popolo, e neppure lui è più il loro Dio.|{{en}}Martin Luther, ''On the Jews and Their Lies'', 1543, mia trad.}}
Se Egli non è più il loro Dio, allora la Santa Parola non è più la loro Parola; né, per il Riformatore, la Parola della Vulgata è più la Santa Parola. Da qui la necessità di una nuova traduzione, in cui è incastonata una nuova dispensazione. Con la nuova dispensazione che accompagna la nuova appropriazione della Parola giunge una nuova ascesa al Trono del Giudizio Divino. Colui che detiene la chiave della salvezza infligge anche dannazione, e colui che infligge dannazione inevitabilmente infligge morte, a cominciare dagli ebrei. Nel suo ''Von Schem Hemphoras'' (1543), Lutero scrisse che "il Dio degli ebrei è il diavolo".<ref>Citato in Michael, ''Holy Hatred'', 111.</ref> In quanto coloro il cui Dio è il diavolo, gli ebrei sono l'antitesi di coloro il cui padre è Dio; in quanto incarnazione dell'Anticristo, devono necessariamente rifiutare il Cristo. Il loro disprezzo per l'evidente verità della Parola appropriata li rende non solo spregevoli, ma i nemici per eccellenza della Verità, i figli del Padre della Menzogna. Poiché gli ebrei sono seguaci del Padre della Menzogna, Hitler proclama che "l’intera esistenza di questo popolo [gli ebrei]... si basa su una menzogna continua", un’affermazione la cui verità, dice il Führer, è dimostrata da un altro testo che eclissa la Parola: ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|I Protocolli dei Savi di Sion]]'' (vedi sotto).<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 307. Mia trad. {{it}}.</ref>
L'Islam intraprende la propria appropriazione della Parola agiografica, la Parola di Verità, non attraverso una traduzione della Bibbia ebraica in arabo, ma sostituendo la falsa Bibbia ebraica con la vera Bibbia, la vera Parola dell'Islam: il Corano. "Questo è il Libro!" dice il Profeta ([https://sufi.it/il-sacro-corano/2-surat-al-baqara/ 2:2]).<ref>Cfr. ''The Clear Quran'', trad. Mustafa Khattab (Lombard, IL: Book of Signs Foundation, 2016). In italiano cfr. ''[https://sufi.it/il-sacro-corano/ Il Sacro Corano]''.</ref> Poiché il Corano è il Libro, la Sacra Parola di Verità, le Scritture degli ebrei e dei cristiani sono piene di menzogne. "I malfattori [gli ebrei] alterarono le parole che era stato loro comandato di dire" (2:59).<ref>''Ibid.''</ref> E: "In verità, c'è tra loro [gli ebrei] un gruppo che altera la Scrittura con le loro lingue, così che tu possa pensare che provenga dalla Scrittura, ma non è dalla Scrittura. E dicono: "Questo viene da Allah", ma non viene da Allah. E dicono falsità contro Allah" ([https://sufi.it/il-sacro-corano/3-surat-al-imran/ 3:78]).<ref>Cfr. anche {{en}}''The Quran'', trad. Saheeh International (Lake City, MN: Saheeh International, 1997).</ref> Come corruttori della legge e degli insegnamenti di Allah, afferma il principale ideologo dei Fratelli Musulmani e del Jihad Islamico Sayyid Qutb, “i Figli di Israele, sia prima che dopo Mosè, macchiarono e pervertirono il suo messaggio”.<ref>Sayyid Qutb, ''Basic Principles of the Islamic Worldview'', traf. Rami David, prefazione di Hamid Algar (North Haledon, NJ: Islamic Publications International, 2006), 207.</ref> ''Prima'' di Mosè, ''prima'' della rivelazione della Parola sul Monte Sinai, gli ebrei pervertono la Parola Santa perché tale malvagità è la loro essenza: pervertono il messaggio prima che ci sia un messaggio.
Nella tradizione ebraica, la ''Mishnah'', il ''Midrash'' e la ''[[Kabbalah]]'' costituiscono quella che è nota come Torah Orale. L'Islam ha una tradizione orale sacra simile negli Hadith, che comprende insegnamenti basati sulle parole e le azioni del Profeta che non fanno parte del Corano. Il primo compilatore noto di tradizioni tratte dagli Hadith è [[:en:w:Abd Allah ibn al-Mubarak|Abdallah ibn al-Mubarak]] (m. 797).<ref>Cfr. David Cook, ''Understanding Jihad'' (Berkeley: University of California Press, 2005), 14.</ref> Le sei principali raccolte che compongono gli Hadith sono Sahih al-Bukhari, compilata da Muhammad ibn Ismail al-Bukhari (810-70); Sahih Muslim, raccolta da Muslim ibn al-Hajjaj (821-75); Sunan Abu Daud, raccolta da Abu Daud al-Sijistani (817-88); Sunan al-Tirmidi, messa insieme da 'Isa Muhammad ibn 'Isa al-Tirmidi (824-92); Sunan Ibn Majah, raccolta da Muhammad ibn Yazid ibn Majah (824-87); e Sunan al-Nasai, compilata da Ahmad ibn al-Nasai (829-915). Questi testi sono secondi solo al Corano come fonti autorevoli su cosa credere e come vivere; anch'essi appartengono alla Parola agiografica di cui l'Islam si è appropriato.
Lo studioso musulmano [[:en:w:Khaleel Mohammed|Khaleel Mohammed]] spiega che l'Hadith è la fonte primaria degli insegnamenti islamici più antisemiti, al punto che, basandosi solo sull'Hadith, l'odio per gli ebrei sembrerebbe essere un principio fondamentale dell'Islam.<ref>Khaleel Mohammed, “Antisemitism in Islamic Texts and Traditions,” ''lecture given at the University of Memphis, March 14, 2007''.</ref> Nell'Hadith, ad esempio, troviamo l'insegnamento che "l'ultima ora non arriverà a meno che i musulmani non combattano contro gli ebrei e i musulmani non li uccidano finché gli ebrei non si nascondano dietro una pietra o un albero e una pietra o un albero non dicano: musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo" (''Sahih Muslim'', Libro 41, Numero 6985).<ref>Citato in David Aaron, ''In Their Own Words: Voices of Jihad'' (Santa Monica, CA: Rand Corporation, 2008), 43–44.</ref> La natura stessa vomita gli ebrei nel processo di redenzione dell'umanità. Perché? Perché gli ebrei non rappresentano una menzogna o una falsità qualsiasi, ma una menzogna che gli ebrei spacciano per la Sacra Parola di Dio, una menzogna che mina la creazione stessa. Pertanto non può esserci posto per gli ebrei nella creazione di Dio. Condurre una guerra santa contro gli ebrei significa condurre una guerra per amore della Verità Divina. Gli ebrei, dichiara Sayyid Qutb, sono "falsificatori della Verità Divina".<ref>Citato in Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987), 2, 7.</ref> Se si ama la verità e si odia la menzogna, allora l'odio per gli ebrei è un segno di rettitudine. Lo scopo dell'appropriazione della Parola agiografica, quindi, è giustificare l'odio per gli ebrei, fornirgli una sanzione divina, rendendolo qualcosa di santo e gradito a Dio.
L'appropriazione islamica della Parola nella sua forma jihadista è esemplificata nella [[:en:w:1988 Hamas charter|Carta di Hamas]], nota come Carta di Allah, con l'implicazione che Hamas ''sia'' Allah (che verrà esaminata in dettaglio nel [[Connessioni/Capitolo 8|Capitolo 8]]). La Carta di Allah invoca tre categorie di testi probatori per dimostrare la veridicità del manifesto, tutti e tre i quali rappresentano un'appropriazione della Parola agiografica: il Corano, gli Hadith e i ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'', la famigerata falsificazione di appunti presumibilmente presi in una riunione segreta dei leader dell'ebraismo globale che complottavano per conquistare il mondo.
[[File:The Protocols of the Elders of Zion by Nilus (1912) - cleaned.jpg|200|right|thumb|Edizione russa dei ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|Protocolli]]'' del 1912]]
''I Protocolli'' videro la luce per la prima volta nel 1903 su ''Znamya (La Bandiera)'', un giornale antisemita pubblicato a San Pietroburgo. "Agenti dei servizi segreti russi sotto la guida di Pëtr Ivanovič Račkovskij [1853-1910]", spiega Stephen Atkins, "plagiarono due opere – ''Biarritz'' (1868) di Hermann Goedsche [1815-1878] e ''A Dialogue in Hell: Conversations between Machiavelli and Montesquieu about Power and Right'' (1864) di Maurice Joly [1829-1878] – per produrre la versione finale dei ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'' [come è anche noto] tra il 1897 e il 1899".<ref>Stephen E. Atkins, ''Holocaust Denial as an International Movement'' (Westport, CT: Praeger, 2009), 16.</ref> Poco dopo la loro comparsa su ''Znamya'', il giurista russo Sergej Aleksandrovič Nilus (1863-1929) assunse la direzione della pubblicazione e della diffusione dei ''Protocolli''.
Il Primo Protocollo dichiara che, in quanto incarnazione del male, gli ebrei sono decisi a sradicare "l'alto carattere morale: franchezza, onore, onestà".<ref>"Protocols of the Elders of Zion", in Richard S. Levy, ''Antisemitism in the Modern World: An Anthology of Texts'' (Lexington, MA: D. C. Heath and Company, 1991), 152.</ref> Gli ebrei portano avanti questo nefasto progetto corrompendo la cultura e plasmando l'opinione pubblica. "Attraverso la stampa", afferma il Secondo Protocollo, "otteniamo influenza ma rimaniamo nell'ombra",<ref>''Ibid.'', 156.</ref> atroci e nascosti. Nascosti nell'ombra, gli ebrei manipolano i registri del mondo: "Con l'aiuto dell'oro, che controlliamo completamente, e con i metodi subdoli a nostra disposizione, provocheremo una crisi economica universale".<ref>''Ibid.'', 159</ref> Interessati solo al loro potere, gli ebrei sono i veri razzisti, che considerano i non-ebrei come "un gregge di pecore castrate" e se stessi come "i lupi", che naturalmente predano le pecore, non apertamente ma segretamente infiltrandosi nei governi e nelle organizzazioni segrete come la Massoneria.<ref>''Ibid.'', 161.</ref> Una volta ottenuto il controllo, il loro piano è quello di eliminare chiunque si opponga a loro.<ref>''Ibid.'', 164.</ref> Così nei ''Protocolli'', la Parola agiografica laica, vediamo proiettati sugli ebrei tutti i classici tropi dell'antisemitismo: sono la più grande minaccia alla società morale, decisi a un governo totalitario, decisi ad accumulare la ricchezza del mondo, i sinistri manipolatori del pensiero stesso.
La stragrande maggioranza dei promotori tedeschi dei ''Protocolli'' erano professori universitari e intellettuali culturali,<ref>Michael Mack, ''German Idealism and the Jew: The Inner Anti-Semitism of Philosophy and German Jewish Responses'' (Chicago: University of Chicago Press, 2003), 170.</ref> il cui pensiero derivava dall'idealismo tedesco o dal Volkismo tedesco, guidati da un modo di pensare che non poteva che categorizzare gli ebrei come la più grande di tutte le minacce possibili: il male dell'ebreo è l'essenza dell'ebreo. Nella sua appropriazione filosofica, politica e culturale della Parola agiografica, l'antisemitismo si basa sul pensare in termini di essenza, e non in termini di un nome o di un fatto temporalmente determinato. "I termini della vita", afferma [[Franz Rosenzweig]], "non sono ‘essenziali’ ma ‘reali’; non riguardano l’‘essenza’ ma il ‘fatto’. Ciononostante, la parola del filosofo rimane ‘essenziale’. Cedendo allo stupore, fermandosi e trascurando le operazioni della realtà, egli si costringe a ritirarsi e si limita ad affrontare l'essenza",<ref>Franz Rosenzweig, ''Understanding the Sick and the Healthy'', trad. Nahum Glatzer (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1999), 42.</ref> che è senza volto. Lo spirito universale genera una collettività cieca al volto e perciò totalitaria, e il totalitarismo si fonda sull'appropriazione della Parola.
L'antisemitismo laico dei ''Protocolli'', con la sua promulgazione della cospirazione ebraica mondiale, ha i suoi precedenti nell'antisemitismo cristiano. Nel XII secolo, Teobaldo di Cambridge (ca. 1090-1161) sosteneva che ogni anno gli ebrei convocassero un consiglio segreto di rabbini per scegliere un bambino cristiano da sacrificare.<ref>Cfr. Dennis Prager e Joseph Telushkin, ''Why the Jews? The Reason for Antisemitism'' (New York: Simon & Schuster, 2003), 82.</ref> Nel 1307 si affermò che gli ebrei cospirassero con il re Muhammad I di Tunisi per sterminare i cristiani avvelenando tutti i pozzi.<ref>Cfr. Edward H. Flannery, ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Anti-Semitism'' (New York:Macmillan, 1965), 107–108.</ref> Gli ebrei, in altre parole, rappresentavano un male pervasivo e invisibile che minacciava l'intera umanità. Qui troviamo un legame tra l'appropriazione della Parola e la diffamazione del sangue, in cui gli ebrei non solo consumano il sangue, ma avvelenano anche la linfa vitale del mondo. In questo modo, lo spargimento di sangue ebraico viene santificato.
=== Consumare, versare e purificare il sangue ===
L'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]] è al tempo stesso antica e moderna. Nei suoi commenti sui pagani Democrito, Manetone, Apione e Tacito, Robert Michael osserva che tutti accusavano gli ebrei di consumare il sangue dei non-ebrei nei loro rituali del Tempio.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 16.</ref> Potevano concepire tali riti, tuttavia, solo in termini pagani, e non nei termini teologici che accompagnavano l'accusa di omicidio di Dio. Con l'avvento del cristianesimo, l'accusa del sangue assunse dimensioni teologiche e fu associata all'omicidio rituale di Dio; non solo gli ebrei assassinavano i bambini cristiani, gli agnelli immacolati, ma li crocifiggevano in una rievocazione ritualizzata dell'uccisione di Cristo. Alla base dell'accusa del sangue, come suggerito nel Capitolo precedente, c'è il desiderio del cristiano di liberarsi dal compito che Cristo gli avrebbe imposto. Perché? Perché Gesù è l'ebreo completo che annuncia l'infinita responsabilità di ciascuno per tutti. Egli non prende il nostro posto sulla croce, ma ci chiama alla croce come sostituto ultimo del nostro prossimo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» ({{passo biblico2|Gv|15:12-14}}). Senza questa sostituzione non può esserci alcun significato, alcuna importanza nella vita; senza questa sostituzione l'anima è perduta.
Levinas spiega: "Vulnerabilità, esposizione all’oltraggio, alle ferite, passività più passiva di ogni pazienza, passività dell’accusativo, trauma dell’accusa sofferto da un ostaggio fino alla persecuzione, che implica l’identità dell’ostaggio che si sostituisce agli altri... È una sostituzione con un altro, uno al posto di un altro, espiazione".<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 14–15.</ref> Comandando con l’esempio, l’ebreo Gesù chiama ciascuno di noi a una sostituzione radicalissima, all’espiazione per i peccati dell’altro. Questa espiazione per l’altro è la via singolare verso la propria redenzione. È l’opposto della "redenzione" acquistata a prezzo di spargimento di sangue, dove l’omicidio si trasforma in "martirio". Se l’ebreo Gesù ci "salva", non è attraverso il suo sangue, ma attraverso il suo insegnamento sulla nostra infinita responsabilità verso e per l’altro, fino alla morte, un insegnamento che egli trasmette con l’esempio. E noi vogliamo ucciderlo, l’ebreo, per questo.
L'unica appropriazione del Divino che potrebbe eccedere l'assassinio di Dio sarebbe il consumo di Dio, il diventare Dio rendendo Dio parte di sé stessi nell'apoteosi suprema del sé. In fondo, la calunnia del sangue, l'affermazione che gli ebrei uccidono i bambini e ne consumano il sangue, è l'accusa che gli ebrei si approprino di Cristo assorbendo in sé colui che è simile a Cristo. Nella calunnia del sangue vediamo una cupa perversione del Sacramento dell'Eucaristia, mediante la quale il credente consuma il sangue e il corpo di Cristo – in un atto non solo di appropriazione, ma di assorbimento. Quando l'antisemita proietta questo consumo di sangue sull'ebreo nella forma della calunnia del sangue, ciò esprime in effetti il suo desiderio di essere come Dio uccidendoLo e consumandoLo. Questa associazione eucaristica sottolinea la natura ritualizzata di questo assassinio; in effetti, non è presentato esattamente come un omicidio, ma come una sorta di sacrificio di sangue satanico, sancito non dal Santo ma dal Maligno.
Nel XIV secolo il rituale fu associato all'osservanza della Pasqua ebraica (Pesach), che è il periodo della Crocifissione. Anche in questo caso, l'accusa di profanazione dell'ostia – prendere il pane sacro della comunione e profanarlo, persino conficcandovi dei chiodi – è associata alla calunnia del sangue come rievocazione dell'omicidio e della consumazione di Dio. Nel 1298, ad esempio, a Röttingen si vociferava che degli ebrei avessero profanato l'ostia, dopodiché, guidati da un nobile tedesco di nome Rindfleisch, gli ''Judenschächter'' o "massacratori di ebrei" uccisero {{FORMATNUM:100000}} ebrei in Germania e distrussero 140 comunità.<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 106–107.</ref> L'accusa persiste nell'epoca moderna. Nel 1881 la rivista vaticana ''[[w:La Civiltà Cattolica|Civiltà Cattolica]]'' tentò di dimostrare che l'omicidio rituale era parte integrante dell'ebraismo; gran parte della loro affermazione si basava sul lavoro del teologo cattolico tedesco August Rohling (1839–1931),<ref>Cfr. Bernard Lewis, ''Semites and Anti-Semites: An Inquiry into Conflict and Prejudice'' (New York: W. W. Norton, 1999), 106–107.</ref> che attribuiva agli ebrei l’insegnamento secondo cui "chiunque versi il sangue di un empio [cioè un non-ebreo] porta in tal modo un’offerta sacrificale a Dio”.<ref>August Rohling, ''Der Talmudjude'', 4a ed. (Münster: Adolph Russell’s Verlag, 1872), 41; mia trad.</ref> A dire il vero, secondo Robert Michael tra il 1880 e il 1945 ci furono tanti casi di accuse del sangue quanti ce ne furono durante l’intero Medioevo.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 170.</ref>
Con l'avvento della modernità, l'attingere alle tradizionali manifestazioni cristiane della calunnia del sangue divenne naturale per gran parte del mondo musulmano. L'affare di Damasco del 1840, quando otto ebrei della città furono accusati di omicidio rituale in seguito alla scomparsa del monaco cappuccino Padre Thomas,<ref>Cfr. Jonathan Frankel, ''The Damascus Affair: “Ritual Murder,” Politics, and the Jews in 1840'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1997).</ref> è forse il più famigerato, ma non fu l'unico. C'erano già stati casi ad Hama (1829), Beirut (1824) e Antiochia (1826); nel 1872 ci fu un pogrom contro gli ebrei di Smirne in seguito all'ennesima calunnia del sangue.<ref>Cfr. Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 787.</ref> La calunnia continua ancora oggi. Il 24 aprile 1970 la radio Fatah riferì che i sionisti stavano rapendo bambini dalle strade per prelevarne il sangue. Nel 1983 l’ex ministro della Difesa siriano [[w:Mustafa Tlass|Mustafa Tlas]] (1932–2017) pubblicò un libro intitolato ''[[:en:w:Mustafa Tlass#The Matzah of Zion|The Matzah of Sion]]'', in cui sosteneva che gli ebrei uccidono i bambini per ottenere il sangue per la [[w:matzah|matzah]] di [[w:Pesach|Pesach]].<ref>Cfr. Barry Rubin, ''Revolution Until Victory? The Politics and History of the PLO'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1994), 125.</ref> Un anno dopo, in una conferenza della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla tolleranza religiosa, il rappresentante saudita Dr. Maruf al-Dawalibi (1909–2004) affermò: "Se un ebreo non beve ogni anno il sangue di un uomo non ebreo, allora sarà dannato per tutta l’eternità".<ref>Cfr. Lewis, ''Semites and Anti-Semites'', 194.</ref> Nel 2002 il Dr. Umayma Ahmad al-Jalahma della King Faisal University pubblicò un articolo sul quotidiano saudita ''Al-Riyadh'' accusando gli ebrei della diffamazione del sangue.<ref>Cfr. Kenneth R. Timmerman, ''Preachers of Hate: Islam and the War on America'' (New York: Three Rivers Press, 2004), 74–76.</ref> Nel 2003 una società cinematografica privata siriana produsse una serie intitolata ''Ash-Shatat (La diaspora)'', che era basata in parte sui famigerati ''Protocolli dei Savi di Sion'' e ritraeva drammatiche ricostruzioni della diffamazione del sangue; La serie è andata in onda sulla stazione televisiva satellitare di Hezbollah, Al-Manar. In una conferenza all'Università della California, a Riverside, nel 2014, [[:en:w:Omar Barghouti|Omar Barghouti]] (n. 1964), fondatore del ''[[w:Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni|Boycott, Divestment, Sanctions Movement]]'' (2005), ha incitato all'odio verso gli ebrei ribadendo la calunnia del sangue nella sua affermazione che i soldati israeliani "davano la caccia ai bambini" ogni notte.<ref>“Palestinian BDS National Committee,” BDS.</ref>
L'accusa di sangue che i jihadisti attribuiscono agli ebrei è una proiezione della loro sete di sangue deicida. Il 28 novembre 1971, il primo ministro giordano [[:en:w:Wasfi Tal|Wasfi al-Tal]] (1919-1971) fu [[:en:w:Assassination of Wasfi Tal|assassinato]] dal gruppo palestinese [[w:Settembre nero in Giordania|Settembre Nero]] di fronte all'Hotel Sheraton del Cairo, dopodiché uno degli assassini si avvicinò, si chinò e leccò il sangue della sua vittima.<ref>Cfr. Rubin, ''Revolution Until Victory?'', 37–38. Settembre Nero fu fondato nel 1970 per vendicare l'uccisione di diverse migliaia di palestinesi da parte della Giordania nel settembre del 1970.</ref> Ancora più significativo è il video prodotto da Hamas nel febbraio 2006. Fu l'ultima testimonianza al mondo di un attentatore omicida: "Il mio messaggio agli ebrei odiati", dichiarò, "è che non c'è altro dio all'infuori di Allah [e] vi daremo la caccia ovunque! Siamo una nazione che beve sangue e sappiamo che non c'è sangue migliore del sangue degli ebrei. Non vi lasceremo soli finché non avremo placato la nostra sete con il vostro sangue e la sete dei nostri figli con il vostro sangue".<ref>Itamar Marcus e Barbara Cook, "Hamas Video: ‘We Will Drink the Blood of the Jews’" ''Palestine Media Watch, February 14, 2006''.</ref> Sì: la sete dei ''nostri figli con il vostro sangue''. Poi ci sono le fotografie di bambini dell'asilo, con le mani alzate e dipinte di rosso sangue, a imitare il gesto degli assassini insanguinati che massacrarono Yossi Avrahami e Vadim Norjitz a Ramallah il 13 ottobre 2000.<ref>Cfr. "The Ramallah Lynching", , [http://www.think-israel.org/freerepublic.octoberramallahlynch.html ''Think-Israel'', settembre-ottobre 2010] (accesso 21/06/25).</ref> Episodi come questi riportano alla mente un'interpretazione rabbinica del significato di ''Amalek'', la tribù che attaccò i bambini e gli anziani tra gli Israeliti mentre uscivano dall'Egitto. ''Amalek'', dice il ''Midrash'', significa ''Am Lak'', un "popolo" che "lecca" il sangue (''Tanchuma Teitzei'' 9). Che lecchino il sangue o vi immergano le mani, i jihadisti prosperano sul sangue degli ebrei.
Chi, secondo la Torah, è il padre di Amalek? È Esaù ({{passo biblico2|Genesi|36:12}}). "Esaù disse a Giacobbe: ‘Versami, per favore, un po' di quella roba rossa, rossa, perché sono molto stanco’. Per questo lo chiamarono Edom [che significa ‘rosso’]" ({{passo biblico2|Genesi|25:30}}). Secondo il commentario di [[w:Rashi|Rashi]], questo incontro avvenne il giorno della morte di Abramo. Rashi, infatti, suggerisce che Abramo scelse di morire prima del tempo perché non voleva vivere abbastanza a lumgo da vedere cosa sarebbe diventato Esaù – o cosa sarebbero diventati i suoi discendenti. Questo è il momento della caduta di Esaù dall'Alleanza, quando barattò la sua eredità in cambio di una bevanda di "rossa, roba rossa" ― la roba da cui si deve bere per diventare come Dio. Perché l'unica alternativa al vivere nell'Alleanza con il Dio vivente è diventare come Dio, come disse il serpente. E dove il sangue dell'Alleanza della Circoncisione viene rifiutato, il sangue del nostro prossimo viene versato. Questo è il momento della transizione da Esaù a Edom, alla tradizione rosso sangue di Edom, che è Roma, che è il Cristianesimo con la sua accusa di sangue e le sue successive manifestazioni. Esaù fu chiamato Edom a causa della ''sostanza rossa'', il sangue di Giacobbe che i suoi discendenti avrebbero consumato.
[[w:Julius Streicher|Julius Streicher]] (1885–1946 per impiccagione a Norimberga) dedicò due edizioni del suo giornale di propaganda nazista ''[[w:Der Stürmer|Der Stürmer]]'' al tema dell'omicidio rituale, una nel maggio del 1934 e l'altra nel luglio del 1939. Il numero del 1934 è intitolato "Il piano ebraico per l'assassinio dell'umanità gentile rivelato", con un'illustrazione che raffigura ebrei dall'aspetto satanico che raccolgono il sangue dalle gole tagliate di esseri umani in una padella. Il numero del 1939 si intitola semplicemente "Omicidio rituale" e reca un'immagine medievale di diversi ebrei intenti a macellare un bambino cristiano, con i corpi di bambini cristiani morti che ricoprono il pavimento. La prima pagina recita: "La storia segnala centinaia di casi in cui bambini non ebrei furono torturati a morte. Furono anche sottoposti alla stessa incisione alla gola che si trova sugli animali macellati. Vennero anche lentamente dissanguati mentre erano pienamente coscienti".<ref>Cfr. Randall L. Bytwerk, ''Julius Streicher: Nazi Editor of the Notorious Newspaper Der Stürmer'' (New York: Cooper Square Press, 1983), 130.</ref> L'omicidio rituale trasforma la trasgressione del divieto divino contro l'omicidio in qualcosa di sacro; è quindi un'espressione fondamentale dell'eliminazione del Divino che si dispiega nell'Olocausto – non solo nell'assassinio di Dio, ma nel consumo di Dio. Se l'anima è nel sangue ({{passo biblico2|Genesi|9:4}}), allora consumare il sangue significa consumare l'anima; significa arrogarsi l'essenza di ciò che viene consumato. Questo è il significato dell'Eucaristia o comunione. E la maggior parte dei nazisti riceveva la comunione.
Lo scopo della calunnia del sangue? Giustificare lo spargimento di sangue ebraico. Non si può consumare sangue senza spargerlo. Pertanto, parte dell'essenza dell'antisemitismo risiede in questo legame: il sangue deve essere versato per appropriarsi dell'anima che è nel sangue. In effetti, per l'antisemita lo spargimento di sangue ebraico, il sangue impuro che ospita l'essenza del male, diventa una condizione necessaria per raggiungere la purezza della redenzione. È un po' come il metodo del salasso che i medici usavano quando combattevano una malattia rimuovendo il sangue impuro del paziente: se l'umanità deve essere guarita e redenta, allora il sangue ebraico impuro deve essere versato nella terra. Tuttavia, proprio come il salasso non ha curato, ma piuttosto distrutto il paziente, così l'umanità distrugge se stessa impregnando la terra con il sangue degli ebrei. Quando Caino uccise suo fratello Abele, Dio dichiarò a Caino: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra" ({{passo biblico2|Genesi|4:10}}) – "sangue" nel passo ebraico è al plurale perché omicidio genera omicidio. Si noti inoltre che il sangue ha una voce. Se Dio è "annunciato da un profondo silenzio", come dice il Talmud (''Berakhot'' 58a), è il silenzio che si leva dal sangue versato dai morti.
Al tempo dell'Olocausto, il sangue dei nostri fratelli non solo gridava dalla terra, ma sgorgava, salendo fino al cielo. Al suo processo a Gerusalemme nel 1961, Adolf Eichmann testimoniò di aver visto un "geyser di sangue zampillante" sgorgare da una fossa comune.<ref>Stephan Landsman, ''Crimes of the Holocaust: The Law Confronts Hard Cases'' (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2005), 74.</ref> La terra stessa si sollevò e si gonfiò, come se fosse appesantita dal sangue dei nostri fratelli, gli ebrei. Così comprendiamo il vero significato di ''Blut und Boden'',<ref>La frase viene da Richard Walther Darré (1895–1953), che nel 1930 dichiarò che la sfida che il popolo tedesco doveva affrontare era il ripristino dell’“unità del sangue e della terra”; cfr. Richard Walther Darré, ''Um Blut und Boden: Reden und Aufsätze'' (Monaco di Baviera: Zentralverlag der NSDAP, 1940), 28.</ref> di Sangue e Terra: l'antisemitismo richiede di inzuppare la terra di sangue ebraico, finché il sangue non erutta dalla terra stessa. Donna Rubinstein ricorda le fosse comuni di [[:en:w:History of the Jews in Krasnostav|Krasnostav]], dicendo: "Coprirono le tombe, ma la terra si sollevò".<ref>Donna Rubinstein, ''I Am the Only Survivor of Krasnostav'' (New York: Shengold, 1982), 39.</ref> E, come in uno stato di delirio, Judith Dribben (1923-1977) scrive: "Li seppelliscono mezzi vivi... o mezzi morti... e il terreno si muoveva... il terreno si muoveva... li seppelliscono mezzi vivi... e il terreno si muoveva..."<ref>Judith Dribben, ''And Some Shall Live'' (Jerusalem: Keter Books, 1969), 85.</ref> Con l'annientamento dell’''adam'' ("essere umano"), l’''adamah'' ("terra") si agita; la Madre Terra stessa si contorce sotto il peso del sangue ebraico versato. Dal terreno stesso il sommesso urlo dell'Olocausto si leva fino al cielo. È così che il sangue di Abele grida a Dio.
Efrem di Siria (ca. 306–73) aggiunse l'odio per gli ebrei alla liturgia cristiana,<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 46.</ref> Eusebio di Alessandria (m. 444) incitò sistematicamente all'odio verso gli ebrei,<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 39.</ref> e Atanasio di Costantinopoli (1230–1310) affermò: "È dovere dei cristiani odiare gli ebrei deicidi".<ref>''Ibid.'', 40.</ref> Non appena l'odio per gli ebrei divenne un dovere religioso incombente sui pii cristiani, spargere sangue ebraico divenne qualcosa di sacro e gradito a Dio. Durante la prima e la seconda crociata, infatti, la credenza che chiunque sparga il sangue di un ebreo riceverà il perdono dei peccati era diffusa,<ref>''Ibid.'', 67; cfr. anche Rosemary Radford Ruether, ''Faith and Fratricide: The Theological Roots of Anti-Semitism'' (New York: Seabury Press, 1974), 206. Va notato che durante la seconda crociata, Bernardo di Chiaravalle (1090–1153) si espresse contro l'uccisione degli ebrei.</ref> dando luogo ai massacri del 1096 a Spira, Worms, Magonza e Colonia, come anche a Metz, Treviri, Rouen e Monieux. Pertanto, in una perversa distorsione del rito sacrificale dell'espiazione, gli ebrei prendono il posto dell'ebreo Gesù: versare il loro sangue, non il suo, lava via ogni peccato. Collocati in tale posizione, gli ebrei vengono posti al di fuori del cerchio della salvezza: colui il cui sangue vi porta la redenzione non è soggetto alla redenzione. Collocare gli ebrei al di fuori del cerchio della salvezza costituisce un nuovo ma inevitabile passo nella loro demonizzazione.
Il culto e la cultura del jihadismo islamico sono al tempo stesso più famelici e più convinti nella loro brama di spargere sangue, a cominciare da quello ebraico. Non solo riecheggiando, ma amplificando l'odio verso gli ebrei cristiani, il senso di malvagità intrinseca dell'ebreo da parte dei jihadisti è parte essenziale della loro pietà. L'appello rivolto da Haj Amin al-Husseini ai musulmani in una trasmissione radiofonica da Berlino il 26 novembre 1942, dopo la sconfitta di Rommel a El Alamein il 4 novembre, illustra questo punto importante: "Sorgete, o figli d'Arabia! Combattete per i vostri sacri diritti! Massacrate gli ebrei ovunque li troviate! Il loro sangue versato è gradito ad Allah!".<ref>Tom Knowlton, "Nazi Roots of Modern Radical Islam", [https://freerepublic.com/focus/news/816232/posts ''Free Republic'', 18 dicembre 2002] (accesso 21/06/25).</ref> A Gerusalemme, l'appello dei musulmani a uccidere gli ebrei risale alle rivolte del 4-5 aprile 1920, quando manifesti nel quartiere musulmano recitavano: "Uccidete gli ebrei. Non c'è punizione per l'uccisione degli ebrei".<ref>David G. Dalin e John F. Rothman, ''Icon of Evil: Hitler’s Mufti and the Rise of Radical Islam'' (New York: Random House, 2008), 13.</ref> Poco prima delle rivolte arabe contro gli ebrei nell'agosto del 1929, quando 133 ebrei furono uccisi e 339 feriti, al-Husseini dichiarò che "chi uccide un ebreo ha un posto assicurato nell'aldilà".<ref>''Ibid.'', 30.</ref> Il 21 gennaio 1944 al-Husseini iniziò le sue trasmissioni radiofoniche per quell'anno dichiarando: "La Germania nazionalsocialista sta combattendo l'ebraismo mondiale. Il Corano dice: ‘Scoprirete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani’. Ci sono anche notevoli somiglianze tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo".<ref>Citato in Chuck Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'' (New York: iUniverse, 2003), 82; cfr. anche Joseph B. Schechtman, ''The Mufti and the Fuehrer: The Rise and Fall of Haj Amin el-Husseini'' (New York: Thomas Yoseloff, 1965), 139.</ref> In una trasmissione trasmessa il 1° marzo 1944, ingiunse agli arabi di "uccidere gli ebrei ovunque li troviate. Questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione".<ref>Citato in Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'', 62.</ref> Preoccupato per la svolta nelle sorti della guerra, al-Husseini scrisse a Himmler il 5 giugno 1944 e di nuovo il 27 luglio 1944, chiedendo al Reichsführer delle SS di fare tutto il possibile per completare lo sterminio degli ebrei.<ref>Serge Trifkovic, ''The Sword of the Prophet: Islam: History, Theology, Impact on the World'' (Boston, MA: Regina Orthodox Press, 2002), 187.</ref>
Mentre i nazisti abbracciano una [[w:volontà di potenza|volontà di potenza]], i jihadisti abbracciano una volontà di morte come mezzo per prendere il potere con il pretesto di esaltare "la Parola della Verità".<ref>Hasan al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna: A Selection from the Majmuat Rasail al-Imam al-Shahid Hasan al-Banna'', trad. Charles Wendell (Berkeley: University of California Press, 1978), 93.</ref> Ciò che santifica la "Parola della Verità" non è la sapienza dei saggi, ma il "sangue dei martiri",<ref>''Ibid.'', 115.</ref> così che più sangue viene versato, più la verità è giustificata. Pertanto, come ogni male, il male del jihadismo islamico si autoalimenta: non può esistere senza un mondo inondato dal sangue dei noncredenti, a cominciare dagli ebrei. Per i jihadisti, che trasformano l'assassino in un martire, è anche un mondo intriso del sangue dei credenti. Pertanto, Sayyid Qutb ingiunge: "Fratello, vai avanti, perché la tua strada è intrisa di sangue. Non voltare la testa né a destra né a sinistra, ma guarda solo al cielo".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 62.</ref> Nel Jihad islamico, il sangue stesso assume quindi un significato metafisico.
Sia gli ideologi nazionalsocialisti che quelli jihadisti islamici fanno riferimento all’''"idra ebraica mondiale"''<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 637.</ref> che avvelena l'umanità. Non si tratta solo di una cospirazione: è un’''idra'', qualcosa di malvagio, velenoso e mostruoso, qualcosa che non può essere fermato, come due teste crescono ovunque se ne tagli una. Solo qualcosa di ''sacro'', solo una guerra santa, solo il Jihad può opporsi a tale male. Il nome del male nell'ideologia nazista e jihadista non è solo l’''ebreo'', ma l’''ebraismo'', che è nel sangue: l'ebraismo è il contagio. Quando Hitler si riferisce al "peccato di sangue", ha in mente molto più che i rapporti sessuali: ''"Il peccato di sangue e la profanazione della razza sono il peccato originale in questo mondo e la fine dell'umanità che vi si arrende"''.<ref>''Ibid.'', 249 (corsivo nell'originale).</ref> Ed è una ''profanazione'', qualcosa di satanico. Il salvatore che compie l'opera del Signore, conducendo una guerra santa contro Satana per amore della redenzione, deve versare sangue ebraico.
A partire dal primo Califfato, sottolinea Hasan al-Banna, i musulmani "combatterono contro l'ingannevole Giudaismo" e "lottarono contro il Cristianesimo", le due principali fonti di contaminazione dell'Islam e del mondo.<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 17.</ref> Il male primordiale, a suo avviso, è l'ebraismo, poiché fu la fonte del contagio del cristianesimo, un contagio che è nel sangue. Questa contaminazione da parte degli ebrei è ciò che rende l'umanità non-musulmana inferiore ai credenti maestri: a differenza dei musulmani, sono stati infettati dal contagio ebraico. Gli ebrei, quindi, sono il male che affligge l'umanità, e il contagio del male è nel loro sangue impuro. Dice Qutb: "L'obiettivo [degli ebrei] è chiaramente mostrato dai ''Protocolli [dei Savi di Sion]''. Gli ebrei sono dietro il materialismo, la sessualità animale, la distruzione della famiglia e la dissoluzione della società. Tra questi, i principali sono Marx, Freud, Durkheim e l'ebreo Jean-Paul Sartre".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 159.</ref> La soluzione per sradicare questo male è l'Islam: "La loro è una natura malvagia, piena di odio per l'Islam, il suo Profeta e i suoi seguaci... Il nostro mondo moderno non sarà salvato da questa natura malvagia se non dall'Islam".<ref>Sayyid Qutb, ''In the Shade of the Quran'', trad. M. A. Salahi e A. A. Shamis (Alexandria, VA: Al Saadawi Publications, 1997), 220–221.</ref> Non può esserci riabilitazione di una "natura malvagia": come ogni malattia, deve essere totalmente sradicata. Senza lo sradicamento del popolo ebraico, non può esserci redenzione: l'antisemitismo sterminazionista è, nella sua essenza, un antisemitismo redentore.
=== Redenzione: il fascino essenziale dell'antisemitismo ===
Nella sua essenza redentrice, l'antisemitismo porta con sé il fascino della promessa di salvezza. Salvezza da cosa? Proprio dall'ebreo malvagio, satanico, demoniaco – non l'ebreo che vive dietro l'angolo, ma l'"invisibile tirafili", per usare il termine di Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 493.</ref> colui che preda la tua anima eterna ed è invisibile come Satana. Ciò che [[:en:w:Joel Carmichael|Joel Carmichael]] chiama "mystical anti-Semitism" ha le sue origini in questa invisibile ubiquità degli ebrei, che si presta a satanizzare gli ebrei: "they were all-powerful ''secretly''".<ref>Joel Carmichael, ''The Satanizing of the Jews: Origin and Development of Mystical Anti-Semitism'' (New York: Fromm International Publishing Corporation, 1992), 36; corsivo nell'originale.</ref> La demonizzazione dell'ebreo, che appartiene all'essenza dell'antisemitismo, è necessaria alla promessa di redenzione dell'antisemita. Il rifiuto dell'Incarnazione da parte degli ebrei è cruciale per la demonizzazione degli ebrei da parte dei cristiani e per la loro promessa di redenzione attraverso l'odio verso gli ebrei: "What would otherwise have been mere exoticism, a cluster of normal dissimilarities between different groups, was escalated by the Jewish role as a Counter-Incarnation to a level of lofty horror that, in the very process of ‘sparing’ the Jews, heightened their demonically powerful character".<ref>''Ibid.'', 52.</ref> Poiché l'Incarnazione rappresenta il raggiungimento del bene più grande, il rifiuto dell'Incarnazione è il male più grande. Il Dio della Torah, che rifiuta l'Incarnazione come categoria, è Lui stesso trasformato in un diavolo, cosicché, per i cristiani, l'unico modo in cui le Scritture ebraiche possono essere legittimate è che vengano sistematicamente cristianizzate, come ha osservato [[w:Rosemary Radford Ruether|Rosemary Radford Ruether]].<ref>Ruether, ''Faith and Fratricide'', 161.</ref>
C'è quindi qualcosa di satanico nel rifiuto del Messia da parte degli ebrei e nella loro ribellione contro Dio, anzi, nel loro assassinio di Dio. Sanno meglio di chiunque altro come riconoscere il Messia; dopotutto, hanno scritto il libro su questo. In effetti, gli ebrei rifiutano la salvezza in Cristo non perché non riconoscano che Gesù di Nazareth è il Messia, il Figlio di Dio, ma ''proprio perché'' lo riconoscono come tale. Pertanto devono essere "emissari di Satana" che "servono i demoni", come affermò [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] nelle sue ''Omelie contro i Giudei''.<ref>Citato in Arthur Lukyn Williams, ''Adversus Judaeos: A Bird’s-Eye View of Christian Apologiae Until the Renaissance'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1935), 98.</ref> Una volta che gli ebrei diventano una tale categoria teologica, diventano "una creatura mitica", osserva [[:en:w:Steven T. Katz|Steven Katz]], "Jews, a Jew, can be God incarnate; they can be the Devil incarnate (or his lieutenants); but they can never again be merely human beings".<ref>Steven T. Katz, ''The Holocaust in Historical Context'', Vol. 1: ''The Holocaust and Mass Death Before the Modern Age'' (New York: Oxford University Press, 1994), 256.</ref> Nessuno, quindi, può minacciare così profondamente la redenzione dell'umanità come gli ebrei. Questa demonizzazione degli ebrei si è protratta fino ai primi secoli dell'Islam. In effetti, lo studioso nazista [[w:Johann von Leers|Johann von Leers]] (1902-1965) fu rapido a cogliere questo punto, affermando che "il Corano è pieno di avvertimenti sugli ebrei, che sono chiamati senza mezzi termini ‘Satana’ [cfr. 4:55, 4:60, 58:14-19 e 98:6]".<ref>Johann von Leers, "Judaism and Islam as Opposites", trad. Steven Rendall, in Andrew G. Bostom, ed. ''The Legacy of Islamic Antisemitism: From Sacred Texts to Solemn History'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2008), 620.</ref> Nell’850, in linea con i versetti coranici che associano entrambi i gruppi a Satana (ad esempio, 16:63), Al-Mutawakkil (847-161) decretò che ebrei e cristiani dovessero attaccare immagini di diavoli alle porte delle loro case.<ref>Le immagini dovevano essere fatte di lana e appese all'esterno delle porte, cfr. Andrew G. Bostom, "Jihad Conquests and the Imposition of Dhimmitude – A Survey", in Andrew G. Bostom, ed., ''The Legacy of Jihad: Islamic Holy War and the Fate of Non-Muslims'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2005), 47–48.</ref> Una volta che un popolo è stato demonizzato in questo modo, assassinarlo non è solo accettabile, ma è un dovere religioso.
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{{Immagine grande|Treblinka's Memorial in Winter.JPG|1010px|Memoriale a [[w:Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]]: ciascuna pietra sul terreno rappresenta una città la cui popolazione ebraica fu annientata nel campo di sterminio}}
== Note ==
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}}
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[[Categoria:Connessioni|Capitolo 6]]
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[[File:Eduard Bendemann- Die trauernden Juden im Exil um 1832.jpg|740px|center|Jews Mourning in Exile, by Eduard Bendemann (1832)]]
== Parola, Sangue, Redenzione: l'essenza dell'antisemitismo ==
Ora che abbiamo compreso il ''Perché'' dell'antisemitismo, passiamo alla questione della sua essenza. Che sia teologico o ideologico, il quadro dell'antisemitismo sistematico e istituzionale richiede l'appropriazione o la rimozione della Parola Sacra, la Parola di Verità, affinché abbia l'ultima parola. Analogamente, deve esserci un'appropriazione dell'anima in vista della purificazione del corpo dei credenti o del corpo politico, che assume la forma dell'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]], dello spargimento e purificazione del sangue. Infine, l'appropriazione della Parola e lo spargimento di sangue consentono all'antisemita di determinare il progetto di redenzione, che risieda nell'ingresso dell'anima in un paradiso celeste o nell'ingresso del popolo in un'utopia terrena. In questo Capitolo, quindi, mostrerò che l'essenza dell'antisemitismo, così come rivelata nella sua storia, si manifesta in tre modi fondamentali, ognuno dei quali è legato all'altro: l'appropriazione della Parola, lo spargimento di sangue e la determinazione della redenzione.
=== L'appropriazione della parola ===
"There was among the pagans", osserva [[:en:w:Robert Michael (historian)|Robert Michael]], "no belief or feeling that eternal salvation depended on hating Jews. There was no array of theological ideas supporting, justifying, legitimizing, and sanctifying anti-Jewish hostilities".<ref>Robert Michael, ''Holy Hatred: Christianity, Antisemitism, and the Holocaust'' (New York: Palgrave Macmillan, 2006), 16.</ref> I pagani non avevano Scritture, nessuna Parola che fosse in principio (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|1:1}}), nessuna Parola che fosse la Via, la Verità e la Vita (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}). ''Santificare'', tuttavia, significa rendere qualcosa sacro, in modo da collocare l'odio per gli ebrei in una categoria che trascende le contingenze ontologiche. Una volta santificato l'odio per gli ebrei, l'ebreo viene inserito in una categoria metafisica, che richiede l'appropriazione della Parola agiografica, la Parola Santa, in modo tale da sostituire, eclissare e altrimenti ovviare alle Scritture ebraiche degli ebrei, scritte nella lingua del Santo.
L'[[w:lingua ebraica|ebraico]] è il ''Lashon HaKodesh'', la "Lingua Santa", per diverse ragioni. Il Rebbe di Piaseczna, Rabbi [[:en:w:Kalonymus Kalman Shapira|Kalonymos Kalmish Shapira]], paragona la santità dell'ebraico alla santità dello Shabbat: così come lo Shabbat conferisce significato e santità agli altri giorni della settimana, così la lingua ebraica conferisce significato e santità alle altre lingue dell'umanità.<ref>Cfr. Kalonymos Kalmish Shapira, ''Sacred Fire: Torah from the Years of Fury 1939–1942'', trad. J. Hershy Worch, ed. Deborah Miller (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 46–47.</ref> L'attacco alla Parola, la privazione delle parole del loro significato, fu uno dei principali mezzi utilizzati dai nazisti per attaccare il Santo. Come ricorda [[:en:w:Sara Nomberg-Przytyk|Sara Nomberg-Przytyk]] (1915-1990) nelle sue memorie, "the new set of meanings that the Nazis imposed on words provided the best evidence of the devastation that Auschwitz created".<ref>Sara Nomberg-Przytyk, Auschwitz: True Tales from a Grotesque Land, trans. Roslyn Hirsch (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1985), 72.</ref> La Parola che subì l'attacco radicale dei nazisti fu la Parola Ebraica: mentre i nazisti lasciarono intatte le traduzioni tedesche della Bibbia, bruciarono le Bibbie ebraiche.<ref>Cfr. Alon Confino, "Why Did the Nazis Burn the Hebrew Bible? Nazi Germany, Representations of the Past, and the Holocaust", ''The Journal of Modern History'', 84 (giugno 2012): 369–400.</ref>
L'intuizione di Rabbi Shapira affonda le sue radici in un insegnamento del saggio talmudico [[:en:w:Johanan bar Nappaha|Rabbi Yochanan]], il quale sostiene che quando Dio creò i cieli e la terra, la Sua prima parola si divise in settanta scintille. Da quelle settanta scintille emersero le settanta lingue del mondo (''Shabbat'' 88b). Il ''Midrash'' sui Salmi contiene una variazione su questo tema: "Quando il Santo, benedetto Egli sia, emanò la Parola Divina, la voce si divise in sette voci e dalle sette voci passò nelle settanta lingue delle settanta nazioni" (''Midrash Tehilim'' 2.68.6). La lingua che accende le settanta lingue delle settanta nazioni è il ''Lashon HaKodesh''. "Poiché tutte le settanta lingue fluiscono dalla lingua santa", afferma Rabbi [[:en:w:Yehudah Aryeh Leib Alter|Yehudah Leib Alter di Ger]], il grande saggio chassidico del diciannovesimo secolo. "È la Torah che dà vita a tutte quelle lingue".<ref>Yehudah Leib Alter, ''The Language of Truth: The Torah Commentary of the Sefat Emet'', trad. {{en}} Arthur Green (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1998), 62.</ref> Quella scintilla di vita che scaturisce dalla Parola Divina è ciò che infonde significato nel linguaggio.
L'ebraico non è quindi solo una delle lingue delle nazioni; piuttosto, in quanto veicolo della voce divina, precede tali lingue. Infatti, secondo un antico testo mistico, il ''Sefer Yetzirah (Il Libro della Creazione)'', i trentadue riferimenti a Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle dieci ''sefirot'' e alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico (''Sefer Yetzirah'' 1:1). Michael Munk sottolinea un ulteriore insegnamento: "That the twenty-two letters of the ''Aleph-Bais'' [alphabet] were used to create the world is alluded to by the ''gematria'' [numerical value] of the first three words of the Torah ''bereshit bara Elokim'', ‘in the beginning God created’ (1202), which is the same as the ''gematria'' of ''bekh”v otiot bara'', ‘with 22 letters He created’ the world".<ref>Michael L. Munk, ''The Wisdom in the Hebrew Alphabet: The Sacred Letters as a Guide to Jewish Deed and Thought'' (Brooklyn, NY: Mesorah, 1983), 222.</ref> Pertanto, la tradizione vuole che l'ebraico sia più antico della creazione stessa, poiché è la materia stessa della creazione. A dimostrazione di ciò, il Talmud racconta che il giorno prima che il Faraone nominasse Giuseppe a governare l'Egitto, gli disse che lo avrebbe messo alla prova la mattina seguente per vedere se conosceva le settanta lingue delle settanta nazioni, così da poter possedere la saggezza necessaria per governare. Quella notte l'angelo Gabriele venne e insegnò a Giuseppe le settanta lingue, così che potesse dimostrare al Faraone di conoscerle tutte, più una: l'ebraico. E il Faraone gli chiese di non rivelare di conoscere una lingua in più rispetto al Faraone (''Sotah'' 33a; cfr. anche Bachya ben Asher su Numeri 19:2).
Da un punto di vista metafisico ebraico, l'ebraico non è ''nel'' mondo; piuttosto, il mondo – tutto il cielo e la terra – è racchiuso nella lingua ebraica, cosicché qui l'appropriazione della Parola agiografica è un'appropriazione della creazione e della realtà stessa. Il Baal Shem Tov insegna che in ogni lettera "ci sono mondi, anime e poteri divini che si interconnettono e si uniscono" (''Keter Shem Tov'' 1). Così, dice il Baal Shem, nelle lettere della Torah dimora la Luce vivente dell'Uno Infinito; quella luce è la sostanza delle nostre vite e del nostro apprendimento (cfr. ''Keter Shem Tov'' 96). Come ci avviciniamo a quella luce? Attraverso la Lingua Sacra. [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]] spiega che ciascuna delle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico possiede tre poteri creativi noti come ''koach'' o "energia", ''chiyut'' o "vita" e ''or'' "luce", corrispondenti rispettivamente alla materia fisica, alla materia organica e all'anima. Le lettere ebraiche, afferma Rabbi Ginsburgh, funzionano come "i mattoni energetici di tutta la realtà; come la manifestazione del battito vitale interiore che permea l'universo nel suo insieme e ciascuna delle sue singole creature...; e come i canali che dirigono l'afflusso della Rivelazione Divina nella coscienza creata".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Judaism Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 2–3.</ref> L'appropriazione della Parola che caratterizza l'essenza dell'antisemitismo comporta l'appropriazione della coscienza.
"L'anima", insegna [[w:Abraham Isaac Kook|Abraham Isaac Kook]], "è piena di lettere [ebraiche] che abbondano della luce della vita, dell'intelletto e della volontà, di uno spirito di visione e di un'esistenza completa".<ref>Abraham Isaac Kook, ''Orot'', trad. Bezalel Naor (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1993), 93.</ref> E il cabalista del XIII secolo [[Abraham Abulafia]] (1240 – ca. 1291) afferma che "le lettere sono senza dubbio la radice di ogni saggezza e conoscenza".<ref>Citato in Moshe Idel, ''The Mystical Experience in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1988), 101. Cfr. anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]'' (2022).</ref> Racchiuso tra le lettere c'è l'eloquente silenzio che precede e riverbera in quello che [[w:Martin Buber|Martin Buber]] chiama "il silenzio di tutte le lingue".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 89.</ref> L'ebraico è la lingua che conferisce un significato trascendente al linguaggio. Pertanto è la lingua che l'antisemita deve cancellare o appropriarsi. Quando Dio parla sul Monte Sinai, parla Torah; se Egli parla ebraico, allora anche quello è Torah. Quindi l'ebraico è la Lingua Santa non perché la Torah sia scritta in ebraico, ma piuttosto la Torah è scritta in ebraico perché è la Lingua Santa, la lingua di ciò che il Midrash chiama fuoco nero su fuoco bianco (''Devarim Rabbah'' 3:12), sia come mezzo che come messaggio. Lo ''[[Zohar]]'' descrive la Torah come il progetto – l'anima e la sostanza – di tutta la creazione: quattro volte, dice Rabbi Shimon, il Santo guardò nella Torah prima di iniziare la Sua opera di creazione (''Zohar'' I, 5a; cfr. anche ''Bereshit Rabbah'' 1:1; ''Tanchuma Bereshit'' 1).
Poiché la Torah si riveste di abiti ebraici, la sua forma e la sua sostanza sono un tutt'uno: la lingua ebraica stessa è parte della rivelazione che è la Torah. L'ebraico deriva la sua santità non dal fatto di essere la lingua della Scrittura, ma dal suo status di fondamento primordiale della verità e del significato della creazione – di conseguenza diventa la lingua della Scrittura, la Parola agiografica di cui l'antisemita deve appropriarsi. "All'ebraico", dice Judah Halevi (ca. 1075-1141), "appartiene il primo posto, sia per quanto riguarda la ''natura della lingua'', sia per quanto riguarda la ''pienezza dei significati''" (''Kitav al-khazari'' 2:66, corsivo aggiunto). E l'ebraico, la Parola agiografica, è il primo bersaglio dell'antisemita, sia teologicamente che ideologicamente. Non c'è insegnamento e testimonianza ebraica che non sia guidata dalla Lingua Sacra, la lingua della Scrittura. Pertanto, l'antisemita deve istituire una nuova Scrittura che sostituisca o ovvii alla testimonianza scritturale del popolo ebraico.
[[Emmanuel Levinas]] sottolinea un punto importante a questo proposito. "Non conosciamo più la differenza che distingue il Libro dalla documentazione", lamenta:
{{citazione|In the former there is an inspiration purified of all the vicissitudes and all the “experiences” that had been its occasion, offering itself as Scripture whereby each soul is called to exegesis, which is both regulated by the rigorous reading of the text and by the unicity – unique in all eternity – of its own contribution, which is also its discovery, the soul’s share.|[[Emmanuel Levinas]], ''New Talmudic Readings'', trad. {{Lingue|en}} Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1999), 75–76}}
Ecco perché l'antisemita deve appropriarsi della Parola agiografica nel suo assalto non solo al corpo dell'ebreo, ma anche all'anima dell'ebreo e, per estensione, all'anima di ogni essere umano. Nel corso dei secoli, l'appropriazione antisemita della Parola ha assunto una varietà di forme, a partire dal progetto dei Padri della Chiesa di degiudaizzare il cristianesimo. Questo inizia con la traduzione dei testi sacri dall'ebraico al latino da parte di [[w:San Girolamo|Girolamo]] (342/7-420) tra il 390 e il 405, un'iniziativa che coincise con l'istituzione del cristianesimo come religione ufficiale dell'autorità romana nel 380: la lingua del potere e la lingua della Scrittura divennero la stessa cosa. Nei secoli successivi, relativamente pochi teologi cristiani studiarono effettivamente le Scritture in ebraico, ma si affidarono piuttosto alla ''[[w:Vulgata|Vulgata]]'', così che nella Chiesa romana il latino soppiantò l'ebraico come nuova Lingua Sacra,<ref>1Cfr. Andrew Cain e Josef Lössl, eds., ''Jerome of Stridon: His Life, Writings and Legacy'' (Farnham: Ashgate Publishing, 2009), 124–125.</ref> la lingua della Scrittura e la lingua della preghiera. Questa iniziativa è essenziale per il superamento e sostituzione dell'ebraismo.
Questa degiudaizzazione delle Scritture ebraiche comporta non solo l'appropriazione delle Scritture, ma anche la santificazione degli insegnamenti dei santi, che diventano essi stessi parte della nuova Parola agiografica. Nel quarto secolo Giovanni Crisostomo (347–407) descrisse il giudaizzare come una "malattia"<ref>{{en}}John Chrysostom, ''Discourses Against Judaizing Christians'', trad. Paul W. Harkins (Washington, DC: Catholic University Press of America, 1979), 15.</ref> (un tropo antisemita da affrontare in relazione al sangue), e il suo contemporaneo Girolamo "scrisse ad Agostino che se agli ebrei convertiti fosse stato permesso di praticare anche un solo frammento della loro precedente religione, ‘non diventeranno cristiani, ma ci renderanno ebrei... Le cerimonie degli ebrei sono perniciose e mortali; e chiunque le osservi, sia ebreo che gentile, è caduto nella fossa del diavolo’".<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 21.</ref> In effetti, Agostino (354–430) sosteneva che i cristiani che osservavano anche il più piccolo dei rituali ebraici erano eretici (ci si chiede se questo includesse Gesù e i suoi discepoli!).<ref>Citato in ''ibid.'', 29.</ref> Il [[w:Concilio di Antiochia (341)|Concilio di Antiochia]] (341), inoltre, proibì ai cristiani di celebrare la Pesach (Pasqua) e il [[w:Sinodo di Laodicea|Concilio di Laodicea]] (363-364) proibì ai cristiani di osservare il Sabbath ebraico.<ref>Cfr. Dan Cohn-Sherbok, ''Anti-Semitism'' (Stroud: The History Press, 2002), 48.</ref> Secoli dopo il giudaizzare sarebbe divenuto l'eresia principale presa di mira dall'Inquisizione spagnola (1478-1834); secondo [[w:Henry Kamen|Henry Kamen]], delle oltre duemila persone sottoposte ad ''autodafé'' tra il 1480 e il 1530, circa il 99,3 per cento erano cosiddetti cripto-ebrei.<ref>Henry Kamen, ''The Spanish Inquisition: A Historical Revision'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1998), 60.</ref>
Nel 1534 [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546) completò la traduzione della Bibbia ebraica in tedesco, un progetto simile di appropriazione della Parola per adattarla al suo programma antisemita, che chiarisce in ''[[w:Degli ebrei e delle loro menzogne|Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (1543):
{{citazione|[Sono] passati millecinquecento anni da quando Vespasiano e Tito distrussero Gerusalemme ed espulsero gli ebrei dalla città... Un'ira così spietata di Dio è prova sufficiente che essi hanno sicuramente errato e si sono sviati... Infatti non si osa considerare Dio così crudele da punire il suo popolo tanto a lungo, così terribilmente, così spietatamente, e per di più tacere, confortandolo né con parole né con fatti, e non fissando alcun limite di tempo né alcuna fine... Pertanto quest'opera d'ira è la prova che gli ebrei, sicuramente rigettati da Dio, non sono più il suo popolo, e neppure lui è più il loro Dio.|{{en}}Martin Luther, ''On the Jews and Their Lies'', 1543, mia trad.}}
Se Egli non è più il loro Dio, allora la Santa Parola non è più la loro Parola; né, per il Riformatore, la Parola della Vulgata è più la Santa Parola. Da qui la necessità di una nuova traduzione, in cui è incastonata una nuova dispensazione. Con la nuova dispensazione che accompagna la nuova appropriazione della Parola giunge una nuova ascesa al Trono del Giudizio Divino. Colui che detiene la chiave della salvezza infligge anche dannazione, e colui che infligge dannazione inevitabilmente infligge morte, a cominciare dagli ebrei. Nel suo ''Von Schem Hemphoras'' (1543), Lutero scrisse che "il Dio degli ebrei è il diavolo".<ref>Citato in Michael, ''Holy Hatred'', 111.</ref> In quanto coloro il cui Dio è il diavolo, gli ebrei sono l'antitesi di coloro il cui padre è Dio; in quanto incarnazione dell'Anticristo, devono necessariamente rifiutare il Cristo. Il loro disprezzo per l'evidente verità della Parola appropriata li rende non solo spregevoli, ma i nemici per eccellenza della Verità, i figli del Padre della Menzogna. Poiché gli ebrei sono seguaci del Padre della Menzogna, Hitler proclama che "l’intera esistenza di questo popolo [gli ebrei]... si basa su una menzogna continua", un’affermazione la cui verità, dice il Führer, è dimostrata da un altro testo che eclissa la Parola: ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|I Protocolli dei Savi di Sion]]'' (vedi sotto).<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 307. Mia trad. {{it}}.</ref>
L'Islam intraprende la propria appropriazione della Parola agiografica, la Parola di Verità, non attraverso una traduzione della Bibbia ebraica in arabo, ma sostituendo la falsa Bibbia ebraica con la vera Bibbia, la vera Parola dell'Islam: il Corano. "Questo è il Libro!" dice il Profeta ([https://sufi.it/il-sacro-corano/2-surat-al-baqara/ 2:2]).<ref>Cfr. ''The Clear Quran'', trad. Mustafa Khattab (Lombard, IL: Book of Signs Foundation, 2016). In italiano cfr. ''[https://sufi.it/il-sacro-corano/ Il Sacro Corano]''.</ref> Poiché il Corano è il Libro, la Sacra Parola di Verità, le Scritture degli ebrei e dei cristiani sono piene di menzogne. "I malfattori [gli ebrei] alterarono le parole che era stato loro comandato di dire" (2:59).<ref>''Ibid.''</ref> E: "In verità, c'è tra loro [gli ebrei] un gruppo che altera la Scrittura con le loro lingue, così che tu possa pensare che provenga dalla Scrittura, ma non è dalla Scrittura. E dicono: "Questo viene da Allah", ma non viene da Allah. E dicono falsità contro Allah" ([https://sufi.it/il-sacro-corano/3-surat-al-imran/ 3:78]).<ref>Cfr. anche {{en}}''The Quran'', trad. Saheeh International (Lake City, MN: Saheeh International, 1997).</ref> Come corruttori della legge e degli insegnamenti di Allah, afferma il principale ideologo dei Fratelli Musulmani e del Jihad Islamico Sayyid Qutb, “i Figli di Israele, sia prima che dopo Mosè, macchiarono e pervertirono il suo messaggio”.<ref>Sayyid Qutb, ''Basic Principles of the Islamic Worldview'', traf. Rami David, prefazione di Hamid Algar (North Haledon, NJ: Islamic Publications International, 2006), 207.</ref> ''Prima'' di Mosè, ''prima'' della rivelazione della Parola sul Monte Sinai, gli ebrei pervertono la Parola Santa perché tale malvagità è la loro essenza: pervertono il messaggio prima che ci sia un messaggio.
Nella tradizione ebraica, la ''Mishnah'', il ''Midrash'' e la ''[[Kabbalah]]'' costituiscono quella che è nota come Torah Orale. L'Islam ha una tradizione orale sacra simile negli Hadith, che comprende insegnamenti basati sulle parole e le azioni del Profeta che non fanno parte del Corano. Il primo compilatore noto di tradizioni tratte dagli Hadith è [[:en:w:Abd Allah ibn al-Mubarak|Abdallah ibn al-Mubarak]] (m. 797).<ref>Cfr. David Cook, ''Understanding Jihad'' (Berkeley: University of California Press, 2005), 14.</ref> Le sei principali raccolte che compongono gli Hadith sono Sahih al-Bukhari, compilata da Muhammad ibn Ismail al-Bukhari (810-70); Sahih Muslim, raccolta da Muslim ibn al-Hajjaj (821-75); Sunan Abu Daud, raccolta da Abu Daud al-Sijistani (817-88); Sunan al-Tirmidi, messa insieme da 'Isa Muhammad ibn 'Isa al-Tirmidi (824-92); Sunan Ibn Majah, raccolta da Muhammad ibn Yazid ibn Majah (824-87); e Sunan al-Nasai, compilata da Ahmad ibn al-Nasai (829-915). Questi testi sono secondi solo al Corano come fonti autorevoli su cosa credere e come vivere; anch'essi appartengono alla Parola agiografica di cui l'Islam si è appropriato.
Lo studioso musulmano [[:en:w:Khaleel Mohammed|Khaleel Mohammed]] spiega che l'Hadith è la fonte primaria degli insegnamenti islamici più antisemiti, al punto che, basandosi solo sull'Hadith, l'odio per gli ebrei sembrerebbe essere un principio fondamentale dell'Islam.<ref>Khaleel Mohammed, “Antisemitism in Islamic Texts and Traditions,” ''lecture given at the University of Memphis, March 14, 2007''.</ref> Nell'Hadith, ad esempio, troviamo l'insegnamento che "l'ultima ora non arriverà a meno che i musulmani non combattano contro gli ebrei e i musulmani non li uccidano finché gli ebrei non si nascondano dietro una pietra o un albero e una pietra o un albero non dicano: musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo" (''Sahih Muslim'', Libro 41, Numero 6985).<ref>Citato in David Aaron, ''In Their Own Words: Voices of Jihad'' (Santa Monica, CA: Rand Corporation, 2008), 43–44.</ref> La natura stessa vomita gli ebrei nel processo di redenzione dell'umanità. Perché? Perché gli ebrei non rappresentano una menzogna o una falsità qualsiasi, ma una menzogna che gli ebrei spacciano per la Sacra Parola di Dio, una menzogna che mina la creazione stessa. Pertanto non può esserci posto per gli ebrei nella creazione di Dio. Condurre una guerra santa contro gli ebrei significa condurre una guerra per amore della Verità Divina. Gli ebrei, dichiara Sayyid Qutb, sono "falsificatori della Verità Divina".<ref>Citato in Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987), 2, 7.</ref> Se si ama la verità e si odia la menzogna, allora l'odio per gli ebrei è un segno di rettitudine. Lo scopo dell'appropriazione della Parola agiografica, quindi, è giustificare l'odio per gli ebrei, fornirgli una sanzione divina, rendendolo qualcosa di santo e gradito a Dio.
L'appropriazione islamica della Parola nella sua forma jihadista è esemplificata nella [[:en:w:1988 Hamas charter|Carta di Hamas]], nota come Carta di Allah, con l'implicazione che Hamas ''sia'' Allah (che verrà esaminata in dettaglio nel [[Connessioni/Capitolo 8|Capitolo 8]]). La Carta di Allah invoca tre categorie di testi probatori per dimostrare la veridicità del manifesto, tutti e tre i quali rappresentano un'appropriazione della Parola agiografica: il Corano, gli Hadith e i ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'', la famigerata falsificazione di appunti presumibilmente presi in una riunione segreta dei leader dell'ebraismo globale che complottavano per conquistare il mondo.
[[File:The Protocols of the Elders of Zion by Nilus (1912) - cleaned.jpg|200|right|thumb|Edizione russa dei ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|Protocolli]]'' del 1912]]
''I Protocolli'' videro la luce per la prima volta nel 1903 su ''Znamya (La Bandiera)'', un giornale antisemita pubblicato a San Pietroburgo. "Agenti dei servizi segreti russi sotto la guida di Pëtr Ivanovič Račkovskij [1853-1910]", spiega Stephen Atkins, "plagiarono due opere – ''Biarritz'' (1868) di Hermann Goedsche [1815-1878] e ''A Dialogue in Hell: Conversations between Machiavelli and Montesquieu about Power and Right'' (1864) di Maurice Joly [1829-1878] – per produrre la versione finale dei ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'' [come è anche noto] tra il 1897 e il 1899".<ref>Stephen E. Atkins, ''Holocaust Denial as an International Movement'' (Westport, CT: Praeger, 2009), 16.</ref> Poco dopo la loro comparsa su ''Znamya'', il giurista russo Sergej Aleksandrovič Nilus (1863-1929) assunse la direzione della pubblicazione e della diffusione dei ''Protocolli''.
Il Primo Protocollo dichiara che, in quanto incarnazione del male, gli ebrei sono decisi a sradicare "l'alto carattere morale: franchezza, onore, onestà".<ref>"Protocols of the Elders of Zion", in Richard S. Levy, ''Antisemitism in the Modern World: An Anthology of Texts'' (Lexington, MA: D. C. Heath and Company, 1991), 152.</ref> Gli ebrei portano avanti questo nefasto progetto corrompendo la cultura e plasmando l'opinione pubblica. "Attraverso la stampa", afferma il Secondo Protocollo, "otteniamo influenza ma rimaniamo nell'ombra",<ref>''Ibid.'', 156.</ref> atroci e nascosti. Nascosti nell'ombra, gli ebrei manipolano i registri del mondo: "Con l'aiuto dell'oro, che controlliamo completamente, e con i metodi subdoli a nostra disposizione, provocheremo una crisi economica universale".<ref>''Ibid.'', 159</ref> Interessati solo al loro potere, gli ebrei sono i veri razzisti, che considerano i non-ebrei come "un gregge di pecore castrate" e se stessi come "i lupi", che naturalmente predano le pecore, non apertamente ma segretamente infiltrandosi nei governi e nelle organizzazioni segrete come la Massoneria.<ref>''Ibid.'', 161.</ref> Una volta ottenuto il controllo, il loro piano è quello di eliminare chiunque si opponga a loro.<ref>''Ibid.'', 164.</ref> Così nei ''Protocolli'', la Parola agiografica laica, vediamo proiettati sugli ebrei tutti i classici tropi dell'antisemitismo: sono la più grande minaccia alla società morale, decisi a un governo totalitario, decisi ad accumulare la ricchezza del mondo, i sinistri manipolatori del pensiero stesso.
La stragrande maggioranza dei promotori tedeschi dei ''Protocolli'' erano professori universitari e intellettuali culturali,<ref>Michael Mack, ''German Idealism and the Jew: The Inner Anti-Semitism of Philosophy and German Jewish Responses'' (Chicago: University of Chicago Press, 2003), 170.</ref> il cui pensiero derivava dall'idealismo tedesco o dal Volkismo tedesco, guidati da un modo di pensare che non poteva che categorizzare gli ebrei come la più grande di tutte le minacce possibili: il male dell'ebreo è l'essenza dell'ebreo. Nella sua appropriazione filosofica, politica e culturale della Parola agiografica, l'antisemitismo si basa sul pensare in termini di essenza, e non in termini di un nome o di un fatto temporalmente determinato. "I termini della vita", afferma [[Franz Rosenzweig]], "non sono ‘essenziali’ ma ‘reali’; non riguardano l’‘essenza’ ma il ‘fatto’. Ciononostante, la parola del filosofo rimane ‘essenziale’. Cedendo allo stupore, fermandosi e trascurando le operazioni della realtà, egli si costringe a ritirarsi e si limita ad affrontare l'essenza",<ref>Franz Rosenzweig, ''Understanding the Sick and the Healthy'', trad. Nahum Glatzer (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1999), 42.</ref> che è senza volto. Lo spirito universale genera una collettività cieca al volto e perciò totalitaria, e il totalitarismo si fonda sull'appropriazione della Parola.
L'antisemitismo laico dei ''Protocolli'', con la sua promulgazione della cospirazione ebraica mondiale, ha i suoi precedenti nell'antisemitismo cristiano. Nel XII secolo, Teobaldo di Cambridge (ca. 1090-1161) sosteneva che ogni anno gli ebrei convocassero un consiglio segreto di rabbini per scegliere un bambino cristiano da sacrificare.<ref>Cfr. Dennis Prager e Joseph Telushkin, ''Why the Jews? The Reason for Antisemitism'' (New York: Simon & Schuster, 2003), 82.</ref> Nel 1307 si affermò che gli ebrei cospirassero con il re Muhammad I di Tunisi per sterminare i cristiani avvelenando tutti i pozzi.<ref>Cfr. Edward H. Flannery, ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Anti-Semitism'' (New York:Macmillan, 1965), 107–108.</ref> Gli ebrei, in altre parole, rappresentavano un male pervasivo e invisibile che minacciava l'intera umanità. Qui troviamo un legame tra l'appropriazione della Parola e la diffamazione del sangue, in cui gli ebrei non solo consumano il sangue, ma avvelenano anche la linfa vitale del mondo. In questo modo, lo spargimento di sangue ebraico viene santificato.
=== Consumare, versare e purificare il sangue ===
L'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]] è al tempo stesso antica e moderna. Nei suoi commenti sui pagani Democrito, Manetone, Apione e Tacito, Robert Michael osserva che tutti accusavano gli ebrei di consumare il sangue dei non-ebrei nei loro rituali del Tempio.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 16.</ref> Potevano concepire tali riti, tuttavia, solo in termini pagani, e non nei termini teologici che accompagnavano l'accusa di omicidio di Dio. Con l'avvento del cristianesimo, l'accusa del sangue assunse dimensioni teologiche e fu associata all'omicidio rituale di Dio; non solo gli ebrei assassinavano i bambini cristiani, gli agnelli immacolati, ma li crocifiggevano in una rievocazione ritualizzata dell'uccisione di Cristo. Alla base dell'accusa del sangue, come suggerito nel Capitolo precedente, c'è il desiderio del cristiano di liberarsi dal compito che Cristo gli avrebbe imposto. Perché? Perché Gesù è l'ebreo completo che annuncia l'infinita responsabilità di ciascuno per tutti. Egli non prende il nostro posto sulla croce, ma ci chiama alla croce come sostituto ultimo del nostro prossimo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» ({{passo biblico2|Gv|15:12-14}}). Senza questa sostituzione non può esserci alcun significato, alcuna importanza nella vita; senza questa sostituzione l'anima è perduta.
Levinas spiega: "Vulnerabilità, esposizione all’oltraggio, alle ferite, passività più passiva di ogni pazienza, passività dell’accusativo, trauma dell’accusa sofferto da un ostaggio fino alla persecuzione, che implica l’identità dell’ostaggio che si sostituisce agli altri... È una sostituzione con un altro, uno al posto di un altro, espiazione".<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 14–15.</ref> Comandando con l’esempio, l’ebreo Gesù chiama ciascuno di noi a una sostituzione radicalissima, all’espiazione per i peccati dell’altro. Questa espiazione per l’altro è la via singolare verso la propria redenzione. È l’opposto della "redenzione" acquistata a prezzo di spargimento di sangue, dove l’omicidio si trasforma in "martirio". Se l’ebreo Gesù ci "salva", non è attraverso il suo sangue, ma attraverso il suo insegnamento sulla nostra infinita responsabilità verso e per l’altro, fino alla morte, un insegnamento che egli trasmette con l’esempio. E noi vogliamo ucciderlo, l’ebreo, per questo.
L'unica appropriazione del Divino che potrebbe eccedere l'assassinio di Dio sarebbe il consumo di Dio, il diventare Dio rendendo Dio parte di sé stessi nell'apoteosi suprema del sé. In fondo, la calunnia del sangue, l'affermazione che gli ebrei uccidono i bambini e ne consumano il sangue, è l'accusa che gli ebrei si approprino di Cristo assorbendo in sé colui che è simile a Cristo. Nella calunnia del sangue vediamo una cupa perversione del Sacramento dell'Eucaristia, mediante la quale il credente consuma il sangue e il corpo di Cristo – in un atto non solo di appropriazione, ma di assorbimento. Quando l'antisemita proietta questo consumo di sangue sull'ebreo nella forma della calunnia del sangue, ciò esprime in effetti il suo desiderio di essere come Dio uccidendoLo e consumandoLo. Questa associazione eucaristica sottolinea la natura ritualizzata di questo assassinio; in effetti, non è presentato esattamente come un omicidio, ma come una sorta di sacrificio di sangue satanico, sancito non dal Santo ma dal Maligno.
Nel XIV secolo il rituale fu associato all'osservanza della Pasqua ebraica (Pesach), che è il periodo della Crocifissione. Anche in questo caso, l'accusa di profanazione dell'ostia – prendere il pane sacro della comunione e profanarlo, persino conficcandovi dei chiodi – è associata alla calunnia del sangue come rievocazione dell'omicidio e della consumazione di Dio. Nel 1298, ad esempio, a Röttingen si vociferava che degli ebrei avessero profanato l'ostia, dopodiché, guidati da un nobile tedesco di nome Rindfleisch, gli ''Judenschächter'' o "massacratori di ebrei" uccisero {{FORMATNUM:100000}} ebrei in Germania e distrussero 140 comunità.<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 106–107.</ref> L'accusa persiste nell'epoca moderna. Nel 1881 la rivista vaticana ''[[w:La Civiltà Cattolica|Civiltà Cattolica]]'' tentò di dimostrare che l'omicidio rituale era parte integrante dell'ebraismo; gran parte della loro affermazione si basava sul lavoro del teologo cattolico tedesco August Rohling (1839–1931),<ref>Cfr. Bernard Lewis, ''Semites and Anti-Semites: An Inquiry into Conflict and Prejudice'' (New York: W. W. Norton, 1999), 106–107.</ref> che attribuiva agli ebrei l’insegnamento secondo cui "chiunque versi il sangue di un empio [cioè un non-ebreo] porta in tal modo un’offerta sacrificale a Dio”.<ref>August Rohling, ''Der Talmudjude'', 4a ed. (Münster: Adolph Russell’s Verlag, 1872), 41; mia trad.</ref> A dire il vero, secondo Robert Michael tra il 1880 e il 1945 ci furono tanti casi di accuse del sangue quanti ce ne furono durante l’intero Medioevo.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 170.</ref>
Con l'avvento della modernità, l'attingere alle tradizionali manifestazioni cristiane della calunnia del sangue divenne naturale per gran parte del mondo musulmano. L'affare di Damasco del 1840, quando otto ebrei della città furono accusati di omicidio rituale in seguito alla scomparsa del monaco cappuccino Padre Thomas,<ref>Cfr. Jonathan Frankel, ''The Damascus Affair: “Ritual Murder,” Politics, and the Jews in 1840'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1997).</ref> è forse il più famigerato, ma non fu l'unico. C'erano già stati casi ad Hama (1829), Beirut (1824) e Antiochia (1826); nel 1872 ci fu un pogrom contro gli ebrei di Smirne in seguito all'ennesima calunnia del sangue.<ref>Cfr. Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 787.</ref> La calunnia continua ancora oggi. Il 24 aprile 1970 la radio Fatah riferì che i sionisti stavano rapendo bambini dalle strade per prelevarne il sangue. Nel 1983 l’ex ministro della Difesa siriano [[w:Mustafa Tlass|Mustafa Tlas]] (1932–2017) pubblicò un libro intitolato ''[[:en:w:Mustafa Tlass#The Matzah of Zion|The Matzah of Sion]]'', in cui sosteneva che gli ebrei uccidono i bambini per ottenere il sangue per la [[w:matzah|matzah]] di [[w:Pesach|Pesach]].<ref>Cfr. Barry Rubin, ''Revolution Until Victory? The Politics and History of the PLO'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1994), 125.</ref> Un anno dopo, in una conferenza della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla tolleranza religiosa, il rappresentante saudita Dr. Maruf al-Dawalibi (1909–2004) affermò: "Se un ebreo non beve ogni anno il sangue di un uomo non ebreo, allora sarà dannato per tutta l’eternità".<ref>Cfr. Lewis, ''Semites and Anti-Semites'', 194.</ref> Nel 2002 il Dr. Umayma Ahmad al-Jalahma della King Faisal University pubblicò un articolo sul quotidiano saudita ''Al-Riyadh'' accusando gli ebrei della diffamazione del sangue.<ref>Cfr. Kenneth R. Timmerman, ''Preachers of Hate: Islam and the War on America'' (New York: Three Rivers Press, 2004), 74–76.</ref> Nel 2003 una società cinematografica privata siriana produsse una serie intitolata ''Ash-Shatat (La diaspora)'', che era basata in parte sui famigerati ''Protocolli dei Savi di Sion'' e ritraeva drammatiche ricostruzioni della diffamazione del sangue; La serie è andata in onda sulla stazione televisiva satellitare di Hezbollah, Al-Manar. In una conferenza all'Università della California, a Riverside, nel 2014, [[:en:w:Omar Barghouti|Omar Barghouti]] (n. 1964), fondatore del ''[[w:Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni|Boycott, Divestment, Sanctions Movement]]'' (2005), ha incitato all'odio verso gli ebrei ribadendo la calunnia del sangue nella sua affermazione che i soldati israeliani "davano la caccia ai bambini" ogni notte.<ref>“Palestinian BDS National Committee,” BDS.</ref>
L'accusa di sangue che i jihadisti attribuiscono agli ebrei è una proiezione della loro sete di sangue deicida. Il 28 novembre 1971, il primo ministro giordano [[:en:w:Wasfi Tal|Wasfi al-Tal]] (1919-1971) fu [[:en:w:Assassination of Wasfi Tal|assassinato]] dal gruppo palestinese [[w:Settembre nero in Giordania|Settembre Nero]] di fronte all'Hotel Sheraton del Cairo, dopodiché uno degli assassini si avvicinò, si chinò e leccò il sangue della sua vittima.<ref>Cfr. Rubin, ''Revolution Until Victory?'', 37–38. Settembre Nero fu fondato nel 1970 per vendicare l'uccisione di diverse migliaia di palestinesi da parte della Giordania nel settembre del 1970.</ref> Ancora più significativo è il video prodotto da Hamas nel febbraio 2006. Fu l'ultima testimonianza al mondo di un attentatore omicida: "Il mio messaggio agli ebrei odiati", dichiarò, "è che non c'è altro dio all'infuori di Allah [e] vi daremo la caccia ovunque! Siamo una nazione che beve sangue e sappiamo che non c'è sangue migliore del sangue degli ebrei. Non vi lasceremo soli finché non avremo placato la nostra sete con il vostro sangue e la sete dei nostri figli con il vostro sangue".<ref>Itamar Marcus e Barbara Cook, "Hamas Video: ‘We Will Drink the Blood of the Jews’" ''Palestine Media Watch, February 14, 2006''.</ref> Sì: la sete dei ''nostri figli con il vostro sangue''. Poi ci sono le fotografie di bambini dell'asilo, con le mani alzate e dipinte di rosso sangue, a imitare il gesto degli assassini insanguinati che massacrarono Yossi Avrahami e Vadim Norjitz a Ramallah il 13 ottobre 2000.<ref>Cfr. "The Ramallah Lynching", , [http://www.think-israel.org/freerepublic.octoberramallahlynch.html ''Think-Israel'', settembre-ottobre 2010] (accesso 21/06/25).</ref> Episodi come questi riportano alla mente un'interpretazione rabbinica del significato di ''Amalek'', la tribù che attaccò i bambini e gli anziani tra gli Israeliti mentre uscivano dall'Egitto. ''Amalek'', dice il ''Midrash'', significa ''Am Lak'', un "popolo" che "lecca" il sangue (''Tanchuma Teitzei'' 9). Che lecchino il sangue o vi immergano le mani, i jihadisti prosperano sul sangue degli ebrei.
Chi, secondo la Torah, è il padre di Amalek? È Esaù ({{passo biblico2|Genesi|36:12}}). "Esaù disse a Giacobbe: ‘Versami, per favore, un po' di quella roba rossa, rossa, perché sono molto stanco’. Per questo lo chiamarono Edom [che significa ‘rosso’]" ({{passo biblico2|Genesi|25:30}}). Secondo il commentario di [[w:Rashi|Rashi]], questo incontro avvenne il giorno della morte di Abramo. Rashi, infatti, suggerisce che Abramo scelse di morire prima del tempo perché non voleva vivere abbastanza a lumgo da vedere cosa sarebbe diventato Esaù – o cosa sarebbero diventati i suoi discendenti. Questo è il momento della caduta di Esaù dall'Alleanza, quando barattò la sua eredità in cambio di una bevanda di "rossa, roba rossa" ― la roba da cui si deve bere per diventare come Dio. Perché l'unica alternativa al vivere nell'Alleanza con il Dio vivente è diventare come Dio, come disse il serpente. E dove il sangue dell'Alleanza della Circoncisione viene rifiutato, il sangue del nostro prossimo viene versato. Questo è il momento della transizione da Esaù a Edom, alla tradizione rosso sangue di Edom, che è Roma, che è il Cristianesimo con la sua accusa di sangue e le sue successive manifestazioni. Esaù fu chiamato Edom a causa della ''sostanza rossa'', il sangue di Giacobbe che i suoi discendenti avrebbero consumato.
[[w:Julius Streicher|Julius Streicher]] (1885–1946 per impiccagione a Norimberga) dedicò due edizioni del suo giornale di propaganda nazista ''[[w:Der Stürmer|Der Stürmer]]'' al tema dell'omicidio rituale, una nel maggio del 1934 e l'altra nel luglio del 1939. Il numero del 1934 è intitolato "Il piano ebraico per l'assassinio dell'umanità gentile rivelato", con un'illustrazione che raffigura ebrei dall'aspetto satanico che raccolgono il sangue dalle gole tagliate di esseri umani in una padella. Il numero del 1939 si intitola semplicemente "Omicidio rituale" e reca un'immagine medievale di diversi ebrei intenti a macellare un bambino cristiano, con i corpi di bambini cristiani morti che ricoprono il pavimento. La prima pagina recita: "La storia segnala centinaia di casi in cui bambini non ebrei furono torturati a morte. Furono anche sottoposti alla stessa incisione alla gola che si trova sugli animali macellati. Vennero anche lentamente dissanguati mentre erano pienamente coscienti".<ref>Cfr. Randall L. Bytwerk, ''Julius Streicher: Nazi Editor of the Notorious Newspaper Der Stürmer'' (New York: Cooper Square Press, 1983), 130.</ref> L'omicidio rituale trasforma la trasgressione del divieto divino contro l'omicidio in qualcosa di sacro; è quindi un'espressione fondamentale dell'eliminazione del Divino che si dispiega nell'Olocausto – non solo nell'assassinio di Dio, ma nel consumo di Dio. Se l'anima è nel sangue ({{passo biblico2|Genesi|9:4}}), allora consumare il sangue significa consumare l'anima; significa arrogarsi l'essenza di ciò che viene consumato. Questo è il significato dell'Eucaristia o comunione. E la maggior parte dei nazisti riceveva la comunione.
Lo scopo della calunnia del sangue? Giustificare lo spargimento di sangue ebraico. Non si può consumare sangue senza spargerlo. Pertanto, parte dell'essenza dell'antisemitismo risiede in questo legame: il sangue deve essere versato per appropriarsi dell'anima che è nel sangue. In effetti, per l'antisemita lo spargimento di sangue ebraico, il sangue impuro che ospita l'essenza del male, diventa una condizione necessaria per raggiungere la purezza della redenzione. È un po' come il metodo del salasso che i medici usavano quando combattevano una malattia rimuovendo il sangue impuro del paziente: se l'umanità deve essere guarita e redenta, allora il sangue ebraico impuro deve essere versato nella terra. Tuttavia, proprio come il salasso non ha curato, ma piuttosto distrutto il paziente, così l'umanità distrugge se stessa impregnando la terra con il sangue degli ebrei. Quando Caino uccise suo fratello Abele, Dio dichiarò a Caino: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra" ({{passo biblico2|Genesi|4:10}}) – "sangue" nel passo ebraico è al plurale perché omicidio genera omicidio. Si noti inoltre che il sangue ha una voce. Se Dio è "annunciato da un profondo silenzio", come dice il Talmud (''Berakhot'' 58a), è il silenzio che si leva dal sangue versato dai morti.
Al tempo dell'Olocausto, il sangue dei nostri fratelli non solo gridava dalla terra, ma sgorgava, salendo fino al cielo. Al suo processo a Gerusalemme nel 1961, Adolf Eichmann testimoniò di aver visto un "geyser di sangue zampillante" sgorgare da una fossa comune.<ref>Stephan Landsman, ''Crimes of the Holocaust: The Law Confronts Hard Cases'' (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2005), 74.</ref> La terra stessa si sollevò e si gonfiò, come se fosse appesantita dal sangue dei nostri fratelli, gli ebrei. Così comprendiamo il vero significato di ''Blut und Boden'',<ref>La frase viene da Richard Walther Darré (1895–1953), che nel 1930 dichiarò che la sfida che il popolo tedesco doveva affrontare era il ripristino dell’“unità del sangue e della terra”; cfr. Richard Walther Darré, ''Um Blut und Boden: Reden und Aufsätze'' (Monaco di Baviera: Zentralverlag der NSDAP, 1940), 28.</ref> di Sangue e Terra: l'antisemitismo richiede di inzuppare la terra di sangue ebraico, finché il sangue non erutta dalla terra stessa. Donna Rubinstein ricorda le fosse comuni di [[:en:w:History of the Jews in Krasnostav|Krasnostav]], dicendo: "Coprirono le tombe, ma la terra si sollevò".<ref>Donna Rubinstein, ''I Am the Only Survivor of Krasnostav'' (New York: Shengold, 1982), 39.</ref> E, come in uno stato di delirio, Judith Dribben (1923-1977) scrive: "Li seppelliscono mezzi vivi... o mezzi morti... e il terreno si muoveva... il terreno si muoveva... li seppelliscono mezzi vivi... e il terreno si muoveva..."<ref>Judith Dribben, ''And Some Shall Live'' (Jerusalem: Keter Books, 1969), 85.</ref> Con l'annientamento dell’''adam'' ("essere umano"), l’''adamah'' ("terra") si agita; la Madre Terra stessa si contorce sotto il peso del sangue ebraico versato. Dal terreno stesso il sommesso urlo dell'Olocausto si leva fino al cielo. È così che il sangue di Abele grida a Dio.
Efrem di Siria (ca. 306–73) aggiunse l'odio per gli ebrei alla liturgia cristiana,<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 46.</ref> Eusebio di Alessandria (m. 444) incitò sistematicamente all'odio verso gli ebrei,<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 39.</ref> e Atanasio di Costantinopoli (1230–1310) affermò: "È dovere dei cristiani odiare gli ebrei deicidi".<ref>''Ibid.'', 40.</ref> Non appena l'odio per gli ebrei divenne un dovere religioso incombente sui pii cristiani, spargere sangue ebraico divenne qualcosa di sacro e gradito a Dio. Durante la prima e la seconda crociata, infatti, la credenza che chiunque sparga il sangue di un ebreo riceverà il perdono dei peccati era diffusa,<ref>''Ibid.'', 67; cfr. anche Rosemary Radford Ruether, ''Faith and Fratricide: The Theological Roots of Anti-Semitism'' (New York: Seabury Press, 1974), 206. Va notato che durante la seconda crociata, Bernardo di Chiaravalle (1090–1153) si espresse contro l'uccisione degli ebrei.</ref> dando luogo ai massacri del 1096 a Spira, Worms, Magonza e Colonia, come anche a Metz, Treviri, Rouen e Monieux. Pertanto, in una perversa distorsione del rito sacrificale dell'espiazione, gli ebrei prendono il posto dell'ebreo Gesù: versare il loro sangue, non il suo, lava via ogni peccato. Collocati in tale posizione, gli ebrei vengono posti al di fuori del cerchio della salvezza: colui il cui sangue vi porta la redenzione non è soggetto alla redenzione. Collocare gli ebrei al di fuori del cerchio della salvezza costituisce un nuovo ma inevitabile passo nella loro demonizzazione.
Il culto e la cultura del jihadismo islamico sono al tempo stesso più famelici e più convinti nella loro brama di spargere sangue, a cominciare da quello ebraico. Non solo riecheggiando, ma amplificando l'odio verso gli ebrei cristiani, il senso di malvagità intrinseca dell'ebreo da parte dei jihadisti è parte essenziale della loro pietà. L'appello rivolto da Haj Amin al-Husseini ai musulmani in una trasmissione radiofonica da Berlino il 26 novembre 1942, dopo la sconfitta di Rommel a El Alamein il 4 novembre, illustra questo punto importante: "Sorgete, o figli d'Arabia! Combattete per i vostri sacri diritti! Massacrate gli ebrei ovunque li troviate! Il loro sangue versato è gradito ad Allah!".<ref>Tom Knowlton, "Nazi Roots of Modern Radical Islam", [https://freerepublic.com/focus/news/816232/posts ''Free Republic'', 18 dicembre 2002] (accesso 21/06/25).</ref> A Gerusalemme, l'appello dei musulmani a uccidere gli ebrei risale alle rivolte del 4-5 aprile 1920, quando manifesti nel quartiere musulmano recitavano: "Uccidete gli ebrei. Non c'è punizione per l'uccisione degli ebrei".<ref>David G. Dalin e John F. Rothman, ''Icon of Evil: Hitler’s Mufti and the Rise of Radical Islam'' (New York: Random House, 2008), 13.</ref> Poco prima delle rivolte arabe contro gli ebrei nell'agosto del 1929, quando 133 ebrei furono uccisi e 339 feriti, al-Husseini dichiarò che "chi uccide un ebreo ha un posto assicurato nell'aldilà".<ref>''Ibid.'', 30.</ref> Il 21 gennaio 1944 al-Husseini iniziò le sue trasmissioni radiofoniche per quell'anno dichiarando: "La Germania nazionalsocialista sta combattendo l'ebraismo mondiale. Il Corano dice: ‘Scoprirete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani’. Ci sono anche notevoli somiglianze tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo".<ref>Citato in Chuck Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'' (New York: iUniverse, 2003), 82; cfr. anche Joseph B. Schechtman, ''The Mufti and the Fuehrer: The Rise and Fall of Haj Amin el-Husseini'' (New York: Thomas Yoseloff, 1965), 139.</ref> In una trasmissione trasmessa il 1° marzo 1944, ingiunse agli arabi di "uccidere gli ebrei ovunque li troviate. Questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione".<ref>Citato in Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'', 62.</ref> Preoccupato per la svolta nelle sorti della guerra, al-Husseini scrisse a Himmler il 5 giugno 1944 e di nuovo il 27 luglio 1944, chiedendo al Reichsführer delle SS di fare tutto il possibile per completare lo sterminio degli ebrei.<ref>Serge Trifkovic, ''The Sword of the Prophet: Islam: History, Theology, Impact on the World'' (Boston, MA: Regina Orthodox Press, 2002), 187.</ref>
Mentre i nazisti abbracciano una [[w:volontà di potenza|volontà di potenza]], i jihadisti abbracciano una volontà di morte come mezzo per prendere il potere con il pretesto di esaltare "la Parola della Verità".<ref>Hasan al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna: A Selection from the Majmuat Rasail al-Imam al-Shahid Hasan al-Banna'', trad. Charles Wendell (Berkeley: University of California Press, 1978), 93.</ref> Ciò che santifica la "Parola della Verità" non è la sapienza dei saggi, ma il "sangue dei martiri",<ref>''Ibid.'', 115.</ref> così che più sangue viene versato, più la verità è giustificata. Pertanto, come ogni male, il male del jihadismo islamico si autoalimenta: non può esistere senza un mondo inondato dal sangue dei noncredenti, a cominciare dagli ebrei. Per i jihadisti, che trasformano l'assassino in un martire, è anche un mondo intriso del sangue dei credenti. Pertanto, Sayyid Qutb ingiunge: "Fratello, vai avanti, perché la tua strada è intrisa di sangue. Non voltare la testa né a destra né a sinistra, ma guarda solo al cielo".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 62.</ref> Nel Jihad islamico, il sangue stesso assume quindi un significato metafisico.
Sia gli ideologi nazionalsocialisti che quelli jihadisti islamici fanno riferimento all’''"idra ebraica mondiale"''<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 637.</ref> che avvelena l'umanità. Non si tratta solo di una cospirazione: è un’''idra'', qualcosa di malvagio, velenoso e mostruoso, qualcosa che non può essere fermato, come due teste crescono ovunque se ne tagli una. Solo qualcosa di ''sacro'', solo una guerra santa, solo il Jihad può opporsi a tale male. Il nome del male nell'ideologia nazista e jihadista non è solo l’''ebreo'', ma l’''ebraismo'', che è nel sangue: l'ebraismo è il contagio. Quando Hitler si riferisce al "peccato di sangue", ha in mente molto più che i rapporti sessuali: ''"Il peccato di sangue e la profanazione della razza sono il peccato originale in questo mondo e la fine dell'umanità che vi si arrende"''.<ref>''Ibid.'', 249 (corsivo nell'originale).</ref> Ed è una ''profanazione'', qualcosa di satanico. Il salvatore che compie l'opera del Signore, conducendo una guerra santa contro Satana per amore della redenzione, deve versare sangue ebraico.
A partire dal primo Califfato, sottolinea Hasan al-Banna, i musulmani "combatterono contro l'ingannevole Giudaismo" e "lottarono contro il Cristianesimo", le due principali fonti di contaminazione dell'Islam e del mondo.<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 17.</ref> Il male primordiale, a suo avviso, è l'ebraismo, poiché fu la fonte del contagio del cristianesimo, un contagio che è nel sangue. Questa contaminazione da parte degli ebrei è ciò che rende l'umanità non-musulmana inferiore ai credenti maestri: a differenza dei musulmani, sono stati infettati dal contagio ebraico. Gli ebrei, quindi, sono il male che affligge l'umanità, e il contagio del male è nel loro sangue impuro. Dice Qutb: "L'obiettivo [degli ebrei] è chiaramente mostrato dai ''Protocolli [dei Savi di Sion]''. Gli ebrei sono dietro il materialismo, la sessualità animale, la distruzione della famiglia e la dissoluzione della società. Tra questi, i principali sono Marx, Freud, Durkheim e l'ebreo Jean-Paul Sartre".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 159.</ref> La soluzione per sradicare questo male è l'Islam: "La loro è una natura malvagia, piena di odio per l'Islam, il suo Profeta e i suoi seguaci... Il nostro mondo moderno non sarà salvato da questa natura malvagia se non dall'Islam".<ref>Sayyid Qutb, ''In the Shade of the Quran'', trad. M. A. Salahi e A. A. Shamis (Alexandria, VA: Al Saadawi Publications, 1997), 220–221.</ref> Non può esserci riabilitazione di una "natura malvagia": come ogni malattia, deve essere totalmente sradicata. Senza lo sradicamento del popolo ebraico, non può esserci redenzione: l'antisemitismo sterminazionista è, nella sua essenza, un antisemitismo redentore.
=== Redenzione: il fascino essenziale dell'antisemitismo ===
Nella sua essenza redentrice, l'antisemitismo porta con sé il fascino della promessa di salvezza. Salvezza da cosa? Proprio dall'ebreo malvagio, satanico, demoniaco – non l'ebreo che vive dietro l'angolo, ma l'"invisibile tirafili", per usare il termine di Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 493.</ref> colui che preda la tua anima eterna ed è invisibile come Satana. Ciò che [[:en:w:Joel Carmichael|Joel Carmichael]] chiama "mystical anti-Semitism" ha le sue origini in questa invisibile ubiquità degli ebrei, che si presta a satanizzare gli ebrei: "they were all-powerful ''secretly''".<ref>Joel Carmichael, ''The Satanizing of the Jews: Origin and Development of Mystical Anti-Semitism'' (New York: Fromm International Publishing Corporation, 1992), 36; corsivo nell'originale.</ref> La demonizzazione dell'ebreo, che appartiene all'essenza dell'antisemitismo, è necessaria alla promessa di redenzione dell'antisemita. Il rifiuto dell'Incarnazione da parte degli ebrei è cruciale per la demonizzazione degli ebrei da parte dei cristiani e per la loro promessa di redenzione attraverso l'odio verso gli ebrei: "What would otherwise have been mere exoticism, a cluster of normal dissimilarities between different groups, was escalated by the Jewish role as a Counter-Incarnation to a level of lofty horror that, in the very process of ‘sparing’ the Jews, heightened their demonically powerful character".<ref>''Ibid.'', 52.</ref> Poiché l'Incarnazione rappresenta il raggiungimento del bene più grande, il rifiuto dell'Incarnazione è il male più grande. Il Dio della Torah, che rifiuta l'Incarnazione come categoria, è Lui stesso trasformato in un diavolo, cosicché, per i cristiani, l'unico modo in cui le Scritture ebraiche possono essere legittimate è che vengano sistematicamente cristianizzate, come ha osservato [[w:Rosemary Radford Ruether|Rosemary Radford Ruether]].<ref>Ruether, ''Faith and Fratricide'', 161.</ref>
C'è quindi qualcosa di satanico nel rifiuto del Messia da parte degli ebrei e nella loro ribellione contro Dio, anzi, nel loro assassinio di Dio. Sanno meglio di chiunque altro come riconoscere il Messia; dopotutto, hanno scritto il libro su questo. In effetti, gli ebrei rifiutano la salvezza in Cristo non perché non riconoscano che Gesù di Nazareth è il Messia, il Figlio di Dio, ma ''proprio perché'' lo riconoscono come tale. Pertanto devono essere "emissari di Satana" che "servono i demoni", come affermò [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] nelle sue ''Omelie contro i Giudei''.<ref>Citato in Arthur Lukyn Williams, ''Adversus Judaeos: A Bird’s-Eye View of Christian Apologiae Until the Renaissance'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1935), 98.</ref> Una volta che gli ebrei diventano una tale categoria teologica, diventano "una creatura mitica", osserva [[:en:w:Steven T. Katz|Steven Katz]], "Jews, a Jew, can be God incarnate; they can be the Devil incarnate (or his lieutenants); but they can never again be merely human beings".<ref>Steven T. Katz, ''The Holocaust in Historical Context'', Vol. 1: ''The Holocaust and Mass Death Before the Modern Age'' (New York: Oxford University Press, 1994), 256.</ref> Nessuno, quindi, può minacciare così profondamente la redenzione dell'umanità come gli ebrei. Questa demonizzazione degli ebrei si è protratta fino ai primi secoli dell'Islam. In effetti, lo studioso nazista [[w:Johann von Leers|Johann von Leers]] (1902-1965) fu rapido a cogliere questo punto, affermando che "il Corano è pieno di avvertimenti sugli ebrei, che sono chiamati senza mezzi termini ‘Satana’ [cfr. 4:55, 4:60, 58:14-19 e 98:6]".<ref>Johann von Leers, "Judaism and Islam as Opposites", trad. Steven Rendall, in Andrew G. Bostom, ed. ''The Legacy of Islamic Antisemitism: From Sacred Texts to Solemn History'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2008), 620.</ref> Nell’850, in linea con i versetti coranici che associano entrambi i gruppi a Satana (ad esempio, 16:63), Al-Mutawakkil (847-161) decretò che ebrei e cristiani dovessero attaccare immagini di diavoli alle porte delle loro case.<ref>Le immagini dovevano essere fatte di lana e appese all'esterno delle porte, cfr. Andrew G. Bostom, "Jihad Conquests and the Imposition of Dhimmitude – A Survey", in Andrew G. Bostom, ed., ''The Legacy of Jihad: Islamic Holy War and the Fate of Non-Muslims'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2005), 47–48.</ref> Una volta che un popolo è stato demonizzato in questo modo, assassinarlo non è solo accettabile, ma è un dovere religioso.
Per i jihadisti, gli ebrei sono Satana incarnato, un tema che pervade le diatribe dei moderni ideologi jihadisti. Abdul Al’a Maududi (1903-1979), ad esempio, si riferisce all'ebraismo mondiale come al "diavolo" che minaccia l'umanità intera,<ref>Abdul Al’a Maududi, ''Selected Speeches and Writings'', Vol. 2, trad. S. Zakir Aijaz (Karachi: International Islamic Publishers, 1981), 62–63.</ref> e Qutb dichiara che gli ebrei sono "il diavolo più nero e la fonte delle peggiori macchinazioni anti-islamiche".<ref>Citazione in Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations'', 28.</ref> Parallelamente all'opposizione tra ''dar al-Islam'' e ''dar al-harb'', il "reame dell'Islam" e il "reame della guerra", afferma Qutb, vi è la distinzione tra ''hizb Allah'' o "Partito di Allah" e ''hizb al-shaytan'' o "Partito di Satana".<ref>Citazione in Ahmad S. Moussalli, ''Radical Islamic Fundamentalism: The Ideological and Political Discourse of Sayyid Qutb'' (Beirut: American University of Beirut, 1992), 168.</ref> Ronald Nettler commenta il significato dell'affermazione di Qutb:
{{citazione|From the judicious use of ancient sources applied imaginatively to contemporary crises, there arose familiar ideas: the Jews as inherently decadent and anti-religious; the Jews as being driven by an obsessive urge to destroy the only true religion, Islam; the Jews as the organizers and agents of the Western political threat to Islam... The monstrous evil exemplifying these specific Jewish evils was the Jewish Satan of Zionism and Israel.|[https://www.google.co.uk/books/edition/Past_Trials_and_Present_Tribulations/dwAzOwAACAAJ?hl=en Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations''], 69}}
I teologi-politici jihadisti che hanno demonizzato gli ebrei hanno i loro successori. Nel 1974 Abd al-Halim Mahmoud (1910-1978), il Grande Imam dell'Università di Al-Azhar, descrisse la lotta contro gli ebrei come una lotta contro Satana: "Allah comanda ai musulmani di combattere gli amici di Satana ovunque si trovino. E tra gli amici di Satana – anzi, i suoi migliori amici nella nostra epoca – ci sono gli ebrei".<ref>Citato in ''ibid.'', 18–19. </ref> In quanto amici di Satana, gli ebrei sono decisi a rubare la redenzione al resto dell'umanità.
Ormai possiamo capire cosa significhi ''demonizzare'' gli ebrei. Alla base della demonizzazione degli ebrei c'è il progetto fondamentale dell'antisemitismo: appropriarsi di Dio o eclissarlo, diventando gli arbitri della redenzione. Proprio come la Chiesa presumerebbe di essere la custode del principio secondo cui nessuno giunge a Dio se non attraverso Cristo (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}) – e quindi l'arbitro della dannazione o della salvezza, della scomunica o della redenzione – così i leader di Hezbollah dichiarerebbero che il Partito di Dio è "a ''‘clearinghouse for mankind’'', where those who will be admitted into paradise are separated from those destined for hell.".<ref>Amir Taheri, ''Holy Terror: Inside the World of Islamic Terrorism'' (Bethesda, MD: Adler& Adler, 1987), 87; corsivo aggiunto.</ref> Mentre un tempo Allah era colui che decideva chi sarebbe stato redento e chi dannato, tale prerogativa ora ricade sul Partito di Allah, su Hezbollah, rendendo così Allah superfluo: Allah e Hezbollah sono la stessa cosa. Lo stesso principio si applica alle ideologie totalitarie che sono invariabilmente utopiche e che vedono invariabilmente gli ebrei e l'ebraismo come i principali ostacoli alla redenzione utopica.
Dal punto di vista della teologia cristiana dogmatica, della dottrina islamica fondamentale e delle ideologie utopiche, la presenza stessa dell'ebreo destituisce chiunque osi assumere il ruolo di giudice; quindi l'ebreo destabilizza colui che vorrebbe che la questione fosse risolta, in particolare la questione di distinguere i dannati dai redenti. L'unico modo per risolvere la questione della redenzione è destituire Dio, e l'ebreo ostacola tale progetto. [[Franz Rosenzweig]] vede questa presenza inquietante dell'ebreo come la fonte dell'antisemitismo cristiano: "The existence of the Jew constantly subjects Christianity to the idea that it is not attaining the goal, the truth, that it ever remains – on the way. That is the profoundest reason for the Christian hatred of the Jew",<ref>Franz Rosenzweig, ''The Star of Redemption'', trad. William W. Hallo (Boston, MA: Beacon Press, 1972), 413.</ref> come anche dell'odio islamico e di altre forme di odio ideologico contro l'ebreo. Rimanere "on the way" significa affermare, con gli ebrei, che il Messia è ancora in cammino e che la questione della redenzione rimane irrisolta. E così l'antisemita promette la redenzione negata dall'ebreo. La redenzione si ottiene attraverso il controllo assoluto su tutta l'umanità, "in questo mondo e nell'altro",<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 46–47.</ref> come dice Hasan al-Banna. Ma l'ebreo annuncia che coloro che vorrebbero esercitare il controllo assoluto sulla verità non hanno il controllo. Perché la verità ha il controllo su di noi – non il contrario, nonostante le nostre macchinazioni teologiche e ideologiche.
Non sorprende che, con l'avvento dell'antisemitismo totalitario, il discorso teologico entri in gioco, nonostante il declino del dogma cristiano. Nell'espressione del suo desiderio di vedere la nazione tedesca spodestare Dio, [[w:Richard Wagner|Richard Wagner]], ad esempio, accusa gli ebrei di deicidio.<ref>Richard Wagner, ''Art and Politics'', trad. William Ashton Ellis (Lincoln: University of Nebraska Press, 1995), 364.</ref> Inoltre, in linea con l'antisemitismo teologico che lo precede, demonizza gli ebrei e l'ebraismo, dichiarando: "L'ebraismo è la cattiva coscienza della nostra civiltà moderna".<ref>Richard Wagner, ''Judaism in Music and Other Essays'', trad. W. Ashton Ellis (Lincoln: University of Nebraska Press, 1995), 100.</ref> Immerso nella mitologia nazionalista della sua arte, Wagner ritenne che la contaminazione ebraica del Volk risiedesse nell'accento ebraico sulla realtà concreta e materiale di questo mondo, piuttosto che nell'astrazione eterea di un regno spirituale e mitico. La persona dell'artista nel suo saggio ''Über Staat und Religion'' (Stato e religione) pronuncia le parole di Gesù, proclamando: "Il mio regno non è di questo mondo".<ref>Wagner, ''Art and Politics'', 9.</ref> Come i filosofi idealisti tedeschi che lo influenzarono, Wagner prese a prestito dalla valorizzazione teologica antisemita dell'ultraterreno. Così annunciò la "necessità di lottare per emanciparsi dagli ebrei",<ref>Wagner, ''Judaism in Music and Other Essays'', 81.</ref> che minacciano la redenzione definitiva del Volk. Abbracciando l'idea di un "cristianesimo ariano" liberato dal contagio dell'ebraismo, osserva Wistrich, Wagner si sarebbe rivelato "a crucial link between the Christian Judeophobic tradition and the ‘redemptive’ anti-Semitism of Nazism. His vision looked toward the future transformation of European man and the salvation of humanity through the radical solution of the ‘Jewish question.’".<ref>Wistrich, ''A Lethal Obsession'', 103.</ref> Per Wagner, la "questione ebraica" è una questione su come eliminare la fonte del male insita negli ebrei, che è l'ostacolo cosmologico alla redenzione.
E così vediamo che per essere annoverati tra i redenti, i morali e gli onesti, non si deve solo odiare gli ebrei e lo Stato ebraico, ma essere complici dell'eliminazione degli ebrei, in quanto principale ostacolo alla redenzione dell'umanità. Più che etichettare Israele con qualsiasi male sia attualmente di moda – dal razzismo all'apartheid, dalle violazioni dei diritti umani al colonialismo, dal Covid-19 alla violenza della polizia – la demonizzazione dello Stato ebraico è calcolata per etichettare Israele come la fonte di ogni male. Quindi non solo gli ebrei, ma anche lo Stato ebraico rappresentano una grave minaccia alla redenzione dell'umanità. È una mossa che i jihadisti hanno imparato molto bene dai nazionalsocialisti, come ha osservato Wistrich: "The demonization of the Jews provides a unifying thread for an Islamist ideology in which the word ‘Zionist’ fulfills exactly the same function as did the word ‘Jew’ for Hitler and the Nazis".<ref>''Ibid.'', 651.</ref> Poiché lo Stato ebraico è demoniaco nella sua essenza, è universale nella sua portata; da qui la visione antisemita secondo cui Israele, lungi dall'essere un semplice rifugio per un popolo perseguitato, è l'epicentro di un complotto satanico per conquistare il mondo e quindi minaccia la redenzione dell'intera umanità. Non si può essere né giusti né morali senza opporsi all'esistenza dello Stato ebraico. Approfondiremo maggiormente questa forma di antisemitismo di moda nel prossimo Capitolo.
{{Immagine grande|Treblinka's Memorial in Winter.JPG|1010px|Memoriale a [[w:Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]]: ciascuna pietra sul terreno rappresenta una città la cui popolazione ebraica fu annientata nel campo di sterminio}}
== Note ==
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}}
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[[Categoria:Connessioni|Capitolo 6]]
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[[File:Eduard Bendemann- Die trauernden Juden im Exil um 1832.jpg|740px|center|Jews Mourning in Exile, by Eduard Bendemann (1832)]]
== Parola, Sangue, Redenzione: l'essenza dell'antisemitismo ==
Ora che abbiamo compreso il ''Perché'' dell'antisemitismo, passiamo alla questione della sua essenza. Che sia teologico o ideologico, il quadro dell'antisemitismo sistematico e istituzionale richiede l'appropriazione o la rimozione della Parola Sacra, la Parola di Verità, affinché abbia l'ultima parola. Analogamente, deve esserci un'appropriazione dell'anima in vista della purificazione del corpo dei credenti o del corpo politico, che assume la forma dell'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]], dello spargimento e purificazione del sangue. Infine, l'appropriazione della Parola e lo spargimento di sangue consentono all'antisemita di determinare il progetto di redenzione, che risieda nell'ingresso dell'anima in un paradiso celeste o nell'ingresso del popolo in un'utopia terrena. In questo Capitolo, quindi, mostrerò che l'essenza dell'antisemitismo, così come rivelata nella sua storia, si manifesta in tre modi fondamentali, ognuno dei quali è legato all'altro: l'appropriazione della Parola, lo spargimento di sangue e la determinazione della redenzione.
=== L'appropriazione della parola ===
"There was among the pagans", osserva [[:en:w:Robert Michael (historian)|Robert Michael]], "no belief or feeling that eternal salvation depended on hating Jews. There was no array of theological ideas supporting, justifying, legitimizing, and sanctifying anti-Jewish hostilities".<ref>Robert Michael, ''Holy Hatred: Christianity, Antisemitism, and the Holocaust'' (New York: Palgrave Macmillan, 2006), 16.</ref> I pagani non avevano Scritture, nessuna Parola che fosse in principio (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|1:1}}), nessuna Parola che fosse la Via, la Verità e la Vita (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}). ''Santificare'', tuttavia, significa rendere qualcosa sacro, in modo da collocare l'odio per gli ebrei in una categoria che trascende le contingenze ontologiche. Una volta santificato l'odio per gli ebrei, l'ebreo viene inserito in una categoria metafisica, che richiede l'appropriazione della Parola agiografica, la Parola Santa, in modo tale da sostituire, eclissare e altrimenti ovviare alle Scritture ebraiche degli ebrei, scritte nella lingua del Santo.
L'[[w:lingua ebraica|ebraico]] è il ''Lashon HaKodesh'', la "Lingua Santa", per diverse ragioni. Il Rebbe di Piaseczna, Rabbi [[:en:w:Kalonymus Kalman Shapira|Kalonymos Kalmish Shapira]], paragona la santità dell'ebraico alla santità dello Shabbat: così come lo Shabbat conferisce significato e santità agli altri giorni della settimana, così la lingua ebraica conferisce significato e santità alle altre lingue dell'umanità.<ref>Cfr. Kalonymos Kalmish Shapira, ''Sacred Fire: Torah from the Years of Fury 1939–1942'', trad. J. Hershy Worch, ed. Deborah Miller (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 46–47.</ref> L'attacco alla Parola, la privazione delle parole del loro significato, fu uno dei principali mezzi utilizzati dai nazisti per attaccare il Santo. Come ricorda [[:en:w:Sara Nomberg-Przytyk|Sara Nomberg-Przytyk]] (1915-1990) nelle sue memorie, "the new set of meanings that the Nazis imposed on words provided the best evidence of the devastation that Auschwitz created".<ref>Sara Nomberg-Przytyk, Auschwitz: True Tales from a Grotesque Land, trans. Roslyn Hirsch (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1985), 72.</ref> La Parola che subì l'attacco radicale dei nazisti fu la Parola Ebraica: mentre i nazisti lasciarono intatte le traduzioni tedesche della Bibbia, bruciarono le Bibbie ebraiche.<ref>Cfr. Alon Confino, "Why Did the Nazis Burn the Hebrew Bible? Nazi Germany, Representations of the Past, and the Holocaust", ''The Journal of Modern History'', 84 (giugno 2012): 369–400.</ref>
L'intuizione di Rabbi Shapira affonda le sue radici in un insegnamento del saggio talmudico [[:en:w:Johanan bar Nappaha|Rabbi Yochanan]], il quale sostiene che quando Dio creò i cieli e la terra, la Sua prima parola si divise in settanta scintille. Da quelle settanta scintille emersero le settanta lingue del mondo (''Shabbat'' 88b). Il ''Midrash'' sui Salmi contiene una variazione su questo tema: "Quando il Santo, benedetto Egli sia, emanò la Parola Divina, la voce si divise in sette voci e dalle sette voci passò nelle settanta lingue delle settanta nazioni" (''Midrash Tehilim'' 2.68.6). La lingua che accende le settanta lingue delle settanta nazioni è il ''Lashon HaKodesh''. "Poiché tutte le settanta lingue fluiscono dalla lingua santa", afferma Rabbi [[:en:w:Yehudah Aryeh Leib Alter|Yehudah Leib Alter di Ger]], il grande saggio chassidico del diciannovesimo secolo. "È la Torah che dà vita a tutte quelle lingue".<ref>Yehudah Leib Alter, ''The Language of Truth: The Torah Commentary of the Sefat Emet'', trad. {{en}} Arthur Green (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1998), 62.</ref> Quella scintilla di vita che scaturisce dalla Parola Divina è ciò che infonde significato nel linguaggio.
L'ebraico non è quindi solo una delle lingue delle nazioni; piuttosto, in quanto veicolo della voce divina, precede tali lingue. Infatti, secondo un antico testo mistico, il ''Sefer Yetzirah (Il Libro della Creazione)'', i trentadue riferimenti a Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle dieci ''sefirot'' e alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico (''Sefer Yetzirah'' 1:1). Michael Munk sottolinea un ulteriore insegnamento: "That the twenty-two letters of the ''Aleph-Bais'' [alphabet] were used to create the world is alluded to by the ''gematria'' [numerical value] of the first three words of the Torah ''bereshit bara Elokim'', ‘in the beginning God created’ (1202), which is the same as the ''gematria'' of ''bekh”v otiot bara'', ‘with 22 letters He created’ the world".<ref>Michael L. Munk, ''The Wisdom in the Hebrew Alphabet: The Sacred Letters as a Guide to Jewish Deed and Thought'' (Brooklyn, NY: Mesorah, 1983), 222.</ref> Pertanto, la tradizione vuole che l'ebraico sia più antico della creazione stessa, poiché è la materia stessa della creazione. A dimostrazione di ciò, il Talmud racconta che il giorno prima che il Faraone nominasse Giuseppe a governare l'Egitto, gli disse che lo avrebbe messo alla prova la mattina seguente per vedere se conosceva le settanta lingue delle settanta nazioni, così da poter possedere la saggezza necessaria per governare. Quella notte l'angelo Gabriele venne e insegnò a Giuseppe le settanta lingue, così che potesse dimostrare al Faraone di conoscerle tutte, più una: l'ebraico. E il Faraone gli chiese di non rivelare di conoscere una lingua in più rispetto al Faraone (''Sotah'' 33a; cfr. anche Bachya ben Asher su Numeri 19:2).
Da un punto di vista metafisico ebraico, l'ebraico non è ''nel'' mondo; piuttosto, il mondo – tutto il cielo e la terra – è racchiuso nella lingua ebraica, cosicché qui l'appropriazione della Parola agiografica è un'appropriazione della creazione e della realtà stessa. Il Baal Shem Tov insegna che in ogni lettera "ci sono mondi, anime e poteri divini che si interconnettono e si uniscono" (''Keter Shem Tov'' 1). Così, dice il Baal Shem, nelle lettere della Torah dimora la Luce vivente dell'Uno Infinito; quella luce è la sostanza delle nostre vite e del nostro apprendimento (cfr. ''Keter Shem Tov'' 96). Come ci avviciniamo a quella luce? Attraverso la Lingua Sacra. [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]] spiega che ciascuna delle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico possiede tre poteri creativi noti come ''koach'' o "energia", ''chiyut'' o "vita" e ''or'' "luce", corrispondenti rispettivamente alla materia fisica, alla materia organica e all'anima. Le lettere ebraiche, afferma Rabbi Ginsburgh, funzionano come "i mattoni energetici di tutta la realtà; come la manifestazione del battito vitale interiore che permea l'universo nel suo insieme e ciascuna delle sue singole creature...; e come i canali che dirigono l'afflusso della Rivelazione Divina nella coscienza creata".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Judaism Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 2–3.</ref> L'appropriazione della Parola che caratterizza l'essenza dell'antisemitismo comporta l'appropriazione della coscienza.
"L'anima", insegna [[w:Abraham Isaac Kook|Abraham Isaac Kook]], "è piena di lettere [ebraiche] che abbondano della luce della vita, dell'intelletto e della volontà, di uno spirito di visione e di un'esistenza completa".<ref>Abraham Isaac Kook, ''Orot'', trad. Bezalel Naor (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1993), 93.</ref> E il cabalista del XIII secolo [[Abraham Abulafia]] (1240 – ca. 1291) afferma che "le lettere sono senza dubbio la radice di ogni saggezza e conoscenza".<ref>Citato in Moshe Idel, ''The Mystical Experience in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1988), 101. Cfr. anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]'' (2022).</ref> Racchiuso tra le lettere c'è l'eloquente silenzio che precede e riverbera in quello che [[w:Martin Buber|Martin Buber]] chiama "il silenzio di tutte le lingue".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 89.</ref> L'ebraico è la lingua che conferisce un significato trascendente al linguaggio. Pertanto è la lingua che l'antisemita deve cancellare o appropriarsi. Quando Dio parla sul Monte Sinai, parla Torah; se Egli parla ebraico, allora anche quello è Torah. Quindi l'ebraico è la Lingua Santa non perché la Torah sia scritta in ebraico, ma piuttosto la Torah è scritta in ebraico perché è la Lingua Santa, la lingua di ciò che il Midrash chiama fuoco nero su fuoco bianco (''Devarim Rabbah'' 3:12), sia come mezzo che come messaggio. Lo ''[[Zohar]]'' descrive la Torah come il progetto – l'anima e la sostanza – di tutta la creazione: quattro volte, dice Rabbi Shimon, il Santo guardò nella Torah prima di iniziare la Sua opera di creazione (''Zohar'' I, 5a; cfr. anche ''Bereshit Rabbah'' 1:1; ''Tanchuma Bereshit'' 1).
Poiché la Torah si riveste di abiti ebraici, la sua forma e la sua sostanza sono un tutt'uno: la lingua ebraica stessa è parte della rivelazione che è la Torah. L'ebraico deriva la sua santità non dal fatto di essere la lingua della Scrittura, ma dal suo status di fondamento primordiale della verità e del significato della creazione – di conseguenza diventa la lingua della Scrittura, la Parola agiografica di cui l'antisemita deve appropriarsi. "All'ebraico", dice Judah Halevi (ca. 1075-1141), "appartiene il primo posto, sia per quanto riguarda la ''natura della lingua'', sia per quanto riguarda la ''pienezza dei significati''" (''Kitav al-khazari'' 2:66, corsivo aggiunto). E l'ebraico, la Parola agiografica, è il primo bersaglio dell'antisemita, sia teologicamente che ideologicamente. Non c'è insegnamento e testimonianza ebraica che non sia guidata dalla Lingua Sacra, la lingua della Scrittura. Pertanto, l'antisemita deve istituire una nuova Scrittura che sostituisca o ovvii alla testimonianza scritturale del popolo ebraico.
[[Emmanuel Levinas]] sottolinea un punto importante a questo proposito. "Non conosciamo più la differenza che distingue il Libro dalla documentazione", lamenta:
{{citazione|In the former there is an inspiration purified of all the vicissitudes and all the “experiences” that had been its occasion, offering itself as Scripture whereby each soul is called to exegesis, which is both regulated by the rigorous reading of the text and by the unicity – unique in all eternity – of its own contribution, which is also its discovery, the soul’s share.|[[Emmanuel Levinas]], ''New Talmudic Readings'', trad. {{Lingue|en}} Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1999), 75–76}}
Ecco perché l'antisemita deve appropriarsi della Parola agiografica nel suo assalto non solo al corpo dell'ebreo, ma anche all'anima dell'ebreo e, per estensione, all'anima di ogni essere umano. Nel corso dei secoli, l'appropriazione antisemita della Parola ha assunto una varietà di forme, a partire dal progetto dei Padri della Chiesa di degiudaizzare il cristianesimo. Questo inizia con la traduzione dei testi sacri dall'ebraico al latino da parte di [[w:San Girolamo|Girolamo]] (342/7-420) tra il 390 e il 405, un'iniziativa che coincise con l'istituzione del cristianesimo come religione ufficiale dell'autorità romana nel 380: la lingua del potere e la lingua della Scrittura divennero la stessa cosa. Nei secoli successivi, relativamente pochi teologi cristiani studiarono effettivamente le Scritture in ebraico, ma si affidarono piuttosto alla ''[[w:Vulgata|Vulgata]]'', così che nella Chiesa romana il latino soppiantò l'ebraico come nuova Lingua Sacra,<ref>1Cfr. Andrew Cain e Josef Lössl, eds., ''Jerome of Stridon: His Life, Writings and Legacy'' (Farnham: Ashgate Publishing, 2009), 124–125.</ref> la lingua della Scrittura e la lingua della preghiera. Questa iniziativa è essenziale per il superamento e sostituzione dell'ebraismo.
Questa degiudaizzazione delle Scritture ebraiche comporta non solo l'appropriazione delle Scritture, ma anche la santificazione degli insegnamenti dei santi, che diventano essi stessi parte della nuova Parola agiografica. Nel quarto secolo Giovanni Crisostomo (347–407) descrisse il giudaizzare come una "malattia"<ref>{{en}}John Chrysostom, ''Discourses Against Judaizing Christians'', trad. Paul W. Harkins (Washington, DC: Catholic University Press of America, 1979), 15.</ref> (un tropo antisemita da affrontare in relazione al sangue), e il suo contemporaneo Girolamo "scrisse ad Agostino che se agli ebrei convertiti fosse stato permesso di praticare anche un solo frammento della loro precedente religione, ‘non diventeranno cristiani, ma ci renderanno ebrei... Le cerimonie degli ebrei sono perniciose e mortali; e chiunque le osservi, sia ebreo che gentile, è caduto nella fossa del diavolo’".<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 21.</ref> In effetti, Agostino (354–430) sosteneva che i cristiani che osservavano anche il più piccolo dei rituali ebraici erano eretici (ci si chiede se questo includesse Gesù e i suoi discepoli!).<ref>Citato in ''ibid.'', 29.</ref> Il [[w:Concilio di Antiochia (341)|Concilio di Antiochia]] (341), inoltre, proibì ai cristiani di celebrare la Pesach (Pasqua) e il [[w:Sinodo di Laodicea|Concilio di Laodicea]] (363-364) proibì ai cristiani di osservare il Sabbath ebraico.<ref>Cfr. Dan Cohn-Sherbok, ''Anti-Semitism'' (Stroud: The History Press, 2002), 48.</ref> Secoli dopo il giudaizzare sarebbe divenuto l'eresia principale presa di mira dall'Inquisizione spagnola (1478-1834); secondo [[w:Henry Kamen|Henry Kamen]], delle oltre duemila persone sottoposte ad ''autodafé'' tra il 1480 e il 1530, circa il 99,3 per cento erano cosiddetti cripto-ebrei.<ref>Henry Kamen, ''The Spanish Inquisition: A Historical Revision'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1998), 60.</ref>
Nel 1534 [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546) completò la traduzione della Bibbia ebraica in tedesco, un progetto simile di appropriazione della Parola per adattarla al suo programma antisemita, che chiarisce in ''[[w:Degli ebrei e delle loro menzogne|Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (1543):
{{citazione|[Sono] passati millecinquecento anni da quando Vespasiano e Tito distrussero Gerusalemme ed espulsero gli ebrei dalla città... Un'ira così spietata di Dio è prova sufficiente che essi hanno sicuramente errato e si sono sviati... Infatti non si osa considerare Dio così crudele da punire il suo popolo tanto a lungo, così terribilmente, così spietatamente, e per di più tacere, confortandolo né con parole né con fatti, e non fissando alcun limite di tempo né alcuna fine... Pertanto quest'opera d'ira è la prova che gli ebrei, sicuramente rigettati da Dio, non sono più il suo popolo, e neppure lui è più il loro Dio.|{{en}}Martin Luther, ''On the Jews and Their Lies'', 1543, mia trad.}}
Se Egli non è più il loro Dio, allora la Santa Parola non è più la loro Parola; né, per il Riformatore, la Parola della Vulgata è più la Santa Parola. Da qui la necessità di una nuova traduzione, in cui è incastonata una nuova dispensazione. Con la nuova dispensazione che accompagna la nuova appropriazione della Parola giunge una nuova ascesa al Trono del Giudizio Divino. Colui che detiene la chiave della salvezza infligge anche dannazione, e colui che infligge dannazione inevitabilmente infligge morte, a cominciare dagli ebrei. Nel suo ''Von Schem Hemphoras'' (1543), Lutero scrisse che "il Dio degli ebrei è il diavolo".<ref>Citato in Michael, ''Holy Hatred'', 111.</ref> In quanto coloro il cui Dio è il diavolo, gli ebrei sono l'antitesi di coloro il cui padre è Dio; in quanto incarnazione dell'Anticristo, devono necessariamente rifiutare il Cristo. Il loro disprezzo per l'evidente verità della Parola appropriata li rende non solo spregevoli, ma i nemici per eccellenza della Verità, i figli del Padre della Menzogna. Poiché gli ebrei sono seguaci del Padre della Menzogna, Hitler proclama che "l’intera esistenza di questo popolo [gli ebrei]... si basa su una menzogna continua", un’affermazione la cui verità, dice il Führer, è dimostrata da un altro testo che eclissa la Parola: ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|I Protocolli dei Savi di Sion]]'' (vedi sotto).<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 307. Mia trad. {{it}}.</ref>
L'Islam intraprende la propria appropriazione della Parola agiografica, la Parola di Verità, non attraverso una traduzione della Bibbia ebraica in arabo, ma sostituendo la falsa Bibbia ebraica con la vera Bibbia, la vera Parola dell'Islam: il Corano. "Questo è il Libro!" dice il Profeta ([https://sufi.it/il-sacro-corano/2-surat-al-baqara/ 2:2]).<ref>Cfr. ''The Clear Quran'', trad. Mustafa Khattab (Lombard, IL: Book of Signs Foundation, 2016). In italiano cfr. ''[https://sufi.it/il-sacro-corano/ Il Sacro Corano]''.</ref> Poiché il Corano è il Libro, la Sacra Parola di Verità, le Scritture degli ebrei e dei cristiani sono piene di menzogne. "I malfattori [gli ebrei] alterarono le parole che era stato loro comandato di dire" (2:59).<ref>''Ibid.''</ref> E: "In verità, c'è tra loro [gli ebrei] un gruppo che altera la Scrittura con le loro lingue, così che tu possa pensare che provenga dalla Scrittura, ma non è dalla Scrittura. E dicono: "Questo viene da Allah", ma non viene da Allah. E dicono falsità contro Allah" ([https://sufi.it/il-sacro-corano/3-surat-al-imran/ 3:78]).<ref>Cfr. anche {{en}}''The Quran'', trad. Saheeh International (Lake City, MN: Saheeh International, 1997).</ref> Come corruttori della legge e degli insegnamenti di Allah, afferma il principale ideologo dei Fratelli Musulmani e del Jihad Islamico Sayyid Qutb, “i Figli di Israele, sia prima che dopo Mosè, macchiarono e pervertirono il suo messaggio”.<ref>Sayyid Qutb, ''Basic Principles of the Islamic Worldview'', traf. Rami David, prefazione di Hamid Algar (North Haledon, NJ: Islamic Publications International, 2006), 207.</ref> ''Prima'' di Mosè, ''prima'' della rivelazione della Parola sul Monte Sinai, gli ebrei pervertono la Parola Santa perché tale malvagità è la loro essenza: pervertono il messaggio prima che ci sia un messaggio.
Nella tradizione ebraica, la ''Mishnah'', il ''Midrash'' e la ''[[Kabbalah]]'' costituiscono quella che è nota come Torah Orale. L'Islam ha una tradizione orale sacra simile negli Hadith, che comprende insegnamenti basati sulle parole e le azioni del Profeta che non fanno parte del Corano. Il primo compilatore noto di tradizioni tratte dagli Hadith è [[:en:w:Abd Allah ibn al-Mubarak|Abdallah ibn al-Mubarak]] (m. 797).<ref>Cfr. David Cook, ''Understanding Jihad'' (Berkeley: University of California Press, 2005), 14.</ref> Le sei principali raccolte che compongono gli Hadith sono Sahih al-Bukhari, compilata da Muhammad ibn Ismail al-Bukhari (810-70); Sahih Muslim, raccolta da Muslim ibn al-Hajjaj (821-75); Sunan Abu Daud, raccolta da Abu Daud al-Sijistani (817-88); Sunan al-Tirmidi, messa insieme da 'Isa Muhammad ibn 'Isa al-Tirmidi (824-92); Sunan Ibn Majah, raccolta da Muhammad ibn Yazid ibn Majah (824-87); e Sunan al-Nasai, compilata da Ahmad ibn al-Nasai (829-915). Questi testi sono secondi solo al Corano come fonti autorevoli su cosa credere e come vivere; anch'essi appartengono alla Parola agiografica di cui l'Islam si è appropriato.
Lo studioso musulmano [[:en:w:Khaleel Mohammed|Khaleel Mohammed]] spiega che l'Hadith è la fonte primaria degli insegnamenti islamici più antisemiti, al punto che, basandosi solo sull'Hadith, l'odio per gli ebrei sembrerebbe essere un principio fondamentale dell'Islam.<ref>Khaleel Mohammed, “Antisemitism in Islamic Texts and Traditions,” ''lecture given at the University of Memphis, March 14, 2007''.</ref> Nell'Hadith, ad esempio, troviamo l'insegnamento che "l'ultima ora non arriverà a meno che i musulmani non combattano contro gli ebrei e i musulmani non li uccidano finché gli ebrei non si nascondano dietro una pietra o un albero e una pietra o un albero non dicano: musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo" (''Sahih Muslim'', Libro 41, Numero 6985).<ref>Citato in David Aaron, ''In Their Own Words: Voices of Jihad'' (Santa Monica, CA: Rand Corporation, 2008), 43–44.</ref> La natura stessa vomita gli ebrei nel processo di redenzione dell'umanità. Perché? Perché gli ebrei non rappresentano una menzogna o una falsità qualsiasi, ma una menzogna che gli ebrei spacciano per la Sacra Parola di Dio, una menzogna che mina la creazione stessa. Pertanto non può esserci posto per gli ebrei nella creazione di Dio. Condurre una guerra santa contro gli ebrei significa condurre una guerra per amore della Verità Divina. Gli ebrei, dichiara Sayyid Qutb, sono "falsificatori della Verità Divina".<ref>Citato in Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987), 2, 7.</ref> Se si ama la verità e si odia la menzogna, allora l'odio per gli ebrei è un segno di rettitudine. Lo scopo dell'appropriazione della Parola agiografica, quindi, è giustificare l'odio per gli ebrei, fornirgli una sanzione divina, rendendolo qualcosa di santo e gradito a Dio.
L'appropriazione islamica della Parola nella sua forma jihadista è esemplificata nella [[:en:w:1988 Hamas charter|Carta di Hamas]], nota come Carta di Allah, con l'implicazione che Hamas ''sia'' Allah (che verrà esaminata in dettaglio nel [[Connessioni/Capitolo 8|Capitolo 8]]). La Carta di Allah invoca tre categorie di testi probatori per dimostrare la veridicità del manifesto, tutti e tre i quali rappresentano un'appropriazione della Parola agiografica: il Corano, gli Hadith e i ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'', la famigerata falsificazione di appunti presumibilmente presi in una riunione segreta dei leader dell'ebraismo globale che complottavano per conquistare il mondo.
[[File:The Protocols of the Elders of Zion by Nilus (1912) - cleaned.jpg|200|right|thumb|Edizione russa dei ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|Protocolli]]'' del 1912]]
''I Protocolli'' videro la luce per la prima volta nel 1903 su ''Znamya (La Bandiera)'', un giornale antisemita pubblicato a San Pietroburgo. "Agenti dei servizi segreti russi sotto la guida di Pëtr Ivanovič Račkovskij [1853-1910]", spiega Stephen Atkins, "plagiarono due opere – ''Biarritz'' (1868) di Hermann Goedsche [1815-1878] e ''A Dialogue in Hell: Conversations between Machiavelli and Montesquieu about Power and Right'' (1864) di Maurice Joly [1829-1878] – per produrre la versione finale dei ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'' [come è anche noto] tra il 1897 e il 1899".<ref>Stephen E. Atkins, ''Holocaust Denial as an International Movement'' (Westport, CT: Praeger, 2009), 16.</ref> Poco dopo la loro comparsa su ''Znamya'', il giurista russo Sergej Aleksandrovič Nilus (1863-1929) assunse la direzione della pubblicazione e della diffusione dei ''Protocolli''.
Il Primo Protocollo dichiara che, in quanto incarnazione del male, gli ebrei sono decisi a sradicare "l'alto carattere morale: franchezza, onore, onestà".<ref>"Protocols of the Elders of Zion", in Richard S. Levy, ''Antisemitism in the Modern World: An Anthology of Texts'' (Lexington, MA: D. C. Heath and Company, 1991), 152.</ref> Gli ebrei portano avanti questo nefasto progetto corrompendo la cultura e plasmando l'opinione pubblica. "Attraverso la stampa", afferma il Secondo Protocollo, "otteniamo influenza ma rimaniamo nell'ombra",<ref>''Ibid.'', 156.</ref> atroci e nascosti. Nascosti nell'ombra, gli ebrei manipolano i registri del mondo: "Con l'aiuto dell'oro, che controlliamo completamente, e con i metodi subdoli a nostra disposizione, provocheremo una crisi economica universale".<ref>''Ibid.'', 159</ref> Interessati solo al loro potere, gli ebrei sono i veri razzisti, che considerano i non-ebrei come "un gregge di pecore castrate" e se stessi come "i lupi", che naturalmente predano le pecore, non apertamente ma segretamente infiltrandosi nei governi e nelle organizzazioni segrete come la Massoneria.<ref>''Ibid.'', 161.</ref> Una volta ottenuto il controllo, il loro piano è quello di eliminare chiunque si opponga a loro.<ref>''Ibid.'', 164.</ref> Così nei ''Protocolli'', la Parola agiografica laica, vediamo proiettati sugli ebrei tutti i classici tropi dell'antisemitismo: sono la più grande minaccia alla società morale, decisi a un governo totalitario, decisi ad accumulare la ricchezza del mondo, i sinistri manipolatori del pensiero stesso.
La stragrande maggioranza dei promotori tedeschi dei ''Protocolli'' erano professori universitari e intellettuali culturali,<ref>Michael Mack, ''German Idealism and the Jew: The Inner Anti-Semitism of Philosophy and German Jewish Responses'' (Chicago: University of Chicago Press, 2003), 170.</ref> il cui pensiero derivava dall'idealismo tedesco o dal Volkismo tedesco, guidati da un modo di pensare che non poteva che categorizzare gli ebrei come la più grande di tutte le minacce possibili: il male dell'ebreo è l'essenza dell'ebreo. Nella sua appropriazione filosofica, politica e culturale della Parola agiografica, l'antisemitismo si basa sul pensare in termini di essenza, e non in termini di un nome o di un fatto temporalmente determinato. "I termini della vita", afferma [[Franz Rosenzweig]], "non sono ‘essenziali’ ma ‘reali’; non riguardano l’‘essenza’ ma il ‘fatto’. Ciononostante, la parola del filosofo rimane ‘essenziale’. Cedendo allo stupore, fermandosi e trascurando le operazioni della realtà, egli si costringe a ritirarsi e si limita ad affrontare l'essenza",<ref>Franz Rosenzweig, ''Understanding the Sick and the Healthy'', trad. Nahum Glatzer (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1999), 42.</ref> che è senza volto. Lo spirito universale genera una collettività cieca al volto e perciò totalitaria, e il totalitarismo si fonda sull'appropriazione della Parola.
L'antisemitismo laico dei ''Protocolli'', con la sua promulgazione della cospirazione ebraica mondiale, ha i suoi precedenti nell'antisemitismo cristiano. Nel XII secolo, Teobaldo di Cambridge (ca. 1090-1161) sosteneva che ogni anno gli ebrei convocassero un consiglio segreto di rabbini per scegliere un bambino cristiano da sacrificare.<ref>Cfr. Dennis Prager e Joseph Telushkin, ''Why the Jews? The Reason for Antisemitism'' (New York: Simon & Schuster, 2003), 82.</ref> Nel 1307 si affermò che gli ebrei cospirassero con il re Muhammad I di Tunisi per sterminare i cristiani avvelenando tutti i pozzi.<ref>Cfr. Edward H. Flannery, ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Anti-Semitism'' (New York:Macmillan, 1965), 107–108.</ref> Gli ebrei, in altre parole, rappresentavano un male pervasivo e invisibile che minacciava l'intera umanità. Qui troviamo un legame tra l'appropriazione della Parola e la diffamazione del sangue, in cui gli ebrei non solo consumano il sangue, ma avvelenano anche la linfa vitale del mondo. In questo modo, lo spargimento di sangue ebraico viene santificato.
=== Consumare, versare e purificare il sangue ===
L'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]] è al tempo stesso antica e moderna. Nei suoi commenti sui pagani Democrito, Manetone, Apione e Tacito, Robert Michael osserva che tutti accusavano gli ebrei di consumare il sangue dei non-ebrei nei loro rituali del Tempio.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 16.</ref> Potevano concepire tali riti, tuttavia, solo in termini pagani, e non nei termini teologici che accompagnavano l'accusa di omicidio di Dio. Con l'avvento del cristianesimo, l'accusa del sangue assunse dimensioni teologiche e fu associata all'omicidio rituale di Dio; non solo gli ebrei assassinavano i bambini cristiani, gli agnelli immacolati, ma li crocifiggevano in una rievocazione ritualizzata dell'uccisione di Cristo. Alla base dell'accusa del sangue, come suggerito nel Capitolo precedente, c'è il desiderio del cristiano di liberarsi dal compito che Cristo gli avrebbe imposto. Perché? Perché Gesù è l'ebreo completo che annuncia l'infinita responsabilità di ciascuno per tutti. Egli non prende il nostro posto sulla croce, ma ci chiama alla croce come sostituto ultimo del nostro prossimo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» ({{passo biblico2|Gv|15:12-14}}). Senza questa sostituzione non può esserci alcun significato, alcuna importanza nella vita; senza questa sostituzione l'anima è perduta.
Levinas spiega: "Vulnerabilità, esposizione all’oltraggio, alle ferite, passività più passiva di ogni pazienza, passività dell’accusativo, trauma dell’accusa sofferto da un ostaggio fino alla persecuzione, che implica l’identità dell’ostaggio che si sostituisce agli altri... È una sostituzione con un altro, uno al posto di un altro, espiazione".<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 14–15.</ref> Comandando con l’esempio, l’ebreo Gesù chiama ciascuno di noi a una sostituzione radicalissima, all’espiazione per i peccati dell’altro. Questa espiazione per l’altro è la via singolare verso la propria redenzione. È l’opposto della "redenzione" acquistata a prezzo di spargimento di sangue, dove l’omicidio si trasforma in "martirio". Se l’ebreo Gesù ci "salva", non è attraverso il suo sangue, ma attraverso il suo insegnamento sulla nostra infinita responsabilità verso e per l’altro, fino alla morte, un insegnamento che egli trasmette con l’esempio. E noi vogliamo ucciderlo, l’ebreo, per questo.
L'unica appropriazione del Divino che potrebbe eccedere l'assassinio di Dio sarebbe il consumo di Dio, il diventare Dio rendendo Dio parte di sé stessi nell'apoteosi suprema del sé. In fondo, la calunnia del sangue, l'affermazione che gli ebrei uccidono i bambini e ne consumano il sangue, è l'accusa che gli ebrei si approprino di Cristo assorbendo in sé colui che è simile a Cristo. Nella calunnia del sangue vediamo una cupa perversione del Sacramento dell'Eucaristia, mediante la quale il credente consuma il sangue e il corpo di Cristo – in un atto non solo di appropriazione, ma di assorbimento. Quando l'antisemita proietta questo consumo di sangue sull'ebreo nella forma della calunnia del sangue, ciò esprime in effetti il suo desiderio di essere come Dio uccidendoLo e consumandoLo. Questa associazione eucaristica sottolinea la natura ritualizzata di questo assassinio; in effetti, non è presentato esattamente come un omicidio, ma come una sorta di sacrificio di sangue satanico, sancito non dal Santo ma dal Maligno.
Nel XIV secolo il rituale fu associato all'osservanza della Pasqua ebraica (Pesach), che è il periodo della Crocifissione. Anche in questo caso, l'accusa di profanazione dell'ostia – prendere il pane sacro della comunione e profanarlo, persino conficcandovi dei chiodi – è associata alla calunnia del sangue come rievocazione dell'omicidio e della consumazione di Dio. Nel 1298, ad esempio, a Röttingen si vociferava che degli ebrei avessero profanato l'ostia, dopodiché, guidati da un nobile tedesco di nome Rindfleisch, gli ''Judenschächter'' o "massacratori di ebrei" uccisero {{FORMATNUM:100000}} ebrei in Germania e distrussero 140 comunità.<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 106–107.</ref> L'accusa persiste nell'epoca moderna. Nel 1881 la rivista vaticana ''[[w:La Civiltà Cattolica|Civiltà Cattolica]]'' tentò di dimostrare che l'omicidio rituale era parte integrante dell'ebraismo; gran parte della loro affermazione si basava sul lavoro del teologo cattolico tedesco August Rohling (1839–1931),<ref>Cfr. Bernard Lewis, ''Semites and Anti-Semites: An Inquiry into Conflict and Prejudice'' (New York: W. W. Norton, 1999), 106–107.</ref> che attribuiva agli ebrei l’insegnamento secondo cui "chiunque versi il sangue di un empio [cioè un non-ebreo] porta in tal modo un’offerta sacrificale a Dio”.<ref>August Rohling, ''Der Talmudjude'', 4a ed. (Münster: Adolph Russell’s Verlag, 1872), 41; mia trad.</ref> A dire il vero, secondo Robert Michael tra il 1880 e il 1945 ci furono tanti casi di accuse del sangue quanti ce ne furono durante l’intero Medioevo.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 170.</ref>
Con l'avvento della modernità, l'attingere alle tradizionali manifestazioni cristiane della calunnia del sangue divenne naturale per gran parte del mondo musulmano. L'affare di Damasco del 1840, quando otto ebrei della città furono accusati di omicidio rituale in seguito alla scomparsa del monaco cappuccino Padre Thomas,<ref>Cfr. Jonathan Frankel, ''The Damascus Affair: “Ritual Murder,” Politics, and the Jews in 1840'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1997).</ref> è forse il più famigerato, ma non fu l'unico. C'erano già stati casi ad Hama (1829), Beirut (1824) e Antiochia (1826); nel 1872 ci fu un pogrom contro gli ebrei di Smirne in seguito all'ennesima calunnia del sangue.<ref>Cfr. Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 787.</ref> La calunnia continua ancora oggi. Il 24 aprile 1970 la radio Fatah riferì che i sionisti stavano rapendo bambini dalle strade per prelevarne il sangue. Nel 1983 l’ex ministro della Difesa siriano [[w:Mustafa Tlass|Mustafa Tlas]] (1932–2017) pubblicò un libro intitolato ''[[:en:w:Mustafa Tlass#The Matzah of Zion|The Matzah of Sion]]'', in cui sosteneva che gli ebrei uccidono i bambini per ottenere il sangue per la [[w:matzah|matzah]] di [[w:Pesach|Pesach]].<ref>Cfr. Barry Rubin, ''Revolution Until Victory? The Politics and History of the PLO'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1994), 125.</ref> Un anno dopo, in una conferenza della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla tolleranza religiosa, il rappresentante saudita Dr. Maruf al-Dawalibi (1909–2004) affermò: "Se un ebreo non beve ogni anno il sangue di un uomo non ebreo, allora sarà dannato per tutta l’eternità".<ref>Cfr. Lewis, ''Semites and Anti-Semites'', 194.</ref> Nel 2002 il Dr. Umayma Ahmad al-Jalahma della King Faisal University pubblicò un articolo sul quotidiano saudita ''Al-Riyadh'' accusando gli ebrei della diffamazione del sangue.<ref>Cfr. Kenneth R. Timmerman, ''Preachers of Hate: Islam and the War on America'' (New York: Three Rivers Press, 2004), 74–76.</ref> Nel 2003 una società cinematografica privata siriana produsse una serie intitolata ''Ash-Shatat (La diaspora)'', che era basata in parte sui famigerati ''Protocolli dei Savi di Sion'' e ritraeva drammatiche ricostruzioni della diffamazione del sangue; La serie è andata in onda sulla stazione televisiva satellitare di Hezbollah, Al-Manar. In una conferenza all'Università della California, a Riverside, nel 2014, [[:en:w:Omar Barghouti|Omar Barghouti]] (n. 1964), fondatore del ''[[w:Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni|Boycott, Divestment, Sanctions Movement]]'' (2005), ha incitato all'odio verso gli ebrei ribadendo la calunnia del sangue nella sua affermazione che i soldati israeliani "davano la caccia ai bambini" ogni notte.<ref>“Palestinian BDS National Committee,” BDS.</ref>
L'accusa di sangue che i jihadisti attribuiscono agli ebrei è una proiezione della loro sete di sangue deicida. Il 28 novembre 1971, il primo ministro giordano [[:en:w:Wasfi Tal|Wasfi al-Tal]] (1919-1971) fu [[:en:w:Assassination of Wasfi Tal|assassinato]] dal gruppo palestinese [[w:Settembre nero in Giordania|Settembre Nero]] di fronte all'Hotel Sheraton del Cairo, dopodiché uno degli assassini si avvicinò, si chinò e leccò il sangue della sua vittima.<ref>Cfr. Rubin, ''Revolution Until Victory?'', 37–38. Settembre Nero fu fondato nel 1970 per vendicare l'uccisione di diverse migliaia di palestinesi da parte della Giordania nel settembre del 1970.</ref> Ancora più significativo è il video prodotto da Hamas nel febbraio 2006. Fu l'ultima testimonianza al mondo di un attentatore omicida: "Il mio messaggio agli ebrei odiati", dichiarò, "è che non c'è altro dio all'infuori di Allah [e] vi daremo la caccia ovunque! Siamo una nazione che beve sangue e sappiamo che non c'è sangue migliore del sangue degli ebrei. Non vi lasceremo soli finché non avremo placato la nostra sete con il vostro sangue e la sete dei nostri figli con il vostro sangue".<ref>Itamar Marcus e Barbara Cook, "Hamas Video: ‘We Will Drink the Blood of the Jews’" ''Palestine Media Watch, February 14, 2006''.</ref> Sì: la sete dei ''nostri figli con il vostro sangue''. Poi ci sono le fotografie di bambini dell'asilo, con le mani alzate e dipinte di rosso sangue, a imitare il gesto degli assassini insanguinati che massacrarono Yossi Avrahami e Vadim Norjitz a Ramallah il 13 ottobre 2000.<ref>Cfr. "The Ramallah Lynching", , [http://www.think-israel.org/freerepublic.octoberramallahlynch.html ''Think-Israel'', settembre-ottobre 2010] (accesso 21/06/25).</ref> Episodi come questi riportano alla mente un'interpretazione rabbinica del significato di ''Amalek'', la tribù che attaccò i bambini e gli anziani tra gli Israeliti mentre uscivano dall'Egitto. ''Amalek'', dice il ''Midrash'', significa ''Am Lak'', un "popolo" che "lecca" il sangue (''Tanchuma Teitzei'' 9). Che lecchino il sangue o vi immergano le mani, i jihadisti prosperano sul sangue degli ebrei.
Chi, secondo la Torah, è il padre di Amalek? È Esaù ({{passo biblico2|Genesi|36:12}}). "Esaù disse a Giacobbe: ‘Versami, per favore, un po' di quella roba rossa, rossa, perché sono molto stanco’. Per questo lo chiamarono Edom [che significa ‘rosso’]" ({{passo biblico2|Genesi|25:30}}). Secondo il commentario di [[w:Rashi|Rashi]], questo incontro avvenne il giorno della morte di Abramo. Rashi, infatti, suggerisce che Abramo scelse di morire prima del tempo perché non voleva vivere abbastanza a lumgo da vedere cosa sarebbe diventato Esaù – o cosa sarebbero diventati i suoi discendenti. Questo è il momento della caduta di Esaù dall'Alleanza, quando barattò la sua eredità in cambio di una bevanda di "rossa, roba rossa" ― la roba da cui si deve bere per diventare come Dio. Perché l'unica alternativa al vivere nell'Alleanza con il Dio vivente è diventare come Dio, come disse il serpente. E dove il sangue dell'Alleanza della Circoncisione viene rifiutato, il sangue del nostro prossimo viene versato. Questo è il momento della transizione da Esaù a Edom, alla tradizione rosso sangue di Edom, che è Roma, che è il Cristianesimo con la sua accusa di sangue e le sue successive manifestazioni. Esaù fu chiamato Edom a causa della ''sostanza rossa'', il sangue di Giacobbe che i suoi discendenti avrebbero consumato.
[[w:Julius Streicher|Julius Streicher]] (1885–1946 per impiccagione a Norimberga) dedicò due edizioni del suo giornale di propaganda nazista ''[[w:Der Stürmer|Der Stürmer]]'' al tema dell'omicidio rituale, una nel maggio del 1934 e l'altra nel luglio del 1939. Il numero del 1934 è intitolato "Il piano ebraico per l'assassinio dell'umanità gentile rivelato", con un'illustrazione che raffigura ebrei dall'aspetto satanico che raccolgono il sangue dalle gole tagliate di esseri umani in una padella. Il numero del 1939 si intitola semplicemente "Omicidio rituale" e reca un'immagine medievale di diversi ebrei intenti a macellare un bambino cristiano, con i corpi di bambini cristiani morti che ricoprono il pavimento. La prima pagina recita: "La storia segnala centinaia di casi in cui bambini non ebrei furono torturati a morte. Furono anche sottoposti alla stessa incisione alla gola che si trova sugli animali macellati. Vennero anche lentamente dissanguati mentre erano pienamente coscienti".<ref>Cfr. Randall L. Bytwerk, ''Julius Streicher: Nazi Editor of the Notorious Newspaper Der Stürmer'' (New York: Cooper Square Press, 1983), 130.</ref> L'omicidio rituale trasforma la trasgressione del divieto divino contro l'omicidio in qualcosa di sacro; è quindi un'espressione fondamentale dell'eliminazione del Divino che si dispiega nell'Olocausto – non solo nell'assassinio di Dio, ma nel consumo di Dio. Se l'anima è nel sangue ({{passo biblico2|Genesi|9:4}}), allora consumare il sangue significa consumare l'anima; significa arrogarsi l'essenza di ciò che viene consumato. Questo è il significato dell'Eucaristia o comunione. E la maggior parte dei nazisti riceveva la comunione.
Lo scopo della calunnia del sangue? Giustificare lo spargimento di sangue ebraico. Non si può consumare sangue senza spargerlo. Pertanto, parte dell'essenza dell'antisemitismo risiede in questo legame: il sangue deve essere versato per appropriarsi dell'anima che è nel sangue. In effetti, per l'antisemita lo spargimento di sangue ebraico, il sangue impuro che ospita l'essenza del male, diventa una condizione necessaria per raggiungere la purezza della redenzione. È un po' come il metodo del salasso che i medici usavano quando combattevano una malattia rimuovendo il sangue impuro del paziente: se l'umanità deve essere guarita e redenta, allora il sangue ebraico impuro deve essere versato nella terra. Tuttavia, proprio come il salasso non ha curato, ma piuttosto distrutto il paziente, così l'umanità distrugge se stessa impregnando la terra con il sangue degli ebrei. Quando Caino uccise suo fratello Abele, Dio dichiarò a Caino: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra" ({{passo biblico2|Genesi|4:10}}) – "sangue" nel passo ebraico è al plurale perché omicidio genera omicidio. Si noti inoltre che il sangue ha una voce. Se Dio è "annunciato da un profondo silenzio", come dice il Talmud (''Berakhot'' 58a), è il silenzio che si leva dal sangue versato dai morti.
Al tempo dell'Olocausto, il sangue dei nostri fratelli non solo gridava dalla terra, ma sgorgava, salendo fino al cielo. Al suo processo a Gerusalemme nel 1961, Adolf Eichmann testimoniò di aver visto un "geyser di sangue zampillante" sgorgare da una fossa comune.<ref>Stephan Landsman, ''Crimes of the Holocaust: The Law Confronts Hard Cases'' (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2005), 74.</ref> La terra stessa si sollevò e si gonfiò, come se fosse appesantita dal sangue dei nostri fratelli, gli ebrei. Così comprendiamo il vero significato di ''Blut und Boden'',<ref>La frase viene da Richard Walther Darré (1895–1953), che nel 1930 dichiarò che la sfida che il popolo tedesco doveva affrontare era il ripristino dell’“unità del sangue e della terra”; cfr. Richard Walther Darré, ''Um Blut und Boden: Reden und Aufsätze'' (Monaco di Baviera: Zentralverlag der NSDAP, 1940), 28.</ref> di Sangue e Terra: l'antisemitismo richiede di inzuppare la terra di sangue ebraico, finché il sangue non erutta dalla terra stessa. Donna Rubinstein ricorda le fosse comuni di [[:en:w:History of the Jews in Krasnostav|Krasnostav]], dicendo: "Coprirono le tombe, ma la terra si sollevò".<ref>Donna Rubinstein, ''I Am the Only Survivor of Krasnostav'' (New York: Shengold, 1982), 39.</ref> E, come in uno stato di delirio, Judith Dribben (1923-1977) scrive: "Li seppelliscono mezzi vivi... o mezzi morti... e il terreno si muoveva... il terreno si muoveva... li seppelliscono mezzi vivi... e il terreno si muoveva..."<ref>Judith Dribben, ''And Some Shall Live'' (Jerusalem: Keter Books, 1969), 85.</ref> Con l'annientamento dell’''adam'' ("essere umano"), l’''adamah'' ("terra") si agita; la Madre Terra stessa si contorce sotto il peso del sangue ebraico versato. Dal terreno stesso il sommesso urlo dell'Olocausto si leva fino al cielo. È così che il sangue di Abele grida a Dio.
Efrem di Siria (ca. 306–73) aggiunse l'odio per gli ebrei alla liturgia cristiana,<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 46.</ref> Eusebio di Alessandria (m. 444) incitò sistematicamente all'odio verso gli ebrei,<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 39.</ref> e Atanasio di Costantinopoli (1230–1310) affermò: "È dovere dei cristiani odiare gli ebrei deicidi".<ref>''Ibid.'', 40.</ref> Non appena l'odio per gli ebrei divenne un dovere religioso incombente sui pii cristiani, spargere sangue ebraico divenne qualcosa di sacro e gradito a Dio. Durante la prima e la seconda crociata, infatti, la credenza che chiunque sparga il sangue di un ebreo riceverà il perdono dei peccati era diffusa,<ref>''Ibid.'', 67; cfr. anche Rosemary Radford Ruether, ''Faith and Fratricide: The Theological Roots of Anti-Semitism'' (New York: Seabury Press, 1974), 206. Va notato che durante la seconda crociata, Bernardo di Chiaravalle (1090–1153) si espresse contro l'uccisione degli ebrei.</ref> dando luogo ai massacri del 1096 a Spira, Worms, Magonza e Colonia, come anche a Metz, Treviri, Rouen e Monieux. Pertanto, in una perversa distorsione del rito sacrificale dell'espiazione, gli ebrei prendono il posto dell'ebreo Gesù: versare il loro sangue, non il suo, lava via ogni peccato. Collocati in tale posizione, gli ebrei vengono posti al di fuori del cerchio della salvezza: colui il cui sangue vi porta la redenzione non è soggetto alla redenzione. Collocare gli ebrei al di fuori del cerchio della salvezza costituisce un nuovo ma inevitabile passo nella loro demonizzazione.
Il culto e la cultura del jihadismo islamico sono al tempo stesso più famelici e più convinti nella loro brama di spargere sangue, a cominciare da quello ebraico. Non solo riecheggiando, ma amplificando l'odio verso gli ebrei cristiani, il senso di malvagità intrinseca dell'ebreo da parte dei jihadisti è parte essenziale della loro pietà. L'appello rivolto da Haj Amin al-Husseini ai musulmani in una trasmissione radiofonica da Berlino il 26 novembre 1942, dopo la sconfitta di Rommel a El Alamein il 4 novembre, illustra questo punto importante: "Sorgete, o figli d'Arabia! Combattete per i vostri sacri diritti! Massacrate gli ebrei ovunque li troviate! Il loro sangue versato è gradito ad Allah!".<ref>Tom Knowlton, "Nazi Roots of Modern Radical Islam", [https://freerepublic.com/focus/news/816232/posts ''Free Republic'', 18 dicembre 2002] (accesso 21/06/25).</ref> A Gerusalemme, l'appello dei musulmani a uccidere gli ebrei risale alle rivolte del 4-5 aprile 1920, quando manifesti nel quartiere musulmano recitavano: "Uccidete gli ebrei. Non c'è punizione per l'uccisione degli ebrei".<ref>David G. Dalin e John F. Rothman, ''Icon of Evil: Hitler’s Mufti and the Rise of Radical Islam'' (New York: Random House, 2008), 13.</ref> Poco prima delle rivolte arabe contro gli ebrei nell'agosto del 1929, quando 133 ebrei furono uccisi e 339 feriti, al-Husseini dichiarò che "chi uccide un ebreo ha un posto assicurato nell'aldilà".<ref>''Ibid.'', 30.</ref> Il 21 gennaio 1944 al-Husseini iniziò le sue trasmissioni radiofoniche per quell'anno dichiarando: "La Germania nazionalsocialista sta combattendo l'ebraismo mondiale. Il Corano dice: ‘Scoprirete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani’. Ci sono anche notevoli somiglianze tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo".<ref>Citato in Chuck Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'' (New York: iUniverse, 2003), 82; cfr. anche Joseph B. Schechtman, ''The Mufti and the Fuehrer: The Rise and Fall of Haj Amin el-Husseini'' (New York: Thomas Yoseloff, 1965), 139.</ref> In una trasmissione trasmessa il 1° marzo 1944, ingiunse agli arabi di "uccidere gli ebrei ovunque li troviate. Questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione".<ref>Citato in Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'', 62.</ref> Preoccupato per la svolta nelle sorti della guerra, al-Husseini scrisse a Himmler il 5 giugno 1944 e di nuovo il 27 luglio 1944, chiedendo al Reichsführer delle SS di fare tutto il possibile per completare lo sterminio degli ebrei.<ref>Serge Trifkovic, ''The Sword of the Prophet: Islam: History, Theology, Impact on the World'' (Boston, MA: Regina Orthodox Press, 2002), 187.</ref>
Mentre i nazisti abbracciano una [[w:volontà di potenza|volontà di potenza]], i jihadisti abbracciano una volontà di morte come mezzo per prendere il potere con il pretesto di esaltare "la Parola della Verità".<ref>Hasan al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna: A Selection from the Majmuat Rasail al-Imam al-Shahid Hasan al-Banna'', trad. Charles Wendell (Berkeley: University of California Press, 1978), 93.</ref> Ciò che santifica la "Parola della Verità" non è la sapienza dei saggi, ma il "sangue dei martiri",<ref>''Ibid.'', 115.</ref> così che più sangue viene versato, più la verità è giustificata. Pertanto, come ogni male, il male del jihadismo islamico si autoalimenta: non può esistere senza un mondo inondato dal sangue dei noncredenti, a cominciare dagli ebrei. Per i jihadisti, che trasformano l'assassino in un martire, è anche un mondo intriso del sangue dei credenti. Pertanto, Sayyid Qutb ingiunge: "Fratello, vai avanti, perché la tua strada è intrisa di sangue. Non voltare la testa né a destra né a sinistra, ma guarda solo al cielo".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 62.</ref> Nel Jihad islamico, il sangue stesso assume quindi un significato metafisico.
Sia gli ideologi nazionalsocialisti che quelli jihadisti islamici fanno riferimento all’''"idra ebraica mondiale"''<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 637.</ref> che avvelena l'umanità. Non si tratta solo di una cospirazione: è un’''idra'', qualcosa di malvagio, velenoso e mostruoso, qualcosa che non può essere fermato, come due teste crescono ovunque se ne tagli una. Solo qualcosa di ''sacro'', solo una guerra santa, solo il Jihad può opporsi a tale male. Il nome del male nell'ideologia nazista e jihadista non è solo l’''ebreo'', ma l’''ebraismo'', che è nel sangue: l'ebraismo è il contagio. Quando Hitler si riferisce al "peccato di sangue", ha in mente molto più che i rapporti sessuali: ''"Il peccato di sangue e la profanazione della razza sono il peccato originale in questo mondo e la fine dell'umanità che vi si arrende"''.<ref>''Ibid.'', 249 (corsivo nell'originale).</ref> Ed è una ''profanazione'', qualcosa di satanico. Il salvatore che compie l'opera del Signore, conducendo una guerra santa contro Satana per amore della redenzione, deve versare sangue ebraico.
A partire dal primo Califfato, sottolinea Hasan al-Banna, i musulmani "combatterono contro l'ingannevole Giudaismo" e "lottarono contro il Cristianesimo", le due principali fonti di contaminazione dell'Islam e del mondo.<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 17.</ref> Il male primordiale, a suo avviso, è l'ebraismo, poiché fu la fonte del contagio del cristianesimo, un contagio che è nel sangue. Questa contaminazione da parte degli ebrei è ciò che rende l'umanità non-musulmana inferiore ai credenti maestri: a differenza dei musulmani, sono stati infettati dal contagio ebraico. Gli ebrei, quindi, sono il male che affligge l'umanità, e il contagio del male è nel loro sangue impuro. Dice Qutb: "L'obiettivo [degli ebrei] è chiaramente mostrato dai ''Protocolli [dei Savi di Sion]''. Gli ebrei sono dietro il materialismo, la sessualità animale, la distruzione della famiglia e la dissoluzione della società. Tra questi, i principali sono Marx, Freud, Durkheim e l'ebreo Jean-Paul Sartre".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 159.</ref> La soluzione per sradicare questo male è l'Islam: "La loro è una natura malvagia, piena di odio per l'Islam, il suo Profeta e i suoi seguaci... Il nostro mondo moderno non sarà salvato da questa natura malvagia se non dall'Islam".<ref>Sayyid Qutb, ''In the Shade of the Quran'', trad. M. A. Salahi e A. A. Shamis (Alexandria, VA: Al Saadawi Publications, 1997), 220–221.</ref> Non può esserci riabilitazione di una "natura malvagia": come ogni malattia, deve essere totalmente sradicata. Senza lo sradicamento del popolo ebraico, non può esserci redenzione: l'antisemitismo sterminazionista è, nella sua essenza, un antisemitismo redentore.
=== Redenzione: il fascino essenziale dell'antisemitismo ===
Nella sua essenza redentrice, l'antisemitismo porta con sé il fascino della promessa di salvezza. Salvezza da cosa? Proprio dall'ebreo malvagio, satanico, demoniaco – non l'ebreo che vive dietro l'angolo, ma l'"invisibile tirafili", per usare il termine di Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 493.</ref> colui che preda la tua anima eterna ed è invisibile come Satana. Ciò che [[:en:w:Joel Carmichael|Joel Carmichael]] chiama "mystical anti-Semitism" ha le sue origini in questa invisibile ubiquità degli ebrei, che si presta a satanizzare gli ebrei: "they were all-powerful ''secretly''".<ref>Joel Carmichael, ''The Satanizing of the Jews: Origin and Development of Mystical Anti-Semitism'' (New York: Fromm International Publishing Corporation, 1992), 36; corsivo nell'originale.</ref> La demonizzazione dell'ebreo, che appartiene all'essenza dell'antisemitismo, è necessaria alla promessa di redenzione dell'antisemita. Il rifiuto dell'Incarnazione da parte degli ebrei è cruciale per la demonizzazione degli ebrei da parte dei cristiani e per la loro promessa di redenzione attraverso l'odio verso gli ebrei: "What would otherwise have been mere exoticism, a cluster of normal dissimilarities between different groups, was escalated by the Jewish role as a Counter-Incarnation to a level of lofty horror that, in the very process of ‘sparing’ the Jews, heightened their demonically powerful character".<ref>''Ibid.'', 52.</ref> Poiché l'Incarnazione rappresenta il raggiungimento del bene più grande, il rifiuto dell'Incarnazione è il male più grande. Il Dio della Torah, che rifiuta l'Incarnazione come categoria, è Lui stesso trasformato in un diavolo, cosicché, per i cristiani, l'unico modo in cui le Scritture ebraiche possono essere legittimate è che vengano sistematicamente cristianizzate, come ha osservato [[w:Rosemary Radford Ruether|Rosemary Radford Ruether]].<ref>Ruether, ''Faith and Fratricide'', 161.</ref>
C'è quindi qualcosa di satanico nel rifiuto del Messia da parte degli ebrei e nella loro ribellione contro Dio, anzi, nel loro assassinio di Dio. Sanno meglio di chiunque altro come riconoscere il Messia; dopotutto, hanno scritto il libro su questo. In effetti, gli ebrei rifiutano la salvezza in Cristo non perché non riconoscano che Gesù di Nazareth è il Messia, il Figlio di Dio, ma ''proprio perché'' lo riconoscono come tale. Pertanto devono essere "emissari di Satana" che "servono i demoni", come affermò [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] nelle sue ''Omelie contro i Giudei''.<ref>Citato in Arthur Lukyn Williams, ''Adversus Judaeos: A Bird’s-Eye View of Christian Apologiae Until the Renaissance'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1935), 98.</ref> Una volta che gli ebrei diventano una tale categoria teologica, diventano "una creatura mitica", osserva [[:en:w:Steven T. Katz|Steven Katz]], "Jews, a Jew, can be God incarnate; they can be the Devil incarnate (or his lieutenants); but they can never again be merely human beings".<ref>Steven T. Katz, ''The Holocaust in Historical Context'', Vol. 1: ''The Holocaust and Mass Death Before the Modern Age'' (New York: Oxford University Press, 1994), 256.</ref> Nessuno, quindi, può minacciare così profondamente la redenzione dell'umanità come gli ebrei. Questa demonizzazione degli ebrei si è protratta fino ai primi secoli dell'Islam. In effetti, lo studioso nazista [[w:Johann von Leers|Johann von Leers]] (1902-1965) fu rapido a cogliere questo punto, affermando che "il Corano è pieno di avvertimenti sugli ebrei, che sono chiamati senza mezzi termini ‘Satana’ [cfr. 4:55, 4:60, 58:14-19 e 98:6]".<ref>Johann von Leers, "Judaism and Islam as Opposites", trad. Steven Rendall, in Andrew G. Bostom, ed. ''The Legacy of Islamic Antisemitism: From Sacred Texts to Solemn History'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2008), 620.</ref> Nell’850, in linea con i versetti coranici che associano entrambi i gruppi a Satana (ad esempio, 16:63), Al-Mutawakkil (847-161) decretò che ebrei e cristiani dovessero attaccare immagini di diavoli alle porte delle loro case.<ref>Le immagini dovevano essere fatte di lana e appese all'esterno delle porte, cfr. Andrew G. Bostom, "Jihad Conquests and the Imposition of Dhimmitude – A Survey", in Andrew G. Bostom, ed., ''The Legacy of Jihad: Islamic Holy War and the Fate of Non-Muslims'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2005), 47–48.</ref> Una volta che un popolo è stato demonizzato in questo modo, assassinarlo non è solo accettabile, ma è un dovere religioso.
Per i jihadisti, gli ebrei sono Satana incarnato, un tema che pervade le diatribe dei moderni ideologi jihadisti. Abdul Al’a Maududi (1903-1979), ad esempio, si riferisce all'ebraismo mondiale come al "diavolo" che minaccia l'umanità intera,<ref>Abdul Al’a Maududi, ''Selected Speeches and Writings'', Vol. 2, trad. S. Zakir Aijaz (Karachi: International Islamic Publishers, 1981), 62–63.</ref> e Qutb dichiara che gli ebrei sono "il diavolo più nero e la fonte delle peggiori macchinazioni anti-islamiche".<ref>Citazione in Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations'', 28.</ref> Parallelamente all'opposizione tra ''dar al-Islam'' e ''dar al-harb'', il "reame dell'Islam" e il "reame della guerra", afferma Qutb, vi è la distinzione tra ''hizb Allah'' o "Partito di Allah" e ''hizb al-shaytan'' o "Partito di Satana".<ref>Citazione in Ahmad S. Moussalli, ''Radical Islamic Fundamentalism: The Ideological and Political Discourse of Sayyid Qutb'' (Beirut: American University of Beirut, 1992), 168.</ref> Ronald Nettler commenta il significato dell'affermazione di Qutb:
{{citazione|From the judicious use of ancient sources applied imaginatively to contemporary crises, there arose familiar ideas: the Jews as inherently decadent and anti-religious; the Jews as being driven by an obsessive urge to destroy the only true religion, Islam; the Jews as the organizers and agents of the Western political threat to Islam... The monstrous evil exemplifying these specific Jewish evils was the Jewish Satan of Zionism and Israel.|[https://www.google.co.uk/books/edition/Past_Trials_and_Present_Tribulations/dwAzOwAACAAJ?hl=en Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations''], 69}}
I teologi-politici jihadisti che hanno demonizzato gli ebrei hanno i loro successori. Nel 1974 Abd al-Halim Mahmoud (1910-1978), il Grande Imam dell'Università di Al-Azhar, descrisse la lotta contro gli ebrei come una lotta contro Satana: "Allah comanda ai musulmani di combattere gli amici di Satana ovunque si trovino. E tra gli amici di Satana – anzi, i suoi migliori amici nella nostra epoca – ci sono gli ebrei".<ref>Citato in ''ibid.'', 18–19. </ref> In quanto amici di Satana, gli ebrei sono decisi a rubare la redenzione al resto dell'umanità.
Ormai possiamo capire cosa significhi ''demonizzare'' gli ebrei. Alla base della demonizzazione degli ebrei c'è il progetto fondamentale dell'antisemitismo: appropriarsi di Dio o eclissarlo, diventando gli arbitri della redenzione. Proprio come la Chiesa presumerebbe di essere la custode del principio secondo cui nessuno giunge a Dio se non attraverso Cristo (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}) – e quindi l'arbitro della dannazione o della salvezza, della scomunica o della redenzione – così i leader di Hezbollah dichiarerebbero che il Partito di Dio è "a ''‘clearinghouse for mankind’'', where those who will be admitted into paradise are separated from those destined for hell.".<ref>Amir Taheri, ''Holy Terror: Inside the World of Islamic Terrorism'' (Bethesda, MD: Adler& Adler, 1987), 87; corsivo aggiunto.</ref> Mentre un tempo Allah era colui che decideva chi sarebbe stato redento e chi dannato, tale prerogativa ora ricade sul Partito di Allah, su Hezbollah, rendendo così Allah superfluo: Allah e Hezbollah sono la stessa cosa. Lo stesso principio si applica alle ideologie totalitarie che sono invariabilmente utopiche e che vedono invariabilmente gli ebrei e l'ebraismo come i principali ostacoli alla redenzione utopica.
Dal punto di vista della teologia cristiana dogmatica, della dottrina islamica fondamentale e delle ideologie utopiche, la presenza stessa dell'ebreo destituisce chiunque osi assumere il ruolo di giudice; quindi l'ebreo destabilizza colui che vorrebbe che la questione fosse risolta, in particolare la questione di distinguere i dannati dai redenti. L'unico modo per risolvere la questione della redenzione è destituire Dio, e l'ebreo ostacola tale progetto. [[Franz Rosenzweig]] vede questa presenza inquietante dell'ebreo come la fonte dell'antisemitismo cristiano: "The existence of the Jew constantly subjects Christianity to the idea that it is not attaining the goal, the truth, that it ever remains – on the way. That is the profoundest reason for the Christian hatred of the Jew",<ref>Franz Rosenzweig, ''The Star of Redemption'', trad. William W. Hallo (Boston, MA: Beacon Press, 1972), 413.</ref> come anche dell'odio islamico e di altre forme di odio ideologico contro l'ebreo. Rimanere "on the way" significa affermare, con gli ebrei, che il Messia è ancora in cammino e che la questione della redenzione rimane irrisolta. E così l'antisemita promette la redenzione negata dall'ebreo. La redenzione si ottiene attraverso il controllo assoluto su tutta l'umanità, "in questo mondo e nell'altro",<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 46–47.</ref> come dice Hasan al-Banna. Ma l'ebreo annuncia che coloro che vorrebbero esercitare il controllo assoluto sulla verità non hanno il controllo. Perché la verità ha il controllo su di noi – non il contrario, nonostante le nostre macchinazioni teologiche e ideologiche.
Non sorprende che, con l'avvento dell'antisemitismo totalitario, il discorso teologico entri in gioco, nonostante il declino del dogma cristiano. Nell'espressione del suo desiderio di vedere la nazione tedesca spodestare Dio, [[w:Richard Wagner|Richard Wagner]], ad esempio, accusa gli ebrei di deicidio.<ref>Richard Wagner, ''Art and Politics'', trad. William Ashton Ellis (Lincoln: University of Nebraska Press, 1995), 364.</ref> Inoltre, in linea con l'antisemitismo teologico che lo precede, demonizza gli ebrei e l'ebraismo, dichiarando: "L'ebraismo è la cattiva coscienza della nostra civiltà moderna".<ref>Richard Wagner, ''Judaism in Music and Other Essays'', trad. W. Ashton Ellis (Lincoln: University of Nebraska Press, 1995), 100.</ref> Immerso nella mitologia nazionalista della sua arte, Wagner ritenne che la contaminazione ebraica del Volk risiedesse nell'accento ebraico sulla realtà concreta e materiale di questo mondo, piuttosto che nell'astrazione eterea di un regno spirituale e mitico. La persona dell'artista nel suo saggio ''Über Staat und Religion'' (Stato e religione) pronuncia le parole di Gesù, proclamando: "Il mio regno non è di questo mondo".<ref>Wagner, ''Art and Politics'', 9.</ref> Come i filosofi idealisti tedeschi che lo influenzarono, Wagner prese a prestito dalla valorizzazione teologica antisemita dell'ultraterreno. Così annunciò la "necessità di lottare per emanciparsi dagli ebrei",<ref>Wagner, ''Judaism in Music and Other Essays'', 81.</ref> che minacciano la redenzione definitiva del Volk. Abbracciando l'idea di un "cristianesimo ariano" liberato dal contagio dell'ebraismo, osserva Wistrich, Wagner si sarebbe rivelato "a crucial link between the Christian Judeophobic tradition and the ‘redemptive’ anti-Semitism of Nazism. His vision looked toward the future transformation of European man and the salvation of humanity through the radical solution of the ‘Jewish question.’".<ref>Wistrich, ''A Lethal Obsession'', 103.</ref> Per Wagner, la "questione ebraica" è una questione su come eliminare la fonte del male insita negli ebrei, che è l'ostacolo cosmologico alla redenzione.
E così vediamo che per essere annoverati tra i redenti, i morali e gli onesti, non si deve solo odiare gli ebrei e lo Stato ebraico, ma essere complici dell'eliminazione degli ebrei, in quanto principale ostacolo alla redenzione dell'umanità. Più che etichettare Israele con qualsiasi male sia attualmente di moda – dal razzismo all'apartheid, dalle violazioni dei diritti umani al colonialismo, dal Covid-19 alla violenza della polizia – la demonizzazione dello Stato ebraico è calcolata per etichettare Israele come la fonte di ogni male. Quindi non solo gli ebrei, ma anche lo Stato ebraico rappresentano una grave minaccia alla redenzione dell'umanità. È una mossa che i jihadisti hanno imparato molto bene dai nazionalsocialisti, come ha osservato Wistrich: "The demonization of the Jews provides a unifying thread for an Islamist ideology in which the word ‘Zionist’ fulfills exactly the same function as did the word ‘Jew’ for Hitler and the Nazis".<ref>''Ibid.'', 651.</ref> Poiché lo Stato ebraico è demoniaco nella sua essenza, è universale nella sua portata; da qui la visione antisemita secondo cui Israele, lungi dall'essere un semplice rifugio per un popolo perseguitato, è l'epicentro di un complotto satanico per conquistare il mondo e quindi minaccia la redenzione dell'intera umanità. Non si può essere né giusti né morali senza opporsi all'esistenza dello Stato ebraico. Approfondiremo maggiormente questa forma di antisemitismo di moda nel prossimo Capitolo.
{{Immagine grande|Treblinka's Memorial in Winter.JPG|1010px|Memoriale a [[w:Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]]: ciascuna pietra sul terreno rappresenta una città la cui popolazione ebraica fu annientata nel campo di sterminio}}
== Note ==
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie letteratura moderna|Serie dei sentimenti}}
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[[Categoria:Connessioni|Capitolo 6]]
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[[File:Eduard Bendemann- Die trauernden Juden im Exil um 1832.jpg|740px|center|Jews Mourning in Exile, by Eduard Bendemann (1832)]]
== Parola, Sangue, Redenzione: l'essenza dell'antisemitismo ==
Ora che abbiamo compreso il ''Perché'' dell'antisemitismo, passiamo alla questione della sua essenza. Che sia teologico o ideologico, il quadro dell'antisemitismo sistematico e istituzionale richiede l'appropriazione o la rimozione della Parola Sacra, la Parola di Verità, affinché abbia l'ultima parola. Analogamente, deve esserci un'appropriazione dell'anima in vista della purificazione del corpo dei credenti o del corpo politico, che assume la forma dell'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]], dello spargimento e purificazione del sangue. Infine, l'appropriazione della Parola e lo spargimento di sangue consentono all'antisemita di determinare il progetto di redenzione, che risieda nell'ingresso dell'anima in un paradiso celeste o nell'ingresso del popolo in un'utopia terrena. In questo Capitolo, quindi, mostrerò che l'essenza dell'antisemitismo, così come rivelata nella sua storia, si manifesta in tre modi fondamentali, ognuno dei quali è legato all'altro: l'appropriazione della Parola, lo spargimento di sangue e la determinazione della redenzione.
=== L'appropriazione della parola ===
"There was among the pagans", osserva [[:en:w:Robert Michael (historian)|Robert Michael]], "no belief or feeling that eternal salvation depended on hating Jews. There was no array of theological ideas supporting, justifying, legitimizing, and sanctifying anti-Jewish hostilities".<ref>Robert Michael, ''Holy Hatred: Christianity, Antisemitism, and the Holocaust'' (New York: Palgrave Macmillan, 2006), 16.</ref> I pagani non avevano Scritture, nessuna Parola che fosse in principio (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|1:1}}), nessuna Parola che fosse la Via, la Verità e la Vita (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}). ''Santificare'', tuttavia, significa rendere qualcosa sacro, in modo da collocare l'odio per gli ebrei in una categoria che trascende le contingenze ontologiche. Una volta santificato l'odio per gli ebrei, l'ebreo viene inserito in una categoria metafisica, che richiede l'appropriazione della Parola agiografica, la Parola Santa, in modo tale da sostituire, eclissare e altrimenti ovviare alle Scritture ebraiche degli ebrei, scritte nella lingua del Santo.
L'[[w:lingua ebraica|ebraico]] è il ''Lashon HaKodesh'', la "Lingua Santa", per diverse ragioni. Il Rebbe di Piaseczna, Rabbi [[:en:w:Kalonymus Kalman Shapira|Kalonymos Kalmish Shapira]], paragona la santità dell'ebraico alla santità dello Shabbat: così come lo Shabbat conferisce significato e santità agli altri giorni della settimana, così la lingua ebraica conferisce significato e santità alle altre lingue dell'umanità.<ref>Cfr. Kalonymos Kalmish Shapira, ''Sacred Fire: Torah from the Years of Fury 1939–1942'', trad. J. Hershy Worch, ed. Deborah Miller (Northvale, NJ: Jason Aronson, 2000), 46–47.</ref> L'attacco alla Parola, la privazione delle parole del loro significato, fu uno dei principali mezzi utilizzati dai nazisti per attaccare il Santo. Come ricorda [[:en:w:Sara Nomberg-Przytyk|Sara Nomberg-Przytyk]] (1915-1990) nelle sue memorie, "the new set of meanings that the Nazis imposed on words provided the best evidence of the devastation that Auschwitz created".<ref>Sara Nomberg-Przytyk, Auschwitz: True Tales from a Grotesque Land, trans. Roslyn Hirsch (Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1985), 72.</ref> La Parola che subì l'attacco radicale dei nazisti fu la Parola Ebraica: mentre i nazisti lasciarono intatte le traduzioni tedesche della Bibbia, bruciarono le Bibbie ebraiche.<ref>Cfr. Alon Confino, "Why Did the Nazis Burn the Hebrew Bible? Nazi Germany, Representations of the Past, and the Holocaust", ''The Journal of Modern History'', 84 (giugno 2012): 369–400.</ref>
L'intuizione di Rabbi Shapira affonda le sue radici in un insegnamento del saggio talmudico [[:en:w:Johanan bar Nappaha|Rabbi Yochanan]], il quale sostiene che quando Dio creò i cieli e la terra, la Sua prima parola si divise in settanta scintille. Da quelle settanta scintille emersero le settanta lingue del mondo (''Shabbat'' 88b). Il ''Midrash'' sui Salmi contiene una variazione su questo tema: "Quando il Santo, benedetto Egli sia, emanò la Parola Divina, la voce si divise in sette voci e dalle sette voci passò nelle settanta lingue delle settanta nazioni" (''Midrash Tehilim'' 2.68.6). La lingua che accende le settanta lingue delle settanta nazioni è il ''Lashon HaKodesh''. "Poiché tutte le settanta lingue fluiscono dalla lingua santa", afferma Rabbi [[:en:w:Yehudah Aryeh Leib Alter|Yehudah Leib Alter di Ger]], il grande saggio chassidico del diciannovesimo secolo. "È la Torah che dà vita a tutte quelle lingue".<ref>Yehudah Leib Alter, ''The Language of Truth: The Torah Commentary of the Sefat Emet'', trad. {{en}} Arthur Green (Philadelphia: Jewish Publication Society, 1998), 62.</ref> Quella scintilla di vita che scaturisce dalla Parola Divina è ciò che infonde significato nel linguaggio.
L'ebraico non è quindi solo una delle lingue delle nazioni; piuttosto, in quanto veicolo della voce divina, precede tali lingue. Infatti, secondo un antico testo mistico, il ''Sefer Yetzirah (Il Libro della Creazione)'', i trentadue riferimenti a Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle dieci ''sefirot'' e alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico (''Sefer Yetzirah'' 1:1). Michael Munk sottolinea un ulteriore insegnamento: "That the twenty-two letters of the ''Aleph-Bais'' [alphabet] were used to create the world is alluded to by the ''gematria'' [numerical value] of the first three words of the Torah ''bereshit bara Elokim'', ‘in the beginning God created’ (1202), which is the same as the ''gematria'' of ''bekh”v otiot bara'', ‘with 22 letters He created’ the world".<ref>Michael L. Munk, ''The Wisdom in the Hebrew Alphabet: The Sacred Letters as a Guide to Jewish Deed and Thought'' (Brooklyn, NY: Mesorah, 1983), 222.</ref> Pertanto, la tradizione vuole che l'ebraico sia più antico della creazione stessa, poiché è la materia stessa della creazione. A dimostrazione di ciò, il Talmud racconta che il giorno prima che il Faraone nominasse Giuseppe a governare l'Egitto, gli disse che lo avrebbe messo alla prova la mattina seguente per vedere se conosceva le settanta lingue delle settanta nazioni, così da poter possedere la saggezza necessaria per governare. Quella notte l'angelo Gabriele venne e insegnò a Giuseppe le settanta lingue, così che potesse dimostrare al Faraone di conoscerle tutte, più una: l'ebraico. E il Faraone gli chiese di non rivelare di conoscere una lingua in più rispetto al Faraone (''Sotah'' 33a; cfr. anche Bachya ben Asher su Numeri 19:2).
Da un punto di vista metafisico ebraico, l'ebraico non è ''nel'' mondo; piuttosto, il mondo – tutto il cielo e la terra – è racchiuso nella lingua ebraica, cosicché qui l'appropriazione della Parola agiografica è un'appropriazione della creazione e della realtà stessa. Il Baal Shem Tov insegna che in ogni lettera "ci sono mondi, anime e poteri divini che si interconnettono e si uniscono" (''Keter Shem Tov'' 1). Così, dice il Baal Shem, nelle lettere della Torah dimora la Luce vivente dell'Uno Infinito; quella luce è la sostanza delle nostre vite e del nostro apprendimento (cfr. ''Keter Shem Tov'' 96). Come ci avviciniamo a quella luce? Attraverso la Lingua Sacra. [[w:Yitzchak Ginsburgh|Yitzchak Ginsburgh]] spiega che ciascuna delle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico possiede tre poteri creativi noti come ''koach'' o "energia", ''chiyut'' o "vita" e ''or'' "luce", corrispondenti rispettivamente alla materia fisica, alla materia organica e all'anima. Le lettere ebraiche, afferma Rabbi Ginsburgh, funzionano come "i mattoni energetici di tutta la realtà; come la manifestazione del battito vitale interiore che permea l'universo nel suo insieme e ciascuna delle sue singole creature...; e come i canali che dirigono l'afflusso della Rivelazione Divina nella coscienza creata".<ref>Yitzchak Ginsburgh, ''The Alef-Beit: Judaism Revealed Through the Hebrew Letters'' (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1991), 2–3.</ref> L'appropriazione della Parola che caratterizza l'essenza dell'antisemitismo comporta l'appropriazione della coscienza.
"L'anima", insegna [[w:Abraham Isaac Kook|Abraham Isaac Kook]], "è piena di lettere [ebraiche] che abbondano della luce della vita, dell'intelletto e della volontà, di uno spirito di visione e di un'esistenza completa".<ref>Abraham Isaac Kook, ''Orot'', trad. Bezalel Naor (Northvale, NJ: Jason Aronson, 1993), 93.</ref> E il cabalista del XIII secolo [[Abraham Abulafia]] (1240 – ca. 1291) afferma che "le lettere sono senza dubbio la radice di ogni saggezza e conoscenza".<ref>Citato in Moshe Idel, ''The Mystical Experience in Abraham Abulafia'' (Albany, NY: SUNY Press, 1988), 101. Cfr. anche il mio ''[[Abulafia e i segreti della Torah]]'' (2022).</ref> Racchiuso tra le lettere c'è l'eloquente silenzio che precede e riverbera in quello che [[w:Martin Buber|Martin Buber]] chiama "il silenzio di tutte le lingue".<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', trad. Walter Kaufmann (New York: Charles Scribner’s Sons, 1970), 89.</ref> L'ebraico è la lingua che conferisce un significato trascendente al linguaggio. Pertanto è la lingua che l'antisemita deve cancellare o appropriarsi. Quando Dio parla sul Monte Sinai, parla Torah; se Egli parla ebraico, allora anche quello è Torah. Quindi l'ebraico è la Lingua Santa non perché la Torah sia scritta in ebraico, ma piuttosto la Torah è scritta in ebraico perché è la Lingua Santa, la lingua di ciò che il Midrash chiama fuoco nero su fuoco bianco (''Devarim Rabbah'' 3:12), sia come mezzo che come messaggio. Lo ''[[Zohar]]'' descrive la Torah come il progetto – l'anima e la sostanza – di tutta la creazione: quattro volte, dice Rabbi Shimon, il Santo guardò nella Torah prima di iniziare la Sua opera di creazione (''Zohar'' I, 5a; cfr. anche ''Bereshit Rabbah'' 1:1; ''Tanchuma Bereshit'' 1).
Poiché la Torah si riveste di abiti ebraici, la sua forma e la sua sostanza sono un tutt'uno: la lingua ebraica stessa è parte della rivelazione che è la Torah. L'ebraico deriva la sua santità non dal fatto di essere la lingua della Scrittura, ma dal suo status di fondamento primordiale della verità e del significato della creazione – di conseguenza diventa la lingua della Scrittura, la Parola agiografica di cui l'antisemita deve appropriarsi. "All'ebraico", dice Judah Halevi (ca. 1075-1141), "appartiene il primo posto, sia per quanto riguarda la ''natura della lingua'', sia per quanto riguarda la ''pienezza dei significati''" (''Kitav al-khazari'' 2:66, corsivo aggiunto). E l'ebraico, la Parola agiografica, è il primo bersaglio dell'antisemita, sia teologicamente che ideologicamente. Non c'è insegnamento e testimonianza ebraica che non sia guidata dalla Lingua Sacra, la lingua della Scrittura. Pertanto, l'antisemita deve istituire una nuova Scrittura che sostituisca o ovvii alla testimonianza scritturale del popolo ebraico.
[[Emmanuel Levinas]] sottolinea un punto importante a questo proposito. "Non conosciamo più la differenza che distingue il Libro dalla documentazione", lamenta:
{{citazione|In the former there is an inspiration purified of all the vicissitudes and all the “experiences” that had been its occasion, offering itself as Scripture whereby each soul is called to exegesis, which is both regulated by the rigorous reading of the text and by the unicity – unique in all eternity – of its own contribution, which is also its discovery, the soul’s share.|[[Emmanuel Levinas]], ''New Talmudic Readings'', trad. {{Lingue|en}} Richard A. Cohen (Pittsburgh: Duquesne University Press, 1999), 75–76}}
Ecco perché l'antisemita deve appropriarsi della Parola agiografica nel suo assalto non solo al corpo dell'ebreo, ma anche all'anima dell'ebreo e, per estensione, all'anima di ogni essere umano. Nel corso dei secoli, l'appropriazione antisemita della Parola ha assunto una varietà di forme, a partire dal progetto dei Padri della Chiesa di degiudaizzare il cristianesimo. Questo inizia con la traduzione dei testi sacri dall'ebraico al latino da parte di [[w:San Girolamo|Girolamo]] (342/7-420) tra il 390 e il 405, un'iniziativa che coincise con l'istituzione del cristianesimo come religione ufficiale dell'autorità romana nel 380: la lingua del potere e la lingua della Scrittura divennero la stessa cosa. Nei secoli successivi, relativamente pochi teologi cristiani studiarono effettivamente le Scritture in ebraico, ma si affidarono piuttosto alla ''[[w:Vulgata|Vulgata]]'', così che nella Chiesa romana il latino soppiantò l'ebraico come nuova Lingua Sacra,<ref>1Cfr. Andrew Cain e Josef Lössl, eds., ''Jerome of Stridon: His Life, Writings and Legacy'' (Farnham: Ashgate Publishing, 2009), 124–125.</ref> la lingua della Scrittura e la lingua della preghiera. Questa iniziativa è essenziale per il superamento e sostituzione dell'ebraismo.
Questa degiudaizzazione delle Scritture ebraiche comporta non solo l'appropriazione delle Scritture, ma anche la santificazione degli insegnamenti dei santi, che diventano essi stessi parte della nuova Parola agiografica. Nel quarto secolo Giovanni Crisostomo (347–407) descrisse il giudaizzare come una "malattia"<ref>{{en}}John Chrysostom, ''Discourses Against Judaizing Christians'', trad. Paul W. Harkins (Washington, DC: Catholic University Press of America, 1979), 15.</ref> (un tropo antisemita da affrontare in relazione al sangue), e il suo contemporaneo Girolamo "scrisse ad Agostino che se agli ebrei convertiti fosse stato permesso di praticare anche un solo frammento della loro precedente religione, ‘non diventeranno cristiani, ma ci renderanno ebrei... Le cerimonie degli ebrei sono perniciose e mortali; e chiunque le osservi, sia ebreo che gentile, è caduto nella fossa del diavolo’".<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 21.</ref> In effetti, Agostino (354–430) sosteneva che i cristiani che osservavano anche il più piccolo dei rituali ebraici erano eretici (ci si chiede se questo includesse Gesù e i suoi discepoli!).<ref>Citato in ''ibid.'', 29.</ref> Il [[w:Concilio di Antiochia (341)|Concilio di Antiochia]] (341), inoltre, proibì ai cristiani di celebrare la Pesach (Pasqua) e il [[w:Sinodo di Laodicea|Concilio di Laodicea]] (363-364) proibì ai cristiani di osservare il Sabbath ebraico.<ref>Cfr. Dan Cohn-Sherbok, ''Anti-Semitism'' (Stroud: The History Press, 2002), 48.</ref> Secoli dopo il giudaizzare sarebbe divenuto l'eresia principale presa di mira dall'Inquisizione spagnola (1478-1834); secondo [[w:Henry Kamen|Henry Kamen]], delle oltre duemila persone sottoposte ad ''autodafé'' tra il 1480 e il 1530, circa il 99,3 per cento erano cosiddetti cripto-ebrei.<ref>Henry Kamen, ''The Spanish Inquisition: A Historical Revision'' (New Haven, CT: Yale University Press, 1998), 60.</ref>
Nel 1534 [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]] (1483-1546) completò la traduzione della Bibbia ebraica in tedesco, un progetto simile di appropriazione della Parola per adattarla al suo programma antisemita, che chiarisce in ''[[w:Degli ebrei e delle loro menzogne|Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (1543):
{{citazione|[Sono] passati millecinquecento anni da quando Vespasiano e Tito distrussero Gerusalemme ed espulsero gli ebrei dalla città... Un'ira così spietata di Dio è prova sufficiente che essi hanno sicuramente errato e si sono sviati... Infatti non si osa considerare Dio così crudele da punire il suo popolo tanto a lungo, così terribilmente, così spietatamente, e per di più tacere, confortandolo né con parole né con fatti, e non fissando alcun limite di tempo né alcuna fine... Pertanto quest'opera d'ira è la prova che gli ebrei, sicuramente rigettati da Dio, non sono più il suo popolo, e neppure lui è più il loro Dio.|{{en}}Martin Luther, ''On the Jews and Their Lies'', 1543, mia trad.}}
Se Egli non è più il loro Dio, allora la Santa Parola non è più la loro Parola; né, per il Riformatore, la Parola della Vulgata è più la Santa Parola. Da qui la necessità di una nuova traduzione, in cui è incastonata una nuova dispensazione. Con la nuova dispensazione che accompagna la nuova appropriazione della Parola giunge una nuova ascesa al Trono del Giudizio Divino. Colui che detiene la chiave della salvezza infligge anche dannazione, e colui che infligge dannazione inevitabilmente infligge morte, a cominciare dagli ebrei. Nel suo ''Von Schem Hemphoras'' (1543), Lutero scrisse che "il Dio degli ebrei è il diavolo".<ref>Citato in Michael, ''Holy Hatred'', 111.</ref> In quanto coloro il cui Dio è il diavolo, gli ebrei sono l'antitesi di coloro il cui padre è Dio; in quanto incarnazione dell'Anticristo, devono necessariamente rifiutare il Cristo. Il loro disprezzo per l'evidente verità della Parola appropriata li rende non solo spregevoli, ma i nemici per eccellenza della Verità, i figli del Padre della Menzogna. Poiché gli ebrei sono seguaci del Padre della Menzogna, Hitler proclama che "l’intera esistenza di questo popolo [gli ebrei]... si basa su una menzogna continua", un’affermazione la cui verità, dice il Führer, è dimostrata da un altro testo che eclissa la Parola: ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|I Protocolli dei Savi di Sion]]'' (vedi sotto).<ref>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim (Boston, MA: Houghton Mifflin, 1971), 307. Mia trad. {{it}}.</ref>
L'Islam intraprende la propria appropriazione della Parola agiografica, la Parola di Verità, non attraverso una traduzione della Bibbia ebraica in arabo, ma sostituendo la falsa Bibbia ebraica con la vera Bibbia, la vera Parola dell'Islam: il Corano. "Questo è il Libro!" dice il Profeta ([https://sufi.it/il-sacro-corano/2-surat-al-baqara/ 2:2]).<ref>Cfr. ''The Clear Quran'', trad. Mustafa Khattab (Lombard, IL: Book of Signs Foundation, 2016). In italiano cfr. ''[https://sufi.it/il-sacro-corano/ Il Sacro Corano]''.</ref> Poiché il Corano è il Libro, la Sacra Parola di Verità, le Scritture degli ebrei e dei cristiani sono piene di menzogne. "I malfattori [gli ebrei] alterarono le parole che era stato loro comandato di dire" (2:59).<ref>''Ibid.''</ref> E: "In verità, c'è tra loro [gli ebrei] un gruppo che altera la Scrittura con le loro lingue, così che tu possa pensare che provenga dalla Scrittura, ma non è dalla Scrittura. E dicono: "Questo viene da Allah", ma non viene da Allah. E dicono falsità contro Allah" ([https://sufi.it/il-sacro-corano/3-surat-al-imran/ 3:78]).<ref>Cfr. anche {{en}}''The Quran'', trad. Saheeh International (Lake City, MN: Saheeh International, 1997).</ref> Come corruttori della legge e degli insegnamenti di Allah, afferma il principale ideologo dei Fratelli Musulmani e del Jihad Islamico Sayyid Qutb, “i Figli di Israele, sia prima che dopo Mosè, macchiarono e pervertirono il suo messaggio”.<ref>Sayyid Qutb, ''Basic Principles of the Islamic Worldview'', traf. Rami David, prefazione di Hamid Algar (North Haledon, NJ: Islamic Publications International, 2006), 207.</ref> ''Prima'' di Mosè, ''prima'' della rivelazione della Parola sul Monte Sinai, gli ebrei pervertono la Parola Santa perché tale malvagità è la loro essenza: pervertono il messaggio prima che ci sia un messaggio.
Nella tradizione ebraica, la ''Mishnah'', il ''Midrash'' e la ''[[Kabbalah]]'' costituiscono quella che è nota come Torah Orale. L'Islam ha una tradizione orale sacra simile negli Hadith, che comprende insegnamenti basati sulle parole e le azioni del Profeta che non fanno parte del Corano. Il primo compilatore noto di tradizioni tratte dagli Hadith è [[:en:w:Abd Allah ibn al-Mubarak|Abdallah ibn al-Mubarak]] (m. 797).<ref>Cfr. David Cook, ''Understanding Jihad'' (Berkeley: University of California Press, 2005), 14.</ref> Le sei principali raccolte che compongono gli Hadith sono Sahih al-Bukhari, compilata da Muhammad ibn Ismail al-Bukhari (810-70); Sahih Muslim, raccolta da Muslim ibn al-Hajjaj (821-75); Sunan Abu Daud, raccolta da Abu Daud al-Sijistani (817-88); Sunan al-Tirmidi, messa insieme da 'Isa Muhammad ibn 'Isa al-Tirmidi (824-92); Sunan Ibn Majah, raccolta da Muhammad ibn Yazid ibn Majah (824-87); e Sunan al-Nasai, compilata da Ahmad ibn al-Nasai (829-915). Questi testi sono secondi solo al Corano come fonti autorevoli su cosa credere e come vivere; anch'essi appartengono alla Parola agiografica di cui l'Islam si è appropriato.
Lo studioso musulmano [[:en:w:Khaleel Mohammed|Khaleel Mohammed]] spiega che l'Hadith è la fonte primaria degli insegnamenti islamici più antisemiti, al punto che, basandosi solo sull'Hadith, l'odio per gli ebrei sembrerebbe essere un principio fondamentale dell'Islam.<ref>Khaleel Mohammed, “Antisemitism in Islamic Texts and Traditions,” ''lecture given at the University of Memphis, March 14, 2007''.</ref> Nell'Hadith, ad esempio, troviamo l'insegnamento che "l'ultima ora non arriverà a meno che i musulmani non combattano contro gli ebrei e i musulmani non li uccidano finché gli ebrei non si nascondano dietro una pietra o un albero e una pietra o un albero non dicano: musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo" (''Sahih Muslim'', Libro 41, Numero 6985).<ref>Citato in David Aaron, ''In Their Own Words: Voices of Jihad'' (Santa Monica, CA: Rand Corporation, 2008), 43–44.</ref> La natura stessa vomita gli ebrei nel processo di redenzione dell'umanità. Perché? Perché gli ebrei non rappresentano una menzogna o una falsità qualsiasi, ma una menzogna che gli ebrei spacciano per la Sacra Parola di Dio, una menzogna che mina la creazione stessa. Pertanto non può esserci posto per gli ebrei nella creazione di Dio. Condurre una guerra santa contro gli ebrei significa condurre una guerra per amore della Verità Divina. Gli ebrei, dichiara Sayyid Qutb, sono "falsificatori della Verità Divina".<ref>Citato in Ronald L. Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations: A Muslim Fundamentalist’s View of the Jews'' (Oxford, UK: Pergamon, 1987), 2, 7.</ref> Se si ama la verità e si odia la menzogna, allora l'odio per gli ebrei è un segno di rettitudine. Lo scopo dell'appropriazione della Parola agiografica, quindi, è giustificare l'odio per gli ebrei, fornirgli una sanzione divina, rendendolo qualcosa di santo e gradito a Dio.
L'appropriazione islamica della Parola nella sua forma jihadista è esemplificata nella [[:en:w:1988 Hamas charter|Carta di Hamas]], nota come Carta di Allah, con l'implicazione che Hamas ''sia'' Allah (che verrà esaminata in dettaglio nel [[Connessioni/Capitolo 8|Capitolo 8]]). La Carta di Allah invoca tre categorie di testi probatori per dimostrare la veridicità del manifesto, tutti e tre i quali rappresentano un'appropriazione della Parola agiografica: il Corano, gli Hadith e i ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'', la famigerata falsificazione di appunti presumibilmente presi in una riunione segreta dei leader dell'ebraismo globale che complottavano per conquistare il mondo.
[[File:The Protocols of the Elders of Zion by Nilus (1912) - cleaned.jpg|200|right|thumb|Edizione russa dei ''[[w:Protocolli dei Savi di Sion|Protocolli]]'' del 1912]]
''I Protocolli'' videro la luce per la prima volta nel 1903 su ''Znamya (La Bandiera)'', un giornale antisemita pubblicato a San Pietroburgo. "Agenti dei servizi segreti russi sotto la guida di Pëtr Ivanovič Račkovskij [1853-1910]", spiega Stephen Atkins, "plagiarono due opere – ''Biarritz'' (1868) di Hermann Goedsche [1815-1878] e ''A Dialogue in Hell: Conversations between Machiavelli and Montesquieu about Power and Right'' (1864) di Maurice Joly [1829-1878] – per produrre la versione finale dei ''Protocolli dei Savi Anziani di Sion'' [come è anche noto] tra il 1897 e il 1899".<ref>Stephen E. Atkins, ''Holocaust Denial as an International Movement'' (Westport, CT: Praeger, 2009), 16.</ref> Poco dopo la loro comparsa su ''Znamya'', il giurista russo Sergej Aleksandrovič Nilus (1863-1929) assunse la direzione della pubblicazione e della diffusione dei ''Protocolli''.
Il Primo Protocollo dichiara che, in quanto incarnazione del male, gli ebrei sono decisi a sradicare "l'alto carattere morale: franchezza, onore, onestà".<ref>"Protocols of the Elders of Zion", in Richard S. Levy, ''Antisemitism in the Modern World: An Anthology of Texts'' (Lexington, MA: D. C. Heath and Company, 1991), 152.</ref> Gli ebrei portano avanti questo nefasto progetto corrompendo la cultura e plasmando l'opinione pubblica. "Attraverso la stampa", afferma il Secondo Protocollo, "otteniamo influenza ma rimaniamo nell'ombra",<ref>''Ibid.'', 156.</ref> atroci e nascosti. Nascosti nell'ombra, gli ebrei manipolano i registri del mondo: "Con l'aiuto dell'oro, che controlliamo completamente, e con i metodi subdoli a nostra disposizione, provocheremo una crisi economica universale".<ref>''Ibid.'', 159</ref> Interessati solo al loro potere, gli ebrei sono i veri razzisti, che considerano i non-ebrei come "un gregge di pecore castrate" e se stessi come "i lupi", che naturalmente predano le pecore, non apertamente ma segretamente infiltrandosi nei governi e nelle organizzazioni segrete come la Massoneria.<ref>''Ibid.'', 161.</ref> Una volta ottenuto il controllo, il loro piano è quello di eliminare chiunque si opponga a loro.<ref>''Ibid.'', 164.</ref> Così nei ''Protocolli'', la Parola agiografica laica, vediamo proiettati sugli ebrei tutti i classici tropi dell'antisemitismo: sono la più grande minaccia alla società morale, decisi a un governo totalitario, decisi ad accumulare la ricchezza del mondo, i sinistri manipolatori del pensiero stesso.
La stragrande maggioranza dei promotori tedeschi dei ''Protocolli'' erano professori universitari e intellettuali culturali,<ref>Michael Mack, ''German Idealism and the Jew: The Inner Anti-Semitism of Philosophy and German Jewish Responses'' (Chicago: University of Chicago Press, 2003), 170.</ref> il cui pensiero derivava dall'idealismo tedesco o dal Volkismo tedesco, guidati da un modo di pensare che non poteva che categorizzare gli ebrei come la più grande di tutte le minacce possibili: il male dell'ebreo è l'essenza dell'ebreo. Nella sua appropriazione filosofica, politica e culturale della Parola agiografica, l'antisemitismo si basa sul pensare in termini di essenza, e non in termini di un nome o di un fatto temporalmente determinato. "I termini della vita", afferma [[Franz Rosenzweig]], "non sono ‘essenziali’ ma ‘reali’; non riguardano l’‘essenza’ ma il ‘fatto’. Ciononostante, la parola del filosofo rimane ‘essenziale’. Cedendo allo stupore, fermandosi e trascurando le operazioni della realtà, egli si costringe a ritirarsi e si limita ad affrontare l'essenza",<ref>Franz Rosenzweig, ''Understanding the Sick and the Healthy'', trad. Nahum Glatzer (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1999), 42.</ref> che è senza volto. Lo spirito universale genera una collettività cieca al volto e perciò totalitaria, e il totalitarismo si fonda sull'appropriazione della Parola.
L'antisemitismo laico dei ''Protocolli'', con la sua promulgazione della cospirazione ebraica mondiale, ha i suoi precedenti nell'antisemitismo cristiano. Nel XII secolo, Teobaldo di Cambridge (ca. 1090-1161) sosteneva che ogni anno gli ebrei convocassero un consiglio segreto di rabbini per scegliere un bambino cristiano da sacrificare.<ref>Cfr. Dennis Prager e Joseph Telushkin, ''Why the Jews? The Reason for Antisemitism'' (New York: Simon & Schuster, 2003), 82.</ref> Nel 1307 si affermò che gli ebrei cospirassero con il re Muhammad I di Tunisi per sterminare i cristiani avvelenando tutti i pozzi.<ref>Cfr. Edward H. Flannery, ''The Anguish of the Jews: Twenty-Three Centuries of Anti-Semitism'' (New York:Macmillan, 1965), 107–108.</ref> Gli ebrei, in altre parole, rappresentavano un male pervasivo e invisibile che minacciava l'intera umanità. Qui troviamo un legame tra l'appropriazione della Parola e la diffamazione del sangue, in cui gli ebrei non solo consumano il sangue, ma avvelenano anche la linfa vitale del mondo. In questo modo, lo spargimento di sangue ebraico viene santificato.
=== Consumare, versare e purificare il sangue ===
L'[[w:accusa del sangue|accusa del sangue]] è al tempo stesso antica e moderna. Nei suoi commenti sui pagani Democrito, Manetone, Apione e Tacito, Robert Michael osserva che tutti accusavano gli ebrei di consumare il sangue dei non-ebrei nei loro rituali del Tempio.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 16.</ref> Potevano concepire tali riti, tuttavia, solo in termini pagani, e non nei termini teologici che accompagnavano l'accusa di omicidio di Dio. Con l'avvento del cristianesimo, l'accusa del sangue assunse dimensioni teologiche e fu associata all'omicidio rituale di Dio; non solo gli ebrei assassinavano i bambini cristiani, gli agnelli immacolati, ma li crocifiggevano in una rievocazione ritualizzata dell'uccisione di Cristo. Alla base dell'accusa del sangue, come suggerito nel Capitolo precedente, c'è il desiderio del cristiano di liberarsi dal compito che Cristo gli avrebbe imposto. Perché? Perché Gesù è l'ebreo completo che annuncia l'infinita responsabilità di ciascuno per tutti. Egli non prende il nostro posto sulla croce, ma ci chiama alla croce come sostituto ultimo del nostro prossimo: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» ({{passo biblico2|Gv|15:12-14}}). Senza questa sostituzione non può esserci alcun significato, alcuna importanza nella vita; senza questa sostituzione l'anima è perduta.
Levinas spiega: "Vulnerabilità, esposizione all’oltraggio, alle ferite, passività più passiva di ogni pazienza, passività dell’accusativo, trauma dell’accusa sofferto da un ostaggio fino alla persecuzione, che implica l’identità dell’ostaggio che si sostituisce agli altri... È una sostituzione con un altro, uno al posto di un altro, espiazione".<ref>Emmanuel Levinas, ''Otherwise Than Being or Beyond Essence'', trad. Alphonso Lingis (The Hague: Martinus Nijhoff, 1981), 14–15.</ref> Comandando con l’esempio, l’ebreo Gesù chiama ciascuno di noi a una sostituzione radicalissima, all’espiazione per i peccati dell’altro. Questa espiazione per l’altro è la via singolare verso la propria redenzione. È l’opposto della "redenzione" acquistata a prezzo di spargimento di sangue, dove l’omicidio si trasforma in "martirio". Se l’ebreo Gesù ci "salva", non è attraverso il suo sangue, ma attraverso il suo insegnamento sulla nostra infinita responsabilità verso e per l’altro, fino alla morte, un insegnamento che egli trasmette con l’esempio. E noi vogliamo ucciderlo, l’ebreo, per questo.
L'unica appropriazione del Divino che potrebbe eccedere l'assassinio di Dio sarebbe il consumo di Dio, il diventare Dio rendendo Dio parte di sé stessi nell'apoteosi suprema del sé. In fondo, la calunnia del sangue, l'affermazione che gli ebrei uccidono i bambini e ne consumano il sangue, è l'accusa che gli ebrei si approprino di Cristo assorbendo in sé colui che è simile a Cristo. Nella calunnia del sangue vediamo una cupa perversione del Sacramento dell'Eucaristia, mediante la quale il credente consuma il sangue e il corpo di Cristo – in un atto non solo di appropriazione, ma di assorbimento. Quando l'antisemita proietta questo consumo di sangue sull'ebreo nella forma della calunnia del sangue, ciò esprime in effetti il suo desiderio di essere come Dio uccidendoLo e consumandoLo. Questa associazione eucaristica sottolinea la natura ritualizzata di questo assassinio; in effetti, non è presentato esattamente come un omicidio, ma come una sorta di sacrificio di sangue satanico, sancito non dal Santo ma dal Maligno.
Nel XIV secolo il rituale fu associato all'osservanza della Pasqua ebraica (Pesach), che è il periodo della Crocifissione. Anche in questo caso, l'accusa di profanazione dell'ostia – prendere il pane sacro della comunione e profanarlo, persino conficcandovi dei chiodi – è associata alla calunnia del sangue come rievocazione dell'omicidio e della consumazione di Dio. Nel 1298, ad esempio, a Röttingen si vociferava che degli ebrei avessero profanato l'ostia, dopodiché, guidati da un nobile tedesco di nome Rindfleisch, gli ''Judenschächter'' o "massacratori di ebrei" uccisero {{FORMATNUM:100000}} ebrei in Germania e distrussero 140 comunità.<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 106–107.</ref> L'accusa persiste nell'epoca moderna. Nel 1881 la rivista vaticana ''[[w:La Civiltà Cattolica|Civiltà Cattolica]]'' tentò di dimostrare che l'omicidio rituale era parte integrante dell'ebraismo; gran parte della loro affermazione si basava sul lavoro del teologo cattolico tedesco August Rohling (1839–1931),<ref>Cfr. Bernard Lewis, ''Semites and Anti-Semites: An Inquiry into Conflict and Prejudice'' (New York: W. W. Norton, 1999), 106–107.</ref> che attribuiva agli ebrei l’insegnamento secondo cui "chiunque versi il sangue di un empio [cioè un non-ebreo] porta in tal modo un’offerta sacrificale a Dio”.<ref>August Rohling, ''Der Talmudjude'', 4a ed. (Münster: Adolph Russell’s Verlag, 1872), 41; mia trad.</ref> A dire il vero, secondo Robert Michael tra il 1880 e il 1945 ci furono tanti casi di accuse del sangue quanti ce ne furono durante l’intero Medioevo.<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 170.</ref>
Con l'avvento della modernità, l'attingere alle tradizionali manifestazioni cristiane della calunnia del sangue divenne naturale per gran parte del mondo musulmano. L'affare di Damasco del 1840, quando otto ebrei della città furono accusati di omicidio rituale in seguito alla scomparsa del monaco cappuccino Padre Thomas,<ref>Cfr. Jonathan Frankel, ''The Damascus Affair: “Ritual Murder,” Politics, and the Jews in 1840'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1997).</ref> è forse il più famigerato, ma non fu l'unico. C'erano già stati casi ad Hama (1829), Beirut (1824) e Antiochia (1826); nel 1872 ci fu un pogrom contro gli ebrei di Smirne in seguito all'ennesima calunnia del sangue.<ref>Cfr. Robert Wistrich, ''A Lethal Obsession: Anti-Semitism from Antiquity to the Global Jihad'' (New York: Random House, 2010), 787.</ref> La calunnia continua ancora oggi. Il 24 aprile 1970 la radio Fatah riferì che i sionisti stavano rapendo bambini dalle strade per prelevarne il sangue. Nel 1983 l’ex ministro della Difesa siriano [[w:Mustafa Tlass|Mustafa Tlas]] (1932–2017) pubblicò un libro intitolato ''[[:en:w:Mustafa Tlass#The Matzah of Zion|The Matzah of Sion]]'', in cui sosteneva che gli ebrei uccidono i bambini per ottenere il sangue per la [[w:matzah|matzah]] di [[w:Pesach|Pesach]].<ref>Cfr. Barry Rubin, ''Revolution Until Victory? The Politics and History of the PLO'' (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1994), 125.</ref> Un anno dopo, in una conferenza della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla tolleranza religiosa, il rappresentante saudita Dr. Maruf al-Dawalibi (1909–2004) affermò: "Se un ebreo non beve ogni anno il sangue di un uomo non ebreo, allora sarà dannato per tutta l’eternità".<ref>Cfr. Lewis, ''Semites and Anti-Semites'', 194.</ref> Nel 2002 il Dr. Umayma Ahmad al-Jalahma della King Faisal University pubblicò un articolo sul quotidiano saudita ''Al-Riyadh'' accusando gli ebrei della diffamazione del sangue.<ref>Cfr. Kenneth R. Timmerman, ''Preachers of Hate: Islam and the War on America'' (New York: Three Rivers Press, 2004), 74–76.</ref> Nel 2003 una società cinematografica privata siriana produsse una serie intitolata ''Ash-Shatat (La diaspora)'', che era basata in parte sui famigerati ''Protocolli dei Savi di Sion'' e ritraeva drammatiche ricostruzioni della diffamazione del sangue; La serie è andata in onda sulla stazione televisiva satellitare di Hezbollah, Al-Manar. In una conferenza all'Università della California, a Riverside, nel 2014, [[:en:w:Omar Barghouti|Omar Barghouti]] (n. 1964), fondatore del ''[[w:Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni|Boycott, Divestment, Sanctions Movement]]'' (2005), ha incitato all'odio verso gli ebrei ribadendo la calunnia del sangue nella sua affermazione che i soldati israeliani "davano la caccia ai bambini" ogni notte.<ref>“Palestinian BDS National Committee,” BDS.</ref>
L'accusa di sangue che i jihadisti attribuiscono agli ebrei è una proiezione della loro sete di sangue deicida. Il 28 novembre 1971, il primo ministro giordano [[:en:w:Wasfi Tal|Wasfi al-Tal]] (1919-1971) fu [[:en:w:Assassination of Wasfi Tal|assassinato]] dal gruppo palestinese [[w:Settembre nero in Giordania|Settembre Nero]] di fronte all'Hotel Sheraton del Cairo, dopodiché uno degli assassini si avvicinò, si chinò e leccò il sangue della sua vittima.<ref>Cfr. Rubin, ''Revolution Until Victory?'', 37–38. Settembre Nero fu fondato nel 1970 per vendicare l'uccisione di diverse migliaia di palestinesi da parte della Giordania nel settembre del 1970.</ref> Ancora più significativo è il video prodotto da Hamas nel febbraio 2006. Fu l'ultima testimonianza al mondo di un attentatore omicida: "Il mio messaggio agli ebrei odiati", dichiarò, "è che non c'è altro dio all'infuori di Allah [e] vi daremo la caccia ovunque! Siamo una nazione che beve sangue e sappiamo che non c'è sangue migliore del sangue degli ebrei. Non vi lasceremo soli finché non avremo placato la nostra sete con il vostro sangue e la sete dei nostri figli con il vostro sangue".<ref>Itamar Marcus e Barbara Cook, "Hamas Video: ‘We Will Drink the Blood of the Jews’" ''Palestine Media Watch, February 14, 2006''.</ref> Sì: la sete dei ''nostri figli con il vostro sangue''. Poi ci sono le fotografie di bambini dell'asilo, con le mani alzate e dipinte di rosso sangue, a imitare il gesto degli assassini insanguinati che massacrarono Yossi Avrahami e Vadim Norjitz a Ramallah il 13 ottobre 2000.<ref>Cfr. "The Ramallah Lynching", , [http://www.think-israel.org/freerepublic.octoberramallahlynch.html ''Think-Israel'', settembre-ottobre 2010] (accesso 21/06/25).</ref> Episodi come questi riportano alla mente un'interpretazione rabbinica del significato di ''Amalek'', la tribù che attaccò i bambini e gli anziani tra gli Israeliti mentre uscivano dall'Egitto. ''Amalek'', dice il ''Midrash'', significa ''Am Lak'', un "popolo" che "lecca" il sangue (''Tanchuma Teitzei'' 9). Che lecchino il sangue o vi immergano le mani, i jihadisti prosperano sul sangue degli ebrei.
Chi, secondo la Torah, è il padre di Amalek? È Esaù ({{passo biblico2|Genesi|36:12}}). "Esaù disse a Giacobbe: ‘Versami, per favore, un po' di quella roba rossa, rossa, perché sono molto stanco’. Per questo lo chiamarono Edom [che significa ‘rosso’]" ({{passo biblico2|Genesi|25:30}}). Secondo il commentario di [[w:Rashi|Rashi]], questo incontro avvenne il giorno della morte di Abramo. Rashi, infatti, suggerisce che Abramo scelse di morire prima del tempo perché non voleva vivere abbastanza a lumgo da vedere cosa sarebbe diventato Esaù – o cosa sarebbero diventati i suoi discendenti. Questo è il momento della caduta di Esaù dall'Alleanza, quando barattò la sua eredità in cambio di una bevanda di "rossa, roba rossa" ― la roba da cui si deve bere per diventare come Dio. Perché l'unica alternativa al vivere nell'Alleanza con il Dio vivente è diventare come Dio, come disse il serpente. E dove il sangue dell'Alleanza della Circoncisione viene rifiutato, il sangue del nostro prossimo viene versato. Questo è il momento della transizione da Esaù a Edom, alla tradizione rosso sangue di Edom, che è Roma, che è il Cristianesimo con la sua accusa di sangue e le sue successive manifestazioni. Esaù fu chiamato Edom a causa della ''sostanza rossa'', il sangue di Giacobbe che i suoi discendenti avrebbero consumato.
[[w:Julius Streicher|Julius Streicher]] (1885–1946 per impiccagione a Norimberga) dedicò due edizioni del suo giornale di propaganda nazista ''[[w:Der Stürmer|Der Stürmer]]'' al tema dell'omicidio rituale, una nel maggio del 1934 e l'altra nel luglio del 1939. Il numero del 1934 è intitolato "Il piano ebraico per l'assassinio dell'umanità gentile rivelato", con un'illustrazione che raffigura ebrei dall'aspetto satanico che raccolgono il sangue dalle gole tagliate di esseri umani in una padella. Il numero del 1939 si intitola semplicemente "Omicidio rituale" e reca un'immagine medievale di diversi ebrei intenti a macellare un bambino cristiano, con i corpi di bambini cristiani morti che ricoprono il pavimento. La prima pagina recita: "La storia segnala centinaia di casi in cui bambini non ebrei furono torturati a morte. Furono anche sottoposti alla stessa incisione alla gola che si trova sugli animali macellati. Vennero anche lentamente dissanguati mentre erano pienamente coscienti".<ref>Cfr. Randall L. Bytwerk, ''Julius Streicher: Nazi Editor of the Notorious Newspaper Der Stürmer'' (New York: Cooper Square Press, 1983), 130.</ref> L'omicidio rituale trasforma la trasgressione del divieto divino contro l'omicidio in qualcosa di sacro; è quindi un'espressione fondamentale dell'eliminazione del Divino che si dispiega nell'Olocausto – non solo nell'assassinio di Dio, ma nel consumo di Dio. Se l'anima è nel sangue ({{passo biblico2|Genesi|9:4}}), allora consumare il sangue significa consumare l'anima; significa arrogarsi l'essenza di ciò che viene consumato. Questo è il significato dell'Eucaristia o comunione. E la maggior parte dei nazisti riceveva la comunione.
Lo scopo della calunnia del sangue? Giustificare lo spargimento di sangue ebraico. Non si può consumare sangue senza spargerlo. Pertanto, parte dell'essenza dell'antisemitismo risiede in questo legame: il sangue deve essere versato per appropriarsi dell'anima che è nel sangue. In effetti, per l'antisemita lo spargimento di sangue ebraico, il sangue impuro che ospita l'essenza del male, diventa una condizione necessaria per raggiungere la purezza della redenzione. È un po' come il metodo del salasso che i medici usavano quando combattevano una malattia rimuovendo il sangue impuro del paziente: se l'umanità deve essere guarita e redenta, allora il sangue ebraico impuro deve essere versato nella terra. Tuttavia, proprio come il salasso non ha curato, ma piuttosto distrutto il paziente, così l'umanità distrugge se stessa impregnando la terra con il sangue degli ebrei. Quando Caino uccise suo fratello Abele, Dio dichiarò a Caino: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra" ({{passo biblico2|Genesi|4:10}}) – "sangue" nel passo ebraico è al plurale perché omicidio genera omicidio. Si noti inoltre che il sangue ha una voce. Se Dio è "annunciato da un profondo silenzio", come dice il Talmud (''Berakhot'' 58a), è il silenzio che si leva dal sangue versato dai morti.
Al tempo dell'Olocausto, il sangue dei nostri fratelli non solo gridava dalla terra, ma sgorgava, salendo fino al cielo. Al suo processo a Gerusalemme nel 1961, Adolf Eichmann testimoniò di aver visto un "geyser di sangue zampillante" sgorgare da una fossa comune.<ref>Stephan Landsman, ''Crimes of the Holocaust: The Law Confronts Hard Cases'' (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2005), 74.</ref> La terra stessa si sollevò e si gonfiò, come se fosse appesantita dal sangue dei nostri fratelli, gli ebrei. Così comprendiamo il vero significato di ''Blut und Boden'',<ref>La frase viene da Richard Walther Darré (1895–1953), che nel 1930 dichiarò che la sfida che il popolo tedesco doveva affrontare era il ripristino dell’“unità del sangue e della terra”; cfr. Richard Walther Darré, ''Um Blut und Boden: Reden und Aufsätze'' (Monaco di Baviera: Zentralverlag der NSDAP, 1940), 28.</ref> di Sangue e Terra: l'antisemitismo richiede di inzuppare la terra di sangue ebraico, finché il sangue non erutta dalla terra stessa. Donna Rubinstein ricorda le fosse comuni di [[:en:w:History of the Jews in Krasnostav|Krasnostav]], dicendo: "Coprirono le tombe, ma la terra si sollevò".<ref>Donna Rubinstein, ''I Am the Only Survivor of Krasnostav'' (New York: Shengold, 1982), 39.</ref> E, come in uno stato di delirio, Judith Dribben (1923-1977) scrive: "Li seppelliscono mezzi vivi... o mezzi morti... e il terreno si muoveva... il terreno si muoveva... li seppelliscono mezzi vivi... e il terreno si muoveva..."<ref>Judith Dribben, ''And Some Shall Live'' (Jerusalem: Keter Books, 1969), 85.</ref> Con l'annientamento dell’''adam'' ("essere umano"), l’''adamah'' ("terra") si agita; la Madre Terra stessa si contorce sotto il peso del sangue ebraico versato. Dal terreno stesso il sommesso urlo dell'Olocausto si leva fino al cielo. È così che il sangue di Abele grida a Dio.
Efrem di Siria (ca. 306–73) aggiunse l'odio per gli ebrei alla liturgia cristiana,<ref>Flannery, ''The Anguish of the Jews'', 46.</ref> Eusebio di Alessandria (m. 444) incitò sistematicamente all'odio verso gli ebrei,<ref>Michael, ''Holy Hatred'', 39.</ref> e Atanasio di Costantinopoli (1230–1310) affermò: "È dovere dei cristiani odiare gli ebrei deicidi".<ref>''Ibid.'', 40.</ref> Non appena l'odio per gli ebrei divenne un dovere religioso incombente sui pii cristiani, spargere sangue ebraico divenne qualcosa di sacro e gradito a Dio. Durante la prima e la seconda crociata, infatti, la credenza che chiunque sparga il sangue di un ebreo riceverà il perdono dei peccati era diffusa,<ref>''Ibid.'', 67; cfr. anche Rosemary Radford Ruether, ''Faith and Fratricide: The Theological Roots of Anti-Semitism'' (New York: Seabury Press, 1974), 206. Va notato che durante la seconda crociata, Bernardo di Chiaravalle (1090–1153) si espresse contro l'uccisione degli ebrei.</ref> dando luogo ai massacri del 1096 a Spira, Worms, Magonza e Colonia, come anche a Metz, Treviri, Rouen e Monieux. Pertanto, in una perversa distorsione del rito sacrificale dell'espiazione, gli ebrei prendono il posto dell'ebreo Gesù: versare il loro sangue, non il suo, lava via ogni peccato. Collocati in tale posizione, gli ebrei vengono posti al di fuori del cerchio della salvezza: colui il cui sangue vi porta la redenzione non è soggetto alla redenzione. Collocare gli ebrei al di fuori del cerchio della salvezza costituisce un nuovo ma inevitabile passo nella loro demonizzazione.
Il culto e la cultura del jihadismo islamico sono al tempo stesso più famelici e più convinti nella loro brama di spargere sangue, a cominciare da quello ebraico. Non solo riecheggiando, ma amplificando l'odio verso gli ebrei cristiani, il senso di malvagità intrinseca dell'ebreo da parte dei jihadisti è parte essenziale della loro pietà. L'appello rivolto da Haj Amin al-Husseini ai musulmani in una trasmissione radiofonica da Berlino il 26 novembre 1942, dopo la sconfitta di Rommel a El Alamein il 4 novembre, illustra questo punto importante: "Sorgete, o figli d'Arabia! Combattete per i vostri sacri diritti! Massacrate gli ebrei ovunque li troviate! Il loro sangue versato è gradito ad Allah!".<ref>Tom Knowlton, "Nazi Roots of Modern Radical Islam", [https://freerepublic.com/focus/news/816232/posts ''Free Republic'', 18 dicembre 2002] (accesso 21/06/25).</ref> A Gerusalemme, l'appello dei musulmani a uccidere gli ebrei risale alle rivolte del 4-5 aprile 1920, quando manifesti nel quartiere musulmano recitavano: "Uccidete gli ebrei. Non c'è punizione per l'uccisione degli ebrei".<ref>David G. Dalin e John F. Rothman, ''Icon of Evil: Hitler’s Mufti and the Rise of Radical Islam'' (New York: Random House, 2008), 13.</ref> Poco prima delle rivolte arabe contro gli ebrei nell'agosto del 1929, quando 133 ebrei furono uccisi e 339 feriti, al-Husseini dichiarò che "chi uccide un ebreo ha un posto assicurato nell'aldilà".<ref>''Ibid.'', 30.</ref> Il 21 gennaio 1944 al-Husseini iniziò le sue trasmissioni radiofoniche per quell'anno dichiarando: "La Germania nazionalsocialista sta combattendo l'ebraismo mondiale. Il Corano dice: ‘Scoprirete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani’. Ci sono anche notevoli somiglianze tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo".<ref>Citato in Chuck Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'' (New York: iUniverse, 2003), 82; cfr. anche Joseph B. Schechtman, ''The Mufti and the Fuehrer: The Rise and Fall of Haj Amin el-Husseini'' (New York: Thomas Yoseloff, 1965), 139.</ref> In una trasmissione trasmessa il 1° marzo 1944, ingiunse agli arabi di "uccidere gli ebrei ovunque li troviate. Questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione".<ref>Citato in Morse, ''The Nazi Connection to Islamic Terrorism'', 62.</ref> Preoccupato per la svolta nelle sorti della guerra, al-Husseini scrisse a Himmler il 5 giugno 1944 e di nuovo il 27 luglio 1944, chiedendo al Reichsführer delle SS di fare tutto il possibile per completare lo sterminio degli ebrei.<ref>Serge Trifkovic, ''The Sword of the Prophet: Islam: History, Theology, Impact on the World'' (Boston, MA: Regina Orthodox Press, 2002), 187.</ref>
Mentre i nazisti abbracciano una [[w:volontà di potenza|volontà di potenza]], i jihadisti abbracciano una volontà di morte come mezzo per prendere il potere con il pretesto di esaltare "la Parola della Verità".<ref>Hasan al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna: A Selection from the Majmuat Rasail al-Imam al-Shahid Hasan al-Banna'', trad. Charles Wendell (Berkeley: University of California Press, 1978), 93.</ref> Ciò che santifica la "Parola della Verità" non è la sapienza dei saggi, ma il "sangue dei martiri",<ref>''Ibid.'', 115.</ref> così che più sangue viene versato, più la verità è giustificata. Pertanto, come ogni male, il male del jihadismo islamico si autoalimenta: non può esistere senza un mondo inondato dal sangue dei noncredenti, a cominciare dagli ebrei. Per i jihadisti, che trasformano l'assassino in un martire, è anche un mondo intriso del sangue dei credenti. Pertanto, Sayyid Qutb ingiunge: "Fratello, vai avanti, perché la tua strada è intrisa di sangue. Non voltare la testa né a destra né a sinistra, ma guarda solo al cielo".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 62.</ref> Nel Jihad islamico, il sangue stesso assume quindi un significato metafisico.
Sia gli ideologi nazionalsocialisti che quelli jihadisti islamici fanno riferimento all’''"idra ebraica mondiale"''<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 637.</ref> che avvelena l'umanità. Non si tratta solo di una cospirazione: è un’''idra'', qualcosa di malvagio, velenoso e mostruoso, qualcosa che non può essere fermato, come due teste crescono ovunque se ne tagli una. Solo qualcosa di ''sacro'', solo una guerra santa, solo il Jihad può opporsi a tale male. Il nome del male nell'ideologia nazista e jihadista non è solo l’''ebreo'', ma l’''ebraismo'', che è nel sangue: l'ebraismo è il contagio. Quando Hitler si riferisce al "peccato di sangue", ha in mente molto più che i rapporti sessuali: ''"Il peccato di sangue e la profanazione della razza sono il peccato originale in questo mondo e la fine dell'umanità che vi si arrende"''.<ref>''Ibid.'', 249 (corsivo nell'originale).</ref> Ed è una ''profanazione'', qualcosa di satanico. Il salvatore che compie l'opera del Signore, conducendo una guerra santa contro Satana per amore della redenzione, deve versare sangue ebraico.
A partire dal primo Califfato, sottolinea Hasan al-Banna, i musulmani "combatterono contro l'ingannevole Giudaismo" e "lottarono contro il Cristianesimo", le due principali fonti di contaminazione dell'Islam e del mondo.<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 17.</ref> Il male primordiale, a suo avviso, è l'ebraismo, poiché fu la fonte del contagio del cristianesimo, un contagio che è nel sangue. Questa contaminazione da parte degli ebrei è ciò che rende l'umanità non-musulmana inferiore ai credenti maestri: a differenza dei musulmani, sono stati infettati dal contagio ebraico. Gli ebrei, quindi, sono il male che affligge l'umanità, e il contagio del male è nel loro sangue impuro. Dice Qutb: "L'obiettivo [degli ebrei] è chiaramente mostrato dai ''Protocolli [dei Savi di Sion]''. Gli ebrei sono dietro il materialismo, la sessualità animale, la distruzione della famiglia e la dissoluzione della società. Tra questi, i principali sono Marx, Freud, Durkheim e l'ebreo Jean-Paul Sartre".<ref>Citato in Aaron, ''In Their Own Words'', 159.</ref> La soluzione per sradicare questo male è l'Islam: "La loro è una natura malvagia, piena di odio per l'Islam, il suo Profeta e i suoi seguaci... Il nostro mondo moderno non sarà salvato da questa natura malvagia se non dall'Islam".<ref>Sayyid Qutb, ''In the Shade of the Quran'', trad. M. A. Salahi e A. A. Shamis (Alexandria, VA: Al Saadawi Publications, 1997), 220–221.</ref> Non può esserci riabilitazione di una "natura malvagia": come ogni malattia, deve essere totalmente sradicata. Senza lo sradicamento del popolo ebraico, non può esserci redenzione: l'antisemitismo sterminazionista è, nella sua essenza, un antisemitismo redentore.
=== Redenzione: il fascino essenziale dell'antisemitismo ===
Nella sua essenza redentrice, l'antisemitismo porta con sé il fascino della promessa di salvezza. Salvezza da cosa? Proprio dall'ebreo malvagio, satanico, demoniaco – non l'ebreo che vive dietro l'angolo, ma l'"invisibile tirafili", per usare il termine di Hitler,<ref>Hitler, ''Mein Kampf'', 493.</ref> colui che preda la tua anima eterna ed è invisibile come Satana. Ciò che [[:en:w:Joel Carmichael|Joel Carmichael]] chiama "mystical anti-Semitism" ha le sue origini in questa invisibile ubiquità degli ebrei, che si presta a satanizzare gli ebrei: "they were all-powerful ''secretly''".<ref>Joel Carmichael, ''The Satanizing of the Jews: Origin and Development of Mystical Anti-Semitism'' (New York: Fromm International Publishing Corporation, 1992), 36; corsivo nell'originale.</ref> La demonizzazione dell'ebreo, che appartiene all'essenza dell'antisemitismo, è necessaria alla promessa di redenzione dell'antisemita. Il rifiuto dell'Incarnazione da parte degli ebrei è cruciale per la demonizzazione degli ebrei da parte dei cristiani e per la loro promessa di redenzione attraverso l'odio verso gli ebrei: "What would otherwise have been mere exoticism, a cluster of normal dissimilarities between different groups, was escalated by the Jewish role as a Counter-Incarnation to a level of lofty horror that, in the very process of ‘sparing’ the Jews, heightened their demonically powerful character".<ref>''Ibid.'', 52.</ref> Poiché l'Incarnazione rappresenta il raggiungimento del bene più grande, il rifiuto dell'Incarnazione è il male più grande. Il Dio della Torah, che rifiuta l'Incarnazione come categoria, è Lui stesso trasformato in un diavolo, cosicché, per i cristiani, l'unico modo in cui le Scritture ebraiche possono essere legittimate è che vengano sistematicamente cristianizzate, come ha osservato [[w:Rosemary Radford Ruether|Rosemary Radford Ruether]].<ref>Ruether, ''Faith and Fratricide'', 161.</ref>
C'è quindi qualcosa di satanico nel rifiuto del Messia da parte degli ebrei e nella loro ribellione contro Dio, anzi, nel loro assassinio di Dio. Sanno meglio di chiunque altro come riconoscere il Messia; dopotutto, hanno scritto il libro su questo. In effetti, gli ebrei rifiutano la salvezza in Cristo non perché non riconoscano che Gesù di Nazareth è il Messia, il Figlio di Dio, ma ''proprio perché'' lo riconoscono come tale. Pertanto devono essere "emissari di Satana" che "servono i demoni", come affermò [[w:Giovanni Crisostomo|Giovanni Crisostomo]] nelle sue ''Omelie contro i Giudei''.<ref>Citato in Arthur Lukyn Williams, ''Adversus Judaeos: A Bird’s-Eye View of Christian Apologiae Until the Renaissance'' (Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1935), 98.</ref> Una volta che gli ebrei diventano una tale categoria teologica, diventano "una creatura mitica", osserva [[:en:w:Steven T. Katz|Steven Katz]], "Jews, a Jew, can be God incarnate; they can be the Devil incarnate (or his lieutenants); but they can never again be merely human beings".<ref>Steven T. Katz, ''The Holocaust in Historical Context'', Vol. 1: ''The Holocaust and Mass Death Before the Modern Age'' (New York: Oxford University Press, 1994), 256.</ref> Nessuno, quindi, può minacciare così profondamente la redenzione dell'umanità come gli ebrei. Questa demonizzazione degli ebrei si è protratta fino ai primi secoli dell'Islam. In effetti, lo studioso nazista [[w:Johann von Leers|Johann von Leers]] (1902-1965) fu rapido a cogliere questo punto, affermando che "il Corano è pieno di avvertimenti sugli ebrei, che sono chiamati senza mezzi termini ‘Satana’ [cfr. 4:55, 4:60, 58:14-19 e 98:6]".<ref>Johann von Leers, "Judaism and Islam as Opposites", trad. Steven Rendall, in Andrew G. Bostom, ed. ''The Legacy of Islamic Antisemitism: From Sacred Texts to Solemn History'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2008), 620.</ref> Nell’850, in linea con i versetti coranici che associano entrambi i gruppi a Satana (ad esempio, 16:63), Al-Mutawakkil (847-161) decretò che ebrei e cristiani dovessero attaccare immagini di diavoli alle porte delle loro case.<ref>Le immagini dovevano essere fatte di lana e appese all'esterno delle porte, cfr. Andrew G. Bostom, "Jihad Conquests and the Imposition of Dhimmitude – A Survey", in Andrew G. Bostom, ed., ''The Legacy of Jihad: Islamic Holy War and the Fate of Non-Muslims'' (Amherst, NY: Prometheus Books, 2005), 47–48.</ref> Una volta che un popolo è stato demonizzato in questo modo, assassinarlo non è solo accettabile, ma è un dovere religioso.
Per i jihadisti, gli ebrei sono Satana incarnato, un tema che pervade le diatribe dei moderni ideologi jihadisti. Abdul Al’a Maududi (1903-1979), ad esempio, si riferisce all'ebraismo mondiale come al "diavolo" che minaccia l'umanità intera,<ref>Abdul Al’a Maududi, ''Selected Speeches and Writings'', Vol. 2, trad. S. Zakir Aijaz (Karachi: International Islamic Publishers, 1981), 62–63.</ref> e Qutb dichiara che gli ebrei sono "il diavolo più nero e la fonte delle peggiori macchinazioni anti-islamiche".<ref>Citazione in Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations'', 28.</ref> Parallelamente all'opposizione tra ''dar al-Islam'' e ''dar al-harb'', il "reame dell'Islam" e il "reame della guerra", afferma Qutb, vi è la distinzione tra ''hizb Allah'' o "Partito di Allah" e ''hizb al-shaytan'' o "Partito di Satana".<ref>Citazione in Ahmad S. Moussalli, ''Radical Islamic Fundamentalism: The Ideological and Political Discourse of Sayyid Qutb'' (Beirut: American University of Beirut, 1992), 168.</ref> Ronald Nettler commenta il significato dell'affermazione di Qutb:
{{citazione|From the judicious use of ancient sources applied imaginatively to contemporary crises, there arose familiar ideas: the Jews as inherently decadent and anti-religious; the Jews as being driven by an obsessive urge to destroy the only true religion, Islam; the Jews as the organizers and agents of the Western political threat to Islam... The monstrous evil exemplifying these specific Jewish evils was the Jewish Satan of Zionism and Israel.|[https://www.google.co.uk/books/edition/Past_Trials_and_Present_Tribulations/dwAzOwAACAAJ?hl=en Nettler, ''Past Trials and Present Tribulations''], 69}}
I teologi-politici jihadisti che hanno demonizzato gli ebrei hanno i loro successori. Nel 1974 Abd al-Halim Mahmoud (1910-1978), il Grande Imam dell'Università di Al-Azhar, descrisse la lotta contro gli ebrei come una lotta contro Satana: "Allah comanda ai musulmani di combattere gli amici di Satana ovunque si trovino. E tra gli amici di Satana – anzi, i suoi migliori amici nella nostra epoca – ci sono gli ebrei".<ref>Citato in ''ibid.'', 18–19. </ref> In quanto amici di Satana, gli ebrei sono decisi a rubare la redenzione al resto dell'umanità.
Ormai possiamo capire cosa significhi ''demonizzare'' gli ebrei. Alla base della demonizzazione degli ebrei c'è il progetto fondamentale dell'antisemitismo: appropriarsi di Dio o eclissarlo, diventando gli arbitri della redenzione. Proprio come la Chiesa presumerebbe di essere la custode del principio secondo cui nessuno giunge a Dio se non attraverso Cristo (cfr. {{passo biblico2|Giovanni|14:6}}) – e quindi l'arbitro della dannazione o della salvezza, della scomunica o della redenzione – così i leader di Hezbollah dichiarerebbero che il Partito di Dio è "a ''‘clearinghouse for mankind’'', where those who will be admitted into paradise are separated from those destined for hell.".<ref>Amir Taheri, ''Holy Terror: Inside the World of Islamic Terrorism'' (Bethesda, MD: Adler& Adler, 1987), 87; corsivo aggiunto.</ref> Mentre un tempo Allah era colui che decideva chi sarebbe stato redento e chi dannato, tale prerogativa ora ricade sul Partito di Allah, su Hezbollah, rendendo così Allah superfluo: Allah e Hezbollah sono la stessa cosa. Lo stesso principio si applica alle ideologie totalitarie che sono invariabilmente utopiche e che vedono invariabilmente gli ebrei e l'ebraismo come i principali ostacoli alla redenzione utopica.
Dal punto di vista della teologia cristiana dogmatica, della dottrina islamica fondamentale e delle ideologie utopiche, la presenza stessa dell'ebreo destituisce chiunque osi assumere il ruolo di giudice; quindi l'ebreo destabilizza colui che vorrebbe che la questione fosse risolta, in particolare la questione di distinguere i dannati dai redenti. L'unico modo per risolvere la questione della redenzione è destituire Dio, e l'ebreo ostacola tale progetto. [[Franz Rosenzweig]] vede questa presenza inquietante dell'ebreo come la fonte dell'antisemitismo cristiano: "The existence of the Jew constantly subjects Christianity to the idea that it is not attaining the goal, the truth, that it ever remains – on the way. That is the profoundest reason for the Christian hatred of the Jew",<ref>Franz Rosenzweig, ''The Star of Redemption'', trad. William W. Hallo (Boston, MA: Beacon Press, 1972), 413.</ref> come anche dell'odio islamico e di altre forme di odio ideologico contro l'ebreo. Rimanere "on the way" significa affermare, con gli ebrei, che il Messia è ancora in cammino e che la questione della redenzione rimane irrisolta. E così l'antisemita promette la redenzione negata dall'ebreo. La redenzione si ottiene attraverso il controllo assoluto su tutta l'umanità, "in questo mondo e nell'altro",<ref>Al-Banna, ''Five Tracts of Hasan al-Banna'', 46–47.</ref> come dice Hasan al-Banna. Ma l'ebreo annuncia che coloro che vorrebbero esercitare il controllo assoluto sulla verità non hanno il controllo. Perché la verità ha il controllo su di noi – non il contrario, nonostante le nostre macchinazioni teologiche e ideologiche.
Non sorprende che, con l'avvento dell'antisemitismo totalitario, il discorso teologico entri in gioco, nonostante il declino del dogma cristiano. Nell'espressione del suo desiderio di vedere la nazione tedesca spodestare Dio, [[w:Richard Wagner|Richard Wagner]], ad esempio, accusa gli ebrei di deicidio.<ref>Richard Wagner, ''Art and Politics'', trad. William Ashton Ellis (Lincoln: University of Nebraska Press, 1995), 364.</ref> Inoltre, in linea con l'antisemitismo teologico che lo precede, demonizza gli ebrei e l'ebraismo, dichiarando: "L'ebraismo è la cattiva coscienza della nostra civiltà moderna".<ref>Richard Wagner, ''Judaism in Music and Other Essays'', trad. W. Ashton Ellis (Lincoln: University of Nebraska Press, 1995), 100.</ref> Immerso nella mitologia nazionalista della sua arte, Wagner ritenne che la contaminazione ebraica del Volk risiedesse nell'accento ebraico sulla realtà concreta e materiale di questo mondo, piuttosto che nell'astrazione eterea di un regno spirituale e mitico. La persona dell'artista nel suo saggio ''Über Staat und Religion'' (Stato e religione) pronuncia le parole di Gesù, proclamando: "Il mio regno non è di questo mondo".<ref>Wagner, ''Art and Politics'', 9.</ref> Come i filosofi idealisti tedeschi che lo influenzarono, Wagner prese a prestito dalla valorizzazione teologica antisemita dell'ultraterreno. Così annunciò la "necessità di lottare per emanciparsi dagli ebrei",<ref>Wagner, ''Judaism in Music and Other Essays'', 81.</ref> che minacciano la redenzione definitiva del Volk. Abbracciando l'idea di un "cristianesimo ariano" liberato dal contagio dell'ebraismo, osserva Wistrich, Wagner si sarebbe rivelato "a crucial link between the Christian Judeophobic tradition and the ‘redemptive’ anti-Semitism of Nazism. His vision looked toward the future transformation of European man and the salvation of humanity through the radical solution of the ‘Jewish question.’".<ref>Wistrich, ''A Lethal Obsession'', 103.</ref> Per Wagner, la "questione ebraica" è una questione su come eliminare la fonte del male insita negli ebrei, che è l'ostacolo cosmologico alla redenzione.
E così vediamo che per essere annoverati tra i redenti, i morali e gli onesti, non si deve solo odiare gli ebrei e lo Stato ebraico, ma essere complici dell'eliminazione degli ebrei, in quanto principale ostacolo alla redenzione dell'umanità. Più che etichettare Israele con qualsiasi male sia attualmente di moda – dal razzismo all'apartheid, dalle violazioni dei diritti umani al colonialismo, dal Covid-19 alla violenza della polizia – la demonizzazione dello Stato ebraico è calcolata per etichettare Israele come la ''fonte'' di ogni male. Quindi non solo gli ebrei, ma anche lo Stato ebraico rappresentano una grave minaccia alla redenzione dell'umanità. È una mossa che i jihadisti hanno imparato molto bene dai nazionalsocialisti, come ha osservato Wistrich: "The demonization of the Jews provides a unifying thread for an Islamist ideology in which the word ‘Zionist’ fulfills exactly the same function as did the word ‘Jew’ for Hitler and the Nazis".<ref>''Ibid.'', 651.</ref> Poiché lo Stato ebraico è demoniaco nella sua essenza, è universale nella sua portata; da qui la visione antisemita secondo cui Israele, lungi dall'essere un semplice rifugio per un popolo perseguitato, è l'epicentro di un complotto satanico per conquistare il mondo e quindi minaccia la redenzione dell'intera umanità. Non si può essere né giusti né morali senza opporsi all'esistenza dello Stato ebraico. Approfondiremo maggiormente questa forma di antisemitismo di moda nel prossimo Capitolo.
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== Note ==
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== Antisionismo: un antisemitismo moralmente richiesto ==
Due eventi dell'ultimo secolo hanno scosso profondamente la storia ebraica, come anche la storia dell'umanità: l'Olocausto e la rinascita dello Stato ebraico. Dal punto di vista della tradizione sacra ebraica, entrambi gli eventi si inseriscono nella storia sacra ebraica. Se i racconti scaturiti dall'Olocausto possono essere considerati i racconti di una nuova Bibbia, come affermò [[Primo Levi]],<ref>[[Primo Levi]], ''Se questo è un uomo'', ''ad loc.''.</ref> lo stesso si potrebbe dire del racconto dello Stato ebraico nato nonostante l'Olocausto. "La speranza messianica è morta durante l'Olocausto", [[w:Emil Fackenheim|Emil Fackenheim]] articola una delle implicazioni di questa svolta degli eventi. "Lo Stato di Israele post-Olocausto l'ha resuscitata".<ref>Emil L. Fackenheim, ''What Is Judaism?'' (New York: Macmillan, 1987), 268–269.</ref> Se questa storia ha dimostrato qualcosa, ha dimostrato che uno Stato ebraico è indispensabile per qualsiasi speranza di futuro per il popolo ebraico. Questo cambiamento nella condizione ebraica è una caratteristica distintiva dell'era post-Olocausto, un'era oscurata da un antisionismo sterminazionista che getta la sua ombra su tutta l'umanità. È l'ombra di Auschwitz stessa. Proprio come la negazione di Auschwitz è una negazione del popolo ebraico come popolo con un passato, così l'opposizione all'esistenza dello Stato ebraico è un'opposizione al popolo ebraico come popolo con un futuro. E il futuro dell'umanità dipende dal futuro del popolo ebraico come popolo scelto per testimoniare la sacralità di ogni essere umano.
La manifestazione antisionista dell'antisemitismo è particolarmente insidiosa. Mentre l'odio per gli ebrei può essere politicamente impopolare – almeno ufficialmente – l'odio per lo Stato ebraico tra gli estremisti di destra, i jihadisti islamici e gli intellettuali di sinistra è diventato, in molti ambienti, non solo di moda, ma moralmente necessario. Né gli ebrei tra gli intellettuali di sinistra sono immuni da questa forma di antisemitismo moralmente necessaria. Nel giugno 2020, ad esempio, 400 studiosi di studi ebraici, desiderosi di essere riconosciuti come "buoni ebrei", hanno firmato un documento in cui denunciavano la proposta di Israele di estendere l'autorità civile sulle aree in cui vivono gli ebrei in Cisgiordania; hanno etichettato Israele come uno stato di apartheid colpevole di crimini contro l'umanità, con l'implicazione che lo stato ebraico sia paragonabile al Reich nazista.<ref>Ben Sales, "400 Jewish Studies Scholars Denounce Israel as ‘Apartheid’ and a ‘Crime Against Humanity", ''Cleveland Jewish News'', 12 giugno 2020. Tra coloro che hanno firmato la dichiarazione figurano notabili come Zachary Braiterman, Steven Zipperstein, Marc Ellis, Paul Mendes-Flohr, Amos Goldberg, Elliot Wolfson, Alon Confino, Jonathan Judaken, Barry Holtz, Omer Bartov, Sidra DeKoven Ezrahi, Steven Jacobs, Robert Alter, e Susannah Heschel.</ref> Come sottolinea [[:en:w:Matthias Küntzel|Matthias Küntzel]], la proiezione del termine "nazista" sull'ebreo è "a specific form of Holocaust denial, one which legitimates the pursuit of an anti-Jewish extermination policy".<ref>Matthias Küntzel, ''Jihad and Jew-Hatred: Islamism, Nazism and the Roots of 9/11'', trad. Colin Meade (New York: Telos Press, 2007), 118.</ref> In effetti, essendo arrivato a significare il più atroce dei mali, il termine nazista è una designazione attribuita a chiunque meriti moralmente l'annientamento. Mentre, come molti altri liberali di questo tipo, coloro che hanno firmato il documento sarebbero inorriditi dall'idea che una simile mossa sia antisemita, si crogiolano nella loro ipocrita indignazione morale, giudicando lo stato ebraico di apartheid colpevole di crimini contro l'umanità. Cosa, ci chiediamo, si deve fare con uno stato di apartheid colpevole di crimini contro l'umanità? Cosa è moralmente richiesto in una situazione del genere?
Odiare uno Stato è molto più comodo che odiare un essere umano. Uno Stato non è fatto di carne e sangue. Uno Stato non ha un volto che possa proibire l'omicidio. Si può "smantellare" uno Stato, ma non si può uccidere un essere umano, almeno non senza prima disumanizzarlo. Eppure lo smantellamento dello Stato ebraico, moralmente richiesto, si tradurrebbe inevitabilmente nell'assassinio di un numero incalcolabile di esseri umani, a cominciare dagli ebrei. L'antica patria degli ebrei, la Terra dell'Alleanza, è stata ristabilita non solo come Stato ebraico, ma come rifugio per gli ebrei che vivono in un mondo storicamente ostile agli ebrei. Nella sua forma antisionista, l'antisemitismo promuove l'abbandono degli ebrei a tale ostilità. È una forma comoda di antisemitismo. È di moda. In effetti, per chiunque etichetti Israele come razzista o colonialista, come violatore dei diritti umani o autore di crimini contro l'umanità, l'antisionismo è moralmente obbligatorio. Perché tutti questi epiteti sono sinonimi di male.
=== Antisionismo e anti-Terra Santa ===
=== L'indignazione morale dell'antisionismo di sinistra ===
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=== Antisionismo moralmente richiesto: Jihad islamica e la sinistra ===
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== Note ==
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