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Fisica classica/Dinamica del corpo rigido
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}}
{{fisica classica}}
= Definizione di [[w:Corpo_rigido|corpo rigido]] =
[[File:Flight dynamics with text.svg|right|thumb|Una rappresentazione grafica dei 3 angoli che caratterizzano un corpo rigido]]
Un sistema di punti che mantengano fissa la loro distanza reciproca viene chiamato '''corpo rigido'''; ovviamente questa è sempre una semplificazione per permetterci di trattare alcune caratteristiche del moto di un corpo. In quanto la perfetta [[w:Deformazione|indeformabilità]] di un corpo non è possibile, sicuramente l'approssimazione è molto buona per alcuni tipi di oggetti compatti fatti di materiali come l'[[w:Acciaio|acciaio]], [[w:vetro|vetro]], l'[[w:Alluminio|alluminio]], ma anche il [[w:legno|legno]], non certamente oggetti in [[w:gomma|gomma]] o in metalli morbidi come l'[[w:indio|indio]] che non possono considerarsi rigidi.
La descrizione completa della dinamica di un corpo rigido è possibile se si conosce la posizione nello spazio di un suo generico punto (in genere si sceglie il centro di massa) e di tre angoli come mostrato nella figura a fianco. La posizione del centro di massa, anche se il centro di massa è al di fuori del corpo, è immutabile nel tempo rispetto agli altri punti del corpo rigido, quindi in genere per determinare il moto di un corpo rigido si studia la traiettoria del centro di massa e di un asse di riferimento inerziale con origine sul centro di massa.
Non variando le distanze tra i punti la risultante delle forze interne al sistema sono nulle come anche il loro momento, per cui le equazioni cardinali della meccanica si riducono a:
{{Equazione|eq=<math>\vec R=M\vec a_{CM}\ </math>|id=1}}
{{Equazione|eq=<math>\vec \tau=\frac{d \vec L}{dt}\ </math>|id=2}}
Abbiamo omesso l'apice ext che è pleonastico poiché solo le forze e i momenti esterni possono variare lo stato di moto di un corpo rigido.
Inoltre per quanto riguarda l'energia cinetica solo il lavoro <math>W\ </math> delle forze e dei momenti delle forze esterne può provocare una variazione della energia cinetica del corpo:
{{Equazione|eq=<math>\Delta E_k =W\ </math>|id=3}}
Il moto di un corpo rigido può essere molto complicato in quanto nel caso generale tutte e sei le grandezze fisiche che lo descrivono (la posizione del centro di massa e i tre angoli) possono variare nel tempo e nello spazio. Vi sono due casi particolari più semplici che è possibile considerare per semplificare la trattazione: il moto traslatorio ed il moto rotatorio.
== Moto traslatorio ==
[[File:Translation_of_Itokawa.svg|right|thumb|Movimento puramente traslazionale di un corpo rigido]]
Esaminiamo il caso di un moto solo traslatorio. In questo caso tutti i punti del corpo rigido descrivono traiettorie eguali come nella figura a fianco, quindi la velocità di ogni singolo punto del corpo coincide istante per istante con la velocità del centro di massa. Il moto è descritto in maniera analoga a quanto avviene per un punto materiale. Le grandezze fisiche di maggiore interesse sono l'energia cinetica e la quantità di moto totale del sistema. La dinamica del corpo è determinata da solamente la prima equazione cardinale della dinamica.
:<math>\vec R=M\vec a_{CM}\ </math>
La quantità di moto totale del sistema <math>\vec P=M\vec v_{CM}\ </math> e il momento angolare totale rispetto ad un polo che dista <math>\vec r_{CM}\ </math> dal centro di massa sono grandezze collegate. Infatti si mostra che
dal [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Teoremi di König|primo teorema di König]] il momento angolare rispetto a tale asse si riduce:
:<math> \bar L = \vec r_{CM} \times \vec P\ </math>
Ma <math> \vec P </math> è la quantità di moto del sistema che dipende dalla sola [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Prima equazione cardinale|prima equazione cardinale]] della meccanica. Quindi la [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Seconda equazione cardinale| seconda equazione cardinale]]:
:<math>\vec \tau=\frac{d\vec L}{dt}=\vec r_{CM} \times \frac {d\vec P}{dt}=\vec r_{CM}\times \vec R</math>
non aggiunge alcuna informazione alla conoscenza della dinamica del corpo rigido, se il moto è puramente traslatorio.
== Moto rotatorio ==
[[File:Rotation_barre_triangle_vitesses.svg|right|250px|thumb|Movimento puramente rotatorio di un'asta attorno al punto O ]]
Esaminiamo il caso di un moto rotatorio attorno ad un asse fisso. In questo caso tutte le parti del corpo compiono delle orbite circolari attorno all'asse di rotazione e quindi si muovono con velocità istantanea tanto maggiore quanto sono distanti dall'asse di rotazione. Nella figura a fianco muovendosi l'asta con velocità angolare <math>\vec \omega\ </math> (senso antiorario, verso uscente dal piano di rotazione), la velocità dei singoli punti distanti <math>\vec R\ </math> da O, valgono <math>\vec \omega \times \vec R\ </math>.
Se la velocità angolare è costante il moto dei singolo punti è circolare uniforme. Se la velocità angolare varia nel tempo vi debbono essere momenti delle forze esterne che causano tale moto rotatorio vario e la [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Seconda equazione cardinale| seconda equazione cardinale]] è l'unica necessaria a descrivere il moto:
:<math>\frac{d\vec L}{dt}=\vec \tau</math>
Se il centro di massa si trova sull'asse di rotazione essendo nulla la accelerazione del centro di massa:
:<math>\vec a_{CM}=0\ </math>
la [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Prima equazione cardinale|prima equazione cardinale]] è identicamente nulla.
Ma anche se il centro di massa non si trova sull'asse di rotazione, come nella figura, il suo moto sarà una orbita circolare esattamente con tutti gli altri elementi, e quindi in media la forza risultante sarà nulla, quindi la prima equazione cardinale non aggiunge nulla alle informazioni della seconda equazione cardinale.
=== Convenzioni nel moto rotatorio dei corpi rigidi ===
Se la rotazione avviene attorno ad un asse fisso del corpo rigido nell'intervallo di tempo <math>dt\ </math>
si avrà una rotazione di un angolo <math>d\theta\ </math>: viene convenzionalmente definito un vettore <math>\vec d\theta\ </math>, che ha come modulo l'angolo e come direzione l'asse di rotazione (se il senso è antiorario). Quindi una regione del corpo rigido, identificata dal vettore <math>\vec r\ </math> che congiunge l'asse di rotazione e la regione, si sposta durante la rotazione di un arco <math>\vec ds\ </math>:
:<math>\vec ds=\vec d\theta \times \vec r\ </math>
Di conseguenza poiché la direzione dell'asse di rotazione non cambia nel tempo, anche la velocità istantanea del punto rimane tangente alla traiettoria circolare:
:<math>\vec v=\frac {\vec ds}{dt}=\frac {\vec d\theta}{dt} \times \vec r=\vec \omega \times \vec r \ </math>
Se la velocità angolare non è costante l'accelerazione tangenziale vale:
:<math>\vec a_t=\frac {d\vec v}{dt}=\frac {d\vec \omega}{dt} \times \vec r=\vec \alpha \times \vec r\ </math>
L'accelerazione centripeta a causa della rigidità del corpo non ha un ruolo nella dinamica del sistema.
Notiamo come i tre vettori <math>\vec d\theta\ </math>, <math>\vec \omega\ </math> ed <math>\vec \alpha\ </math> siano paralleli all'asse di rotazione e concordi con esso se il moto è antiorario.
== Moto rototraslatorio ==
[[File:RollendWiel.png|right|250px|thumb|Esempio di moto rototraslatorio una sfera su una superficie con A il punto di contatto. Il punto A ha una velocità molto inferiore alle altre e non è rappresentata.]]
Il moto traslatorio ed il moto rotatorio attorno ad un asse fisso sono descrivibili in maniera semplice. Ma il caso più generale è quello di un moto in cui contemporaneamente vi sia traslazione e rotazione attorno ad un asse che cambia nel tempo. Questo è il caso più generale che senza perdere di generalità può essere descritto per spostamenti infinitesimi. In cui si ha contemporaneamente una traslazione infinitesima e un rotazione infinitesima caratterizzate da una velocità istantanea <math>\vec v\ </math> ed una velocità angolare istantanea <math>\vec\omega\ </math>.
La descrizione di un generico moto di un sistema rigido non è univoca. La figura è un esempio. Potrebbe essere una boccia lanciata su una
superficie nel moto iniziale. Il punto di contatto con il suolo A trasla e contemporaneamente a causa della forza di attrito la sfera ruota attorno al punto di contatto. Vedremo nel seguito che dopo un certo tempo aumenta la rotazione e diminuisce la traslazione ed il punto di contatto è istantanamente fermo questo è il [[w:Moto_di_puro_rotolamento|moto di puro rotolamento]], che studieremo in seguito.
Qui stiamo studiando un caso diverso in cui A si muove, ma le velocità dei due punti A,B,C,D,E sono diverse come appare dalla figura, ma concentriamo l'attenzione sulla velocità dei punti C e D rispetto ad A:
:<math>\vec v_D=\vec v_A+\vec \omega \times \overrightarrow{AD}\ </math>
:<math>\vec v_C=\vec v_A+\vec \omega \times \overrightarrow{AC}\ </math>
Sottraendo membro a membro le due espressioni precedenti si ha che:
:<math>\vec v_D-\vec v_C=\vec \omega \times (\overrightarrow{AD}-\overrightarrow{AC})\ </math>
:<math>\vec v_D=\vec v_C+\vec \omega \times \overrightarrow{CD}\ </math>
In questa maniera si è messo in relazione la velocità di D non più rispetto ad A, ma rispetto a C che è il nuovo polo. In questa operazione matematica appare evidente che, mentre la velocità istantanea del punto D dipende dal polo scelto per la rotazione, è infatti diversa da quella rispetto al punto A, il valore della velocità angolare istantanea non dipende dalla scelta fatta. Quindi nel caso generale del moto rototraslatorio mentre la parte traslazionale dipende dalla scelta del polo considerato per studiare la dinamica la velocità angolare non dipende da tale scelta. Quindi nella fotografia istantanea <math>\vec\omega\ </math> è definità in maniera univoca: ma nel caso generale può cambiare nel tempo di direzione e verso.
= [[w:Centro_di_massa|Centro di massa]] di un corpo rigido =
Un corpo rigido si rappresenta in maniera più semplice, non come un insieme di punti materiali come appare nella sua natura microscopica (essendo costituito da un insieme di [[w:atomo|atomi]]), ma come un mezzo continuo caratterizzato dalla sua [[w:Densità|densità]]:
:<math>\rho(\vec r)=\frac {dm}{dV}\ </math>
Cioè la densità è il rapporto tra la massa infinitesima (dm) ed il volume (dV) da essa occupata. La densità è una grandezza che dipende dalla posizione e viene definita non solo per i corpi rigidi. La massa totale m di un corpo rigido di volume V vale:
{{Equazione|eq=<math>M=\int_V\rho(\vec r) dV\ </math>|id=4}}
Se la densità non varia all'interno del corpo, cioè <math>\rho(\vec r)=costante \ </math>, il corpo si dice omogeneo.
In questo caso:
:<math>M=\rho V\ </math>
Nel [[w:Sistema_internazionale_di_unità_di_misura|sistema internazionale]] la densità si misura in kg/m<sup>3</sup>, anche se è più comune l'uso nel linguaggio comune dell'unità di misura del [[w:sistema CGS|sistema cgs]], cioè il g/cm³. La definizione di densità vale sia per i solidi come i fluidi.
La densità dell'acqua è alla temperatura di 4 <sup>o</sup>C circa 1 g/cm<sup>3</sup> o 1000 kg/m<sup>3</sup>, tra gli elementi l'[[w:Osmio|Osmio]]
(un metallo nobile simile al Platino) ha la massima densità 22.66 g/cm<sup>3</sup>.
Nei corpi unidimensionali (corde, tubi) si introduce il concetto di [[w:Densità_lineare|densità lineare]] definita come:
:<math>\lambda=\frac {dm}{dl}\ </math>
dove dl è l'elemento infinitesimo di linea.
Due esempi su corpi unidimensionali:[[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Statica_dei_corpi_rigidi#3._Mezzo_anello|mezzo anello]] e [[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Statica_dei_corpi_rigidi#4._Quarto_di_anello|quarto di anello]] possono chiarire i concetti.
Nei corpi bidimensionali (superfici) si definisce la densità superficiale come:
:<math>\sigma=\frac {dm}{dS}\ </math>
dove dS è l'elemento infinitesimo di superficie.
Il centro di massa di un generico corpo rigido si ottiene per estensione della definizione
data di [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#centro di massa|centro di massa]] per un insieme discreto di punti:
:<math>\vec r_{CM} = \frac{\displaystyle\sum_{i=1}^{n} m_i \vec r_i}{\displaystyle\sum_{i=1}^{n} m_i}= \frac{\displaystyle\sum_{i=1}^{n} m_i \vec r_i}m</math>
sostituendo alla sommatoria l'integrale:
{{Equazione|eq=<math>\vec r_{CM}=\frac {\int_V\vec r\rho(\vec r)dV}m\!</math>|id=5}}
Nei corpi omogenei e dotati di simmetria attorno ad un punto, il centro di massa coincide con il punto stesso, analogamente se vi è un asse (piano) di simmetria il centro di massa è sull'asse (piano) stesso. Il centro di massa coincide con il centro della forza peso: il '''baricentro'''. Il baricentro dipende dalla forza peso e quindi è definito per i corpi si trovano sulla superficie della terra.
Alcuni esempi chiariscono meglio:[[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Statica_dei_corpi_rigidi#5._Mezzo_disco_e_mezza_sfera|mezzo disco e mezza sfera]],
[[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Statica_dei_corpi_rigidi#6._Quarto_di_disco|quarto di disco]] e [[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Statica_dei_corpi_rigidi#7._Sfera_con_foro| sfera con foro]] la posizione del centro di massa di oggetti non simmetrici.
= Moto rotatorio =
Mentre il moto traslatorio di un corpo rigido è una semplice generalizzazione del moto di un punto materiale. Il moto rotatorio presenta delle peculiarità per quanto riguarda il momento angolare e l'evoluzione del moto.
Il [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Grandezze del sistema|momento angolare di un insieme di punti materiali]] vale:
:<math>\vec L = \sum_{i=1}^{n} \vec r_i \times \vec m_i \vec v_i</math>
La sua espressione nel caso continuo è:
:<math>\vec L = \int \vec r \times \vec v dm\!</math>
Per studiare la dinamica, anche nel caso di semplice rotazione, bisogna introdurre una nuova grandezza fisica: il momento di inerzia. Un caso semplice elementare serve da introduzione al problema.
===Esempio di un guscio cilindrico===
[[File:Moment_of_inertia_thin_cylinder.png|200px|right|thumb| Un cilindro sottile.]]
Consideriamo un sottile guscio cilindrico di massa M e raggio R (di spessore trascurabile rispetto ad R) che ruota con velocità angolare <math>\vec \omega \!</math> attorno ad un asse passante per il centro e perpendicolare al piano del cilindro stesso.
In questo caso è facile calcolare il momento angolare totale. Essendo tutti i punti del corpo rigido alla stessa distanza dal centro di rotazione, R, la loro velocità è pari in modulo a <math>v=\omega R\!</math>, quindi il momento angolare totale vale semplicemente:
:<math>\vec L = MR^2\vec\omega \!</math>
Cioè è proporzionale ad <math>\vec \omega \!</math> con una grandezza caratteristica del guscio stesso relativa all'asse di rotazione scelto, detto il momento di Inerzia <math>I = MR^2\!</math>. Un guscio sottile se l'altezza è trascurabile diventa un anello sottile (spesso il caso più elementare trattato è quello di un anello).
== Momento di Inerzia ==
Dato un generico corpo rigido che ruota intorno ad un asse la relazione tra la velocità e la velocità angolare <math>v=\omega r\!</math> rimane valida, anche se <math>r\!</math> non è una costante, come nel caso del guscio cilindrico, ma dipende dalla distanza del generico elemento del corpo dall'asse di rotazione.
Come estensione del caso precedente definiamo momento di inerzia di un corpo rigido la grandezza scalare:
{{Equazione|eq=<math>I=\int_Vr^2 dm\!</math>|id=6}}
dove r è la distanza dall'asse delle masse infinitesime dm di cui si compone il compone il corpo di volume V.
Il momento di inerzia in tutti i corpi rigidi ha la dimensione di una massa per una distanza al quadrato, è una proprietà geometrica del corpo che dipende dall'asse attorno a cui avviene la rotazione, che nel caso della rotazione dei corpi rigidi ha una funzione simile alla massa nel caso di moto traslatorio. Il momento di inerzia è uno scalare, anche se dipende dall'asse attorno a cui viene calcolato.
Essendo definito come integrale di grandezze scalari <math>r^2\!</math> e <math>dm\!</math> gode
della proprietà di additività, se calcolato attorno lo stesso asse: cioè se ho un solido complesso posso calcolarmi il momento di inerzia separatamente per le varie parti del corpo rispetto allo stesso asse e poi sommare i vari termini. L'importanza del momento di inerzia appare nella dinamica del moto rotatorio come vedremo nel seguito.
==Moto rotatorio con asse fisso di simmetria==
Nel caso particolare di <math>\vec L \ </math> parallelo a <math>\vec \omega \ </math>, cioè quando l'asse attorno a cui avviene la rotazione è un asse di simmetria del corpo. La definizione di asse di simmetria da un punto di vista concettuale è data nel seguito.
Se è applicato un momento di una forza <math>\vec \tau \ </math> rispetto all'asse di rotazione il momento angolare <math>\vec L \ </math> varia e il collegamento tra variazione del momento angolare e momento della forza è dato dalla [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Seconda equazione cardinale|seconda equazione cardinale]] della dinamica:
{{Equazione|eq=<math>\vec \tau = \frac {d\vec L}{dt}=I\frac {d\vec \omega}{dt}=I\vec\alpha </math>|id=7}}
Dove <math>\vec \alpha \ </math> è la derivata della velocità angolare anche essa parallela all'asse di rotazione. Vi è quindi una notevole analogia in questo caso tra la II equazione della dinamica (<math>\vec F=m \vec a</math> ), infatti la massa inerziale rappresenta la resistenza alla variazione della traslazione di un corpo, mentre il momento di inerzia è la resistenza alla variazione nel moto rotatorio. Ma bisogna aggiungere che, seppure il momento di inerzia sia una proprietà geometrica, essa dipende dall'asse di rotazione.
===Legge oraria===
Se <math>\vec \tau=0\ </math> si ha che:
:<math>\alpha =0</math>
Quindi, la velocità angolare è costante o nulla:
:<math>\omega =\omega_o</math>
Quindi il corpo rigido si muove di moto circolare uniforme attorno all'asse di rotazione:
:<math>\theta =\theta_o+\omega_o t\ </math>
Se <math>\vec \tau=costante\ </math> allora anche la accelerazione angolare è costante:
:<math>\alpha =\alpha_o</math>
:<math>\omega =\omega_o+\alpha_o t</math>
{{Equazione|eq=<math>\theta =\theta_o+\omega_o t+\frac 12\alpha_o t^2</math>|id=8}}
Se <math>\vec \tau\ </math> è variabile, anche il moto circolare è variabile e la soluzione è diversa da questa.
== [[w:Momento_di_inerzia|Momenti di inerzia]] ==
===Asta rigida===
[[Immagine:moment of inertia rod center.png|200px|left|thumb| Un'asta rigida con un asse passante per il centro.]]
Un caso molto semplice è quello di Asta di lunghezza ''L'' e massa ''M'' attorno ad un asse passante per il suo centro di massa e perpendicolare alla direzione dell'asta, è facile mostrare come utilizzando la densità lineare:
:<math>\lambda=\frac ML \!</math>
Estendendo la definizione di momento di inerzia (il fatto di potere fare una integrazione presuppone l'additività del momento di inerzia):
:<math>I_c=\int_{-L/2}^{L/2}r^2\lambda dr=\lambda\left[\frac {r^3}3\right]_{-L/2}^{L/2}\!</math>
[[File:Moment_of_inertia_rod_end.png|200px|right|thumb|Un'asta rigida con un asse passante per estremo.]]
Da cui si ha che il momento di inerzia vale:
:<math>I_{C} = \frac{M L^2}{12} \,\!</math>
Se invece come nella figura a destra l'asse passa per un estremo si ha che:
:<math>I_e=\int_{0}^{L}r^2\lambda dr=\lambda\left[\frac {r^3}3\right]_{0}^{L}\!</math>
:<math>I_e = \frac{M L^2}{3} \,\!</math>
===Disco sottile===
[[File:Moment_of_inertia_disc.svg|200px|right|thumb|Disco sottile.]]
Un disco sottile omogeneo di raggio ''r'' e massa ''m''
ha una densità superficiale di:
:<math>\sigma=\frac M{\pi r^2} \!</math>
nel calcolo del momento di inerzia si può considerarlo come è un insieme di anelli di raggio <math>0\le R \le r\!</math> e quindi di superficie <math>dS=2\pi R dR\!</math>, la cui
massa vale
: <math>dm=\sigma 2\pi R dR\!</math>.
Quindi il momento di inerzia per l'asse di simmetria (come in figura) vale:
:<math>I= \int_0^rR^2\sigma 2\pi R dR=2\pi \sigma \int_0^rR^3dR=\pi \sigma \frac {r^4}2 \!</math>
:<math>I=\frac 12 Mr^2 \!</math>
===Guscio sferico===
[[File:Moment_of_inertia_hollow_sphere.svg|200px|right|thumb|Guscio sferico]]
Un guscio omogeneo di raggio ''r'' e massa ''M''
ha una densità superficiale di:
:<math>\sigma=\frac M{4\pi r^2} \!</math>
A causa della simmetria sferica ogni asse passante per il centro è equivalente. Quindi scegliamo un asse qualunque passante per il centro come asse <math> z \ </math> attorno a cui vogliamo calcolare il momento di inerzia.
Possiamo ridurre il singolo elemento infinitesimo ad un anello di raggio <math> R \!</math>, che dipende dall'angolo <math> \theta \ </math> tra <math> r \ </math> e <math> z \!</math>:
:<math>R=r\sin \theta \qquad con\ 0 \le \theta \le \pi \!</math>
La cui superficie vale:
:<math>dS=2\pi Rrd\theta=2\pi r^2\sin \theta d\theta\!</math>
Quindi la cui massa vale:
:<math>dm=2\pi r^2\sin \theta d\theta \sigma=\frac M2\sin \theta d\theta\!</math>
:<math>dI_z=\frac M2\sin \theta d\theta R^2=\frac M2 r^2 \sin^3 \theta d\theta\!</math>
:<math>I_z=\frac M2 r^2\int_{0}^{\pi}\sin^3 \theta d\theta=\frac M2 r^2\left[
-\cos \theta+\cos^3 \theta/3\right]_{0}^{\pi}=\frac 23 Mr^2\!</math>
===Sfera===
[[File:Sfera.svg|120px|thumb|Sfera]]
Una sfera omogenea di raggio ''r'' e massa ''M'' ha una densità di:
:<math>\rho=\frac {3M}{4\pi r^3} \!</math>
A causa della simmetria sferica ogni asse passante per il centro è equivalente. Quindi scegliamo un asse qualunque passante per il centro come asse <math> z \!</math> attorno a cui vogliamo calcolare il momento di inerzia.
Possiamo ridurre il singolo elemento infinitesimo ad un guscio sferico <math> 0\le R \le r\!</math> e spessore <math> dR\!</math> il cui volume vale:
:<math>dV=4\pi R^2dR\!</math>
Quindi di massa:
:<math>dm=\rho dV=\frac {3M}{4\pi r^3}4\pi R^2dR=\frac {3M}{ r^3} R^2dR\!</math>
Quindi utilizzando la formula del guscio sferico, ha un momento di inerzia (infinitesimo) pari a:
:<math>dI_z=\frac 23 dmR^2=\frac 23\frac {3M}{ r^3} R^4dR=\frac {2M}{ r^3} R^4dR\!</math>
Quindi il momento d'inerzia totale di una sfera piena vale:
:<math>I_z=\int_0^rdI_z=\frac {2M}{ r^3} \int_0^rR^4dR=\frac 25Mr^2\!</math>
===Alcuni momenti di inerzia===
Per tutte le figure semplici è possibile calcolare il momento di inerzia. La tabella seguente riassume il valore di alcuni momenti di inerzia per alcuni solidi.
{|class="wikitable"
|-
! Descrizione || Figura || Momenti di inerzia
|-
| Due punti materiali ''M'' e ''m'', con massa ridotta ''μ'' e a distanza, ''x''.
|align="center"|
| <math> I = \frac{ M m }{ M \! + \! m } x^2 = \mu x^2</math>
|-
| Asta rigida di lunghezza ''L'', massa ''M'', spessore trascurabile, con asse ad un estremo .
| align="center"|[[File:moment of inertia rod end.svg|170px]]
| <math>I_{\mathrm{end}} = \frac{M L^2}{3} \,\!</math>
|-
| Asta rigida di lunghezza ''L'', massa ''M'', spessore trascurabile, con asse al centro .
| align="center"|[[File:moment of inertia rod center.svg|170px]]
| <math>I_{\mathrm{center}} = \frac{M L^2}{12} \,\!</math>
|-
| Anello di raggio ''r'' e massa ''M'' di spessore trascurabile.
| align="center"|[[File:moment of inertia hoop.svg|170px]]
| <math>I_z = M r^2\!</math><br><math>I_x = I_y = \frac{M r^2}{2}\,\!</math>
|-
| Disco di raggio ''r'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:moment of inertia disc.svg|170px]]
| <math>I_z = \frac{M r^2}{2}\,\!</math><br><math>I_x = I_y = \frac{M r^2}{4}\,\!</math>
|-
| Guscio cilindrico di raggio ''r'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:moment of inertia thin cylinder.png]]
| <math>I = M r^2 \,\!</math>
|-
| Cilindro di raggio ''r'', altezza ''h'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:moment of inertia solid cylinder.svg|170px]]
|<math>I_z = \frac{M r^2}{2}\,\!</math> <br/><math>I_x = I_y = \frac{1}{12} M\left(3r^2+h^2\right)</math>
|-
| Tubo di raggio interno ''r''<sub>1</sub>, esterno radius ''r''<sub>2</sub>, lunghezza ''h'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:moment of inertia thick cylinder h.svg]]
|
<math>I_z = \frac{1}{2} M\left(r_1^2 + r_2^2\right) = M r_2^2 \left(1-t+\frac{1}{2}{t}^2\right)</math>
<br>
dove ''t'' = (''r<sub>2</sub>–r<sub>1</sub>'')/''r<sub>2</sub>'' è il rapporto normalizzato dei raggi;
<br>
<math>I_x = I_y = \frac{1}{12} M\left[3\left({r_2}^2 + {r_1}^2\right)+h^2\right]</math>
|-
| [[w:Tetraedro|Tetraedo]] di spigolo ''s'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:Tetraaxial.gif|170px]]
| <math>I_{solid} = \frac{M s^2}{20}\,\!</math>
<math>I_{hollow} = \frac{M s^2}{12}\,\!</math>
|-
| [[w:Ottaedro|Ottaedro]] (vuoto) di spigolo ''s'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:Octahedral axis.gif|170px]]
| <math>I_z=I_x=I_y = \frac{5M s^2}{9}\,\!</math>
|-
| [[w:Ottaedro|Ottaedro]] (pieno) di spigolo ''s'' e massa ''M''
|align="center"| [[File:Octahedral axis.gif|170px]]
| <math>I_z=I_x=I_y = \frac{M s^2}{5}\,\!</math>
|-
| Guscio sferico sottile di raggio ''r'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:moment of inertia hollow sphere.svg|170px]]
|<math>I = \frac{2 M r^2}{3}\,\!</math>
|-
| Sfera piena di raggio ''r'' e massa ''M''..
|align="center"| [[File:moment of inertia solid sphere.svg|170px]]
|<math>I = \frac{2 M r^2}{5}\,\!</math>
|-
| Guscio sferico di raggio esterno ''r''<sub>2</sub>, interno ''r''<sub>2</sub> e massa ''M''.
|align="center"| [[File:Spherical shell moment of inertia.png|170px]]
|<math>I = \frac{2 M}{5}\left[\frac{{r_2}^5-{r_1}^5}{{r_2}^3-{r_1}^3}\right]\,\!</math>
|-
| Cono retto con raggio ''r'', altezza ''h'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:moment of inertia cone.svg|120px]]
|<math>I_z = \frac{3}{10}Mr^2 \,\!</math> <br/><math>I_x = I_y = \frac{3}{5}M\left(\frac{r^2}{4}+h^2\right) \,\!</math>
|-
| [[w:Toro_(geometria)|Toro]] di raggio ''a'', raggio della sezione ''b'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:Torus cycles.svg|122px]]
| <math>\frac{1}{8}\left(4a^2 + 5b^2\right)M</math>
|-
| [[w:Ellissoide|Ellissoide]] di semiassi ''a'', ''b'', e ''c'' con massa ''M''.
| [[File:Ellipsoid 321.png|170px]]
|<math>I_a = \frac{M (b^2+c^2)}{5}\,\!</math><br /><br /><math>I_b = \frac{M (a^2+c^2)}{5}\,\!</math><br /><br /><math>I_c = \frac{M (a^2+b^2)}{5}\,\!</math>
|-
| Una sottile piatto lastra di altezza ''h'', larghezza ''w'' e massa ''M''.
|align="center"| [[File:Recplane.svg|170px]]
|<math>I_c = \frac {M(h^2 + w^2)}{12}\,\!</math>
|-
| Parallelepipedo di altezza ''h'', larghezza ''w'', spessore ''d'', e massa ''M''.
|align="center"| [[File:moment of inertia solid rectangular prism.png]]
|<math>I_h = \frac{1}{12} M\left(w^2+d^2\right)</math><br><math>I_w = \frac{1}{12} M\left(h^2+d^2\right)</math><br><math>I_d = \frac{1}{12} M\left(h^2+w^2\right)</math>
|-
| Parallelepipedo di altezza ''D'', larghezza ''W'', lunghezza ''L'', e massa ''M'' con la diagonale maggiore come asse.
|align="center"| [[File:Moment of Inertia Cuboid.svg|140px]]
|<math>I = \frac{M\left(W^2D^2+L^2D^2+L^2W^2\right)}{6\left(L^2+W^2+D^2\right)}</math>
|}
== Raggio giratore ==
Il momento di inerzia ha le dimensioni di una massa per una lunghezza al quadrato, viene introdotta una lunghezza caratteristica chiamata raggio giratore <math>r_g</math> definito come quella lunghezza al quadrato che moltiplicato per la massa del corpo eguaglia il momento di inerzia cioè:
:<math>I =Mr_g^2\,\!</math>
di conseguenza:
:<math>r_g=\sqrt{\frac IM}\,\!</math>
Solo nel caso dell'anello o del guscio cilindrico il raggio giratore coincide con il raggio, negli altri casi il raggio giratore è più piccolo della maggiore dimensione.
== Teorema di Huygens-Steiner ==
[[File:Steiner.png|thumb|right|Il momento di inerzia di un corpo attorno ad un asse calcolato a partire da quello di un asse passante per il centro di massa e ad esso parallelo.]]
Quando l'asse di rotazione non passa dal centro di massa del corpo il calcolo del momento d'inerzia potrebbe essere complicato in quanto vengono meno le condizioni di simmetria. Ci viene in aiuto il teorema di Huygens-Steiner che ci dice che il momento d'inerzia di un corpo rispetto ad un asse parallelo che si trova ad una distanza <math>d\ </math> dal centro di massa è dato da:
:<math>I = I_c + M d^2 \,\!</math>
Dove <math>I_c\!</math> è il momento di inerzia di un asse parallelo al primo ma passante per il centro di massa.
La dimostrazione viene fatta assumendo, senza perdita di generalità, che l'origine sia nel centro di massa in un sistema di coordinate cartesiane e che l'asse delle ''x'' sia sulla congiungente i due assi.
In maniera che il momento di inerzia rispetto all'asse passante per il centro di massa sia:
:<math>I_c = \int (x^2 + y^2) \, dm.</math>
Mentre il momento di inerzia relativo all'asse ''z''', che è perpendicolare alla distanza d lungo l'asse ''x'' dal centro di massa, è:
:<math>I = \int \left[(x - d)^2 + y^2\right] \, dm</math>
Sviluppando i vari termini:
:<math>I = \int (x^2 + y^2) \, dm + d^2 \int dm - 2d\int x\, dm.</math>
Il primo termine è <math>I_c\ </math>, il secondo termine è <math>Md^2\ </math> e l'ultimo termine è nullo in quanto l'origine coincide con il centro di massa (l'integrale è pari alla posizione del centro di massa per la massa totale).
Quindi, l'equazione diventa come si voleva dimostrare:
{{Equazione|eq=<math> I = I_c + Md^2\ </math>|id=9}}
Il teorema di Huygens-Steiner è utile per determinare il momento di inerzia di sistemi complessi come l'esempio di [[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Dinamica_dei_corpi_rigidi#1._Due_sfere_unite|due sfere unite]].
= Momento angolare nel caso generale=
Ritorniamo all'espressione generale del momento angolare:
:<math>\vec L = \int \vec r \times \vec v dm\!</math>
Senza perdere di generalità si assume che l'asse attorno a cui avviene la rotazione sia parallelo all'asse <math> z \!</math> del sistema cartesiano di riferimento.
Il momento può essere scomposto in una parte parallela all'asse di rotazione che vale per ogni tratto infinitesimo:
:<math> (\vec r \times \vec v)_z dm=r^2dm \omega \!</math>
e quindi, la componente del momento angolare lungo l'asse di rotazione vale:
:<math>L_z = I\omega\!</math>
Viene normalmente chiamato momento angolare assiale. Questa componente del momento angolare è indipendente dalla posizione del polo sull'asse di rotazione.
Vi è in genere una altra componente ortogonale all'asse di rotazione <math>L_{\bot}\!</math> che dipende dalla posizione del polo sull'asse e si annulla se l'asse di rotazione passa per il centro di massa ed è un asse di simmetria. La componente trasversa se presente ruota intorno all'asse di rotazione e può anche cambiare di ampiezza.
A causa di questa componente in generale il momento angolare di un solido non è parallelo all'asse di rotazione quindi possiamo scomporre il momento angolare:
{{Equazione|eq=<math>\vec L = L_z+L_{\bot}\!</math>|id=11}}
Il momento angolare assiale, essendo proporzionale al momento di inerzia del corpo rispetto all'asse per cui viene calcolato, dipende solo dalla forma del corpo e della posizione dell'asse rispetto al corpo.
==Assi di simmetria di un corpo rigido==
[[Immagine:Precessing-top.gif|thumb|La precessione di una trottola]]
Se l'asse attorno a cui avviene la rotazione rappresenta un asse di simmetria, cioè le masse sono disposte in maniera simmetrica attorno a tale asse, la componente ortogonale del momento angolare è nulla.
Tra gli infiniti assi di rotazione di un corpo rigido passanti per il centro di massa hanno particolare importanza i cosiddetti assi principali
di inerzia. Gli assi principali di inerzia sono almeno tre, ma possono essere in numero superiore se il corpo è dotato di particolari simmetrie.
Ad esempio nel caso di simmetria sferica qualsiasi diametro è un asse di simmetria. Nel caso di un cilindro l'asse del cilindro è un asse principale di inerzia assieme a qualsiasi asse ad esso perpendicolare. Una rotazione attorno ad un asse principale di inerzia gode della proprietà che il momento angolare del corpo rigido è parallelo all'asse di rotazione e quindi non vi sono sollecitazioni sull'asse di rotazione.
La [[w:Costruzione_di_Poinsot|costruzione di Poinsot]] permette di ricavare dai momenti di inerzia attorno agli principali di inerzia detti momenti principali di inerzia i momenti di inerzia per qualsiasi asse attraverso la costruzione del cosiddetto ellissoide di inerzia.
L'operazione di [[w:Equilibratura| equilibratura]], che viene fatta sulle ruote delle automobili, consiste proprio nel rendere simmetrico l'asse attorno a cui avviene la rotazione un asse di simmetria, impedendo che sull'asse di rotazione, detto tecnicamente ([[w:Mozzo_(meccanica)|mozzo]]), agiscano momenti usuranti. Infatti il fatto che negli elementi ruotanti l'asse di rotazione non coincida con l'asse di simmetria è sempre un qualcosa da evitare per evitare l'usura sui supporti dell'asse di rotazione.
Se la componente normale all'asse di rotazione non è nulla, il moto rotatorio è sicuramente più complesso da studiare ed assume ad esempio la forma di un moto [[w:Precessione|precessione]]: il tipico moto di una [[w:Trottola|trottola]]. Nell'esempio in figura l'asse verticale è quello di rotazione, ma il momento angolare ha una componente lungo la direzione verticale ed una nella direzione ad essa perpendicolare che ruota attorno all'asse verticale. Il moto di precessione si ha anche in assenza di una coppia applicata al corpo. In una precessione senza coppia, come nel caso del moto di una trottola lasciata libera, il momento angolare per la seconda equazione cardinale è costante, ma le velocità angolare cambia di orientazione nel tempo. Se cambiano gli assi attorno a cui avviene la rotazione che sono combinazioni quadratiche degli assi principali di inerzia, il momento di inerzia rispetto ad ogni direzione delle coordinate cambia nel tempo, pur conservandosi costante nel tempo. Il risultato è che la componente della velocità angolare del corpo attorno ad ogni asse variererà inversamente con il momento di inerzia rispetto a quell'asse.
= Energia cinetica e lavoro=
L'energia cinetica del corpo rigido si ricava per estensione di quella di un sistema di particelle:
:<math>E_k = \frac 12 \int v^2 dm\!</math>
Se il corpo è in rotazione attorno ad un asse fisso essendo <math>v=\omega r\!</math> si ha che;
:<math>E_k = \frac 12 \int \omega^2 r^2 dm=\frac 12 I\omega^2\!</math>
Dove <math>I\ </math> è il momento di inerzia attorno all'asse di rotazione. Se però l'asse di rotazione del corpo di massa <math>M\!</math> è a distanza <math>d\!</math> dal centro di massa dal teorema di Huygens-Steiner si ha che:
:<math>E_k = \frac 12 (I_c+Md^2)\omega^2=\frac 12 I_c\omega^2+\frac 12 M\omega^2d^2\!</math>
ma <math>\omega d\!</math> è la velocità del centro di massa <math>v_{CM}\!</math>:
{{Equazione|eq=<math>E_k = \frac 12 I_c\omega^2+\frac 12 Mv_{CM}^2\!</math>|id=11}}
L'espressione appena data vale anche nel caso più generale del moto rototraslatorio. In cui si ha
sia <math>v_{CM}\ne 0\!</math> che una rotazione attorno ad un asse istantaneo di rotazione.
L'espressione separa l'energia cinetica in energia cinetica rotazionale e in energia cinetica dovuta al moto traslazionale del centro di massa.
Abbiamo visto nella dinamica del punto che vi è un legame tra la variazione della [[Fisica_classica/Energia_e_lavoro#Energia Cinetica|energia cinetica]] ed il lavoro:
:<math>dW=dE_k \!</math>
Quindi si ha che per quanto riguarda la parte rotazionale dell'energia cinetica:
:<math>dW=d\left(\frac 12 I_z\omega^2\right)=I_z\omega d\omega=I_z\frac {d\theta}{dt}\alpha dt=
I_z\alpha d\theta=\tau_zd\theta \!</math>
Dove <math>\vec \tau\!</math> è il momento delle forze esterne applicate al corpo rigido.
Quindi il lavoro della componente del momento lungo l'asse di rotazione necessario per ruotare il corpo rigido, da un angolo <math>\theta_1\!</math> ad un angolo <math>\theta_2\!</math>, vale:
:<math>W=\int_{\theta_1}^{\theta_2}\tau_zd\theta=\frac 12I_z\omega_2^2-\frac 12I_z\omega_1^2 \!</math>
Notiamo che se le forze sono conservative il lavoro può esprimersi come variazione della energia della energia potenziale:
:<math>W=-\Delta E_p \!</math>
L'energia totale, e qui teniamo conto anche dell'energia traslazionale del sistema, rimane costante cioè:
:<math>\frac 12 Mv_{CM}^2+\frac 12I\omega^2+E_p=costante \!</math>
= [[w:Moto_di_puro_rotolamento|Moto di puro rotolamento]] =
[[File:Moglfm2207_rodadura.jpg|right|250px|thumb|Esempio di moto di puro rotolamento di una ruota. Il punto O di contatto istantaneo ha velocità nulla.]]
In fisica classica il '''moto di puro rotolamento''' è quello in cui un corpo rigido rotola su una superficie ma la velocità istantanea del punto di contatto è nulla. Il corpo ruota così attorno al punto di contatto (che rimane fermo) con il piano. La ruota che ha avuto una importanza fondamentale nello sviluppo della società moderna in condizioni normali di lavoro è ben descritta da questo tipo di moto. La forza di attrito statico è quella che garantisce l'immobilità del punto di contatto, notiamo che dopo un tempo <math>dt</math> il punto di contatto diventa un punto infinitesimo vicino e via di seguito.
La sezione del corpo rigido deve essere un cerchio di raggio <math>R</math> (cioè può essere una ruota, un cilindro, una sfera eccetera).
Indichiamo con <math>\vec R</math> il vettore che ha origine nel [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Centro_di_massa|centro di massa]] del corpo rigido C e l'altro estremo sul punto istantaneo di contatto O con il piano di appoggio. La velocità angolare <math>\vec \omega</math> è un vettore normale al piano contenente la sezione del cerchio, con origine nel centro di massa.
Nel moto dei corpi rigidi è sempre possibile descrivere il moto di una qualsiasi punto come la combinazione del moto traslatorio del centro di massa e la rotazione attorno ad un asse passante per il centro di massa.
In particolare quindi la velocità del punto di contatto è descritta dalla relazione:
:<math>\vec v_O=\vec v_{C}+\vec \omega \times \vec R</math>
Imponendo che tale velocità sia nulla si ha che:
:<math>\vec v_{C}=-\vec \omega \times \vec R</math>
Quindi se il corpo si muove verso destra, come nella figura, la rotazione avviene in senso orario. In modulo quindi
:<math>v_{C}=\omega R</math>
cioè nel moto di puro rotolamento esiste una relazione ben precisa tra la velocità del centro di massa e la velocità angolare (che non dipende dalla scelta del polo). Se quindi la velocità del centro di massa cambia nel tempo, cioè il moto è accelerato, la stessa cosa deve fare la velocità angolare per cui anche:
:<math>|a_{CM}|=|\alpha|\ R</math>
avendo indicato con <math>a_{CM}</math> la accelerazione del centro di massa e con <math>\alpha </math> la accelerazione angolare
Vale la pena di studiare alcuni casi particolari:
[[File:RuotaF.png|thumb|350px|Una ruota soggetta all'azione di una forza F applicata sul centro di massa.]]
Immaginiamo di avere un corpo rigido a sezione circolare di raggio <math>R</math> e massa <math>M </math> come mostrato in figura su cui agisce una forza motrice sul centro di massa parallela al piano di appoggio orizzontale (questo è il caso delle ruote non motrici di una automobile).
La figura mette in evidenza le varie forze agenti sul corpo:
la <math>F</math> parallela al piano applicata sul centro di massa;
<math>f</math> la forza di attrito statico; la forza peso <math>M g</math>, la reazione vincolare <math>N</math>.
La reazione vincolare bilancia esattamente la forza peso (se la superficie fosse un piano inclinato l'equazioni sarebbero diverse):
:<math>N=Mg</math>
Mentre per quanto riguarda la direzione orizzontale, l'equazione oraria ( [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Prima_equazione_cardinale|prima equazione cardinale]]) è:
:<math>F-f=Ma_{CM}\rightarrow a_{CM}=\frac {F-f}M</math>
Per quanto riguarda il momento angolare ( [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Seconda_equazione_cardinale|seconda equazione cardinale]]), definendo con <math>I</math> il momento di inerzia rispetto all'asse di rotazione del corpo e scelto il centro di massa come polo:
:<math>Rf=I\alpha\rightarrow \alpha R=\frac {R^2 f}I </math>
Eguagliando le due espressioni cioè imponendo che il moto sia di puro rotolamento:
:<math>\frac {F-f}M=\frac {R^2 f}I</math>
L'unica incognita diventa la forza di attrito <math>f</math> che vale:
:<math>f=\frac F{1+MR^2/I}\ </math>
Quindi la forza di attrito in modulo è sempre inferiore al valore della forza trainante. Ma in ogni caso deve anche valere la condizione che:
:<math>f\le\mu_s N=\mu_sMg\ </math>
Questo impone che per garantire un moto di puro rotolamento la forza da applicare
al centro di massa deve essere inferiore ad un certo valore massimo:
:<math>F_{max}\le \mu_s Mg(1+MR^2/I)\ </math>
Notare che se venisse applicata una forza maggiore di <math>F_{max}</math>, il punto di contatto striscerebbe, in quanto la forza di attrito statico non sarebbe più sufficiente a bloccarlo sul piano di appoggio, si avrebbe quindi che il moto non sarebbe di puro rotolameneto in quanto:
:<math>|\vec v_{C}|>|\vec \omega \times \vec R|</math>
Via via che crescesse la forza applicata il moto traslatorio prevalerebbe sul moto rotatorio.
La funzione dell'attrito statico è essenziale nel moto di puro rotolamento, in quanto causa un momento di una forza (fR) che fa ruotare il corpo, e quindi il corpo trasla (per effetto della forza F applicata) e contemporaneamente ruota a causa dell'attrito. Se non ci fosse attrito il corpo semplicemente traslerebbe. Notare che se la sezione del corpo ruotante non è perfettamente circolare il moto diventerebbe in quei punti di contatto prevalentemente traslatorio e la forza di attrito svolgerebbe anche un'azione frenante; l'esempio più chiaro è il caso delle ruote delle automobili non motrici sgonfie.
Se la forza fosse stata frenante, quindi con direzione opposta alla direzione del moto, anche la forza di attrito avrebbe avuto direzione opposta, matematicamente tutte le equazioni sarebbero rimaste eguali, <math>F_{max} </math> sarebbe la forza frenante massima applicabile.
== Moto di puro rotolamento con solo momento applicato sull'asse ==
[[File:RuotaM.png|thumb|350px|Ruota di massa m (nel testo M) soggetta ad un momento <math>\tau\ </math> applicato all'asse di rotazione.]]
Immaginamo di avere una ruota sul cui asse è applicato un momento motore <math>\tau\ </math>.
Questo è il caso delle ruote motrici di una automobile. Nella figura sono mostrate le forze ed il momento. Immaginiamo che il moto si svolga su un piano orizzontale. Notare che il verso della forza di attrito è opposto al caso precedente.
La reazione vincolare bilancia esattamente la forza peso come nel caso precedente. Ma per quanto riguarda la componente orizzontale si ha:
:<math>f=Ma_{CM}\rightarrow a_{CM}=\frac fM\ </math>
Per quanto riguarda il momento angolare, tenendo presente che se il momento fa ruotare il corpo in senso orario, la forza di attrito esercita un momento in direzione opposta:
:<math>\tau-Rf=I\alpha\rightarrow \alpha R=\frac {\tau R-R^2f}I</math>
Eguagliando le due espressioni (condizione necessaria per avere moto di puro rotolamento):
:<math>\frac fM=\frac {\tau R-R^2f}I</math>
Da cui si ricava che <math>f</math> vale:
:<math>f=\frac {\tau}{R(1+I/MR^2)}\ </math>
la forza d'attrito è la forza motrice che causa il moto traslatorio, ma anche in questo caso si ha la condizione che:
:<math>f\le\mu_s N=\mu_sMg\ </math>
e quindi:
:<math>\tau_{max}\le\mu_s MgR(1+I/MR^2)\ </math>
Se il momento applicato è maggiore di <math>\tau_{max}</math> il moto rotatorio è prevalente sul moto traslatorio. Questo è il caso delle ruote motrici di una automobile quando su di esse viene applicato un momento maggiore di quello che permette la trazione e le ruote slittano.
La forza di attrito è la forza che causa il moto traslatorio, la ragione per cui gli pneumatici delle automobili sono fatti di gomma è per avere un elevato attrito statico con il fondo stradale.
Notiamo che se ci fosse stato un momento frenante la forza di attrito avrebbe avuto verso opposto, ed avrebbe quindi l'effetto di rallentare il moto. Ma l'espressione del momento massimo applicabile sarebbe stata la stessa.
== Moto di puro rotolamento con un momento ed una forza applicata ==
[[File:RuotaMF.png|thumb|350px|Ruota di massa m (nel testo M) che sale su un piano inclinato spinta da un momento <math>\tau\ </math> che agisce sul suo asse.]]
Immaginiamo che il moto si svolga su un piano inclinato in salita con inclinazione <math>\theta</math>, sul corpo agisce un momento motore <math>\tau\ </math>. La forza peso ha una componente tangenziale al piano <math>Mg\sin \theta\ </math> e una normale
<math>Mg\cos \theta\ </math>.
La reazione vincolare bilancia esattamente la componente della forza peso perpendicolare al piano:
:<math>N=Mg\cos \theta\ </math>
Mentre la legge del moto nella direzione del piano di appoggio è:
:<math>Ma_{CM}=f-Mg\sin \theta\rightarrow a_{CM}=\frac fM -g\sin \theta\ </math>
Per quanto riguarda il momento angolare tenendo presente che, se il momento fa ruotare il corpo in senso orario, la forza di attrito esercita un momento in direzione opposta:
:<math>\tau-Rf=I\alpha\rightarrow \alpha R=\frac {\tau R-R^2f}I\ </math>
Dalla condizione che il moto sia di puro rotolamento segue che:
:<math>f=\frac {\tau/(R)+Ig\sin \theta/(R^2)}{1+I/(MR^2)}\ </math>
Imponendo la condizione che:
:<math>f\le \mu_s N=\mu_sMg\cos \theta\ </math>
Si ha che per avere moto di puro rotolamento:
:<math>\tau_{max}\le\mu_s MgR\cos \theta(1+I/MR^2)-\frac {Ig}R\sin \theta\ </math>
Vi è anche una inclinazione massima del piano inclinato al di sopra della quale qualsiasi moto di puro rotolamento non è possibile (quando è nullo <math>\tau_{max}</math>) cioè se si ha che <math>\theta \ge arctg \left[\mu_s\left(MR^2/I+1\right)\right]\ </math>.
In discesa <math>\theta<0\ </math> è possibile un moto di puro rotolamento anche in assenza di attrito per un opportuno momento motore. Se in discesa <math>\tau/(MR)<-Ig\sin \theta/(R^2)\ </math> la forza di attrito cambia segno rispetto a quanto indicato nella figura.
==[[w:Attrito_volvente#Attrito_volvente|Attrito volvente]]==
Nel moto di puro rotolamento la forza di attrito statico non esercita nessun lavoro in quanto il punto di applicazione non cambia. Bisogna aggiungere che pure nei corpi che rotolano senza strisciare si nota che si fermano dopo un certo tempo o se si vuole un piano inclinato inferiore ad una certa pendenza non riesce a fare rotolare oggetti di sezione circolare.
La giustificazione che viene data è che esiste un attrito dovuto alla deformazione locale del piano di appoggio (il corpo rigido è indeformabile per definizione, ma nella pratica è deformabile anche esso). Il coefficiente di attrito volvente produce un momento frenante pari a :
:<math>\tau_f=hN \,\!</math>
con <math>h\ </math> coefficiente di attrito volvente, che ha le dimensioni di una lunghezza
(la massima deformazione), <math>N\ </math> la reazione vincolare.
In genere l'attrito volvente esercita una azione trascurabile. Ma sicuramente una automobile con gli pneumatici sgonfi si arresta
molto prima, una volta spento il motore.
[[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Dinamica_dei_corpi_rigidi#11._Attrito_volvente|Esempio di attrito volvente]].
= [[w:Pendolo_composto|Pendolo composto]] =
[[File:Physical-Pendulum-Labeled-Diagram.png|200px|right|thumb|Un pendolo composto ]]
Chiamiamo pendolo composto o fisico un corpo rigido che oscilla attorno ad un asse orizzontale non passante per il centro di massa.
Spostando il pendolo composto dalla posizione di equilibrio di un angolo <math>\theta \ </math>, il momento della forza peso tende a riportare il pendolo verso la posizione di equilibrio.
Il momento della forza peso, che agisce come un momento di richiamo verso la posizione di equilibrio, è parallelo all'asse di rotazione e vale
:<math>{M} = {-{MgL}}\sin{\theta}</math>
dove <math>L\ </math> è la distanza tra il centro di rotazione ed il centro di massa (non è il momento angolare).
Supponendo trascurabile l'attrito nella rotazione attorno all'asse e supponendo che eventuali momenti dovuti alle reazioni dei supporti risultano ortogonali all'asse stesso, l'equazione [[Fisica_classica/Dinamica_dei_sistemi_di_punti_materiali#Seconda equazione cardinale| seconda equazione cardinale]] diventa:
: <math> \frac{dL_z}{dt} = {I}\alpha = {I}\frac{\mathrm{d}^2{\theta}}{\mathrm{d}t^2} = {-{MgL}}\sin{\theta}</math>
Indicando con <math>I\ </math> è il momento di inerzia del corpo rispetto all'asse di rotazione orizzontale ''z'' passante per la posizione di equilibrio. Quindi:
: <math> \frac{\mathrm{d}^2{\theta}}{\mathrm{d}t^2} + \frac{{{MgL}}\sin{\theta}}{I} = 0 </math>
Se l'ampiezza delle oscillazioni è piccola, usando lo [[w:sviluppo di Taylor|sviluppo di Taylor]], si può approssimare <math>\sin \theta \ </math> con <math>\theta \ </math>, ottenendo
: <math> \frac{\mathrm{d}^2{\theta}}{\mathrm{d}t^2} + \frac{{{MgL}}\theta}{I_z} = 0 </math>
che è l'equazione del [[w:moto armonico|moto armonico]] la cui equazione oraria è:
: <math> \theta = {\theta_0}\sin\left(\Omega t + \varphi_0\right)</math>
La [[w:Velocità angolare|pulsazione]] è
: <math> \Omega = \sqrt{\frac{MgL}{I_z}} </math>
e il periodo vale
: <math> T = \frac{2 \pi}{\Omega} = 2 \pi \sqrt{\frac{I_z}{MgL}} = 2 \pi \sqrt{\frac{l}{g}} </math>
dove <math>l=I_z/ML\ </math> rappresenta la '''lunghezza ridotta del pendolo composto''' e corrisponde alla lunghezza del filo di un [[w:pendolo semplice|pendolo semplice]] che oscilla con lo stesso periodo.
Quando l'ampiezza delle oscillazioni è grande il pendolo si muove ancora di moto periodico, ma non più armonico.
[[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Dinamica_dei_corpi_rigidi#2._Pendolo_fisico|Esempio sul pendolo fisico]].
= Impulso angolare=
Nel caso di un momento applicato <math>\vec \tau\ </math> ad un corpo rigido che agisce per un limitato intervallo <math>\Delta t\ </math> di tempo la grandezza:
: <math> \vec J_{\tau}=\vec \tau \Delta t\ </math>
viene chiamata impulso angolare. La sua azione su un corpo rigido e quella provocare una variazione del momento angolare, cioè:
: <math> \vec J_{\tau}=\Delta \vec L\ </math>
cioè la sua azione è simile a quello che avviene per la variazione della quantità di moto per forze impulsive.
Anche in questo caso se la durata del momento impulsivo è breve, tutte gli altri momenti agenti possono trascurarsi.
Esempio:
Immaginiamo di avere una sbarretta di lunghezza <math>\ell=42\ cm</math> e massa <math>M=2.05\ kg</math> incernierata ad un
estremo ad un perno fisso orizzontale che può muoversi liberamente in un piano verticale se viene
applicato un impulso angolare di <math>\vec J_{\tau}=1\ kg m s</math> poiché il suo momento di inerzia rispetto ad un
estremo è <math>I_c=M\ell/3=0.12\ kg m^2</math> acquisterà una velocità angolare: <math>\omega=J_{\tau}/I_c=8.3\ rad/s</math> e
quindi una energia cinetica rotazionale di <math>E_k=\frac 12I_c\omega^2=4.15\ J</math> che diventa energia potenziale
nel punto più alto <math>E_p=Mgh=E_k\ </math>, cioè <math>h=E_k/(Mg)=0.21\ m</math> (cioè compie un quarto di giro)
= Statica=
La condizione necessaria affinché un corpo rigido sia in equilibrio statico è che contemporaneamente:
:<math>\vec R=0\ </math>
:<math>\vec \tau=0\ </math>
e che né si muova il centro di massa e né ruoti attorno a qualsiasi polo
Alcuni esempi chiariscono meglio la statica dei corpi rigidi:
[[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Statica_dei_corpi_rigidi#1._Scala|scala con una persona]], [[Esercizi_di_fisica_con_soluzioni/Statica_dei_corpi_rigidi#2._Asta|asta orizzontale con un carico]].
=Bibliografia=
* {{cita libro||P. Mazzoldi, M. Nigro e C. Voci|Elementi di Fisica (Meccanica e Termodinamica)|2007|Edises|ISBN 978-88-7959-418-9|ed=2}}
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sulla}}
[[Categoria:Fisica classica|Dinamica del corpo rigido]]
[[Fisica_classica/Urti| Argomento seguente: Urti]]
{{Avanzamento|100%|1 maggio 2016}}
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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Malaysia
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{{Forze armate mondiali}}
[[Immagine:Flag of Malaysia.svg|160px|left|]]
La '''[[w:Malaysia|Malaysia]]''' è una nazione di recente costituzione (settembre 1963, nata come Federazione Malese) e così le F.A. britanniche, che erano i protettori del territorio, cedettero il grosso dell'equipaggiamento ai malesi. Ma col passare del tempo, con la necessità di ammodernare i propri arsenali si è guardato più lontano, verso altri venditori. Le principali operazioni militari sono state quelle contro gruppi di guerriglieri comunisti al confine thailandese e nella zona di frontiera con Sarawak, Sabah e l'Indonesia.
Qui intervenne anche la Gran Bretagna con l''''Operazione Firedog''', con una lunga e sanguinosa campagna contro le infiltrazione delle forze indonesiane. Questa guerra fu vinta e in essa avvennero anche eventi di notevole interesse tecnico: il finale della 'carriera' dei vecchi aerei inglesi ad elica, inclusi alcuni poco noti e decisamente rari, come il Bristol Brigad e il D.H. Hornet, l'esordio dei nuovi come il Gloster Javelin e al contempo, quello dei [[w:C-130|C-130]] Hercules indonesiani, che facevano il paio con i vecchi P-51 Mustang. Nessuno di questi venne abbattuto dai caccia inglesi nelle loro scorrerie, ma i grossi e pesanti Javelin riuscirono ad intercettare un C-130 e a farlo cadere a terra durante le sue manovre evasive. Questa fu la prima delle non molte vittorie ai danni di un Hercules. Per ripeterla, gli Inglesi aspettarono la guerra delle Falkands con i Sea Harrier.
In ogni caso, aspetti tecnici a parte, si trattò di una guerra feroce a terra in cui le azioni d'attacco e di infiltrazione furono ampie e con il coinvolgimento delle popolazioni civili. Gli Inglesi giocarono meglio la delicata partita che in gergo militare si chiama 'cuori e menti' e dopo anni di guerra ebbero la meglio sulle infiltrazioni indonesiane. La trattazione esaustiva di questa guerra, che coinvolse anche gli australiani, si terrà in un'altra, apposita pagina tanto essa appare importante e complessa. In tutti i casi, dopo 12 anni di guerra, nel '60 l'Operazione Firedog venne dichiarata conclusa.
Dopo di allora, la Malaysia ha conosciuto un progresso notevole e di recente è diventata una nazione di notevoli risorse economiche, anche concretizzate in programmi di riarmo di notevole valore, come testimoniano gli acquisti di aerei quali i MiG-29N e gli F-18. Prima ancora c'erano state compere sofisticate come quelle di navi moderne e di addestratori basici-intermedi quali gli MB.339.
===1985<ref>Armi da guerra N.104</ref>===
Ecco come si presentavano le F.A. Malesi alla metà degli anni '80.
L''''Esercito''' malese, innanzitutto. In quegli anni v'era un notevole aumento di fondi per le proprie F.A., e l'esercito era stato portato a 100.500 uomini. Le unità principali erano:
*1 Comando di Corpo d'Armata
*4 Comandi di divisione
*12 Brigate di fanteria con 35 battaglioni, 1 di fanteria meccanizzata, altri in via di formazione, unità di supporto
*4 reggimenti esploranti di cavalleria blindata
*4 reggimenti d'artiglieria campale
*1 reggimenti di difesa aerea
*5 reggimenti trasmissioni
*1 raggruppamento forze speciali a livello di brigata
Nel 1978 partì un programma destinato a rivelarsi un evento importantissimo nel potenziare le forze armate: vennero prescelti 162 grossi blindati 6x6 [[w:SIBMAS|SIBMAS]] belgi armati con torri Cockerill CM-90, con cannone Cockerill Mk III e designati come '''AFSV-90''', veicoli di supporto di fuoco. Questi mezzi erano intesi in pratica come carri ruotati di supporto alla fanteria, molto simili al Ratel-90 sudafricano ma più leggero (13 vs 19 t), con una conseguente capacità anfibia. Altri 24 erano stati ordinati come '''ARV''', carri recupero. Sempre con questo programma venne premiata anche la Thyssen, con ben 459 veicoli blindati [[w:Condor (apc)|Condor (apc)]] 4x4 con cannone da 20 mm o due armi da 7,62 mm in torretta. Questi erano mezzi da trasporto truppa ben corazzati, abbastanza leggeri ed economici. Vennero infine ordinati 25 '''Scorpion''' cingolati con cannoni da 90 mm e 25 APC '''Stormer''' (12 con cannoni da 20 mm e 13 con torretta da 7,62 mm), sempre cingolati. Questa fu di gran lunga la più grossa ordinazione di corazzati mai fatta dai malesi. Doveva seguire il contratto per carri e IFV ma il Governo tedesco-occidentale rifiutò alla Thyssen di esportare l'APC TH-302 e il carro leggero TAM ( o meglio, il progetto base da cui tra origine questo mezzo argentino, 'figlio' del Marder). Per i veicoli già presenti vi erano 93 Ferret, circa 100 AML-60 e 90, 40 Panhard M3, ben 100 Cadillac V-100 Commando e 138 V-150 'Commando migliorato' sempre 4x4, con torretta armata di due mitragliatrici da 7.62 mm, cannone da 20 o torretta MECAR con arma da 90 mm.
Alle forze dell'Esercito non mancava l'apporto della polizia, forte di altri 12.000 uomini, ed equipaggiata con veicoli come i nuovi AT-105 Saxon, Shortland, SB401.
Questi i corazzati, tutti leggeri e non senza ragione, date le caratteristiche della Malesia. La componente importante dell'esercito malese era forse, soprattutto l'artiglieria. Data la necessità di equipaggiamenti 'leggeri' non mancavano 114 obici someggiabili Mod. 56, e circa 12 pezzi da 140 mm britannici.
In tutto quindi vi erano questi equipaggiamenti:
*'''Corazzati''': 459 Condor, 238 Commando, 187 SIBMAS, 26 Scorpion 90, 25 Stormer, 100 AML, 40 M-3.
*'''Artiglieria campale''': 114 Mod. 56 e 12 obici da 140 mm, mortai da 81 mm L1
*'''Armi controcarri''': lanciarazzi M20 da 89 mm 'Super Bazooka', cannoni SR da 106 mm M40 e gli ancora più potenti MOBAT (probabilmente armi svedesi) da 120 mm; missili SS-11
*'''Armi contraerei''': Bofors L/70 da 40 m e M1 L60 da 40 mm
*'''Armi portatili''': Pistole Browning da 9 mm, mitra Sterling da 9 mm, fucili M16A1 da 5.56 mm, HK-33 e AR70 da 5.56 mm, G3 da 7.62 mm, FAL da 76.2 mm, mitragliatrici leggere L4 Bren da 7.62 mm, mitragliatrici da 7.62 mm, mitragliatrici pesanti M2 da 12.7 mm; forse mortai pesanti.
Come si vede, equipaggiamento eterogeneo: corazzati britannici e francesi per la 'prima generazione', belgi e tedeschi per la seconda; artiglieria britannica e italiana; armi controcarri francesi e americane; le armi leggere erano molto nutrite in varietà, con armi vecchie ma valide come le M2HB e i fucili FAL, e un gran numero di tipi di fucili da 5,56 mm moderni come gli M16A1 americani, i nuovissimi HK33 tedeschi e i rari Beretta AR70, armi che non hanno avuto, contrariamente ad altre armi leggere di questa ditta, particolare successo.
Quanto alle forze di riserva terrestri, vi era un vasto campionario rispondente alle varie branche delle forze di sicurezza.
L'esercito aveva 60.000 riservisti, 45.000 per la difesa del territorio e 15.000 per il corpo di Difesa locale. Sempre in termini di difesa del territorio, i 21 battaglioni della polizia aerano supportati da 89 reparti minori di cui 3.100 per l'unità di sicurezza di zona, che era in sostanza la Guardia Nazionale, 1200 guardie di frontiera a Sabah e Sarawak. Questi erano tutti uomini con ruoli anche paramilitari, che si aggiungevano all'organizzazione chiamata '''RELA''', o Corpo Popolare dei Volontari, forte di ben 250.000 effettivi.
[[Immagine:Roundel of Malaysia.svg|160px|left|]]
L''''aeronautica''' malese (Tendara Udara Diraja Malaysia, nella definizione internazionale Royal Malaysian Air Force) era piuttosto modesta, ma contava nondimeno 13.000 uomini con due regioni aeree e un comando di supporto.
Le unità erano anzitutto un gruppo con 13 [[w:F-5|F-5]]E Tiger II, aerei estremamente popolari nell'Estremo Oriente (praticamente tutte le nazioni dell'area ne hanno avuti, tolta qualche rara eccezione come il Giappone), 4 F-5F biposto, e 2 soli ricognitori RF-5E consegnati recentemente.
Ma la componente principale era costituita dai reparti d'attacco con 36 [[w:A-4|A-4 Skyhawk]] aggioranti, lo stesso valeva per 6 TA-4, tutto materiale ex-USA. I due gruppi di A-4 erano in fase di formazione ma vi erano anche altri 2 con 12 MB.339A che avevano da poco tempo sostituito altrettanti Canadair CL-41G Tebuan che però non vennero radiati ma inviati nella Riserva aeronautica, con 600 uomini (per formare un gruppo d'attacco leggero).
Vi erano anche 3 scuole di volo con i PC-7, alcuni Bulldog 102 e Bell 47G e Alouette III.
Altre risorse erano 4 gruppi da trasporto di cui uno con 6 C-130H, 2 con 14 DHC-4 Caribou, 1 con 2 BAe125, 2 Fokker F.28 e 12 Cessna 402B.
Infine vi era un gruppo da pattugliamento marittimo e SAR con 3 C-130H-MP, mentre per il trasporto e collegamento vi era una forza di trasporto insolitamente consistente dato che vi erano 36 grossi Sikorsky S-61A-4 'Nuris' per 2 gruppi e 24 Alouette III in altri 2 gruppi.
In definitiva: 1 gruppo con F-5, 2 con A-4, 2 con MB339, 3 scuola con PC-7, 4 da trasporto di cui 1 con C-130, 2 con 14 DCH-4, 1 con 16 aerei vari.
La '''Marina''' era forte di 11.000 uomini con un programma di ammodernamento recente, soprattutto per la presenza di due fregate Type 1500 con missili MM.38 Exocet in fase di consegna. Per il resto v'erano anche una fregata classe 'Yarrow', la Rahmat, e la x-brigannica ''Hang Tuah'' della Classe 'Type 41/61'.
Le forze leggere erano: 4 motocannoniere 'Spica-M' con missili MM.38 e altre 4 con i più moderni MM.40 già commissionate, 4 motocannoniere 'Perdana' con missili MM.38, 6 navi d'attacco veloce 'Jerong' che avevano solo cannoni Bofors (da 57 e da 40 mm), 22 battelli da pattugliamento 'Kedah', Sabah', Kris', tutti piuttosto grandi e con cannone Bofors da 40 mm.
Un'innovazione piuttosto imprevedibile era stata, per la modesta marina malese, il contratto per 4 moderni 'Lerici' italiani in vetroresina, equipaggiati con veicoli subacquei PAP-104. Sostituivano i vecchi e numerosi 'Ton' britannici, ma in ogni caso non c'erano molte minacce potenziali per la federazione malese quanto a mine.
Le navi ausiliarie erano state invece potenziate con 3 rifornitori tedeschi e sud-coreani, con equipaggiamenti per elicotteri, ponti autoveicoli, capacità di addestramento. Infine vi erano 2 LST ex-USA che erano usate anche come navi ausiliarie per le forze leggere, oltre a 5 LCM, 15 LCP e 9 RCP. Non mancavano altre navi ausiliarie più piccole e due oceanografiche.
In tutto vi erano quindi:
*2 fregate+2 in ordinazione
*8 motocannoniere +4 di ordinazione
*6 cannoniere, 22 grandi pattugliatori
*4 cacciamine
*3 navi di suporto logistiche
*2 navi LST, 5 LCM, 15 LCP, 9 RCP e altri tipi leggeri.
Vi erano anche 600 riservisti da aumentarsi negli anni successivi.
Infine le '''forze di polizia''': anzitutto v'erano navi costruite nella Corea del Sud da 1.300 t per pattugliamento marittimo con altre due in programma, praticamente equivalendo le navi principali della Marina, e tutte capaci di ospitare elicotteri S-61, poi v'erano 15 pattugliatori classe 'PZ' con Bofors da 40 mm, 36 navi pattuglia piccole che abbastanza logicamente avevano cannoni Oerlikon da 20 mm e mitragliatrici da 7,62 mm, alcune navi leggere erano infine presenti per la dogana, con 6 grandi e una media. Come si vede il controllo delle coste, naturalmente, era il compito principale per gli interessi malesi sul mare: pirati, pescatori di frodo, trafficanti erano il problema sostanziale, ben più di eventuali confronti con le Marine confinanti.
Quindi all'epoca in termini di personale vi erano complessivamente: 100.500+60.000 dell'esercito, 45.000+15.000+3.100+1.200 per la difesa territoriale, 250.000 paramilitari, 12.000 poliziotti, 13.000+600 aeronautica, 11.000+600 marina. In tutto oltre 500.000 effettivi, anche se solo un quarto erano militari in servizio attivo, con una forza di circa 1.000 corazzati e 200 apparecchi. Insomma si trattava di forze leggere, per lo più attinenti alla difesa del territorio e controllo dei confini, e adatte ad operare in ambienti in cui il primo problema era quello di muoversi su terreni molto difficili e con un clima alquanto sgradevole se non ostile.
Per quello che riguarda i caccia F-5, i principali apparecchi da caccia malesi per molti anni (anzi, gli unici), erano stati ordinati nel 1982 per un totale di 14 e poi altri di rimpiazzo per il No.12 'Lighting'.
La TUDM ebbe nondimeno una sua importanza nella storia dell'F-5: infatti fu niente di meno che il cliente di lancio per l'RF-5E Tigereye, comprati nell'83 in appena 2 esemplari, messi in servizio nel No.11 'Cobra' Sqn. Questi squadroni avevano anche scopo di difesa aerea ed erano basati nella base ex-australiana di Butterworth, designati localmente M29. Da notare che oltre ai missili AIM-9 avevano anche capacità di trasportare bombe laser-guidate PGM, cosa tutt'altro che diffusa per questi semplici aerei. V'erano inizialmente anche 2 F-5B da addestramento, poi ceduti alla Thailandia e rimpiazzati con 4 F-5F.
In origine avrebbe dovuto esservi un ordine per un altro squadrone di F-5, ma poi la TUDM mirò parecchio più in alto.
Prima volle considerare il [[w:Panavia Tornado|Panavia Tornado]], poi 'scese' leggermente con i MiG-29 e F-18: in ogni caso non v'era più spazio per i piccoli caccia F-5 nei programmi futuri dell'aviazione malaysiana. In tutto vennero forniti 17 aerei e una quindicina erano ancora in servizio alla fine del XX secolo. Nonostante i due gruppi formati con gli aerei più moderni,che inizialmente sembravano avere eliminato la necessità di tenere in servizio i vecchi F-5, questi ultimi vennero trattenuti in servizio, discutendo anche la possibilità di aggiornarli con un radar Grifo F/X nell'ambito di un programma con la BAe quale capo-commessa.
===Caccia e navi moderni<ref>Saw, David:''Malaysia: no al Tornado'', RID Gennaio 1991 pagg 54-58</ref><ref>Bonsignore, Ezio:''Due nuovi caccia dalla Malaysia, RID ottobre 1993 pagg. '', RID Gennaio 1991 pagg 74-78</ref>===
La Malaysia ha avuto una notevole evoluzione nella sua RMAF, l'Aviazione Reale. La sua prima linea è stata interessata da ben 6 possibili tipi di aerei nell'arco di pochi anni, e di questi 3 vennero effettivamente adottati.
[[Immagine:FA-18_Hornet_breaking_sound_barrier_(7_July_1999).jpg|300px|right|thumb|F-18 va 'in supersonico']]
Fu senz'altro con notevole sorpresa che la RAMF dichiarò ufficialmente, nel 1988, il suo interesse per il Tornado. Il requisito era comunque per soli 8 aerei+ 4 in opzione: ma il Tornado è un apparecchio molto temibile. Non è un caccia da duello manovrato, ma un bombardiere ognitempo specializzato nel solo tipo di attacco 'stealth' possibile per la sua generazione, quello a volo radente (sotto la cortina radar). Così, nell'area dell'estremo oriente, la Malaysia sarebbe stata l'unica, assieme all'Australia con i suoi vecchiotti ma formidabili F-111C, ad avere tali capacità d'attacco, su distanze piuttosto cospicue e con capacità di carico considerevoli. Fino ad allora le macchine più bellicose dei malesi erano gli F-5 e gli A-4PTM e TA-4: cambiare i piccoli Skyhawk con i Tornado, anche se per un solo squadrone avrebbe fatto la differenza, perché non solo nell'area nessuna nazione avrebbe potuto vantare un'efficace difesa (eccetto Singapore e Taiwan, ad essere onesti, ma sono casi particolari di Paesi minuscoli armati fino ai denti, soprattutto per la difesa antiaerea), ma anche -eccetto l'Australia- non vi sarebbero stati altri Paesi capaci di 'restituire il colpo' anche se, anche qui va notato che anche la Malaysia non è esattamente una nazione 'estremamente ben difesa' in termini di contraerea.
Quindi v'era molto interesse per questo affare, anche perché similmente all'[[w:F-16|F-16]] (e all'F-5 precedente) una volta che uno degli Stati avesse messo in servizio i Tornado allora anche le altre avrebbero avuto avuto la 'necessità percepita' di equipaggiarsi similarmente, sempre che questa fosse davvero una cosa fattibile sia per motivi economici che di flessibilità operativa (sarebbero stati comunque necessari anche caccia intercettori, e i Tornado già pochi avrebbero ben difficilmente potuto suddividersi anche tra IDS e i costosi ADV), che di volontà politica di diffondere tali vettori potenzialmente nucleari tra parecchie nazioni, che fino a pochi anni prima avevano giusto uno o due squadroni di caccia supersonici.
E proprio per questo nella stessa RMAF vi erano due fazioni: chi sosteneva (soprattutto gli ufficiali) un caccia da superiorità aerea che poteva essere l'F-16 o il Mirage 2000, meno diffuso in Oriente rispetto all'aereo americano (e poi, come paragonarli tra di loro in maniera corretta, visto che sono praticamente del tutto differenti tecnicamente e in parte anche concettualmente?); e chi come i comandanti e i politici avevano attenzione per i Tornado, che quindi avevano un sostegno politico maggiore, che per il momento sembrò avere avuto la meglio.
Invece l'11 maggio 1990 l'interesse per il Tornado venne ufficialmente sconfessato con una comunicazione diretta alla Gran Bretagna (che era la nazione di riferimento per il cacciabombardiere trinazionale) e il Tornado, forse non senza qualche sospiro di sollievo, era stato scartato per le scelte future della RMAF, dopo che un requisito simile lo aveva visto per un certo tempo favorito anche in Corea. Costi operativi, mancanza di reali esigenze per aerei tanto sofisticati e un cambiamento soprattutto da parte dei politici che dopo avere 'creato' il programma malese per i Tornado lo hanno distrutto due anni dopo per ragioni non facili a tutt'oggi da comprendere.
Per rimpiazzare gli anziani Skyhawk erano a quel punto da definire che tipo di aerei fossero necessari: i contendenti erano gli '''[[w: Bae Hawk|Hawk 200]]''' e gli AMX. Il MoU ovvero il Memorial of Understanding, parlava di circa 30 aerei nel 1990, se fosse stato scelto l'Hawk 200. I bombardieri specializzati non hanno avuto molta fortuna dagli anni '80 in poi e l'AMX, nonostante le tante premesse, ha ceduto il passo ad addestratori ad alte prestazioni dal lato 'basso' della scala, e ai cacciabombardieri leggeri tipo F-16 dal lato 'superiore': in sostanza ai cacciabombardieri d'attacco si sono preferiti quelli multiruolo (si pensi solo al numero di nazioni che hanno scelto l'F-15 da bombardamento: Israele, A. Saudita, Corea, USA). Così alla fine sono stati comprati i piccoli e popolari Hawk, con 20 monoposto Serie 200 e 8 biposto serie 100. I fondi disponibili, magari insufficienti per i Tornado, erano chiaramente eccedenti le somme necessarie per comprare un discreto numero di aerei d'attacco leggero, così non vi sono stati molti problemi finanziari: per così dire, la spinta che la Malaysia aveva preso per raggiungere -senza successo- un aereo di un paio di categorie superiore, è stata più che sufficiente per ripiegare poi su di un addestratore armato. Tra l'altro la Malaysia aveva già una piccola forza di MB.339 da addestramento e attacco leggero, per cui si è ritrovata a disporre di un aereo non tanto dissimile, ma già superiore di suo nelle versioni base (l'Hawk è supersonico in picchiata mentre il '339 arriva a meno di 0,9 mach) e a maggior ragione nell'ultimo tipo con sensori come il radar APG-66H per aerei d'attacco ognitempo (all'epoca gli Hawk erano stati presentati, con questo radar, addirittura equipaggiati con missili Sky Flash) o con FLIR da attacco. La RMAF avrebbe potuto avere, con il tipo radarizzato, un aereo d'attacco antinave anche con i missili Sea Eagle, potenti armi a turbo-jet con gittata di oltre 100 km. L'alternativa erano i missili AGM-65 Maverick, resi compatibili con gli A-4 malesi, ma poi non consegnati.
Altri accordi con la Gran Bretagna erano relativi all'aggiornamento di un radar dei 3 bidimensionali a lungo raggio Marconi S600 e la fornitura di due nuovi MARTELLO tridimensionali. Ma non v'erano solo gli inglesi ad interessarsi della difesa aerea malese, e il sistema '''MADGE''', Malaysian Air Defence Ground Environment è stato infatti assegnato alla Hughes, per cui la Marconi era sotto schiaffo, costretta ad integrare i propri radar col sistema americano, cosa che non solo non era pacifica, ma che rischiava di suddividere la difesa aerea malese con due sistemi 'paralleli', cosa certo non ideale. Nel MoU firmato con la Gran Bretagna v'erano anche le nuove corvette missilistiche, ma con programma decurtato da 250 a 166 milioni di sterline, sufficiente per una sola delle 2-3 corvette previste. Del resto la RMN era ben disposta a farsi costruire le corvette dai cantieri Yarrow, ma solo se poteva scegliere liberamente i tipi di armi e sistemi a bordo.
[[Immagine:Malaysian_Navy_ships_1016119215.jpg|upright=1.4|left|thumb|La RMN praticamente al completo]]
In seguito sarebbero stati fatti due passi concreti: la scelta delle nuove corvette classe '''Leiku''' armate col 57 mm Mk 3 Bofors svedese, missili Exocet e Sea Wolf VL. Come utile aggiunta, sono arrivate navi 'usate ma come nuove', ovvero le famose corvette irakene mai consegnate. Si tratta di due unità '''Laksamana''' con cannoni da 76 mm, missili OTOMAT, Aspide, siluri leggeri e altre armi e sensori, il tutto in circa 700 t a pieno carico e con soli 47 membri d'equipaggio. Il costo sarebbe stato di 120 milioni di dollari, assai di meno di 2 navi analoghe nuove, e comprensivo di aggiornamenti, per esempio il cannone da 76 mm Compatto sostituito da un Super Rapido, che così si è ritrovato nella stessa Marina a far compagnia con il rivale Bofors. Infine sono arrivati i sottomarini '''Scorpene''', di nuova generazione e tra i più avanzati del mondo, ma questi sono di progettazione francese.
Tornando all'aviazione, la scelta degli Hawk, data la possibilità della BAe di offirli facilmente come rimpiazzo al posto dei Tornado IDS, è stata agevole mentre gli AMX nel contempo sono stati 'cestinati' anche dalla Thailandia, che li aveva scelti inizialmente, per poi essere travolta dalla crisi economica delle 'Tigri Asiatiche'. Se c'era la possibilità di scegliere aerei sufficienti solo per uno o due squadroni allora erano necessari aerei multiruolo (in un certo senso, questa situazione asiatica ricorda molto il Sud America, che negli anni '60-70 visto praticamente tutte le nazioni 'che contavano' comprarsi almeno uno squadrone di Mirage III, per non restare indietro rispetto alle altre, dopo che questo apparecchio apparve nella regione). Ma certo, quando nel '93 venne annunciata la scelta malaysiana per nuovi caccia, vi fu un grande e motivato stupore.
Fu battuto ancora il [[w:Mirage 2000|Mirage 2000]], ma stavolta anche la GD con l'F-16: in sostanza, tra i due litiganti, il terzo e.. il quarto hanno goduto perché sono stati scelti, sia pure in piccolo numero, ben due caccia. Per giunta entrambi medi, gli unici disponibili all'epoca: sono gli F-18 e i MiG-29, che appena 2 anni prima si erano scontrati nel Golfo. Sono aerei molto simili per dimensioni, pesi, potenza motore, per molti aspetti anche avionica e armamento: nondimeno ricoprono ruoli differenti, dovuti alle differenti capacità multiruolo dell'avionica e alle prestazioni velocistiche.
[[Immagine:LaksamanaTunAmin.jpg|upright=1.4|left|thumb|La RMN LaksamanaTunAmin]]
Gli '''[[w:F-18|F/A-18]]''' anzitutto: Il 1 luglio 1993 il Ministero della Difesa malese annunciò che la Tentara Udara Diraja Malaysia (TUDM/Royal Malaysian Air Force) aveva scelto sia il MiG-29 e l'F-18. La 'lettera di offerta e accettazione' venne firmata il dicembre successivo. Come annunciato, si trattava solo di F-18D: ovvero dei tipi biposto di seconda generazione. È stato molto speculato sul motivo di questa scelta: si pensava per esempio che si trattasse di un ordine pilota per altre 30-35 macchine monoposto. Ma non erano questi gli intendimenti.
E' invece emerso un qualcosa di inatteso, anche se non più di tanto (similmente a quanto fatto dai Marines, per esempio). Gli Hornet, dopotutto, erano stati perfettamente a loro agio (raggio d'azione a parte) come eccellenti macchine d'attacco durante Desert Storm; e questo pur essendo armati e agili a sufficienza per combattere contro caccia moderni, sono aerei che riescono a competere con i caccia sovietici di ultima generazione come agilità ad alto AoA e bassa velocità e pur essendo lenti come velocità di punta, sono dotati di eccellente accelerazione e velocità di salita. La loro configurazione bimotore li ha resi anche parecchio resistenti ai missili IR irakeni che invece hanno causato danni considerevoli agli AV-8 Harrier. Ma è soprattutto l'avionica che fa la differenza: già il radar APG-65, multimodale con capacità aria-superficie e aria-aria con raggio di 150 km e capacità di tracciare 10 bersagli aerei contemporaneamente, era un sistema eccellente: ma questi nuovi F-18 erano equipaggiati con l'APG-73 che ne è l'evoluzione.
In sostanza, quello che venne pensato per i Tornado ed che uscì dalla porta, è rientrato dalla finestra: al posto di 8 Tornado sono stati comprati altrettanti F-18 tutti in versione biposto; il che più che aiutare per l'addestramento, è soprattutto per missioni a lungo raggio e attacco, come anche d'intercettazione. L'Hornet ha finito quindi per ricoprire ruoli simili a quelli del Tornado IDS, anche se con velocità, carico e raggio minori, oltre che minore stabilità (ma ancora sufficiente) nel volo a bassa quota. In cambio è un aereo di concezione più recente e semplice (p.es. ala fissa), capace di operare come caccia da superiorità aerea e intercettazione. Se aiutato da aerocisterne (comunque necessarie anche per i Tornado, come visto in Desert Storm) è quindi un apparecchio del tutto valido per ogni compito. Oltre al radar APG-73 erano forniti motori del tipo potenziato, gli F404-GE-402 EPE. Il primo (serial number M45-01) è stato consegnato il 19 marzo 1997 e per settembre tutto era compiuto. L'introduzione di un aereo tanto costoso e sofisticato in così pochi esemplari creava comunque esigenze con economie tutt'altro che favorevoli in termini di manutenzione, supporto e addestramento. Altri 12 aerei erano in effetti previsti ma per il momento l'ordine venne cancellato. Gli Hornet servivano e servono col '''N.18 Sqn''' di Butterworth, la base ex-RAAF.
[[Immagine:F14_and_Royal_Malaysian_Air_Force_Mig29.jpg|upright=1.4|left|thumb|Un MiG-29N in compagnia di un F-14 americano]]
L'altra 'metà del cielo' è frutto della Guerra fredda, o meglio della sua fine. La Malaysia si mise in contatto con la MAPO russa e ordinò 18 '''[[w:MiG-29|MiG-29N]]''' di cui 2 erano biposto -NUB. La scelta è stata fatta direttamente grazie al Primo Ministro Dato Seri Mahathir Mohamad. La competizione con gli aerei americani è stata importante: per ricacciare indietro la minaccia russa gli americani si mobilitarono massivamente, con tanto di Dipartimento di Stato in supporto della già potente MDD: questo tra l'altro consentì di ridurre il costo unitario ad 'appena' 30 milioni di dollari per ciascun Hornet, e ad offrirli con i motori e radar più moderni (indisponibili anche per le macchine USA): ma ancora questo non fu sufficiente per accaparrarsi tutta la 'torta', perché i russi erano in grado di offrire i loro MiG-29 ad appena 20 milioni l'uno. Non soltanto questo, ma parte del pagamento (tale era la necessità di esportare dei Russi) era accettata sotto forma di olio di palma, e infine mentre gli F-18 erano nuovi, ma disponibili non prima di 3 anni, i MiG esistevano già e potevano essere consegnati in appena 12 mesi.
Per cui quando il 7 giugno 1994 venne annunciata la compera dei MiG venne fatto un affare tutt'altro che marginale per l'ancora primitiva aviazione malese, che così ebbe il meglio da parte di entrambi gli offerenti. Infatti, non solo gli americani si sono trovati nella condizione di dover offrire i loro migliori Hornet a prezzi ridotti, ma anche i russi hanno accettato di dare fondo alle loro capacità tecnologiche per un contratto che avrebbe significato circa 400 milioni di dollari nelle casse della disastrata industria aeronautica russa del dopo Guerra Fredda. Orbene, i MiG-29 erano della versione B (la prima prodotta in serie) ma degli ultimi lotti, quindi nettamente superiori rispetto a quelli esportati in Irak, e di qualcosa superiori anche rispetto a quelli del Patto di Varsavia. Con le modifiche successive (inizialmente si era parlato anche dei nuovi MiG-29M, ma questo era un errore, forse voluto: non erano ancora né pronti né approvati per l'export) avrebbero avuto anche:
*estensione della vita operativa della cellula, che dalle originarie 2.500 ore previste (migliori delle 1.500 previste, per esempio, per i MiG-23, ma pur sempre poche rispetto agli aerei occidentali moderni) passavano a 4.000, che si può considerare all'altezza dei prodotti occidentali (con molto apprezzabili ricadute nella possibilità addestrative: con una cellula di scarsa durata o si limita l'addestramento o ci si rassegna a ridurre la vita operativa di una macchina ad una decine d'anni, salvo costose revisioni generali)
*motori portati, come MTBF (tempo tra le revisioni, che per i turbojet militari costano anche mezzo milione per motore, quindi i bireattori sono decisamente costosi: anche per questo l'F-16 ha avuto soprattutto inizialmente la meglio contro l'F-18) da 300-500 a 780 ore (quasi al livello dei migliori tipi occidentali; del resto già nella LW i motori erano validi, avendo una durata di 500 ore prima delle revisioni, e a queste arrivavano in condizioni migliori dei motori dei Tornado; la seconda serie, leggermente depotenziata per salvarne la durata in tempo di pace, aveva 750 ore di durata); 2 serbatoi subalari in aggiunta a quello ventrale da 1.500 l, il che portava l'autonomia a 2.900 km (uguale a quella di un F-18 monoposto, per non dire del biposto con abitacolo aggiuntivo a scapito dei serbatoi)
*Graduazione, strumenti, etichette in misure anglosassoni e lingua inglese (problemi non semplicissimi da risolvere); sistema allarme vocale ALMAZ-UP, sistema di limitazione automatica dell'angolo d'attacco EKRAN-03ME pure in lingua inglese; trasponder SO-69M per usare le frequenze internazionali; dopo (da fare in Malaysia): Tacan, ILS, sistema radio emergenza settato su frequenze internazionali; IFF di tipo occidentale; sonda per il rifornimento in volo (che assieme ai serbatoi alari o in sostituzione di questi aiuta a curare in maniera drastica uno dei problemi maggiori del MiG, il raggio d'azione).
Non bastasse, i Russi avevano offerto (chiaramente con contratto successivo) un altro aggiornamento: la configurazione C o S, che comprendeva il radar multimode ZHUK con capacità di seguire sempre 10 bersagli, ma di attaccarne due simultaneamente anziché uno; missili a guida radar semiattiva R-27RE a lungo raggio e i missili R-77 'Amramsky' a guida radar attiva; sistema di controllo computerizzato per una maggiore maneggevolezza; nuovo sistema ECM integrato interno, che si aggiunge al sistema RWR con le sue 7 antenne e ai lanciatori di falsi bersagli; migliori capacità d'attacco al suolo. Inoltre erano in programma l'acquisto di due aerocisterne. Anche senza questo secondo 'step' è chiaro che si trattava già di un miglioramento notevole rispetto ai Fulcrum originari.
Questi MiG erano in una posizione delicata: con armamenti e logistica del tutto incompatibili con i sistemi occidentali (non avendo i missili [[w:AA-2 Atoll|AA-2 Atoll]], ne consegue che i MiG-29 sono, differentemente dai precedenti -17,19,21 e 23, incapaci di montare i Sidewinder). Ma i russi avevano ora la loro chance: dovevano sfruttarla per la fama e la competitività dei loro prodotti in un mercato aperto a tutti, che dopo la fine della Guerra fredda per diversi anni andò in una vertiginosa picchiata, dato l'eccesso di materiali approntati rispetto alle necessità 'postbelliche'.
Bonsignore in merito osservava che: ''gli uomini della MAPO farebbero bene a dare un taglio ai festeggiamenti e a mettersi al lavoro di buzzo buono per avviare il programma dei MiG-29 della RMAF su solidi binari, e far sì che ci resti. Molti occhi guarderanno l'eventuale riuscita del programma malese, e non tutti saranno animati da intenzioni amichevoli''.
[[Immagine: SU-30MKI-g4sp.jpg|upright=1.4|thumb|SU-30]]
Come sappiamo, dopo alcuni anni, nonostante tutto questo, il '''Su-27''' non molto più costoso ma con migliori capacità e potenzialità rispetto al MiG, ha finito per soppiantarlo e diventare un incredibile best-seller tra i caccia pesanti moderni, giusto come assai clamoroso fu il successo dei vecchi e poderosi MiG-25 (e anche dei meno impegnativi ma pur sempre complessi MiG-23). E così è stato anche qui. Ancora una volta, nelle piccole aviazioni che desiderano diversificare i fornitori, si è assistito ad un ulteriore diversificarsi delle linee operative. Stavolta, per l'appunto, a pro del Flanker. Forse perché, dopo l'F-16, è proprio il Su-27/30 che si sta dimostrando il caccia 'standard' dell'area. È stato ordinato da Cina, Vietnam, India, e persino, sia pure in pochi esemplari, dall'Indonesia, antica nemica della federazione malese. Ordunque, dopo trattative che hanno visto anche in lizza l'F-18E Super Hornet, il 5 agosto 2003 è stato sottoscritto un contratto per 18 apparecchi, del costo unitario di 50 mln di dollari 'tutto compreso' (10 meno meno degli F-16 Block 60, che pure son macchine pesanti la metà). Quindi al ragionevole prezzo di 900 mln, uno squadrone di caccia pesanti Su-30 da consegnare proprio entro quest'anno (2008) dopo che hanno cominciato a giungere dal 2007: infatti, dopo un'aspettativa di 4 anni (forse dovuta alla 'coda' di clienti per i nuovi Flanker), a Irkutsk, il 24 maggio 2007 vennero presi in consegna i primi due '''Su-30MKM''' (la versione malese), appena usciti e collaudati dalla fabbrica russa. Hanno ugelli vettorabili e parte dell'avionica è stata sostituita da sistemi francesi. Senza dubbio tra i Flanker più potenti (comparabili agli MKI indiani), sono andati al No.17 Sqn, basato a Gong Kedak<ref>Questo da: Nico Sgarlato, ''Flanker Internazionali'', Aerei Nov-dic 2007</ref>.
==La storia della Marina Malese, fino al 1997<ref>I tre articoli dello Speciale Marina Malese, RID feb 1998</ref>==
Ecco la storia della RMN, ovvero Royal Malaysian Navy, che nei tardi anni '90 era in crescita notevole grazie alla corrispondente espansione dell'economia nazionale. Un'espansione che consentiva di coprire finalmente le esigenze dell'enorme arcipelago malese. Specialmente nel 5° Piano di Sviluppo, con l'ordine per due fregate nel 1986, e poi con il 6° si è raggiunto il 21,5% del totale del Bilancio, con 2 fregate, 4 corvette e una LST, per costituire il nuovo nucleo della Marina Malese, mentre nel '95 c'è stata la compera di due corvette ex- Assad Irakene, seguite da altre 2 nel '97. Ma di questo ne riparleremo poi. Quanto al 7° Piano di sviluppo, 1996-2000, esso ricopriva oltre il 23% del bilancio della Difesa, con la costruzione di 27 navi da pattugliamento per un valore di oltre 4 mld di rupie malesi, che era da 'spalmarsi' in almeno 15 anni. Un altro necessario programma era quello di uno squadrone di elicotteri navali, onde sostituire i vecchi Wasp, del tutto obsoleti anche se indubbiamente affidabili. I simulatori d'addestramento e le tecnologie informatiche sono stati pure inclusi nel 7° Piano.
Detto dei programmi, che poi verranno studiati meglio, ecco invece l'organizzazione, con un Sottocapo di S.M. e 4 divisioni principali, che poi sono la Piani e Operazioni, Risorse umane, Logistica, Amministrazione, tutte comandate da un Assistente di Stato Maggiore. Esistevano anche due ispettorati, quello generale e quello di Intelligence Navale.
Questo per l'amministrazione ai livelli più alti. Per l'organizzazione operativa c'erano invece, dipendenti dal CSM, il Comando Operativo della Flotta o FOC RMN; quello Addestramento e Preparazione del personale (NETC); Comando Supporti; Centro Idrografico.
Il FOC ha il QG a Lumut. Le Regioni in cui la flotta era ripartita, nel '97, erano la 1 (penisola malaysiana), 2 (Sabah), erano provviste di un comando, ma questo era dipendente dal FOC, da cui dipendeva anche l'FSC. I comandanti delle regioni avevano invece competenza per l'amministrazione delle navi, gestione delle basi e le operazioni nell'area di competenza. Il NETC era invece collegato con varie università e ha ottenuto un riconoscimento accademico per la sua capacità didattica.
Quanto ai programmi e all'organico, la situazione era questa. Anzitutto l'ente responsabile delle nuove acquisizioni era la Divisione Forniture, del Ministero della Difesa.
L'organico era invece il seguente, che verrà poi spiegato nel dettaglio:
*1° Squadrone motovedette missilistiche, 4 navi (KD Perdana, Serang, Ganas, Ganyang)
*2° Squadrone motovedette missilistiche, 4 navi (KD Handalan, Perkasa, Pendekar, Gempita)
*6° Squadrone cannoniere, 6 navi (KD Paus, Jerong, Pari, Baung, Todak, Yu)
*21° Squadrone fregate, 2 navi (KD Hang Tuah e Rahimat)
*22° Squadrone fregate, 2 navi (KD Leikiu e Jebat)
*24° Squadrone corvette, 4 navi in ordine (KD Laksamana, Tun Abdul e altre due senza nome)
*31° Squadrone rifornimento e appoggio, 2 navi (KD Mahawangsa e Sri Indera Sakti)
*32° Squadrone navi da sbarco, 3 navi (KD Sri Inderapura, Raja Jarom, Sri Banggi)
* Nave appoggio subacquei KD Duyong
*36° Squadrone navi idrografiche, 2 navi (KD Mutiara e Penyu)
*26° squadrone cacciamine, 4 navi (KD Mahamiru, Jerai, Ledang, Kinabalu)
*16° Squadrone Pattugliatori, 2 navi (KD Musytari e Marick)
*12° Squadrone Vedette, KD Negri Sembilan e Serapang
*13° squadrone vedette, 8 navi
*14° Squadrone vedette, 8 navi
*Brigantino a vela KLD Tunas Samudera
Ora torniamo alla storia della Marina Malese. La fase dell'Emergenza 1958-60 e poi il confronto con l'Indonesia del 1963-65 vide l'esercito come principale beneficiario delle risorse economiche, e prima del 1964 c'erano solo navi costiere nella Marina. Alla fine del 1964 però giunse una fregata, la HMS Loch Insh britannica. Dato che la minaccia dei movimenti comunisti rimase reale quantomeno fino al 1980, per contrastarla in maniera concorrenziale venne dato se non altro il via ad una crescita economica attraverso piani quinquennali di sviluppo, che hanno dato effettivamente buoni frutti.
Il primo era del 1966-70, e per la Marina significò ottenere delle motosiluranti, poi con le torpedini rimpiazzate dai missili SS-11 e SS-12, e infine una fregata multiruolo, la KD Rahmat di costruzione britannica, armata con missili Seacat e il pesante mortaio ASW Mk 10 Limbo. Seguirono infine 24 pattugliatori.
Il secondo piano, del 1971-75, ebbe come risultato per la Marina la compera di alcune motomissilistiche 'Combattante' francesi e una nave appoggio subacquei di costruzione singaporiana, mentre venne costruita la base di Lumut e immesse in servizio le prime donne (nelle telecomunicazioni e amministrazione)
Il Terzo piano del 1976-80 ebbe come frutto 6 motocannoniere, 4 motomissilistiche 'Spica' svedesi e la nave idrografica; le prime e la terza vennero costruite dai cantieri di Hong Kong (della Lurssen tedesca) le navi svedesi invece nella madrepatria. Ma con la caduta di Saigon e la legge sulla Piattaforma continentale la RMN si ritrovò sobbarcata di nuovi compiti operativi, di pattugliamento e contrasto.
Il 4° Piano di sviluppo, 1981-85, era invece relativo alla compera di una moderna forza MCM che, piuttosto stranamente, ebbe la preferenza rispetto alle tipiche missioni delle marine della zona. Vennero comprati i 4 'Lerici', poi una nave logistica dalla Corea del Sud, venne costruita la base di Kuantan e le Forze speciali institute; infine vennero realizzati due pattugliatori
Il 5° piano di sviluppo del 1985-90 si ritrovò afflitto dalla recessione economica, tanto che tutto quello che poté permettersi la Marina furono 6 miseri elicotteri Wasp di seconda mano, ex-RN
Il 6° Piano del 1991-95 ha avuto il supporto di un accordo tra Malaysia e GB, che è stato fondamentale per costruire un paio di fregate leggere dai cantieri Yarrow, mentre gli americani cedettero una LST e vennero realizzati altri progetti, come la base di Sandakan
Il 7° Piano del 1996-2000 ha visto altre novità per potenziare nettamente la flotta: la base avanzata di TgPengelih, il programma per i 27 OPV (pattugliatori d'altura), 4 corvette Fincantieri (quelle invendute all'Irak).
Quanto alle navi più moderne, è del 26 ottobre la firma del contratto tra governo della Malaysia e Fincantieri per le prime due corvette missilistiche Fincantieri. Esse erano state approntate per la Marina Irakena circa 15 anni prima, per cui non si può dire che fossero l'ultimo grido, ma onestamente la potenza di fuoco concentrata nei loro piccoli scafi era tale da essere valida anche anni dopo. Con il MoU firmato precedentemente, la Marina Malaysiana ha ottenuto questo viatico, con queste nuove navi da combattimento che sono state seguite da un secondo contratto del 20 febbraio 1997 per le altre due navi, che finalmente tolsero l'incomodo dai cantieri navali, per un totale di 650 milioni di Rupie Malesi. Le prime corvette, previo un nucleo di marinai mandati in addestramento in Italia, venne consegnata il 16 maggio 1997. La classe 'Laksamana', con il nome di famosi 'uomini di mare' del 16° secolo, ha avuto presto consegna anche per le altre due navi. Le navi sono state ammodernate, per esempio il cannone 'Compatto' è stato sostituito dal Super Rapido. Queste navi sono dotate di una potenza di fuoco notevole, con cannoni, missili, un minimo di sensori e armi ASW. Concepite come 'fregate compatte' o forse come 'super cannoniere missilistiche', hanno grossomodo lo stesso carico di armi di una Combattante III francese, ma essendo quasi il doppio in dislocamento, finiscono per permettersi più sensori, spazio e autonomia, con un equipaggio he resta limitato ad appena 56 uomini possono fare quasi gli stessi compiti delle pure super-armate 'Lupo', da oltre 2.000 t e 112 m (secondo alcuni, anche queste ultime sono da considerarsi una sorta di 'super cannoniera missilistica' più che di fregata).
*Dimensioni: 62,3 x9,3 x 4 m
*Dislocamento: circa 700 t
*Velocità max: 37 nodi in prova, 32-33 con carico normale, autonomia 3.000 nm a 18 nodi
*Motori: 4 MTU 20V956 su 4 assi per 24.000 hp
*Armi: 1 SR da 76 mm, 1 Dardo da 40/70 binato, lanciamissili quadruplo Aspide (con un max di 8 missili di scorta più quelli pronti al lancio), 6 Otomat Mk 2, 2 tls ILAS 3 con siluri WASS A 244S
*Sensori: sistema comando e controllo IPN-10 (IPN-S per la seconda serie), 2 centrali di tiro NA-21, sistema Dardo, link Y Mk 2 (della Signaal), sonar Atlas Elecktronik, sistemi ECM
Le fregate leggere 'Leiku' sono state comprate per 1,8 miliardi di rupie malesi, un grosso contratto per la Malaysia firmato con la GEC-Marconi e i cantieri Yarrow firmato il 31 marzo 1992 (o almeno, questa fu la data in cui venne ufficializzato), grazie agli accordi precedenti del 1988 con un MoU GB/Malaysia. La Yarrow era la capocommessa, e la costruzione delle navi ha avuto inizio nel '93 per consentire il varo dal 1994 della capoclasse, seguita poi nel '95 dalla seconda. Dovevano entrare in servizio nel '96, ma il sistema C3 Nautilus era in ritardo, impedendone l'entrata in linea ancora nel 1997, per il previsto 23nd Frigate Squadron. Piuttosto ben armate, ma senza esagerare, hanno discrete caratteristiche e in particolare consentono di dare alla Marina Malese modo di confrontare, tra l'altro, il pezzo svedese da 57 mm Mk 2 con quello italiano da 76, dalla cadenza di tiro inferiore ma con una granata più pesante (il che potrebbe significare una capacità a.a. leggermente inferiore, ma una capacità antisuperficie maggiore), in verità, a parte la generale comparabilità tecnologica tra le due artiglierie, le 'Leiku', pesanti quasi 2.000 t, avrebbero avuto bisogno di un cannone di maggiore potenza visto che il 57 mm è appena sufficiente per impieghi anti-superficie.
Le 'Leiku' condividono con le 'Madina' saudite il fatto di essere navi diesel ma con potenza sufficiente per 30 nodi, anche se qui i motori sono gli MTU tedeschi e non sistemi analoghi francesi. Rispetto alle corvette il loro sistema missilistico antinave e anche quello a.a. (che pure è un tipo interessante, in primis per il Sea Wolf a lancio verticale, 16 celle nella tuga anteriore, in avanti alla plancia) hanno nondimeno portata nettamente inferiore, mentre la velocità è leggermente più bassa. Di contro, i sensori, l'elicottero e l'autonomia sono migliori, come anche una certa cura per la stealthness (ma non necessariamente capace di rendere la RCS delle navi più piccola di quella delle corvette), con la murata che costituisce un tutt'uno con la tuga e il ponte di castello, quest'ultimo esteso fino alla zona poppiera, dove v'é l'hangar. Il fumaiolo è invece basso e squadrato, appena dietro il radar principale con la sua bassa struttura ad albero (quello principale, sempre a struttura tronco-piramidale, ha invece il radar Sea Giraffe per la scoperta a bassa quota, integrando così e rendendo almeno parzialmente ridondante il DA-08; sul braccio anteriore di questo, c'era il radar di navigazione, sopra la plancia una specie di 'scatola' con un sistema radar e optronico di direzione tiro per i Sea Wolf). Con un totale di 3 radar di scoperta e navigazione, più due (per la difesa con i Sea Wolf VL a giro d'orizzonte, a prua e sopr l'hangar) e un sistema optronico per la direzione del tiro (per il 57 mm), si può dire che c'è un sistema piuttosto completo per le esigenze di ogni genere, quanto a scoperta e direzione tiro contro bersagli di ogni genere. Manca solo il sonar trainato.
In ogni caso, le 'Leiku', per quanto piuttosto piccole, rappresentano il meglio di cui è capace la Malaysia. Da notare che nemmeno così è all'altezza di Singapore, il mini-Stato da poco più di 600 km2 che ha, nel settore 'corvette missilistiche' 6 navi grossomodo analoghe (leggermente meno armate e pesanti) delle 'Laksamana' ma per l'appunto più numerose, e come navi principali ha in corso il programma per delle 'Lafayette' potenziate, un programma ben diverso rispetto a quello Malaysiano e che è veramente impressionante per una nazione che non ha spazio nemmeno per tutte le sue unità militari (che in gran parte sono 'distribuite' in Australia e altre nazioni amiche). Il Piccolo stato di Singapore, insomma, potrebbe sulla carta battere l'intera Malaysia.
*Dimensioni: 106 x 12,8 x 3,6 m
*Dislocamento: circa 1.845 t
*Velocità max: 30 nodi, autonomia 5.000 nm
*Motori: 4 MTU 20V 1163 su 2 assi per 33.300 hp
*Armi: 57/70 mm SAK Mk.2, 2 da 30/75 mm, 16 Sea Wolf VL, 8 MM.40 Exocet
*Sensori: sistema comando e controllo GEC-Marconi Nautis, radar DA-08 di scoperta a medio raggio, Sea Giraffe combinato scoperta a bassa quota e di superficie, radar navigazione Racal, radar direzione tiro Type 1802, optronica RADAMEC 2000 con FLIR, sonar di chiglia a media frequenza Thomson-Marconi, ECM Racal Scimitar, 2 lanciarazzi a 12 canne Super Barricade, decoy ASW Sea Siren, elicottero con hangar.
===Novità al 2003<ref>Nativi, Andrea: ''LIMA '03: aerei, navi e olio di palma'', RID dic 2003</ref>===
All'epoca la crescita delle Economie dell'Estremo Oriente era piuttosto impetuosa e i loro regimi, relativamente poco armati, erano in cerca di equipaggiamenti e armi moderne. Con una crescita prevista del 5% nel 2003 e 5,7 nel 2004, l'area dell'ASEAN era di conseguenza anche una ricca attrazione per l'industria della difesa mondiale, con una spesa prevista in zona di 60 mld di dollari entro il 2006. Dopo la crisi del 2001, tutto questo era molto interessante per gli affari. Al salone LIMA '03 venne fatto il punto su molti nuovi programmi.
La Malaysia era stata impegnata prevalentemente in azioni anti-terrorismo e antipirateria, ma i continui programmi militari della minuscola Singapore, con cui condivide il confine, hanno innescato una certa competizione in ambito di programmi di riarmo, pur non avendo in realtà ragioni di conflitto. Era più che altro per riequilibrare le potenzialità tra le due nazioni, altrimenti sbilanciate. Poi c'erano minori contenziosi con la Cina e in generale problemi nella regione come quelli tra Taiwan e Cina, tra le due Coree e poco di più. La pirateria, l'immigrazione clandestina (con 329.000 km2 e solo 22 milioni di abitanti, anche se gran parte del territorio con foreste impenetrabili)e il terrorismo islamico alla Abu Sayaf. Appena prima era finita la lotta al terrorismo di matrice laica, quello maoista, dal 1948 al 1990. Era stata recentemente creata una Guardia Costiera specializzata piuttosto che la Marina vera e propria, che ha contribuito ad iniziare la sua attività. Nel frattempo, nella riunione dei Paesi Islamici, il primo ministro Mahathir, incitava alla vittoria 'non violenta' contro Israele, di cui la repressione sui Palestinesi stava causando proteste crescenti. In seguito arrivò, proprio il 31 ottobre 2003, il successore designato Badawi, che avrebbe dovuto faticare molto per eguagliare la popolarità del precedente leader.
Eppure nel frattempo i programmi militari erano molto liberi, nonostante le posizioni politiche più o meno condivisibili da parte dell'Occidente. Per esempio, la Boeing con il suo F-18F Super Hornet era sul punto di firmare il contratto da 1,5 mld per 12-18 aerei e il ritiro degli 8 F-18D. Ma la Sukhoi ha scalzato in parte la concorrenza americana (e quella della MiG-MAPO) con un lotto di 18 Su-30MKM biposto, che nonostante il numero e le capacità sarebbero stati pagati solo 1 mld di dollari, di cui 278 mln in olio di palma. Per giunta, era previsto anche il trasferimento di tecnologie e la partecipazione di un malese ad una missione spaziale russa nel 2005. Tutto previsto entro questo stesso contratto, a condizioni quindi imbattibili. Tanto più che la Thales avrebbe fornito parte dell'avionica, avionica che voleva a quel punto 'rifare' pressoché da sola, grazie al vantaggio tecnologico, tanto da voler estendere i sistemi anche ai MiG e agli F-5. Questo però non era certo accettato dai Russi che l'hanno costretta ad una posizione di compromesso, per salvare le proprie aziende avioniche e tenere bassi i costi. In ogni caso gli equipaggiamenti sono simili a quelli indiani, ma senza le componenti di provenienza israeliana, politicamente, in questo caso, non cedibili. Tra le componenti il radar N011M Bars e l'IRST OLS-30. Con i caccia SU-30, F-18F, MiG-29 aggiornati, Hawk 208 e 108 la piccola aviazione malese era certo moderna anche se con una logistica difficile da sostenere per macchine tanto diverse tra di loro. Anche le armi, tra cui i missili AS-18, AS-17, AA-12 per le macchine russe, erano moderne. Dei 12 MB.339 comprati a suo tempo, ne restavano in linea 8, pochi e da integrare il prima possibile con altri tipi per dare alla RMAF una valida componente d'addestramento.
Per il resto c'era un ordine appena siglato per 11 elicotteri leggeri A.109LOH per l'Esercito Malese, costo 75 mln, variante di quelli sudafricani 109LUH, che seguivano due A.109 civili per i Vigili del Fuoco. Di questi elicotteri armati A.109, provvisti fi FLIR, razzi e mitragliatrici, ne erano già stati venduti 61 all'epoca, con consegne entro il 2006. Altri 10 elicotteri Mi-171 russi, per compiti di trasporto, valevano 100 milioni di dollari. 6 Super Lynx 3000 erano in consegna, per il resto c'era interesse per altri velivoli analoghi, e per grosse macchine CSAR tipo una ventina di EH101.
Dato che la Guardia Costiera era stata fondata, la Marina cercava di migliorare le sue capacità di combattimento. C'era stata la realizzazione della base di Langkawi e Sepangar Bay. Poi, ovviamente, si trattava di rafforzare il suo nucleo da 'battaglia' con un programma per 6 fregate con maggiori capacità antiaeree, ancora da definire ma che la Vosper sperava fossero delle versioni accresciute delle 'Leiku', inizialmente con problemi di efficienza, ma poi validamente rodate. C'erano poi i MEKO 100, da pattugliamento, navi da 91 m e 1.650 t, 6 in costruzione di cui il primo in Germania, su di un requisito per ben 27 navi. I cannoni sarebbero stati invece Oto sia da 76 che da 30 mm, più due mitragliatrici e possibilmente MM.40 Exocet e RAM, elicottero e predisposizione per sonare. I motori sarebbero stati diesel per soli 22 nodi, ma sufficientemente economici per giustificare il mantenimento di una tale forza navale.
C'erano anche altre navi, ben più pericolose, con motori diesel. Erano i sottomarini, per la prima volta per la RMN. Un 'Agosta' francese in prestito e due 'Scorpene' in ordine per consegne dal 2008. Così: OPV (pattugliatori) tedeschi, fregate britanniche, sottomarini francesi, sottosistemi in buona parte italiani come artiglierie e siluri (sia i leggeri, soliti A244 Mod 1 e i nuovi siluri pesanti Blackshark). L'Italia era presente massicciamente con proposte varie, come i C-27J, gli ATR-42 e 72 da pattugliamento marittimo, l'aggiornamento degli MB.339A e la proposta per comprare i 17 MB.339FD ex-neozelandesi. Poi c'erano i programmi per riportare in condizioni di volo gli aerei F-5, dove Galileo avionica proponeva il Grifo F sviluppato per gli F-5 brasiliani, e che si scontrava con la proposta della AIDC per i suoi F-5 taiwanesi, e la proposta Grifo 16-2000 (sviluppata per provare con gli F-16 di Singapore) in versione ingrandita e potenziata dato lo spazio (500 kW e 75 cm di diametro d'antenna), il Grifo MSR per i proposti ATR-42 da pattugliamento e così via. Il Grifo era nato come radar leggero negli anni '80 ma con continui aggiornamenti seguitava ad ottenere successi in alternativa ai sistemi americani, russi o francesi. La Cina, per valutazione, era diventata un cliente con 8 radar comprati, forse per gli FC-1 cino-pakistani.
Per il pattugliamento aereo c'erano del resto solo 4 King Air e un C-130, con proposte per AWACS leggeri quali l'EMB-145 AEW con il radar Erieye svedese (era praticamente il sistema nato per la FAB brasiliana, figlio dell'Argus svedese). C'erano anche i radar di terra, dove la AMS aveva ottenuto praticamente di costruire la rete malese con 800 milioni di forniture in appena 10 anni e altri 2 radar RAT-31DL in discussione, per altri 50 mln. La Malaysia era il terzo mercato estero per la società mista italo-britannica. Sulle corvette di costruzione italiana c'era forse da sostituire i radar precedenti con il RAN-20 e 30, mentre con un contratto di 15 mln di aggiornava il sistema C3 con l'IPN-S.
==All'epoca attuale<ref>dati da wiki.en</ref>==
La forza militare malese è costituita dalle solite principali F.A.: Marina (Royal Malaysian Navy), Esercito (RM Army) e Aeronautica (RMAF). Attualmente il potenziale tra 15 e 49 anni è di 5.584 mila effettivi (dati 2005), di cui idonei 4,57 mln circa. Ogni anno arrivano all'età militare circa 244 mila ragazzi. Le spese sono di 1,69 mld di dollari (stimate al 2000), ovvero il 2,03% del PIL (fonte: CIA World Factbook 2006).
Le Attuali Malaysian Armed Forces o MAF o ancora Angkatan Tentera Malaysia-ATM hanno anche nomi in lingua malese: rispettivamente Marina, Esercito e Aviazione sono noti attualmente anche come Tentera Laut Diraja Malaysia-TLDM, Tentera Darat Malaysia-TD, Tentera Udara Diraja Malaysia-TUDM. Al comando vi è il Gen. Tan Sri Dato Sri Abdul Azizi bin Hj Zainal.
I compiti delle F.A. Malesi sono quelli di difendere il territorio da aggressioni militari, ma anche di assistere in caso di disastri e nello sviluppo nazionale. Anche il servizio ONU è una delle missioni a cui le MAF contribuiscono piuttosto generosamente per le loro possibilità, cosa del resto piuttosto comune nell'Asia meridionale (si pensi solo a Pakistan, Bangladesh e India).
L'Emergenza Malese, degli anni 40-60, è stata la prova maggiore in cui l'arcipelago ha dovuto sostenere gli effetti di una dura e spietata lotta tra l'influenza comunista indonesiana e quella degli Occindentali, preoccupati dall'effetto 'Domino' dell'espansione dei regimi comunisti nella regione. Prima c'erano state le incursioni giapponesi quando questa nazione non era un'entità politica come l'attuale, ma una Federazione di Stati sotto protezione inglese.
La Prima emergenza Malese è stata quella del '48-60, di cui si parlerà in separata sede. La missione di pace nel Congo del '60-62 è stata tale da coinvolgere complessivamente 1.947 effettivi in ambito ONU. Seguì la guerriglia comunista del Sarawak del '63-90, che ha mirato a formare uno stato indipendente tra Sabah, Sarawak e Brunei, ma nel 1990 il movimento di lotta NKCP siglò una pace che è stata poi fortunatamente rispettata anche in seguito. La fase del Confronto con l'Indonesia, nel '63-66, fu un'altra pare importante dell'attrito tra la federazione Malese e quella Indonesiana, soprattutto in Borneo e a Sarawak, ma nel '65 Sukarno venne deposto e dopo di allora le cose cominciarono a calmarsi, fino a che si arrivò alla pace nel '66. Tuttavia, un'altra guerriglia insurrezionale comunista si ebbe al confine con la Thailandia tra il 1967 e il 1989, terminata il 2 dicembre del 1989 con un trattato di pace sia con i Thailandesi che con i Malaysiani, da parte dei guerriglieri comunisti. Nel frattempo i Malesi erano anche impegnati sul confine Irak-Iran tra il 1988 e il 1991 come parte dell'UNIIMOG per sorvegliare il cessate il fuoco; mentre in Namibia si registrò un'altra missione analoga nel 1989-90 (un btg sotto comando UNTAG) dal 1991 vi è una missione di pace con vari osservatori per aiutare il processo di distensione tra Marocco e Polisario. In Angola, tra il 1991-95 vi è stata una missione in ambito ONU (UNAVEM II) per rinforzarei il cessate il fuoco del dopoguerra, un'altra missione ancora ha visto l'UNIKOM a sorvegliare il confine tra Irak e Kuwait nel 1992-03, vi sono state anche missioni come l'UNTAC in CAmbogia, contingenti in Bosnia negli anni '90 per un totale di circa 8.000 truppe fino al 1998; la Liberia 1993-97, Somalia (UNOSOM II) dove nella battaglia di Mogadiscio si ebbe un soldato ucciso e 7 feriti; ancora importanti le missioni in Mozambico, Pakistan (per i rifugiati dopo l'invasione USA del 2001), Sabah, Filippine, Timor Est, Congo e infine (ma l'elenco non è del tutto completo) in Libano dal 2007. In tutto vi sono stati 18 morti malaysiani durante tutte queste missioni ONU.
Nei primi anni '90 la Malaysia cercò di aumentare in maniera decisa le sue F.A. e modernizzarle, ma nel '97 vi fu lo stop dovuto alla crisi delle Tigri Asiatiche, poi si ricominciò nella ripresta economica e nel 2000 venne anche annunciata una ricalibrazione delle F.A. in maniera da affrontare nuovi tipi di minacce, specie i conflitti a bassa intensità (per la verità già una 'specialità' ben conosciuta, tra guerriglie domestiche e impegni ONU), e le dispute di territori con i vicini tutt'attorno, cosa facile quando si è circondati da tante isole e relative acque costiere, la cui priorità di sfruttamento ovviamente è spesso anche più importante dato che molte isole sono disabitate o comunque estremamente inospitali.
Quanto al servizio nazionale, esso è diventato obbligatorio solo all'inizio del 2004. La Malaysia, al contrario della vicina Singapore, non ha problemi di demografia, casomai di disponibilità d'armamenti. Attualmente la leva è fissata ad appena 17 anni, e i candidati, data l'eccedenza, soon scelti a caso: solo il 20% parte per la naja.
Visto che il petrolio ha aumentato (ma come si è visto, si tratta di un 'picco' non affidabile nel tempo), la Malaysia si è interessata alla produzione di biodiesel sfruttando le sue aree forestate, tanto che dal 2007 tutti i mezzi a ciclo diesel dell'esercito hanno il 5% di biodiesel nei loro serbatoi, grazie all'olio di palma. Tra i programmi recenti, la limitata industria locale ha studiato anche gli UAV, oramai diffusi ad ogni latitudine. VI è anche un nuovo progetto per il 50esimo anniversario dell'indipendenza della Malaysia, ovvero un proiettile laser del tipo Taming Sari XK98, ma non si sa molto di questo, solo che è stato mostrato in occasione della relativa parata. Quanto alle armi più 'normali', esse sono tra l'altro rappresentate dalla carabina M4, che piuttosto sorprendentemente per un progetto basicamente vecchiotto (è la versione short dell'M16, dopotutto), rimpiazzerà i moderni AUG austriaci, decisione presa nel 2006, e che è piuttosto significativa, visto che queste armi erano un giusto vanto delle F.A. Malesi, uniformemente equipaggiate con un moderno e valido fucile bullpup, forse il migliore e certo il più diffuso della sua categoria. Le prime M4 saranno consegnate dal 2008.
Era invece il 18 luglio 2007 quando, a seguito di una caduta di un S-61A4 Nuri, un vecchio tipo oramai (il Sea King), il Ministro della Difesa annunciò un concorso per un nuovo elicottero SAR e con capacità di combattimento,nonché di trasporto di 25 persone. Tra i candidati gli immancabili Mi-171 ed EH-101, ma la vittoria è andata all'ultima generazione dei Puma, ovvero l'Eucopter EC 725. La decisione è stata presa il 26 settembre 2008.
Invece, il 21 aprile 2008, è stata annunciata la vittoria per nuovi mezzi portamortaio corazzati, gli ACV-S 300, prima 8 unità, poi altre 30 da costruire dalla locale DEFTECH, per un totale di ben 375 mln di dollari di costo complessivo. Un ulteriore programma riguarda 86 Hummer con torretta Master Defence di cui 61 sono mezzi lanciagrante o mitraglieri, ma 25 sono semoventi con sistemi Igla (SA-18), un mezzo, l'Hummer, che evidentemente riscuote un notevole consenso come piattaforma di sistemi SAM a corto raggio.
Per alimentare la leva in Malaysia è stato approntato il servizio Nazionale o Programma PLKM, che comprende i ragazzi selezionati già a 17 anni per un programma di addestramento di 3 mesi, anche per aiutare i tanti popoli della Malaysia a conoscersi e a fraternizzare, cosa che invece al contrario sembra subire un'impasse da qualche anno a questa parte. Il programma è iniziato nel tardo 2001 ma l'attuale soluzione è del dicembre 2003. Inizialmente si pensava a tutti i ragazzi con un programma di ben 2 anni, poi ridotto per ragioni economiche ad un anno, sei mesi e ancora una volta, dimezzato fino al minimo di appena 3 mesi approvato alla fine. L'obiettivo è di creare una maggiore identità nazionale, cosa che invece non è attualmente date le differenze tra i tanti popoli malesi che non paiono attenuarsi e questo alla lunga potrebbe facilmente portare a nuovi movimenti indipendentisti. I primi 85.000 coscritti vennero resi noti nel dicembre 2003, scelti su di un totale di 450.000 possibili candidati della classe 1986 con un processo del tutto casuale (tramite un sorteggio al computer). Non sono mancati i disertori con un massimo di sei mesi di prigione o una multa salata come punizioni, oppure gli esentati per ragioni psicologiche o fisiche, dagli handicap alle malattie contagiose, donne incinte e personale che lavora già per altre F.A. o di polizia. Vi sono uniformi specifiche, gradi e specialità varie in questo programma che comprende addestramento fisico (tra cui non poteva mancare un'arte marziale locale, la Tempur Tanpa Senjata, che è simile al Taekwondo), l'uso di fucili M16, addestramento con la canoa, campeggio, ecc.È tutto molto studiato per aiutare a dare un senso di appartenenza collettiva ai ragazzi che vengono chiamati alle armi, anche se data la durata limitata e il ridotto numero di persone, è difficile che questo impatti notevolmente sulla vita della nazione futura (con appena il 15% dei possibili candidati effettivamente chiamati a quest'esperienza). Si cerca di insegnare la storia della nazione e il senso della patria (un altro modulo d'insegnamento) e infine la concezione di costruire un carattere personale per ottenere il meglio da se stessi e dagli altri e come fare servizio comunitario alla società. I Coscritti, chiamati Wira o Wirawati (per le ragazze) sono così integrati in una specie di corso accelerato di scautismo armato ed educazione civica, che finisce per essere compresso in un ottavo del tempo originariamente previsto per questo scopo. Vi è come sempre una piccola paga (300RM in tutto, poi 450).
Non sono mancati i problemi, mentre al contempo il numero dei coscritti è arrivato a circa 100.000, suddivisi in 3 'scaglioni'. Le critiche tuttavia non sono mancate: dalla scarsa organizzazione dei campi e dei regolamenti, alla selezione causale dei ragazzi, che spesso sono minori costretti a lavorare per mantenere le proprie famiglie e che chiaramente non sarebbero l'ideale per questo tipo di attività obbligatoria se vi fosse una scelta ponderata, che peraltro ha il rischio di favorire le classi più agiate. Purtroppo non sono mancati anche incidenti gravi, fino alla morte del ragazzo; al maggio 2008 vi sono stati 17 cadetti uccisi per varie cause (ma inclusi anche 5 morti al di fuori del corso vero e proprio, per esempio appena tornati), casi di stupri, avvelenamento da cibo avariato, malattie contagiose varie, e anche per questo vi sono stati richiami da più parti per far cessare quest'esperimento, richiami per ora non accolti.
===Esercito===
Attualmente è comandato dal Gen Tan Sri M.I.H. Jamaluddin, e si caratterizza dal fatto che non è, differentemente dalle altre F.A., 'reale' nella sua definizione.
Esso discende dalla prima forza di volontari (Malay States Volunteer Rifles ) del 1915-36, poi diventati, con un processo iniziato in realtà già nel '33, un'entità più stabile, in particolare il The Malay Regiment, che in realtà contava solo 150 uomini. Il primo battaglione venne formato il 1 gennaio 1938 e il secondo il 1 dicembre 1941. Giusto in tempo per fronteggiare i Giapponesi, ma era davvero troppo poco. Il 1st Bn Malay Regiment si impegnò a fondo nella difesa di Opium Hill e Bukit Chandu a Singapore nella prima delle due, c'erano 42 uomini contro la 18ima divisione dell'Esercito Giapponese. Ovviamente persero. Dopo la II GM i battaglioni, riformatisi nel dopoguerra, vennero aumentati a 7 negli anni '50, ma anche così non erano certo all'altezza di resistere alla minaccia indonesiana e così il grosso dell'impegno lo dovettero prendere i britannici.
Nel dopoguerra finalmente arrivarono anche i carri armati, della cui origine si può risalire al 1 settembre 1952 con lo squadrone da ricognizione della Federazione. Le Forze corazzate reali (Kor Armor DiRaja) nacquero da questo e dalla successiva unione con il Federation Regiment, per fare il Federation Reconnaissance Squadron, poi Malaysian Reconnaissance Corps (16-9-67), Royal Malaysian Reconnaissance Corps (maggio 1979), ROyal Cavalry Corps (dic 1979) e infine Kor Armor DiRaja l'8 dicembre 1986.
Attualmente vi sono 4 divisioni di fanteria sotto il comando del Field Army HQ, di cui la 2nd, 3rd, 4th nella penisola e la 1st nell'Est Malaysia. Non mancano il Grup Gerak Khas (SF), la 10th Parachute Bridade e l'aviazione dell'esercito o Pasukan Udara Tentera Darat, ma sono tutte sotto il controllo del Capo dell'Esercito (Chief of the Army) anziché del QG dell'esercito campale. In tutto vi sono 17 grandi unità esistenti, divise in elementi di combattimento, supporto in combattimento e supporto.
Ecco l'elenco con il nome malese e la denominazione inglese:
*Rejimen Askar Melayu DiRaja (Royal Malay Regiment)
*Rejimen Renjer DiRaja (Royal Ranger Regiment)
*Kor Armor DiRaja (Royal Armoured Corps)
*Rejimen Artileri DiRaja (Royal Artillery Regiment)
*Rejimen Semboyan DiRaja (Royal Signals Regiment)
*Rejimen Gerak Khas (Special Forces Regiment);
*Kor Perkhidmatan Am (General Services Corps)
*Kor Polis Tentera DiRaja (Royal Military Police Corps);
*Kor Kesihatan DiRaja (Royal Medical Corps)
*Kor Risik DiRaja (Royal Intelligence Corps)
*Kor Perkhidmatan DiRaja (Royal Logistics Corps);
*Kor Ordnans DiRaja (Royal Ordnance Corps)
*Rejimen Askar Jurutera DiRaja (Royal Engineer Regiment)
*Kor Jurutera Letrik dan Jentera DiRaja (Royal Electrical and Mechanical Engineer Corps)
*Kor Agama Angkatan Tentera (KAGAT)
*Rejimen Askar Wataniah (Territorial Army Regiment)
*Pasukan Udara Tentera Darat (Army Air Corps)
*10 Parachute Brigade (10 Para)
Gli elementi di combattimento sono il Rejimen Askar Melayu DiRaja, che nonostante il nome ha ben 25 battaglioni, di cui 20 standard, 2 meccanizzati, 2 parà e uno di supporto. Tra questi battaglioni vi è anche il 1st, di cui si è già parlato. Esso serve spesso per cerimonie e guardie reali. Tra le unità meccanizzate, il 19th Bn venne usato per salvare gli americani dei Rangers e Delta durante la battaglia di Mogadiscio, usando 32 mezzi Condor 4x4 e 113 uomini. Di questi blindati 4 vennero immobilizzati dal tiro nemico e poi distrutti dagli elicotteri americani per non farli cadere in mano ai rivoltosi. sorprendentemente le vittime furono solo una più 8 feriti.
Il Rejimen Renjer DiRaja, ovvero il 'Reggimento Reale', è un'unità multirazziale simile a quella di cui sopra, ma con 9 Renjer battalions. Discende dai Sarawak Rangers che si fecero valere durante le mortali battaglie nella jungla, al tempo della crisi Malase e delle insurrezioni comuniste. Il suo 8th Bn divenne il primo btg fanteria malese ad essere indirizzato al compito di btg aeroportato e così è stato assegnato al tempo attuale alla 10a brigata parà.
Il Kor Armo DiRaja è costituito da 5 btg corazzati, con blindati SIBMAS, AFSV-90, COndor, K-200 e mezzi da combattimento leggeri. E' attualità la consegna di 48 PT-91M polacchi, i primi carri armati veri e propri dell'esercito malese.
Le Forze Speciali ( Rejimen Gerak Khas ) sono un altro reggimento dell'esercito di cui la base principale è la 21 Gerup Gerak Khas. Tra le loro azioni, una non proprio felice quando il convoglio che scortavano, in UNOSOM II, il 18 luglio 1994, venne attaccato e due di loro vennero uccisi e altri 4 feriti, di cui per giunta uno catturato e rilasciato 9 ore più tardi.
Quanto alle unità di supporto in combattimento, l'artiglieri reale o meglio, Rejimen Artileri DiRaja, è equipaggiata nel suo reggimento con 36 ASTROS II MLR, più 28 G5 Mk III sudafricani, e per la difesa aerea ha anche Bofors da 40 mm e Oerlikon da 35 mm, insomma tra i migliori materiali delle rispettive categorie; infine ha anche missili SAM a corto raggio Jernas, Starbust Britannici, Anza pakistani, FN-6 cinesi e Igla russi.
Quanto alla Rejimen Semboyan DiRaya, essa è il reggimento trasmissioni, per le comunicazioni strategiche e tattiche nonché compiti EW.
La Kor Polis Tentera DIRaja è la forza di polizia militare per la sicurezza delle basi e ovviamente, per la persecuzione di eventuali crimini tra i militari.
La Rejimen Askar Jurutera DiRaja non è altro che il Genio, per azioni classiche di demolizie, deposito ponti e riparazione di infrastrutture, incluse le basi aeree.
Kor Jurutera Letrik dan Jentera DiRaja è il servizio manutenzione dei mezzi e attrezzature dell'Esercito
La Kor Risik DiRaja è il servizio intelligence e psy-ops, sorveglianza, spionaggio e controspionaggio, propaganda ecc. Serve anche per sorvegliare i coscritti che arrivano ai corsi di addestramento.
L'aviazione dell'esercito è la Pasukan Udara Tentera Darat, formata attorno ad un nucleo di ufficiali dell'aviazione e viene usata per collegamento, trasporto (limitato), supporto aereo e ricognizione. In tutto ha un solo squadrone, il No.881, con i nuovi Agusta-Westland AW109LOH, 11 dei quali ancora in consegna, più i 10 più vecchi SA 316 Alouette III che ne sono i predecessori. La base principale è Kluang, Johor.
L'esercito territoriale è chiamato Rejimen Askar Wataniah (Territorial Army) ed è formato da unità di difesa di installazioni militari e della difesa locale, ma con la crescente abolizione di questo doppio strato dell'esercito, anche i suoi battaglioni finiranno per essere usati come unità di prima linea, almeno quando ve ne fosse il bisogno. Vi sono anche unità corazzate tra quelle territoriali.
Tra le unità di supporto vere e proprie vi è il
Kor Ordnans DiRaja (Royal Ordnance Corps) per i rifornimenti e i depositi; il Kor Agama Angkatan Tentera per il servizio religioso (per i militari musulmani), il Kor Perkhidmatan DiRaja per il trasporto rifornimenti, il Kor Keishatan DiRaja è invece il servizio medico di cui provvede anche all'addestramento del personale (è un servizio molto richiesto anche per le missioni estere); Kor Perkhidmatan Am (Royal General Services Corps) si occupa dell'amministrazione finanziaria e il Rejimen Pengurusan Sampadan è stato formato il 1 luglio 2006 per il pattugliamento dei confini, specie con unità territoriali. In tutto di questo tipo di reggimento verranno formate 2 o 3 brigate.
Attualmente l'esercito spiega 850-1000 soldati in Libano e 850 in Indonesia, nonché 200 in Brunei e altri ancora in altre parti del mondo. Per la logistica ci pensa la Marina. La politica invece è qualcosa di più delicato, perché Israele non ha rapporti diplomatici con la Malaysia e così ha protestato accesamente contro la sua partecipazione. Il primo ministro Badawi ha risposto semplicemente che non è Israele, ma l'ONU a decidere chi partecipa a queste missioni.
L'industria dei media locale non è particolarmente interessata al settore militare e patriottico, tanto che la cosa ha finito per preoccupare anche i militari stessi, che ha visto l'esercito, su autorizzazione del Re, un film chiamato Lt Adnan, del 2001, cosa che ha migliorato l'idea dei giovani malesi di farsi una carriera nell'esercito. Un altro aiuto però lo diede la crisi del '97 con la sua disoccupazione. Una serie di 29 episodi, ambientata nell'epoca dell'insurrezione, è stata interrotta dopo 13 episodi senza ragioni apparenti.
In termini di armi e sistemi recenti, l'Esercito ha tra l'altro procurato 18 ASTROS, 28 G5, altri 18 MLR in ordine dal 2007, 211 Adnan IFV (dal 2004) che poi hanno ricevuto il missile pakistano Bakhtar-Shikan; nel settembre del 2006 è stato consegnato l'ultimo degli 11 A-109LUH, che col tempo soppianteranno gli SA.316, anche se ovviamente, solo 11 elicotteri leggeri sono troppo pochi per una forza di tutto rispetto come l'esercito malese. 6 di essi saranno armate con sistemi leggeri, non si sa gli altri. Per rimpinguare il totale delle macchine disponibili, verranno anche ricevuti gli S61A-4 Nuri ex-RMAF, dopo che questi saranno ritirati dal servizio e che formeranno nell'esercito lo squadrone 882. Infine non manca l'aggiornamento del sistema di difesa, nonostante la diatriba con l'aviazione se immettere o no in servizio un sistema SAM a medio raggio, e chi dovrebbe farsene carico. Nonostante potrebbe sembrare il contrario, l'esercito non ha intenzione di diventare utente di un tale sistema d'arma.
Detto genericamente delle branche e delle prospettive, ecco i dati attuali dell'Esercito malese:
*Totale: circa 90.000 effettivi e 60.000 di riserva
*Forze: 5 divisioni di fanteria costituite da 12 brigate fanteria, 1 meccanizzata e 1 paracadutista; una di esse, la 3a, è in fase di conversione per diventare una formazione 'ad armi combinate', la prima dell'esercito (forse una specie di unità aeromobile).
*Queste unità principali sono costituite da 26 btg di fanteria leggera, 3 aviotrasportata, 3 meccanizzata, 5 battaglioni o reggimenti (non è chiaro) corazzati di cui 1 carri, 16 reggimenti di artiglieria di cui 4 antiaerei; 3 reggimenti SF; 60 battaglioni per le forze di riserva
Armamenti:
*Armi portatili: Beretta 92F da 9 mm, Browning HP, Colt M1911, HK P9S, SiG P226 (per PAC e SF); Vektor SP1; fucili Remington 870, SPAS-12 (truppe speciali e PAC), HK MP5 (MP e SF), Colt M4A1 (commando), M16A1 (riserva), FN FNC (SF), HK G36C (SF), SIG SG 552 (Royal Intelligence Corps); Steyr AUG A11 (arma standard); fucili sniper Accuracy International PM (PAC), MSG-90 (SF), M-96 da 12,7 mm; mitragliatrici SACO M60 da 7,62 mm, FN MAG da 7,62 mm, HK11 e FN Minimi, M249, lanciagranate SACO Mk.19 e Milkor Mk.1. Altre armi non ben definite.
*Corazzati: 48 PT-91M, di cui 40 carri, 2 AVLB e sei ARV; 211 ACV 300 con altri 30 in consegna nel 2010; 111 APC K-200 KIFV; 26 FV 101 Scorpion armati con il 90 mm; 184 SIBMAS di cui la gran parte con il 90 mm; 460 Condor 4x4; 25 Alvis Stormer; 80 BV 206; 4 Avibras AV-VBL; ?V-150 APC in ritiro o ritirati.
*Trasporti: 1511 GS Carco 4x4 da 3 t, 168 Pinzgauer 2 t 4x4, 164 Pinzgauer portamortaio da 2 t 6x6, 85 URO VAMTAC 4x4 da 3 t; 13 Isuzu 4x4 da 6 t; 19 Iveco ambulanza M4010 4x4 2t; 2 Iveco M4012 per comunicazioni satellitari da 2 t; 33 ambulanze GOmba; vari mezzi leggeri 4x4 Land Rover, G-wagon, MB 911, TATA 1613, Bedford 3 t, Volvo C303, parte di questi mezzi è stata ritirata.
Missili: MBDA Rapier in versione Jernas, 15 lanciatori; 700 missili Shorts Starbust; 500 missili Anza Mk II; 200 SA-18 Igla (9K38); missili c.c. Baktar-Shikan (450), 20 lanciatori 9K115-2 Metis-M; 270 missili MBDA Eryx (per i soli PAC), razzi Bofors AT4; Istazala C-90, Carl Gustav da 84 mm M2; M40 da 106 mm (150); Razzi RPG-7 (584 lanciatori).
*Artiglierie: 36 lanciatori ASTROS II da 300 mm; 28 G 5 Mk3 da 155 mm, 15 VSEL FH-70 da 155/39 mm, 200 OTO M56 da 105/14 mm; 29 Oerlikon binate da 35/90 mm, Bofors da 40 mm, 8 mortai da 120 mm ACV-S.
*Radar: Ericcson Giraffe da difesa aerea; Skyguard da controllo tiro; Ericcsson Arthur (Artillery Hunting Radar). Aselsam Askaran, VERA-E
*Elicotteri: 11 AW 109H e 9 SA 316B Alouette III
===Aviazione===
*12 Sukhoi Su-30MKM e altri sei in consegna
* 8 MDD F-18D
*14 MiG-29N
*10 F-5: 4 E, 4 F-5F e 2 RF-5E
*13 BAe Hawk 208
* 9 MB-339AM e 8 MB-339CM in rimpiazzo dei primi
*20 MD3-160
* 5 BAE Hakw Mk.108
* 2 MiG-29NUB
*42 Pilatus PC-7 di cui 37 Mk II
UAV CRTM Eagle ARV, 3
*1 A 319 VIP
*4 A-400M in ordine
*4 Beech Super King Air B200T pattugliatori marittimi
*1 B737-700
*1 Bombardier BD700
*8 CASA CN-235 di cui 2 VIP e 6 -200M trasporti
*10 Cessna 402B
*1 Dassault Falcon 900B
*1 Fokker F28-1000 VIP
*13 C-130 di cui 9 H, 1 MP e 3 T
*10 SA-316B in cessione all'esercito
*1 A.109C in magazzino
*2 AS-61N1 VIP
*2+8 in consegna Mi-171 CSAR
*30 Sikorsky S-61 in rimpiazzo con gli EC725
*2 Sikorsky S-70
*12 EC-725, commessa ritardata al 2011 per problemi economici
Ex-aerei: valiant, Bell 47G, CL-41 Tutor, Sabre Mk-32, DHC-4, A-4 Skyhawk A-4PTM, UH-16 Albartross, HP Dart Herald, HS 125, Percival Jet Provost T51, Scottish aviation Bulldog, Pioneer e Twin Pioneer.
Armi:
*20 (non confermati) AIM-120C5 per gli F-18
*AIM-9: 40 'S' e ? M
*24 AIM-7M
Ben più consistenti gli equivalenti russi:
*Vymper R-73 Archer: 366 per gli aerei russi
*Vympel R-27 Alamo: 150
ASM: 27 AGM-84A/C/D per Hornet, Hawk (?), 30 AGM-65D, ?AGM-88, Kh-29 (AS-14), Kh-31P (AS-17), AS-18, KAB-500 e 1500 KR, GBU-12 Paveway, bombe CBU-100 Rockeye II
Sam: Starburst VSHORAD
'''Organizzazione''':
1st Division
*2 Squadron Fokker F-28 Fellowship, Falcon 900, Global Express, Boeing BBJ (737-700) '''Subang AFB'''
*3 Squadron S-61A4A Nuri '''Butterworth AFB'''
*6 Squadron BAE Hawk 108/Hawk 208 '''Kuantan AFB'''
*10 Squadron S-61A4A Nuri '''Kuala Lumpur AFB'''
*11 Squadron Su-30MKM Flanker '''Gong Kedak AFB'''
*12 Squadron Northrop F-5E, F-5F, RF-5E '''Butterworth AFB'''
*15 Squadron BAE Hawk 108/Hawk 209, Aermacchi MB-339AM '''Butterworth AFB'''
*16 Squadron Beech 200T '''Subang AFB'''
*18 Squadron Boeing F/A-18D Hornet '''Butterworth AFB'''
*19 Squadron MiG 29N/UB '''Kuantan AFB'''
*20 Squadron Lockheed C-130H Hercules, C-130T '''Subang AFB'''
*21 Squadron CN-235-200M '''Subang AFB'''
2nd Division
*5 Squadron S-61A4A Nuri '''Labuan AFB'''
*7 Squadron S-61A4A Nuri '''Kuching AFB'''
*14 Squadron Lockheed C-130H Hercules '''Labuan AFB'''
Training Division
*1 FTC PC-7, PC-7 Mk II, '''Alor Setar AFB'''
*2 FTC Alouette III '''Alor Setar AFB'''
====Unità esercito====
Gli artiglieri, ovvero il Rejimen Artileri DiRaja sono stati fondati il 15 agosto 1957 come unità organica, con una prima batteria. Inizialmente vennero reclutati 89 uomini dopo l'esperienza con la 1st Singapore Artillery Rgt. Avevano armi da 25 libbre. Le unità attuali sono aiutate anche dalla Askar Wataniah, che ha anche 5 batterie d'artiglieria. In tutto vi sono complessivamente:
36 X KERIS (ASTROS II) 300MM MLRS (attualmente capaci di ben 89 km di raggio).
28 X DENEL G5 MK 3 155 MM,
12 X VSEL FH 70 155 MM,
20 X SAKTI 105MM LIGHT GUN,
200 X OTO MELARA 105 MM,
29 X GDF-005 OERLIKON 35 MM e 15 radar di tiro Skyguard, 36 Bofors 40 MM L70 e i radar ARTHUR di controbatteria. Infine vi sono i missili Igla, Anza e Jernas (Rapier).
I mezzi sono usati dal 551 Artileri Diraja. In futuro verranno comprati i SAM KS-1A dalla Cina e missili FN-6 lanciabili da spalla.
'''Carri armati'''. Il corpo corazzato venne organizzato dal 1 settembre 1952 con il 1st Bt Federation Regiment, così come il Federation Recon Regiment, uniti il 1 gennaio 1960 come 1st Recce e 2nd Recce Regiment. In seguito a diverse ridenominazioni, nel 1986 venne battezzato Royal Armoured Corps di cui una sezione paracadutabile venne fondata il 12 settembre 1992 per la Forza di Dispiegamento Rapido (Pasukan Aturgerak Cepat) per la 10th Paratruper Brigade. Il centro di addestramento è Sebatang Karah Camp a Port Dickinson. Vi sono molte relazioni con altre forze locali, dall'India all'Australia e agli stessi USA. Vi è anche uno squadrone cerimoniale, il 21st Mounted Ceremonial Squadron, formato nel '97. I reggimenti corazzati hanno avuto anche impieghi come in Bosnia nel '93-98.
Attualmente i mezzi sono ancora i Sibmas e i Condor, nonché Scorpion, Stormer e il coreano KIFV, a cui si associa l'ACV-300S Adnan locale, derivato dall'M113. Il primo reggimento carri è stato reso una realtà con i PT-91 polacchi, da consegnarsi entro il 2007, scelti per il peso ridotto, che è molto importante per la geografia del posto e per le capacità del Genio. Pare che questi mezzi siano andati al 11th Regiment Armour, prima equipaggiati con i piccoli Scorpion.
In tutto i mezzi corazzati sono:
48 PT-91 Twardy, 14 - PT-91 Twardy modello supporto;
6 WZT-4 ARV,
3x MID-M carro Genio;
5x PMC Leguan gettaponte;
26 FV101 Scorpion 90;
184 Sibmas 90 AFSV;
211 Adnan AIFV in 10 tipi diversi;
111 K-200 KIFV (Korean Infantry Fighting Vehicle);
460 Radpanzer Condor APC ;
25 Stormer APC;
70 Harimau 50 Scout Car (Modified Ferret armoured cars);
80 Bv206
Infine vi è anche il musero corazzati di Jalan Sua Betong, a Pt Dickinson, aperto nel 1993.
===Marina===
La RMN o Tentera Laut DiRaja Malaysia (TLDM) è stata fondata il 27 april 1934 ed è attualmente una delle più grandi della regione, almeno in termini di personale. Il capo è l'amm. Datuk Abdul Aziz Jaafar e il motto 'Pronti al sacrificio'. Il suo scopo è la lotta antipirateria, sfruttamento commerciale delle EEZ, difesa da minacce esterne.
Nata come Straits Settlement Naval Volunteer Reserve a Singapore, ebbe poi una branca aperta anche a Penang; lo sloop HMS Laburnum era la nave comando della piccola forza, a Telok. Sarebbe stata affondata nel febbraio de' 42, con i Giapponesi all'offensiva contro Singapore. Finita la guerra, all'inizio della quale aveva 1.450 effettivi, la RNM, reduce dalle battaglie del Pacifico e ridotta a 600 effettivi, venne sciolta nel 1947.
Nel dopoguerra venne tuttavia presto riattivata, il 24 dicembre 1948, quando un'altra emergenza stava diventando reale: l'infiltrazione dei guerriglieri comunisti. Inizialmente era basata a Woodlands, a Singapore, nella base Malaya, e pattugliava gli stretti e le coste per impedire i rifornimenti in mare. Prima ebbe una fregata classe 'River', la HMS Test, che davvero onorò il suo nome essendo non solo la prima, ma anche la principale nave addestrativa. Per il resto vennero incorporati l'HMS Laburnum, che era un posamine giapponese, una LST, la Pelandok, bateli da pseca come l'HMS Panglima e la nave recupero siluri Simbang, più piccole lance portuali. Nell'agosto del '52 la Regina Elisabetta II diede il titolo di Reale alla Marina malese in quanto essa aveva ben figurato nella nuova emergenza, lungi peraltro dal concludersi. L'indipendenza malese si ebbe il 31 agosto 1957 e la British ROyal Malayan Navy divenne della federazione malese il 12 luglio 1958. Ora la definizione 'reale' era in riferimento al Comandante supremo Yang di Pertuan Agong. Aveva all'epoca una piccola flotta con un LCT, due dragamine classe 'Ham', un posamine costiero e 7 ML (lance a motore) ex-RN. Il 16 settembre 1963 divenne definitivamente la Royal Malaysian Navy, quando la Malaysia, come stato indipendente, era stata formata. A quel punto iniziò un processo di rafforzamento con l'acquisto di 18 navi classe 'Keris' della Vosper, pattugliatori che rimasero l'ossatura della Marina per parecchi anni; si trattava di unità di appena 31 m con motori Maybach diesel che imprimevano 27 nodi di velocità. Nulal di eccezionale, e così per le capacità di combattimento bisognò aspettare 4 cannoniere 'Brave' da 50 nodi, con motori a turbina. Seguirono le unità classe 'Perkasa', sempre dalla Vosper, nel '67, con 3 RR Proteus Marine e due motori ausiliari, armate con 4 silur ida 533 mm, un 40 mm Bofors e un'arma da 20 mm. La velocità arrivava a ben 54 nodi, circa 100 km/h, forse le navi militari più veloci di sempre, grazie alle turbine a gas. Al 1964 venne trasferita la HMS Loch Insh, classe 'Loch', che era una corvetta da circa 1.200 t, diventata la KD Hang Tuah, rimasta in servizio fino agli anni '70.
Finito il tempo del confronto tra Indonesia e Malaysia, attorno al '66, venne anche il tempo di 'malaysizzare' i vertici di aviazione e marina, che erano probabilmente occupati da ufficiali inglesi. Non fu facile trovare dei sostituti all'altezza delal situazione, e alla fine, per la Marina, trovarono il contrammiraglio Datuk K. Thanabalasingam che pure aveva appena 31 anni. Si dimostrò nondimeno una persona in gamba, che cominciò la trasformazione della Marina in una forza navale d'altura, almeno in parte. Negli anni '770 vennero comprate la fregata HMS Mermaid al posto della Hang Tuah, e che divenne la 'nuova' nave con questo stesso nome; era una nave da 2.300 t con cannoni binati da 102 mm e venne usata soprattutto per compiti addestrativi. La KD Rahmat era un'altra unità da 2.300 t, che arrivò nel 1972. Essa fu la prima nave missilistica della flotta, sia pure armata con un modesto sistema Sea Cat. Finì la sua carriera nel 2004. Poi arrivarono anche 4 'Combattante II' e 4 'Spica M' dalla Svezia, armate con missili Exocet. Seguirono due OPV da 1.300 t sudcoreani e alcune LST americane della II GM: KD Sri Langkawi (A1500), ex-USS Hunterdon County (LST-838), KD Sri Banggi (A1501),ex-USS Henry County (LST-834) e KD Rajah Jarom (A1502), ex-USS Sedgwick County (LST-1123). Queste navi verranno invece sostituite da una delle ennesime unità 'Newport' (la più popolare delle classi di navi anfibie, data la sua diffusione come 'usato' in un gran numero di marine), la KD Sri Indera Pura (A1505), ex- LST-1192; più due navi da 4.300 t e 100 m, la KD Sri Indera Sakti (A1503), KD Mahawangsa (A1504).
Negli anni '80 un acquisto insolito si ebbe con 4 'Mahameru', ovvero i 'Lerici' italiani aumentati a 610 t di stazza; per compiti oceanici vennero comprate le KD Perantau e Mutiara.
L'aviazione navale venne organizzata con i Wasp ex-RN per un Naval Air Wing. 4 navi della Marina vennero poi cedute alla Malaysian Maritime Enforcement Agency, ovvero le KD Lembing, Sri Melaka, Marikh e Musystari. In tutto si è arrivati a ben 17 navi ex-RNM per questa specie di guardia costiera locale, di cui altre 6 passate l'agosto 2005 e 7 nel gennaio del 2006.
Nei tardi anni '80 cominciarono programmi di ammodernamento importanti, e negli anni '90 vennero comprate tra le altre, 4 potenti corvette classe Laksamana, ovvero le Al Assad costruite ma non consegnate all'Irak. Più moderne le due 'Lekiu', basate sul progetto Yarrow F2000, sono piccole fregate da 2.300 t con Exocet e Sea Wolf VL, più un Super Lynx e un piccolo cannone da 57 mm. Meno note le due 'Kasturi' di provenienza tedesca, dei primi anni '80 e meno moderne. Esse e due cacciamine sono in attesa di un programma di aggiornamento.
Il processo di aggiornamento SLEP è stato affidato alla Thales per le Kasturi e i due cacciamine Mahamiru e Ledang, con radar e sonar migliorati (quest'ultimo per i cacciamine, il modello 2022 Mk III), e una vita aumentata di 10 anni. Nel frattempo sono state programmate un altro lotto di Lekiu, i sottomarini Scorpène, i battelli di pattugliamento NGPV e aerei di pattugliamento marittimo, per costruire fino a sei squadroni entro il 2020.
La costruzione di due sottomarini francesi moderni è stata ordinata nel 2006, dalla joint-venture DCNS e Navantia (Francia e Spagna), con siluri italo-francesi Black Shark ad alte prestazioni, e missili SM-39 Exocet, mentre è considerato anche un vecchio 'Agosta' francese per addestramento (i 150 sommergibilisti sarebbero stati addestrati a Brest).
I sottomarini, con un concorso pubblico, sono stati battezzati KD Tumku Abdul Rahman e Tun Razak, classe 'Perdana Menteri'; il primo è stato varato il 24 ottobre 2007. Le navi 'Kedah' facevano parte di un totale di 27 NGPV tipo MEKO 100, ma per ora ne sono state comprate solo 6 nel 2003. Vi sono state tuttavia delle traversie con il principale appaltatore, la PSC-ND e c'è stata una seria crisi delle forniture, fino a quando il governo malese ha fatto continuare l'azione di costruzione con il Boustead Naval Shipyard Sdn Bhd. I primi due OPV sono stati consegnati nell'agosto del 2006, KD Kedah e Pahang, poi seguirono il KD Perak e Terenganu varati il 12 novembre e il 6 dicembre 2007, mentre gli ultimi due scafi sono stati varati o lo saranno nel dicembre 2008 e luglio 2009. Vi sarebbe interesse per un secondo lotto di NGPV in configurazione ASW per coordinare le operazioni con le 'Lekiu'. Di queste altre sono state annunciate al Farnborough Air Show altre due unità nel 2006, impostate ai cantieri Clyde e poi completate a Labuan Shipyard, in Malesia, anche se poi le cose sono state smentite. Quello che si sa è che sarebbero navi più potenti e pesanti, con un sistema di difesa aerea a più lungo raggio. Visto che la RMAF aveva gli unici aerei da pattugliamento, 4 B200T, la Marina vorrebbe questi aerei da pattugliamento mentre l'aviazione vorrebbe eventualmente degli aerei AEW. Ma non vi sono soldi per il momento. Di sicuro si vorrebbero altri 6 elicotteri ASW. Nel frattempo i Wasp vennero radiati nel 1999 e sostituiti con 6 Lynx 300 Mk 100, nel 501 Squadron, più 6 AS 555 Fennec per il 502 Sqn, entrambi alla base di KD Rajawali. Uno dei Wasp, comunque, è esposto al Museo Reale di Bandar Hilir, a Melaka.
Attualmente c'è in servizio l'amm. Datuk Abdul Aziz Jaafar il 1 aprile 2008, classe 1956 e in servizio dal '74.
Gli altri comandanti sono:
Assistant Chief of Staff - Logistic:
Rear Admiral Dato' Pahlawan Dr Zainal Abidin bin Hamdan
Assistant Chief of Staff - Human Resources:
First Admiral ANUWAR BIN MAD SAID
Assistant Chief of Staff - Planning and Operation:
First Admiral ANUWI BIN HASSAN
Assistant Chief of Staff Administration:
Captain WAH YUEN MEI
Comandanti:
Fleet Commander:
Vice Admiral DATO' AHMAD KAMARULZAMAN BIN AHMAD BADARUDDIN
Regione navale 1:
First Admiral DATO Pahlawan Mohd Som bin Ibrahim
Regione navale 2:
First Admiral SYED ZAHIRUDDIN PUTRA BIN SYED OSMAN
Regione navale 3:
First Admiral Abdul Ghani Othman
Comandante del Naval System Control:
First Admiral YAHYA BIN HASHIM
Comandante della sezione educazione e addestramento:
Rear Admiral MUSA BIN OMAR
Comandante del Supporto Navale:
First Admiral ABD RAHMAN BIN ABD KARIM
I Gradi, dal più alto al più basso:
Rank Admiral--Vice Admiral--Rear Admiral--First Admiral--
Captain Commander--Lieutenant Commander Lieutenant Sub Lieutenant--Acting Sub Lieutenant
'''Basi navali''':
*TLDM Lumut, Perak, è la base principale della Marina (Fleet HQ e Boustead Naval Shipyard Sdn Bhd)
*TLDM Tanjung Gelang, Pahang (HQ Naval Region I)
*TLDM Tanjung Pengelih, Johor (Recruit Training Centre (PULAREK)) (KD Sultan Ismail)
*TLDM Sandakan, Sabah
*TLDM Semporna, Sabah
*TLDM Sepanggar, Sabah (HQ Naval Region II)
National Hydrographic Centre, Pulau Indah, Selangor (KD Sultan Abdul Aziz Shah)
Le navi sono nominate con il prefisso KD che vuol dire Kapal di-Raja, ergo His Majesty's Ship.
'''Fregate''': 2 Leiku: 29 KD Jebat e 30 KD Lekiu
'''Corvette''': Classe Kasturi, 25 KD Kasturi e 26 KD Lekir; Classe Laksamana, 123 KD Laksamana Hang Nadim; 135 L Tun Adbl Jamil, 136 KD Laksamana Muhammad Amin, 137 KD Laksamana Tan Pusmah
OPV: Classe Kedah: 171 KD Kedah, 172 KD Pahang, 173 Perak, 174 KD Terengganu, 175 KD Kelantan; classe Handalan (le svedesi Spica M): 3511 KD Handalan, 3512 KD Perkasa, 3513 KD Pendekar, 3514 KD Gempita
FAC: Classe Perdana (Combattante II): 3501 KD Perdana, 3502 KD Serang, 3503 KD Ganas, 3504 Ganyang; Classe Jerong (TNC 45): 3505 Jerung, 3506 Todak, 3507 Paus, 3508 Yu, 3509 Baung, 3510 Pari
Mezzi da trasporto truppe: Classe Sri Tiga: 331 KD Sri Tiga e 332 Sri Gaya
Mezzi da pattugliamento Kris: 34 KD Keris, 36 KD Sundang, 37 KD Badek, 38 KD Renchong, 39 KD TOmbak, 40 Lembing, 42 Panah, 43 Kerambit, 44 Beladau, 45 Kelewang, 46 Rentaka, 47 Sri Perlis, 3144 Sri Sabah, 3145 Sri Sarawak, 3147 Sri Malaka
Unità MCM: classe Mahamiru (Lerici): 11 Mahameru, 12 Jerai, 13 Ledang, 14 Kinabalu
Sottomarini: Classe Perdana Menteri (Scorpene): KD Tunku Abudl Rahman; KD Tun Abdul Razak
Navi ausiliarie: LST Newport: 1505 KD Sri Inderapura
Navi supporto: Sri Indera Sakti (1503), 1504 Mahawangsa
Navi idrografiche: Classe Perantau, 255 Mutiara e 151 Perantau
Navi addestrative: 76 KD Hang Tuah (fregata addestramento), KLD Tunas Samudera, STS Puteri e MV Fajar Samudra (yachts addestrativi);
Rimorchiatori: 4 KTD Penyu, 6 KTD Sotong, 8 KTD Kepah
Elicotteri: 6 AS 550 Fennec, 6 AW Super Lynx 300 armati con Sea Skua
====Aggiornamenti per le navi====
Cominciamo dalle 'Laksamana'. Costruite dalla Fincantieri, sono navi di 675 t a pieno carico e 62,3 x 9,3 x 2,8 m, con 4 motori diesel da 20.400 hp complessivi. Esse sono in grado di viaggiare fino a circa 36 nodi, 32-34 continuativi. Hanno 56 elementi d'equipaggio e un'autonomia di 2.300 nm a 18 nodi. I sensori sono il RAN-12 di scoperta aerea e in superficie, l'Hughes 1007 di navigazione, sonar Atlas Elektronik ASO 94-41, ECM INS-3 e TQN-2, SCLAR (2 lanciatori da sei canne calibro 105 mm), 2 radar di controllo RTN-10X. C'erano un cannone da 76 mm, due da 40 mm Dardo, 6 OTOMAT Mk II, 1 lanciamissili Aspide, 2 tls tripli da 324 mm. La classe, nata come 'Al Assad' per gli Irakeni e poi bloccati dallo status di guerra che impose, una volta tanto, il blocco delle forniture italiane. Nell'ottobre del 1995 vennero comprate 2 di queste navi e altre due nel febbraio 1997. Vi sono state modifiche come la sostituzione del cannone da 76 Compatto con l'SR, e altre modifiche. Le navi sono state battezzate con quelle di famosi guerrieri malesi. Laksamana significa 'Ammiraglio' attualmente, ma anticamente anche qualcosa tipo ministro del reame, seconda solo alla carica di Bendahara.
*F134 Laksamana Hang Nadim (ex- Khalid ibn al Walid, F216) varata il 5-7-1983, servizio 28-7-1997
*F135 Laksamana Tun Abdul Jamil (ex- Saad ibn abi Wakkad, F218) 30-12-1983, 28-7-1997
*F136 Laksamana Muhammed Amin (ex Abdullah ibn Abi Serh, F214) 5-7-1983 ,7-1999
*F137 Laksamana Tan Pusmah (ex Salah Aldin Ayoobi, F220) 30-Mar-1984, 7-1999
Tutte sono in servizio con lo Squadrone N.24 della RNM.
Più grandi sono le 'Kasturi', costruite dalla B&V, in servizio dal 1984, con dislocamento di 1.500 t standard, 1.850 a pieno carico. Dimensioni 97,3 x 11,3 x 3,5 m, 4 MTU 20V da 21.460 hp per 28 nodi, 124 persone d'equipaggio. Il radar è il Thales Nederlands DA-08, sonar Atlas Eletktonik DSQS-21, sistemi di controllo del tiro WM-22, ESM Rapid Scimitar, 2 lanciatori Matra Dagaie. L'armamento è di un cannone da 100/55 mm, 57/70 mm Bofors, 2 Emerlec binati da 30 mm Mk.74, 2 lanciamissili quadrupli per 8 MM-40 Block 2, un lanciarazzi a due canne da 375 mm Bofors, lanciamissili portatili SAM e piattaforma per atterraggio elicotteri. Sono grosse navi da pattugliamento più che da combattimento, ma pur sempre di tutto rispetto anche per compiti di prima linea. Sono la Kasturi (F25) e la KD Lekir (F26). Costruite a Kiel, varate il 14 maggio 1983 e in servizio il 15 agosto 1984. Entrambe sono con il 22 Corvette Sqn di Lumut. Sono molto simili alle 4 'Almirante Padilla' colombiane, ma con diversi sistemi di bordo.
L'unico problema è la mancanza di un sistema SAM, ma la modularità del sistema dovrebbe consentirne l'uso se necessario. Ma nessun aggiornamento venne mai messo a punto in tale senso.
Pare che piuttosto verranno messi dei nuovi cannoni da 57 o 76 mm, cannoni MSI da 30 mm, ma non i SAM. L'apparato motore è stato CODAD, da 21.460 hp con due eliche orientabili. Tra gli altri sistemi da aggiornare dalla Thales, il Tacticos CMS, Thales DA-08, IRST Mirador, navigazione radar MAV, lanciasiluri B515, sistemi ESM DR3000S, link Y, decoy Terma, missili Exocet MM40 Block II, sistema sonar DSQS-24C.
Poi abbiamo le corvette 'Kedah'. Anche queste sono state costruite dalla BV. Navi da 1.650 t a pieno carico, 91,1 x 12,85 x 3,4 m, con due motori Caterpillar 3616 da 16.000 hp, velocità di 22 nodi e autonomia di 21 gg o 6.000 nm a 12 nodi. Vi sono 78 membri d'equipaggio ma posti fino a 98. I sistemi di bordo sono l'Atlas Elektronic COSYS-110 M1, sonar NDS-3060, radar TRS-3D, sistemi di tiro TMX, ESM, decoy Alex. L'armamento è di un cannone da 76 mm SR, 1 Oto-mauser da 30 mm, 2 x 12,7 mm. Vi è anche la previsione di un elicottero Super Lynx 300 o S-70B. La Kedah è basata sulla MEKO A-100 della BV. Nonostante fossero state pensate ben 27 navi, ne sono state ordinate all'atto pratico solo 6. Le NGPV (Pattugliatori di nuova generazione) sono state concepite attorno nel 1990. Le navi Vosper erano troppo piccole per questi compiti d'alto mare, con due cannoni da 40 mm e circa 31 m di lunghezza. La RNM voleva navi ben più grandi e lanciò una competizione nel 1996. I Tedeschi vinsero la gara contro britannici e australiani. Il contratto è stato siglato solo nel 2003 e la PSC locale avrebbe dovuto essere coinvolta con la loro costruzione, per cui avrebbe costruito le navi dopo le prime due.
Tuttavia la situazione era stata anche peggiore quanto a finanzialmenti e ritardi, tanto che il primo scafo realizzato in Malaysia fallì le prove prima della consegna. I problemi sono stati tali che il governo ha lasciato perdere ulteriori investimenti e adesso si pensa che tutto verrà finito con sei navi complessive al posto delle 27 pianificate. Giugno 2006, entra in servizio la KD Kedah, dopo un ritardo di 18 mesi, poi la KD Pahang nell'agosto, KD Perak il 12 novembre 2007 mentre le altre sono la KD Terenganu varata il 6 dicembre 2007 e si pensa che verrà completata nel 2009.
Si tratta di navi stealth, ridotte emissioni di ogni tipo, velocità di crociera economica e sistemi avanzati e notevole automazione e sistemi elettronici avanzati.
*F171 Kedah, impostata il 13-11-03, dalla Blohm + Voss, varata il 21 marzo 2003, servizio dal 5 giugno 2006
*F172 Pahang, 21-12-2001, 2-10-2003, 3-8-2006
*F173 Perak, marzo 2002, 12 novembre 2007
*F174 Terengganu, agosto 2004, 6 dicembre 2007
*F175 Kelantan, luglio 2005, 24 novembre 2008
*F176 Selangor, luglio 2006
'''Organizzazione''':
Fregate: Squadron 21 e 23
*Squadron 22 e 24 per le corvette
*26 MCM
*31, MPCSS
*32, Sealift
*36, idrografica
*1, 6, 13
*Squadron trasporti veloci
*Squadrone immersioni
*Squadrone rimorchiatori.
Guardia costiera 'Kapal Maritim':
15 classe Gagah, 5 'Ramunia', 2 'Nusa', 15 'Sipadan', 2 'Rhu', 10 'Pengawal', 1 Peninjau', 5 'Pelindung', 5 'Semilang', 2 'Penylamat', 1 'Pengaman', 38 'Kilat' e 4 'Malawali', 2 'Langkawi', nave addestrativa Merlin, velivoli vari.
Le Forze speciali della Marina sono i '''PASKAL''', ovvero Pasukan Khas Laut (Forze speciali navali), normalmente incaricati in tempo di pace di missioni anti-dirottamento e protezione delle piattaforme offshore. In tempo di guerra diventano un ben più temibile reparto d'infiltrazione via mare e aerea, un po' come i SEAL americani. Dal 15 aprile 2009 sono noti come KD Panglima Hitam, ricordando i guerrieri coraggiosi del sultanato di Malaya.
Attivati dal 1 ottobre 1980, sono due squadroni con QG a Lumut, nel Perka, e altre basi come Semporna, a Sabah. Non si sa quanti siano, ma si presume che possano arrivare a circa mille effettivi in due unità, basate a Lumut e a Semporna, oltre che una compagnia a Teluk Sepanggar dove è in allestimento un centro addestrativo. Operativamente è organizzata in diversi squadroni di almeno 3 compagnie, la più piccola unità è il plotone con 7 elementi. In ciascuno squadrone vi sono vari elementi specializzati e un team di 'intelligence' è anche presente.
La storia del PASKAL inizia già nel '75, quando l'unità non esisteva, ma la Marina espresse il suo interesse per un reggimento addestrato per la guerra marittima moderna, soprattutto in compiti di protezione delle basi navali e delle altre importanti infrastrutture, tra cui la base principale nota allora come KD Malaya. Inizialmente c'erano 30 soldati ufficiali mandati al Centro addestramento dell'Esercito per la guerra non convenzionale (Pusat Latihan Peperangan Khas) a Sg Udang, e vennero anche aiutati dagli ex-nemici, gli Indonesiani del KOPASKA, nonché da britannici e americani (SEAL).
Tra i compiti della nuova unità, la protezione delle isole contese (le Spratly), delle oltre 30 piattaforme offshore e anti-pirateria, ma in caso di guerra vi sarebbero anche attacchi ai porti, ricognizioni, penetrazioni nelle basi e nei territori, demolizioni subacquee (ponti, navi) ecc. Un'unità molto pericolosa, quindi, capace di muoversi in mare e con elicotteri.
L'addestramento, tre mesi, è a Lumut. Tutti i partecipanti devono essere più giovani di 30 anni e con buona salute, poi vengono mandati al centro di Sungai Udang per addestramento paracadutista e infine vi sono i corsi specializzati, incluso quello medico, comunicazioni, esplosivi ecc. I soldati devono essere in grado di eseguire ogni tre mesi dei test fisici abbastanza impegnativi, specie considerando il caldo umido della zona: per chi ha meno di 24 anni è richiesta la corsa di 7,8 km in meno di 24 minuti, una prestazione da atleta, visto che significa almeno 20 km/h di velocità media; 1,5 km nuotati in meno di 25 minuti in una piscina, 6,4 km nuotati in mare aperto con la dotazione di missione, in meno di 120 minuti, 1,5 km in stile libero in meno di 31 minuti, missioni parà diurne e notturne, sopravvivenza in mare anche con mani e piedi legati, immersioni fino ad almeno 7 metri. Poi vi sono i vari corsi di addestramento, da quello di preselezione, a quello parà, combattimento subacqueo, e cc. ecc. I corsi avanzati sono vari, dalle missioni di infiltrazione, alle tecniche HALO-HAHO, combattimento anche senza armi (Taekwondo), sniper, intelligence ecc. ecc. L'addestramento è tenuto spesso con l'SBS, SEAL e KOPASKA.
Per questo ed altri motivi, già il 26 agosto 1991 il PASKAL venne dichiarato la principale unità antinterrorismo della Malaysia.
Le armi non sono ben note, ma sono più moderne di quelle delle altre SF malaysiane, per quello che si è visto nelle parate si tratta di vari sistemi di visione notturna, elmetti leggeri PRO-TEC, camere termiche, radar tattici MASINT, armi sniper come i DSR-1, RC-50, MSG-90, mitra P90, MP5, fucili Remington 870, fucili d'assalto AK-102, M4, M16 ecc, più mezzi navali leggeri anche di tipo subacqueo.
Sono stati impiegati in diverse occasioni, come quelle ONU (Somalia II, 1993-95), Angola (UNIVEM II, 1998), Timor Est (2006), Libano (2007), Libano II (2008) ecc.
Una delle missioni più recenti è quella antipirateria, dopo il dirottamento di due navi malesi da parte dei Somali, si tratta dell'Operazione Fajar, tenuta assieme ai Marines e a varie navi come la LEKIU nonché ulteriori elementi delle SF malesi, come quando il 1 gennaio 2009 una petroliera indiana, da 92.000 t, venne attaccata dai pirati. Mentre questa cominciava a fare manovre aggressive per impedire l'abbordaggio ai due battelli pirata, arrivavano un elicottero Dauphin saudita e un Fennec di una nave malese carico di due mitragliatrici e di uno sniper del PASKAL, che misero in fuga con dei colpi d'avvertimento i pirati.
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[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Malaysia]]
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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina
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[[File:CoA_Marina_Militare_Italiana.svg|180px|left]]La '''[[w:Marina Militare|Marina Militare ]]'''(inizialmente nota come Marina Militare Italiana, ma da qualche anno l'ultima parola è stata omessa), insieme ad Esercito Italiano, Aeronautica Militare (idem) ed all'Arma dei Carabinieri (da poco indipendente dall'Esercito propriamente detto), costituisce una delle quattro Forze Armate italiane: ad essa sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali. La sua funzione non è peraltro unica: in mare sono presenti anche la Guardia di Finanza e le Capitanerie di porto.
Al 2006 la Marina comprende un organico di 34.513 persone, di cui 5.063 ufficiali, 14.550 del ruolo marescialli, 3.350 del ruolo sergenti, 11.550 volontari di truppa. Nelle scuole e nelle accademie ci sono 748 allievi.
La Marina italiana nacque con la denominazione di "Regia Marina" il 17 marzo 1861, a seguito della proclamazione del Regno d'Italia da parte del parlamento di Torino. Dal 1946 in seguito alla proclamazione della Repubblica ha assunto la nuova denominazione Marina Militare.
==Il dopoguerra<ref>Nassigh, Riccardo, ''Dalla Regia Marina alla Marina Militare, 1945-55, RiD Lu. 2005 p.82-97</ref>==
===Le rovine della sconfitta===
Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Italia si presentava come una Nazione devastata da cinque anni di guerra, ma la svolta che si ebbe con l'armistizio dell'8 settembre 1943 e l'accordo di cooperazione siglato a Taranto il 23 settembre 1943, permisero alla Marina di avviare un lungo e complesso processo di ricostruzione. Nonostante l'importante contributo delle forze navali italiane durante il periodo di cobelligeranza, la Marina versava in condizioni drammatiche, con le infrastrutture e le installazioni in gran parte inutilizzabili, e con i porti minati o ingombri di relitti affondati. Il personale, però, sebbene avesse visto pochissima attività, non era particolarmente scaduto: dopo le crisi del 1943, tutto sommato rimase disciplinato, nonostante che la terribile inerzia delle grandi navi italiane, esiliate lontano dalla patria.
Nel 1945 l'inattività dovuta a due anni di inerzia, Le unità navali disponibili alla fine della guerra erano in numero sufficiente, ma in uno stato di efficienza che risentiva del conflitto bellico e dell'anzianità di servizio.
Ad un certo punto della guerra, dopo la fine delle ostilità in Europa si parlò anche di una spedizione navale(nel luglio 1945), perché gli italiani avevano anche aperto le ostilità contro il Giappone, una mossa ovviamente politica che avrebbe visti i problemi pratici. Nell'ambito della Marina se n'era parlato a lungo, e la cosa era stata ventilata anche agli Alleati. Così quel mese l'ammiraglio De Courten lo propose al governo e questo lo inoltrò agli Alleati. Ad ogni modo, l'offerta italiana era fin troppo velleitaria: le due corazzate maggiori (ITALIA e V.VENETO), 7-8 incrociatori, 9 cacciatorpediniere e 6 torpediniere.
L'esperienza italiana della VIII Divisione Navale dell'Atlantico con gli incrociatori aiutava, ma non era certo sufficiente. Ma la vera ragione era lo svincolo del sequestro delle navi da battaglia moderne nel limbo dei Laghi Amari. Ma non fu possibile.
Questa flotta, ancorché avesse avuto il 'placet' politico, non poteva essere considerata efficiente così com'era. C'erano molti problemi: c'era da aggiornare la dotazione elettronica, raddobbare le navi, addestramento e quant'altro. Inoltre, le corazzate erano inattive da anni, confinate secondo la volontà inglese nei Laghi Amari fin dal '43. Anche se fossero stati aggiornate, le navi italiane avevano alcuni problemi basici: l'autonomia e la scarsa dotazione di munizioni erano tra queste, sarebbe stato necessario aumentare notevolmente la dotazione di proiettili e aggiungere qualche migliaio di tonnellate di nafta, altrimenti, con un'autonomia di circa 4.000 miglia nautiche in crociera limitata, non c'era certo da contarci molto durante la campagna del Pacifico e le sue immense distanze, che mettevano a dura prova anche le navi angloamericane. I potentissimi cannoni da 381/50 mm avevano solo 74 colpi per nave e non c'erano probabilmente riserve, per cui sarebbe stato necessario fabbricarle ex-novo, non un compito così facile perché i cannoni Alleati non erano in genere da 15 in, ma da 14 o 16 (356 o 406 mm), eccetto che le vecchie munizioni britanniche.
A parte questi problemi tecnici, ce n'erano anche altri.
Anzitutto quello politico: i britannici, che avevano combattuto più a lungo e con maggiore impegno durante la guerra contro l'Italia, aveva subito dure perdite contro l'Asse nel Mediterraneo. E non avrebbero gradito che l'Italia, sconfitta e costretta all'Armistizio, avesse trovato modo di figurare, in qualche modo, come una 'Potenza vincitrice' del conflitto. Per cui non avrebbero mai voluto sentir parlare di un'Italia cobelligerante al di fuori del teatro del Mediterraneo. Inoltre gli italiani non avevano molto da mostrare, per le ragioni di cui sopra. Si pensò persino di mandare nell'Estremo Oriente una formazione di bombardieri CANT Z.1007 (Ter?), ma anche questa possibilità venne presto abbandonata.
La guerra finì presto: nell'agosto del '45 i giapponesi si arresero e a quel punto ogni sogno di gloria venne meno.
Restavano le macerie, e quelle erano tante.
Le navi erano in molti casi piuttosto giovani: i 3 incrociatori leggeri 'Regolo', sei torpediniere, 19 corvette e 7 sommergibili avevano meno di 5 anni, ma in generale si trattava di unità con meno di 10 anni di servizio, a parte le tre vecchie corazzate ammodernate e qualche unità minore.
Tutto sommato non era male, e non venne nemmeno schiantata la fermezza morale degli equipaggi, che pure era fiaccata da tre anni di guerra sanguinosa, con la suprema umiliazione dell'affondamento della RM Roma con circa 1.500 vittime: proprio il giorno dopo l'Armistizio la Marina perse la sua prima corazzata. Il giorno dopo, le potenti navi italiane entrarono nel porto di Malta, e fu davvero umiliante entrare nel Grand Harbour dopo tanti anni di ostilità: gli assedianti erano ora prigionieri degli assediati. Eppure, nonostante questo e la lunga e tediosa inattività, l'organismo aveva tenuto.
De Courten, Ministro e Capo di Stato Maggiore dopo la deposizione di Mussolini del 25 luglio 1943, stimava che sarebbe stato necessario avere una forza postbellica di circa 250.000 tonnellate.
Ma altri erano i problemi, e certo la distruzione delle infrastrutture non aiutava a pianificare un futuro così poderoso. I porti dell'Italia settentrionale erano rimasti sotto le bombe di continuo nel 1940-45, e ora erano un ammasso di macerie. Nel solo porto de La Spezia c'erano oltre 300 relitti e l'Arsenale aveva 80 edifici distrutti e 182 danneggiati. Idem per Genova, Trieste e così via.
Nel frattempo c'erano state delle ristrutturazioni strutturali della Marina, come lo Stato Maggiore, riordinato già durante il periodo di cobelligeranza, mentre il territorio era ora ripartito nei distretti di Taranto, La Spezia, Napoli, più i comandi autonomi di La Maddalena, Messina e Venezia. I marinai e gli ufficiali della Regia Marina erano oramai lontani da casa da anni, tra di loro c'erano 7.000 ufficiali permanenti, 4.000 di complemento, 55.000 del Corpo Equipaggi. Erano lontani da casa da anni, e non si poteva tenere queste persone ancora lontane da casa. De Courten calcolò che la Marina postbellica avrebbe avuto bisogno di 2.800 ufficiali e 40.000 marinai. Ma smobilitare così tanto personale in quel caos era difficile da farsi molto più che a dirsi.
La Marina, più in generale, tendeva a non dare molta importanza alla tragedia che aveva subito e combattuto: di fatto si pianificava il futuro con una certa continuità rispetto al 1940. Le Marine erano e sono spesso organizzazioni piuttosto isolate rispetto al mondo esterno, ma presto dovette ricredersi allorché gli si presenterà il conto finale di questa sconfitta.
Al 1/1/46 l'elenco delle navi era questo:
*'''5 corazzate''': le tre vecchie unità ammodernate 'Andrea Doria', 'Caio Duilio', 'Giulio Cesare', e le due superstiti tipo 'Littorio', ovvero 'Italia' (già Littorio, ribattezzata dopo la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943) e 'Vittorio Veneto;'
*'''9 incrociatori leggeri''', tra le quali 3 moderne unità della classe 'Capitani Romani': 'Attilio Regolo', 'Scipione Africano' e 'Pompeo Magno'; i sette incrociatori pesanti e l'incrociatore corazzato presenti nel 1940 erano infatti andati tutti perduti, nonostante fossero tra le migliori unità delle loro categorie
*'''11 cacciatorpediniere''', tra le quali 7 unità della più recente classe 'Soldati': 'Legionario', 'Velite', 'Mitragliere', 'Carabiniere', 'Granatiere', 'Fuciliere', 'Artigliere (II)' (i 'Soldati'); 'Oriani', 'Grecale', 'Da Recco', 'Riboty'.
*'''22 unità di scorta''': sette navi erano navi ASW, tra cui v'erano sia corvette vere e proprie (Aliseo, Ardimentoso, Animoso, Fortunale, Indomito, Orsa, Orione); altre 15 erano fregate o meglio, torpediniere (Ariete, Sirio, Sagittario, Cassiopea, Libra, Calliope, Clio, Aretusa, Monzambano, Abba, Pilo, Mosto, Carini, Fabrizi, Giovannini).
*'''19 corvette''': Minerva, Driade, Danaide, Pomona, Flora, Sfinge, Chimera, Sibilla, Fenice, Urania, Gabbiano, Pellicano, Cormorano, Folaga, Ibis, Gru, Scimitarra, Baionetta, Ape
*'''44 unità veloci''' costiere suddivise tra motosiluranti e vedette antisommergibili;
*'''50 dragamine''', tra le quali molte unità di provenienza inglese;
*'''16 motozattere''' da sbarco;
*'''2 navi scuola''': Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo;
*'''1 nave appoggio''' e trasporto aerei: Giuseppe Miraglia;
*'''39 Sommergibili''': Cagni, Zoea, Atropo, Otaria, Brin, Dandolo, Marea, Vortice, Diaspro, Turchese, Galatea, Onice, Platino, Nichelio, Giada, Alagi, Pisani, Mameli, Da Procida, Speri, Bandiera, Menotti, Manara, Settimo, Squalo, Corridoni, Bragadino, Jalea, H1, H2, H4; CB 7, CB 8, CB 9, CB 10, CB 11, CB 12, CB 19, CM 1.
Totale 105 unità.
Di queste navi, solo 3 degli 11 c.t. e 7 delle 22 torpediniere erano più vecchi di 10 anni, le corvette erano tutte moderne essendo del tipo 'Gabbiano'. Le altre unità vedevano tra l'altro 14 motosiluranti, 15 piccoli MAS, 15 vedette ASW VAS, 41 dragamine meccanici e 16 magnetici (inclusi i 32 prestati dai britannici), 15 motozzattere; come logistica, 1 nave officina, 2 navi scuola, 8 trasporti, 33 cisterne (di cui solo 5 erano petroliere d'altura e ben 23 erano nient'altro che cisterne d'acqua costiere) e 76 rimorchiatori (di cui 3 d'altura e 73 costieri e portuali). Tra le navi superstiti anche le corvette classe 'Ape', 28 realizzate (da non confondersi con le 'Gabbiano') tra il 1942 e il settembre 1943, su di un totale previsto di ben 70 unità. Da ricordare anche la nave Proteo, ex rimorchiatore PERSEO, varata nel '43, affondata dai Tedeschi e poi recuperata e riattata nel '51 ad Ancona, per restare in servizio ancora negli anni '90.
Ma in generale la situazione era nient'affatto rosea. Il nucleo delle corazzate moderne o ammodernate era potente, ma c'era il deserto tutt'attorno: 9 incrociatori e 11 cacciatorpediniere. Discreto il parco sommergibili, carenti le navi ausiliarie. Alcune navi erano davvero molto logore. Il DA RECCO era l'ultimo superstite della potente classe di caccia 'Navigatori', ben 12 grosse navi da circa 2.000 tonnellate, affondate un totale di ben 13 volte! Infatti, due di loro andarono a fondo e vennero recuperate in due occasioni diverse. Alla fine, il Da Recco risultò l'unico superstite, benché nel '42, durante una battaglia con gli incrociatori inglesi, venne colpito al deposito di munizioni di prua e saltò in aria. Ma i danni, forse anche perché aveva consumato un po' di munizioni, non erano stati fatali e molta della forza dell'esplosione sfogò verso l'alto. Alla fine lo portarono in porto appena in tempo prima che andasse a fondo. E questo era l'unico -acciaccato- superstite della potente classe 'Navigatori', un mezzo relitto che di lì a qualche anno venne radiato dal servizio.
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Presto si manifestarono altri problemi. Uno era quello politico: quello di 'ripulire' la Marina dagli elementi dalle simpatie più dichiaratamente fasciste. Anche se in realtà in questa forza armata il fascismo attecchì relativamente poco (a differenza della R.A. e dell'Esercito), non si poteva far finta di nulla, specialmente dell'esistenza di personale proveniente dalla Repubblica Sociale, nella cui marina avevano prestato servizio. Ma è anche vero che non si poteva sparare nel mucchio, specie alla luce di interessi condivisi, come i rapporti informali tra le marine delle 'due Italie' per cercare di difendere il territorio dagli occupanti tedeschi e dai vicini jugoslavi, tanto che persino la Marina Repubblichina alle volte si accordò con i partigiani per fermare i 'Titini'.
Per cui la formazione di una Commissione Superiore al Ministero della Marina, nel primo dopoguerra, ovviamente con un controllo stretto da parte dei partiti, causò non pochi imbarazzi, perché la Marina non gradiva mettersi a caccia di colpevoli, ma a tutto questo contribuirono anche i politici. Entro il 1950, quando la Commissione terminò i lavori, ben pochi colpevoli vennero trovati e l'instabilità politica (ben otto governi in un quinquennio) fecero il resto. I conti con il passato cominciavano già a decadere d'importanza, e persino Palmiro Togliatti, come ultimo atto del suo incarico da Ministro della Giustizia, emanò -nel 1948- un'amnistia, che suscitò critiche anche da parte del PCI, essendo vista come ennesimo favore ai vecchi fascisti. Ma come ogni guerra civile, i problemi nel fare i conti con il passato erano tali, da rendere necessario un qualche compromesso e forse anche qualche gesto di distensione. Sta di fatto che il fascismo non venne sconfitto totalmente in termini politici e questa storia non elaborata avrebbe poi intralciato notevolmente la Repubblica, con molti lati oscuri a tutt'oggi mai totalmente acclarati.
Ad ogni modo, per il momento gli ostacoli alla fine della crisi erano soprattutto di tipo materiale, e il Comitato Internazionale Dragaggio, che doveva far piazza pulita dei campi minati posati senza risparmio durante il conflitto, diede all'Italia una zona di lavoro di oltre 24.000 miglia quadrate. All'epoca l'Europa era inquinata letteralmente dalle mine, come nessun'altra parte del mondo e della Storia. I mari, in particolare, erano infestati di ordigni estremamente insidiosi e pericolosi da rimuovere, e che purtroppo 'non avevano una data di scadenza'. Gli italiani dovevano contribuire, anche perché di lavoro ce n'era, ma gli Alleati nel Mare del Nord avevano già i propri problemi. Così la Marina dovette cavarsela, inizialmente con appena 25 dragamine meccanici, di cui 13 erano barconi vecchi e logorati. La Royal Navy contribuì prestando 16 'trawlers' e 16 'Motor Minesweepers' in legno, questi ultimi attrezzati per il dragaggio magnetico delle micidiali mine da fondo. L'Italia ebbe così 57 navi e le unità inglesi verranno restituite nel '51, quando la crisi era in larga misura passata.
Bisogna considerare che questo lavoro, per quanto pericoloso, era assolutamente necessario. Non c'era modo di far ripartire i commerci e quindi, anche l'economia con il mare infestato da mine, mentre i porti erano mucchi di macerie ostruiti da relitti. Se non si ripartiva con i porti, sarebbero stati dolori e questo lo si sapeva bene. Visto che c'erano ben 19 corvette tipo 'Gabbiano', relativamente recenti, esse ebbero il lanciabombe 'Guzzoni' sbarcato (era per compiti ASW) e sostituito da un sistema di dragaggio meccanico. Non bastando ancora, vennero anche militarizzati un centinaio di pescherecci, barconi, rimorchiatori e immesse in servizio sei navi 'Anemone' di costruzione americana, che giunsero nel '47. Alla fine, si trattava di 180 navi con oltre 4.000 militari e 1.560 civili militarizzati. Senza avere i piani di posa delle mine, era non solo un lavoraccio, ma anche pericoloso. Per giunta, molte mine ormeggiate tendevano ad andare alla deriva o ad affondare, diventando così ordigni da fondo. Entro il 1950, con l'uso di navi e sommozzatori si riuscì a bonificare 7.000 mine a contatto e 300 magnetiche, più 3.500 ordigni antisbarco. Ma il pericolo delle mine non cessò subito, anche perché gli Albanesi cominciarono a posarne di nuove al largo delle loro coste.
Liberare i porti dai relitti fu un compito iniziato già prima della fine della guerra. C'erano i Gruppi Operativi Recuperi, e l'impegno della Royal Navy; nel dopoguerra venne anche la volta dei privati, come il Consorzio del Porto di Genova.
Il problema era che non c'era più molto naviglio galleggiante: l'Italia aveva perso il 35% delle sue navi, mentre al suo interno restava anche senza il 60% delle locomotive, il 46% dei carri merci e oltre il 50% degli autocarri. Oramai l'unico residuo della flotta mercantile contava appena 77 navi per 370.000 t circa, per cui, anche non considerando che esse erano usate per lo più da un apposito 'pool' delle Nazioni Unite, non c'era letteralmente più modo di continuare il rifornimento per l'economia italiana se non facendo ricorso alle navi mercantili estere.
Genova era il porto italiano ch'ebbe la maggiore priorità di ripristino, come anche la Spezia. A Trieste e Monfalcone le distruzioni erano minori e poche le mine; si riuscì anche a recuperare unità di una certa validità come il smg. BARIO, poi completato a Taranto come 'Pietro Calvi' nel 1959-61 o il rimorchiatore PERSEO (poi nave appoggio 'Proteo').
C'era anche il problema dei prigionieri di guerra da rimpatriare. Come successe anche con alcune navi giapponesi, vennero impiegate anche unità italiane come gli incrociatori per riportare questi sventurati in Patria, da dove mancavano da anni.
===Il trattato di pace e la fine delle illusioni===
In un periodo di notevoli difficoltà finanziarie, l'ammiraglio Raffaele De Courten, primo Capo di Stato Maggiore del dopoguerra, si adoperò per la riorganizzazione generale della futura struttura dello strumento navale, nonché per la ripresa delle attività di addestramento dell'Accademia Navale e delle Scuole Sottufficiali.
Il Trattato di pace firmato il 10 febbraio 1947 a Parigi, si rivelò tuttavia particolarmente gravoso per la Marina. Oltre alle cessioni territoriali e materiali, furono imposte anche restrizioni di carattere militare, nell'insieme di una durezza inaspettata, ma onestamente, non certo imprevedibile, dato che a Germania e Giappone era riservato ben di peggio e l'Italia, per quanto in parte fosse diventata 'cobelligerante', ora che era riunificata avrebbe dovuto pagare la resistenza ostinata della RSI. Il Trattato fu comunque molto tribolato, dato che iniziò ad essere elaborato già nell'estate del' 45. La Marina e il Governo pensarono di riuscire a sfangarla, anche ricorrendo all'escamotage di mettere a disposizione le loro corazzate tipo 'Italia' (ex-Littorio) per la neocostituita ONU, per 'operazioni di pace'. Ma in realtà questo non venne particolarmente tenuto in considerazione. Soprattutto dai britannici. Gli Statunitensi non avevano avuto grossi guai con l'Italia, l'avevano affrontata solo dalla fine del '42 e poi c'erano Giappone e Germania, ossi ben più duri. Ma Londra non si era scordata lo sforzo di battere l'Italia (e continuare a combattere la Germania al contempo).
Chi si illudeva di più era forse l'Ammiraglio De Courten, perché lui aveva molti buoni rapporti con i capi della Marine Alleate. La speranza di un 'colpo di spugna' fu grande, ma questo colpo non ci fu.
Per l'Italia, il Trattato fu una 'Forca Caudina' necessaria per ricominciare a contare qualcosa nella scena internazionale, altrimenti le forze d'occupazione alleate sarebbero rimaste ben più a lungo. E tutto sommato, ora che gli stessi reduci di guerra vedevano come l'Italia era ridotta, e come la forza militare sbandierata dal regime di Mussolini non era stata capace di impedire l'invasione e la sciagura per il proprio Paese, anzi si era risolta in una tragica impotenza.. a quel punto, a chi importava veramente di ricostruire uno strumento militare potente? Certo non alle masse, gli operai, i contadini, nei quali il comunismo era diventato un punto di riferimento che spazzava via gli anni del regime fascista. Ora, la Marina, rimasta nelle sue interessanti ma autistiche pianificazioni per il dopoguerra, non aveva proprio più alcun contatto con l'evoluzione della politica e della società. Così non importò più di tanto che i suoi piani venissero frustrati da un trattato di pace che si abbatté con maggior forza proprio su di essa. Del resto l'Aeronautica era ridotta a ben poca cosa nel '47 (una congerie di vecchi aerei italiani e alleati), e l'esercito era più o meno allo stesso livello. La Marina era l'unica forza armata che aveva ancora un discreto potenziale, per cui fu inevitabile che proprio i suoi piani venissero maggiormente colpiti.
* Divieto di possedere, costruire o sperimentare armi atomiche, proiettili ad autopropulsione con i relativi dispositivi di lancio, cannoni con gittate superiori ai 30 km, mine e siluri provvisti di congegni di attivazione ad influenza.
* Divieto di costruire, acquistare o sostituire navi da guerra, sperimentare unità portaerei, naviglio subacqueo, motosiluranti e mezzi d'assalto di qualsiasi tipo.
* Divieto di mettere in opera installazioni militari nelle isole di Pantelleria, di Pianosa e nell'arcipelago delle Pelagie.
*Esercito: 250.000 uomini come massimo
*Aeronautica: 350 caccia e trasporti, no bombardieri
*Marina: 106.000 t di naviglio combattente (46 unità), eccetto le corazzate 67.500 t; 145.000 t di naviglio da cedere (di cui 30 navi) tra il '48 al '51; 17.000 t di smg (28) dovevano essere affondati in alto mare; personale 25.000 e altri 2.500 per il dragaggio delle mine; divieto di costruire nuove navi fino al 1950, cessione di naviglio mercantile a chi ne facesse richiesta; divieto di costruzione o potenziamento difese in Liguria, in Veneto, Salento, Sicilia, Sardegna
*smilitarizzazione Tremiti, Pelagie, Pantelleria, cessione Saseno all'Albania, Trieste, Pola, Zara, Fiume alla Jugoslavia.
Il trattato impegnava l'Italia a mettere a disposizione delle nazioni vincitrici Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia, Jugoslavia, Albania e Grecia le seguenti unità navali in conto riparazioni:
'''3 navi da battaglia''':
*Corazzate ITALIA, V.VENETO per Stati Uniti (non consegnate, demolite 1949-51)
*Corazzata G.CESARE (Z.11), per URSS, consegna 2/49 come Novorossijsk
'''5 incrociatori''':
*A.REGOLO (R.4), SCIPIONE (S.7) a Francia, cons. 8/48 come Chateurenault e Guichen, mentre il POMPEO MAGNO non venne consegnato
*E. Di SAVOIA (G.2) a Grecia (7/51, come HELLI)
*D. D'AOSTA (Z.15) a URSS, 3/49 come STALINGRAD
'''7 cacciatorpediniere''':
* Mitragliere (M.2), Velite (V.5), consegnati alla Francia il 7/48 come J. De la Gravière e Duperré
* Legionario (L.6) e Oriani (O.3), alla Francia l'8/48 come Duchaffault e D'estaing
* Artigliere (Z.12) a URSS (1/49)
* Fuciliere (Z.20) a URSS (1/50), mentre il Riboty venne rifiutato
'''6 torpediniere''':
*Indomito (Y.10) e Ariete (Y.8) alla Jugoslavia (4/48) come Trigav e Durmitor
*Aliseo (Y.9) alla Jugoslavia il 5/48 come Biokovo
*Animoso (Z.16) e Fortunale (Z.17) a URSS il 3/49
*Ardimentoso (Z.19) a URSS il 10/49
'''6 sottomarini''':
*Dandolo e Platino a USA (demoliti 1948-49)
*Atropo e Alagi per GB, demoliti 1948-49
*Marea Z.13 e Nichelio Z.14, a URSS, consegnati 2/49
*2 cannoniere: Eritrea per Francia (cons. 2/48 come F. Garnier) e Illiria per Albania (non consegnata)
*13 motosiluranti: 11, 24-31 agli USA (non consegnate), 72, 73,74 per GB idem, 35 per Francia (cons. 12/48), 54-55 per Francia (non consegnate), 53 URSS (rifiutata), 52-61-65-75 per URSS (2/49)
*15 MAS: i 523,538, 547, 562 per USA e 433, 434, 510, 514 per GB, 540 e 545 per la Francia, ma tutti non consegnati; solo il 543 trasferito a Francia il 9/48, 520 e 521 rifiutati dall'URSS, che ebbe il 7/49 i 516, 519, ME 40.
*6 VAS (Vedette antisommergibili): 237, 240, 241 per Francia, non consegnate; 245, 248 per URSS, più la 246 però distrutta per incendio
*Due navi da trasporto, di cui la Panigaglia non consegnata alla Francia perché distrutta da esplosione il 7/47 (mine?) e la Montecucco per l'URSS (4/49); la nave salvataggio Anteo per GB (non consegnata);
*Nave scuola a vela CRISTOFORO COLOMBO (gemella del Vespucci), consegnata URSS il 3/49
*18 cisterne di cui tre per USA (non consegnate, le Prometeo, Dalmazia e Idria); due per GB (Metauro e Timavo, non consegnate), Urano, Travisio, Sprugola, Anapo, Bisagno, Tirso per la Francia (Urano e Sprugola non consegnate), Aterno per la Grecia (8/48), Isarco per Jugoslavia (5/48), Stige per URSS (non consegnata perché inefficiente), Istria, Besento, Liri, Polcerva per URSS (7/49).
*16 rimorchiatori di cui 9 per URSS (7/49), 9 per USA (non cons.), 9 per GB (non cons.), 6 per Francia (non cons.), 4 Jugoslavia (4-5/48), 6 URSS (7/49) più altri sei rifiutati.
*E ancora: 7 dragamine (6, 16, 21, 25, 27, 28, 9) per la Jugoslavia (cons. 8-9/48), un posamine per GB (non consegnato), 16 motozzattere tra cui le 744, 758, 776 per gli USA e 784, 800, 831 per GB, e le 722, 726, 728, 729, 737 per la Francia, tutte non consegnate; 717 e 713 per Iugoslavia (4/48) e 778, 780 e 781 per URSS (7/49)
La firma del trattato di pace, costituì quindi un duro colpo per l'appena costituita Marina Militare, non tanto per la cessione di naviglio in condizioni di efficienza precarie, quanto per i significati morali negativi che essa racchiudeva, al punto da far emergere dubbi sull'opportunità o meno di ratificare il Trattato o addirittura di auto-affondare le navi, tanto che l'ammiraglio Raffaele De Courten rassegnò le dimissioni prima della ratifica dello stesso.
Tuttavia, queste navi non vennero tutte consegnate. Gli USA e la Gran Bretagna trovarono vie diplomatiche con l'Italia, tanto che i primi il 17/9/47 e i secondi il 31/10/47 rinunciarono alle loro navi, tuttavia in entrambi i casi richiesero delle contropartite, ovvero la demolizione delle navi in loco: gli USA lo pretesero entro il 15/6/48, la Gran Bretagna chiese anch'essa la demolizione e -segretamente- 20.000 t di rottami entro un anno, anche se poi vennero consegnati entro il gennaio del '52. Anche i Francesi rifiutarono parte delle loro navi di preda bellica, senza imporne la demolizione. Tuttavia, pressati come erano con la guerra d'Indocina, richiesero l'immediata consegna delle navi restanti e un credito di 2 mld di lire per raddobbarle.
L'URSS trattò entro il '48 il negoziato per le riparazioni di guerra, con 11 navi consegnate senza riparazioni e altre 12 previste, ma di queste due andarono distrutte prima e le altre erano così malmesse da essere rifiutate, tra cui un cacciatorpediniere, il 'Riboty'.
La Jugoslavia non rinunciò alle navi, sebbene alcune come l'Aliseo vennero usate momentaneamente per il dragaggio mine; la Grecia ebbe il suo incrociatore in rimpiazzo dell'HELLIS, proditoriamente affondato da un sottomarino italiano prima della dichiarazione di guerra. Questo nuovo 'Hellis' era l'Eugenio di Savoia, ma venne consegnato solo nel '51 per via della necessità di riattarlo.
Infine l'Albania, che avrebbe dovuto ottenere la motonave Illiria, a causa del protrarsi dei negoziati oltre il tempo fissato dalla Commissione, non l'ebbe mai in servizio. Rimessa in servizio piuttosto nella Marina italiana, vi rimase fino al '58.
Anche altre navi rifiutate ebbero questa sorte, come il Pompeo Magno, che assieme al Giulio Germanico (recuperato successivamente) sarà uno dei nuovi incrociatori della Marina Militare. L'URSS ebbe quindi i maggiori benefici, inclusa la corazzata CESARE, che andrà distrutta in una misteriosa esplosione (molto probabilmente per via di qualche azione segreta della NATO e in particolare degli incursori di Marina), un incrociatore leggero, due caccia, 3 torpediniere e altre ancora. La splendida C.Colombo, però, rimase a marcire a lungo e venne demolita dopo averne fatta una nave deposito.
E la flotta concessa all'Italia era in tutto, questa:
*due Corazzate, DORIA (ridotta a nave pontone-scuola dal '56, radiata in quello stesso anno); e DUILIO (altra presenza assolutamente effimera, disarmata già nel '52 e radiata nel '56, con la quale le corazzate italiane giunsero ad una fine definitiva)
*4 incrociatori: ABRUZZI (ammoderanto 1952-53), GARIBALDI (conversione lanciamissili 1955-62), MONTECUCCOLI (nave scuola nel '49, rimodernato 1953-54), CADORNA (con la vita più breve, essendo pontone scuola dal '47 e radiato nel '51)
*4 cacciatorpediniere: Carabiniere e Granatiere, riammodernati nel '53-54, Grecale, riammodernato nel '48-49, nel '51-54, e nel '59; Da Recco, in disarmo nel '47 e radiato nel '54.
*16 torpediniere: Orione, Orsa (classe Orsa), (classe Spica) Sirio, Sagittario, Cassiopea, Libra, Calliope, Clio, Aretusa, tutte ammodernate nel '52-53; Monzambano (dis. '47, radiato '51); Pilo, Abba, Mosto, Fabrizi, Carini (radiati '54-58), Giovannini (rad. 1950)
*20 corvette: Ape, Baionetta, Chimera, Cormorano, Danaide, Driade, Fenice, Flora, Folaga, Gabbiano, Gru, Ibis, Minerva, Pellicano, Pomona, Scimitarra, Sfinge, Sibilla, Urania, Bombarda, per lo più aggiornate nel 1953-55
*8 VAS: 201,204, 211, 218, 222, 224, 233, 235
*Dragamine meccaniche: 102, 103, 104, 105, 113, 114, 129, 131, 134, 148, 149, RD. 20, 32, 34, 38, 40, 41
*Navi officina: Pacinotti (rad. '53-56)
*Posamine: Azio (idrografica dal '47 e radiata nel '57)
*Nave trasporto aerei MIRAGLIA (ex portaidrovolanti, disarmo nel '48)
*Nave scuola vela VESPUCCI (radiata 1951, poi -evidentemente- riattata)
*Navi trasporto Cherso, Boffoluto, Monte Grappa, Tarantola, A. Messina
*trasporti e ausiliari Rampino, 2 petroliere (Nettuno e Lele), 12 cisterne acqua Po, Sesia, Arno, Frigido, Mincio, Ofanto, Oristano, Pescara, Simeto, Stura.
===La mesta fine delle supercorazzate===
Forse la sorte peggiore spettò alle due 'Littorio/Italia', fatte rientrare dai Laghi Amari solo il giorno prima della firma del Trattato. Certamente esse erano il maggiore argomento sul quale gli ammiragli italiani e anche i politici in generale puntavano. La consistenza di un gruppo navale di pregio -e gli italiani bene o male avevano ancora cinque corazzate- era un qualcosa che poteva essere giocato nel 'tavolo della pace' e se si provò proprio tutte per riuscirci. Ma gli inglesi non ci stettero. La loro linea era sostanzialmente (NB: Vedi Storia militare mar 1999), di ricordare agli italiani che loro avevano perso la guerra, e che i britannici li avevano battuti; ma prima di questo, i danni di guerra erano stati tali da rendere anche la Gran Bretagna fiaccata e impoverita, tanto che il razionamento viveri durò più che in Italia (ovvero fino al '54 anziché il '51). Certo, in realtà i danni di gran lunga maggiori li avevano procurati i Tedeschi, ma Londra li aveva già puniti più che a sufficienza visto che la Germania venne smembrata alla fine del conflitto, e che comunque era stata privata totalmente di forze armate.
Le navi da battaglia, invece, resistevano a lungo nelle dotte argomentazioni degli ammiragli dell'epoca. C'era chi sosteneva, per esempio, che nell'era moderna, per una nave militare la difesa era pressoché impossibile a fronte dei mezzi nemici sempre più potenti, e allora, per essere navi da guerra valide, era fondamentale 'incassare e sopravvivere', e quindi cosa di meglio di una potente corazzata? Ma quest'argomento non faceva breccia. A parte i costi non indifferenti di gestire una nave del genere, oramai gli oceani e i mari appartenevano alla nuov regina, la portaerei. Le costruzioni di corazzate, nel dopoguerra, ebbero un brusco arresto e sebbene risultassero ancora di una certa utilità, le n.b. alleate non risultarono più particolarmente utili, se non come batterie galleggianti contro obiettivi costieri (vedi la carriera delle 'Iowa' americane nda).
Quanto alla reale 'capacità di incassare', la fine delle corazzate dell'Asse non avrebbe potuto essere più esplicita: la ROMA, la YAMATO e la TIRPITZ vennero tutte affondate da aerei e per giunta, saltarono in aria, malgrado la loro robusta protezione. Tutte in maniera diversa, ma tutte con una sorte simile: la nave italiana, mestamente affondata dopo l'Armistizio mentre scappava verso Sud, colpita da un paio di bombe teleguidate; la TIRPITZ centrata da due-tre enormi ordigni 'Tallboy' semiperforanti da circa 5.400 kg, capaci di scavare crateri larghi quasi 30 metri e profondi poco di meno.. quanto alla YAMATO, la sua uscita era addirittura disperata, tanto che la missione era solo di raggiungere Okinawa e arenarsi sulle coste, contribuendo alle difese costiere. Era uscita con appena 2.500 t di carburante, appena quanto ne bastava per una missione senza ritorno, ma comunque era scortata da un incrociatore e otto caccia, disposti in un grande anello esterno. Eppure, così come mesi prima la sorella MUSASHI, essa venne affondata da un nugolo di aerei leggeri, decollati da portaerei, utilizzando munizioni necessariamente più leggere, ma mettendone a segno un maggior numero. Se la MUSASHI si beccò non meno di 19 siluri e circa 4 ore di sopravvivenza, la sua sorella chiuse la storia con una enorme esplosione e un affondamento molto più rapido e letale. Il fatto che fossero navi da battaglia eccezionalmente protette e potenti non comportò un destino migliore, semplicemente richiesero più colpi (bombe e siluri) per andare comunque a fondo.
Questo disastro non poteva esprimere meglio la fine del potere delle corazzate: costrette a nascondersi in porti ben protetti oppure mandate allo sbaraglio, a fare da bersagli di riferimento per gli aerei nemici, nonostante l'enorme potenza di fuoco antiaerei che esse sprigionavano, per non dire della scorta. Durante l'affondamento della YAMATO, l'armata aerea americana (non meno di 280 velivoli) colpì e affondò anche l'incrociatore leggero Yakhagi e quattro degli otto cacciatorpediniere: una strage totale, malgrado il notevole incremento della potenza di fuoco a.a. (si pensi al raddoppio dei cannoni da 127 della corazzata, da 12 a 24) rispetto ai primi anni di guerra.
Eppure erano stati proprio i giapponesi a dimostrare per la prima volta come si potesse affondare una forza di corazzate (britanniche) in mare aperto; e prima ancora, erano stati i britannici a dimostrare come si potesse, anche se solo con un pugno di lenti aerei, danneggiare gravemente anche le più moderne corazzate ('Veneto' e 'Bismarck'). E a ritornare ancora indietro nel tempo, gli italiani dimostrarono nel '18 come si potesse affondare una corazzata moderna anche con un mezzo 'triviale' come un MAS, e infine, dalla loro nascita i sottomarini avevano dimostrato la loro letalità anche contro le navi da battaglia, tanto che la loro pesantissima corazzatura si dimostrerà più che altro una zavorra, piuttosto che un fattore di sicurezza.
Insomma, qualcosa non andava nel ragionamento degli ammiragli italiani. E non solo, perché (Armi da guerra n.117) successe persino che in un'esercitazione prebellica uno dei primi sottomarini inglesi segnalò ad una corazzata d'averla affondata .. e questa gli rispose che 'non era possibile'. Se questo era l'atteggiamento ante-1914, 40 anni dopo le cose erano oramai ben chiare a tutti (fin dalla strage dei tre 'Cressy' nell'ottobre 1914).
Ma se le ondate di bombardieri pesanti o gli sciami di aerei leggeri imbarcati fossero stati considerati scenari poco probabili contro un nemico 'normale', che non avesse una supremazia totale, la fine della ROMA era ben più impressionante. Bastarono un pugno di bombardieri armati con bombe telecomandate, così potenti da perforare facilmente la pur robusta corazzatura della nave ed esplodere nei depositi delle munizioni. Dimostrazione migliore di come la corazza, contro simili armamenti, risultasse di ben poca utilità, davvero non poteva esserci: le 'Fritz-X' avevano bucato i ponti e lo scafo come fossero lattine, e non c'era ragione di pensare che il futuro promettesse un qualche miglioramento, anzi. L'era delle armi nucleari (vedi gli esperimenti di Bikini, 1946), l'avvento dei 'jet' (ancora più micidiali e precisi dei normali aerei ad elica), dei missili antinave (come l'SS-N-2 Styx) e il fatto che i sottomarini moderni tendevano ad essere molto più letali di prima (con i Type XXI, siluri acustici, mine, sonar ecc), non prometteva nulla di buono per navi che facessero dell'acciaio la loro protezione. Di fatto, la storia delle corazzate si chiuse nel 1945. Gli anni successivi avrebbero visto navi di medio-piccolo dislocamento quale standard (prima incrociatori e cacciatorpediniere, poi cacciatorpediniere e le ancora più piccole fregate), mentre le regine dei mari erano adesso le portaerei e i sottomarini (specie se nucleari). Per chi volesse una conferma ulteriore, si pensi solo alla fine degli incrociatori da battaglia programmati ai tempi di Stalin, 'stracciati' in favore di piccole navi missilistiche e di una flotta di sottomarini moderni.
Anche se, detto questo, è certo bizzarro e solo per imposizione politica che la Marina (da Regia Marina era passata a Marina Militare il 12 giugno 1946) restasse con le due vecchie 'Duilio' piuttosto che le ben più moderne 'Italia'.
Sta di fatto che nessuna argomentazione riuscì a convincere gli americani e i britannici: le due 'Italia' vennero considerate esuberanti rispetto alla piccola flotta italiana del dopoguerra, e da cedersi agli Stati Uniti. Non accadde, e rimasero in Italia. Lì si cercò in tutti i modi di ritardarne la demolizione, nonostante che ben presto la fiamma ossidrica gli fece a fette i cannoni. Nonostante i mille tentativi di salvarle in qualche modo e misura, entro il '51 le ultime lamiere si accatastarono sulle banchine. Una mesta fine per le superstiti di questa sfortunata classe di potenti corazzate. Il tentativo era fallito e le 80.000 tonnellate di metallo, come unica consolazione, sarebbero state utili allo sforzo di rinascita postbellica del Paese.
===Ritorna la speranza===
Già nel marzo '46 la tensione tornò alta nel Mediterraneo. L'occasione fu il vecchio sogno di Mosca, controllare gli Stretti (dei Dardanelli) dai quali si poteva accedere al Mediterraneo, invece di restare chiusa nella gabbia del Mar Nero, per giunta in coabitazione con i Turchi. Quell'anno vi fu un ammassamento di truppe alla frontiera turca e gli Stati Uniti risposero cogliendo un'occasione davvero 'diplomatica'. Proprio in quel periodo venne a mancare l'ambasciatore americano in Turchia, e come ultimo 'servizio' diplomatico, venne mandata -con grande enfasi della stampa- un'intera formazione navale a prelevarne la salma e riportarla in patria. Si trattò di una crociera svolta dalla nave da battaglia USS Missouri, un incrociatore e un caccia, che entrarono da Gibilterra e quindi percorsero i circa 3.000 km dell'intera larghezza del Mediterraneo. Il messaggio era chiaro, visto che le alternative non mancavano, per esempio il rimpatrio con un aereo da trasporto oppure una nave proveniente da Suez. All'epoca si pensava che la Jugoslavia fosse anche più vicina all'URSS di quanto non fosse realmente, mentre l'Albania era dichiaratamente filosovietica. Quindi ribadire che il Mediterraneo era 'off-limits' rispetto ai piani di Mosca era importante. E dato che la flotta italiana era ancora fuori gioco, che i francesi e i britannici avevano anche molti impegni in altre parti del mondo, gli Stati Uniti fecero la loro apparizione. Dapprima fu quest'episodio, ma appena sei mesi dopo venne ufficializzata una presenza stabile, basata sulla portaerei USS Randolph, tre incrociatori e quattro cacciatorpediniere. Non una presenza massiccia, ma significativa. Nell'autunno di quell'anno vi furono incidenti di rilievo con gli Albanesi, che lungo le loro coste cannoneggiarono due incrociatori britannici, mentre altrettanti cacciatorpediniere (tra cui il veterano HMS Saumarez) subirono pesanti danni da parte delle mine. Nel '47 la situazione era peggiorata dato che in Grecia era scoppiata la guerra civile, dovuta al movimento comunista ELAS, già in guerra durante l'occupazione tedesca contro invasori ma anche contro i partigiani monarchici. In quel momento, l'effetto 'domino' sembrava assicurato: se la Grecia fosse diventata un Paese comunista, allora l'URSS avrebbe potuto diventare la nuova padrona del Mediterraneo: con l'Albania, forse la Jugoslavia (che difficilmente avrebbe potuto sfuggire alla forza politica di Mosca), e tutto il retroterra balcanico, si sarebbe potuto influenzare pesantemente l'equilibrio di poteri dell'ex- 'Mare nostrum'. La qual cosa ovviamente allarmò gli oramai ex-Alleati, in particolare gli Stati Uniti, rimasti assieme alla martoriata URSS a dividersi le zone d'influenza del mondo e le macerie d'Europa. Nel gennaio del '48 venne raddoppiata la consistenza del 6th Task Group con una seconda portaerei e un battaglione di Marine, e di lì a qualche mese sarebbe diventata ufficialmente la 6th Fleet, emanazione dell'Atlantic Fleet e ovviamente, della volontà dell'Amministrazione Truman di non lasciare spazi ai sovietici.
Il corso degli eventi poteva dunque cambiare di molto rispetto a quello che conosciamo noi: ma al dunque, il tentativo comunista greco non andò in porto e nel '48 si verificò il distacco ufficiale di Tito da Mosca. Il rischio apparentemente concreto di un'invasione dalla 'Soglia di Gorizia', non era più reale -anche se tenuto presente per le decadi a venire- e la sola Albania non era più una minaccia credibile, anche costruendo una base per sommergibili a Saseno. Tuttavia, la minaccia continuava ad essere percepita come reale e così la Marina già il 16 aprile del '47 inoltrò al governo una valutazione della situazione nella quale si riconosceva la relativa sicurezza della situazione in generale, ma delle criticità nello Jonio e Adriatico, specie il Canale d'Otranto. Si richiedeva quindi che le navi maggiori pattugliassero questo settore, mentre il naviglio sottile veniva usato per assicurare i collegamenti marittimi. La Marina chiamava in causa il supporto aereo ma l'Aeronautica all'epoca era ancora peggio messa. Si pensava all'impiego di una forza di aerei efficaci nel supportare (finalmente) le operazioni navali. Si pensava a dotarsene anche in proprio, con la conversione di qualche mercantile o l'acquisto di una portaerei leggera, com'era da prassi all'epoca.
I tentativi della Marina di collaborare con le altre due F.A. rimasero tuttavia più teorici che pratici, un po' perché il Trattato che entrava in vigore poneva problemi notevoli (come la rinuncia a bombardieri di ogni tipo per l'AMI) e un po' -al solito- per le rivalità e l'egoismo dei vertici di Esercito e Aviazione. Alla fine, con l'istituzione di un apposito comitato per risolvere i problemi di coordinamento, previde un reparto da bombardamento marittimo basato a Napoli e uno da caccia a Brindisi. Ma questo, con l'entrata in funzione del Trattato, non sarebbe stato più realizzabile. Inoltre il rischio paventato dell'invasione sovietica dal Nord-Est lasciava la Marina in una posizione molto meno importante, data anche la facilità con cui l'Adriatico, con le sue acque basse, era facilmente minabile. La possibilità che i sovietici potessero passare per il Canale d'Otranto minacciando l'Italia meridionale, magari con l'appoggio della guerriglia comunista del PCI -il '48 fu l'anno in cui si rischiò la guerra civile anche in Italia- non era un'eventualità così remota. Ad ogni modo, il tentativo proposto dalla Marina di creare un Comando Interforze si risolse solo nella creazione di un Comando Stato Maggiore della Difesa (anziché 'Generale'), ma in sostanza mutò poco, perché all'Esercito, che già comandava normalmente i vertici delle F.A. italiane, non interessò certo di distribuire il potere decisionale alla pari con le altre forze. Inoltre l'Aeronautica non era affatto favorevole -e si oppose veementemente- alla costituzione di aviazioni dell'Esercito e della Marina. Nel '51 verrà fatta poi una ulteriore ricerca di unificazione delle strutture militari di vertice con la sostituzione dei Consigli Superiori di Forza Armata con un unico Consiglio Superiore delle F.A. Nel '47 la Marina aveva comunque costuito un Comando in Capo delle F.N, con tre divisioni. Si ammodernò il naviglio, specie in funzione a.a. e ASW. Non furno particolarmente interessate da tali lavori -svolti a La Spezia con manodopera locale e tecnologie americane- le corazzate rientrate in servizio, ma piuttosto caccia, incrociatori e corvette. Con i pochi soldi disponibili, però, il 65% del bilancio era speso in stipendi, mentre per il carburante erano disponibili circa 2 mld l'anno. Ogni nave era così fortemente limitata, in media, a non più di due uscite in mare per ogni mese.
In base al Trattato alla Marina Militare rimanevano:
*le due vecchie corazzate Doria e Duilio in discrete condizioni generali, ma ormai obsolete;
*I quattro incrociatori, tutti della Classe Condottieri, di cui i due Abruzzi ed il Montecuccoli in buone condizioni, mentre il Cadorna, ormai obsoleto, venne subito declassato a pontone scuola e radiato nel 1951;
*quattro cacciatorpediniere, tra cui il Nicoloso da Recco in mediocri condizioni e posto quasi subito in disarmo;
*trentasei fra torpediniere e corvette, fra cui le unità della Classe Gabbiano, dotate di buone caratteristiche generali.
Vi erano poi unità minori come vedette antisom, dragamine, posamine e navi ausiliarie e d'uso locale. Di tutte queste unità, l'unica ancora oggi in servizio è la nave scuola Amerigo Vespucci. Una minima parte delle unità non trasferite per la rinuncia degli assegnatari venne incorporata nella Marina Militare, mentre il naviglio in peggiori condizioni e tutto quello appartenente alle categorie vietate dal Trattato venne demolito. Gran Bretagna e Stati Uniti rinunciarono alla consegna delle corazzate Italia e Vittorio Veneto, ma i tentativi di mantenerle in servizio fallirono e dopo l'imposizione, su richiesta sovietica, del taglio dei cannoni da 381mm le due unità vennero smantellate definitivamente nei primi anni '50 all'Arsenale della Spezia.
Delle unità entrate a far parte della Marina Militare, le due navi da battaglia risalenti alla prima guerra mondiale, e trasformate e ammodernate negli anni'30 vennero impiegate prevalentemente per compiti addestrativi e vennero radiate nel 1956. Degli incrociatori, il Garibaldi sarebbe stato posto in disarmo nel 1953 per essere successivamente ricostruito tra il 1957 e il 1961 come incrociatore lanciamissili, il Duca degli Abruzzi a metà del 1947 iniziò un ciclo di lavori, che videro l'installazione del radar di scoperta aerea SK 42 di provenienza britannica e l'introduzione di alcune modifiche minori all'armamento, mentre il Montecuccoli dal 1949 sino alla radiazione, avvenuta nel 1964, venne impiegato nell'attività addestrativa per gli allievi del secondo anno dell'Accademia Navale di Livorno. Dopo la messa in disarmo e la ricostruzione del Garibaldi come unità lanciamissili e con il Montecuccoli impegnato nell'attività di nave scuola, il Duca degli Abruzzi rimase a lungo l'unico incrociatore della Marina Militare a svolgere attività di squadra.
Dei cacciatorpediniere, il Grecale, che faceva parte della Classe Maestrale, fu nel dopoguerra la prima unità ad essere ammodernata presso l'Arsenale della Spezia così come degli ammodernamenti vennero fatti sui cacciatorpediniere della Classe Soldati Carabiniere e Granatiere, che verranno impiegati con il Grecale in vari compiti addestrativi e di squadra.
Delle torpediniere superstiti, una metà apparteneva alla Classe Spica. Le ex Spica vennero impiegate come fregate antisommergibile, così come le due torpediniere della Classe Orsa. Le corvette Classe Gabbiano, le quali prestarono servizio per lunghi anni dopo la fine delle ostilità, vennero dotate di apparecchiature elettroniche relativamente moderne.
Alcune unità, scampate in qualche modo alle clausole del Trattato di Pace e risultate recuperabili malgrado fossero state sabotate dai tedeschi, furono momentaneamente accantonate in attesa di maggiori disponibilità finanziarie necessarie per il loro ammodernamento.
Per i sommergibili, i due battelli Vortice e Giada, non essendo stati ritirati dai francesi, erano rimasti a Taranto destinati alla demolizione e, radiati ufficialmente l'1 febbraio 1948, vennero riclassificati pontoni veloci per la ricarica delle batterie ed ufficialmente impiegati per produrre energia elettrica con le loro dinamo, evitando così la demolizione. Il Giada e il Vortice vennero ribattezzati rispettivamente PV 1 e PV 2, ancorati al Pontile Chiapparo. Ma la Marina stava ricostituendo segretamente le sue forze. I due battelli, di notte, demolivano le loro sovrastrutture posticcie, che venivano furtivamente sbarcate dopo l'uscita dal canale navigabile di Taranto, effettuando immersioni, emersioni e brevi crociere che consentirono di formare i primi nuclei di sommergibilisti, oltre che a fare esercitare le unità antisommergibile.
Nel frattempo a Venezia venivano ricostituiti reparti ancora più elusivi. Era inevitabile che la lotta alle mine richiedesse subacquei (specie un un'epoca antecedente ai ROV), e così per sminare era necessario formare sommozzatori. Alla locale Scuola, dipendente dal Comando Sminamento, vennero così trasferiti i commandos di Mariassalto -il discendente della X Mas- e poi spostati a Varignano (La Spezia).
La crescente attenzione rivolta dall'Unione Sovietica verso i paesi del mar Mediterraneo, ed i conseguenti tentativi da parte degli Stati Uniti di contrastare l'aumento dell'influenza sovietica nell'area, trasformò i mari italiani in uno dei principali luoghi di confronto tra le grandi potenze internazionali, contribuendo alla riaffermazione dell'importanza dell'Italia e dei suoi porti, grazie alla loro posizione geografica strategica.
Con il nuovo governo eletto nel 1948, il Ministero della Difesa fu affidato a Randolfo Pacciardi, esponente politico che mise la sua esperienza militare al servizio del processo di ammodernamento delle Forze Armate. In pieno Piano Marshall, e in un contesto in cui l'Europa si accingeva alla divisione secondo due schieramenti contrapposti, l'Italia cominciò ad intavolare colloqui con gli USA, mirati all'ottenimento di adeguate garanzie di sicurezza. D'altro canto il governo di Washington, fortemente interessato a mantenere le proprie basi nella penisola, allentò i vincoli del Trattato di pace, inserendo l'Italia nel programma di aiuti militari MDAP (acronimo di Mutual Defense Assistance Programme).
Il 1949 vide l'Italia uscire dall'impasse, grazie ad una trattativa segreta con gli USA -basi permanenti in cambio di 'protezione' da un attacco esterno- che stava avvenendo anche con altre nazioni europee. Non molti ricordano oramai che il primo trattato di questo tipo fu il Trattato di Dunkerque, dove GB e Francia, nel '47, avevano preso un impegno di difesa comune, poi esteso anche al debole Benelux. Da qui il Trattato di Bruxelles, con USA e Canada come osservatori.
Gli Stati Uniti erano molto tentati di tornare al loro vecchio spirito isolazionista, visti i costi e le responsabilità che dava l'esercizio della loro immensa potenza. Ma nel '48 la guerra arabo-israeliana e poi il blocco di Berlino fece prendere altre decisioni, con la costituzione di una forza di difesa reciproca che richiamava i principi delle Nazioni Unite. L'Italia era interessata a questo progetto, anche se c'erano delle difficoltà notevoli: l'ostilità di Francia e Gran Bretagna, la diffidenza che in generale c'era attorno ai militari nell'Italia del dopoguerra e il fatto che il nostro territorio era tanto fondamentale quanto indifeso. L'Italia non lo nascondeva e anzi usò l'argomento per ottenere da subito forti aiuti militari, il che significava di conseguenza eliminare parte delle limitazioni del Trattato di Pace. Il 4 aprile 1949, l'Italia guidata dall'abile De Gasperi riuscì a firmare la sua adesione alla nascita del nuovo organismo (NATO) dopo che appena pochi giorni prima aveva aderito al Trattato di Bruxelles. Adesso l'Europa Occidentale, compattata dalla pressione sovietica ai confini, si era decisa ad unire le forze e la NATO comprendeva GB, Francia, Benelux, Islanda, Norvegia, Portogallo, Canada e USA, oltre per l'appunto all'Italia.
L'Italia dovette faticare non poco per adattarsi alle procedure e ai materiali americani, ma la sua presenza e quella francese pose il Mediterraneo in una posizione più importante di quanto sarebbe stato altrimenti. I Francesi, che avevano anche problemi in Indocina, chiesero a Italia, Grecia e Turchia la formazione di un Patto Mediterraneo, ma la cosa trovò l'ostilità angloamericana e l'entrata nella NATO di Grecia e Turchia eliminò la questione definitivamente.
La Marina Italia ebbe adesso una maggiore responsabilità: controllo di Adriatico e Jonio, difesa del traffico in Tirreno, supporto agli anglo-americani nel Mediterraneo centrale. Persino troppo per le capacità della Marina, che richiese con un promemoria dell'aprile 1949 un totale di 180 aerei e 3 portaerei leggere, una delle quali da tenere in riserva. Nel luglio del '49 vennero effettivamente chiesti nuovi materiali agli americani.
Con l'adesione alla NATO, alla Marina fu assegnato il controllo del mare Adriatico e del canale d'Otranto, nonché la difesa delle linee di comunicazione marittime nel mar Tirreno. Per assolvere a questi compiti, fu pubblicato già nel novembre del 1949 uno "Studio sul potenziamento della Marina italiana in relazione al Patto Atlantico", con il quale si individuavano le strutture e le modalità di potenziamento della Marina Militare stessa.
Si insisteva particolarmente nella difesa dei convogli di rifornimento e si chiedeva due gruppi navali di pronto impiego con ciascuno una portaerei, due incrociatori a.a., sei caccia e otto fregate; si chiedevano anche 500 aerei e 400 dragamine(!), 150 cacciasommergibili e molti altri mezzi veloci e da rifornimento in mare. Ovviamente questo rimase essenzialmente lettera morta, data l'esosità di questa lista.
Risalgono alla fine degli anni '40 i primi contributi alleati, sotto forma di cessione di diversi esemplari di naviglio minore quali dragamine e motosiluranti.
Il 4 aprile 1949, l'Italia sottoscrisse il Trattato del Nord Atlantico, ribadendo la sua impossibilità a contribuire attivamente all'interno dell'organizzazione e questo portò diplomaticamente, sul finire del 1951, alla revoca definitiva dei vincoli del trattato di pace con il consenso di tutte le nazioni occidentali.
Nel quadro del programma di un programma di potenziamento navale avviato nel 1950 e del programma di aiuti militari MDAP all'inizio del 1951 giunsero dagli USA due cacciatorpediniere del tipo Benson/Livermoore che vennero ribattezzati Aviere ed Artigliere e benché risalissero ai primi anni '40, contribuirono con il loro armamento a potenziare la componente artiglieresca delle forze navali di superficie della Marina Militare Italiana incrementandone al tempo stesso le capacità antiaeree. Insieme alle armi, anche le nuove apparecchiature elettroniche per la direzione del tiro e la sorveglianza aeronavale rappresentarono il punto di partenza per l'addestramento del personale su sistemi di nuova generazione che sarebbero stati adottati successivamente in maniera più diffusa e generalizzata. Contemporaneamente arrivarono dagli USA altre tre unità di scorta che utilizzate come fregate costituirono la Classe Aldebaran e vennero proficuamente utilizzate per l'attività di Squadra fornendo un valido contributo per la progettazione delle successive unità di scorta di costruzione nazionale.
Vennero avviati nel 1950 i lavori di ricostruzione/trasformazione di due incrociatori leggeri della Classe Capitani Romani, il 'Pompeo Magno' e il 'Giulio Germanico' che venne recuperato nel Cantiere di Castellammare di Stabia dopo essere stato auto-affondato dai tedeschi. Le due unità trasformate in cacciatorpediniere vennero ribattezzate rispettivamente San Giorgio e San Marco entrando in servizio tra il 1955 e il 1956.
'''Programma navale 1950''':
'''Navi di nuova costruzione''': due caccia (INDOMITO e IMPETUOSO), 1952-57, due fregate (CENTAURO e CANOPO e altre due previste poi), 1952-57, 12 dragamine 'Agave' I Serie in materiali amagnetici, 1954-56, motocannoniera MC 490 convertibile, 1953-55, un cacciasommergibile (VAS 470, poi Sentinella), 1953-56
'''Navi ammodernate''': i caccia S.Giorgio e S. Marco (ex FV1 Pompeo Magno e FV2 Giulio Germanico), 1952-55; nave appoggio Proteo (ex rimorchiatore Perseo), 1951; incrociatore ABRUZZI (1951-53), GARIBALDI (1949-51), MONTECUCCOLI (1953), tre ct. (Granatiere, 1950-52; Grecale, 1953-54; Carabiniere, 1953-54), due navi ASW (Orsa e Orione, 1953-54), 7 torpediniere (Sirio, Sagittario, Cassiopea, Libra, Calliope, Clio, Aretusa), 1951-53, 20 corvette 'Gabbiano' (1950-54), i smg. Giada e Vortice (1952), la corvetta Bombarda (1950).
'''Navi cedute in conto MDAP (Mutual Defence Aid Program)''':
*due caccia tipo 'Benson', ARTIGLIERE e AVIERE, consegnati nel 1951
*3 fregate Aldebaran, Altair, Andromeda, 1951
*2 smg Da Vinci e Tazzoli, 1955
*34 dragamine amagnetici di cui 17 classe 'Ariete' (MSC) nel 1953-55, e 17 classe 'Azalea' (MSC) del 1947
*6 navi cannoniere appoggio classe 'Alamo', dal '51
*2 cisterne acqua, Adige e Flegemonte, 1947-48
Inoltre vennero commissionate all'industria italiana delle nuove commesse:
*3 corvette: Airone, Albatros, Alcione, 1953-55
*2 fregate: Cigno e Castore, 1954-57
*20 dragamine 'Aragosta', 1956-57
*2 posareti (Alicudi e Filicudi), 1954-55
Del resto la richiesta originaria per così tante nuove navi era stata oramai ridotta. Si parlava di due incrociatori, 26 navi di scorta d'altura e 33 corvette,e poco oltre 100 dragamine; quanto agli aerei, se ne ribadiva l'esigenza, ma adesso non volevano fare nomi.
I risultati furono deludenti per gli italiani, ma del resto gli americani non volevano guastare i buoni rapporti con GB e Francia, che erano entrambe fortemente disposte ad impedire la rinascita della Marina italiana, e certo, non senza motivi.
Così gli USA portarono avanti una diversa impostazione: piuttosto che cedere direttamente le loro navi -cosa che invece faranno a molte altre nazioni 'amiche'- finanziarono piuttosto la costruzione di nuovi vascelli, per far sì che gli italiani se la cavassero in maniera più autonoma. Tutto sommato fu una cosa positiva perché la Marina dovette ridimensionare le sue esose previsioni di rinascita, mentre la cantieristica nazionale e la tecnologia dovettero adattarsi, così come la politica, alla nuova era. Già nel novembre 1949 Pacciardi riuscì a presentare il primo programma navale italiano del 1950(-53), modesto ma che traeva lezione dall'esperienza avuta. Nuove navi erano ora in auge: i grossi cacciatorpediniere -quelli che si cercò di sviluppare inutilmente durante la guerra- e le fregate. Si cercò di implementare soluzioni costruttive atipiche per l'Italia, come lo scafo a ponte continuo, la plancia di navigazione, locali per il personale più funzionali, soprattutto una maggiore tenuta al mare e autonomia, visto che anche con le operazioni mediterranee questi fattori non di rado s'erano dimostrati carenti (vedi anche la perdita di due c.t. durante la Seconda Battaglia della Sirte). Le costruzioni vennero avviate solo nel '52 dati i persistenti problemi di economia e di tecnologie da applicare, ma nel frattempo si cominciò a sviluppare anche nuove tecnologie autoctone, come i lanciabombe ASW per i caccia 'Impetuoso' e fregate 'Centauro', dove vennero anche sperimentati siluri guidati. Esse comportarono anche una nuova artiglieria. Si trattava di un cannone da 76 mm, che a suo tempo venne sviluppato nella sua forma primigenia SMP 3 dagli Stabilimenti Meccanici di Pozzuoli. Questo cannone a.a. era stato presto trasformato in una installazione binata, il 'Sovrapposto', che era reputata necessaria per assicurare una sufficiente potenza di fuoco. In pratica gli italiani non consideravano, per il futuro, il cannone USA da 76/50 un presidio sufficiente per il tiro a.a. contro gli aerei a reazione, e ben presto cercarono una nuova arma antiaerei con maggiore potenza, gittata e cadenza di tiro (da 45-50 cp.min a circa 60 per canna); così le fregate e i caccia cominciarono ad avere questi nuovi cannoni. Inoltre si cominciò lo studio dei radar e dell'elettronica, che durante la guerra ben poca strada avevano fatto; si ammodernarono poi gli incrociatori 'Pompeo Magno' e 'Giulio Germanico', con elettronica e armi provenienti dagli Stati Uniti. Per cui, reimmessi in servizio entro il 1955, adesso dimostravano un aspetto da 'Gearing on steroids', nel senso che avevano un armamento analogo -e più leggero- di quello dei caccia americani (6x127/38 mm), ma ovviamente su di uno scafo notevolmente più grande e potente, visto che erano incrociatori. Il fatto che in origine essi non avessero alcuna arma ASW e solo un leggero armamento antiaerei venne ovviato con la dotazione, al posto delle quattro torri da 135, di tre da 127 e un lanciabombe A/S. L'elettronica e l'armamento leggero erano pure di fornitura USA.
Da notare che proprio all'epoca il cacciatorpediniere INDOMITO e l'IMPETUOSO erano in costruzione con macchine e parti residuate dalle previste navi tipo 'Medaglie d'Oro', mai completate nella II GM. E che il cannone da 135/45 mm era diventato un armamento, proprio a quel punto, a doppio impiego, con una previsione di ben 30 colpi al minuto per canna e un alzo sufficientemente alto. Già durante la II GM la vecchia corazzata 'Cavour' era in allestimento con la versione DP dei cannoni, che però riguardava solo l'alzo massimo. Nel '53 venne approntata una versione automatica di questi potenti cannoni (che del resto sparavano munizioni di peso comparabile a quello, sempre di circa 32 kg, dei cannoni da 127/54 mm all'epoca in approntamento all'estero), che però sembra arrivarono tardi per i 'Regolo'. Piuttosto, equipaggeranno (assieme a otto cannoni singoli tipo MM da 76/62) il 'Garibaldi' e probabilmente, anche i due nuovi cacciatorpediniere (a meno che questi ultimi non fossero equipaggiati semplicemente con le armi sbarcate dagli incrociatori, cosa più che probabile visto che con quattro torri binate il 'Pompeo Magno' poteva equipaggiare entrambi i caccia, che ne avevano due l'uno, una a prua e una a poppa).
Successivamente il quadro si arricchì di altre unità, finanziate in conto MDAP, con le tre corvette e le due fregate; sulle quali venne imbarcato il cannone binato da 76 mm SMP 3.
Molto utili i cacciatorpediniere ex-USA, così come i due moderni smg. 'Da Vinci' e 'Tazzoli', unità ammodernate allo standard GUPPY e che avevano snorkel, sonar e centralina elettromeccanica di lancio. La presenza poi di ben 34 dragamine amagnetici fu un altro grosso aiuto alla Marina, anche se oramai il grosso della crisi era superato.
Il fatto è che dopo lo scoppio della Guerra di Corea nel '50 gli Americani cominciarono ad armare a ritmo sempre più rapido gli alleati.
Nel frattempo si facevano i conti, cosa non meno importante, della guerra. I militari erano stati visti inizialmente con diffidenza crescente dalla popolazione civile, ma si cercò una sorta di pacificazione con il passato -senza farci i conti- con l'applicazione, il 20 marzo 1950, della Medaglia d'Oro al Valor Militare alla bandiera delle Forze Navali. Il problema irrisolto e nemmeno affrontato fu piuttosto un altro: la Marina, come anche le altre F.A. aveva combattuto diverse guerre nel 1940-45. Con il Duce, con il Re, con il Re contro il Duce, contro tutti e due. Parificare tutto lasciando senza giudizio tali cambiamenti fu la linea scelta, ma certo, non priva di criticità in un'analisi storica accurata, come si chiede Nassigh, poteva bastare 'l'obbedienza' ad ordini superiori per giustificare qualunque atto? E se sì, allora perché al di fuori dell'Italia Germania e Giappone ebbero numerosi militari giudicati per crimini di guerra? Ma mano a mano che il tempo passava, sembrava che a nessuno realmente importasse di fare chiarezza sull'argomento. E quando poi nell'aprile del '50 all'Italia venne concessa l'amministrazione fiduciaria in Somalia, la stampa fu presa dall'entusiasmo per il 'ritorno in Africa'. Entusiasmo che sarebbe stato poi smorzato qualche anno dopo dai disordini del movimento 'Giovani Somali' contro gli italiani, visti come colonialisti. Ovviamente la Marina non era stata impegnata in forze per questa missione, con il trasporto del Corpo di Sicurezza, lo studio idrografico, il riattamento delle infrastrutture ecc. ecc.
Lo Stato maggiore della Marina (MARISTAT) era assillato dalla dicotomia tra i suoi piani e le risorse effettive, che certo non erano sufficienti, visto che si parlava adesso di 130 aerei per svolgere i compiti assegnati da MEDCENT (il comando del Mediterraneo centrale americano, basato a Napoli). La situazione cambiava ancora un po' quando il Comando in Capo Forze Navali divenne Comando in Capo Squadra Navale. Venne creata anche una forza 'lagunare' al comando di un contrammiraglio. Era per il momento una forza di difesa costiera, poi diverrà una forza anfibia con il btg. SAN MARCO, all'epoca parte della Divisione Folgore di fanteria.
Nel '52 le navi della stessa tipologia vennero raggruppate in flottiglie omogenee al comando del Gruppo Forze Costiere, parte della 3a Divisione Navale con sede a Brindisi. C'erano motosiluranti e VAS, ma si studiavano anche navi con armamento convertibile silurante-cannoniera-posamine. Tra le unità di quest'epoca c'erano 13 battelli realizzati dalla Vosper, con cannone Breda singolo da 20L65 a prua e impianto quadrinato Mauser da 20/55 mm a poppavia (un insieme davvero variegato!).
===Ali di Marina===
Nel frattempo si poneva anche un altro dilemma: l'aviazione navale. La Marina la voleva, ma c'era una legge del '37 in cui l'Aviazione avocava a sé tutti gli aerei militari. Ma nel 1950 un gruppo di ufficiali e sottufficiali della Marina andò alla base di Corpus Christi (Texas) per addestrarsi ai nuovi aerei, che in conto MDAP erano 42 SB2C-5 Helldiver, che ora erano diventati aerei ASW anziché bombardieri. I primi due arrivarono in volo decollati dalla USS Midway, atterrando a Capodichino con ai posti di pilotaggio due ufficiali italiani neobrevettati negli USA. Apriti cielo! Non poteva essere fatta un'operazione più infelice. Per esempio, a parte la legge, le insegne erano dell'Aeronautica, mentre sulla fusoliera c'era l'ancora della Marina. Non c'erano stati accordi con l'AMI e così la situazione divenne presto grottesca. Quando gli aerei atterrarono vennero sequestrati dai Carabinieri su denuncia dell'Aeronautica, che poi si accaparrò tutti gli apparecchi americani. Ma andò anche peggio in un'altra circostanza, allorché nel novembre 1953 arrivarono in Italia altri 46 Helldiver. Tuttavia questi vennero smontati e immagazzinati; nel mentre si decideva cosa farne, rimasero quindi accantonati. Il Consiglio Superiore delle Forze Armate si pronunciò dopo ben 4 anni con la legge sull'aviazione ASW e venne stabilita una legge ad hoc per risolvere il problema: dopo quest'imbarazzante esordio, si stabilì che gli aerei sarebbero stati in carico all'Aeronautica, ma con equipaggi misti (al 50% AMI e MM) e con il compito di supportare la Marina. Insomma, quello che non è mai cambiato, nemmeno oggi che pure la MM ha gli Harrier.. Ma per allora non solo gli Helldiver erano superati, ma anche e soprattutto corrosi dalla ruggine e dalle intemperie! Per cui vennero semplicemente smantellati. Dal '53, gli aerei già in carico all'Aeronautica vennero invece sostituiti da 22 PV-2 Harpoon, i primi dei plurimotori ASW dell'aviazione.
Una vicenda tra le più imbarazzanti, ma nel frattempo i diplomatici italiani, con grande abilità, avevano lavorato e nel '51 le limitazioni dell'armistizio vennero lasciate cadere. Il 22 dicembre il governo italiano sanciva il ripristino della sovranità nazionale.
Il 5 luglio 1953 venne sperimentato con successo l'appontaggio di un nuovo elicottero Bell 47D (dell'Aeronautica) sul ponte di legno sistemato posticciamente sul GARIBALDI, prima in rada a Gaeta, e poi in navigazione. Il successo convinse la Marina ad ordinare altri sette Bell 47G nell'aprile del '55: i 'magnifici sette' che diedero inizio alla tradizione elicotteristica della Marina, sebbene già oltre 10 anni prima i Tedeschi avessero impiegato elicotteri in Egeo (per non parlare degli studi pionieristici avvenuti in Italia, dove dopo tutto si fa ascrivere la nascita concettuale dell'elicottero, tramite il solito Leonardo).
La successiva formazione del GRUPELICOT 1 avvenne il 1 agosto 1956. In seguito venne fuori una notevole tradizione delle navi.
===Verso la 'normalità'===
Nel '52 venne fuori anche la possibilità di formare delle F.A. europee integrate (il CED), l'Italia aderì alla proposta, ma in quello stesso anno la Francia, che pure aveva lanciato l'iniziativa, non firmò il trattato e la cosa finì, purtroppo, lì.
Nel novembre 1953 avvenne una crisi internazionale per Trieste, quando il Maresciallo Tito concentrò forze ingenti ai confini. Era la prima volta dopo otto anni di relativa pace, che le F.A. italiane venivano messe in allarme, con la mobilitazione di ben quattro divisioni e tre aerobrigate dell'AMI. La Marina poteva fare poco, ma inviò nell'Alto Adriatico l'ABRUZZI, appena uscito dai lavori di raddobbo dei sistemi di bordo. Il 26 ottobre 1954 la crisi venne definitivamente disinnescata allorché con il Protocollo di Londra venne sanzionato il ritorno della città all'Italia. Per rimarcarlo, l'ABRUZZI entrò nel porto e attraccò a Piazza dell'Unità assieme ai caccia Granatiere e Grecale, accolti da una folla festante.
Il 14 dicembre 1954 infine l'Italia venne ammessa all'ONU, dopo avere già fatto alcuni passi, come l'invio di un ospedale da campo durante la Guerra di Corea. Con quest'ultimo passo il periodo postbellico propriamente detto si poteva considerare concluso e l'Italia ammessa a pieno titolo nel 'consesso delle nazioni sovrane'.
L'intenzione della Marina di costituire reparti di volo autonomi vennero invece vanificati sul nascere dall'opposizione dell'Aeronautica Militare, le cui tesi, dopo un lungo contenzioso, finirono nel 1953 col prevalere ed i dissensi tra le due forze armate vennero alla fine risolti con una legge ad hoc che permise l'impiego, presso i Gruppi di volo ASW dell'Aeronautica, di equipaggi misti con personale al 50% della Marina.
Nel 1954 intanto veniva costituito a Varignano, una frazione di Portovenere, presso La Spezia il Gruppo Arditi Incursori erede della Xa MAS, che a partire dal 1960 avrebbe assunto la denominazione COMSUBIN.
Venute meno le clausole del trattato di pace che vietavano all'Italia il possesso di sommergibili, e con l'ingresso dell'Italia nella NATO, nell'ambito del programma di potenziamento navale avviato nel 1950 venne anche avviata la ricostituzione della componente subacquea, con il recupero e la messa in servizio dei sommergibili Giada e Vortice che ripresero i loro nomi. Questi due sommergibili, affiancati da due sommergibili della Classe Gato ceduti dagli USA, costituirono il primo nucleo della forza subacquea della Marina Militare. Furono proprio i sommergibilisti che si erano formati semi-clandestinamente sul Giada e sul Vortice a prendere in consegna i sommergibili della 'Classe Gato' che ribattezzati Tazzoli e Leonardo Da Vinci, furono i primi due battelli di una serie ceduta dalla US Navy alla Marina Militare nell’ambito del programma di assistenza militare e che, per qualche decennio ne costituirono la forza subacquea. Questi battelli prima di essere ceduti vennero aggiornati agli standard GUPPY I B (Greater Underwater Propulsive Power), un programma di aggiornamento della flotta subacquea americana basato sulle invenzioni tedesche della parte finale del secondo conflitto mondiale.
Altre navi fornite dagli Stati Uniti, furono vari dragamine sia costieri che di altura, che svolsero anche il ruolo di pattugliatori ed alcune unità di appoggio per il Battaglione San Marco, ricostituito ed inquadrato in un reggimento Lagunari interforza.
La ricostruzione della Marina con l'aiuto americano, intanto, oltre che con la cessione del naviglio dismesso, veniva accompagnato da commesse per la costruzione presso i cantieri italiani di unità finanziate con fondi statunitensi, che oltre al potenziamento della Marina Militare, favorirono lo sviluppo di alcuni cantieri italiani, che finirono per ricevere anche commesse estere come quella per la costruzione dei cacciatorpediniere venezuelani della classe Almirante Clemente. Vennero così costruite per la Marina Militare, tra il 1953 e il 1956 tre corvette della Classe Alcione, prime unità di scorta costruite in Italia nel dopoguerra, e due cacciatorpediniere della Classe Indomito e vennero finanziate dagli USA anche due delle quattro fregate Classe Centauro entrate in servizio nel biennio 1957/58 in sostituzione delle Spica che venivano messe in disarmo. Alle tre corvette Alcione, se ne aggiunse nel 1961 una quarta inizialmente costruita per la marina olandese e restituita dall'Olanda agli Stati Uniti.
[[File:Italian destroyer Impavido (D570) underway in the Mediterranean Sea on 19 May 1983 (6474637).jpg|380px|left|thumb|Uno dei primi cacciatorpediniere postbellici italiani, l'Indomito]]
Tra le unità acquistate nel decennio una goletta dalla Francia che ribattezzata 'Palinuro', nella marina mercantile francese era stata adibita a peschereccio per la pesca del merluzzo e che dopo essere stata sottoposta dopo l'acquisto da parte italiana a lavori di trasformazione, è stata adattata a nave scuola per affiancare il 'Vespucci' in sostituzione della 'Cristoforo Colombo' ceduta all'Unione Sovietica in base alle clausole del trattato di pace.
Tra le unita minori vi è la costruzione della motocannoniera MC 490 nei cantieri di Monfalcone che fu un banco di prova per la sperimentazione di idee e soluzioni tecniche, ma non avendo dato le prove l'esito sperato, l'unità dopo varie trasformazioni assunse nel 1965 la configurazione di motosilurante e venne ribattezzata 'Folgore'.
'''La flotta al 1/1/56''':
*Due corazzate: DUILIO E DORIA
*3 incrociatori: ABRUZZI, MONTECUCCOLI e GARIBALDI
*7 c.t.: S.GIORGIO, S. MARCO (i due ex- 'Regolo'), AVIERE, ARTIGLIERE (ex-USA), CARABINIERE, GRANATIERE, GRECALE
*5 navi ASW: Aldebaran, Altair, Andromeda (ex-USA), Orione, Orsa
*7 torpediniere: Sirio, Sagittario, Cassiopea, Libra, Calliope, Clio, Aretusa
*26 corvette: Ape, Baionetta, Chimera, Cormorano, Danaide, Driade, Fenice, Flora, Folaga, Gabbiano, Gru, Pomona, Scimitarra, Sibilla, Urania, Ibis, Minerva, Sfinge, Pellicano, Bombarda, Farfalla, Crisalide, Alabarda, Airone, Alcione, Albatros
*4 sottomarini: Da Vinci, Tazzoli, Vortice, Giada (+ Bario, da ricostruire nel 1959-61)
*76 dragamine: Abete, Acacia, Betulla, Castagno, Cedro, Ciliegio, Faggio, Frassino, Gelso, Larice, Noce, Olmo, Ontano, Pino, Pioppo, Platano, Quercia (tutti ex-USA); Agave, Bambù, Ebano, Mango, Mogano, Palma, Rovere, Sandalo, Alloro, Edera, Gaggia, Gelsomino, Glicine, Loto, Mirto, Timo, Trifoglio, Vischio, Giaggiolo (19 unità di costruzione nazionale); Anemone, Azalea, Begonia, Biancospino, Dalia, Fiordaliso, Gardenia, Geranio, Magnolia, Mughetto, Narciso, Oleandro, Orchidea, Primula, Tulipano, Verbena, Gladiolo (17 ex- USA); DR-301/16, Abba, Mosto, Carini, Fabrizi (ex-torpediniere)
*11 motovedette: DV-401/04, 408, 409, 411, 415
*3 Montocannoniere: 'Sentinella'-490-495
*29 motosiluranti: 29441-44, 451-53, 421-24, 431-34, 454, 461-64, 471-75, 581-84
*6 cannoniere-appoggio: Alano, Molosso, Segugio, Bracco, Spinone, Mastino (ex-USA LCS/L)
*7 VAS: 491/97
*2 Navi Appoggio: Stromboli e Vesuvio
* 1 N Id: Staffetta
*1 Nave app. subacquei: Ercole
*3 navi scuola a vela: VESPUCCI, Palinuro, Ebe
*9 navi cisterna: Dalmazia, Po, Volturno, Adige, Flegetonte, Isonzo, Tanaro, Ticino, Sesia
*2 navi servizio fari: Rampino, Buffoluto
*2 Posareti: Alicudi e Filicudi
*83 Rimorchiatori: 9 d'altura, 74 portuali
*12 cisterne locali, 1 trasporto costiero, 3 mototrasporti fari (1301-03), 7 MOC (Moto Officine costieri, 1201-05, 1207, 1208), 15 MTC (Moto trasporti costieri), 1001-1010, 1101-1104, 1107, 20 mezzi da sbarco medi (MTM), 9901-9920, 26 MTP (mototrasporti piccoli), 9701-726.
In costruzione o in programma: 2 caccia, Indomito e Impetuoso; 8 fregate (inizialmente classificate c.t.) 'Canopo' (Canopo, Centauro, Cigno, Castore, Bergamini, Margottini, Rizzo, Fasan, Aragosta, Arsella, Astice, Attinia); 4 portaelicotteri, 20 dragamine (Aragosta, Arsella, Astice, Attinia, Calamaro, Conchiglia, Dromia, Gambero, Granchio, Mitilo, Ostrica, Paguro, Pinna, Polpo, Porpora, Ricio, Scampo, Seppia, Tellina, Totano).
'''Bilanci''':
*1945-46: 26.813.100.000
*1946-47: 43.500.100.000
*1947-48: 58.222.200.000
*1948-49: 66.269.900.000
*1949-50: 66.269.900.000
*1950-51: 68.049.400.000
*1951-52: 76.170.800.000
*1952-53: 88.307.800.000
*1953-54: 88.803.800.000
*1954-55: 90.298.700.000
Nella seconda metà degli anni'50 vennero emanate da parte dello Stato maggiore della Marina le direttive per un nuovo programma di potenziamento noto come Programma 1958, in cui venivano tracciate le future linee di sviluppo della Marina Militare, che non potendo contare, per motivi di bilancio, su un potenziamento quantitativo, puntava ad un'evoluzione qualitativa, con la realizzazione un numero limitato di piattaforme da equipaggiare con impianti e apparati all'avanguardia e innovativi rispetto allo standard navale europeo. Venne anche rivolto l'interesse verso il naviglio a propulsione nucleare, con il progetto per un sottomarino d'attacco battezzato 'Guglielmo Marconi' che avrebbe dovuto avere un dislocamento in immersione di 3.400 tonnellate, una velocità massima in immersione di 30 nodi e una dotazione siluristica di 30 armi, ma senza la collaborazione degli Stati Uniti il progetto non avrebbe mai potuto concretizzarsi e con il rifiuto americano di collaborare, sulla base di una legge che vietava il trasferimento all'estero di conoscenze e tecnologie nucleari utilizzabili a fini militari il progetto venne abbandonato.
Il Programma 1958 prevedeva la realizzazione di:
*3 incrociatori lanciamissili e portaelicotteri Classe Andrea Doria
*2 cacciatorpediniere lanciamissili Classe Impavido
*4 fregate portaelicotteri Classe Bergamini
*4 sottomarini Classe Toti
Il programma prevedeva anche la ricostruzione/trasformazione dell'incrociatore Giuseppe Garibaldi in unità lanciamissili, e quella del sommergibile Bario con le unità che avrebbero dovuto entrare in linea all'inizio del decennio successivo.
La scadenza degli obiettivi del Programma 1958 venne rispettata solamente per le fregate Bergamini per il sommergibile 'Bario' ricostruito e ribattezzato 'Calvi' ed il 'Garibaldi' entrati in servizio nel biennio 1961/62 mentre la realizzazione delle rimanenti unità andò a rilento per le difficoltà finanziarie derivate dall'inevitabile aumento dei costi iniziali. Intanto proseguiva il potenziamento della flotta attraverso l'arrivo di unità provenienti dagli Stati Uniti, con l'arrivo dagli USA diverse di tre sommergibili ex Classe Balao modernizzati nell'ambito del Programma GUPPY, con l'arrivo del primo nel 1960 ribattezzato Torricelli e di altri due nel 1966 che vennero ribattezzati Morosini e Cappellini che avrebbero prestato servizio per un decennio. A beneficiare del materiale di provenienza statunitense fu quello delle unità di supporto logistico ed anfibio, con l'arrivo tra il 1957 e il 1970 di quattro unità che vennero ribattezzate Etna, Anteo, Bafile e Cavezzale. Nel 1964 venne ricostituito il battaglione San Marco, dopo che i fucilieri di marina nel 1951 erano stati inquadrati in un'unità interforze Lagunari sciolta nel 1956.
[[File:Vittorio_Veneto_(incrociatore).jpg|400px|right|thumb|La maggiore novità degli anni '60 per la MM furono gli incrociatori portaelicotteri, dei quali il V.Veneto fu l'evoluzione ingrandita dei due 'Doria']]
Nel biennio 1963/64 entrarono finalmente in servizio i due 'Doria' e i due 'Impavido' e nel 1965 il 'San Giorgio', dopo un ciclo di lavori iniziati nel 1963 per essere adattato a nave scuola, rilevava in tale compito il 'Montecuccoli' andato in disarmo l'anno precedente. Nello stesso anno, venne avviata la costruzione dei Toti, prime unità subacque costruite in Italia nel dopoguerra, che sarebbero entrate in servizio nel 1968. Questi sottomarini la cui sigla NATO era SSK (simbolo di classificazione di scafo, hull classification symbol impiegato dalla Marina statunitense per indicare i sottomarini d'attacco, Hunter-Killer Submarine; la sigla è utilizzata per estensione anche per indicare sottomarini d'attacco di altre marine) sono stati progettati con caratteristiche antisommergibile per fronteggiare la minaccia rappresentata dai sommergilili sovietici.
Realizzazioni significative di questo periodo furono le fregate elicotteristiche 'Alpino', sviluppate sul progetto Bergamini che avevano un apparato propulsore di tipo CODOG, entrate in servizio nel 1967 con una di loro la Carabiniere ancora oggi in servizio per la sperimentazione di nuovi sistemi d'arma. Alte importanti realizzazioni furono le corvette 'De Cristofaro' e per quanto riguarda il naviglio minore vennero realizzate delle motocannoniere convertibili derivate dalle unità MC 490 il cui requisito operativo era il controllo dell'Adriatico ambiente che per le sue caratteristiche era ideale per queste unità, che veloci sottili ed in possesso di un adeguato armamento antinave erano in grado di tendere efficaci imboscate. Su queste unità vennero sperimentati anche nuove armi come il cannone 76/62 Compatto.
Alla fine del decennio, nel 1968 vennero impostate le due unità missilistiche della Classe 'Audace', ma la realizzazione più significativa del decennio, fu la costruzione dell'incrociatore lanciamissili portaelicotteri VITTORIO VENETO (omonimo della prestigiosa corazzata), entrato in servizio nel 1969 e destinato a ricoprire per oltre un decennio il ruolo di ammiraglia della flotta. La costruzione del Vittorio Veneto avvenne in seguito all'annullamento della costruzione della terza unità della Classe Doria che avrebbe dovuto chiamarsi Dandolo e la cui costruzione venne annullata in quanto si è preferito optare per la costruzione di un'unità di maggiori dimensioni. Nel 1969 dagli Stati Uniti arrivarono anche due cacciatorpediniere della Classe Fletcher per sostituire le due Artigliere. Le due unità vennero ribattezzate Fante e Lanciere, che però era in condizione talmente disastrose che venne cannibalizzata per pezzi di ricambio per le unità gemelle, imponendo l'acquisto di una terza unita entrata in servizio nel gennaio del 1970, ribattezzata Geniere. Queste unità, che erano state sottoposte agli ammodernamenti del Programma FRAM per aumentarne le capacità ASW e poter fronteggiare più efficacemente la minaccia dei sommergibili sovietici erano in cattive condizioni e rimasero in servizio solo per un quinquennio.
La situazione politico-militare nel Mediterraneo alla fine del decennio imponeva nuovi compiti alla Marina Militare con la Guerra dei sei giorni che aveva finito per rafforzare l'influenza sovietica su alcune nazioni arabe del Medio Oriente, con Egitto e Siria in prima fila, con il conseguente consolidamento della presenza sovietica nel Mediterraneo orientale. L'espansionismo sovietico nel bacino del Mediterraneo venne ulteriormente favorito dal colpo di stato in Libia che aveva portato al potere Gheddafi ed in tale contesto diventava crescente l'importanza della Marina Militare Italiana, per le forze della NATO che operavano nella regione, e l'entità delle risorse che la Marina Militare poteva mettere a disposizione per migliorare le capacità d'intervento dell'alleanza in caso di crisi.
Gli anni '70 si aprivano con la messa in disarmo nel 1971 dell'ammiraglia 'Garibaldi' e del 'San Marco', ex 'Giulio Germanico', mentre nel corso del decennio uscivano progressivamente di scena le corvette 'Gabbiano'. Intanto la minaccia sovietica si materializzava nella squadra del Mediterraneo ed era appoggiata da una consistente forza aerea che aveva le sue basi sul litorale nord-africano, imponendo la necessità di adeguare lo strumento navale nazionale. Il bilancio era tuttavia carente e nel 1970, dei 1.510 miliardi destinati alla Difesa l'aliquota devoluta alla Marina fu di soli 200 miliardi, a causa di concezioni strategiche che privilegiavano le esigenze delle forze aeree e di terra che operavano in difesa del confine nord-orientale.
Con gli esigui fondi destinati dal bilancio della difesa alla marina lo Stato Maggiore preferì concentrare le risorse disponibili sulla costruzione di nuove unità navali, limitando al massimo i lavori di ammodernamento sul naviglio in servizio. Il programma a medio termine da portare avanti con gli stanziamenti ordinari prevedeva la realizzazione di quattro fregate lanciamissili 'Lupo', due sottomarini 'Sauro', otto aliscafi 'Sparviero' una rifornitrice di squadra 'Stromboli', una nave idrografica e altro naviglio d’uso locale fra cui due rimorchiatori d’altura e dieci costieri, mentre la componente aerea sarebbe stata potenziata con la graduale acquisizione di 28 elicotteri AB 212 da destinare alle unità di navali e con dodici SH-3D destinati alle basi a terra. Le modifiche alle unità in servizio vennero limitate all'installazione sui Toti dei siluri A-184, già programmati per i battelli di nuova costruzione, e la trasformazione di dieci dragamine tradizionali in cacciamine.
Un parziale incremento della forza operativa si ebbe tra il 1972 e il 1974 con l'entrata in servizio delle unità della Classe 'Audace' e con l'arrivo dagli Stati Uniti di quattro sommergibili e due navi da sbarco ('Grado' e 'Caorle', circa 7.000 t e sei pezzi da 76 mm l'una). I quattro sommergibili appartenevano due alla Classe 'Tench' e due alla Classe 'Tang'. Le prime due ribattezzate Longobardo e Gazzana-Priaroggia, furono le prime unità del tipo GUPPY III mentre le unità della Classe Tang, primi battelli di costruzione postbellica, vennero ribattezzate Romei e Piomarta. Le loro caratteristiche generali ne facevano delle unità ancora efficaci, ma, essendo sommergibili di tipo oceanico, le loro dimensioni ne rendevano problematico l'impiego in un teatro come il Mediterraneo e di conseguenza, analogamente a quanto era avvenuto con i precedenti battelli di provenienza americana, vennero utilizzati prevalentemente per l'addestramento della componente subacquea nazionale e delle navi di superficie specializzate nella lotta antisomergibile.
[[File:Sparviero_DN-ST-84-03940.jpg|350px|right|thumb|Una vera e propria 'jeep del mare', l'aliscafo Sparviero stazzava appena 60 t eppure aveva il cannone da 76 mm e due missili a lungo raggio OTOMAT, un formidabile armamento per un minuscolo mezzo d'attacco veloce -50 nodi- facente parte del programma aliscafi NATO, ma del quale l'Italia fu l'unico utente europeo: nell'insieme queste navi non hanno convinto, dato il costo d'esercizio decisamente oneroso, grossomodo pari a quello di una corvetta da 1.300 t. Anche la gestazione fu lunga, e passarono diversi anni e parecchie modifiche prima che dal prototipo Sparviero ne derivassero i sei mezzi prodotti in serie, che però sono in realtà la classe 'Nibbio', dal primo di questi]]
La progressiva radiazione del naviglio più anziano non compensata dall'entrata in servizio di nuove unità ed il lento processo di ammodernamento in un'area sempre più difficile come il bacino del Mediterraneo, rendeva il compito della Marina Militare sempre più difficile, specie alla luce della situazione internazionale che con il riaccendersi, nel 1973, nella regione medio orientale, del conflitto arabo-israeliano, acuiva le tensioni sullo sfondo della guerra fredda, mentre più vicino all'Italia la Libia diventava sempre più minacciosa, soprattutto dopo l'attacco condotto nell'ottobre del 1972 da un Mirage libico contro la corvetta De Cristofaro, impegnata in una missione di vigilanza pesca. In questa situazione si manifestavano profondi disagi di carattere morale e materiale nel personale che operava in marina e a farsene portavoce fù lo stesso comandante in capo della Squadra Navale, Ammiraglio Gino Birindelli, in una conferenza stampa fatta a bordo dell'incrociatore Garibaldi nel febbraio 1970. Le dichiarazioni di Birindelli provocarono reazioni e prese di posizione, come quella in cui ben 800 ufficiali in servizio, in una lettera indirizzata al Capo di Stato Maggiore della Marina, esprimevano le proprie opinioni sullo stato della Marina Italiana, proponendo una serie di iniziative per accelerare un processo di risanamento ritenuto non più rinviabile.
Un primo riconoscimento dell'importanza del ruolo della Marina Militare si ebbe con la nomina, nel 1972, dell'ammiraglio Eugenio Henke alla carica di Capo di Stato Maggiore della Difesa, che in precedenza era stata sempre assegnata a un generale dell'Esercito.
Nel 1973, un'analisi effettuata dal Capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Gino De Giorgi, considerava remota l'ipotesi di un conflitto globale che coinvolgesse i due blocchi, ma prospettava invece uno stato di conflittualità permanente caratterizzato da confronti regionali in cui il loro più probabile teatro di svolgimento sarebbe stato proprio il Mediterraneo, con la Marina che di conseguenza tra le forze armate sarebbe stata quella maggiormente in prima linea a dovere operare in tale contesto. Ai compiti che tradizionalmente spettavano alla marina, inoltre se ne aggiungevano altri, come la protezione dei pescherecci nazionali, spesso oggetto di attacco da parte di unità navali di stati nord-africani, il rifornimento idrico delle isole minori, operazioni di ricerca e soccorso ed attività di ricerca idroceanografica. Tutti questi compiti richiedevano una flotta molto diversificata e in grado di reggere ad un così gravoso logorio d'impiego.
Queste esigenze vennero pubblicate in un documento intitolato Prospettive ed orientamenti di massima della Marina Militare per il periodo 1974-84, noto come Libro Bianco della Marina.
Il documento della marina evidenziava come una volta completato il programma costruttivo ordinario, tenendo conto delle unità che si sarebbero dovute ritirare dal servizio entro la metà degli anni '80 era indispensabile il ricorso ad uno stanziamento straordinario di fondi per consentire, nell'arco di un decennio, la realizzazione di ulteriori unità indispensabili per mantenere un ragionevole livello di efficienza e credibilità.
Il disegno di legge che venne formulato per soddisfare queste esigenze prevedeva uno stanziamento di 1.000 miliardi scaglionati in dieci anni, tramite il quale sarebbe stato possibile l'acquisizione di nuove unità così ripartite:
*1 portaerei leggera per velivoli V/STOL ed elicotteri, il Garibaldi, costruita per per rimpiazzare gli incrociatori Doria e Duilio
*2 battelli Classe Sauro IIa Serie, per compensare la radiazione delle unità ex USA
*2 cacciatorpediniere lanciamissili, per la sostituzione delle unità della Classe Indomito
*8 fregate lanciamissili portaelicotteri Classe Maestrale, in sostituzione delle unità Centauro e Bergamini
*6 aliscafi tipo Sparviero
*1 unita rifornitore di squadra tipo Stromboli da affiancare a quella già prevista dal programma ordinario
*1 Nave d'assalto anfibio
*10 cacciamine di nuova progettazione
*1 nave salvataggio
Vi era poi un'ulteriore aliquota di elicotteri medi e pesanti, da destinare sia alle unità portaelicotteri di nuova costruzione che ai gruppi di volo basati a terra.
La Legge Navale che dava attuazione al programma venne approvata dal Parlamento il 22 marzo 1975 con un'ampia maggioranza e si rivelò di grande importanza anche per l'industria cantieristica nazionale, permettendo la promozione e l'esportazione di una notevole quantità sia di unità navali sia dei sistemi associati, consentendo alle aziende italiane che operavano nell'equipaggiamento delle unità navali di cogliere lusinghieri successi sui mercati di tutto il mondo. Risalgono a quel periodo le commesse di Perù e Venezuela per esemplari della classe 'Lupo' e di Libia ed Ecuador per le corvette Fincantieri, mentre un discorso a parte merita la più grossa delle commesse fatte ai cantieri italiani, quella degli irakeni, che alla fine fu per la diplomazia italiana causa di grossi problemi. Per la marina venezuelana vennero realizzati negli stessi, anni nei cantieri navali italiani, anche i lavori di ammodernamento delle navi della Classe Almirante Clemente, costruite in Italia negli anni cinquanta, con alcune unità di questa classe che erano ancora in servizio attivo all'inizio del nuovo millennio e che solo recentemente sono state poste in disarmo. Una grossa occasione perduta fù invece quella dell'ammodernamento della flotta argentina, con gli argentini che accolti con ostilità in Italia, alla fine si rivolsero ai cantieri tedeschi che si aggiudicarono la grossa commessa.
Al momento dell'entrata in vigore della Legge Navale la Marina Militare si prodigò per tramutare in atti concreti le linee guida del Libro Bianco e successivamente sancite dal Parlamento, ma l'elevata inflazione di quel periodo erose in parte il finanziamento iniziale di 1.000 non consentendo la completa realizzazione del programma. Alla fine del 1977 i contratti stipulati dalla Marina Militare con i cantieri e le industrie nazionali riguardavano la costruzione di una nave rifornitrice di squadra, sei fregate lanciamissili Maestrale, due sottomarini Classe Sauro, una nave di salvataggio, sei aliscafi tipo Sparviero e 27 elicotteri, impegnando così 765 miliardi dei 1.000 previsti. Tra le unità da appaltare ai cantieri, la più costosa era la portaerei Garibaldi il cui costo preventivo era di 160 miliardi, mentre le più economiche erano i cacciamine il cui costo preventivo era di 13 miliardi ciascuno. L'aumento dei costi che impose a quel punto un ridimensionamento dei programmi iniziali, per cui lo Stato Maggiore nello spendere i restanti 235 miliardi diede priorità alla costruzione del Garibaldi e di un primo gruppo di quattro cacciamine, impegnando un totale di 212 miliardi e rinviando la realizzazione dei due cacciatorpediniere lanciamissili, di due delle otto fregate, della nave d'assalto anfibio e degli altri cacciamine. La cosa avrebbe significato il forzato allungamento del periodo di servizio per diverse unità, fra cui i due Impavido e le due unità da sbarco della Classe Grado, mentre sarebbe stato necessario aggiornare le previsioni di spesa per la quelle navi la cui costruzioni veniva rinviata[13].
Dopo dieci anni dall'approvazione della Legge Navale del 1975, erano entrati in servizio la portaerei 'Garibaldi', due sommergibili 'Sauro', le otto fregate 'Maestrale', sei aliscafi 'Sparviero', i primi quattro cacciamine della Classe 'Lerici', il secondo rifornitore di squadra tipo Stromboli e la nave salvataggio Anteo, mentre non era ancora iniziata la costruzione dei due cacciatorpediniere lanciamissili e del secondo gruppo di sei cacciamine.
I programmi a breve termine dello Stato Maggiore intanto prevedevano l'ammodernamento dei due Audace, e la costruzione di una IIIa serie di due sommergibili Sauro, di un terzo rifornitore di squadra, e di quattro corvette Minerva.
L'inizio del decennio aveva visto l'uscita di scena del 'San Giorgio', posto in disarmo e sostituito nei compiti di nave scuola dall'incrociatore Caio Duilio, mentre la fine del decennio, vedeva l'entrata in servizio nella prima parte del 1988 delle navi da sbarco 'San Giorgio' e 'San Marco' in sostituzione delle unità della Classe 'Grado' e sancire con la Legge 26 gennaio 1989, ratificata dal presidente Cossiga il successivo 1 febbraio, la costituzione di un'aviazione navale imbarcata, con la scelta del velivolo che cadde sull'AV-8B Harrier. Entrarono poi in servizio le corvette della Ia Serie della Classe Minerva ed avviata la costruzione della IIa Serie, così come venne avviata la costruzione dei pattugliatori d'altura della Classe Cassiopea, la cui prima unità entrò già in servizio nel 1989, anno in cui venne avviata la costruzione dei cacciatorpediniere lanciamissili Animoso e Ardimentoso destinati a sostituire i due Impavido e vennero completati i lavori di ammodernamento, iniziati nel 1987, di Audace e Ardito.
La fine del decennio precedente aveva la Marina Militare protagonista, nell'estate del 1979, di un'alta azione umanitaria lontano dalle acque italiane in favore dei Boat people del Vietnam quando un gruppo navale formato dagli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e dal rifornitore di squadra Stromboli si rese protagonista del salvataggio di quasi mille naufraghi nel Mar Cinese Meridionale. In questa occasione alla bandiera della Marina Militare venne conferita la medaglia d'oro per i benemeriti della salute pubblica prima decorazione ottenuta dopo la seconda guerra mondiale.
Furono però gli anni '80 che videro i primi impegni della Marina Militare in missioni internazionali, con l'invio nell'aprile del 1982 di un gruppo navale di pattugliamento, a Sharm el-Sheikh nel golfo di Aqaba, nell'ambito della Forza Multinazionale e di Osservatori delle Nazioni Unite per il rispetto degli accordi di Camp David. Successivamente la Marina Militare partecipò alla missione in Libano dal settembre 1982 al marzo 1984 in operazioni di pattugliamento davanti alle coste libanesi e di scorta al naviglio mercantile e militare impiegato per il trasporto dall'Italia dei reparti dell'Esercito e del Battaglione San Marco, che nel corso della missione di pace perse un suo operativo, il marò Filippo Montesi. Nell'agosto 1984 poi, dopo che alcune esplosioni di mine navali nel Mar Rosso nella zona immediatamente a sud del Canale di Suez provocarono l'interruzione della navigazione commerciale, la Marina Militare partecipò alle operazioni di bonifica con l'invio di un gruppo navale formato da tre cacciamine e dalla nave appoggio Cavezzale.
==Marina, al 1985<ref>Armi da guerra n.2</ref>==
Dalla sua ricostituzione la Marina Militare Italiana, nata come tale dalle ceneri della vecchia Regia Marina nel 1947, ha avuto un problema non indifferente, quello di reperire fondi di bilancio per gestire la flotta.
Nonostante questo, o meglio proprio per questo, ha puntato su navi molto pesantemente armate e molto prestanti, che concentrassero il meglio delle capacità di combattimento in uno scafo piuttosto piccolo. Questo ha portato a soluzioni avanzate, anche grazie agli studi delle armi di nuova generazione dell'industria nazionale nel campo dei sensori, missili, siluri, artiglierie e così via e nell'insieme la Marina Militare Italiana (poi MM) è rimasta la forza tecnicamente più avanzata di quelle italiane, e una delle prime 10 al mondo come potenza e persino stazza (nonostante la concentrazione di cui sopra in scafi piuttosto piccoli, favorita anche dal ridotto raggio d'azione richiesto per le operazioni attorno alla penisola).
L'Agusta ha realizzato su licenza elicotteri come i Sea King e soprattutto la versione navale del Bell 212, finalmente inteso in maniera totale come macchina ASW e antinave. Tra le prime navi di un certo livello i 2 caccia classe 'Impavido' con missili SAM Tartar, e inizialmente un piccolo hangar per elicotteri, pare poi rimosso quando questi vennero radiati in quanto rimpiazzati da macchine più grosse (ovvero gli AB.212). I due incrociatori 'Andrea Doria' sono stati i primi incrociatori-portaelicotteri, con 2 Sea King o 4 AB212, ma a parte questo, nella parte anteriore delle loro sovrastrutture avevano un lanciamissili a lunga gittata per i SAM RIM-2 Terrier, mentre per la difesa ravvicinata erano armati di una batteria di cannoni da 76 mm del tipo MM, che erano di realizzazione OTO Melara. Questi facevano seguito agli impianti tipo 'Sovrapposto', con due cannoni da 76 mm che, fuori dalla norma, erano sovrapposti anziché afficancati. Non pare che sia stata una soluzione molto indovinata, e benché garantissero una struttura compatta e 120 c.min di cadenza di tiro, la generazione successiva fu costruita come impianto singolo, con una torretta al solito chiusa e di forma squadrata, e spesso installati in impianti assai sopraelevati, per il miglior campo di tiro. Non erano molto affidabili, ma nell'insieme meglio degli impianti da 76 mm americani, superati in cadenza di tiro e gittata (60 c.min contro 45-50 e 15 km contro 13). D'altro canto erano proprio i cannoni americani che erano il metro di paragone, adottati in Italia nel dopoguerra. Erano perfettamente adatti per affrontare gli aerei ad elica, con guida radar, spolette di prossimità e alimentazione automatica: un vero salto in avanti rispetto ai cannoni, anche di maggior calibro, che erano prima disponibili.
Ma l'era degli aviogetti fece sì che in Italia si pensasse (e non solo in Italia) a migliorare le prestazioni, mantenendo il calibro, il che dopo circa 10 anni portò ai cannoni da 76 mm OTO della prima generazione. In ogni caso i pezzi da 76/50 erano già qualcosa, e sostituivano gli impianti da 40 mm Bofors. Nel 1969 arrivò l'OTO 'Compatto' da 76 mm, con cadenza di tiro portata a 85 c.min, più leggero, con torretta automatica e con caratteristica copertura in vetroresina a sfera, per ridurre il peso a poco oltre 7 t, nonché circa 90 colpi disponibili nel carosello sotto la torretta. Quest'arma fu la prima che ebbe successo all'export. Di lì a poco arrivò anche il cannone Compatto da 127/54 mm, che era simile e come questo, pensato per offrire un'efficace reazione contraerea, raggiungendo i 45 colpi al minuto per le munizioni da 32 kg, anche se il peso era piuttosto elevato (34 t). Ben 66 colpi erano nelle tre giostrine coassiali di caricamento sotto la torretta. Questi nuovi cannoni debuttarono con i due 'Audace', e poi i pezzi da 127 mm vennero adottati anche dalle 'Lupo', di alcuni anni successive. Visto che nemmeno queste armi, abbinate tra l'altro ai radar di controllo del tiro RTN-10X della Selenia, non erano ancora in grado di affrontare del tutto i missili antinave, allora vennero anche ideati anche i CIWS, tra i primissimi costruiti nel settore. Questi erano i Breda Dardo, ancora in servizio. Questi hanno, al posto delle mitragliere di piccolo calibro ad altissima cadenza di tiro tipo i Phalanx, due cannoni Bofors L70 con munizioni capaci di esplodere per prossimità vicino al bersaglio, ottimizzando i 600 colpi al minuto di cui queste armi sono capaci (con una ampia riserva di munizioni, nella versione più sofisticata oltre 700), e senza perdere importanti capacità come la gittata massima d'impiego (magari contro aerei o bersagli navali, piuttosto che contro i missili antinave). Questa soluzione è rimasta di fatto unica nel campo dei CIWS, e in seguito venne superata dagli OTO Super Rapido, i cannoni da 76 mm ulteriormente migliorati con 120 c. min di cadenza di tiro, radar migliorari al posto degli RTN-20X dei Dardo, (erano gli RTN-30X con maggiore portata e capacità anche di guida dei missili come gli Aspide), maggiore precisione e così via. Nel frattempo venivano messi in servizio importanti altri assetti, come i SAM Aspide (partendo praticamente dalla 'clonazione' dei Sea Sparrow e dei lanciatori Mk 29 ottupli), i missili antinave a lunghissima gittata OTOMAT (in collaborazione con la Francia), siluri e mine, nonché radar di scoperta, ECM, lanciatori di chaff e flare multiruolo (gli SCLAR, utilizzabili anche come sistemi d'artiglieria, se necessario, per razzi da 51 o 105 mm). Insomma, di tutto un po', e con un notevole successo di export data la panoplia di armi e sensori disponibili.
La motorizzazione, fino agli 'Audace' data da turbine a vapore, venne poi modificata nell'efficiente configurazione CODAG, con le turbine G.E. LM-2500, coprodotte dalla Fiat Avio, e i Diesel GMT per le andature di crociera, per ottimizzare l'autonomia e quando richiesto, la velocità massima, tanto che se i diesel esprimevano circa 10.000 hp, le turbine arrivavano a 50.000. Le fregate 'Lupo' furono le prime ad avere tutto questo armamentario, invero senza paragone per l'epoca: in uno scafo di poco oltre le 2.000 t vennero implementati il cannone da 127/54 mm, due CIWS Dardo da 40 mm a poppa, con in mezzo un hangar telescopico per ub AB.212ASW con capacità multiruolo (con sonar, radar di ricerca, sistemi di navigazione sofisticati, siluri e missili vari) e addirittura un lanciamissili Sea Sparrow appena dietro l'hangar, mentre sui fianchi della sofrastruttura erano piazzati anche 4 degli 8 lanciamissili OTOMAT da 180 km di gittata (grazie al turbogetto francese). La velocità era di 35 nodi al massimo della potenza, l'autonomia superava nondimeno le 4.000 miglia con i diesel, lo scafo aveva 14 compartimenti stagni per sopravvivere ai danni. Secondo alcuni si tratta, più che di una piccola fregata, dell'estrema evoluzione della motocannoniera missilistica. Quando entrarono in servizio attorno al 1977 erano effettivamente navi senza paragoni come completezza di sensori e armi, e vennero ordinate in 4 esemplari dalla MM e 14 da altre 3 nazioni. La loro evoluzione furono le 'Maestrale', più lente, con meno missili antinave ma il doppio dei siluri e degli elicotteri, nonché un sonar filabile. Erano più grosse e filavano ancora i 32 nodi per circa 3.000 t di dislocamento. La prima entrà in servizio nei primi anni '80, poi ne arrivarono altre 7 entro il 1985. Erano in sostanza la versione ASW delle 'Lupo', ma pur avendo notevoli capacità non sono state mai esportate.
Negli anni '70, in sostanza, vi erano, come navi moderne, i 2 incrociatori 'Doria', l'unico 'Vittorio Veneto (versione ingrandita dei precedenti, francamente poco soddisfacenti), due fregate 'Alpino' con capacità ASW (furono le prime navi italiane con elicottero a bordo, con un elicottero e 6 cannoni MM da 76 mm), due caccia 'Impavido' antiaerei e due 'Audace' assai migliorati, che come le 'Lupo' di qualche anno dopo, riuscivano ad 'incastrare' i lanciamissili Tartar Mk 13 nell'hangar che aveva anche due elicotteri AB.212ASW (mentre le costruzioni navali straniere avevano o gli elicotteri o i missili), una batteria di 4 pezzi da 76 a mezzanave e due cannoni da 127 mm OTO a prua, oltre a 4 lanciasiluri da 324 e 533 mm. In seguito avrebbero perso, alla fine degli anni '80 (ma entrarono in servizio attorno al 1973) i siluri pesanti e un pezzo da 127 acquisendo 8 OTOMAT e un lanciamissili Albatross con 24 Aspide (riuscendo inusitatamente ad ottenere un armamento ancora più pesante). L'apparato motore da 70.000 hp e passa, a vapore, consentiva attorno a 33 nodi di velocità. I 'De la penne' sarebbero stati la successiva evoluzione, restando coi pezzi da 76 mm, ma disposti diversamente (3 pezzi, uno sistemato in mezzo all'hangar e gli altri due sono a prua) per consentire un maggior campo di tiro (invero non molto buono). Inizialmente vi erano 3 pezzi da 40 mm Dardo nei progetti, ma poi è stato adottato il 'Super Rapido', apparso attorno alla metà degli anni '80, per il resto vi erano nuovi sistemi elettronici, e soprattutto un apparato CODAG come quello delle fregate missilistiche per 31 nodi.
Per rimpiazzare i due 'Andrea Doria' e dare un'evoluzione al 'Vittorio Veneto' venne ordinato all'Italcantieri (antecedente alla Fincantieri) la 'Giuseppe Garibaldi', un incrociatore 'tuttoponte', che ufficialmente era un'unità portaelicotteri, ma in pratica aveva uno sky-jump che chiaramente aveva tutt'altri scopi. Infatti, nonostante l'ostilità dell'Aeronautica, era intenzionata ad avere una piccola componente aeronautica imbarcata. L'incrociatore entrò in servizio attorno al 1985, e il suo progetto non venne aggiornato nel senso che vennero conservati i 3 'Dardo' al posto dei 'Super Rapido'. Nel campo sottomarino vi erano i 4 'Toti', sottomarini molto efficienti e piccoli, ideati soprattutto per l'Adriatico e il Mediterraneo orientale. Erano molto efficienti, ma non ebbero nessun export. Stranamente i successivi 'Sauro' vennero prodotti sì in 8 esemplari ma pur essendo di maggiori dimensioni non pare abbiano dato risultati totalmente positivi, anche se sono stati costruiti in 4 serie progressivamente migliorate, dai tardi anni '70 ai primi anni '90. Il progetto successivo avrebbe dovuto essere il sottomarino S-90 da 3.000 t ma non ha avuto successo nel suo sviluppo, sempre più problematico (sembra quasi che più i sottomarini crescevano e più erano insoddisfacenti) e alla fine è stato adottato il progetto tedesco U-212, come unità per il XXI secolo.
[[File:Mitra_MAB_MMI.jpg|270px|left|thumb|Uno dei principali paradossi della Marina: mentre le navi venivano ammodernate dagli anni '70 in poi con grande impegno, i marinai a bordo continuano ad avere gli arcaici MAB, ottimi mitra, ma degli anni '30: quasi 'decorativi' nell'ambiente ad alta tecnologia della Marina. Come sia stato possibile non prevedere una limitata somma per comprare i più recenti Beretta 12 (quelli dei Carabinieri, per interndersi), è cosa difficile da comprendere]]
La Marina ha anche messo sù una serie di altre linee: le unità tipo aliscafo, con 7 aliscafi classe 'Sparviero' che in appena 60 t riuscivano a ficcarvi, oltre a 2 OTOMAT, anche il cannone da 76 mm Compatto; le unità MCM hanno iniziato il loro rinnovamento con le 4 'Lerici', un tipo di notevole successo realizzato in vetroresina in un solo pezzo. Questo progetto venne esportato in diverse nazioni, ma era piuttosto piccolo, e allora venne ordinato il tipo 'Gaeta' in 8 navi. A parte questo sono state ordinate 2 navi da rifornimento, le classe 'Stromboli', la STROMBOLI e la VULCANO, mentre di diversi anni successivi fu la ETNA, più grande e capace. Per rimpiazzare le due vecchie navi d'assalto anfibio 'Grado' (ex americane) vennero ordinate le due 'S.Marco' a ponte 'quasi continuo' (erano un po' simili alla 'Garibaldi' in miniatura, e ad un traghetto civile), che in seguito vennero raggiunte dalla S.GIUSTO negli anni '90. Vi furono poi altri programmi, per esempio i 4 pattugliatori d'altura 'Cassiopea' con struttura civile, e le 8 corvette 'Minerva' con struttura da nave militare, ben armate con cannone da 76 mm Compatto, siluri e missili Aspide.
Ricapitolando, Marina era arrivata nel dopoguerra a disporre di poche navi, tra cui due vecchie corazzate classe 'Doria', mentre le due 'Littorio' vennero demolite tassativamente per volere degli Alleati, specie inglesi; due incrociatori leggeri 'Capitani Romani' dalla potenza motrice inusitata ma dall'armamento poco superiore a quello di un cacciatorpediniere; alcuni incrociatori leggeri e cacciatorpediniere, e unità minori. Tra gli incrociatori, ABRUZZI e GARIBALDI erano i migliori, sopravvissuti alla guerra e ancora validi. Il secondo venne modernizzato parecchio, al punto da entrare in servizio, tra le prime europee se non la prima, come nave misilistica armata di missili Terrier, ma anche con le predisposizioni per i missili balistici Polaris. I cannoni dei 'Capitani Romani' sostituirono i pezzi da 152 per una migliore difesa contraerei (comunque limitata) e per il resto vennero installati impianti da 76 mm per la difesa ravvicinata. I cacciatorpediniere vennero dopo, per esempio i due 'Animoso', poi i due 'Impavido' che assieme alle due fregate 'Alpino' e ai due incrociatori 'Doria' erano la prima generazione di navi moderne italiane. 'Veneto' (1969), i due 'Audace', i 4 'Toti' e le 4 'Lupo' erano le altre navi importanti di questa seconda generazione. E nonostante questo, la Marina Militare, malgrado questi nuovi acquisti avvenuti tra la fine degli anni '60 e la fine del decennio successivo, era in pessime condizioni e piuttosto scalcinata.
Per evitarne la virtuale estinzione venne varata la legge navale del 1975, che andò oltre gli stanziamenti ordinari per i bilanci delle Forze Armate, il che evitò la fine della Marina come forza combattente. Sebbene alcuni progetti come i 2 'Audace migliorati' (=De la Penne) vennero postposti per via dell'aumento dei costi, la realizzazione di 4 cacciamine, 8 fregate missilistiche, 1 incrociatore portaelicotteri, una flottiglia di aliscafi missilistici, due navi da sbarco e 8 sottomarini di nuova generazione diede effettivamente linfa vitale ad una marina ben servita come qualità del prodotto, ma sottodimensionata rispetto alle necessità.
Così, ecco la linea di navi presente attorno al 1985:
[[File:Giuseppe_Garibaldi_(551)_underway_in_the_Atlantic_Ocean.jpg|400px|right|thumb|La principale novità degli anni '80, assieme alle 'Maestrale', fu senz'altro il potente Garibaldi, un incrociatore-portaelicotteri capace di operare anche da solo dato l'armamento polivalente, anche se era indubbiamente costoso se inteso come una nave porta-velivoli 'pura']]
*10 sottomarini diesel elettrici: 4 classe 'Nazario Sauro' -Nazario Sauro (S 518), Fecia di Cossato (S 519), Leonardo da Vinci (S 520), Guglielmo Marconi (S 521)-; 4 classe 'Enrico Toti': 'Attilio Bagnolini (S 505), Enrico Toti (S 506), Enrico Dandolo (S 513), Lazzaro Mocenigo (S 514); 2 classe 'Livio Piomarta': Livio Piomarta (S 515), Romeo Romei (S 516), in previsione da sostituire con il terzo lotto di 'Sauro'
* 4 incrociatori portaelicotteri: Giuseppe Garibaldi (C551, consegnato 30-9-85); Vittorio Veneto (C 550), e i due 'Duilio' Andrea Doria (C 553) e Caio Duilio (C 554), usato anche come nave scuola
* 4 cacciatorpediniere lanciamissili: Audace (D 550), Ardito (D 551), Impavido (D 570); Intrepido (D 571)
*12 fregate missilistiche: 8 'Maestrale' (F 570 Maestrale, consegnata marzo 1982; F 571 Grecale, F 572 Libeccio, F 573 Scirocco, F 574 Aliseo, F 575 Euro, F 576 Espero, F 577 Zeffiro); 4 'Lupo' (F 564 Lupo, F 565 Sagittario, F 566 Perseo, F 567 Orsa)
* 2 fregate ASW classe 'Alpino': F 580 Alpino e F 581 Carabiniere
* 8 corvette: 4 classe 'De Cristofaro' e 4 classe 'Albatros', in procinto d'essere sostituite da 8 moderne unità missilistiche 'Minerva', di cui 4 (Minerva, Danaide, Urania, Sfinge) del primo lotto, già ordinato all'epoca
* 7 aliscafi missilistici 'Sparviero'
* 4 unità sottili veloci: due 'Freccia' e due 'Lampo', convertibili in tre versioni (motocannoniera, monostilurante e posamine veloce)
* 3 unità appoggio incursori: una, la Cavezzale (A 5301) e due di vecchio tipo (ex motosiluranti 'Higgins' di fornitura statunitense), 441 e 443
* 2 navi rifornitrici di squadra classe 'Stromboli': Stromboli (A 5327) e Vesuvio (A 5329)
* 1 nave trasporto con bacino, in ordinazione
* 2 navi da sbarco mezzi corazzati (LST): Grado (L 9890) e Caorle (L 9891), più vari mezzi minori LCM e LCT
* 34 navi MCM (contromisure mine): 4 dragamine d'altura 'Salmone', 14 costieri 'Agave', 5 litoranei 'Aragosta', 7 ex-cacciamine 'Castagno', 4 cacciamine 'Lerici' di nuova costruzione (altri sei erano pianificati, poi diventeranno gli otto 'Gaeta')
* 4 navi scuola: Amerigo Vespucci, Palinuro, Stella Polare, Corsaro II
* 3 navi idrografiche
* naviglio minore vario: rimorchiatori, motofficine, servizio fari, cisterne acqua ecc. nonché la presenza di qualche riservatissima unità 'Elint-Sigint'
*Fanteria di Marina: Btg 'San Marco' (750), con 30 APC VCC-1, 24 LVTP-7, 16 mortai da 81 mm, otto cannoni SR. M.40 da 106 mm, 6 sistemi missilistici MILAN
*Incursori di Marina (CONSUBIN), circa 100-150, variamente armati ed equipaggiati
*Aviazione di Marina, 1.500 effettivi con diverse decine (50+) di AB.212ASW, circa 30 SH-3 Sea King, forse ancora qualche vecchio AB-204ASW.
Totale forze: 36.650 sulle navi, più 750 fanti, 1.500 aviatori, oltre 100 incursori.
A tutto questo si aggiungono le scuole, i centri di ricerca, le basi navali e aeronavali (come Taranto e La Spezia), l'Arsenale di Taranto e altro ancora. Un'organizzazione dunque imponente e fortemente rivitalizzata negli ultimi anni.
Nel 1985-86, finita questa cura 'da cavallo', la MMI era diventata una flotta tra le più moderne e potenti del mondo, specie nel settore di sua competenza, il Mediterraneo. Fu il suo 'momento d'oro', un po' come lo erano stati gli anni '30. Successivamente fu la volta delle otto moderne e piuttosto potenti corvette 'Minerva', i quattro 'Cassiopea', i due 'De la Penne', gli ultimi quattro 'Sauro' (III serie, fine anni '80; IV Serie, inizio anni '90); ma vennero anche rinnovati gli obsoleti navigli ausiliari, per esempio rimorchiatori, navi appoggio varie, la nuova rifornitrice 'Etna', la terza LPD classe 'San Giorgio', ma anche 1 nave esperienze da 250 t (essenzialmente per il lancio siluri), 6 moto trasporti costieri da 500 t, due navi trasporto acqua da 2.000 t, 4 navi ausiliarie da 450 t, 6 navi ausiliarie moto-trasporto fari.
Dopo di allora, con il completamento dei programmi navali e le risorse erose dai nuovi costosissimi programmi aeronautici e dall'acquisto di una lunga serie di pattugliatori, la MMI, ora MM, ha perso molti anni senza praticamente una sola nave di prima linea sugli scali: praticamente dalla metà degli anni '90 alla metà degli anni '00 non ha messo navi di prima linea in servizio, e da questa impasse sta uscendo solo ora, per rinnovare la componente navale, francamente invecchiata e indebolita, attualmente rimasta essenzialmente attorno agli ultimi 2 caccia 'De La Penne', la GARIBALDI, le 8 'Maestrale', gli ultimi 4 'Sauro' e le navi ausiliarie, da sbarco, MCM e pattugliamento. Se si considera che si erano sfiorate le 30 navi di prima linea anni prima, non è molto, ma la radiazione dei 7 aliscafi, dei 2 'Doria' e delle 2 'Alpino' (la CARABINIERE rimasta come nave esperienze) negli anni '90, e più di recente, delle 4 'Lupo', 2 'Audace' e del VENETO, oltre che dei 4 'Toti' e dei primi 'Sauro' non ha lasciato molto. Con la nuova portaeromobili CAVOUR, i due caccia 'Orizzonte/Doria', i futuri 2-4 U-212 e fino a 10 fregate FREMM sarà certo possibile iniziare la ricostituzione di una componente d'altura oramai erosa, ma il pattugliamento costiero resta forse il compito di maggior impegno con i 4 'Artigliere' (le 'Lupo' ex-irakene, 'castrate' della componente ASW), i 4 'Cassiopea', le 8 'Minerva' (private di gran parte dell'armamento), almeno 2 serie di pattugliatori da circa 1.500 t per altre 8 navi. I programmi elicotteristici e aeronautici comprendono l'interesse per il JSF, mentre il costo della ventina di EH101 ha superato il miliardo di euro, e anche di più per i previsti 56 NH-90 in versione navale.
==Tempi moderni==
[[File:Luigi Durand de la Penne (D 560), underway at sea during Operation ENDURING FREEDOM - DN-SD-05-02437.jpg|450px|right|thumb|L'ultimo grido delle navi del Programma navale degli anni '70 fu la potente classe dei 'De la Penne', pesantemente armata ed equipaggiata, anche se priva dei sistemi missilistici VLS oramai in auge, nei primi anni '90, dato che la sua realizzazione prese parecchio tempo rispetto a quanto era stato pianificato]]
La seconda metà del decennio vide per la marina impegni sempre più gravosi nei nuovi scenari che andavano profilandosi. Se nel 1985, con l'irrompere sulla scena internazionale di Gorbaciov, tra Est e Ovest iniziava un periodo di distensione, il Mediterraneo rimaneva sempre un'area di confronto fra le due superpotenze e la diffusione dell'integralismo islamico fortemente anti-occidentale ed anti-americano era causa di forti tensioni ed instabilità[14]. Con il sequestro dell'Achille Lauro avvenuto il 7 ottobre 1985 ad opera di un gruppo terroristico palestinese, la mobilitazione che né segui, denominata Operazione Margherita vide un'ampia partecipazione della Marina, e la circostanza evidenziò la necessità di una più efficace componente aerea per il pattugliamento marittimo a largo raggio. Successivamente, in seguito alle tensioni e alla crisi tra Stati Uniti e Libia, il 15 aprile 1986 vi fu un attacco missilistico contro la stazione LORAN gestita dagli Stati Uniti sull'isola di Lampedusa: L'attacco evidenziò la scarsa efficacia delle rete di allarme radar e la mancanza di una qualsiasi forma di difesa contro attacchi missilistici. Scattò quindi un'operazione di dispiegamento nel Canale di Sicilia di naviglio d'altura con funzioni di controllo radar denominata operazione girasole che aveva come scopo quello di estendere quanto più possibile verso sud la sorveglianza antiaerea ed antimissile. Ma un altro impegno attendeva le unità italiane e questa volta in uno scenerio operativo ben più distante dalla madrepatria.
Dopo anni di guerra il Golfo Persico era balzato alla ribalta dell'opinione pubblica mondiale quando Iran ed Iraq estesero le ostilità al traffico marittimo commerciale coinvolgendo anche navi appartenenti a nazioni neutrali. e tra queste venne anche coinvolta la motonave italiana Jolly Rubino, attaccata da parte dei Guardiani della rivoluzione iraniani, e la cosa spinse la Marina Militare ad inviare un contingente nell'area, formato da fregate, unità logistiche e cacciamine impegnate in operazioni di scorta al naviglio mercantile e di bonifica da mine navali.
La missione, iniziata il 15 settembre 1987 si concluse entro la fine dell'anno successivo con il rientro delle ultime unità impegnate nelle operazioni di bonifica. Nei quindici mesi della missione le unità della Marina Militare assicurarono protezione delle unità mercantili nazionali, garantendo loro condizioni di piena sicurezza, salvaguardando il diritto alla libera navigazione in acque internazionali. Al termine della missione la bandiera della Marina Militare venne decorata con la croce di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia.
Il risultato della missione, ampiamente positivo, confermava la bontà delle scelte a suo tempo operate per l'ammodernamento della flotta[15] ma rendeva evidente l'improrogabile necessità di un terzo rifornitore di squadra.
Gli anni '90 iniziarono per la Marina Militare con un ritorno nel Golfo Persico. Dopo che era terminata nel settembre 1988 la guerra Iran-Iraq, il 2 agosto 1990 il ra‘īs iracheno Saddam Hussein invase il vicino stato del Kuwait in nome di un'antica pretesa di Baghdad di recuperare un territorio che sarebbe stato iracheno. L'invasione provocò le immediate sanzioni da parte dell'ONU che lanciò un ultimatum, imponendo il ritiro delle truppe irachene. La richiesta non conseguì risultati e il 17 gennaio 1991 iniziò la Guerra del Golfo e le navi della Marina Militare si trovarono a far parte della coalizione internazionale. Sin dall'agosto del 1990 il governo italiano deliberò l'invio delle fregate 'Orsa' e 'Libeccio', del rifornitore di squadra 'Stromboli' e di due corvette 'Minerva' a cui si aggiunsero a settembre, otto cacciabombardieri Tornado e la fregata Zeffiro. Altre unità in seguito parteciparono alle operazioni avvicendandosi alle altre, tra cui l'Audace e varie unità Lupo e Maestrale, con Orsa e Stromboli che sulla via del ritorno furono impegnate nell'evacuazione di cittadini italiani e di altri stati europei dalla Somalia. Dislocate nelle acque del Golfo Persico, le unità italiane assicurarono, in concorso con le altre Forze Multinazionali, l’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, partecipando al controllo dell’embargo, conducendo azioni di controllo del naviglio sospetto e potenzialmente ostile. Successivamente, durante la fase delle operazioni militari, le unità italiane in concorso con altre forze navali contribuirono alla protezione diretta delle principali unità della forza multinazionale. Al termine delle operazioni militari poi, ripresero l’attività di embargo, partecipando allo stesso tempo alla bonifica delle acque del Golfo dai campi minati. Per questa missione, durata esattamente un anno e terminata nell'agosto del 1991, la bandiera della Marina Militare venne nuovamente decorata con la croce di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia.
Successivamente la Marina Militare prese parte insieme all'Esercito e all'Aeronautica con l'invio del battaglione san Marco alla missione Ibis svolta tra il maggio 1993 e il marzo 1994 nell'ambito della missione delle Nazioni Unite UNOSOM II, che a sua volta era parte dell'operazione Restore Hope il cui compito era quella di fornire, facilitare e proteggere gli aiuti umanitari in Somalia e il monitoraggio del cessate il fuoco ottenuto con la mediazione ONU nel conflitto civile somalo nei primi anni novanta.
[[File:551-sh3d-esDragon-Hammer92.jpg|350px|right|thumb|Una figura fondamentale dell'aviazione navale italiana, l'SH-3 Sea King prodotto su licenza; tuttavia, esso operava generalmente solo da terra oppure dalle navi più grandi, incrociatori o più raramente i più moderni cacciatorpediniere]]
Altro fronte in cui le unità della Marina Militare sono state impegnate è quello della lotta all'immigrazione clandestina in Adriatico e nel canale di Sicilia, in cui spesso le navi della Marina sono state protagoniste di salvataggi dei naufraghi di questi viaggi. Nell'ambito della lotta all'immigrazione selvaggia ed in seguito alla crisi scoppiata in Albania, nel 1997 si svolse l'Operazione Alba che vide la partecipazione in varia misura di undici nazioni, con lo sbarco di truppe e mezzi oltre che di aiuti umanitari alla popolazione albanese. Questa fu la prima missione internazionale a guida italiana e la Marina vi partecipò con le proprie unità e con unità della Guardia Costiera per la parte marittima e contribuendo con il battaglione san Marco alle operazioni terrestri. Al termine della missione, svolta dal 3 marzo al 12 agosto del 1997, la bandiera della Marina Militare venne ancora una volta decorata con la croce di cavaliere dell'Ordine militare d'Italia.
Il battaglione san Marco è stato presente anche in Kosovo e in Eritrea come deterrente durante la guerra con l'Etiopia, mentre nel 1999 un gruppo di incursori didel COMSUBIN trasportato da nave san Giusto è stato inviato durante la crisi di Timor Est.
Per quanto riguarda le unità in servizio l'inizio del decennio vide l'entrata in servizio della IIa serie della classe Minerva e della IIa serie della classe Cassiopea e l'uscita di scena dei Doria e dei due Impavido. Nel 1993 entrarono in servizio i due cacciatorpediniere de la Penne che inizialmente battezzati Animoso e Ardimentoso al momento della loro entrata in servizio vennero intitolati alle medaglie d'oro al valor militare Luigi Durand de la Penne e Francesco Mimbelli. Nel 1991 veniva avviata la costruzione di una terza unità anfibia la San Giusto che entrata in servizio nell'aprile del 1994 oltre ai compiti di squadra svolge il ruolo di nave scuola per gli allievi del secondo anno dell'Accademia Navale di Livorno sostituendo nel compito l'incrociatore Caio Duilio andato in disarmo nel 1990. Nel 1995 viene avviata la costruzione del terzo rifornitore di squadra, battezzato Etna ed entrato in servizio nel 1998.
[[File:Cannone_Minerva.jpg|350px|left|thumb|Le smilze e ben armate 'Minerva', dalle quali ad un certo punto si pensava di estrapolare anche una versione d'attacco antinave, con i missili OTOMAT al posto degli Aspide. Tuttavia esse rimasero e sono tutt'oggi un supplente di navi grosse e impegnative come le fregate lanciamissili, laddove il rischio non è molto alto. Alle volte i problemi sono tutt'altro che militari, come la tragedia che vide coinvolta la Sibilla (speronamento di una nave albanese, 1997]]
Tra il 1994 e il 1996 sono entrate in servizio quattro unità della 'Classe Soldati'. Si tratta delle unità tipo Lupo, che inizialmente erano state costruite per l'Iraq ed erano state consegnate alla Marina Irachena, ma dato l'embargo restarono bloccate in Italia e conseguentemente non vennero pagate dal committente e su di esse ha vissuto per anni un ridotto equipaggio iracheno in attesa che si risolvesse la questione.
Queste quattro unità alla fine sono entrate a far parte della Marina Militare grazie ad un compromesso, poiché i cantieri andavano pagati per il lavoro fatto e gli iracheni certamente non lo avrebbero fatto, dato che non potevano prendersi le navi, quindi alla fine il governo italiano, dietro confisca, acquistò la proprietà delle navi pagando i cantieri e le unità, dopo un fermo decennale, passarono di proprietà nel 1994, venendo assegnate alla Marina che le introdusse in servizio solo dopo un ciclo di lavori di ampia modifica dei sistemi di bordo, sia perché diversi apparati erano incompatibili con le normative NATO, sia per consentire a queste navi l'adeguamento del livello tecnico-operativo a quello delle altre unità in servizio, con interventi sui sistemi di comando e controllo, sui sistemi di telecomunicazione e sui sensori di scoperta radar e acustici. La differenza sostanziale con le Lupo risiede nel fatto che queste unità non sono dotate di alcun armamento per la lotta antisommergibile ed in considerazione di ciò, le unità sono impiegate ed ufficialmente classificate come pattugliatori di squadra, definizione piuttosto estemporanea e rara nelle moderne marine occidentali, ma queste unità, essendo grossi mezzi di superficie, sono difficilmente collocabili da un punto di vista classificativo. Nonostante le vicissitudini legate alla loro acquisizione, queste unità sono state impiegate intensamente sin dai primi anni di servizio nella Marina italiana.
Per quanto riguarda i sommergibili, la Marina, alla fine degli anni ottanta aveva avviato lo studio per un nuovo sottomarino nazionale, denominato, progetto S 90, che però non portò a nessun risultato, così, per compensare parzialmente la progressiva dismissione delle unità della classe Toti nel corso degli anni novanta, quando il progetto Sauro originale era divenuto ormai obsoleto, si è fatto ricorso ad una 4a serie della classe Sauro.
Il nuovo millennio si apre per la Marina Militare con nuove sfide imposte dagli scenari internazionali venutisi a creare in conseguenza degli attentati dell'11 settembre 2001 e la guerra al terrorismo che l'Occidente si è trovato a dovere affrontare.
In seguito all'intervento americano in Afghanistan, principale base dell'organizzazione terroristica al-Qa'ida, che ha portato all'abbattimento del regime dei talebani l'Italia è presente in Afghanistan nell'ambito dell'ISAF, la forza internazionale per il mantenimento della pace con base a Kabul, con reparti dell'esercito e per la Marina Militare del battaglione San Marco. Nel corso del 2005 l'Italia si è trovata al comando di quattro missioni multinazionali: in Afghanistan, in Bosnia-Erzegovina, in Kosovo e in Albania.
La Marina ha partecipato ampiamente alla lotta al terrorismo prendendo parte, oltre che con il battaglione San Marco, con le sue unità navali alle operazioni Active Endeavour nel Mediterraneo, Antica Babilonia nel golfo Persico, Enduring Freedom nel golfo Persico e nell'oceano Indiano e partecipando alla lotta alla pirateria ed in difesa dei traffici marittimi e della libertà di navigazione nella zona del corno d'Africa e del golfo di Aden. Tutte le principali unità della Marina Militare hanno preso parte a queste missioni.
Nell'estate 2006 la Marina Militare è stata una delle prime marine militari ad intervenire nella crisi del Libano. Il cacciatorpediniere Durand de la Penne,[17] in esercitazione in Grecia, è stata tra le prime unità neutrali ad entrare nel porto di Beirut per l'evacuazione dei connazionali ed altri europei verso l'isola di Cipro con ben due viaggi.[18] Successivamente è intervenuto il battaglione San Marco, con l'unità da sbarco San Giorgio che ha permesso il trasporto di beni di prima necessità per la popolazione in guerra oltre all'evacuazione di altri connazionali. A settembre,[19][20] sotto l'egida dell'ONU all'interno della missione UNIFIL 2, le navi Garibaldi, San Giusto, San Marco e San Giorgio, in pratica l'intera flotta tuttoponte. scortate dalla corvetta Fenice hanno sbarcato sulla spiaggia di Tiro la forza d'ingresso, le truppe anfibie della nuova Forza di Proiezione dal Mare (FPM) composte dal San Marco e dei Lagunari, del contingente di pace italiano.
Per quanta riguarda la flotta il progetto di ammodernamento più importante è quello sviluppato in cooperazione con la Francia con i programmi Orizzonte e FREMM. Per la parte italiana sono previsti due cacciatorpediniere/fregate del tipo Orizzonte che sostituiranno i due Audace e dieci fregate multiruolo tipo FREMM che andranno a sostituire le fregate tipo Lupo e Maestrale. Le due Orizzonte denominate Andrea Doria e Caio Duilio sono state varate a Riva Trigoso rispettivamente il 15 ottobre 2005 e 23 ottobre 2007. La prima unità è stata consegnata il 22 dicembre 2007 e dopo le prove del sistema di combattimento dovrebbe entrare in servizio nell'estate 2008, mentre la seconda unità è attualmente in allestimento presso il Cantiere Navale del Muggiano di La Spezia. Queste unità entreranno in squadra in sostituzione dei due Audace che il 28 settembre 2006 hanno fatto il loro ultimo ammainabandiera. Per quanto riguarda le FREMM, le dieci fregate italiane, verranno costruite in due serie, di cui una di sei con vocazione ASW ed un'altra di quattro con vocazione multiruolo. Le unità italiane, con le diciassette unità francesi permetteranno di poter disporre a livello europeo di una forza omogenea, riducendo notevolmente i costi di esercizio. Le FREMM prenderanno il posto delle Maestrale, ancora in servizio, e delle Lupo, che dopo essere state messe in disarmo, rivendute al Perù, stanno vivendo, a dimostrazione della bontà del progetto, una seconda vita, affiancando le unità dello stesso tipo di cui disponeva già la marina peruviana, mentre la Vittorio Veneto, non più operativa dal 2003, ed andata in disarmo nel 2006, è destinata a diventare nel 2011, in occasione del 150° anniversario del Regno d'Italia, nave museale[22] così come è successo per i sommergibili Toti e Dandolo. Sono usciti di scena gli aliscafi Sparviero sostituiti da 4 unità denominate Nuove Unità Minori Combattenti e 3 dei 4 Sauro delle prime due serie sostituiti dai 2 Todaro di progettazione italo-tedesca. Inoltre nel 2009 entrerà in servizio la Portaerei Cavour.
==Organizzazione attuale==
'''Denominazione ufficiale delle unità navali'''
Tutte le navi della flotta della Marina Militare italiana vengono denominate ufficialmente usando il termine "Nave" seguito dal nome dell'unità (es. "Nave Garibaldi") oppure in forma abbreviata usando il solo nome dell'unità preceduto dall'articolo maschile. Inoltre secondo questa convenzione l'articolo femminile si deve usare per designare esclusivamente le unità navali appartenenti alla Marina mercantile italiana.
Le denominazioni corrette delle unità della Marina Militare italiana sono quindi ''Nave Garibaldi'' oppure ''il Garibaldi'', ''Nave Minerva'' oppure ''il Minerva'', ''Nave Vespucci'' oppure ''il Vespucci''. Le denominazioni al femminile (''la Garibaldi'', ''la Minerva'', ''la Vespucci'') nonostante siano ampiamente utilizzate nel linguaggio corrente e anche dai media, sono da considerarsi come non corrette quando si riferiscono a unità facenti parte della Marina Militare italiana.
Gli arsenali della Marina Militare:
:Arsenale della Spezia,
:Arsenale di Taranto,
:Arsenale di Venezia
Gradi: Ufficiali ammiragli:
:Ammiraglio(Capo di Stato Maggiore della Difesa)
:Ammiraglio di squadra con incarichi speciali (Capo di Stato Maggiore della Marina) (Segretario generale della Difesa)
:Ammiraglio di squadra
:Ammiraglio di divisione
:Contrammiraglio
Ufficiali superiori
:Capitano di vascello
:Capitano di fregata
:Capitano di corvetta
Ufficiali inferiori
:Primo Tenente di vascello
:Tenente di vascello
:Sottotenente di vascello
:Guardiamarina
:Aspirante guardiamarina
Sottufficiali - ruolo marescialli
:Primo maresciallo luogotenente
:Primo maresciallo
:Capo di prima classe
:Capo di seconda classe
:Capo di terza classe
Sottufficiali - ruolo sergenti
:Secondo capo scelto
:Secondo capo
:Sergente
Truppa - servizio permanente
:Sottocapo di 1ª classe scelto
:Sottocapo di prima classe
:Sottocapo di seconda classe
:Sottocapo di terza classe
Truppa - ferma prefissata
:Sottocapo
:Comune di 1ª classe (nessun distintivo di grado)
:Comune di 2ª classe
'''Organigramma e struttura'''
'''Stato Maggiore della Marina'''
La Marina Militare è divisa in cinque corpi:
:Armi Navali
:Genio Navale
:Commissariato Militare Marittimo
:Corpo Sanitario
:Capitanerie di Porto
Capo di Stato Maggiore della Marina - ammiraglio di squadra Paolo La Rosa.
Il CSMM ha sede a Roma presso Palazzo Marina
:Sottocapo di Stato Maggiore della Marina - ammiraglio di squadra Luigi Binelli Mantelli
:Comandante in Capo della Squadra Navale - ammiraglio di squadra Giuseppe Lertora.
Il CINCNAV ha sede a Santa Rosa (Roma) ed accentra la gestione dell’attività addestrativa e operativa della Forza Armata, unitamente alle funzioni di controllo dell’efficienza, di approntamento e di controllo operativo della flotta. Da esso dipendono:
*Comando Forze d'Altura COMFORAL (Taranto): navi Garibaldi, Etna, Durand de la Penne, Mimbelli, San Giorgio, San Marco, San Giusto, Elettra (con sede di servizio a La Spezia)
*COMSQUAFR 1 (Taranto): navi Aliseo, Euro, Zefiro, Espero, Artigliere, Bersagliere, Granatiere, Aviere, Stromboli
*COMSQUAFR 2 (La Spezia): navi Maestrale, Grecale, Libeccio, Scirocco, Vesuvio
Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera COMFORPAT (Augusta):
*COMSQUACORV: navi Minerva, Urania, Danaide, Sfinge, Chimera, Driade, Fenice, Sibilla;
*COMSQUAPAT 1: navi Cassiopea, Libra, Spica, Vega;
*COMSQUAPAT 2: navi Cigala Fulgosi, Borsini, Foscari, Bettica, Sirio, Orione;
*Comando delle Forze Anfibie COMFORSBARC (Brindisi):
:Reggimento San Marco;
:Reggimento Carlotto;
:Gruppo Mezzi da Sbarco;
*Comando Forze Subacquee COMFORSUB (Taranto):
:COMGRUPSOM: Da Vinci, Pelosi, Prini, Longobardo, Gazzana, Todaro, Scirè;
:Centro di Addestramento Aeronavale MARICENTADD;
:Comando Forze Aeree COMFORAER (Santa Rosa);
:Centro per le Telecomunicazioni e l'Informatica MARITELE (Roma);
*Comando delle Forze di Contromisure Mine 'COMFORDRAG (La Spezia):
:COMSQUADRAG 53: navi Numana, Rimini, Sapri, Termoli, Viareggio, Vieste;
:COMSQUADRAG 54: navi Alghero, Chioggia, Crotone, Gaeta, Lerici, Milazzo;
:Quartier Generale Marina QUARTGENMARINA (Roma).
La '''Bandiera d’Arma della Marina''' venne concessa alle Forze da sbarco della Regia Marina, con regio decreto n° 708 del 12 maggio 1939. Al termine della seconda guerra mondiale, la bandiera cambiò denominazione in "Bandiera d’Arma della Marina Militare". Attualmente è in consegna allo Stato Maggiore della Marina ed è custodita presso l'installazione Santa Rosa di Roma, sede del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV).
La bandiera ha ricevuto diverse decorazioni. Tra di esse spiccano le 2 medaglie d'oro al Valor Militare conferite al Corpo da Sbarco della Regia Marina per l'occupazione della Tripolitania e Cirenaica nel 1911 e alla Regia Marina per il contributo dato durante la seconda guerra mondiale.
La decorazione più recente è la Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia conferita nel 1997 per il contrasto alla criminalità e il supporto alla normalizzazione dell'Albania.
L'elenco completo è:
1 Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia;
3 Croci di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia;
2 Medaglie d'oro al valor militare;
1 Medaglia d'argento al valor militare;
1 Medaglia d'oro per i benemeriti della salute pubblica
La Marina mercantile italiana utilizza una bandiera molto simile nel cui stemma, che non è sormontato dalla corona, il leone di San Marco regge il Vangelo e non una spada.
Lo stemma della Marina Militare è composto da uno scudo diviso in quattro quarti, ognuno dei quali occupato dal blasone di una delle Repubbliche marinare (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia): nel primo quarto, su sfondo rosso, il leone alato simbolo di san Marco che brandisce una spada, nel secondo quarto la croce rossa su fondo bianco di Genova, nel terzo quarto la croce bianca su fondo blu di Amalfi e, nell'ultimo quarto, la croce bianca su fondo rosso simbolo di Pisa, il tutto sormontato da una corona turrita e rostrata (ovvero dall'emblema che il senato romano conferiva ai comandanti vincitori di battaglie navali).
Lo stemma venne istituito, nell'aprile del 1941, con regio decreto: era stato proposto due anni prima dall'allora Sottosegretario di Stato per la Marina e comprendeva anche lo scudo sabaudo e due fasci littori. Nel 1947 il Presidente della Repubblica Enrico De Nicola approvò le modifiche allo stemma, portandolo alla forma attuale.
Lo stemma viene utilizzato nella bandiera della Marina Militare ed è inoltre posto sulla prua delle navi della stessa.
===Unità navali in attività===
[[File:U-Boot_U31.JPG|350px|left|thumb|Un U-212 tedesco]]
'''Sottomarini''' (tutti con sei tls da 533 mm)
:'''Classe Sauro - 2ª serie'''(63,85 m, 1.456/1.631 t, 12/20 nodi, 11.000 nm/11 kts o 250 nm/4 kts immerso) : Leonardo Da Vinci
:'''Classe Sauro - 3ª serie'''(64,4 m, 1.476/1.660 t, 12/20 nodi, 11.000 nm/11 kts o 250 nm/4 kts immerso) : Pelosi, Prini
:'''Classe Sauro - 4ª serie'''(64,4 m, 1.650/1.860 t, 12/20 nodi, 11.000 nm/11 kts o 250 nm/4 kts immerso) : Primo Longobardo, Gazzana-Priaroggia
:'''Classe Todaro''' - U212A(55,9 m, 1.450/1.830 t, 12/20 nodi, 8.000 nm/8 kts o 420 nm/8 kts immerso) : Salvatore Todaro e Scirè
'''Portaerei STOVL'''
:'''Giuseppe Garibaldi''' (551), ammiraglia flotta (consegnata il 30-9-85, 180,2 m, 13.000 t, 30 nodi,7.000 nm/20 kts, 2 l.m. Aspide, 3 Dardo, 2 tls, c.a. 15 velivoli)
:'''Cavour''' (550), piena operatività ad inizio 2009 (consegna 2007, 244 m, 27.000 t, 28 nodi, 7.000 nm/16 kts, sistemi Aster e predisposizione Davide, c.a. 20 velivoli)
'''Cacciatorpediniere Antiaerei'''
:'''Classe Doria''' o Orizzonte(150 m, 7.000 t, 30 nodi, 7.000 nm/18 kts, l.m. Aster, 3 cannoni da 76 mm, 8 Otomat, 2 tls, un elicottero): Andrea Doria (D 553), piena operatività a metà 2008
:'''Classe Durand de la Penne''' (147,6 m, 5.400 t, 31 nodi, 7.000 nm/18 kts, 1 x 127 mm, 3 x 76 mm, 8 Otomat, 40 SM-1, 24 Aspide, due tls e due elicotteri):
Luigi Durand de la Penne (D 560) (ex Animoso), Francesco Mimbelli (D 561) (ex Ardimentoso)
'''Fregate'''
:'''classe Maestrale''' (122 m, 3.200 t, 32 nodi, 6.000 nm/15 kts, l.m. Aspide, 1x127 mm, due Dardo, 4-8 Otomat, due tls, due elicotteri): Maestrale (F 570), Grecale (F 571), Libeccio (F 572), Scirocco (F 573),
Aliseo (F 574), Euro (F 575), Espero (F 576), Zeffiro (F 577)
'''Pattugliatori di squadra''' (113,2 m, 2.500 t, 35 nodi, 5.000 nm/15 kts, idem delle Maestrale ma senza tls e con un elicottero) classe 'Soldati': Artigliere (F 582), Aviere (F 583), Bersagliere (F 584), Granatiere (F 585)
'''Corvette''' (87 m, 1.300 t, 24 nodi, 3.500 nm/15 kts, 1 x 76, due cannoni da 25 mm, il primo gruppo conserva l.m. Aspide e due tls)
:'''classe Minerva''' - 1ª serie, Minerva (F 551), Urania (F 552), Danaide (F 553), Sfinge (F 554)
:'''classe Minerva''' - 2ª serie, Driade (F 555), Chimera (F 556), Fenice (F 557), Sibilla (F 558)
'''Nuove Unità Minori Combattenti''' (NUMC) (88,6 m, 1.520 t, 3.500 nm/14 kts, 1x 76, 2x25 mm, un elicottero)
:'''Classe Comandanti''': Comandante Cigala Fulgosi (P 490), Comandante Borsini (P 491), Comandante Bettica (P 492), Comandante Foscari (P 493)
'''Pattugliatori OPV'''
:'''Classe Cassiopea''' (79,8 m, 1.500 t, 20 nodi, 3.300 nm/17 kts, 1x76 mm, 2 x 20, poi da 25 mm+ 2 da 12,7 mm): Cassiopea (P 401), Libra (P 402), Spica (P 403), Vega (P 404)
:Classe Esploratore: Esploratore (P 405), Sentinella (P 406), Vedetta (P 407), Staffetta (P 408)
'''Pattugliatori d'altura'''
:'''Classe Cassiopea 2''' (NUPA), 88 m, 1.580 t, 22 nodi, 3.500/17 kts, 2x25 mm, un elicottero): Sirio (P 409), Orione (P 410)
'''Cacciamine'''
:'''classe Lerici''' - 1ª serie (49,9 m, 485-650 t, 14 nodi, 2.500/12 kts, 1x20 mm): Lerici (M 5550), Sapri (M 5551), Milazzo (M 5552), Vieste (M 5553)
:'''classe Lerici''' - 2ª serie (classe Gaeta, 52,5 m, 730 t, 14 nodi, 2.500/12 kts, 2x20 mm): Gaeta (M 5554), Termoli (M 5555), Alghero (M 5556), Numana (M 5557),
Crotone (M 5558), Viareggio (M 5559), Chioggia (M 5560), Rimini (M 5561)
'''Navi rifornimento di squadra '''
:'''Classe Etna''' (146 m, 13.400 t, 21 nodi, 7.600 nm/18 kts, 2x25 mm, 2x 12,7 mm, un elicottero): Etna (A 5326)
:'''Classe Stromboli''' (129 m, 4.200 t, 18 nodi, un 76 mm): Stromboli (A 5327), Vesuvio (A 5329)
'''Navi d'assalto anfibio'''
:'''Classe San Giusto'''(133 m, 8.000 t, 20 nodi, 4.500 nm/20 kts, 1x76,2 mm, 4 da 12,7 e 20 mm, 3-5 elicotteri): San Giusto (L 9894)
:'''Classe San Giorgio''' (133 m, 7.980 t, 1 da 76 mm, 2 x 20, 2 x 12,7 mm, 3-5 elicotteri): San Giorgio (L 9892), San Marco (L 9893)
'''Mezzi da sbarco''': 9 mezzi da sbarco classe MTM 217 'de ongaro franco', 5 mezzi da sbarco classe LCM,
20 mezzi da sbarco classe MTP 96,
'''unità appoggio Incursori''': Mario Marino (Y 498), Alcide Pedretti (Y 499)
'''Navi cisterna''': Bormida (A 5359),
classe Simeto
-Ticino (A 5376) e
Tirso (A 5377)-;
classe Brenta (1.930 t, 68,85 m, 2x20 mm, 13 nodi)
-Basento (A 5356)-;
classe MCC
-Mcc 1101 (A 5370),
Mcc 1102 (A 5371),
Mcc 1103 (A 5372),
Mcc 1104 (A 5373)-
'''Nuove unità supporto polivalente''' (ELINT): Elettra (A 5340)
'''Navi scuola''' (tutte ad elica)
Amerigo Vespucci (A 5312, 101 m, 3.771 t), Palinuro (A 5311 68,9 m, 1.341 t), Corsaro II (A 5316), Stella Polare (A 5313)
Orsa Maggiore (A 5323), Capricia (A 5322), Caroly (A 5302),
Unità addestramento classe Aragosta-Ham: Astice (A 5379), Mitilo (A 5380), Murena (A 5305),
Porpora (A 5382)
Nave comando e appoggio naviglio contromisure mine
Navi per esperienze e tecnologiche:
Carabiniere (F 581) e 2
classe Rossetti
-Raffaele Rossetti (A 5315)
Vincenzo Martellotta (A 5320)-
'''Navi idrografiche e oceanografiche''':
Magnaghi (A 5303), classe Ninfe -Aretusa (A 5304) e Galatea (A 5308)-
'''Navi servizio fari''' classe Ponza (56,72 m, 600 t, 14 nodi, 2x7,62 mm): Ponza (A 5364), Levanzo (A 5366), Tavolara (A 5367), Palmaria (A 5368), Procida (A 5383)
'''Navi salvataggio''': Anteo (A 5309)
'''Navi costiere da trasporto''' classe 'Gorgona' (56,72 m, 500 t, 14,5 nodi, predisposizioni 1x20 e 2x7,62 mm):
Gorgona (A 5347),
Tremiti (A 5348),
Caprera (A 5349),
Pantelleria (A 5351),
Lipari (A 5352),
Capri (A 5353)
'''Rimorchiatori '''
32 rimorchiatori portuali
*classe RP d'altura classe Ciclope:
Ciclope (A 5319),
Titano (A 5324),
Polifemo (A 5325),
Gigante (A 5328),
Saturno (A 5330),
Tenace (A 5365),
*d'altura classe Atlante:
Atlante (A 5317)e
Prometeo (A 5318)
*costieri classe 'Porto':
Porto Fossone (Y 413),
Porto Torres (Y 416),
Porto Corsini (Y 417),
Porto Empedocle (Y 421),
Porto Pisano (Y 422),
Porto Conte (Y 423),
Portoferraio (Y 425),
Portovenere (Y 426),
Porto Salvo (Y 428),
*costieri classe Ischia:
Porto d'Ischia (Y 436) e
Riva Trigoso (Y 443)
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'''Unità navali disarmate '''
:Incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto (550) (1965, anno d'impostazione - 2003);
:Incrociatori lanciamissili classe 'Andrea Doria' (1958 - 1992):
Andrea Doria
Caio Duilio
:Incrociatore lanciamissili Giuseppe Garibaldi (1961-1971), in disarmo dal 1972
:Cacciatorpediniere classe Audace:
Audace e
Ardito
:Cacciatorpediniere classe Impavido:
Impavido e
Intrepido
:Cacciatorpediniere classe Indomito:
Indomito e
Impetuoso
:Fregate Classe Lupo: 4 unità vendute al Perù
Fregate Classe Alpino
:Nave appoggio Alpino (A 5384)
:Sottomarini Classe 'Sauro': Sauro, Fecia di Cossato, Marconi (S 521)
:Sottomarini classe 'Toti': Enrico Toti, Dandolo, Mocenigo e Bagnolini
:Sottomarini ex-USA: Alfredo Cappellini, Evangelista Torricelli, Livio Piomarta
===Unità navali finanziate ma non ancora in costruzione===
* 6 Fregate multiruolo classe Carlo Bergamini ''FREMM'' sulle 10 programmate, 1 in versione multiruolo (GP) e 5 in versione ASW (antisommergibile) - Attualmente sono senza copertura finanziari le restanti 4 unità, tutte della versione multiruolo (GP).
* 2 Sommergibili Classe ''Todaro'' - ''Classe U212'', finanziati con la finanziaria 2008
===Unità navali in progettazione===
* 1 Portaelicotteri multiruolo d'assalto anfibio nuova classe tipo LHD da 15.000 o 20.000 tonn. ''Andrea Bafile'', 2015 in poi. La scelta tra i 2 design non è ancora stata fatta e dipenderà dalla presenza o meno di un partner internazionale al progetto per la riduzione dei costi di sviluppo. Il progetto è privo di finanziamenti e i cantieri navali sono saturi fino al 2010.
Le seguenti unità sono frutto principalmente di speculazioni e voci di corridoio, le fonti ufficiali attualmente non hanno fornito riscontri.
* 2 Cacciatorpediniere AA (antiaerei) classe ''Classe Orizzonte (fregata)'' aggiornata: ''Francesco Morosini'' e ''Des Geneys'', non prima del 2020 o del completamento della produzione delle ''FREMM'', più necessarie
* 2 Navi Rifornitrici classe Etna aggiornata, tipo AOR
* 1 Nave Appoggio Cacciamine di nuova generazione
* 4 Cacciamine di nuova generazione per rimpiazzo dei 4 "Lerici" originali
* 1 Nave Idrografica nuova classe per rimpiazzo della "Ammiraglio Magnaghi"
* 2 Navi da trasporto Roll On/Roll Off di tipo mercantile per l'appoggio logistico
===Aggiornamento unità della MM<ref>Amaritaggio, Marco: ''MM: l'ammodernamento delle unità di superficie'', RID Lu 2005 p.26-33</ref>===
Avviati i programmi U-212, FREMM, Doria e Cavour, non ci si poteva dimenticare nemmeno delle navi meno recenti, e che -anche per via delle loro elevate caratteristiche d'origine, ma soprattutto per insufficienti fondi- non erano state aggiornate in maniera approfondita. Era comunqune troppo tardi per alcune, come le 'Lupo' (poi vendute al Peru), il 'Veneto' e i due 'Audace', ma non per quattro delle otto 'Maestrale' e i due 'De la Penne'. Dal 2005 i lavori interessarono prima una coppia di fregate, poi l'altra (durata rispettivamente 22 e 18 mesi), e gli stessi cacciatorpediniere. Metà delle fregate e almeno un caccia erano da aggiornarsi a Taranto, il resto a La Spezia. Coinvolte la Sele S.I. (ex- Alenia-Marconi Systems), Selex Communications (ex- Selenia Communications), Galileo Avionica, Elettronica e SIELCO. Le 'Maestrale' ammodernate sarebbero così rimaste in linea -aspettando le FREMM- fino almeno al 2016, mentre le altre quattro difficilmente avrebbero superato il 2010. Ad ogni modo si trattava di lavori importanti per queste unità, logorate da un intenso impiego, e che si sarebbero ritrovate fuori servizio per circa un anno e mezzo-due anni. Tra gli aggiornamenti previsti e attuati, il passaggio al sistema satellitare SICRAL -anziché l'uso di satelliti commerciali- con comunicazioni militari in banda X, l'adozione di tecnologie COTS (commerciali) per il sistema di controllo SADOC 2, e in generale l'evoluzione di questi sistemi da semplici C3I a C4ISTAR (Comando, Controllo, Comunicazione, Consultazione, Intelligence, Sorveglianza, Acquisizione, Target e Ricognizione). Il 'Garibaldi', all'epoca, era in attesa delle tecnologie COTS, ma già da qualche anno aveva un sistema satellitare in banda SHF, e da poco aveva un doppio sistema satellitare, con l'installazione di un apparato tribanda (C o Ku, il primo a copertura mondiale, il secondo 'quasi'). Il GARIBALDI aveva anche sistemi HF e UHF per ospitare un comando complesso anfibio; anche il rifornitore ETNA era una nave con forti capacità di comando e controllo, perché anche questa avrebbe avuto la possibilità di ospitare il COMITMARFOR (Commander Italiana Maritime Forces). Anche le 'Maestrale' in ammodernamento era stato già potenziato il sistema di comunicazioni HF e UHF, e avrebbero poi avuto il sistema SRT UHF 619N della Selex. Ma per le comunicazioni satellitari era normalmente disponibile solo un apparato INMARSAT, commerciale, a portata mondiale ma con una banda 'stretta', capace di soli 64 K/sec, quando il GARIBALDI ne aveva una da 2 MB/sec. Questo aggiornamento, oramai, è considerato irrinunciabile per le navi di prima linea e così le fregate, anche quelle non aggiornate, avrebbero dovuto avere un sistema a banda larga, quanto meno di 'media' capacità.
I cacciatorpediniere avrebbero avuto invece sistemi più moderni, simili a quelli usati per la nave 'segreta' Elettra e le NUMC 'Comandanti', mentre i cablaggi sarebbero stati sostituiti dalle fibre ottiche. Comunque gli spazi a bordo non consentono d'ospitare un comando complesso al livello di quello presente sulle portaerei. Per le comunicazioni, i cacciatorpediniere nel 2005 avevano già un sistema TV satellitare a doppia antenna e il sistema SHF in banda X simile a quello del 'Garibaldi', mentre era in valutazione l'aggiunta di un sistema commerciale; infine era presente il sistema INMARSAT, che era da considerarsi oramai standard a livello mondiale per la navigazione. I 'De la Penne' avrebbero anche avuto il sistema datalink speciale, capace di armonizzare le informazioni dei precedenti sistemi Link 11, 16 e del futuro Link 22; il sistema Link 16, molto superiore al precedente 11, era presente sui caccia, la 'Garibaldi' e l'Etna, che facevano anche da coordinamento alle navi sprovviste di tale datalink e che 'dialogavano' solo con il Link 11.
Ma ben più interessanti sono gli aggiornamenti ai radar: sebbene non vi siano comunanze con le navi di ultima generazione ('Cavour', FREMM, NUMC, 'Doria') è stato aggiornato il sistema MM/SPS-702 con la capacità di estrazione e di tracciamento delle tracce, anziché inviare il dato 'grezzo' al SADOC per farlo tracciare dagli operatori alla consolle; in teoria anche il SADOC poteva tracciare automaticamente le minacce, ma sull'affidabilità del sistema c'erano grossi dubbi; ora, con il tracciamento automatico, ogni consolle avrebbe avuto bisogno di un solo operatore, che avrebbe dovuto più che altro preoccuparsi di sorvegliare il funzionamento dei sistemi e ottimizzarli a seconda delle situazioni; le 'Maestrale' avrebbero avuto un aggiornamento della parte ricevente del sistema SPS-702 (da parte di Galileo Avionica), mentre il radar di scoperta aerea-superficie SPS-794 (RAN 21S) avrebber sostituito il precedente RAN 10S (SPS-774), con capacità di tracciamento automatico e nuovo trasmettitore, basato sul precedente RAN-20S sviluppato per la Marina Brasiliana. La consegna era prevista per la fine del 2005-inizio 2006.
Molto più pesante l'aggiornamento dei 'De la Penne' che si sarebbero ritrovati i radar SPS-52C e SPS-778 con il nuovo SPS-798 (RAN 40L), lo stesso della 'Cavour'. Opera in banda L, è un apparato 3D con portata di circa 330 km e capacità di tracciamento automatico dei bersagli. Esso ha 18 moduli di trasmissione anziché uno soltanto, e quindi ha meno problemi in caso d'avarie singole ('Graceful degradation'). Il primo sistema era stato installato al centro sperimentale SIAC di Taranto. Questo nuovo sistema avrebbe migliorato sensibilmente la portata (prima di 280 km circa), e la definizione, affidabilità e precisione. Nel frattempo, dal 1999, la MM aveva deciso di standardizzare finalmente la congerie di radar di navigazione, il che sarebbe stato fatto con due sistemi della GEM, con componentistica identica ma prestazioni diverse: per le navi maggiori il SPN-753B ARPA da 50 KW, per le minori l'SPN-754 Mini Arpa da soli 10 kW. Infine l'IFF sarebbe stato sostituito con il sistema SIR RS che opera anche nel mode S (civile, perché oramai agli aerei civili è richiesto un apposito IFF) oltre al mode C (militare). Anche questo è un prodotto Selex, al solito in Italia non esiste un 'libero mercato' aperto anche alla concorrenza estera e tutto il procurement dei Servizi di Stato si basa sull'industria nazionale. Al di là delle sue capacità tecniche, le regole europee contemplerebbero concorsi aperti a tutti, ma così non accade. Sta di fatto che per l'aggiornamento delle navi italiane non c'è alcuna traccia di bandi di concorso.
Detto questo, le consolle orizzontali della 'Garibaldi' sono le MOC (Multiple Operators Consolle) con uno schermo CRT da 22 pollici; due di queste unità erano presenti nella centrale operativa, ma sono state sostituite da sei postazioni monoposto, più due sistemi 'large screen' aggiuntivi, ma gli elaboratori del SADOC sarebbero rimasti, per il momento, ancora gli stessi. La 'Garibaldi' avrebbe avuto un refitting maggiore, nel 2009-10, al tempo dell'operatività della CAVOUR. L'aggiornamento dell'hardware, a rischio collasso per l'ammodernamento dei sistemi singoli, sarebbe stato fatto sui caccia e le fregate, altrimenti l'intero sistema di combattimento avrebbe rischiato di 'spegnersi', magari nei momenti meno opportuni. Quest'aggiornamento sarebbe stato fatto secondo un progetto della MM, realizzato in collaborazione con le industrie del settore e l'uso di sistemi COTS( Commercial Off The Shelf) aggiornati per resistere maggiormente alle sollecitazioni di un ambiente militare (specie per proteggere gli hard disk dagli 'scossoni'!). Quest'aggiornamento sarebbe stato necessario anche per superare i problemi delle 'Maestrale', che con una tecnologia NTDS avevano l'elaboratore centrale che gestiva ogni consolle, appesantendone le funzioni. La parziale distribuzione delle funzioni, con 'nodi' che rendono più funzionale la gestione, era stato fatto sul GARIBALDI e i 'De la Penne'; nel mentre si aggiorna l'hardware, il software resta lo stesso. Le consolle sono state cambiate con sistemi a doppio schermo di nuova generazione, e maggiormente capaci di gestire la mole di dati con semplicità; in genere lo schermo inferiore serve per i dati radar, e quello superiore per visualizzare messaggi, dati, comunicazioni ecc.
L'armamento vede poche differenze, dato che i sistemi più moderni come l'ASTER sono riservati comunque alle unità più recenti. Piuttosto, vi sono modifiche interessanti a diversi sistemi già presenti. Nel 2003, per esempio, la 'Garibaldi' ha sbarcato gli alquanto inutili lanciamossili TESEO/OTOMAT (inutili per una portaerei, specie ora che aveva finalmente completato da qualche anno il GRUPAER). L'aggiornamento per il naviglio moderno, anche i DDG, è limitato. IL sistema di lancio Standard è l'Mk-13 Mod. 4, anche se l'SM-1MR è stato dismesso nel 2003 da parte dell'US Navy, con 13 nazioni clienti dell'apparato non c'è molto di cui preoccuparsi per la sua supportabilità, caso mai è un'arma obsoleta di suo anche con miglioramenti vari apportati con i 'block' costruttivi: già l'SM-2MR lo superava nettamente nel 1983, quando entrò in servizio il primo 'Ticonderoga'. I missili Aspide sono in aggiornamento essenzialmente nel calcolatore di bordo, con la sostituzione di alcune schede di memoria, dato che si tratta oramai di sistemi obsoleti, ma il cambiamento di prestazioni è minimo, caso mai è più affidabile. I cannoni, essendo già perfezionati, non hanno subito variazioni, mentre i sistemi di controllo del tiro ARGO 30 (NA-30 mod. A per le 'Maestrale' e Mod. B per i DDG) sono state sostituite dalle 'Dardo F'; sui DDG questo significa ridurre i sistemi di direzione tiro da 4 a 3. PEr il resto i cannoni sono rimasti davvero gli stessi, persino le mitragliere Oerlikon da 20 mm Mk10 sono identiche: le KBA da 25 mm sono in distribuzione alle nuove navi, ma costano un sacco di soldi, quindi le obsolete armi da 20 sono rimaste dov'erano.
Nel caso dei missili OTOMAT si sarebbe introdotta la nuova versione Mk-2A con limitate capacità 'land attack' e in generale l'aggiornamento dell'avionica: l'OTOMAT, il più potente missile antinave europeo (gittata 180+ km, testata 210 kg), è un'arma che al suo apparire ha avuto successo, ma oramai è in larga misura fuori mercato rispetto ai sistemi Exocet, Harpoon e orientali vari (cinesi, russi, indiani, taiwanesi), la sua evoluzione è stata piuttosto lenta (a parte l'introduzione delle utili alette ripiegabili, che permette in teoria di raddoppiare il numero di armi per ciascuna rampa di lancio), ma l'elettronica è rimasta basicamente quella dei primi anni '80. La Mk-2A finalmente ha introdotto sistemi come i way-point, un nuovo sistema di pianificazione delle missioni per far arrivare diversi missili contemporaneamente sull'obiettivo, un GPS, ecc., ottenendo un prolungamento della vita di queste armi di almeno 20 anni, anche se solo sui DDG e le navi di nuova costruzione: le 'Maestrale', che pure ne erano un importante utente (non meno di 32 rampe, in teoria anche aumentabili con le versioni Mk-2 ad alette pieghevoli), non ne usufruieranno, per cui difficilmente resteranno a lungo equipaggiate con questo missile, visto che la sua supportabilità elettronica è oramai difficile, figurarsi nel 2015-2020.
In termini di guerra ASW e ECM. Il sonar del 'Garibaldi' è stato aggiornato nei primi anni del decennio allo standard DMSS-2000, che può tracciare in automatico ben 200 bersagli, incluse le mine e siluri e migliorare le capacità di rilevamento in acque basse (il Garibaldi, tra l'altro, ha ancora i lanciasiluri leggeri). I sistemi ECM NETTUNO sono stati pure aggiornati su Garibaldi e cacciatorpediniere; le 'Maestrale' hanno avuto interventi sul software e hardware dei loro sistemi (SLR4 e SLQD rispettivamente), ma non i lanciatori SCLAR-H; minimi gli ammodernamenti ai sistemi ASW di caccia e fregate, e del resto oramai i sottomarini non sono più un grosso problema, né le 'Maestrale' hanno più siluri di bordo da 533 mm (solo quelli da 324 leggeri, e forse non sono ancora i costosi MU-90).
Infine la struttura e l'impiantistica delle navi. A parte la relativamente recente trasformazione di quattro 'Minerva' togliendo loro lanciamissili e lanciasiluri in vantaggio di una piattaforma elicotteristica. In particolare in questo senso gli interventi più cospicui sono stati fatti su ETNA, GARIBALDI e le tre LPD. In particolare su queste ultime, le S.Giorgio e S.Marco hanno avuto un cambiamento della prua, ora chiusa e privata del cannone da 76 mm (del resto obsoleto, ma eventualmente utile per dare supporto agli sbarchi), l'accesso all'hangar è stato eliminato e al contempo è stato aggiunto uno 'sponsoon' sul lato sinistro del ponte che ora è un vero e proprio ponte di volo (ma senza hangar), vi è anche una torre di controllo realizzata sull'isola. Nella stessa direzione si è mossa anche la rimozione dei lanciamissili di poppa della 'Garibaldi', aumentando la superficie del ponte. Inoltre sono state aumentate le zone per ospitare lo staff del COMITMARFOR (100-150 persone), idem per l'ETNA. Nessuna modifica per le fregate e DDG che quindi restano con le stesse strutture di 20-25 anni fa..
I motori invece sono stati aggiornati: le 'Maestrale', che li hanno consumati abbondantamente, hanno avuto i loro GMT B230.20 DVM smontati e portati a Trieste, dove sarebbero stati riportati a 'zero ore': ne avevano bisogno, oramai erano in pessime condizioni. Di fatto, si tratta di una sostituzione, perché del vecchio motore sarebbe stato conservato eventualmente giusto l'albero motore. Migliorare i motori significa adesso nuovi sistemi di sicurezza e turbocompressori monostadio anziché bistadio; i motori dei DDG sono simili, ma essendo le navi più recenti per il momento hanno richiesto interventi meno estesi. L'automatizzazione dei sistemi di controllo dei motori, nelle fregate, era stata implementata nel 2003, mentre i DDG avevano un sistema più moderno (essendo navi entrate in servizio nel 1993-94 anziché 1982-85) e quindi per il momento andava bene così. Altra modifica è il nuovo Decision Support System, per il controllo incendi ed esplosioni; realizzato dalla Martec già in uno stadio primitivo sul GARIBALDI, ha visto poi un prototipo sulla fregata Scirocco (classe 'Maestrale'): in pratica, se il sensore sente del fumo, si attiva automaticamente una telecamera per mostrare la situazione alla centrale di controllo e il sistema indica all'operatore umano tutti i dati utili sull'apparato di sicurezza, estinzione incendi, circuiti ecc. ecc. Altre migliorie 'ecologiche' (cosa rara fino a non molto tempo fa, per le navi militari) sul trattamento dei rifiuti, acque di sentina (che possono presentare contaminazioni da carburante) e scarichi reflui (trattati con sistemi biochimici a membrana).
===Il comando cacciamine<ref>Amaritaggio, Marco: ''COMFORDRAG'', RID Giu 2006 p.60-72</ref>===
La neutralizzazione delle mine è un compito preso molto seriamente nella MM. Le mine erano riconosciute come pericoli già con la convenzione dell'Aia del 1907, che proibiva il minamento in mare aperto e di cui l'operatore non avesse più il controllo (erano già presenti le 'mine vaganti' dal XVIII secolo). Nella prima guerra mondiale gli inglesi costruirono la M-Sinker, la prima mina magnetica, un'arma estremamente pericolosa. Nella II GM apparvero anche i sistemi ad influenza multipla che erano ancora più pericolose. Nella guerra vennero posate in Mediterraneo ben 54.000 mine, di cui il 90% dall'Asse. A contempo vennero sviluppati sistemi di contromisure mine come il degaussing e sistemi di dragaggio anche di tipo magnetico. Nella guerra di Corea le 3.000 mine di Wonsan causarono un alt imbarazzante alla Marina americana, di cui si palesò l'impreparazione alla guerra contro le mine. Nel 1984 il traghetto Ghat libico del tipo Ro-Ro causò il minamento del Canale di Suez danneggiando 18 navi e fermando il traffico per settimane. Negli anni '80 la USS Roberts, una fregata americana, ebbe danni gravissimi da una mina M08 da 1.500 dollari, che gli inflisse danni per circa 96 milioni. Anche se ovviamente non tutte le mine colpiscono qualcosa, con un rapporto di 10.000: 1 non c'è dubbio del rapporto costi-benefici delle mine navali, per non parlare dell'interdizione di tratti di mare dal traffico navale, che è la vera ragione d'essere delle mine navali. Nel 1991 una LUGM-145 danneggiò una portaelicotteri (la USS Tripoli) americana e una o due Manta quasi spezzarono l'incrociatore Princeton, una nave AEGIS che già era entrata nelle cronache per avere abbattuto un Airbus iraniano.
CONFORDRAG è la struttura che serve per ripulire dalle mine il mare, e assieme a queste, anche dalle bombe sganciate da aerei accidentalmente, come in Adriatico durante le guerre iugoslave. Nata come struttura nel 1999, ha adesso sede in Liguria, a La Spezia, nella caserma Giovannini, con i dodici cacciamine e alcuni vecchi dragamine litoranei usati per addestramento dopo la loro dismissione come navi dragamine. La loro nave appoggio era la ALPINO, fregata fino al 1997, è stata radiata nel 2006 dopo avere operato come nave supporto e comando. In tutto nel 2006 c'erano nel comando 775 militari di cui 88 ufficiali e 2 civili. Ha vari uffici per le attività di Operazione e Comunicazioni, Efficienza Bellica e così via. Gli ufficiali in genere vengono dal corso della scuola NATO di Egermin in Belgio. Vengono tuttavia tenuti corsi anche dall'Ufficio d'Addestramento, specie quelli antincendio perché la vetroresina tende a bruciare e inoltre la capacità isolante della materia in parola rende inutile o quasi il raffreddamento. Quindi bisogna intervenire presto in caso di incendio e vengono usati estinguenti particolari come l'F500, presto da usare assieme all'acqua, anche sulle navi della MM. Gli equipaggi sono mandati a Taranto al RASP per il corso di 'difesa passiva' e poi di nuovo a La Spezia. Il CEB (Centro Efficienza Bellica) valuta ogni anno 5-6 navi. L'Ufficio Operazioni Subacquee era invece quello da cui dipendono i subacquei, spesso ex-Consubin.
La linea di navi è costituita dai soliti 4 Lerici e 8 Gaeta. I Lerici vennero autorizzati, inizialmente in 10 unità, di cui poi solo 4 realizzate come tali, realizzate dal '78. Ognuna delle due flottiglie, anzi squadriglie cacciamine hanno 2 Lerici e 4 Gaeta. I primi cacciamine in GRP in Italia, hanno motori diesel IF amagnetici, che hanno avuto parecchi problemi di saldature con i metalli amagnetici, un GMT montato appeso in una culla collegata con il ponte per ridurre la segnatura acustica, da 1.600 hp con un'elica con pale orientabili, e tre eliche retrattili prodiere Calzoni azionate dai due IF. È presente un cannone da 20 mm Oerlikon, sostituito poi da un paio di M2 ex-Esercito, altre armi decisamente vecchie. Sui 'Gaeta' ve ne sarà solo una, sempre a prua, al posto della postazione singola o binata da 20. I 'Gaeta' sono ingranditi a 700 t a pieno carico, e hanno avuto maggiore successo anche all'export. I sonar sono costituiti dall'americano SQQ-14 con due modalità: ricerca a lungo raggio (scala fino a 1.800 m) e a corto raggio di dettaglio (scala fino a 300 m). Il sistema di comando e controllo è il Datamat SSN-714 recentemente dotato di GPS e con la capacità di memorizzare sia la posizione che i dati dei sonar. L'aggiornamento di 4 'Gaeta' dovrebbe iniziare nel 2009 per 4 anni di lavori e possibilmente un nuovo sonar filabile come l'SQQ-32 o il Thales 2093, e sistemi di comando e controllo della Atlas tedesca o francesi della Thales. Dal 2013 i vecchi 'Lerici' saranno in radiazione, forse ceduti a marine estere, e si prevede di rimpiazzarli con una nuova classe di navi, anche se dati i tempi e la ridotta minaccia di una qualunque tipologia di mine, è difficile che questo si possa verificare. Si tratterebbe di navi da 60 m e 1.000 t con due motori per 18 nodi.
I sistemi teleguidati invece sono della famiglia già presente. Il MIN 77, realizzato dall'allora Whitehead e Riva Calzoni, con una carica da 100 kg e pinze di recisione mine di tipo ormeggiato (sono cesoie esplosive), telecamera e sonar, quota di 150 m e autonomia, pesante 1.300 kg. È in radiazione sostituito dal piccolo PLUTO, mezzo della Gaymarine pesante 160 kg con una carica da 40 kg, con un sonar laterale da 30 m di portata orientabile nella testa di guida con una telecamera aggiuntiva, e una quota operativa di ben 300 m, ma un'autonomia di appena 1 ora a quella quota. Sono poi arrivati altri sviluppi come il Pluto Plus con struttura in fibra di carbonio monoblocco anziché bivalva in fibra di vetro e una cupola coi sensori ospitata in una vetratura anteriore, velocità 6 nodi e autonomia di 2 ore, quota operativa di 300 m, con filoguida con cavo di 500 m, con il Plus arriva a 2 km. Infine il Pluto Gigas pesa 600 kg con autonomia di 5 ore a 6 nodi e fino ad oltre 600 m, operativo anche nelle correnti da 3 nodi, il sonar arriva a 200 m. I genere adeso vi sono un Pluto e un Pluto Gigas sui Lerici dopo gli ammodernamenti e prossimamente arriva anche il Plutino, un sistema per la distruzione delle mine; per consentire finalmente una guida a distanza elevata dal cacciamine, l'ultimo sviluppo è una radioguida con boa galleggiante. Prossimamente l'evoluzione del veicolo della Gaymarine vede l'uso di un sistema autonomo di guida, facendolo diventare un UUV.
Le richieste successive sarebbero per una nave da supporto cacciamine da 5.000 m con capacità di ospitare un elicottero NH-90, forse simile alla nave ELETTRA, l'unità SIGINT della NATO realizzata dalla Fincantieri e in sostituzione della precedente Alliance.
Vengono anche eseguite delle esercitazioni con le mine, che la SEI (Società Esplosivi Italiani) di Ghedi fabbrica per la MM. Ve ne sono di 3 tipi, la MR80 da addestramento, la MP-80 da fondo da 800 kg, e la Manta. Vi sono anche mine Mk.13 americane aggiornate con i sistemi della MR-80. La MR-80 ha sensori acustici, magnetici e a pressione con calcolatori analogici, la MP-80 arriva a 300 m di profondità con calcolatore digitale, e la versione export è la Murena. La carica massima è di 650 kg di HBX-3. L'uso della Manta, collegabile per l'attivazione con un cavo, è per le missioni antisbarco. La mina ha forma discoidale e ha struttura in vetroresina. Una di queste avrebbe colpito con i suoi 130 kg di HE (sui 250 totali) l'incrociatore americano nel 1991, quasi tagliandolo in due perché la profondità era ridotta, appena 18 metri.
Vi sono anche i sistemi di addestramento delle mine con due poligoni e le mine d'addestramento, recentemente dotate di modem di data-link. Uno è d'addestramento fisso e uno mobile che è di acquisizione recente (entro il 2006).
== Note ==
<references/>
[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Italia]]
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Carmina (Catullo)/16
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text/x-wiki
{{Carmina (Catullo)}}
== Testo ==
{{Carmina (Catullo)/TestoOriginale|
<poem>
Pedicabo ego vos et irrumabo,
Aureli pathice<ref>pathicus: chi in un rapporto sessuale è passivo</ref>et cinaede<ref>cinaedus: significa ballerino, danzatore. Usato in senso spregiativo per riferirsi a una persona omosessuale</ref>Furi,
Qui me ex versiculis meis putastis,
Quod sunt molliculi, parum pudicum <ref>pudicitia: insieme di decoro e di decenza; è la virtù di chi si sa addattare al contesto e al proprio status</ref>.
Nam castum esse decet pium poetam
Ipsum, uersiculos nihil necesse est,
Qui tum denique habent salem ac leporem <ref>il sal (estro, arguzia) e il lepus (gusto) sono caratteristiche fondamentali per la poesia neoterica</ref>,
Si sunt molliculi ac parum pudici
Et quod pruriat incitare possunt,
Non dico pueris, sed his pilosis,
Qui duros nequeunt mouere lumbos.
Vos quod milia multa basiorum
Legistis, male me marem putatis?
Pedicabo ego vos et irrumabo.
</poem>
|trad=
<poem>
Ve lo metterò nel culo e in bocca,
Aurelio il frocio e Furio il pederasta,
Che dai miei versetti avete desunto,
Per il fatto che sono languiducci, che io sia poco casto.
La verità è che occorre sia casto il pio poeta
Personalmente, ma non è necessario per niente che lo siano i versetti,
Che allora, in definitiva, hanno arguzia e grazia,
Seppur siano languidetti e poco casti,
E possano stimolare i pruriti,
Non dico ai ragazzini, ma a questi villosi
Che non ce la fanno a muovere i lombi anchilosati.
Voi, per il solo fatto che avete letto
Di molte migliaia di baci, avete reputato che io non sia maschio come si deve?
Ve lo metterò in culo e in bocca.
</poem>
|fonte=Fonte: [[s:la:Carmina_(Catullus)/16|→ Wikisource]]
}}
==Analisi stilistica==
Questo Carme è tra i più famosi scritti da Catullo, soprattutto per il concentrato di oscenità. La poesia ha struttura circolare inizia e termina con una feroce minaccia nei confronti di Furio e Aurelio. È scritta in modo classico ma allo stesso tempo il ritmo, che è irregolare, dà dinamicità all'opera.
Catullo usa la metafora degli attributi nel suo linguaggio duro e forte, in modo tale da far capire ai due avversari che possiede le capacità di sapersela cavare da uomo duro, anche se nei suoi testi lui è sentimentale, e non come ribadiscono Furio e Aurelio, che lo deridono per i suoi versi descrivendoli "languiducci" e non degni di un uomo.
Per difendersi, Catullo a sua volta tratta i suoi avversari come flebili femminucce attaccandoli verbalmente. Adotta dunque modi schietti e pungenti, che fanno trasparire la rabbia vendicativa; il linguaggio e le espressioni usate mirano a colpire l'orgoglio dei due nemici (sentimento altamente rispettato al tempo dei romani), in questo modo Catullo distrugge dapprima la loro anima e, successivamente, la loro virilità, colpendo così la parte più intoccabile degli stessi.
==Sintesi della poesia==
Qui il poeta esprime tutta la sua rabbia contro Aurelio e Furio colpevoli di averlo criticato di essere stato poco virile per aver scritto poesie in cui si parla di “innumerevoli baci”. A parte la volgarità del lessico in questo Carme, Catullo evidenzia come la concezione dell’omosessualità passiva da parte dei latini sia vissuta come un oltraggio e una perdita di virilità. Infatti nei versi vi sono chiare minacce rivolte ai suoi avversari per annientarli moralmente, privandoli della virilità.
==Il tema==
La poesia si apre e si chiude con lo stesso verso ed inoltre il poeta difende il suo modo di scrivere e il suo stile affermando che la sua poesia esprime grazia e raffinatezza
==Il messaggio ==
La poesia ha lo scopo di arrivare a Aurelio e Furio, che lo accusarono di mollezza e poca virilità solo per aver letto una sua poesia, per fargli capire che ha l'intenzione di distruggerli.
La poesia ha anche lo scopo di difendere il suo modo di scrivere, giustificandosi dicendo che le sue poesie hanno grazia e raffinatezza.
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[[Categoria:Carmina (Catullo)]]
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Laboratorio di chimica in casa/La forma delle molecole
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Д.Ильин
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text/x-wiki
{{Avanzamento|100%|3 aprile 2014}}
Le formule di Lewis usate precedentemente non danno indicazioni sulla forma tridimensionale della molecola, cosa che viene invece data dai '''modelli molecolari'''. <br />
Essi si basano sul ''principio di repulsione dei doppietti elettronici'' abbreviato in VSEPR<ref>Dall'inglese '''''V'''alence '''S'''hell '''E'''lectron '''P'''airs '''R'''epulsion'': repulsione dei doppietti elettronici di valenza.</ref>: quando due atomi mettono in compartecipazione i propri elettroni per formare un legame chimico, gli elettroni nella molecola creata (quelli nei doppietti solitari e quelli di legame) tenderanno a stare il più distante possibile a causa della forza repulsiva fra le loro cariche negative.
[[File:VSEPR acqua.png|center|200px]]
L'immagine sopra riportata è la rappresentazione tridimensionale della molecola d'acqua. L'ossigeno è circondato da quattro coppie di elettroni, due solitarie e due formate dall'unione degli elettroni spaiati dell'idrogeno e dell'ossigeno. Secondo la teoria VSEPR le cariche di segno uguale dovranno stare il più distante possibile fra loro. In questo caso, la forma geometrica tridimensionale in cui quattro punti fanno il maggiore angolo fra di loro è la piramide a base triangolare (angoli di 109,5°), e perciò gli elettroni tenderanno a disporsi ai vertici di tale tetraedro, come mostrato in figura. Da ciò deriva la forma piegata della molecola d' acqua (e di altre molecole), con un angolo fra i due idrogeni (misurato per [[DCD/D#Diffrazione di raggi X|diffrazione di raggi X]]) di 106,45°.
{| align="center"
|-
! colspan="4" | Geometrie più comuni
|-
! Lineare !! Triangolare !! Tetraedrica !! Ottaedrica
|-
| [[File:AX2E0-angle-3D-balls.png|135px]] || [[File:Trigonal-angle-3D-balls.png|120px]] || [[File:Tetrahedral-angle-3D-balls.png|120px]] || [[File:Octahedral-angle-3D-balls.png|120px]]
|-
| [[File:Carbon dioxide 3D ball.png|135px]] || [[File:Boron-trifluoride-3D-balls.png|120px]] || [[File:Methane-CRC-MW-3D-balls.png|120px]] || [[File:Hexaaquacopper(II)-3D-balls.png|120px]]
|- style="text-align:center"
| Anidride carbonica || Fluoruro di boro || Metano || Ione esaaquorame(II)
|}
Nelle molecole contenenti coppie solitarie i doppietti elettronici (sia di legame che solitari) avranno una disposizione simile a quelle mostrate in precedenza, e la geometria della molecola risulterà "piegata" di conseguenza:
{| align="center"
|-
! colspan="3" | Esempio: geometria tetraedrica
|-
! Molecola lineare !! Molecola piegata !! Molecola piramidale
|-
| [[File:Hydrogen-fluoride-with-lone-pairs-3D-balls.png|120px]] || [[File:Water-with-lone-pairs-3D-balls.png|120px]] || [[File:Ammonia-with-lone-pairs-3D-balls.png|120px]]
|- style="text-align:center"
| Acido fluoridrico || Acqua || Ammoniaca
|- style="align:center"
| [[File:Hydrogen-fluoride-2D-flat.png|120px]] || [[File:Water-dimensions-from-Greenwood&Earnshaw-2D.svg|120px]] || [[File:Ammonia-dimensions-from-Greenwood&Earnshaw-2D.svg|120px]]
|}
{{Doppia immagine|right|Diatrizoic-acid-3D-balls.png|150|Diatrizoic-acid-3D-spacefill.png|150|Modello ad asta e sfera|Modello a calotta}}
Le molecole vengono rappresentate utilizzando simbolismi diversi. Esistono due tipi di modelli tridimensionali:
*'''a ad asta e sfera''': In tale rappresentazione tridimensionale le lunghezze di legame sono in scala, ma non lo sono le dimensioni degli atomi. Sono mostrati il numero di legami ed eventuali risonanze.
*'''a calotta''': In tale rappresentazione tridimensionale sono mostrati gli atomi con il proprio raggio atomico ma non è mostrato il numero di legami che l'atomo fa.
In entrambi i casi, gli atomi hanno un colore specifico (scelto dai produttori del programma di rappresentazione molecolare).<ref>Per una lista completa e maggiori informazioni si veda [[w:en:CPK coloring|CPK coloring]] su en.Wikipedia.</ref>
{|style="width: 80%" align="center"
|+ '''Tabella dei colori usati da [[w:Jmol|Jmol]]'''
|-
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px solid black;"|1<br />'''H'''
|colspan="16"|<br />
|style="text-align:center;background-color:#CFFFFF;color:black;border:1px solid black;"|2<br />'''He'''
|-
|style="text-align:center;background-color:#DD73FF;color:black;border:1px solid black;"|3<br />'''Li'''
|style="text-align:center;background-color:#B2FF00;color:black;border:1px solid black;"|4<br />'''Be'''
|colspan="10"|<br />
|style="text-align:center;background-color:#FFB2B1;color:black;border:1px solid black;"|5<br />'''B'''
|style="text-align:center;background-color:#383838;color:white;border:1px solid black;"|6<br />'''C'''
|style="text-align:center;background-color:#3222E8;color:white;border:1px solid black;"|7<br />'''N'''
|style="text-align:center;background-color:#FF0000;color:white;border:1px solid black;"|8<br />'''O'''
|style="text-align:center;background-color:#CBF500;color:black;border:1px solid black;"|9<br />'''F'''
|style="text-align:center;background-color:#A0E5F9;color:black;border:1px solid black;"|10<br />'''Ne'''
|-
|style="text-align:center;background-color:#B950FF;color:black;border:1px solid black;"|11<br />'''Na'''
|style="text-align:center;background-color:#59FF00;color:black;border:1px solid black;"|12<br />'''Mg'''
|colspan="10"|<br />
|style="text-align:center;background-color:#DBA2A1;color:black;border:1px solid black;"|13<br />'''Al'''
|style="text-align:center;background-color:#7A9A9B;color:black;border:1px solid black;"|14<br />'''Si'''
|style="text-align:center;background-color:#FF7800;color:black;border:1px solid black;"|15<br />'''P'''
|style="text-align:center;background-color:#FDFF00;color:black;border:1px solid black;"|16<br />'''S'''
|style="text-align:center;background-color:#00FA00;color:black;border:1px solid black;"|17<br />'''Cl'''
|style="text-align:center;background-color:#67D3EB;color:black;border:1px solid black;"|18<br />'''Ar'''
|-
|style="text-align:center;background-color:#9E31E0;color:white;border:1px solid black;"|19<br />'''K'''
|style="text-align:center;background-color:#00FF00;color:black;border:1px solid black;"|20<br />'''Ca'''
|style="text-align:center;background-color:#E6E6E3;color:black;border:1px solid black;"|21<br />'''Sc
|style="text-align:center;background-color:#BFC3C6;color:black;border:1px solid black;"|22<br />'''Ti'''
|style="text-align:center;background-color:#A7A4AC;color:black;border:1px solid black;"|23<br />'''V'''
|style="text-align:center;background-color:#8798CC;color:black;border:1px solid black;"|24<br />'''Cr'''
|style="text-align:center;background-color:#A376CE;color:black;border:1px solid black;"|25<br />'''Mn'''
|style="text-align:center;background-color:#8377CF;color:black;border:1px solid black;"|26<br />'''Fe'''
|style="text-align:center;background-color:#6E78CC;color:black;border:1px solid black;"|27<br />'''Co'''
|style="text-align:center;background-color:#5579CD;color:black;border:1px solid black;"|28<br />'''Ni'''
|style="text-align:center;background-color:#FF714D;color:black;border:1px solid black;"|29<br />'''Cu'''
|style="text-align:center;background-color:#7B7FB5;color:black;border:1px solid black;"|30<br />'''Zn'''
|style="text-align:center;background-color:#CD8E8C;color:black;border:1px solid black;"|31<br />'''Ga'''
|style="text-align:center;background-color:#589394;color:black;border:1px solid black;"|32<br />'''Ge'''
|style="text-align:center;background-color:#CB79EC;color:black;border:1px solid black;"|33<br />'''As'''
|style="text-align:center;background-color:#FF9E00;color:black;border:1px solid black;"|34<br />'''Se'''
|style="text-align:center;background-color:#B71A15;color:white;border:1px solid black;"|35<br />'''Br'''
|style="text-align:center;background-color:#38BDD8;color:black;border:1px solid black;"|36<br />'''Kr'''
|-
|style="text-align:center;background-color:#7D1EBD;color:white;border:1px solid black;"|37<br />'''Rb'''
|style="text-align:center;background-color:#00FF00;color:black;border:1px solid black;"|38<br />'''Sr'''
|style="text-align:center;background-color:#73FFFF;color:black;border:1px solid black;"|39<br />'''Y'''
|style="text-align:center;background-color:#7EE4E5;color:black;border:1px solid black;"|40<br />'''Zr'''
|style="text-align:center;background-color:#59C6D0;color:black;border:1px solid black;"|41<br />'''Nb'''
|style="text-align:center;background-color:#2BB8BB;color:black;border:1px solid black;"|42<br />'''Mo'''
|style="text-align:center;background-color:#00A2AD;color:black;border:1px dashed black;"|43<br />'''Tc'''
|style="text-align:center;background-color:#00919C;color:white;border:1px solid black;"|44<br />'''Ru'''
|style="text-align:center;background-color:#007E91;color:white;border:1px solid black;"|45<br />'''Rh'''
|style="text-align:center;background-color:#006A8C;color:white;border:1px solid black;"|46<br />'''Pd'''
|style="text-align:center;background-color:#8DC6FF;color:black;border:1px solid black;"|47<br />'''Ag'''
|style="text-align:center;background-color:#FFD77E;color:black;border:1px solid black;"|48<br />'''Cd'''
|style="text-align:center;background-color:#B0726E;color:black;border:1px solid black;"|49<br />'''In'''
|style="text-align:center;background-color:#5E8182;color:black;border:1px solid black;"|50<br />'''Sn'''
|style="text-align:center;background-color:#AB5DBC;color:black;border:1px solid black;"|51<br />'''Sb'''
|style="text-align:center;background-color:#E57600;color:black;border:1px solid black;"|52<br />'''Te'''
|style="text-align:center;background-color:#A6009A;color:white;border:1px solid black;"|53<br />'''I'''
|style="text-align:center;background-color:#0FA1B6;color:black;border:1px solid black;"|54<br />'''Xe'''
|-
|style="text-align:center;background-color:#610098;color:white;border:1px solid black;"|55<br />'''Cs
|style="text-align:center;background-color:#00D300;color:black;border:1px solid black;"|56<br />'''Ba
|style="vertical-align: top; text-align:center;background-color:#FFFFFF;1px;"|*<br />
|style="text-align:center;background-color:#00C4FF;color:black;border:1px solid black;"|72<br />'''Hf'''
|style="text-align:center;background-color:#28A7FF;color:black;border:1px solid black;"|73<br />'''Ta'''
|style="text-align:center;background-color:#0095E2;color:black;border:1px solid black;"|74<br />'''W'''
|style="text-align:center;background-color:#007FB5;color:white;border:1px solid black;"|75<br />'''Re'''
|style="text-align:center;background-color:#00689F;color:white;border:1px solid black;"|76<br />'''Os'''
|style="text-align:center;background-color:#00558E;color:white;border:1px solid black;"|77<br />'''Ir'''
|style="text-align:center;background-color:#005B99;color:white;border:1px solid black;"|78<br />'''Pt'''
|style="text-align:center;background-color:#FFD100;color:black;border:1px solid black;"|79<br />'''Au'''
|style="text-align:center;background-color:#B5B4C5;color:black;border:1px solid black;"|80<br />'''Hg'''
|style="text-align:center;background-color:#B54E43;color:white;border:1px solid black;"|81<br />'''Tl'''
|style="text-align:center;background-color:#555960;color:white;border:1px solid black;"|82<br />'''Pb'''
|style="text-align:center;background-color:#AE43BD;color:white;border:1px dashed black;"|83<br />'''Bi'''
|style="text-align:center;background-color:#BA5800;color:white;border:1px dashed black;"|84<br />'''Po'''
|style="text-align:center;background-color:#7D4C3F;color:white;border:1px dashed black;"|85<br />'''At'''
|style="text-align:center;background-color:#28859C;color:white;border:1px dashed black;"|86<br />'''Rn'''
|-
|style="text-align:center;background-color:#4A006C;color:white;border:1px dashed black;"|87<br />'''Fr
|style="text-align:center;background-color:#008100;color:white;border:1px dashed black;"|88<br />'''Ra
|style="vertical-align: top; text-align:center;background-color:#FFFFFF;1px;"|**<br />
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|104<br />'''Rf
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|105<br />'''Db
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|106<br />'''Sg
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|107<br />'''Bh
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|108<br />'''Hs
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|109<br />'''Mt
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|110<br />'''Ds
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|111<br />'''Rg'''
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|112<br />'''Cn'''
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|113<br />'''Uut'''
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|114<br />'''Fl'''
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|115<br />'''Uup'''
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|116<br />'''Lv'''
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|117<br />'''Uus'''
|style="text-align:center;background-color:#FFFFFF;color:black;border:1px dotted black;"|118<br />'''Uuo'''
|-
|colspan="21"|<br />
|-
|colspan="2" style="text-align:right"|*
|style="text-align:center;background-color:#45E1FF;color:black;border:1px solid black;"|57<br />'''La'''
|style="text-align:center;background-color:#F3FFBE;color:black;border:1px solid black;"|58<br />'''Ce'''
|style="text-align:center;background-color:#CEFFC1;color:black;border:1px solid black;"|59<br />'''Pr'''
|style="text-align:center;background-color:#B5FFC2;color:black;border:1px solid black;"|60<br />'''Nd'''
|style="text-align:center;background-color:#86FFC4;color:black;border:1px dashed black;"|61<br />'''Pm'''
|style="text-align:center;background-color:#6AFFC5;color:black;border:1px solid black;"|62<br />'''Sm'''
|style="text-align:center;background-color:#00FFC7;color:black;border:1px solid black;"|63<br />'''Eu'''
|style="text-align:center;background-color:#00FFC8;color:black;border:1px solid black;"|64<br />'''Gd'''
|style="text-align:center;background-color:#00FFC8;color:black;border:1px solid black;"|65<br />'''Tb'''
|style="text-align:center;background-color:#00FFB5;color:black;border:1px solid black;"|66<br />'''Dy'''
|style="text-align:center;background-color:#00FF97;color:black;border:1px solid black;"|67<br />'''Ho'''
|style="text-align:center;background-color:#00F06B;color:black;border:1px solid black;"|68<br />'''Er'''
|style="text-align:center;background-color:#00DB41;color:black;border:1px solid black;"|69<br />'''Tm'''
|style="text-align:center;background-color:#00C81E;color:black;border:1px solid black;"|70<br />'''Yb'''
|style="text-align:center;background-color:#00B400;color:white;border:1px solid black;"|71<br />'''Lu'''
|-
|colspan="2" style="text-align:right"|**
|style="text-align:center;background-color:#60A9FF;color:black;border:1px dashed black;"|89<br />'''Ac'''
|style="text-align:center;background-color:#00BEFF;color:black;border:1px dashed black;"|90<br />'''Th'''
|style="text-align:center;background-color:#00A2FF;color:black;border:1px dashed black;"|91<br />'''Pa'''
|style="text-align:center;background-color:#0091FF;color:white;border:1px dashed black;"|92<br />'''U'''
|style="text-align:center;background-color:#007FFF;color:white;border:1px dashed black;"|93<br />'''Np'''
|style="text-align:center;background-color:#0067FF;color:white;border:1px dashed black;"|94<br />'''Pu'''
|style="text-align:center;background-color:#5653FF;color:white;border:1px dotted black;"|95<br />'''Am'''
|style="text-align:center;background-color:#7F52F1;color:white;border:1px dotted black;"|96<br />'''Cm'''
|style="text-align:center;background-color:#9542F1;color:white;border:1px dotted black;"|97<br />'''Bk'''
|style="text-align:center;background-color:#B320E1;color:white;border:1px dotted black;"|98<br />'''Cf'''
|style="text-align:center;background-color:#C900E1;color:white;border:1px dotted black;"|99<br />'''Es'''
|style="text-align:center;background-color:#C900C3;color:white;border:1px dotted black;"|100<br />'''Fm'''
|style="text-align:center;background-color:#CA00AE;color:white;border:1px dotted black;"|101<br />'''Md'''
|style="text-align:center;background-color:#D50089;color:white;border:1px dotted black;"|102<br />'''No'''
|style="text-align:center;background-color:#E20061;color:white;border:1px dotted black;"|103<br />'''Lr'''
|}
Il colore degli atomi comunque non è una convenzione ufficiale e può variare da programma a programma. Solitamente per gli atomi più comuni (H, C, N, O, S) Si tende ad usare i colori adottati per la prima volta da Corey, Pauling e Kourt, o ad associare all'elemento il suo colore naturale o tipico dei suoi composti.
==Note==
<references/>
{{capitolo
|Libro= Parte introduttiva
|NomeLibro= Laboratorio di chimica in casa/Parte introduttiva
|CapitoloPrecedente= Le leggi di combinazione degli elementi
|NomePaginaCapitoloPrecedente= Laboratorio di chimica in casa/Le leggi di combinazione degli elementi
|CapitoloSuccessivo= I legami chimici
|NomePaginaCapitoloSuccessivo= Laboratorio di chimica in casa/I legami chimici
}}
[[Categoria:Laboratorio di chimica in casa]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Campania/Provincia di Salerno
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2025-07-04T11:36:57Z
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche della [[w:Provincia di Salerno|provincia di Salerno]] raggruppate per comune:
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Campania/Provincia di Salerno/Salerno|Salerno]]
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[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura
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Correzioni varie
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{{Chimica per il liceo 2}}
== Le grandezze fisiche fondamentali e derivate ==
=== Le grandezze fisiche ===
[[File:Baltic amber - Coleoptera, Cleridae - Length 10 mm.JPG|thumb|Un pezzo d'ambra: il valore che si può dare a questa pietra dipende dall'interesse di chi la volesse possedere. Il "valore" quindi non è una proprietà oggettiva, dipende dalle persone. La sua massa invece (pesa 2,53 g) è una proprietà oggettiva, esprimibile con un numero ed una unità di misura.]]
La materia che osserviamo può essere descritta in base a determinate proprietà (o caratteristiche) come la forma, il colore, l'odore, il peso, il valore, la bellezza. Alcune caratteristiche come la '''bellezza''' o il '''valore''' sono soggettivi, cioè dipendono dai gusti, esigenze od opinioni di un individuo. Altre proprietà invece, come il peso o la temperatura, sono oggettive e non dipendono dalle opinioni degli individui.
La '''<u>grandezza fisica</u> dunque è una proprietà di un corpo (o di un fenomeno) che può essere espressa in modo oggettivo attraverso un <u>numero</u>'''. A questo fine le grandezze fisiche vengono '''misurate con delle unità di misura''' appositamente scelte e condivise.
Esistono due tipi di grandezze fisiche:
* '''Le 7 grandezze fisiche fondamentali''': sono grandezze indipendenti che non vengono costruite a partire da altre grandezze. Sono 7: <u>lunghezza</u>, <u>massa</u>, <u>tempo</u>, <u>temperatura</u>, <u>quantità di sostanza</u>, <u>corrente elettrica</u>, <u>intensità luminosa</u>. Le prime quattro rivestono una particolare importanza in quanto molto usate sia in ambito scientifico che nella vita comune. La quantità di sostanza è significativa in ambito chimico. Le ultime due sono utilizzate più di rado.
* '''Le grandezze fisiche derivate''': sono tutte quelle altre grandezze fisiche che vengono costruite combinando tra loro le grandezze fisiche fondamentali. Ad esempio il volume (lunghezza x lunghezza x lunghezza), la velocità (lunghezza/tempo) e la densità (massa/volume).
Le grandezze possono essere definite '''<u>intensive, se non dipendono dalle dimensioni del corpo</u>''' (ad esempio la temperatura, la densità), oppure '''<u>estensive, se dipendono dalle dimensioni del corpo</u>''' (ad esempio la massa, il volume, la lunghezza, il peso).
=== Le unità di misura ===
[[File:National prototype kilogram K20 replica.jpg|sinistra|thumb|229x229px|Copia statunitense del campione del chilogrammo conservato a Sevres]]
Per ogni grandezza fisica viene stabilita una '''quantità di riferimento''' che viene detta "'''unità di misura'''" che servirà per "'''misurare'''" la grandezza fisica considerata. Le unità di misura hanno dei '''nomi''' e dei '''simboli''' (vedi tabella sotto).
Ad esempio per misurare la massa, nel 1795 venne individuato il chilogrammo come la massa di un '''dm<sup>3</sup> di acqua pura''' a 3,98 °C, ma poi, viste le difficoltà di misurare correttamente questo dm<sup>3</sup> d'acqua, venne creato nel 1875 un apposito '''campione di platino-iridio''' (conservato nel ''Bureau International des Poids et Mesures'' (Ufficio internazionale dei pesi e delle misure) presso il Pavillon de Breteuil a Sèvres, Francia. Nel 2018, nell'intento di slegare questa massa di riferimento da campioni reali, il chilogrammo è stata definito come '''''la quantità di massa necessaria per compensare una forza di 6.62607015 x 10<sup>-34</sup> Js in una bilancia di Watt'''''.
Per fare in modo che tutti gli stati utilizzino le stesse unità di misura, nel 1960 fu fondato il '''Sistema Internazionale di unità di misura''' ('''S.I.)''', che viene mantenuto e aggiornato da un gruppo di scienziati riuniti nella Conferenza Generale dei Pesi e Misure (CGPM). Nei paesi anglosassoni tuttavia sono ancora molto diffuse vecchie unità di misura non decimali (pedi, pollici, galloni...).
{{Clear}}
=== Grandezze fisiche fondamentali ===
Il [[w:Sistema_internazionale_di_unità_di_misura|Sistema Internazionale]] considera fondamentali queste sette grandezze fisiche:
{| class="wikitable"
!Grandezza fondamentale SI
!Simbolo grandezza
!Unità SI della grandezza
!Simbolo dell'unità SI
!Strumento di misura
|-
|lunghezza
|''l'', ''x'', ''r'', ecc.
|metro
|m
|metro a nastro, righello, ecc.
|-
|massa
|''m''
|chilogrammo
|kg
|bilancia
|-
|tempo, durata
|''t''
|secondo
|s
|orologio, cronometro
|-
|temperatura
|''T''
|kelvin
|K
|termometro
|-
|quantità di sostanza
|''n''
|mole
|mol
|<small>(non esiste, viene calcolata)</small>
|-
|corrente elettrica
|''I'', ''i''
|ampere
|A
|amperometro
|-
|intensità luminosa
|''I''<sub>v</sub>
|candela /lumen
|cd
|fotometro
|}
Le prime quattro sono le più significative, in quanto molto utilizzate in vari contesti. Vediamo una breve definizione di ognuna di esse.
* La '''lunghezza''' viene chiamata, a seconda dei contesti, in vario modo: ''ampiezza'', ''profondità'', ''raggio'', ''diametro'', ''altezza'', ''spessore'', ''distanza''. Indica una dimensione di un corpo, ovverosia '''quanto si estende nello spazio''' in una certa direzione.
* La '''massa''', semplificando, può essere definita come la '''quantità di materia''' presente in un corpo. Una definizione scientificamente più corretta è quella di massa inerziale: la '''resistenza al cambiamento dello stato di movimento quando viene applicata una forza.'''
* Il '''tempo''' può essere definito come una caratteristica che la mente umana attribuisce al '''movimento''' o, più in generale, al '''cambiamento'''.
* La '''temperatura''' di un corpo può essere definita come una misura dello '''stato di agitazione delle particelle''' (atomi e/o molecole) delle quali è costituito. Le particelle si "agitano" muovendosi in vario modo: traslando, ruotando e vibrando.
=== Grandezze derivate ===
Ogni altra grandezza fisica deriva da combinazioni (moltiplicazioni e/o divisioni) delle sette grandezze fondamentali. Ne riportiamo alcune di significative nella seguente tabella.
{| class="wikitable"
!Grandezza fisica
!Simbolo della grandezza
!Nome dell'unità SI
!Simbolo dell'unità SI
| colspan="2" |Unità corrispondenti
|-
|area
|''A''
|metro quadro
|m<sup>2</sup>
|m<sup>2</sup>
|
|-
|volume
|''V''
|metro cubo
|m<sup>3</sup>
|m<sup>3</sup>
|
|-
|velocità
|''v''
|metro al secondo
|m/s
|m · s<sup>−1</sup>
|
|-
|densità
|ρ
|chilogrammo al metro cubo
|kg/m<sup>3</sup>
|kg · m<sup>−3</sup>
|
|-
|accelerazione
|''a''
|metro al secondo quadro
|m/s<sup>2</sup>
|m · s<sup>−2</sup>
|
|-
|forza
|''F''
|newton
|N
|kg · m · s<sup>−2</sup>
|
|-
|pressione, sollecitazione, pressione di vapore
|''p''
|pascal
|Pa
|N · m<sup>−2</sup>
|= kg · m<sup>−1</sup> · s<sup>−2</sup>
|-
|energia, lavoro, quantità di calore
|''E, Q''
|joule
|J
|N · m
|= kg · m<sup>2</sup> · s<sup>−2</sup>
|}
== Misurare ==
'''Misurare una grandezza fisica''' significa vedere '''quante volte l'unità di misura è compresa nella grandezza fisica considerata'''. Ad esempio se una cassetta di mele "pesa" 5 kg significa che l'unità di misura è compresa cinque volte.
In altre parole misurare significa effettuare un '''confronto''' tra la grandezza da misurare e la grandezza campione di riferimento.
Per misurare una grandezza fisica servono '''strumenti di misura''' specifici per ogni grandezza. Ad esempio la massa viene misurata con una '''bilancia'''. Talvolta, per la stessa grandezza, possono esistere strumenti diversi a seconda delle condizioni in cui deve essere svolta la misura. Ad esempio la lunghezza viene misurata con diversi strumenti: un '''righello''' se gli oggetti hanno dimensioni di qualche centimetro, un '''metro a nastro''' se la lunghezza può arrivare ad alcuni metri, un '''calibro''' per la misura di oggetti piccoli ma con una buona precisione.
Ogni strumento ha una '''portata''' e una '''sensibilità''':
* La '''portata''' è la '''massima variazione della grandezza che possiamo misurare'''. Ad esempio il metro a nastro riportato in foto ha una portata di 5 m (va da 0 a 5 m). Il termometro che si usa per misurare la febbre (vedi foto) ha una portata di 7°, poiché si va da 35° a 42° C.
* La '''sensibilità''' è la '''minima variazione della grandezza che possiamo misurare'''. Ad esempio, riferendosi agli esempi sottostanti, il metro a nastro e il righello hanno una sensibilità di 1 mm. Il cronometro ha una sensibilità di 0,2 secondi. Quella del termometro clinico è di 0,1 °C. La bilancia da cucina 20 g.
<gallery>
File:Opened rollable meter.jpg|Metro a nastro
File:Righello.jpg|Righello
File:Bilancia5km.jpg|Bilancia da cucina
File:Sensor Novo e Antigo Termometro DSCN4766.jpg|termometro (digitale e normale)
File:Clinical thermometer 38.7.JPG|Il termometro clinico che si usa per misurare la febbre
File:Stopwatch, 1810201155, ako.jpg|Antico cronometro con una sensibilità di 0,2 sec
</gallery>
== La lunghezza ==
La lunghezza indica '''una dimensione di un corpo''', ovverosia quanto si estende nello spazio in una certa direzione.
Nel S.I. '''l'unità di misura è il metro'''. Il metro fu introdotto in Francia nel 1791 come '''1/10.000.000 del meridiano passante per Parigi''' (anche se poi la misura si rivelò errata) e nel 1799 venne costruito il primo campione di metro in platino-iridio. In Italia fu portato da Napoleone, durante le sue campagne di conquista.
L'incertezza nella definizione del metro portò il Bureau International des Poids et Mesures (BIPM) a ridefinire nel 1889 il metro come la distanza tra due linee incise su una '''barra campione di platino-iridio conservata a Sèvres''' presso Parigi.
Gli scienziati però cercavano un modo per definire il metro senza bisogno di un modello fisico, e nel '''1983''' la ''XVII'' ''Conferenza generale di pesi'' e misure definì il metro come la '''distanza percorsa dalla luce nel vuoto in 1/299.792.458 di secondo''' (ovvero la velocità della luce nel vuoto venne definita essere 299.792.458 metri al secondo, ≈ 300000 km/s).
La lunghezza viene declinata in vari modi, ad esempio:
* larghezza, profondità, base, altezza: è la lunghezza considerata nella varie direzioni di un corpo, in genere di forma geometrica (es. di un mobile)
* ampiezza: in fisica, è la massima variazione di una grandezza in un'oscillazione periodica
* profondità: riferita ad un corpo idrico (profondità di un lago) o ad un corpo cavo (profondità di una grotta)
* raggio e diametro: riferiti al cerchio
* spessore: riferito a corpi piatti, ad esempio lo spessore del tavolo, di un foglio di carta
* distanza: si fa riferimento a due corpi (distanza tra due pali) o due luoghi (distanza tra due città)
=== Strumenti di misura ===
Esistono tantissimi strumenti per misurare lunghezze di portata diversa. I più comuni usati sono: il righello, il metro a nastro, il metro a ruota, il laser<gallery>
File:Kilometre definition.svg|La distanza dal Polo Nord all'Equatore passando da Parigi divenne il primo riferimento per il metro
File:Mètre étalon Hôtel Bourvallais Paris 3.jpg|Per diffondere la nuova unità di misura a Parigi vennero installati diversi "metri" di marmo
File:Platinum-Iridium meter bar.jpg|Le barre di platino-iridio usate a partire dal 1889
File:Speed of light from Earth to Moon.gif|La velocità della luce è il riferimento attuale per il metro
File:Triangle.TrigArea.png|la base, l'altezza di un triangolo
File:Oscillazione periodica.svg|L'ampiezza di una oscillazione periodica
File:Ibca gebco comp cover.jpg|carta batimetrica (delle profondità) dell'oceano artico
File:FileStack retouched.jpg|La carta ha uno spessore sottile
File:Mètre ruban.png|Il metro usato dai sarti
File:Rotella metrica.jpg|La cordella metrica
File:Mm Maßband.jpg|Il flessometro
File:Messschieber.jpg|Il calibro ha portata limitata ma elevata sensibilità
</gallery>
== La massa (non è il peso!) ==
Semplificando, può essere definita come la '''quantità di materia''' presente in un corpo. Una definizione scientificamente più corretta è quella di massa inerziale: la '''resistenza al cambiamento dello stato di movimento quando viene applicata una forza.''' Questa è una definizione operativa, ovverosia la massa è definita precisando strumenti e modalità con cui viene misurata. Se proviamo a spingere un'auto e una bicicletta ci rendiamo conto, anche senza una bilancia, di quale corpo abbia una massa maggiore poiché l'automobile oppone molta più resistenza allo spostamento, quindi ha una massa maggiore. L'unità di misura nel S.I. è il '''chilogrammo''' o '''kilogrammo''' ('''kg''').
Nel 1795 venne individuato il chilogrammo come la massa di un '''dm<sup>3</sup> di acqua pura''' a 3,98 °C, ma poi, viste le difficoltà di misurare questo dm<sup>3</sup> d'acqua venne creato nel 1875 un apposito '''campione di platino-iridio''' (conservato nel ''Bureau International des Poids et Mesures'' (Ufficio internazionale dei pesi e delle misure) presso il Pavillon de Breteuil a Sèvres, Francia. Nel 2018, nell'intento di slegare questa massa di riferimento da campioni reali, il chilogrammo è stata definito come '''''la quantità di massa necessaria per compensare una forza di 6.62607015 x 10<sup>-34</sup> Js in una bilancia di Watt'''''. Si tratta purtroppo di una definizione di difficile comprensione, ma per i fisici è estremamente precisa e indipendente da campioni reali conservati in qualche ufficio nel mondo.
=== La massa non è il peso di un corpo ===
Nel comune parlare il termine "peso" viene usato come sinonimo di massa, ma in ambito scientifico '''il peso è la forza peso''', quindi corrisponde ad una massa accelerata dalla forza di gravità e si misura in Newton (N). Poiché l'accelerazione di gravità vale quasi 10 (9,8 m/s<sup>2</sup>), '''il peso è circa dieci volte la massa''' (e si esprime in '''Newton'''). Se una persona ha una massa di 70 kg, il suo peso sarà di circa 700 N.
=== Strumenti di misura ===
Lo strumento di misura della massa è la bilancia.
* La '''bilancia a bracci''': è la bilancia tradizionalmente usata in passato. Ha due bracci con due piatti uguali, su un piatto si mette l'oggetto da pesare e sull'altro si mettono dei pesi fino a bilanciare l'oggetto stesso. Sfrutta la forza gravitazionale ma è indipendente dal suo valore (quindi una qualsiasi bilancia a bracci funzionerebbe bene anche sulla Luna o su Marte
* La '''bilancia dinamometro''': di fatto è un dinamometro adattato a bilancia, maggiore è la massa, maggiore è l'allungamento/accorciamento della molla; è strettamente legato alla accelerazione gravitazionale del luogo, per cui va tarata in base al luogo di utilizzo (e non funzionerebbe sulla Luna, a meno che non si ritari)
<gallery>
File:CubeLitre.svg|Il chilogrammo inizialmente venne definito come un decimetro cubo (un litro) di acqua
File:CGKilogram.jpg|Ricostruzione al computer del campione da un kg conservato a Sevres
File:Standard kilogram, 2.jpg|Massa campione di 1 kg conservato presso il National Institute of Standards and Technology, USA.
File:Prototype kilogram replica.JPG|Una replica del prototipo mostrato a la Cité des Sciences et de l'Industrie (Parigi)
File:Rutherford atomic planetary model.svg|La massa di un elettrone è 9,109383×10<sup>−31</sup> kg
File:Hs-1995-47-a-full tif.tif|Buco nero al centro della galassia NGC 4261, la sua massa è stimata a 1,2 miliardi di masse solari.
File:Balance à tabac 1850.JPG|Bilancia a bracci del 1850
File:Dinamómetro.jpg|Bilancia a dinamometro
</gallery>
== Il tempo ==
Il '''tempo''' è quella grandezza che si basa sul divenire, sul '''cambiamento'''.
Nel S.I. l'unità di misura è il '''secondo (s).'''
Stando alla dicitura ufficiale del BIPM, il secondo è definito come '''la durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini, da (F = 4, MF = 0) a (F = 3, MF = 0), dello stato fondamentale dell'atomo di cesio-133'''. È una definizione molto precisa per i fisici, ma di non facile comprensione.
Storicamente il secondo venne definito, in termini di rotazione terrestre, come '''1/86.400 del giorno solare medio (24h)'''.
=== Multipli ===
Sono molto usati i multipli sessagesimali: '''60 secondi''' corrispondono ad un '''minuto''' e '''60 minuti''' corrispondono ad '''un'ora.''' Le frazioni invece usano il sistema decimale, per cui ci sono i ds (decisecondi), cs (centisecondi), ms (millisecondi), μs (microsecondi), ns (nanosecondi). Ad esempio la luce percorre la distanza di un metro nel vuoto in 3,33 ns.
=== Strumenti di misura ===
Lo strumento più comunemente usato è l'orologio, che scandisce il tempo delle attività della civiltà umana. Orologi ne esistono di tantissimi tipi, a seconda del periodo storico e della funzione che avevano. I più antichi si basavano sul Sole, i più moderni si basano sull'elettronica.
Per misure più precise si usa il cronometro.<gallery>
File:Summer Solstice Sunrise over Stonehenge 2005.jpg|Stonehenge è probabilmente uno dei più antichi sistemi per la misura del tempo
File:Wooden hourglass 3.jpg|La clessidra
File:MontreGousset001.jpg|Orologio da tasca
File:Prague - Astronomical Clock Detail 1.JPG|Orologio astronomico a Praga
File:Garden sundial MN 2007.JPG|Un orologio a meridiana (funziona solo se c'è il Sole!)
File:Swatch Irony angle below.jpg|Un moderno orologio al quarzo
File:Omega Speedmaster Schumacher Edition10 36 22 158000.jpeg|Un cronometro
File:Atomic Clock-Louis Essen.jpg|Un primo orologio atomico al cesio
File:President Piñera receives ESO's first atomic clock.jpg|Un recente orologio atomico al cesio
File:Digital-clock-radio-basic hf.jpg|Una radiosveglia digitale
</gallery>
== La temperatura ==
[[File:Translational_motion.gif|thumb|In un gas le particelle (atomi o molecole) si muovono liberamente e più si scalda e più si muovono velocemente]]
La temperatura è un valore che esprime il '''grado di agitazione/movimento''' delle particelle di un corpo. Più si scalda un corpo, maggiore sarà il grado di agitazione delle sue particelle (atomi e/o molecole) e maggiore sarà la sua temperatura.
Lo strumento di misura è il '''termometro'''.
Nel S.I. l'unità di misura utilizzata è il '''Kelvin''' ('''K'''), ma è molto utilizzato anche il '''grado centigrado''' (o '''Celsius''') (°'''C'''). Nei paesi anglosassoni è ancora molto in uso il '''grado Fahrenheit'''. Vediamo la differenza di ciascuna scala termica.
=== Scala Kelvin ===
Si basa sullo '''zero assoluto (0 K)'''. Lo zero assoluto, equivalente a '''-273,15 °C''', è la minima temperatura che un corpo può, teoricamente, possedere. È un <u>valore limite non raggiungibile</u>, ma sperimentalmente ci si è andati molto vicini (450 pK, cioè 0,00000000045 K). Si è deciso che il "gradino" di ogni grado corrisponda a quello della scala Celsius, per cui è facile passare da K a °C. Ad esempio 0°C = +273,15 K. Formula di conversione: '''T = °C + 273,15'''
=== Scala Celsius ===
La scala '''Celsius''', detta in passato anche scala centigrada, si basa sulle '''caratteristiche dell'acqua'''. Fu proposta per la prima volta nel 1742. La temperatura di solidificazione/fusione è per definizione '''0°C''' e quella di ebollizione/condensazione vale '''100°C''' e l'intervallo è stato suddiviso in 100 parti (100 gradi). Il singolo grado celsius ha la stessa ampiezza del Kelvin. Formula di conversione: '''°C = T - 273,15'''
==== Conversioni ====
Per convertire una temperatura espressa in K in gradi Celsius e viceversa si possono usare le formule di conversione oppure, probabilmente la cosa migliore è fare un breve ragionamento sul confronto fra le scale, aiutandosi con un semplice disegno.
=== Scala Fahrenheit ===
Il fisico tedesco Fahrenheit propose questa scala nel 1724 (qualche anno prima di Celsius) ponendo come estremi la temperatura a cui fonde una miscela di ghiaccio e sale (la più bassa temperatura che era riuscito ad ottenere in laboratorio), a cui assegnò il valore di 0°, e la temperatura media del sangue di cavallo (96°F). In questa scala, il punto di congelamento dell'acqua corrisponde a 32 gradi Fahrenheit (°F), mentre il punto in cui l'acqua bolle è di 212 °F, con un intervallo suddiviso in 180 gradi e non in 100 come nella scala Celsius. La formula per passare da Fahrenheit a Celsius è:
'''t<sub>c</sub> = (t<sub>f</sub> - 32) • 5/9'''. La relazione per passare da scala Celsius a Fahreneit invece è: '''t<sub>f</sub> = 32 + 1,8 t<sub>c</sub>'''.
Questa scala è ancora oggi molto utilizzata negli USA.<gallery>
File:Thermally Agitated Molecule.gif|Una proteina abbastanza "agitata"
File:Thermomètre courant.jpg|Il termometro misura la temperatura di un corpo
File:Thermomètre médical sur un fond blanc bleu2.jpg|il termometro medicale
File:Thermometer CF.svg|Confronto tra scala Celsius e Fahrenheit
File:CelsiusKelvin.svg|Scala Kelvin e centigrada
File:Temperature-scales-comparison.svg|Le tre scale termiche
File:Boomerang nebula.jpg|La Nebulosa Boomerang, grazie ai suoi gas in espansione, ha una temperatura di 1 K, la più bassa osservata al di fuori di un laboratorio.
File:Headshot of Anders Celsius.jpg|Anders Celsius che propose nel 1742 la famosa scala centigrada
File:Lord Kelvin photograph.jpg|Lord '''William Thomson''', '''I barone Kelvin''', comunemente noto come '''Lord Kelvin'''
</gallery>
== Attività ==
[[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/P|Versione stampabile]] (sono state eliminate le gallerie) - [[:File:Le grandezze fisiche e la loro misura.pdf|Pdf]] pronto da scaricare.
'''Esercizi''': vai alla [[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Esercizi|pagina di esercizi]], suddivisi per argomenti
'''Approfondimento''': [[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Misure e calcoli|le misure e i calcoli]]
'''Approfondimento''': le [[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Le grandezze derivate|grandezze derivate]]
'''Laboratorio''': [https://farelaboratorio.accademiadellescienze.it/esperimenti/fisica/2 Stima dell'altezza degli alberi del parco] ([https://farelaboratorio.accademiadellescienze.it/esperimenti/fisica/2 farelaboratorio.accademiadellescienze.it)]
'''Laboratorio 1''': ([[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Laboratorio 1|pagina in sviluppo]])
{{avanzamento|100%}}
[[Categoria:Chimica per il liceo|Introduzione]]
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Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Misure e calcoli
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{{Chimica per il liceo 2}}
Una versione più sintetica di questa pagina si trova [[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Misure e calcoli/Sintesi|qui]].
== Le cifre significative e i relativi calcoli ==
Un altro aspetto importante di una misura sono le cifre significative: le '''cifre significative''' sono le '''cifre fornite dallo strumento in sede di misurazione'''. L'ultima cifra significativa è relativa alla sensibilità dello strumento ed è una '''cifra incerta'''.
Ad esempio ipotizziamo di misurare con il righello la lunghezza di una gomma e di ottenere il valore di 4,3 cm. In questo caso le cifre significative sono 2: il 4 e il 3. Se esprimo la misura con altre unità di misura le cifre significative non cambiano. Ad es. 4,3 cm = 43 mm = 43000 μm = 0,043 m: tutte queste misure hanno sempre due cifre significative. '''Gli zeri sono significativi se sono forniti dallo strumento e sono posti alla fine'''. Gli zeri che compaiono in seguito ad una equivalenza non sono mai significativi e neanche gli zeri che sono frutto di arrotondamento.
Quando si fanno dei '''calcoli con le misure''' bisogna tenere conto delle cifre significative, in questo modo:
* '''Moltiplicazioni e divisioni''': bisogna lavorare con un numero di cifre significative pari al valore che ne ha di meno. È come dire che il valore che ne ha di meno va a "rovinare" la misura. Ad esempio se calcolo l'area di un rettangolo con a = 7,1 cm e b = 3,589 cm, si farà A = a • b = 7,1 • 3,589 = 25,4819 cm² = 25 cm²: ho quindi ridotto il risultato a due cifre significative, poiché 7,1 ne aveva due.
* '''Addizioni e sottrazioni''': il risultato avrà un numero di cifre decimali pari a quello che ne ha di meno. Ad esempio: 4,32 cm + 6 cm = 10.32 cm = 10 cm (il secondo valore non aveva cifre decimali e così deve essere anche il risultato finale).
{{Clear}}
== La precisione e l’accuratezza di una misura, gli errori ==
La qualità di una misurazione dipende da vari fattori, tra cui il tipo di strumento utilizzato e l'abilità dell'operatore. Si tenga presente che spesso per avere una misurazione migliore si fanno più misurazioni e poi si considera la media.
[[File:Accuracy_and_precision_example.jpg|thumb|349x349px|Accuratezza e precisione]]
Per determinare la qualità di una misurazione si possono considerare due parametri: la '''precisione''' e '''l'accuratezza''' (che possono sembrare concetti simili), cerchiamo di capire la differenza con un esempio. Immaginiamo una serie di tiri al bersaglio (ciascun tiro rappresenta una misura). Il centro del bersaglio rappresenta la misura vera.
* La '''precisione''' indica quanto si avvicinano tra loro misure indipendenti: sia in A che in B c'è una buona precisione (ma A è più accurata)
* L''''accuratezza''' indica quanto si è vicini al valore reale della misura: sia in A che in C c'è una buona precisione (se si fa una media delle posizioni si finisce all'incirca al centro).
Quindi A rappresenterebbe la misura migliore, è accurata e precisa, D quella peggiore poiché poco accurata e poco precisa.
=== Gli errori ===
Per capire quanto la misura sia precisa e accurata si va a calcolare l'errore della misura.
{{Colore di sfondo|#feffaa|'''L’errore è lo scarto che esiste tra la misura effettuata e la misura reale di un certa grandezza.'''}}
Nonostante incorrere negli errori di misura sia davvero molto comune è possibile ridurli prestando molta attenzione all’uso degli strumenti di misura. Infatti per ciascuno strumento di misura dobbiamo considerare la '''portata''' e '''sensibilità''' (vedi sopra). In genere minore è la portata, ovvero più piccolo è il valore massimo che si può misurare, maggiore è la sensibilità dello strumento, nel senso che più piccola è l’unità minima in grado di misurare.
Oltre alla portata e alla sensibilità bisogna tenere conto degli '''errori sistematici''' e degli '''errori accidentali'''
* '''Errori accidentali'''. Come dice la parola stessa, non si possono prevedere e neanche evitare perché sono dovuti a fattori ambientali di cui non si è tenuto conto ma possono essere ridotti ripetendo più volte la stessa misura e facendo poi una media aritmetica dei valori ottenuti. La bontà delle misure, comunque, dipenderà dalla sensibilità dello strumento utilizzato (se lo strumento è poco sensibile, probabilmente l’errore commesso sarà trascurabile) e dalla sua precisione (se lo strumento è molto preciso effettuando più misure queste saranno diverse le une dalle altre). Questi errori {{Colore di sfondo|#feffaa|influenzano soprattutto la precisione della misura}}.
* '''Errori sistematici.''' Questi incidono sulle singole misurazioni, in genere {{Colore di sfondo|#feffaa|sempre nello stesso modo e quindi influenzano soprattutto l'accuratezza della misura.}} Si classificano in:
**'''Strumentali''': qualora si utilizzano strumenti poco precisi o mal tarati
** '''Ambientali''': come per esempio la presenza di correnti d’aria o di campi magnetici
** '''Soggettivi''': cioè legati all’operatore che magari non è molto pratico o effettua la misura in modo superficiale
==== Errore assoluto ====
'''Tutte le misure quindi,''' per i motivi suddetti, a {{Colore di sfondo|#feffaa|seconda dello strumento che usiamo e da come misuriamo}}, '''contengono un errore''' che chiameremo '''errore assoluto''' o '''incertezza assoluta''' '''𝛅<sub>x</sub>''', ovvero '''di quanto la misura effettuata si discosta dalla misura reale'''.
<big>'''X = X<sub>m</sub> ± 𝛅<sub>x</sub>'''</big>
L’errore assoluto ci permette di individuare un range all’interno del quale si colloca la misura reale. {{Colore di sfondo|#feffaa|Se effettuando più volte la stessa misura si trova sempre lo stesso valore, l’errore assoluto coincide con la sensibilità}}, altrimenti si fa la {{Colore di sfondo|#feffaa|media aritmetica dei valori trovati}} e si determina l’errore assoluto considerando il valore massimo e minimi trovati, sottraendoli e dividendo il risultato per 2, cioè si determina lo '''scarto medio'''.
==== Errore relativo ====
Per capire se l’errore commesso è accettabile bisogna trovare '''l’errore relativo''' o '''incertezza relativa''' 𝛈:
𝛈 = 𝛅<sub>x</sub>/X<sub>m</sub>
𝛅<sub>x</sub> = incertezza assoluta
X<sub>m</sub> = valore medio
L’errore relativo non ha unità di misura, è quindi {{Colore di sfondo|#feffaa|adimensionale}} ed è {{Colore di sfondo|#feffaa|moltiplicato per 100 se lo si vuole rendere in forma percentuale}}.
Anche l’errore relativo è importante perché ci dà un’idea di quanto è buona la misura effettuata e la sua precisione.
in genere si considerano {{Colore di sfondo|#feffaa|accettabili le misure che hanno una incertezza relativa che non superi il 5%}}.
== Le equivalenze, anche con multipli “estremi” (mega, giga, tera - micro, nano, pico) ==
Quando si compie una equivalenza si modifica l'unità di misura, utilizzando un diverso multiplo o sottomultiplo, (oppure modificando la grandezza vera e propria) e di conseguenza si modifica anche il numero, spostando la virgola e/o aggiungendo zeri.
Poiché siamo nel sistema decimale, l'equivalenza comporterà che il numero verrà modificato moltiplicandolo con una potenza del 10.
Esempio: 12 m corrispondono a 1200 cm: in questo caso il numero è stato moltiplicato per 10<sup>2</sup>. Oppure 12 m corrispondono a 0,012 km: in questo caso il numero è stato moltiplicato per 10<sup>-3</sup>.
Per capire come effettuare correttamente una equivalenza è utile comprendere le tabelle sottostanti. Ogni casella della tabella rappresenta, rispetto ad una casella adiacente, una variazione di una grandezza di dieci. Il multiplo ''k'' quindi è dieci volte più grande di ''h'' che a sua volta è 10 volte più grande di ''da''. Come si può notare i multipli più "estremi" sono 1000 volte più grandi o più piccoli rispetto a quello adiacente (per questo ci sono due caselle vuote).
Attenzione! I multipli e sottomultipli di superfici sono 100 volte più grandi o più piccoli rispetto a quello adiacente.
Attenzione! I multipli e sottomultipli di volumi sono 1000 volte più grandi o più piccoli adiacente. Bisogna fare attenzione alla grandezza capacità (che misura sempre un volume) che coincide solo parzialmente con quella del volume e i cui multipli e sottomultipli sono 10 volte più grande o più piccolo rispetto a quello adiacente.
Quando si svolge una equivalenza bisogna quindi avere in mente (o materialmente) queste tabelle!
=== Tabelle di equivalenze ===
{| class="wikitable"
|+Multipli e sottomultipli di grandezze fondamentali
!Multipli ⇒
Grandezza↓
!T
!
!
!G
!
!
!M
!
!
!k
!h
!da
!
!d
!c
!m
!
!
!μ
!
!
!n
!
!
!p
!
|-
|Lunghezza
|Tm
|
|
|Gm
|
|
|Mm
|
|
|km
|hm
|dam
|m
|dm
|cm
|mm
|
|
|μm
|
|
|nm
|
|
|pm
|
|-
|Massa
|Tg
|
|
|Gg
|
|
|Mg (t)
|q
|
|kg
|hg
|dag
|g
|dg
|cg
|mg
|
|
|μg
|
|
|ng
|
|
|pg
|
|-
|Tempo
| --
|
|
| --
|
|
| --
|
|
| --
| --
| --
|s
|ds
|cs
|ms
|
|
|μs
|
|
|ns
|
|
|ps
|
|}
Per i multipli del tempo si usa la scala sessagesimale: 60" = 1'; 60' = 1h; 24h = 1 g
{| class="wikitable"
|+Multipli e sottomultipli della superficie (grandezza derivata)
!Multipli ⇒
Grandezza↓
!k
!
!h
!
!da
!
!
!
!d
!
!c
!
!m
|-
|Lunghezza
|km<sup>2</sup>
|
|hm<sup>2</sup>
|
|dam<sup>2</sup>
|
|m<sup>2</sup>
|
|dm<sup>2</sup>
|
|cm<sup>2</sup>
|
|mm<sup>2</sup>
|}
{| class="wikitable"
|+Multipli e sottomultipli del volume (grandezza derivata)
!Multipli ⇒
Grandezza↓
!k
!
!
!h
!
!
!da
!
!
!
!
!
!d
!
!
!c
!
!
!m
!
!
!
!
!
!
|-
|Volume
|km<sup>3</sup>
|
|
|hm<sup>3</sup>
|
|
|dam<sup>3</sup>
|
|
|m<sup>3</sup>
|
|
|dm<sup>3</sup>
|
|
|cm<sup>3</sup>
|
|
|mm<sup>3</sup>
|
|
|
|
|
|
|-
|Capacità
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|kL
|hL
|daL
|L
|dL
|cL
|mL
|
|
|μL
|
|
|nL
|
|
|pL
|}
=== Come svolgere le equivalenze ===
# Avere a disposizione (o in mente) la tabella dei multipli e sottomultipli relativa alla grandezza dell'esercizio, con i multipli a sinistra e i sottomultipli a destra.
# Partire dal multiplo del numero iniziale e contare quanti spostamenti si effettuano per arrivare al nuovo multiplo/sottomultiplo. Attenzione: contare gli spostamenti e non le caselle, altrimenti è facile sbagliare.
# Spostare la virgola (se non c'è è come se fosse alla fine del numero) del numero iniziale nella stessa direzione e dello stesso numero di spostamenti.
# Aggiungere zeri laddove lo spostamento della virgola lascia degli spazi vuoti.
'''Esempio 1''': 45 hg = mg ...? Se si guarda la relativa tabella, partendo da hg si arriva a mg spostandosi verso destra di 5 posti. Quindi nel numero 45 (la virgola è alla fine: 45,) si posta la virgola verso destra di 5 posti (45, , , , , ,) e si mettono gli zeri negli spazi vuoti: il risultato sarà 4500000 mg.
'''Esempio 2''': 82,29 dm = km ...? Nella tabella vedo che da dm a km mi sposto di 4 posizioni verso sinistra. Quindi sposto la virgola allo stesso modo: 0,008229 km (mettendo gli zeri nei posti vuoti).
Sul sito [http://www.equivalenze.it/esercizi www.equivalenze.it] si possono fare esercizi interattivi, impostando le grandezze su cui esercitarsi e la relativa difficoltà.
=== Equivalenze in cui si modifica l'unità di misura ===
Le equivalenze più difficili comportano anche una cambio di unità di misura, ad esempio da metri a pollici, da m<sup>3</sup> a L, da calorie a Joule, ecc. In questo caso può essere necessario svolgere l'equivalenza in due passaggi.
'''Esempio3''': 5,59 cm<sup>3</sup> = daL? Guardando la tabella vedo che tra le due unità di misura ci sono dei punti di contatto dove le unità si equivalgono (dm<sup>3</sup> = L e cm<sup>3</sup> = mL). Quindi prima facciamo 5,59 cm<sup>3</sup> = 5,59 mL, poi da mL a daL ci sono 4 posizioni a sinistra, quindi sposto la virgola allo stesso modo 0,000559 daL.
== La notazione scientifica e gli ordini di grandezza ==
Studiando le scienze ci si troverà spesso ad avere a che fare con numeri molto piccoli (con tanti zeri davanti al numero), ad esempio la dimensione degli atomi, o con numeri molto grandi (con tanti zeri dopo il numero), come le distanze tra pianeti. Da qui nasce la necessità di utilizzare una scrittura che permetta di renderli più compatti: la '''notazione scientifica''' o '''notazione esponenziale'''.
Per scrivere un numero in notazione scientifica dobbiamo utilizzare le potenze di dieci e convertirlo nella forma
'''Numero · 10 <sup>esponente</sup>'''
utilizzando alcune semplici regole come indicato di seguito.
Considera il numero 12300000000 m
# inserisci la {{Colore di sfondo|#feffaa|virgola dopo la prima cifra significativa}} (es nel numero 1,2300000000)
# riscrivi il numero con la virgola riportando {{Colore di sfondo|#feffaa|solo le cifre significative}} (es nel nostro caso 1,23)
# considera il numero iniziale e conta di quante cifre hai spostato la virgola, ovvero il numero di cifre dopo la virgola (es nel numero 12300000000 ci sono dieci cifre dopo la virgola), perché quello sarà l'esponente del 10
# scrivi il numero nella forma n·10<sup>x</sup>
nel nostro caso il numero espresso in notazione scientifica sarà: 1,23 ·10<sup>10</sup>m.
Se il numero da trascrivere con le potenze di 10 è 0,00000578 m dovrai:
# spostare la virgola dopo la prima cifra significativa (es nel numero 0000005,78)
# riscrivi il numero con la virgola riportando solo le cifre significative (es nel nostro caso 5,78)
# considera il numero iniziale e conta di quante cifre hai spostato la virgola (es nel nostro caso 0000005,78 la virgola è stata spostata di 6 posizioni), perché quello sarà l'esponente del 10 con segno negativo
# scrivi il numero nella forma n·10<sup>-x</sup>
nel nostro caso il numero espresso in notazione scientifica sarà: 5,78·10<sup>-6</sup> m.
Se guardi attentamente entrambi i numeri noterai che l’unità di misura e le cifre diverse da zero sono rimaste uguali ed è solo cambiato il modo di scriverlo.
== La lettura di grafici ==
Spesso nei libri di scienze vengono utilizzati grafici per integrare o completare le informazioni riportate nei vari paragrafi. I diagrammi, infatti, sono molto utili perché permettono di rappresentare informazioni mediante immagini che rendono più immediata la comprensione di alcuni aspetti di quanto si sta studiando.
Le rappresentazioni grafiche possono essere di diverso tipo e vanno scelte attentamente a seconda dei dati che si possiedono e di quello che si vuole comunicare con essi.
In questo paragrafo ti presenteremo le principali tipologie di grafici mettendo in evidenza le peculiarità e le criticità di ciascuno e come vanno letti e interpretati.
A seconda delle diverse discipline che studierai potrai incontrare: '''cartogrammi''', '''ideogrammi''', '''istogrammi''', '''areogrammi''', '''diagrammi cartesiani'''.
[[File:Solubilità_diretta_e_inversa.svg|sinistra|thumb|Solubilità di una sostanza al variare della temperatura]]
* '''Diagramma cartesiano'''. Sicuramente lo conoscerai già, poiché viene utilizzato per {{Colore di sfondo|#feffaa|mostrare come cambia una grandezza al variare di un'altra grandezza}} come per esempio il variare della solubilità di una sostanza al variare della temperatura (vedi il grafico accanto). In questa tipologia di rappresentazione grafica si utilizzano i due assi cartesiani, ovvero due semirette perpendicolari tra loro che si incontrano in un punto, su ciascuno dei quali si riporta una variabile. Nel grafico sotto riportato sull’asse delle y, anche detto delle ordinate, sono riportati i valori di solubilità da 0 g a 100 g di sale in 100 g di acqua e sull’asse delle ascisse (o delle x) i valori di temperatura espressi in °C. Diremo che abbiamo rappresentato la solubilità in funzione della temperatura. In questa tipologia di grafico è importante definire bene le scale che si utilizzano sui due assi ed essere precisi nel riportare i diversi valori. E’ importante ricordare che non è necessario che i due assi abbiano la stessa scala. Guardando il diagramma cartesiano riportato si nota subito come il solfato di cesio Ce<sub>2</sub>(SO<sub>4</sub>)<sub>3</sub> diminuisca la propria solubilità all’aumentare della temperatura per poi diventare costante, mentre il cloruro di calcio CaCl<sub>2</sub> aumenta rapidamente la propria solubilità anche a basse temperature.
[[File:Istogramma_con_i_3D.png|thumb|322x322px|Istogramma generico]]
* Anche gli '''istogrammi''' ( chiamati '''ortogrammi''' o '''diagrammi a barre''') dovrebbero esserti abbastanza noti. Questi grafici possono presentare le barre verticali o orizzontali, ovvero dei rettangoli la cui base è uguale per tutti (o l’altezza nel caso di istogramma a barre orizzontali), mentre l’altezza cambia. Questa tipologia di rappresentazione viene utilizzata per rappresentare la frequenza di un determinato fenomeno, per cui maggiore sarà la frequenza tanto più alti (o lunghi nel caso si utilizzino le barre orizzontali) saranno i rettangoli. Per costruire un istogramma bisogna disegnare i due assi e, a seconda che sia verticale o orizzontale, su un asse si riporta il nome del dato e sull’altro la sua frequenza [grafico 1.6.2 - istogramma a barre verticali della frequenza delle temperature]. Sull’asse orizzontale vengono riportati dei range (intervalli) di temperatura (base del rettangolo) e sulle ordinate la frequenza, ovvero il numero di volte che nell’intervallo di tempo prescelto sono stati registrati valori ricadenti nei diversi intervalli. Anche in questo caso si dice che il grafico riporta la frequenza delle temperature in funzione dei range di temperatura individuati. Un particolare tipo di istogramma è '''l'ideogramma.''' È un {{Colore di sfondo|#feffaa|grafico nel quale i dati vengono rappresentati sotto forma di icone che danno l'idea del fenomeno da studiare}}. Questo tipo di grafico è molto approssimativo, ma permette una lettura immediata dei dati facilitando l'interpretazione ai non esperti. Meno comune nelle discipline scientifiche, questa tipologia di grafico ha il vantaggio di essere di immediata e di facile lettura, ma è un tipo di rappresentazione poco precisa.
* '''Diagramma a torta'''. Quando studierai la composizione chimica dell’atmosfera terrestre di sicuro ti imbatterai in un ''aerogramma'' o ''diagramma a torta'' in cui {{Colore di sfondo|#feffaa|un cerchio rappresenta l’intero e gli spicchi avranno un’ampiezza diversa proporzionale alla percentuale che si vuole rappresentare}}. [grafico 1.6.4 - aerogramma della composizione dell’atmosfera terrestre ]. Guardando il diagramma noterai che la “fetta” più grande rappresenta l’azoto, che costituisce il 78% dell’atmosfera, seguito dall’ossigeno, circa il 21%, mentre gli altri componenti sono rappresentati tutti insieme perché la loro presenza è minima rispetto ad ossigeno e azoto. Questa tipologia di rappresentazione è utilissima quando si vuole evidenziare il peso dei singoli componenti rispetto al totale, ma non è facile leggerlo né costruirlo. A differenza del grafico qui riportato, dove vengono indicate le percentuali rappresentate dai diversi spicchi, spesso questo valore manca, pertanto bisognerà utilizzare un goniometro per definire il valore rappresentato, In questo caso per prima cosa bisogna definire la quantità rappresentata da 1° dividendo il totale per 360 (ampiezza dell’angolo giro) e poi moltiplicarla per la quantità che si vuole rappresentare.
* '''Cartogramma'''. È una {{Colore di sfondo|#feffaa|carta geografica sulla quale vengono rappresentati dei dati statistici}}, con colori e simboli diversi. Sono molto utilizzati in scienze della Terra per esempio per rappresentare la sismicità delle varie zone del territorio nazionale [grafico 1.6.5 - cartogramma della sismicità italiana ]. Questo tipo di rappresentazione consente una facile e immediata lettura di quanto si rappresenta ma purtroppo non è molto preciso. In questo caso è particolarmente importante la legenda in cui vengono riportati i valori rappresentati dai differenti colori che in genere aumentano di intensità all’aumentare dell’importanza o frequenza del fenomeno.
<gallery>
File:Bmi istogramma.png|Indice di massa corporea
File:Istogramma comparativo c6.png|Istogramma comparativo di tre contesti diversi
File:L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia - regioni italiane.png|Grafico a istogramma delle vittime e di episodi per regione delle stragi naziste e fasciste su territorio italiano dal 1943 al 1945
File:Costo produzione elettricità con nucleare carbone gas.png|Istogramma dei costi di produzione dell'energia elettrica in base al tipo di risorsa usata (materiali fissili, carbone e gas naturale) secondo diversi studi
File:English dialects1997.png|Dialetti dell'inglese
File:Energy Use by Source, Sweden.png|Consumo di vari tipi di energia in Svezia dal 1970
File:Minard-carte-viande-1858.png|Mappa di Minard (infografica),1858. Quantità di carne spedita a Parigi da vari dipartimenti (nero = manzo, rosso = vitello, verde = pecora)
File:Composizione dell'atmosfera terrestre.svg|Composizione dell'atmosfera terrestre
File:Gshap north europe.jpg|Cartogramma del rischio sismico in europa
File:Italia clima AIA.png|Cartogramma dei climi in Italia
File:Algebra1 stt fig007 emo.svg|Esempio di ideogramma
</gallery>
== Le formule inverse ==
Sapendo che <math>v=\frac{S}{t} </math> e conoscendo '''''v''''' e '''''S''''', si è in grado di calcolare '''''t'''''? Bisogna ricavare la formula inversa!! che in questo caso è <math>t=\frac{S}{v} </math>
Come tutte le discipline scientifiche anche la chimica, la biologia e le scienze della Terra utilizzano formule per descrivere i vari fenomeni. Sebbene l’insegnante durante la lezione fornisca in genere le formule dirette, è importante che ciascuno studente impari a ricavarsi le formule inverse in modo da non sovraffollare la testa di formule inutili.
Ci sono vari modi per ricavarle, vediamole:
=== Il metodo matematico ===
[[File:Formule_inverse.jpg|thumb|537x537px|I due modi per fare le formule inverse: 1 - quello matematico, 2 - quello di spostare dall'altra parte]]
Questo è il metodo più rigoroso.
Il principio è '''moltiplicando o dividendo da entrambi i lati per lo stesso valore (e semplificando), l'equazione non cambia'''. Chiaramente bisogna moltiplicare o dividere in modo che le variabili compaiano nel posto giusto. Nell'esempio citato prima, per trovare t basta moltiplicare entrambi i lati per t (così t compare a sinistra e in alto) e dividere entrambi i lati per v (così sparisce da sinistra e compare a destra).
=== Il metodo "sposta dall'altra parte" ===
Meno rigoroso ma molto intuitivo, funziona con formule semplici.
Il principio è: '''posso spostare una variabile dall'altra parte ma se era al numeratore va al denominatore e viceversa'''. In pratica posso '''spostare le variabili in diagonale'''. È molto veloce da utilizzare.
==== Esempi ====
* La densità è data dal rapporto tra massa e volume: <math>d=\frac{m}{V} </math> '''.''' se si vuole trovare la massa '''''m''''' posso farlo col metodo matematico, dividendo entrambi i lati per V, oppure col metodo "sposta" e sposto il volume dall'altra parte e da sotto va sopra (moltiplicando la densità) e si ottiene: <math>V\cdot d=m</math> (che ovviamente è uguale a <math>m=V\cdot d</math>)'''.'''
* La forza è data dalla massa per la sua accelerazione: <math>F=m\cdot a </math>. Se devo trovare l'accelerazione posso usare il metodo matematico, dividendo entrambi i lati per m, oppure il metodo "sposta", spostando la massa sotto la forza (era sopra e quindi va sotto). La formula diventa <math>\frac{m}{V} = a</math> che vista al contrario diventa <math>a = \frac{m}{V}</math>.
== Le proporzioni ==
==== Premessa ====
In un certo fenomeno osservato due grandezze che lo descrivono sono '''direttamente proporzionali''' se all'aumentare dell'una anche l'altra aumenta in proporzione, sono invece '''inversamente proporzionali''' se all'aumentare dell'una l'altra diminuisce in proporzione.
* '''Esempio di proporzionalità diretta''': una persona che cammina a velocità costante percorre lunghezze che sono direttamente proporzionali al tempo impiegato. Ad esempio se in 1h percorre 5 km, in tre ore verranno percorsi 15 km, in 6h farà 30 km.
* '''Esempio di proporzionalità inversa''': abbiamo un rettangolo che ha la caratteristica di avere l'area costante di 12 cm<sup>2</sup> ma le lunghezze dei lati (''a'' e ''b'') variabili. Questo significa che a è inversamente proporzionale a b, poiché se uno raddoppia, l'altro dimezza per mantenere l'area uguale, ad es. 3 x 4 cm = 1,5 x 8.
==== La proporzione ====
{{Colore di sfondo|#feffaa|Questo metodo si applica solo alle grandezze '''direttamente proporzionali'''}}. Se abbiamo a che fare con grandezze direttamente proporzionali, possiamo usare la proporzione come metodo '''per calcolare una grandezza conoscendo altri tre dati'''. Una proporzione è quindi una espressione/procedura matematica che ci permette di calcolare la variabile incognita. Viene scritta in questo modo: <math>A : B = C : D</math> . Vediamo come si risolve
* se l'incognita è interna (es. C) la formula sarà <math>C = \frac {A \cdot D}{B} </math> che viene anche verbalizzata come "''l'incognita interna è uguale al prodotto degli esterni fratto l'altro interno''".
* se l'incognita è esterna (es. D) la formula sarà <math>D = \frac {B \cdot C}{A} </math> che viene anche verbalizzata come "''l'incognita esterna è uguale al prodotto degli interni fratto l'altro esterno''".
==== Esempio ====
Un'automobile viaggia in autostrada a velocità costante. Dopo 45' ha percorso 97 km, quanto tempo impiegherà a percorrere i 258 km previsti per arrivare a destinazione?
Il ragionamento logico: se percorro 97 km in 45' allora percorrerò 258 km in x'. (Si noti che viene mantenuto l'ordine logico delle grandezze ''lunghezza : tempo = lunghezza : tempo'') Scriviamo l'espressione matematica. '''97 km : 45' = 258 km : x''''.
Risolviamo (l'incognita è esterna quindi la formula sarà del tipo <math>D = \frac {B \cdot C}{A} </math>) quindi x = (258 km · 45') / 97 km = 120 minuti
== Attività ==
[[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Misure e calcoli/P|Versione stampabile]] (sono state eliminate le gallerie) - [[:File:Misure e calcoli.pdf|Pdf]] pronto da scaricare.
[[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Esercizi|Esercizi]]
[[Chimica per il liceo/Le grandezze fisiche e la loro misura/Misure e calcoli/Sintesi|Sintesi]] con gli argomenti principali
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[[Categoria:Chimica per il liceo|Misure e calcoli]]
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Chimica per il liceo/La materia/Sintesi
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{{Chimica per il liceo 2}}
== Che cos'è la materia? ==
La {{Colore di sfondo|#feffaa|'''materia''' è tutto ciò che occupa uno '''spazio''' e possiede una '''massa''', e può essere percepito con i nostri sensi.}}
[[File:Normflasche-1.jpg|thumb|La bottiglia si può considerare un sistema|270x270px]]
Per studiare le proprietà della materia si prende in considerazione di volta in volta una sua porzione delimitata, chiamata sistema.
{{Colore di sfondo|#feffaa|Un '''sistema''' è una porzione delimitata di materia che è oggetto di studio, separata dall'esterno da un confine reale o immaginario.}}
Se osserviamo attentamente quello che abbiamo intorno ci rendiamo conto che esistono diversi tipi di materia, che comunemente chiamiamo “materiali”, che hanno delle caratteristiche che li rendono adatti ai vari utilizzi e sono costituiti o da una o più '''sostanze''' '''pure''' (es. l'acqua) dotate di precise proprietà chimiche, o da miscugli di sostanze pure (es. acciaio = ferro + carbonio). In natura una sostanza perfettamente pura in realtà non esiste.
=== I componenti delle sostanze pure: elementi e composti ===
[[File:Hoffmannscher Zersetzugs-app.svg|sinistra|thumb|Dispositivo per l'idrolisi dell'acqua|353x353px]]
La materia dunque è fatta da sostanze pure o da miscugli di esse: una sostanza pura può a sua volta essere un composto o un elemento.
{{Colore di sfondo|#feffaa|Un '''elemento''' è una sostanza che '''non può essere scomposta''' mediante reazione chimica in sostanze più semplici né con metodi chimici né fisici.}}
L’acqua invece è un composto poiché può essere scomposta in idrogeno e ossigeno mediante elettrolisi.
{{Colore di sfondo|#feffaa|Un '''composto''' è una sostanza che '''può essere scomposta''' in due o più sostanze elementari attraverso metodi chimici o fisici.}} Possiede una precisa formula chimica. (es. H<sub>2</sub>O).
Le proprietà chimiche e fisiche dei composti sono sempre diverse rispetto a quelle degli elementi che li costituiscono, si tratta infatti di sostanze diverse. Ad ogni elemento chimico è assegnato un '''nome''' (es. ferro, idrogeno, carbonio, calcio), e un '''simbolo''' (es. Fe, H, C, Ca).
{| class="wikitable"
|'''Nome elemento'''
|'''Nome latino'''
|'''Simbolo'''
|'''Etimologia'''
|-
|Azoto
|Nitrogenum
|N
|dal greco ''a''=non e ''zon''=vita
|-
|Elio
|Helium
|He
|dal greco ''Helios''=Sole
|-
|Sodio
|Natrium
|Na
|da latino ''Sodium''=soda
|-
|Carbonio
|
|C
|dal latino ''carbo-carboonis''= carbone
|-
|Mercurio
|Hydrargyrum
|Hg
|dal lat. mediev. ''mercurius'' (pianeta e divinità)
''Hydra-argyrum'' = acqua d’argento
|-
|Oro
|Aurum
|Au
|dal latino aurum
|}
Anche i composti possono venire rappresentati in modo simbolico mediante una '''formula chimica'''. La formula chimica dell’acqua, che tutti conosciamo, è '''H<sub>2</sub>O''', si legge “'''acca-due-o'''” e sta ad indicare che in ogni molecola d’acqua ci sono due atomi di idrogeno legati ad uno di ossigeno (i concetti di atomo e molecola, le particelle fondamentali della materia, saranno approfonditi in seguito).
== Struttura della materia: proprietà fisiche e chimiche e modello particellare ==
Come abbiamo visto in precedenza, ogni sostanza possiede un insieme di caratteristiche che la rendono diversa da tutte le altre. Queste caratteristiche si suddividono in due diversi tipi di proprietà: le proprietà fisiche e le proprietà chimiche.
{{Colore di sfondo|#feffaa|Le '''proprietà fisiche''' sono caratteristiche direttamente percepibili dai nostri sensi, come il colore, la forma, l’odore, o che possono essere determinate mediante appositi strumenti senza che si verifichi un cambiamento della composizione chimica della sostanza. Si tratta di proprietà osservabili a livello di corpi, di oggetti e di sistemi di dimensioni discrete, sono quindi '''proprietà macroscopiche''' della materia.
}}
{{Colore di sfondo|#feffaa|Le '''proprietà chimiche''' sono legate invece ai cambiamenti di composizione della materia. Possono essere determinate solo durante le trasformazioni chimiche, o reazioni, che alterano la composizione chimica delle sostanze coinvolte trasformandole in altre. Quando si parla di caratteristiche chimiche di fatto ci si riferisce ad un’unica caratteristica, la '''reattività''', ovvero il modo in cui la sostanza reagisce. Le proprietà chimiche delle sostanze sono '''proprietà microscopiche''', che non siamo in grado di osservare direttamente: per fare un esempio, possiamo osservare direttamente che l’acqua è un liquido trasparente incolore (proprietà fisiche) ma non siamo in grado di capire che l’acqua è costituita da idrogeno e ossigeno (proprietà chimica) solo sulla base di una semplice osservazione .}}
[[File:Silicium-atomes.png|sinistra|thumb|Atomi di silicio visti al microscopio a effetto tunnel]]
Nell’ambito di questo modello ciascuna sostanza è diversa dalle altre perché diverse sono le particelle, atomi e molecole, che la costituiscono.
Come detto in precedenza, tutta la materia, nonostante i milioni e milioni di sostanze presenti in natura o prodotti dall’uomo, è riconducibile a un centinaio di elementi di base. Sulla base del modello particellare possiamo dare un’altra definizione di elemento: {{Colore di sfondo|#feffaa|ogni '''elemento''' è costituito da '''atomi''' di uno stesso tipo, che hanno cioè '''identiche proprietà chimiche'''.}} In pratica, se immaginiamo di prendere un campione di un qualsiasi elemento chimico puro, per esempio un blocco di ferro, e di scomporlo in porzioni sempre più piccole arriveremo alla fine a una singola particella, l’atomo, che conserva tutte le proprietà chimiche dell’elemento ferro.
Gli elementi chimici in generale sono formati da atomi, alcuni (idrogeno, ossigeno, azoto, fluoro, cloro, bromo, iodio) sono costituiti da atomi legati in coppie (molecole): H<sub>2</sub>, O<sub>2</sub>, N<sub>2</sub>, F<sub>2</sub>, Cl<sub>2</sub>, Br<sub>2</sub>, I<sub>2</sub>. {{Colore di sfondo|#feffaa|Una '''molecola''' è un gruppo di due o più atomi legati da legami covalenti che possiede '''proprietà chimiche caratteristiche'''.}}
La maggior parte delle sostanze sono composti, con una composizione definita a cui partecipano atomi di diversi elementi. I composti hanno quindi molecole costituite da atomi di natura diversa.[[File:Water-3D-balls-A.png|thumb|L'acqua è una sostanza formata da molecole: ogni molecola è formata da due atomi di idrogeno legati a un atomo di ossigeno]]In base a quanto detto:
{{Colore di sfondo|#feffaa|la '''molecola''' è la '''più piccola parte''' di un elemento (vd. casi particolari) o di un composto che '''conserva le proprietà chimiche''' dell’elemento o del composto stesso.}}
Possiamo ora comprendere meglio il significato di proprietà macroscopiche e proprietà microscopiche della materia: un singolo atomo o una singola molecola di un composto conservano tutte le proprietà chimiche della sostanza da cui provengono. {{Colore di sfondo|#feffaa|Le '''proprietà chimiche''' delle sostanze sono proprietà '''microscopiche''' perché dipendono dalla '''natura degli atomi e delle molecole''' che costituiscono le sostanze.}}
Un singolo atomo o una singola molecola non possiedono invece le proprietà fisiche caratteristiche dell’elemento o del composto da cui provengono: è privo di significato parlare di colore o di temperatura di ebollizione di una singola molecola d’acqua! {{Colore di sfondo|#feffaa|Le '''proprietà fisiche''' di una sostanza sono proprietà '''macroscopiche''' perché derivano dagli effetti cooperativi di un '''enorme numero di atomi o di molecole'''.}}
== Le proprietà fisiche ==
Secondo il modello particellare le '''proprietà fisiche''' sono quindi le proprietà tipiche di un agglomerato di particelle che vengono determinate in porzioni di materia che possiamo vedere e toccare. Alcune di queste proprietà dipendono dalle condizioni di temperatura e pressione a cui sono osservate, come nel caso dello stato fisico.
Le proprietà fisiche delle sostanze possono essere classificate in '''proprietà intensive''' e '''proprietà estensive''': sono proprietà intensive quelle che non dipendono dalle dimensioni del campione in esame, come ad esempio il colore di una sostanza o lo stato fisico, mentre sono proprietà estensive quelle che dipendono dalle dimensioni, come la massa e il volume.
Le proprietà chimiche delle sostanze sono sempre intensive.
=== La principale proprietà fisica della materia: lo stato di aggregazione ===
Lo stato fisico delle sostanze è una delle caratteristiche principali che possiamo osservare direttamente nella materia che ci circonda: per esempio l’acqua, l’olio e l’aceto sono '''liquidi''' mentre il legno o una barra di ferro sono '''solidi'''. Solido e liquido sono due degli stati fisici in cui la materia si presenta. Il terzo stato fisico, quello '''aeriforme''', è molto meno evidente ai nostri sensi: è quello che caratterizza l’aria che ci circonda o che è contenuto in un palloncino.
Sostanze diverse, a parità di condizioni ambientali, possono trovarsi in stati fisici diversi, per esempio a 20°C l’acqua è liquida mentre il ferro è solido. D’altro canto lo stato fisico di una sostanza dipende dalle condizioni ambientali: l’esempio più comune è quello dell’acqua, che è solida nella vaschetta del ghiaccio del freezer a -18°C, liquida a temperatura ambiente e aeriforme sopra una pentola in ebollizione.
Ogni stato fisico presenta caratteristiche specifiche:
* '''i''' '''solidi''' hanno volume e forma propri e, se sottoposti a pressione, non si lasciano comprimere (cioè non modificano il proprio volume se sottoposti ad un aumento di pressione a temperatura costante);
*'''i liquidi''' hanno un volume proprio ma non la forma, infatti assumono la forma del recipiente che li ospita e come i solidi sono incomprimibili;
* '''gli''' '''aeriformi''' possono essere facilmente compressi, quindi non hanno né forma né volume propri in quanto occupano completamente il recipiente che li contiene.
Liquidi ed aeriformi per la loro tendenza a “fluire”, cioè a modificare la loro forma, vengono anche detti '''fluidi'''.
{{cassetto|larghezza=300px|colore=#00FFFF|coloresfondo=#aaFFFF|allineamento=destra|titolo=La temperatura critica|testo=È la temperatura di una sostanza aeriforme al di sopra della quale non può essere liquefatta per semplice compressione}}
Lo stato aeriforme, a sua volta, può presentarsi come '''gas''' o come '''vapore''', a seconda della temperatura alla quale si trova la sostanza. Se l’aeriforme si trova al di sotto della '''temperatura critica''', può passare allo stato liquido o solido per sola compressione. In questo caso l’aeriforme viene detto '''vapore'''.
Se invece l’aeriforme si trova al di sopra della temperatura critica si parla di '''gas''' in quanto la sostanza rimane stabilmente allo stato aeriforme per quanto la si comprima.
Come possiamo spiegare le caratteristiche dei solidi, dei liquidi e dei gas? Anche in questo caso facciamo riferimento alla natura particellare della materia. Il modello che si presta a rappresentare la struttura degli stati fisici, noto come '''teoria cinetica - molecolare''' della materia, può essere così semplificato:
* tutta la materia è costituita da microscopiche particelle, gli atomi e le molecole;
* queste particelle sono in continuo movimento;
* la velocità con cui si muovono le particelle dipende dalla temperatura: più è alta, più veloce sarà il movimento;
* le particelle si attraggono tra di loro mediante forze attrattive che diventano sempre più deboli passando dallo stato solido, al liquido e all’aeriforme.
* solidi, liquidi e gas differiscono per la diversa libertà di movimento che hanno le particelle: nei solidi le particelle oscillano e vibrano, intorno a delle posizioni fisse; nei liquidi le molecole sono a contatto, ma hanno maggiore libertà di movimento; infine, per i gas la libertà di movimento è massima e il moto molecolare è assolutamente disordinato.[[File:Iceberg in the Arctic with its underside exposed.jpg|thumb|498x498px|L'acqua nei tre stati di aggregazione]]
[[File:Tre stati.png|sinistra|thumb|562x562px|Il comportamento delle particelle nei tre stati di aggregazione]]Da questo modello possiamo dedurre che lo stato fisico delle sostanze dipende dal modo in cui le particelle si aggregano.
Pertanto:
* nello '''stato solido''' le particelle sono disposte in modo ordinato e compatto. Le forze attrattive che si instaurano tra di esse sono stabili e ne impediscono lo spostamento, per cui le particelle vibrano attorno a posizioni fisse formando un’impalcatura rigida. Questo tipo di aggregazione spiega perché un solido è caratterizzato da '''volume e forma propri e non è comprimibile'''.
* Nello '''stato liquido''' le particelle, pur essendo in stretto contatto tra di loro, sono libere di muoversi scorrendo le une sulle altre. I legami che si formano non sono stabili ma si rompono e riformano continuamente consentendo alle particelle di cambiare velocemente posizione (hanno energia sufficiente per vincere almeno in parte le forze attrattive). Per questo motivo un liquido '''non ha una forma propria''' ma la adatta al contenitore in cui è posto. '''Non è però comprimibile e ha un volume proprio'''.
* Lo '''stato aeriforme''' è quello che presenta lo stato di '''massimo disordine'''. Le particelle sono molto distanti le une dalle altre, la loro energia cinetica è così elevata che non risentono più delle reciproche forze di attrazione e sono libere di muoversi occupando tutto lo spazio a loro disposizione. Questa mancanza di aggregazione giustifica il fatto che i gas non hanno '''né volume né forma propria''' e '''sono comprimibili'''.
{{Clear}}
Per concludere, se una sostanza è solida, liquida o aeriforme dipende da quanto si muovono le particelle.
=== Altre proprietà fisiche della materia ===
Oltre allo stato di aggregazione ogni sostanza presenta molte altre proprietà intrinseche che le rendono diversa dalle altre. Fra le proprietà fisiche intensive ricordiamo:
* il '''colore;'''
* la '''temperatura di fusione''', a cui avviene il passaggio da stato solido a quello liquido;
* la '''temperatura di ebollizione''', a cui avviene il passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme;
* la '''conducibilità elettrica''', che rappresenta la capacità di una sostanza essere percorsa da una corrente elettrica;
* la '''conducibilità termica''', cioè la capacità di trasferire calore;
* la '''densità''', cioè il rapporto tra massa e volume;
* la '''solubilità''', rappresentata dal rapporto tra la quantità massima della sostanza che può essere sciolta ad una certa temperatura in 100 mL di solvente;
* la '''duttilità''', cioè l’attitudine di una sostanza a lasciarsi ridurre in fili sottili senza spezzarsi (caratteristica di molti metalli);
* la '''malleabilità''', cioè l’attitudine a lasciarsi ridurre in lamine sottili senza rompersi (anche questa tipica dei metalli);
* la '''viscosità''', che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento.
Queste proprietà fisiche non dipendono dalle dimensioni del campione in esame ma possono variare a seconda delle condizioni ambientali a cui vengono osservate, ad esempio la malleabilità e la duttilità aumentano con l’aumento di temperatura, la viscosità diminuisce.
Le principali proprietà fisiche estensive, che invece dipendono dalle dimensioni del campione, sono la massa, il volume, la superficie, la lunghezza.<gallery>
File:Colouring pencils.jpg|Il colore
File:Alufolie2.jpg|La malleabilità dell'alluminio
File:Kupferlitze.jpg|La duttilità del rame
File:Gluehlampe 01 KMJ.jpg|La conducibilità del tungsteno
File:Kochendes wasser02.jpg|L'acqua bolle a 100 °C
File:SaltInWaterSolutionLiquid.jpg|La solubilità di un sale in acqua
</gallery>
== Le trasformazioni fisiche ==
La materia subisce continue trasformazioni, pensiamo per esempio a quello che succede ad un cubetto di ghiaccio lasciato a temperatura ambiente che si trasforma in acqua liquida, oppure alla dilatazione dei solidi che si verifica con l’aumento della temperatura.
Quando le trasformazioni riguardano variazioni nella forma, nelle dimensioni o nello stato fisico della materia in esame, i cambiamenti si verificano soltanto nello '''stato di aggregazione''' delle particelle, mentre la composizione delle sostanze che la costituiscono rimane invariata. Si definiscono quindi:
'''trasformazioni fisiche''' le trasformazioni che avvengono senza variazione della composizione chimica delle sostanze coinvolte.
In altre parole, in una trasformazione fisica non si formano nuovi materiali e quindi le particelle presenti prima e dopo la trasformazione sono le stesse.
=== I passaggi di stato ===
Tra le varie trasformazioni fisiche che la materia può subire la più importante è il cambiamento del proprio stato fisico che avviene quando è sottoposta a '''variazioni di temperatura e/o di pressione'''. Il cubetto di ghiaccio diventa acqua liquida a temperatura ambiente grazie all’aumento della temperatura. Il liquido sotto pressione contenuto in una bomboletta diventa gas quando lo facciamo uscire premendo l’erogatore a causa della diminuzione della pressione.
[[File:Passaggi di stato.jpg|thumb|600x600px]]
Le trasformazioni da uno stato fisico all’altro vengono dette '''passaggi di stato'''.
Essi sono:
* la '''fusione''', il passaggio '''da solido a liquido''';
* la '''solidificazione''', il passaggio inverso, '''da liquido a solido''';
* l’'''evaporazione''', il passaggio '''da liquido ad aeriforme''';
* la '''condensazione''', il passaggio inverso, '''da aeriforme a liquido'''.
[[File:Feuilles-avec-glace-leaves-with-ice-1.jpg|sinistra|thumb|Il brinamento dell'acqua sulle foglie]]
Alcune sostanze possono passare direttamente '''dallo stato solido a quello aeriforme''' con un passaggio di stato che viene chiamato '''sublimazione'''. L’esempio più comune di sublimazione è quello della naftalina, che viene usata come antitarme: le palline solide vengono poste all’interno degli armadi e si trasformano in vapore dall’odore caratteristico. Anche quello che viene chiamato “ghiaccio secco” (CO<sub>2</sub> in forma solida) a temperatura ambiente sublima, passando direttamente da solido a gas.
Il passaggio inverso della sublimazione, '''da aeriforme a solido''', è il '''brinamento'''. L’esempio più tipico di brinamento è quello che si può osservare in inverno, quando a causa delle basse temperature il vapor acqueo dell’atmosfera si trasforma direttamente in cristalli di ghiaccio sui fili d’erba nei campi.
[[File:Dry Ice 1.jpg|sinistra|thumb|Il ghiaccio secco (CO<sub>2</sub>) sublima]]
Anche i passaggi di stato possono essere spiegati considerando il modello particellare. Le particelle di una sostanza solida sono unite strettamente tra loro e sono molto limitate nei loro movimenti. L’aumento di temperatura consente loro delle vibrazioni maggiori ma ancora fortemente limitate (possiamo spiegare in questo modo le dilatazioni più o meno ampie che si verificano nei materiali solidi con il riscaldamento). Quando si raggiunge una certa temperatura, quella di fusione, le vibrazioni riescono ad allentare le forze attrattive fino a consentire alle particelle di abbandonare la posizione fissa e di muoversi scorrendo le une sulle altre: si ha quindi un cambiamento dello stato di aggregazione delle particelle che si manifesta con il passaggio dallo stato solido allo stato liquido. Se si continua ad aumentare la temperatura una volta completata la fusione, i movimenti delle particelle diventeranno via via sempre più ampi fino a vincere completamente le forze di attrazione consentendo loro di sfuggire nell’ambiente circostante: si è verificato il passaggio allo stato aeriforme.
Il raffreddamento al contrario causa un rallentamento dei moti particellari, con conseguente aumento delle forze attrattive che costringono le particelle ad avvicinarsi.
Per il passaggio di stato da liquido ad aeriforme è importante distinguere tra '''evaporazione''' ed '''ebollizione'''. Se prendiamo ad esempio l’acqua essa evapora a qualsiasi temperatura mentre bolle solo alla sua temperatura di ebollizione, che è 100 °C alla pressione di 1 atm al livello medio del mare. In che cosa consiste la differenza? L’evaporazione è il passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme che avviene in maniera lenta è che coinvolge solo la superficie libera del liquido. Possiamo verificarlo lasciando un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente: le molecole si libereranno dalla superficie e finiranno nell’aria che circonda il bicchiere, il livello dell’acqua molto lentamente scenderà (dopo giorni potremmo anche trovare il bicchiere vuoto). L’ebollizione è invece il passaggio di stato turbolento che interessa tutta la massa del liquido in questione e avviene, per ogni valore di pressione, a una temperatura specifica, caratteristica di ciascuna sostanza (è una proprietà fisica intensiva). L’ebollizione dà luogo alla formazione di bolle in tutto il volume del liquido da cui si libera il vapore.
[[File:Watervapor cup.jpg|thumb|Il vapore acqueo che evapora da una tazza di tè caldo diviene visibile in seguito alla sua condensazione in minutissime goccioline]]
L’'''evaporazione''' è il passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme che avviene dalla '''superficie libera''' di un liquido a qualsiasi temperatura sopra il punto di congelamento.
L’'''ebollizione''' è il passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme che avviene ad una '''determinata temperatura''', caratteristica di ogni sostanza, e interessa '''l’intera massa del liquido'''.
[[File:Curva di riscaldamento.png|sinistra|thumb|588x588px|Curva di riscaldamento dell'acqua pura (linea blu) e di una soluzione (linea rossa)]]
Pertanto solo alla temperatura di ebollizione le molecole acquisiscono l’energia cinetica necessaria per liberarsi dall'intera massa liquida anche partendo dal fondo del contenitore.
È altresì interessante analizzare la '''curva di riscaldamento''' di una sostanza pura come l’acqua e confrontarla con quella di una soluzione come l’acqua di mare.
Solo per le sostanze pure è possibile identificare le '''soste termiche''' che corrispondono a una temperatura specifica (punto di fusione e punto di ebollizione) che non varia durante la trasformazione di tutta la massa di sostanza anche se essa riceve energia termica dall'ambiente.
Ad esempio l’acqua (curva blu) possiede una sosta termica di fusione a 0°C e una sosta termica di ebollizione circa 7 volte più lunga a 100°C. In base alla teoria cinetica, si possono interpretare le soste termiche come periodi di tempo in cui il calore fornito viene utilizzato per vincere le forze di coesione tra le particelle e per questo non può manifestarsi attraverso l’aumento della temperatura.
Nella curva di riscaldamento dell’acqua di mare (curva rossa tratteggiata) invece non sono presenti soste termiche, ma la temperatura sale anche se lievemente, poiché si tratta di miscugli chimicamente eterogenei, come vedremo nel paragrafo 6 di questo capitolo.
Infine ricordiamo che il punto di fusione coincide con quello di solidificazione così come il punto di ebollizione coincide con quello di condensazione per una determinata sostanza pura, essendo le temperature dei passaggi di stato proprietà intensive della materia ed esse variano in funzione della '''pressione'''.
In particolare l’acqua bolle a una temperatura minore di 100°C in montagna, dove la pressione atmosferica è minore in quanto diminuisce con la quota. Al contrario una pressione elevata (come accade nella pentola a pressione) contrasta l’espansione tipica del passaggio di stato liquido-vapore, per cui occorrono temperature più alte. Il passaggio solido-liquido invece non è solitamente influenzato dall’aumento di pressione essendoci poco aumento di volume, con l’eccezione dell’acqua, che a differenza delle altre sostanze aumenta di volume quando solidifica (la densità massima dell’acqua è a 4°C ed è il motivo per cui il ghiaccio galleggia). Per questo motivo se il ghiaccio è sottoposto a forti pressioni fonde a temperature inferiori a 0°C. <gallery>
File:Kim 2010 Olympic FS.jpg|Il ghiaccio sotto la lama della ballerina è sottoposto ad alte pressioni e fonde
File:Pressure.cooker.jpg|Nella pentola a pressione l'acqua supera i 100°C e non bolle
</gallery>
=== Le trasformazioni chimiche: le reazioni chimiche ===
Le '''trasformazioni chimiche''', chiamate semplicemente '''reazioni''', sono trasformazioni della materia che avvengono con una variazione della composizione chimica delle sostanze coinvolte che si trasformano in nuove sostanze. Sono trasformazioni che riguardano la natura delle sostanze e quindi le particelle (molecole) presenti prima dell’interazione sono differenti da quelle presenti dopo la trasformazione.
Le sostanze presenti all’inizio della reazione vengono dette '''reagenti''', le sostanze che si ottengono alla fine sono i '''prodotti'''.
Il decorso di una reazione chimica viene rappresentato simbolicamente in questo modo:
[[File:Reagenti-prodotti.png|alt=|centro|senza_cornice|360x360px]]
La reazione comporta un nuovo '''riarrangiamento degli atomi presenti nelle molecole iniziali con rottura e formazione di legami chimici tra atomi'''. Si capirà meglio come avvengono le reazioni chimiche dopo aver approfondito la conoscenza della struttura atomica e dei legami chimici (legame covalente, ionico e metallico). Per ora consideriamo alcuni aspetti fondamentali:
=== Come riconoscere una reazione chimica ===
Le trasformazioni profonde della natura della materia non sono facilmente osservabili. Tuttavia ci sono delle evidenze sperimentali che ci consentono di capire se sta avvenendo una reazione chimica e di seguirne l’andamento:
* il cambiamento di '''colore''' (es. formazione della ruggine);
* lo '''sviluppo di gas''' (es. aspirina effervescente nell’acqua);
* la '''formazione di un solido''', che nel linguaggio chimico si chiama '''precipitazione''' (es. la formazione di stalattiti e stalagmiti);
* la '''scomparsa di un solido''' (es. l’erosione della roccia calcarea da parte dell’acqua piovana);
* lo '''sviluppo o l’assorbimento di calore''' senza riscaldare o raffreddare (es. lo sviluppo di calore nella combustione o mescolando soda caustica e acido cloridrico);
* l’'''emissione di luce''' (es. fiamma che si osserva nella combustione);
* l’'''emanazione di gas''' profumati o maleodoranti (es. produzione di acido solfidrico dal caratteristico odore di uova marce nei processi di decomposizione anaerobica della materia organica)
Queste evidenze, che rappresentano gli '''aspetti qualitativi''' delle reazioni, possono non essere immediatamente riconoscibili se osservate nell'ambiente, dove avvengono simultaneamente moltissime reazioni e trasformazioni fisiche, ma sono facilmente evidenziabili nelle reazioni in laboratorio che vengono fatte avvenire in provetta, che sono fatte apposta per favorire l’osservazione.
Le reazioni chimiche presentano anche degli '''aspetti quantitativi''' di cui si parlerà nei prossimi moduli.<gallery>
File:Stacheldraht 05.jpg|Filo di ferro arrugginito
File:Melted raw-iron.jpg|Ferro fuso
File:Fried egg, sunny side up.jpg|Albume denaturato dal calore
File:Burning methane hydrate.jpg|La combustione del metano
File:Soda bubbles macro.jpg|Sviluppo di bollicine (effervescenza)
</gallery>
== La materia: sistemi omogenei ed eterogenei ==
Come evidenziato all'inizio del modulo, le sostanze pure non sono la regola nel mondo che ci circonda: nella maggior parte dei casi la materia si presenta come un sistema formato da due o più sostanze. Mescolanze di questo tipo si chiamano miscugli (o miscele).
{{Colore di sfondo|#feffaa| Un '''miscuglio''' è un sistema costituito da '''due o più sostanze pure'''.}}
I miscugli possono essere omogenei o eterogenei. Che cosa significa? Per capire meglio questo concetto partiamo da alcune semplici osservazioni che possiamo fare nella vita di tutti i giorni. Cosa succede versando olio in un bicchiere che contiene acqua? I due liquidi tendono a stratificarsi restando separati: l’olio si porta in superficie, l’acqua rimane nella parte inferiore. Anche un cubetto di ghiaccio aggiunto ad un bicchiere d’acqua galleggia in superficie. Se consideriamo il sistema contenuto nel bicchiere, nel caso dell’acqua e olio diciamo che il sistema è costituito da due fasi liquide, nel caso di acqua e ghiaccio da una fase liquida e una fase solida.[[File:Water and oil.jpg|thumb|Un bicchiere con olio e acqua rappresenta un sistema a due fasi (tre se si considera anche il vetro)]]
{{Colore di sfondo|#feffaa| Una '''fase''' è una porzione di un sistema '''delimitata e fisicamente distinguibile''' che presenta le proprietà intensive uniformi in ogni sua parte.}}
In altri termini, possiamo avere due fasi quando due sostanze diverse sono nello stesso stato fisico (acqua e olio) o quando la stessa sostanza è presente in due stati fisici diversi (in questo caso il sistema è fisicamente eterogeneo ma chimicamente omogeneo, si tratta della stessa sostanza).
Un '''sistema''' è fisicamente '''omogeneo''' quando presenta '''un’unica fase''', ad esempio un bicchiere d’acqua, mentre è '''eterogeneo''' quando è costituito da '''due o più fasi''': un bicchiere d’acqua frizzante è costituito da due fasi, quella liquida dell’acqua e quella gassosa delle bollicine di diossido di carbonio (CO<sub>2</sub>). Se aggiungiamo anche un cubetto di ghiaccio le fasi diventano tre. In questo caso abbiamo a che fare con un miscuglio, perché sono presenti due diverse sostanze.
I miscugli dal punto di vista chimico sono sempre eterogenei in quanto formati da più sostanze. Dal punto di vista fisico:
{{Colore di sfondo|#feffaa| un '''miscuglio è omogeneo''' se si presenta in '''un’unica fase'''.}}
In pratica, un miscuglio è omogeneo quando le sostanze che lo costituiscono si mescolano in modo così uniforme che non sono distinguibili neanche al microscopio. Questo tipi di miscugli vengono anche detti '''soluzioni'''. L’acqua del mare è un esempio di miscuglio omogeneo.
I miscugli omogenei, essendo formati da un’unica fase fisica, hanno le stesse proprietà intensive (densità, colore, punto di fusione,...) in ogni loro parte.
{{Colore di sfondo|#feffaa| Un '''miscuglio è eterogeneo''' se si presenta in due o più '''fasi facilmente distinguibili'''.}}
Le sostanze che costituiscono un miscuglio eterogeneo sono distinguibili a occhio nudo o con l’ausilio di un microscopio; in questi miscugli le proprietà intensive sono diverse in ogni punto (ogni componente del miscuglio rappresenta una fase del sistema che conserva le proprie caratteristiche). Alcuni miscugli eterogenei sono chiaramente distinguibili, come nel caso dell’acqua e olio, altre volte bisogna ricorrere ad un microscopio per osservare le caratteristiche non uniformi. Il latte è un tipico esempio di miscuglio che a prima vista sembra omogeneo ma in realtà non lo è: se ne osserviamo una goccia al microscopio si notano piccole goccioline di grasso immerse in un liquido trasparente.
Riepilogando, possiamo classificare tutta la materia nel seguente modo:
[[File:Mappa materia.jpg|centro|senza_cornice|669x669px]]
Oltre che in base alla loro natura omogenea o eterogenea, i miscugli possono essere classificati anche in base allo stato fisico dei loro componenti:
* miscugli solido-liquido
* miscugli liquido-liquido
* miscugli gas-liquido o liquido-gas
* miscugli gas-solido
* miscugli gas-gas
* miscugli solido-solido
=== Miscugli eterogenei ===
I miscugli eterogenei possono presentare aspetti assai diversi al variare dello stato di aggregazione dei costituenti. Quando mescoliamo ad un '''liquido''' un '''solido''' che non è in grado di sciogliersi in esso si ottiene una '''sospensione'''. Consideriamo ad esempio un miscuglio di acqua e farina: la farina rimane sospesa nell’acqua e, se lasciata a riposo, si deposita sul fondo. La fase solida rimane comunque sempre distinguibile da quella liquida, di conseguenza la sospensione appare torbida [vedi figura accanto].
[[File:WaterAndFlourSuspensionLiquid.jpg|sinistra|thumb|264x264px|Un miscuglio di acqua e farina: è omogeneo o eterogeneo?]]
[[File:SonneNebel.jpg|thumb|337x337px|Effetto Tyndal dei raggi del Sole tra la nebbia]]
I '''colloidi''' potrebbero essere scambiati per soluzioni: in realtà sono sistemi che presentano proprietà intermedie tra un miscuglio eterogeneo (sospensione) e uno omogeneo (soluzione). La '''fase disperdente''' è simile ad un solvente e quando prevale il colloide si chiama “'''sol'''”, come il citosol delle cellule e l’albume dell’uovo, mentre la '''fase dispersa''' è simile ad un soluto, con dimensione delle particelle compresa tra 1 micrometro e 1 nanometro, e quando prevale il colloide si chiama “'''gel'''”. Per distinguere i colloidi dalle soluzioni (miscugli omogenei) si può ricorrere alla luce: se facciamo passare un raggio di luce attraverso una soluzione questo la attraverserà completamente, mentre nel gel il raggio viene deviato dalle particelle solide e quindi non attraversa il miscuglio (questo fenomeno viene detto '''effetto Tyndall'''). [vedi figura].
Quando due liquidi mescolati assieme si stratificano in due fasi ben distinte, come accade per esempio all’acqua e all’olio, si dicono immiscibili. Mescolando energicamente due '''liquidi immiscibili''' si forma un’'''emulsione''', in cui i due componenti vengono ridotti in piccole goccioline intimamente mescolate tra loro rendendo difficile separare le due fasi. Le emulsioni sono particolarmente utilizzate in cucina (la maionese è un esempio di emulsione di olio, uovo e succo di limone) o in cosmetica (tutte le creme cosmetiche sono emulsioni di particolari sostanze a base oleosa in acqua), dove vengono mantenute stabili grazie alla presenza di altre sostanze chimiche dette emulsionanti (nella maionese questo ruolo è svolto dalla lecitina presente nel tuorlo). Anche le''' emulsioni''' fanno parte dei '''sistemi colloidali'''.
Nelle foto della galleria si riportano vari esempi di miscugli eterogenei.<gallery>
File:Mayonnaise (1).jpg|La maionese è una emulsione tra sostanze liquide
File:Defense.gov photo essay 100506-N-6070S-346.jpg|Fumo generato dalla combustione di idrocarburi; miscuglio eterogeneo di un '''solido''' e un '''gas'''
File:Foam - big.jpg|Schiuma: un miscuglio eterogeneo tra liquido e gas
File:Nebel in der Region Rhön 01386.jpg|La nebbia, esempio di miscuglio di '''liquido'''-'''gas'''
File:Granite Yosemite P1160483.jpg|Il granito è un miscuglio eterogeneo tra solidi
</gallery>
=== Miscugli omogenei ===
Abbiamo visto che i '''miscugli omogenei''' sono caratterizzati da un'unica fase fisica. Essi vengono denominati comunemente''' soluzioni'''. Le soluzioni hanno un’enorme importanza: sono soluzioni l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, molti liquidi biologici.
{{Colore di sfondo|#feffaa|In una soluzione la sostanza più abbondante è detta '''solvente''', quelle meno abbondanti '''soluti'''}}.
[[File:SaltInWaterSolutionLiquid.jpg|sinistra|thumb|261x261px|Il sale si scioglie bene nell'acqua]]
Se i componenti di una soluzione inizialmente si trovano in fasi diverse, ad esempio acqua e zucchero, il soluto è anche il componente che cambia di fase nella soluzione.
Una sostanza che '''si scioglie facilmente''' in un solvente è detta '''solubile''', mentre se non si '''scioglie''' viene definita '''insolubile'''.
Anche le sostanze solubili non possono essere miscelate con il solvente in tutti i rapporti possibili.
{{Colore di sfondo|#feffaa|Una soluzione è detta '''satura''' se contiene la massima quantità possibile di soluto e si è venuto a formare il corpo di fondo. }}
Nel momento in cui si forma il corpo di fondo il miscuglio non è più omogeneo, si evidenzia una seconda fase.
La '''solubilità''' è la quantità massima di soluto che può sciogliersi in una data quantità di solvente a una certa temperatura.
[[File:Sunset over the ocean (Namibia).jpg|thumb|354x354px|Il mare è una soluzione liquida e l'atmosfera una soluzione gassosa]]
Le soluzioni sono quindi dei sistemi monofasici e si distinguono in:
==== Soluzioni gassose ====
Costituite da due o più gas o vapori diffusi uno nell'altro. I gas sono sempre perfettamente miscibili, quindi un sistema formato da più gas è sempre una soluzione. L’esempio più comune di soluzione gassosa è l’aria, formata da azoto (N<sub>2</sub>), ossigeno (O<sub>2</sub>) e altri gas in percentuale minore.
==== Soluzioni liquide ====
[[File:Colosso-de-barletta.jpg|sinistra|thumb|249x249px|Il bronzo è una lega di rame e stagno]]
Costituite da un gas, un liquido o un solido disciolte in un liquido. Tutta l’acqua potabile, ma anche l’acqua marina, contengono disciolte molte sostanze solide ma anche una certa quantità di gas presenti nell’aria, ossigeno e diossido di carbonio. Le bevande alcoliche sono soluzioni di due liquidi perfettamente miscibili, l’acqua e l’alcol etilico. L'acqua zuccherata e l'acqua di mare sono soluzioni solido-liquido. Di particolare interesse sono le soluzioni acquose, cioè quelle in cui il solvente è l'acqua. La maggior parte delle reazioni avviene in soluzione acquosa, in particolare quelle che sono alla base dei processi biologici che avvengono nelle cellule viventi.
==== Soluzioni solide ====
Costituite da un solido disciolto in un altro. Si formano a partire da miscele fuse dei componenti che, una volta raffreddate, danno origine ad sistema omogeneo. Un esempio di questo tipo di soluzioni sono le leghe metalliche come l’ottone, formato da rame e zinco (elementi).{{Clear}}
=== Tecniche di separazione ===
Le tecniche di separazione permettono la separazione dei singoli componenti del miscuglio in base alle loro specifiche caratteristiche chimico-fisiche.
In base al tipo di miscuglio da separare bisogna scegliere una tecnica di separazione mirata. In generale i miscugli eterogenei sono più semplici da separare rispetto alle soluzioni.
Di seguito vengono descritti brevemente le principali tecniche di separazione e il principio fisico su cui si basano.
==== Filtrazione ====
[[File:Cold Filtration.jpg|thumb|261x261px|Filtrazione per gravità]]
[[File:FilterDiagram.svg|sinistra|thumb|Principio fisico della filtrazione]]
È un metodo di separazione che consente di separare una fase solida (precipitato) da una fase liquida (filtrato) in un sistema eterogeneo. Viene utilizzato un filtro adeguato costituito da un materiale poroso permeabile soltanto al liquido. Per filtrazione si possono separare anche particelle solide disperse in un gas (è quello che avviene ad esempio attraverso il filtro delle sigarette).
Nella vita di tutti i giorni i filtri possono essere costituiti da materiali vari. In laboratorio si usa la carta da filtro, che si può scegliere fra diversi tipi in base alle dimensioni dei fori (che non si vedono a occhio nudo).
==== Decantazione ====
[[File:Decantazione.jpg|thumb|Decantazione della sabbia in un miscuglio di acqua e sabbia]]
È una delle tecniche più semplici, applicabile ai miscugli eterogenei solido-liquido, liquido-liquido e gas solido. Sfrutta la diversa densità delle componenti del sistema e consiste semplicemente nel lasciare depositare sul fondo la componente più pesante del miscuglio fino alla separazione completa.
==== Centrifugazione ====
[[File:Tabletop centrifuge.jpg|sinistra|thumb|201x201px|Una centrifuga]]
In questo caso si sfrutta la forza centrifuga (come quella che viene applicata ai vestiti nel cestello della lavatrice) all’interno di un apparecchio, detto appunto '''centrifuga''' da laboratorio, per separare velocemente miscugli eterogenei solido-liquido, in particolare quando le particelle solide sono particolarmente piccole e tendono a rimanere in sospensione [fig. 3.xx]. La sospensione viene posta all’interno di provette e inserite nell’apparecchio e qui sottoposte a una rotazione di 4000-5000 giri al minuto. La centrifuga fornisce accelerazioni superiori a quella di gravità, consentendo una stratificazione più rapida: in questo modo il precipitato viene spinto e compattato verso il fondo della provetta, la fase liquida rimane in superficie come surnatante.
==== Estrazione con solvente ====
[[File:Scheidetrichter zwei Phasen brauner Hintergrund.png|thumb|216x216px|Imbuto separatore]]
In questo caso si sfrutta la diversa solubilità dello stesso soluto in due diversi solventi. Si usa solitamente per estrarre da soluzioni acquose sostanze poco solubili in acqua ma maggiormente solubili in altri solventi; questi ultimi a loro volta non devono essere miscibili con l’acqua (per esempio l’etere di petrolio o il tetracloruro di carbonio). Si utilizza un particolare '''imbuto separatore''' [vedi figura] in cui la soluzione acquosa, che è più densa e si dispone nella parte inferiore, viene messa a contatto con l’altro solvente: si verifica così il passaggio del soluto da una fase liquida all’altra. Attraverso il rubinetto posto alla base dell’imbuto si raccoglie prima tutta la fase acquosa, poi si cambia recipiente e si procede a raccogliere la soluzione con la sostanza estratta. Se si vuole separare il soluto dalla seconda soluzione si deve procedere con un'altra tecnica, la distillazione.
==== Distillazione ====
[[File:Distillation by Retort.png|sinistra|thumb|Un semplice apparecchio per la distillazione]]
La distillazione consente di separare i componenti di una soluzione sfruttando la loro diversa '''volatilità''' (cioè la tendenza di una sostanza ad evaporare: più è basso il punto di ebollizione di una sostanza, più alta sarà la sua volatilità). E’ una tecnica molto utilizzata sia in laboratorio che a livello industriale, per separare due liquidi miscibili. La separazione avviene facendo evaporare le sostanze in base alla specifica temperatura di ebollizione (si riscalda la miscela fino ad arrivare al punto di ebollizione della prima sostanza), per poi condensarle all’interno di un tubo refrigerante e raccoglierle come distillato. Per distillazione si possono separare ad esempio i miscugli di acqua ed alcol etilico: i liquori come la grappa, il brandy e il whisky vengono detti distillati proprio perché sono ottenuti mediante un processo di distillazione.
Per distillazione è possibile anche separare il solvente dai soluti oppure i componenti di una miscela gassosa dopo averla liquefatta: si può separare in questo modo ad esempio l’azoto dall’ossigeno previa liquefazione dell’aria.
Esistono diverse tecniche di distillazione che vengono utilizzate in base alle caratteristiche delle sostanze da separare. Le principali sono la '''distillazione semplice''', per separare liquidi con punti di ebollizione al di sotto dei 150°C da soluti non volatili, oppure un liquido da un altro nel caso in cui le temperature di ebollizione differiscano di almeno 25°C. Nel caso di componenti liquidi con una differenza nelle temperature di ebollizione di meno di 25 °C si usa la '''distillazione frazionata'''.[[File:Nuvola apps ktip.png|28x28px]]''[[w:Distillazione_frazionata|La distillazione frazionata]]'' [[File:Arrow-rightup-small.svg|32x32px]]
==== Cromatografia ====
[[File:Chromatography of chlorophyll - Step 7.jpg|thumb|253x253px|Cromatografia su carta della clorofilla]]
È una particolare tecnica di separazione che deve il suo nome (dal greco ''khrôma'', “colore”) al fatto che per la prima volta è stata utilizzata da un chimico russo per separare i pigmenti colorati estratti dalle foglie. Nata come tecnica di separazione, è diventata anche tecnica analitica (in grado cioè di identificare la presenza di sostanze incognite) perché ben si presta a separare, rivelandoli quindi, i componenti di miscugli anche molto complessi. La tecnica si basa su un opportuno solvente, chiamato '''eluente''' o '''fase mobile''', che trascina i componenti del miscuglio attraverso una '''fase fissa''', rappresentata dal '''supporto'''.
Nella '''cromatografia su carta''' la fase fissa è una striscia di carta da filtro su cui vengono deposte ad un centimetro dall’estremità inferiore, alcune gocce del miscuglio da separare. Dopo che le gocce si sono asciugate per evaporazione del solvente, la striscia viene appesa all’interno di un apposito contenitore con un coperchio a tenuta con il campione verso il basso. La fase mobile è posta sul fondo del contenitore in modo che la carta vi peschi con il bordo inferiore: salendo per capillarità, l’eluente trascinerà i componenti del miscuglio lungo la striscia di carta separandoli.
==== Altri tipi di miscugli e relativi metodi di separazione ====
Vengono qui di seguito elencati alcuni esempi di miscugli eterogenei con il loro metodo di separazione delle fasi:
* '''solido/solido''': ghiaia e sabbia, separabili con un setaccio, oppure limatura di ferro e zolfo, separabili con l’utilizzo di una calamita;
* '''solido/liquido''': sabbia e acqua, separabili per filtrazione, oppure argilla e acqua (sospensione), separabili per decantazione;
* '''solido/aeriforme''': fumo, i cui componenti solidi sono separabili con la carta da filtro;
* '''liquido/liquido''': acqua e olio, separabili con imbuto separatore in quanto stratificati, oppure latte o sangue, i cui componenti sono separabili per centrifugazione in quanto hanno diversa densità ma non sono stratificati;
* '''liquido/aeriforme''': acqua e bibite gassate e miscugli acqua-aria, chiamati nebbia se prevale l’aria e schiuma se prevale l’acqua.
<gallery>
File:Simple distillation apparatus.svg|Schema di un moderno apparato per la distillazione
File:Schema di distillazione del Petrolio Greggio.svg|Distillazione frazionata del petrolio
File:Laboratory sieves BMK.jpg|Setacci per la separazione solido/solido, con diverse granulometrie
File:Cigarettefiltar.jpg|il filtro delle sigarette trattengono una parte del particolato presente nel fumo
</gallery>
[[Categoria:Chimica per il liceo|Materia]]
== Attività e materiale utile allo studio ==
* [[Chimica per il liceo/La materia/Sintesi/P|Versione stampabile]] - [[:File:La materia sintesi.pdf|pdf]] pronto all'uso
* [[Chimica per il liceo/La materia/Esercizi|Esercizi]] suddivisi per conoscenze e competenze
*[[Chimica per il liceo/La materia/Esercizi 2|Esercizi]] suddivisi per argomenti
* [[c:File:Presentazione_di_chimica_sulla_materia.pdf|Presentazione]] (in pdf)
* Mappa concettuale e sintesi
* [[Chimica per il liceo/La materia/Laboratorio|Laboratorio]]
* [[Chimica per il liceo/La materia/CLIL|CLIL]]
* Altro materiale per il docente{{Avanzamento|100%|11 ottobre 2020}}
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Lombardia/Provincia di Brescia/Poncarale/Borgo Poncarale - Chiesa della purificazione di Maria Vergine
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Daniele Galoforo
51474
Modifica informazioni in seguito al restauro
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wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Porro e Maccarinelli (opus 1)
* '''Anno:''' 1890
* '''Restauri/modifiche:''' Armando Maccarinelli (1956), Pedrini (1973), Antica Ditta Organara Cav. Emilio Piccinelli (2024-2025, restauro conservativo)
* '''Registri:''' 28
* '''Canne:''' 1060
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Tastiere:''' 1 di 58 note (''Do<small>1</small>''-''La5'')
* '''Pedaliera:''' dritta di 24 note (''Do<small>1</small>''-''Si2'')
* '''Consolle:''' a finestra, nella parete anteriore della cassa
* '''Collocazione:''' in corpo unico, su cantoria in Cornu Epistolæ
* '''Accessori:''' Combinazione libera alla Lombarda, Tiraripieno, Unione Tasto-Pedale, Tremolo, Corno Inglese, TrombaFagotto, Terzamano
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan="2" |'''Colonna di sinistra - ''Concerto'''''
----
|-
|Terzamano
|-
|(Vuoto)
|
|-
|Tromba
|<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8' Bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Tromba</span>
|<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">8' Soprani</span>
|-
|<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Clarone</span>
|<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">4' Bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">Corno Inglese</span>
|<span style="color:#8b0000; cursor:nohelp;">16' Soprani</span>
|-
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|-
|Violino
|8' Soprani
|-
|Flauto
|8' Soprani
|-
|Ottavino
|2' Soprani
|-
|Cornetto
|2.2/3' Soprani
|-
|<span style="color:#00bfff; cursor:nohelp;">Tromboni</span>
|<span style="color:#00bfff; cursor:nohelp;">8' (al pedale)</span>
|-
|Timballi
|(al pedale)
|-
|Voce umana
|8'
|-
|}
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| colspan="2" |'''Colonna di destra - ''Ripieno'''''
----
|-
|Principale
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|-
|Principale
|16' Soprani
|-
|Principale
|8' Bassi
|-
|Principale
|8' Soprani
|-
|Ottava
|4' Bassi
|-
|Ottava
|4' Soprani
|-
|Duodecima
|2.2/3' Bassi
|-
|Duodecima
|2.2/3' Soprani
|-
|Quintadecima
|2'
|-
|Decimanona
|1.1/3'
|-
|Vigesimaseconda
|1'
|-
|Due di Ripieno
|
|-
|Due di Ripieno
|
|-
|Contrabbasso
|16' (al pedale)
|-
|}
|}
Altre fotografie sono presenti sul sito [https://organibresciani.org/organo.php?ID=364 Organi Bresciani]
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Borgo Poncarale - Chiesa della purificazione di Maria Vergine]]
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Una storia dell'ebraismo/Bibliografia
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Monozigote
19063
/* Religione biblica, storia biblica */ testo
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wikitext
text/x-wiki
{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|Das allerheiligste.jpg|720px|}}
== BIBLIOGRAFIA SCELTA & RAGIONATA ==
=== Edizioni di testi primari ===
Molte edizioni recenti della Bibbia includono gli ''Apocrifi''. Si possono trovare anche traduzioni separate dei libri di tale raccolta. Non è necessario elencarle qui.
James H. Charlesworth, ed. ''The Old Testament Pseudepigrapha''. Garden City, NY: Doubleday, 1983–1985.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta pressoché completa di tutta la letteratura ebraica antica al di fuori della Bibbia; solo gli altri materiali noti (i Rotoli del Mar Morto, le opere di Filone e Flavio Giuseppe, i documenti rabbinici) sono omessi. Ogni testo è introdotto e tradotto {{Lingue|en}}; le introduzioni prestano particolare attenzione al significato di ciascun testo per gli sviluppi religiosi ebraici (e cristiani).''</span>
Amnon Linder, ''The Jews in Roman Imperial Legislation''. Detroit: Wayne State University Press and Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1987.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Quest'opera fornisce il testo di ogni riferimento agli ebrei nei materiali giuridici dell'Impero romano (per lo più del IV secolo e successivi), corredato di traduzione, introduzione e commentario.''</span>
Menahem Stern, ''Greek and Latin Authors on Jews and Judaism''. Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1974–1984.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta di tutti i riferimenti noti agli ebrei nella letteratura greca e latina antica; gli autori cristiani, tuttavia, sono esclusi. Ogni testo è accompagnato da una traduzione {{lingue|en}}, da un'introduzione dettagliata e da un commentario.''</span>
Sui ''Rotoli del Mar Morto'', cfr. oltre nella rispettiva Sezione.
Le opere di ''Filone'' e ''Flavio Giuseppe'' sono disponibili in numerose edizioni moderne, complete e non. Le traduzioni complete più note si trovano nell'edizione multivolume della ''[[w:Loeb Classical Library|Loeb Classical Library]]''.
Quasi tutta l'antica letteratura rabbinica è stata tradotta, nella maggior parte dei casi in numerose versioni. Anche queste non saranno elencate qui.
=== Testi secondari ===
N.B.: Per comodità dei lettori, questi suggerimenti si limitano ai libri completi pubblicati in {{Lingue|en}}. Le opere in altre lingue (incluso l'italiano) o gli articoli di periodici possono essere rintracciati attraverso le bibliografie più complete presenti in alcune di queste opere. Le sezioni di questo elenco seguono la sequenza dei Capitoli di questo wikilibro, ma ovviamente molte di queste opere coprono un'ampia gamma di argomenti e avrebbero potuto apparire in diverse sezioni. Inutile dire che le selezioni riflettono i pregiudizi e le preferenze di [[Utente:Monozigote|Monozigote]] ― ancora una volta, le bibliografie contenute in questi volumi indirizzeranno i lettori verso altri autori con punti di vista diversi.
==== Religione biblica, storia biblica ====
John Bright, ''A History of Israel'', 4a ed. Louisville, KY: Westminster John Knox Press, 2000.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’indagine sulla storia israelita attraverso e oltre il periodo riflesso nelle narrazioni bibliche. L'approccio accetta l'affidabilità fondamentale della narrazione biblica, ma non i suoi dettagli.''</span>
John Bright, ''Early Israel in Recent History Writing''. Chicago: A. R. Allenson, 1956.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Sebbene non sia recente, questo libro mette a confronto due diversi approcci storici alla narrazione biblica: l'approccio critico di due importanti biblisti tedeschi, Albrecht Alt e Martin Noth, e la posizione molto più conservatrice dell'israeliano Yehezkel Kaufmann. Sebbene gli esempi siano datati, il libro offre agli studenti alle prime armi un'eccellente introduzione al problema del metodo nello studio della storia biblica.''</span>
Roland de Vaux, ''Ancient Israel: Its Life and Institutions''. New York: McGraw-Hill, 1961.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un cofanetto di due volumi che esamina a turno le istituzioni sociali e religiose dell'Israele preesilico.''</span>
Yehezkel Kaufmann, ''The Religion of Israel''. Chicago: University of Chicago Press, 1960.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Uno studio storico sulla religione israelita durante l'esilio babilonese. Kaufmann sostiene che la religione israelita fosse pienamente monoteista fin dai suoi albori.''</span>
Morton Smith, ''Palestinian Parties and Politics That Shaped the Old Testament''. New York: Columbia University Press, 1971.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Presentazione sistematica del punto di vista secondo cui la Bibbia ebraica riflette una visione monoteistica sostenuta solo da una minoranza per gran parte del periodo biblico e divenuta dominante solo all'epoca dei Maccabei.''</span>
==== Elefantina ====
==== Ebrei e greci ― i Maccabei ====
==== Ebrei e l'Impero Romano ====
==== I Rotoli del Mar Morto ====
==== La Diaspora ebraica ====
==== Transizione al cristianesimo ====
==== L'antica sinagoga ====
==== Storia degli ebrei nella Tarda Antichità ====
==== Primo ebraismo rabbinico ====
==== Donne ebree e famiglia ebraica ====
==== Antico misticismo ebraico ====
{{Vedi anche|Serie misticismo ebraico}}
Erwin Goodenough, ''Jewish Symbols in the Greco-Roman Period''. Princeton, NJ: Princeton University Press, 1953–1968.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''In quest'opera in tredici volumi, Goodenough sviluppò la tesi secondo cui gli ebrei della Diaspora, sotto l'influenza delle religioni misteriche ellenistiche, avevano sviluppato una forma di religione ebraica molto diversa dalle varianti palestinesi confluite nell'ebraismo rabbinico. Tale ebraismo nettamente nonrabbinico vedeva i rituali ebraici come porte d'accesso alla diretta esperienza mistica del Divino.''</span>
Gershom Scholem, ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 3a ediz. riv. New York: Schocken, 1974.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’opera difficile ma classica. Un capitolo tratta del misticismo ''merkava'' (del carro) tra gli ebrei della tarda antichità.''</span>
==== Studi di località particolari (selezionate) ====
Aryeh Kasher, ''The Jews in Hellenistic and Roman Egypt''. Tübingen: J. C. B. Mohr (Paul Siebeck), 1985.
Lee I. Levine, ''Caesarea under Roman Rule''. Leiden: Brill, 1975.
Leonard Rutgers, ''The Jews in Late Ancient Rome''. Leiden: Brill, 1995.
== Altri progetti ==
{{interprogetto|c=Category:Jewish history|q=Ebraismo|w=Storia degli ebrei|wikt=ebraismo|v=Ebraismo (scuola media)|etichetta=Storia degli ebrei}}
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
{{Avanzamento|50%|27 giugno 2025}}
[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Bibliografia]]
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/* Elefantina */ testo
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|Das allerheiligste.jpg|720px|}}
== BIBLIOGRAFIA SCELTA & RAGIONATA ==
=== Edizioni di testi primari ===
Molte edizioni recenti della Bibbia includono gli ''Apocrifi''. Si possono trovare anche traduzioni separate dei libri di tale raccolta. Non è necessario elencarle qui.
James H. Charlesworth, ed. ''The Old Testament Pseudepigrapha''. Garden City, NY: Doubleday, 1983–1985.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta pressoché completa di tutta la letteratura ebraica antica al di fuori della Bibbia; solo gli altri materiali noti (i Rotoli del Mar Morto, le opere di Filone e Flavio Giuseppe, i documenti rabbinici) sono omessi. Ogni testo è introdotto e tradotto {{Lingue|en}}; le introduzioni prestano particolare attenzione al significato di ciascun testo per gli sviluppi religiosi ebraici (e cristiani).''</span>
Amnon Linder, ''The Jews in Roman Imperial Legislation''. Detroit: Wayne State University Press and Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1987.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Quest'opera fornisce il testo di ogni riferimento agli ebrei nei materiali giuridici dell'Impero romano (per lo più del IV secolo e successivi), corredato di traduzione, introduzione e commentario.''</span>
Menahem Stern, ''Greek and Latin Authors on Jews and Judaism''. Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1974–1984.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta di tutti i riferimenti noti agli ebrei nella letteratura greca e latina antica; gli autori cristiani, tuttavia, sono esclusi. Ogni testo è accompagnato da una traduzione {{lingue|en}}, da un'introduzione dettagliata e da un commentario.''</span>
Sui ''Rotoli del Mar Morto'', cfr. oltre nella rispettiva Sezione.
Le opere di ''Filone'' e ''Flavio Giuseppe'' sono disponibili in numerose edizioni moderne, complete e non. Le traduzioni complete più note si trovano nell'edizione multivolume della ''[[w:Loeb Classical Library|Loeb Classical Library]]''.
Quasi tutta l'antica letteratura rabbinica è stata tradotta, nella maggior parte dei casi in numerose versioni. Anche queste non saranno elencate qui.
=== Testi secondari ===
N.B.: Per comodità dei lettori, questi suggerimenti si limitano ai libri completi pubblicati in {{Lingue|en}}. Le opere in altre lingue (incluso l'italiano) o gli articoli di periodici possono essere rintracciati attraverso le bibliografie più complete presenti in alcune di queste opere. Le sezioni di questo elenco seguono la sequenza dei Capitoli di questo wikilibro, ma ovviamente molte di queste opere coprono un'ampia gamma di argomenti e avrebbero potuto apparire in diverse sezioni. Inutile dire che le selezioni riflettono i pregiudizi e le preferenze di [[Utente:Monozigote|Monozigote]] ― ancora una volta, le bibliografie contenute in questi volumi indirizzeranno i lettori verso altri autori con punti di vista diversi.
==== Religione biblica, storia biblica ====
John Bright, ''A History of Israel'', 4a ed. Louisville, KY: Westminster John Knox Press, 2000.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’indagine sulla storia israelita attraverso e oltre il periodo riflesso nelle narrazioni bibliche. L'approccio accetta l'affidabilità fondamentale della narrazione biblica, ma non i suoi dettagli.''</span>
John Bright, ''Early Israel in Recent History Writing''. Chicago: A. R. Allenson, 1956.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Sebbene non sia recente, questo libro mette a confronto due diversi approcci storici alla narrazione biblica: l'approccio critico di due importanti biblisti tedeschi, Albrecht Alt e Martin Noth, e la posizione molto più conservatrice dell'israeliano Yehezkel Kaufmann. Sebbene gli esempi siano datati, il libro offre agli studenti alle prime armi un'eccellente introduzione al problema del metodo nello studio della storia biblica.''</span>
Roland de Vaux, ''Ancient Israel: Its Life and Institutions''. New York: McGraw-Hill, 1961.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un cofanetto di due volumi che esamina a turno le istituzioni sociali e religiose dell'Israele preesilico.''</span>
Yehezkel Kaufmann, ''The Religion of Israel''. Chicago: University of Chicago Press, 1960.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Uno studio storico sulla religione israelita durante l'esilio babilonese. Kaufmann sostiene che la religione israelita fosse pienamente monoteista fin dai suoi albori.''</span>
Morton Smith, ''Palestinian Parties and Politics That Shaped the Old Testament''. New York: Columbia University Press, 1971.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Presentazione sistematica del punto di vista secondo cui la Bibbia ebraica riflette una visione monoteistica sostenuta solo da una minoranza per gran parte del periodo biblico e divenuta dominante solo all'epoca dei Maccabei.''</span>
==== Elefantina ====
Bezalel Porten, ''Archives from Elephantine: The Life of an Ancient Jewish Military Colony''. Berkely: University of Chicago Press, 1968.
==== Ebrei e greci ― i Maccabei ====
==== Ebrei e l'Impero Romano ====
==== I Rotoli del Mar Morto ====
==== La Diaspora ebraica ====
==== Transizione al cristianesimo ====
==== L'antica sinagoga ====
==== Storia degli ebrei nella Tarda Antichità ====
==== Primo ebraismo rabbinico ====
==== Donne ebree e famiglia ebraica ====
==== Antico misticismo ebraico ====
{{Vedi anche|Serie misticismo ebraico}}
Erwin Goodenough, ''Jewish Symbols in the Greco-Roman Period''. Princeton, NJ: Princeton University Press, 1953–1968.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''In quest'opera in tredici volumi, Goodenough sviluppò la tesi secondo cui gli ebrei della Diaspora, sotto l'influenza delle religioni misteriche ellenistiche, avevano sviluppato una forma di religione ebraica molto diversa dalle varianti palestinesi confluite nell'ebraismo rabbinico. Tale ebraismo nettamente nonrabbinico vedeva i rituali ebraici come porte d'accesso alla diretta esperienza mistica del Divino.''</span>
Gershom Scholem, ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 3a ediz. riv. New York: Schocken, 1974.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’opera difficile ma classica. Un capitolo tratta del misticismo ''merkava'' (del carro) tra gli ebrei della tarda antichità.''</span>
==== Studi di località particolari (selezionate) ====
Aryeh Kasher, ''The Jews in Hellenistic and Roman Egypt''. Tübingen: J. C. B. Mohr (Paul Siebeck), 1985.
Lee I. Levine, ''Caesarea under Roman Rule''. Leiden: Brill, 1975.
Leonard Rutgers, ''The Jews in Late Ancient Rome''. Leiden: Brill, 1995.
== Altri progetti ==
{{interprogetto|c=Category:Jewish history|q=Ebraismo|w=Storia degli ebrei|wikt=ebraismo|v=Ebraismo (scuola media)|etichetta=Storia degli ebrei}}
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
{{Avanzamento|50%|27 giugno 2025}}
[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Bibliografia]]
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/* Ebrei e greci ― i Maccabei */ testo
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|Das allerheiligste.jpg|720px|}}
== BIBLIOGRAFIA SCELTA & RAGIONATA ==
=== Edizioni di testi primari ===
Molte edizioni recenti della Bibbia includono gli ''Apocrifi''. Si possono trovare anche traduzioni separate dei libri di tale raccolta. Non è necessario elencarle qui.
James H. Charlesworth, ed. ''The Old Testament Pseudepigrapha''. Garden City, NY: Doubleday, 1983–1985.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta pressoché completa di tutta la letteratura ebraica antica al di fuori della Bibbia; solo gli altri materiali noti (i Rotoli del Mar Morto, le opere di Filone e Flavio Giuseppe, i documenti rabbinici) sono omessi. Ogni testo è introdotto e tradotto {{Lingue|en}}; le introduzioni prestano particolare attenzione al significato di ciascun testo per gli sviluppi religiosi ebraici (e cristiani).''</span>
Amnon Linder, ''The Jews in Roman Imperial Legislation''. Detroit: Wayne State University Press and Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1987.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Quest'opera fornisce il testo di ogni riferimento agli ebrei nei materiali giuridici dell'Impero romano (per lo più del IV secolo e successivi), corredato di traduzione, introduzione e commentario.''</span>
Menahem Stern, ''Greek and Latin Authors on Jews and Judaism''. Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1974–1984.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta di tutti i riferimenti noti agli ebrei nella letteratura greca e latina antica; gli autori cristiani, tuttavia, sono esclusi. Ogni testo è accompagnato da una traduzione {{lingue|en}}, da un'introduzione dettagliata e da un commentario.''</span>
Sui ''Rotoli del Mar Morto'', cfr. oltre nella rispettiva Sezione.
Le opere di ''Filone'' e ''Flavio Giuseppe'' sono disponibili in numerose edizioni moderne, complete e non. Le traduzioni complete più note si trovano nell'edizione multivolume della ''[[w:Loeb Classical Library|Loeb Classical Library]]''.
Quasi tutta l'antica letteratura rabbinica è stata tradotta, nella maggior parte dei casi in numerose versioni. Anche queste non saranno elencate qui.
=== Testi secondari ===
N.B.: Per comodità dei lettori, questi suggerimenti si limitano ai libri completi pubblicati in {{Lingue|en}}. Le opere in altre lingue (incluso l'italiano) o gli articoli di periodici possono essere rintracciati attraverso le bibliografie più complete presenti in alcune di queste opere. Le sezioni di questo elenco seguono la sequenza dei Capitoli di questo wikilibro, ma ovviamente molte di queste opere coprono un'ampia gamma di argomenti e avrebbero potuto apparire in diverse sezioni. Inutile dire che le selezioni riflettono i pregiudizi e le preferenze di [[Utente:Monozigote|Monozigote]] ― ancora una volta, le bibliografie contenute in questi volumi indirizzeranno i lettori verso altri autori con punti di vista diversi.
==== Religione biblica, storia biblica ====
John Bright, ''A History of Israel'', 4a ed. Louisville, KY: Westminster John Knox Press, 2000.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’indagine sulla storia israelita attraverso e oltre il periodo riflesso nelle narrazioni bibliche. L'approccio accetta l'affidabilità fondamentale della narrazione biblica, ma non i suoi dettagli.''</span>
John Bright, ''Early Israel in Recent History Writing''. Chicago: A. R. Allenson, 1956.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Sebbene non sia recente, questo libro mette a confronto due diversi approcci storici alla narrazione biblica: l'approccio critico di due importanti biblisti tedeschi, Albrecht Alt e Martin Noth, e la posizione molto più conservatrice dell'israeliano Yehezkel Kaufmann. Sebbene gli esempi siano datati, il libro offre agli studenti alle prime armi un'eccellente introduzione al problema del metodo nello studio della storia biblica.''</span>
Roland de Vaux, ''Ancient Israel: Its Life and Institutions''. New York: McGraw-Hill, 1961.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un cofanetto di due volumi che esamina a turno le istituzioni sociali e religiose dell'Israele preesilico.''</span>
Yehezkel Kaufmann, ''The Religion of Israel''. Chicago: University of Chicago Press, 1960.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Uno studio storico sulla religione israelita durante l'esilio babilonese. Kaufmann sostiene che la religione israelita fosse pienamente monoteista fin dai suoi albori.''</span>
Morton Smith, ''Palestinian Parties and Politics That Shaped the Old Testament''. New York: Columbia University Press, 1971.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Presentazione sistematica del punto di vista secondo cui la Bibbia ebraica riflette una visione monoteistica sostenuta solo da una minoranza per gran parte del periodo biblico e divenuta dominante solo all'epoca dei Maccabei.''</span>
==== Elefantina ====
Bezalel Porten, ''Archives from Elephantine: The Life of an Ancient Jewish Military Colony''. Berkely: University of Chicago Press, 1968.
==== Ebrei e greci ― i Maccabei ====
Elias Bickerman, ''The Jews in the Greek Age''. Cambridge, MA: Harvard University Press, 1988.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una serie di saggi di uno degli storici più innovativi sull'argomento.''</span>
Victor Tcherikover, ''Hellenistic Civilization and the Jews''. Philadelphia: Jewish Publication Society of America, 1959.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una metà di questo libro esamina il contesto e le conseguenze della rivolta dei Maccabei fino alla conquista romana. L'altra metà esamina l'incontro politico e culturale tra ebrei e greci nella Diaspora, in particolare ad Alessandria.''</span>
==== Ebrei e l'Impero Romano ====
==== I Rotoli del Mar Morto ====
==== La Diaspora ebraica ====
==== Transizione al cristianesimo ====
==== L'antica sinagoga ====
==== Storia degli ebrei nella Tarda Antichità ====
==== Primo ebraismo rabbinico ====
==== Donne ebree e famiglia ebraica ====
==== Antico misticismo ebraico ====
{{Vedi anche|Serie misticismo ebraico}}
Erwin Goodenough, ''Jewish Symbols in the Greco-Roman Period''. Princeton, NJ: Princeton University Press, 1953–1968.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''In quest'opera in tredici volumi, Goodenough sviluppò la tesi secondo cui gli ebrei della Diaspora, sotto l'influenza delle religioni misteriche ellenistiche, avevano sviluppato una forma di religione ebraica molto diversa dalle varianti palestinesi confluite nell'ebraismo rabbinico. Tale ebraismo nettamente nonrabbinico vedeva i rituali ebraici come porte d'accesso alla diretta esperienza mistica del Divino.''</span>
Gershom Scholem, ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 3a ediz. riv. New York: Schocken, 1974.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’opera difficile ma classica. Un capitolo tratta del misticismo ''merkava'' (del carro) tra gli ebrei della tarda antichità.''</span>
==== Studi di località particolari (selezionate) ====
Aryeh Kasher, ''The Jews in Hellenistic and Roman Egypt''. Tübingen: J. C. B. Mohr (Paul Siebeck), 1985.
Lee I. Levine, ''Caesarea under Roman Rule''. Leiden: Brill, 1975.
Leonard Rutgers, ''The Jews in Late Ancient Rome''. Leiden: Brill, 1995.
== Altri progetti ==
{{interprogetto|c=Category:Jewish history|q=Ebraismo|w=Storia degli ebrei|wikt=ebraismo|v=Ebraismo (scuola media)|etichetta=Storia degli ebrei}}
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
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[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Bibliografia]]
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/* Testi secondari */ testo
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|Das allerheiligste.jpg|720px|}}
== BIBLIOGRAFIA SCELTA & RAGIONATA ==
=== Edizioni di testi primari ===
Molte edizioni recenti della Bibbia includono gli ''Apocrifi''. Si possono trovare anche traduzioni separate dei libri di tale raccolta. Non è necessario elencarle qui.
James H. Charlesworth, ed. ''The Old Testament Pseudepigrapha''. Garden City, NY: Doubleday, 1983–1985.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta pressoché completa di tutta la letteratura ebraica antica al di fuori della Bibbia; solo gli altri materiali noti (i Rotoli del Mar Morto, le opere di Filone e Flavio Giuseppe, i documenti rabbinici) sono omessi. Ogni testo è introdotto e tradotto {{Lingue|en}}; le introduzioni prestano particolare attenzione al significato di ciascun testo per gli sviluppi religiosi ebraici (e cristiani).''</span>
Amnon Linder, ''The Jews in Roman Imperial Legislation''. Detroit: Wayne State University Press and Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1987.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Quest'opera fornisce il testo di ogni riferimento agli ebrei nei materiali giuridici dell'Impero romano (per lo più del IV secolo e successivi), corredato di traduzione, introduzione e commentario.''</span>
Menahem Stern, ''Greek and Latin Authors on Jews and Judaism''. Jerusalem: Israel Academy of Sciences and Humanities, 1974–1984.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una raccolta di tutti i riferimenti noti agli ebrei nella letteratura greca e latina antica; gli autori cristiani, tuttavia, sono esclusi. Ogni testo è accompagnato da una traduzione {{lingue|en}}, da un'introduzione dettagliata e da un commentario.''</span>
Sui ''Rotoli del Mar Morto'', cfr. oltre nella rispettiva Sezione.
Le opere di ''Filone'' e ''Flavio Giuseppe'' sono disponibili in numerose edizioni moderne, complete e non. Le traduzioni complete più note si trovano nell'edizione multivolume della ''[[w:Loeb Classical Library|Loeb Classical Library]]''.
Quasi tutta l'antica letteratura rabbinica è stata tradotta, nella maggior parte dei casi in numerose versioni. Anche queste non saranno elencate qui.
=== Testi secondari ===
''N.B.'': Per comodità dei lettori, questi suggerimenti si limitano ai libri completi pubblicati in {{Lingue|en}}. Le opere in altre lingue (incluso l'italiano) o gli articoli di periodici possono essere rintracciati attraverso le bibliografie più complete presenti in alcune di queste opere. Le sezioni di questo elenco seguono la sequenza dei Capitoli di questo wikilibro, ma ovviamente molte di queste opere coprono un'ampia gamma di argomenti e avrebbero potuto apparire in diverse sezioni. Inutile dire che le selezioni riflettono i pregiudizi e le preferenze di [[Utente:Monozigote|Monozigote]] ― ancora una volta, le bibliografie contenute in questi volumi indirizzeranno i lettori verso altri autori con punti di vista diversi.
==== Religione biblica, storia biblica ====
John Bright, ''A History of Israel'', 4a ed. Louisville, KY: Westminster John Knox Press, 2000.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’indagine sulla storia israelita attraverso e oltre il periodo riflesso nelle narrazioni bibliche. L'approccio accetta l'affidabilità fondamentale della narrazione biblica, ma non i suoi dettagli.''</span>
John Bright, ''Early Israel in Recent History Writing''. Chicago: A. R. Allenson, 1956.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Sebbene non sia recente, questo libro mette a confronto due diversi approcci storici alla narrazione biblica: l'approccio critico di due importanti biblisti tedeschi, Albrecht Alt e Martin Noth, e la posizione molto più conservatrice dell'israeliano Yehezkel Kaufmann. Sebbene gli esempi siano datati, il libro offre agli studenti alle prime armi un'eccellente introduzione al problema del metodo nello studio della storia biblica.''</span>
Roland de Vaux, ''Ancient Israel: Its Life and Institutions''. New York: McGraw-Hill, 1961.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un cofanetto di due volumi che esamina a turno le istituzioni sociali e religiose dell'Israele preesilico.''</span>
Yehezkel Kaufmann, ''The Religion of Israel''. Chicago: University of Chicago Press, 1960.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Uno studio storico sulla religione israelita durante l'esilio babilonese. Kaufmann sostiene che la religione israelita fosse pienamente monoteista fin dai suoi albori.''</span>
Morton Smith, ''Palestinian Parties and Politics That Shaped the Old Testament''. New York: Columbia University Press, 1971.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Presentazione sistematica del punto di vista secondo cui la Bibbia ebraica riflette una visione monoteistica sostenuta solo da una minoranza per gran parte del periodo biblico e divenuta dominante solo all'epoca dei Maccabei.''</span>
==== Elefantina ====
Bezalel Porten, ''Archives from Elephantine: The Life of an Ancient Jewish Military Colony''. Berkely: University of Chicago Press, 1968.
==== Ebrei e greci ― i Maccabei ====
Elias Bickerman, ''The Jews in the Greek Age''. Cambridge, MA: Harvard University Press, 1988.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una serie di saggi di uno degli storici più innovativi sull'argomento.''</span>
Victor Tcherikover, ''Hellenistic Civilization and the Jews''. Philadelphia: Jewish Publication Society of America, 1959.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Una metà di questo libro esamina il contesto e le conseguenze della rivolta dei Maccabei fino alla conquista romana. L'altra metà esamina l'incontro politico e culturale tra ebrei e greci nella Diaspora, in particolare ad Alessandria.''</span>
==== Ebrei e l'Impero Romano ====
Michael Grant, ''The Jews in the Roman World''. New York: Scribner, 1973.
Emil Schürer, ''The History of the Jewish People in the Age of Jesus Christ'', 4 voll., rived. e cur. da Geza Vermes ''et al.'' Edinburgh, T & T Clark, 1979.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Si tratta in realtà di una versione completamente riveduta di un classico della storia scritto oltre 100 anni fa. Il nome di Schürer è stato mantenuto per onorare il suo contributo, ma il libro (una serie di quattro volumi) è completamente nuovo. L'opera fornisce una storia dettagliata degli ebrei dai Maccabei a Bar Kokhba, nonché un'analisi particolareggiata delle caratteristiche principali della vita religiosa ebraica (scuola, sinagoga, ecc.).''</span>
E. Mary Smallwood, ''The Jews under Roman Rule''. Leiden: Brill, 1976.
==== I Rotoli del Mar Morto ====
==== La Diaspora ebraica ====
==== Transizione al cristianesimo ====
==== L'antica sinagoga ====
==== Storia degli ebrei nella Tarda Antichità ====
==== Primo ebraismo rabbinico ====
==== Donne ebree e famiglia ebraica ====
==== Antico misticismo ebraico ====
{{Vedi anche|Serie misticismo ebraico}}
Erwin Goodenough, ''Jewish Symbols in the Greco-Roman Period''. Princeton, NJ: Princeton University Press, 1953–1968.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''In quest'opera in tredici volumi, Goodenough sviluppò la tesi secondo cui gli ebrei della Diaspora, sotto l'influenza delle religioni misteriche ellenistiche, avevano sviluppato una forma di religione ebraica molto diversa dalle varianti palestinesi confluite nell'ebraismo rabbinico. Tale ebraismo nettamente nonrabbinico vedeva i rituali ebraici come porte d'accesso alla diretta esperienza mistica del Divino.''</span>
Gershom Scholem, ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 3a ediz. riv. New York: Schocken, 1974.<br/>
<span style="font-size: 0.8em;">''Un’opera difficile ma classica. Un capitolo tratta del misticismo ''merkava'' (del carro) tra gli ebrei della tarda antichità.''</span>
==== Studi di località particolari (selezionate) ====
Aryeh Kasher, ''The Jews in Hellenistic and Roman Egypt''. Tübingen: J. C. B. Mohr (Paul Siebeck), 1985.
Lee I. Levine, ''Caesarea under Roman Rule''. Leiden: Brill, 1975.
Leonard Rutgers, ''The Jews in Late Ancient Rome''. Leiden: Brill, 1995.
== Altri progetti ==
{{interprogetto|c=Category:Jewish history|q=Ebraismo|w=Storia degli ebrei|wikt=ebraismo|v=Ebraismo (scuola media)|etichetta=Storia degli ebrei}}
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
{{Avanzamento|50%|27 giugno 2025}}
[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Bibliografia]]
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Una storia dell'ebraismo/Capitolo 1
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|Scribe- Menahem - The Birds' Head Haggadah - Google Art Project.jpg|750px|}}
== La preistoria dell'ebraismo ==
<!--- vari miei testi inglesi da tradurre e inserire --->
La religione ebraica (Ebraismo) è emersa dagli scritti della Bibbia ebraica ''(Tanakh)'', ma in realtà non si trova in quegli scritti. L'Ebraismo è una religione che adora Dio<ref>1</ref> attraverso le ''parole'' – preghiera, sermoni, lettura delle Scritture e simili – in edifici chiamati ''[[w:sinagoga|sinagoghe]]'' sotto la guida di ''[[w:rabbino|rabbini]]'' eruditi. La Bibbia sa qualcosa della preghiera ma nulla del resto: la Bibbia descrive una religione incentrata su un singolo edificio comunemente chiamato ''[[w:Tempio di Gerusalemme|Tempio]]'' e guidata da ''[[w:sacerdote (ebraismo)|sacerdoti]]'' ereditari che adorano attraverso le ''azioni'' – elaborati riti sacrificali e altre cerimonie di purificazione ed espiazione. La transizione da quella religione primitiva a quella che le persone moderne riconoscerebbero è la trama di questo mio libro.
Quasi tutte le nostre informazioni sulle prime parti di questa storia provengono dalle pagine della ''[[w:Tanakh|Bibbia]]''<ref>2</ref> (cfr. riquadro: "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). La Bibbia in realtà non è un singolo libro; è un'antologia di materiali scritti nell'arco di molti secoli – forse anche di {{FORMATNUM:1000 anni}} – in due lingue diverse e in almeno due paesi diversi. Non sorprende che i suoi scritti mostrino una varietà di stili e prospettive su molte questioni importanti (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 2|Capitolo 2]]). Questa varietà di contenuti ha permesso ai lettori successivi di trovare molti messaggi diversi nelle sue pagine e di applicarli alla grande varietà di situazioni che si sono trovati ad affrontare. Questa flessibilità è la chiave del successo straordinariamente duraturo della Bibbia nel sostenere individui e comunità di fede per oltre due millenni.
Tuttavia, dal punto di vista dello storico, la Bibbia presenta un problema molto difficile. Molte, forse la maggior parte, delle sue narrazioni furono scritte molto tempo dopo gli eventi che descrivono (la storia inizia con la creazione del mondo!), e quasi nulla nella Bibbia può essere confermato da qualsiasi altra fonte antica di informazione. Come sempre con informazioni non corroborate, l'osservatore moderno non è in grado di giudicare l'affidabilità storica della Bibbia, non è in grado di misurare la distanza tra descrizione ed evento, non è in grado di leggere le storie della Bibbia e capire cosa (se qualcosa) sia realmente accaduto.<ref>3</ref> La Bibbia non può quindi essere letta come un documento storico: bisogna invece comprendere che la narrazione biblica è un distillato della memoria nazionale concepito per trasmettere un messaggio religioso. Il messaggio religioso della Bibbia è forte e chiaro, ma non possiamo sempre sapere come gli eventi descritti sarebbero apparsi senza lo scopo religioso che ora plasma la narrazione, o addirittura come gli autori della Bibbia abbiano appreso di quegli eventi in primo luogo.
Allora, noi lettori moderni, possiamo veramente imparare la storia antica dalla Bibbia? Certo che possiamo, ma non nel modo in cui possiamo imparare la storia dagli archivi o da altri documenti ufficiali. La chiave per imparare la storia dalla Bibbia è focalizzare l'attenzione ''non sul contenuto delle storie, ma sulle storie stesse: chi le ha raccontate? Perché? Come le hanno comprese le persone che le hanno raccontate? Quali verità vi hanno trovato? Quali insegnamenti hanno cercato di trasmettere?'' Le persone hanno recitato queste narrazioni per ben oltre {{FORMATNUM:2000}} anni ― questo di per sé è un fatto storico di enorme importanza. Dopo un breve riassunto della narrazione stessa, sarà possibile riflettere su tali domande.
{{Nota
|allineamento = centro
|larghezza = 95%
|titolo = COSA CONTIENE LA BIBBIA?
|contenuto = La tradizione ebraica divideva la Bibbia in tre sezioni, contenenti in totale ventiquattro libri.
<center>'''I. The Torah'''</center>
# '''Genesi'''. Contesto della nascita del popolo d'Israele, dalla creazione del mondo attraverso le vite dei patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe) e delle matriarche (Sara, Rebecca, Lia, Rachele) fino alla morte di Giuseppe in Egitto.
# '''Esodo'''. Schiavitù in Egitto, poi liberazione. Alleanza al Sinai, rivelazione dei comandamenti di Dio, costruzione del Tabernacolo per il culto formale. Storia del Vitello d'Oro: la prima caduta di Israele nell'idolatria.
# '''Levitico'''. Regole per il mantenimento della purezza rituale e la corretta esecuzione dei sacrifici; anche per la creazione di una comunità sacra. Prima descrizione delle leggi alimentari e delle feste dell'anno.
# '''Numeri'''. Censimento nel deserto prima della marcia verso la Terra Promessa. Incidenti nel corso di quella marcia, ulteriore legislazione.
# '''Deuteronomio'''. Discorso di addio di Mosè: riassunto della sua carriera, riassunto dei comandamenti di Dio, avvertimento delle conseguenze della disobbedienza. Mosè muore ai confini della Terra Promessa.
<center>'''II. I Profeti'''</center>
a. The Early Prophets. Despite its traditional name, this section actually
contains very little prophecy. Instead, it mainly continues the narrative
beyond the death of Moses.
# Joshua. Israel’s conquest and initial settlement of the Promised Land.
# Judges. The next several generations. Disloyalty to God brings foreign
oppressors; repentance brings liberation.
# 1 and 2 Samuel. The last of the judges and the first of the kings of Israel
up to David’s death.
9. 1 and 2 Kings. The history of the kingdoms through their destruction.
Note: The books nowcited as numbered pairswere originally single works.
They were divided by copyists in the Middle Ages on account of their great
size. This is not the case with the numbered books of the New Testament,
which are separate documents.
b. The Later Prophets. These are the great orators and writers of the
Bible.
10. Isaiah. The historical Isaiah lived around 700 BCE, butmuchin this book
seems to date from a later time, during the Babylonian Exile and perhaps
even later.
11. Jeremiah. Lived around the time of the Exile; the book contains significant
biographical narrative along with Jeremiah’s orations.
12. Ezekiel. Contemporary with Jeremiah, but livedandprophesiedamong
the exiles in Babylon.
13. The Twelve. Twelve much smaller books of prophecy, attributed to
writers who lived over a span of several centuries. Only Jonah contains
significant narrative.
Hosea Obadiah Nahum Haggai
Joel Jonah Habakkuk Zephaniah
Amos Micah Zechariah Malachi
III. The Writings
14. Psalms. A collection of 150 religious poems, many attributed to King
David.
15. Proverbs. A collection of wisdom teachings, largely attributed to King
Solomon.
16. Job. A story of righteousness tested by suffering.
The Five Scrolls, so called because they are liturgically read on specified
holidays (this grouping reflects later synagogue practice and is not a formally
recognized section of the Bible).
17. Song of Songs. A love poem attributed to King Solomon. Read in synagogues
on Passover.
18. Ruth. A brief narrative of loyalty and love set in the days of the judges;
the origins of the dynasty of King David. Read on the Feast ofWeeks.
19. Lamentations. Poems on the destruction of Jerusalem, attributed to
Jeremiah. Read on the Ninth of Av, anniversary of the destruction of the
Temple.
20. Ecclesiastes, or Qohelet. Philosophical musings, attributed to King
Solomon. Read on the Feast of Booths.
21. Esther. Intrigue at the royal court of Persia; the Jews narrowly defeat
the evil designs of a powerful enemy. Read on Purim. This is the only book
of the Bible in which God is never directly mentioned in the Hebrew text.
22. Daniel. Stories about loyal Jews in the royal courts of Babylon and Persia;
also visions of the end of history.
23. Ezra-Nehemiah. Jewish leaders and their achievements in the period
after the Babylonian Exile.
24. 1 and 2 Chronicles. Retelling of Israel’s history from the time of King
David through the return from the Babylonian Exile. Largely a revision, but
sometimes a straightforward repetition of the Books of Samuel and Kings.
In recent times the Hebrew acronym Tanakh (Torah, Nevi’im [prophets],
Ketuvim [writings]) has been used to designate the entire twenty-fourbook
collection.
∗ ∗ ∗
The Christian tradition, following the custom of ancient Greek-speaking
Jews, arranged these books differently, in two sections (not formally separated)
containing prose narrative and poetic compositions, respectively.
The order was as follows:
{{Colonne}}
*Genesis
*Exodus
*Leviticus
*Numbers
*Deuteronomy
*Joshua
*Judges
*Ruth
*1 and 2 Samuel
{{Colonne spezza}}
*1 and 2 Kings
*1 and 2 Chronicles
*Ezra
*Nehemiah (a separate book)
*Esther
*Giobbe
*Salmi
*Proverbi
{{Colonne spezza}}
*Ecclesiaste
*Cantico dei Cantici
*Isaia
*Geremia
*Lamentazioni
*Ezechiele
*Daniele
*I Dodici
{{Colonne fine}}
[...etc...]
}}
=== La narrazione biblica ===
'''Primi sviluppi'''. La Bibbia inizia con la creazione del mondo da parte del Dio d'Israele.<ref>4</ref> Non si tratta di un dio che lotta o collabora con altri dèi, come nei miti di altri popoli; il Dio d'Israele crea il mondo da solo, senza sforzo o difficoltà, semplicemente comandando passo dopo passo che l'ordine cosmico venga ad esistere. In questo mondo il Creatore colloca tutte le specie viventi, inclusa una coppia umana di nome ''Adamo'' ed ''Eva''. Adamo ed Eva avrebbero potuto vivere spensierati sotto la protezione di Dio nel ''Giardino dell’Eden'', ma trasgredirono: c'era un solo albero nel giardino, l'"albero della conoscenza del bene e del male", il cui frutto era stato detto loro di evitare, ma mangiarono quel frutto e di conseguenza furono espulsi nel mondo del duro lavoro, il mondo del sesso, della nascita e della morte. Il solo atto di apprendere la differenza tra il bene e il male portò sofferenza nel mondo.
[...etc...]
[[File:Israeli blue Star of David.svg|30px|center|Maghen David]]
{{Nota
|allineamento = centro
|larghezza = 95%
|titolo = IL CALENDARIO BIBLICO
|contenuto = The earliest biblical evidence reflects a variety of calendar systems in
ancient Israel; these are not fully compatible, so they must reflect either
variation in local custom or (more likely) different stages in Israel’s cultural
development. Unfortunately, the evidence does not allow modern
scholars to reconstruct these stages in any detail.
One calendar, apparently lunar, used names for the months, though only
four such names have survived: most of these appear in the narrative of
Solomon’s construction of the Temple (1 Kings 6–8). A year of twelve lunar
months lasts only 354 days, and several annual festivals (see the following
description) had clear seasonal associations, yet there is no evidence
explaining how the people who used this calendar kept those festivals
from slipping out of season. (In later centuries the authorities occasionally
added a thirteenth month in the spring to make sure that Passover did not
fall too early.) For centuries, lunar months were declared based on actual
observation of the new moon; the fourth-century rabbinic leader Hillel II is
reported to have dispensed with this system and to have instituted mathematical
formulas for determining lunation. See Chapter 8, especially “Early
Rabbinic Taqqanot and Gezerot.”
Another calendar only numbers the months, starting with the month of
the spring equinox, the month in which Passover falls. This may have been
a solar calendar similar to those known from ancient Egypt and elsewhere,
consisting of twelve thirty-day months and one extra day every quarter to
complete exactly fifty-two weeks. Use of this calendar may explain why
Genesis 1:14 indicates that the heavenly bodies serve to mark off days and
years but says nothing about months.
[...etc...]
}}
=== La religione dell'Antico Israele ===
[[File:Israeli blue Star of David.svg|30px|center|Maghen David]]
{{Nota
|allineamento = centro
|larghezza = 95%
|titolo = "I DIECI COMANDAMENTI" DUE VERSIONI
|contenuto = ''Note: Different religious traditions variously divide these instructions into the Ten Commandments. The following translations offer the traditional Jewish division.''
I
I am YHWH your God who brought you out of the land of Egypt, out of the
house of servants.
You shall have no other gods in my presence.
You shall not make for yourself a sculpture or a depiction [of anything] in
the heavens above or that is on the earth beneath or that is in the waters
beneath the earth. You shall not bow to them and you shall not serve them,
for I,YHWHyour God, a jealous God, visit the sin of fathersonsons until the
third and fourth [generations] to those that hate me, while I perform mercy
to thousands, to those that love me and observe my commandments.
Do not take the name of YHWH your God in vain, for YHWH will not hold
guiltless the one who takes his name in vain.
Remember the Sabbath day to keep it holy. You shall work six days and
perform all your labor, but the seventh day is Sabbath unto YHWH your
God: do not perform any labor – you or your son or your daughter or your
manservant or your maidservant or your cattle or your alien who is in your
gates – for [in] six days YHWH made the heavens and the earth, the sea
and all that is in them, and on the seventh day he rested. Therefore YHWH
blessed the Sabbath day and made it holy.
Honor your father and your mother in order that your days may be long
on the land that YHWH your God gives you.
You shall not murder.
You shall not commit adultery.
You shall not steal.
You shall not answer against your fellow [as a] false witness.
You shall not covet your fellow’s house. You shall not covet your fellow’s
wife, or his manservant or his maidservant or his ox or his donkey, or
anything that belongs to your fellow.
(Exodus 20:2–17)
[...etc...]
}}
[[File:Israeli blue Star of David.svg|30px|center|Maghen David]]
{{Nota
|allineamento = centro
|larghezza = 95%
|titolo = IL PROBLEMA DELLA PROFEZIA
|contenuto = As mentioned in the text, biblical law recognizes the importance of distinguishing genuine prophecy from false but sees that this can be difficult to accomplish. Scripture offers a very simple rule for sorting this out: genuine prophecy comes true, and false prophecy does not.
[...etc...]
}}
[[File:Israeli blue Star of David.svg|30px|center|Maghen David]]
{{clear}}
{{Immagine grande|Tel Arad 280321 03 Temple.jpg|1010px|''Altare preesilico a [[:en:w:Tel Arad|Tel Arad]]''. Questo altare fu rinvenuto in una fortezza israelita preesilica ad Arad, vicino al Mar Morto. La sua costruzione – una struttura quadrata in pietra grezza – combina elementi delle istruzioni fornite in {{passo biblico2|Esodo|20;27}}, ma l'altare raffigurato non ha corni, come richiesto in {{passo biblico|Esodo|27:2}} ― è possibile che i corni esistessero ma siano stati spezzati, questo comunque non è più possibile stabilirlo.}}
== Note ==
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
<div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div>
{{Avanzamento|50%|3 luglio 2025}}
[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 1]]
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Una storia dell'ebraismo/Cronologia
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/* CRONOLOGIA */
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|Lilien Ephraim Moses, 1923, Jakub i anioł.jpg|740px|''Giacobbe lotta con l'Angelo'', di [[:en:w:Ephraim Moses Lilien|Ephraim Moses Lilien]] (1923)}}
== CRONOLOGIA ==
'''''Nota''''': Le prime date, stampate in corsivo, sono congetturali, basate sulle narrazioni della Bibbia. Non sono corroborate da altre prove letterarie o archeologiche. Le date sucEVssive senza indicazioni sono tutte EV.
<blockquote><poem style=>
''ca. '''1100 AEV''' ― Gli Israeliti si stabiliscono in Canaan''.
''ca. '''980 AEV''' ― [[w:Davide|Davide]] fonda una dinastia reale con capitale Gerusalemme.''
''ca. '''930 AEV''' ― Il figlio di Davide, [[w:Salomone|Salomone]], costruisce il [[w:Tempio di Salomone|Primo Tempio]] a Gerusalemme.''
''ca. '''900 AEV''' ― Morte di Salomone; il regno di Israele si divide.''
'''722 AEV''' ― Gli Assiri conquistano il Regno di Israele e portano via le “dieci tribù perdute”.
'''596, 586 AEV''' ― Le due conquiste babilonesi di Gerusalemme; nella seconda, la città e il regno vengono distrutti e i leader vengono trasferiti a Babilonia.
'''539 AEV''' ― [[w:Ciro II di Persia|Ciro]], re di Persia, conquista Babilonia. Agli esuli viene permesso di tornare a ''Yehud'', ma molti rimangono nelle loro nuove dimore.
'''410 AEV''' ― Distruzione definitiva del tempio ebraico di Elefantina.
'''333–331 AEV''' ― [[w:Alessandro Magno|Alessandro Magno]] conquista l'impero persiano; inizio del periodo ellenistico.
'''301–201 AEV''' ― La Giudea sotto il dominio dei [[w:Dinastia tolemaica|Tolomei]] in Egitto; in seguito sotto il dominio della dinastia seleucide.
ca. '''250 AEV''' ― Ad Alessandria la [[Torah]] viene tradotta in greco (''[[w:Septuaginta|Septuaginta]]'').
ca. '''175 AEV''' ― [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]] tenta di saccheggiare il [[w:Tempio di Gerusalemme|Tempio di Gerusalemme]].
ca. '''168 AEV''' ― [[w:Antioco IV|Antioco IV]] interferisce con la successione sacerdotale; dichiara Gerusalemme una ''polis''; avvia la persecuzione delle usanze ebraiche tradizionali. Inizio della rivolta dei Maccabei.
'''165 AEV''' ― [[w:Giuda Maccabeo|Giuda Maccabeo]] ridedica il Tempio.
'''152 AEV''' (?) ― [[w:Gionata Maccabeo|Gionata Maccabeo]] diventa [[w:Sommo sacerdote|sommo sacerdote]] e inaugura la dinastia degli [[w:Asmonei|Asmonei]].
ca. '''103 AEV''' ― I sommi sacerdoti asmonei iniziano a usare il titolo di "re".
'''63 AEV''' ― [[w:Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] conquista la Giudea; pone fine alla monarchia asmonea.
ca. '''20 AEV'''-ca. '''45 EV''' ― [[w:Filone di Alessandria|Filone di Alessandria]].
'''37–34 AEV''' ― Regno di [[w:Erode il Grande|Erode il Grande]].
'''26–36 EV''' ― [[w:Ponzio Pilato|Ponzio Pilato]] governatore della Giudea; esecuzione di [[w:Gesù|Yeshua di Nazareth]].
'''66 EV''' ― Scoppio della ribellione dei Giudei contro Roma ('''70''': distruzione del Tempio di Gerusalemme; '''73–74''': cattura di Masada).
''post'' '''70''' ― Secondo la tradizione, il primo raduno dei saggi a [[:en:w:Yavne|Yavneh]].
'''115–117''' ― Rivolta ebraica contro Roma in Nord Africa, Babilonia, ecc.: gli ebrei vengono praticamente sterminati ad Alessandria, Cipro, Cirene.
'''132–135''' ― [[w:Terza guerra giudaica|Rivolta di Bar Kokhba]], seguita ('''135-138''') dalla persecuzione dell'ebraismo in Giudea.
ca. '''200''' ― Compilazione della ''[[w:Mishnah|Mishnah]]'' sotto [[w:Giuda il Principe|Yehudah HaNasi (Giuda il Principe)]].
ca. '''225''' ― [[w:Abba Arika|Rav (Abba Arika)]] organizza la prima istruzione rabbinica in Babilonia.
'''313''' ― L'imperatore [[w:Costantino I|Costantino]] pone fine alla persecuzione del cristianesimo.
ca. '''400''' ― [[w:Talmud di Gerusalemme|Talmud di Gerusalemme]] (''Yerushalmi'').
ca. '''425''' ― Primi volumi del ''[[:en:w:Midrash Rabba|Midrash Rabba]]''.
'''425''' (?) ― Abolizione del Patriarcato.
ca. '''550''' ― [[w:Talmud babilonese|Talmud babilonese]] (''Bavli'').
'''614–629''' ― Occupazione persiana della [[w:Terra di Israele|Terra d'Israele]].
'''622''' ― [[w:Egira|Egira]] (هجرة ''hijra''): inizi dell'Islam.
'''630–640''' ― Rapida diffusione dell'Islam in Medio Oriente, compresi i centri della vita ebraica.
</poem></blockquote>
[[File:2nd century Rome gold goblet shows Jewish ritual objects.jpg|200px|center|Calice d'oro di Roma del II secolo che mostra oggetti rituali ebraici]]
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
{{Avanzamento|100%|2 luglio 2025}}
[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Cronologia]]
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Una storia dell'ebraismo/Glossario
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|David playing the harp before Saul (c.1852), by Silvestro Lega.jpg|740px|''David che placa col suono dell'arpa le smanie di Saul travagliato dallo spirito malo'', di [[w:Silvestro Lega|Silvestro Lega]] (1852)}}
== GLOSSARIO ==
Nota: In questo glossario sono inclusi alcuni personaggi biblici, insieme a figure storiche del periodo del Secondo Tempio, ma non i rabbini. Brevi biografie di alcuni rabbini antichi sono disponibili nell'Appendice 2. I numeri che seguono molti titoli indicano i capitoli in cui si trovano discussioni significative su argomenti o persone particolari; le voci A1 e A3 indicano l'Appendice 1 e l'Appendice 3.
Aaron (1, 3). Brother of Moses, spokesman for his brother before Pharaoh and the people (Exodus 4:15–16), and first high priest (Exodus 28). Since the Jewish priesthood was hereditary, every later kohen (priest) was deemed to be Aaron’s descendant. In the Torah, Aaron’s character is ambiguous: he builds the Golden Calf (Exodus 32), he slanders Moses (Numbers 12), and he somehow violates God’s trust and is barred from the Holy Land (Numbers 20). Nevertheless, rabbinic tradition remembered him as distinguished for his love of peace (M. Avot 1:12).
Abraham (1). Father of the Jewish nation. Settled in Canaan at God’s direct behest, he received a promise that his descendants would inherit the land (Genesis 12). He inaugurated the practice of circumcision, performing the act on himself when he was ninety-nine years old (Genesis 17:24). God’s choice of Abraham for this vital historical role is never clearly explained.
Alexandria (6, 7). Founded by Alexander the Great (331 BCE), the royal capital of Egypt under the Ptolemies, and the largest city and cultural capital of the Hellenistic world. Septuagint translation of the Torah prepared ca. 250 BCE. Remained an important center after the Roman conquest (31 BCE), home to the largest Jewish community of the Diaspora. Philo claims (Flaccus 43) that there were 1 million Jews in Egypt, but he can be suspected of exaggerating; Josephus writes that 50,000 Jews in Alexandria were slaughtered when the great rebellion broke out in Judaea (66 CE). The entire community was destroyed during the Diaspora rebellion of 115–117 CE.
allegory (6). Any text that seems to be talking about one thing but really means something else. According to Philo, the entire Torah – its stories and its laws – must be read as an allegory. The real lessons of the Torah have to do with the nature of religious experience and the contemplative path to knowledge of God. The characters in biblical narrative, as well as the details of Jewish ritual law, are coded embodiments of deeper truths.
Antiochus III (4). Seleucid monarch (223–187 BCE); conquered Judaea from Ptolemy V in 198. Josephus (Antiquities 12.138–146) records documents in which the conqueror promised to leave the Jews unhindered in their observance of ancestral law.
Antiochus IV (4). Seleucid monarch (175–163 BCE), younger son of Antiochus III. During his reign, violence broke out in Judaea among rival contenders for the high priesthood and over the issue of Hellenism. Trying to restore order, the king attempted to suppress traditional Jewish customs. The struggle against this attempt brought the Maccabees to power.
Apocrypha (4). Grk., “items hidden away.” The Greek-speaking Jews of Alexandria included a greater number of books in their collection of holy scriptures than the Hebrew-speaking Jews of the Land of Israel, and the Christian Church adopted this larger collection as the Old Testament. By the time of the Protestant Reformation, Jews had abandoned the use of religious texts in Greek, and the reformers thought it wrong for the Church to revere books that the Jews themselves had set aside; about a dozen books (see Chapter 4, “The Apocrypha”) were accordingly removed (“hidden away”) from the official scriptures of the Protestant churches. However, they were not simply discarded: in view of their long history, they were preserved in a separate collection of books deemed inferior to canonical scripture but worthy of study nonetheless.
Assyria (1). Leading power in the Near East during the late eighth century BCE, centered in northern Mesopotamia (modern Iraq). In 722 an Assyrian army under Shalmaneser V conquered the northern Kingdom of Israel and carried its inhabitants (the so-called ten lost tribes) into exile (2 Kings 17). In 701 a similar attempt under Sennacherib to capture Jerusalem and the Kingdom of Judah failed (2 Kings 19:35).
Babylon (1, 9, 10). Ancient city in central Mesopotamia, capital of a powerful empire that captured Jerusalem under Nebuchadnezzar II (586 BCE) and put an end to the Kingdom of Judah (see Assyria). Judaeans exiled to Babylon formed the core of a community that flourished for centuries and much later (from the third century CE) became the first major center of rabbinic teaching in the Diaspora. The main body of the Babylonian Talmud was compiled in the fifth century CE, though revisions continued into the sixth.
Babylonian Exile (1, 2, 3). Destruction of the First Temple and eviction of the nation from its land caused a religious crisis: how could the God of the covenant have allowed his chosen people and his own holy sanctuary to be destroyed in such a manner? Was YHWH’s promise not to be trusted? Many surely despaired and abandoned the covenant, but overall the exiled community preserved its identity and survived to return home. For those people the exile confirmed the Deuteronomic idea that national suffering is punishment for disloyalty to God; those in Babylon who did not abandon the God of Israel became more fiercely loyal than ever. (Among those who remained in Judah, matters were different: see Chapter 3.)
Baraita (A1). Aram., “outside.” An item of rabbinic teaching similar to the teachings in the Mishnah but not found in that collection.
blessing (8). Heb., berakha. The characteristic unit of rabbinic prayer, containing an initial fixed formula (“Blessed are you, Lord, our God, king of the world”) and a conclusion that reflects the occasion for reciting it. This can be the performance of a mitzva, or recitation of a liturgical text, or experience of bodily pleasure through taste or sight or smell.
canon (1, 4). The official list of books deemed holy scripture; actually, the concept is Christian. Over the first centuries of its existence, leaders of the Church worked out an authoritative list of such writings. Judaism never had an equivalent, though a consensus slowly grew, not firm until the third century CE, as to which books “defile the hands” (that is, are holy; see M. Yadaim 3:4–5).
covenant (1, 2, 3, 4). A contract or a pact: the fundamental concept of biblical religious thought. The god YHWH repeatedly enters into covenants with important biblical heroes, those with Noah, Abraham, and Moses being of greatest consequence. As with any contract each side undertook commitments to the other, but these were not always clear, and the human participants often failed to satisfy their obligations. Were God’s promises conditional? Could the people lose their land? Did the covenant with YHWH forbid the worship of other deities in any form whatever? The prophets’ uncompromising answers to these questions were a minority view in their own time, but ultimately they became the core concepts of Judaism.
Cyrus (3). King of Persia; conquered Babylon (539 BCE). The Hebrew Bible ends with his proclamation that the exiled people of Judah could return home and rebuild their Temple (2 Chronicles 36:23); he was therefore acclaimed in prophetic circles asYHWH’s own Messiah, that is, anointed one (Isaiah 45:1).
David (1). First really successful king of Israel (mid-tenth century BCE), founder of a dynasty that reigned until the Babylonian Exile. In scripture a heroic figure – successful conqueror and great poet – though also a person of sometimes ignoble deeds. Received God’s promise that his family would reign forever (2 Samuel 7:16); therefore, when the kingdom was overthrown, the Jews developed a permanent expectation that it would be restored. This expectation eventually took the form of waiting for the Messiah.
Day of Atonement (Yom Kippur) (1). Holiest day of the Jewish calendar; marked (at least in later times) by a twenty-five-hour abstention from food, drink, and other physical comforts. The day began (Leviticus 16) as anannual cleansing of the public Sanctuary from any accidental defilement that might have occurred, but over time it became a day of personal repentance and renewal (Leviticus 23:26–32).
Decalogue (Ten Commandments) (1, A3). A list of ten religious rules that appears twice in the Torah (Exodus 20:2–17; Deuteronomy 5:6–21) and purports to give the actual words spoken by the voice of God at Mount Sinai. In later times, this list was often taken to provide the basic foundation of true religion, and has remained of central importance to this day in some varieties of Judaism and Christianity. The actual division of the text into ten “commandments” varies in Jewish, Catholic, and Protestant versions. The Torah refers to this list as “the ten words” (“decalogue”: Deuteronomy 4:13; 10:4), never “the ten commandments.”
Diaspora (3, 6, 10). Grk., “dispersion, scattering.” The word refers to the scattered Jewish communities outside the Eretz Yisra’el that spread and developed, especially under the Roman Empire. The Diaspora began with the Babylonian Exile, and by the start of the Common Era a majority of the world’s Jews lived outside their ancient national homeland.
Egypt (1, 3, 6). According to scripture, the Israelites emerged into history as former slaves escaping from Egyptian bondage. In Deuteronomy 28:68, returning to Egypt is the ultimate punishment that could be inflicted on a sinful nation. Nevertheless, in later times the Jews flourished in Egypt: an early military colony at Elephantine lasted for generations, and in Hellenistic and early Roman times the Jewish community in Alexandria was the largest in the world. After the war of 115–117 this community virtually disappeared.
Elijah (2). An early prophet and miracle worker, fierce opponent of worshiping gods other thanYHWH.He organized a contest (1 Kings 18) between himself and the priests of Baal in which YHWH’s miraculous intervention led to the (temporary) eradication of Baal worship. At the end of his life (2 Kings 2) Elijah was carried bodily into Heaven on a fiery chariot, and is expected to return at the end of time to announce the Messiah’s arrival. His chief disciple was Elisha. Neither left any writings; both were remembered for their strong personalities and their many wondrous acts.
Eretz Yisra’el Heb., “Land of Israel.” The standard name in rabbinic literature for the Jews’ native homeland, divided into three districts: Judaea, Galilee, and Transjordan. In rabbinic law, certain provisions of the Torah, chiefly having to do with the Sabbatical year (Leviticus 25), tithes, and other priestly entitlements, apply only in Eretz Yisra’el. The precise boundaries of the Land of Israel vary from one text to another; in seeking to determine these, the rabbis seem to have relied on biblical evidence and on the actual distribution of Jewish populations in their own time.
eschatology. From the Greek word for “last”: the word designates any conception of “last things,” or how the world will end. Judaic eschatology revolves around a number of powerful images: coming of the Messiah, rebuilding of the Temple, ingathering of the exile, resurrection of the dead and the last judgment. However, these images were never woven into a single, authoritative scenario describing the expected unfolding of actual events. See Appendix 1 for a sample eschatological narrative.
exile (2). Initially the Babylonian Exile, but eventually a more general attempt to give religious meaning to the fact that the bulk of the Jewish people no longer lived in their ancestral homeland. Modern writers often prefer to allude to this fact with the more neutral term Diaspora.
Exodus (1). Grk., “departure.” Word used to describe the Israelites’ escape fromEgyptian bondage. In Jewish memory the Exodus became the prototype of the redeeming power of God.
Ezekiel (1). Major prophet of the Babylonian Exile. Of priestly descent, he seems to have been taken to Babylon in the earlier exile of 597 BCE. The early chapters of his book contain a detailed (though vague) description of the chariot (Heb., merkava) in which God rides to visit the Earth; this vision heavily influenced Jewish mystics of the early centuries CE. The last section of the Book of Ezekiel contains a detailed though utopian description of the future restored Jewish commonwealth.
Ezra (3). Priest and scribe in the Persian Empire. Brought a copy of the Book of the Teaching (Torah) of Moses from Babylon to the restored community in Jerusalem; presided over the early attempts to establish that book as the lawbook of Yehud.
Hanukkah (4). Heb., for “dedication.” The name of an annual eight-day celebration of the Maccabees’ restoration of traditional rites at the Temple in Jerusalem.
Hasmonaeans (4). The family of the Maccabees, high priests (154–35 BCE) and kings (ca. 104–63 BCE) of Judaea.
Hellenism (4). The Greek way of living. Under Seleucid rule in Judaea, a dispute broke out among groups of Jews over the question of whether the people would be wise to adopt Greek ways in place of the traditional customs ascribed to Moses. For a while Hellenistic reforms were imposed on the people by force, but the Maccabees successfully led a rebellion against this program and established a traditionalist regime under their own leadership. Nevertheless, Judaism continued to be affected by the Greco-Roman environment in which it existed; large sections of the Diaspora carried out their Jewish lives in Greek.
Isaac (1). Son of Abraham, father of Jacob, the second of Israel’s three patriarchs. Most famously connected with the ‘Akeda (binding), the test of his father’s willingness to sacrifice Isaac at God’s command. When Isaac was old and blind, his younger son Jacob obtained by trickery the blessing that his older twin Esau had expected for himself.
Isaiah (1). The earliest of the major Israelite prophets, ca. 700 BCE. Modern scholars see the Book of Isaiah as a composite: the first thirty-nine chapters are generally the work of the historical prophet, but the remainder seem to have been produced generations later, by one or more prophets at the time of the Babylonian Exile.
Jacob (1). Third of Israel’s patriarchs, also called Israel. Father of twelve sons, after whom the twelve tribes of historical Israel were named.
Jeremiah (1, 2). Prophet during the last years of the Kingdom of Judah, carried to Egypt against his will after the fall of Jerusalem. His teachings and literary style are very similar to those of the Book of Deuteronomy: national disaster is a punishment from God because the nation has abandoned the covenant and worshiped false gods.
Jerusalem (1, 3, 4, 5, 7, 10). Capital of Israel and Judah from the time of King David. Site of the Temple. Destroyed by invading armies in 586 BCE (Babylon) and 70 CE (Rome).
Joseph (1). Son of Jacob. Unwisely favored by their father, he earned his brothers’ hatred, so they faked his death; sold to Egypt as a slave but favored by God in all things, he rose to great power and became an effective ruler of the land. Later, during a terrible famine, he was reconciled with his brothers and arranged for the family to come to Egypt, where there was food. This is how the ancestors of Israel came to be living in the country where they were enslaved.
Joshua (1). Disciple and successor of Moses. The Book of Joshua describes Israel’s conquest of the Promised Land, though archeological discoveries have cast doubt on its historical value.
Josiah (2, 3). King of Judah (died 609 BCE). During his reign, a previously unknown book of the teachings of Moses was found in the Temple. In conformity with that book, Josiah closed all shrines of YHWH except for the central Temple in Jerusalem.
Julius Caesar (5, 7, 10). Ruler of the Roman Empire (died 44 BCE). Favorable to the Jews, probably because they had supported his drive for power. Confirmed the Jews’ right to live according to their own traditions; provided exemptions from the demands of Roman law when those demands conflicted with Jewish tradition. Since Caesar’s great-nephew became the first Roman emperor (Augustus), these became the established policies of the empire.
kavvana (9). Heb., “intention.” The Mishnah repeatedly demands that religious actions be performed with intention, that is, with conscious awareness; it is not entirely clear whether the reference is to awareness of religious obligation or awareness of what one is doing. The concept is variously applied to ceremonial acts (e.g., blowing the ram’s horn on the New Year or eating unleavened bread on Passover) and to more inward activities such as reciting Sh’ma. The Babylonian Talmud characteristically minimizes this requirement, interpreting intention in the narrowest possible way; for example, one must not mistake the sound of the ram’s horn for a donkey’s bray.
kohen (priest) (1, 3, 4, 7). The ancient Jewish priesthood was drawn from a hereditary branch of the tribe of Levi, tracing its line back to Aaron, the brother of Moses. Only priests could offer sacrifices in the Temple. As long as the Second Temple stood, the high priest was effectively the head of the Jewish polity in the Land of Israel, and the leading priestly families constituted the aristocracy of Judaea. The crisis under Antiochus IV began when the king broke with precedent and dismissed a living high priest. Under the later Hasmonaeans, the high priests from that family were also kings of Judaea. Once the Romans took power in Judaea the high priesthood became a political office, to be filled at the discretion of the sovereign. When the Temple was destroyed the priesthood lost its political power almost at once, but the emerging rabbinic leadership left certain priestly entitlements in place. Levite (1, 3, 5). At an unknown but early time, the tribe of Levi withdrew from the ordinary structure of Israelite society and took on the special role of ritual assistants at the sacred center. In late Second Temple times, which are better documented, the Levites served as musicians (instrumental and vocal) to accompany the rites and also as Temple gatekeepers and night watchmen. According to tradition, the priests were a family from this tribe; under the
Hasmonaeans, tithes that were the Levites’ entitlement (Numbers 18:21) were diverted to the priests alone (M. Ma’aser Sheni 5:15).
Maccabees (4). When rebellion against Antiochus IV broke out in 168 BCE, the leader, Judah, was known by the nickname Maccabee (1 Maccabees 2:4); modern explanations of this epithet are varied and uncertain. By extension, ancient and modern writers have applied the term collectively to Judah and his four brothers or even to the Hasmonaean dynasty that was descended from Simon, the last brother to survive. Of the four so-called Books of the Maccabees, two are normally included in the Apocrypha and two in the larger collection of ancient Jewish pseudepigrapha.
Merkava (10). Heb., “chariot.” In the years following the Roman destruction of Jerusalem (and perhaps earlier), a mystical movement flourished in Judaea that sprang from the prophet Ezekiel’s vision (Ezekiel 1–3, 10) of the chariot of God. Through ecstatic meditation, practitioners would ride this chariot through the heavenly palaces (hekhalot) and gain access to heavenly secrets. Certain early leading masters (e.g., Yohanan b. Zakkai, Akiva b. Joseph; see Appendix 2) were associated with this movement. It seems to have reached its peak by the fourth century CE, though certain modern writers prefer a later date.
Messiah (5, 10). Heb., “anointed one.” In scripture the word can be applied to anyone chosen by God for a sacred role – priests (Leviticus 4:3), kings (1 Samuel 10:1, 16:13; 1 Kings 19:15–16; 2 Kings 9:3), and prophets (1 Kings 19:16) – and reflects the practice of designating such people by ceremonially pouring oil on their heads. Later the word came to be applied to the “anointed king” of the House of David whom God would send as redeemer at the end of days to gather in the exiles, rebuild the Temple, and restore Jewish nationhood. Christian messianism, which lost interest in Jewish national restoration, developed the concept in different directions, emphasizing the forgiveness of sins and entry into eternal life.
midrash (9). Heb., lit. “inquiry.” The characteristic style of rabbinic Bible interpretation, aimed at uncovering new layers of meaning through either the combination of seemingly unrelated texts or the painstaking examination of minute textual details. By extension, midrash can also mean the result of such interpretation, therefore (in its mostcommonmodern usage) nonbiblical narratives or legends. But midrash can equally be applied to the clarification of law or of any obscure passage in scripture. A list of major ancient collections of midrash can be found in Chapter 9.
Mishnah (9). A compilation of rabbinic teachings, mostly legal, dating from around 200 CE, edited under the supervision of R. Judah the Patriarch (Nasi). The oldest surviving rabbinic book, though fragments of older materials may survive in other places. The Mishnah takes the form of a law code, but it contains numerous unresolved disagreements and nonlegal passages: it was probably designed as a training curriculum for rabbinic disciples rather than as an actual guide to Jewish law. Consists of six Orders subdivided into a total of sixty-three tractates, each loosely organized around a specific topic, usually of Jewish law. A list of these topics can be found in Chapter 9.
Mitzvah (sing.), mitzvot (plur.). Heb., “commandment(s).” The technical term in rabbinic language for ceremonial or ethical actions required by the Torah. A widespread overall description of the rabbis’ conception of a pious life was “study of Torah and fulfillment of its mitzvot.”
Moses (1, 3, 9). The founder of the Jewish religion and agent (through the power of God) of Israel’s liberation from Egyptian bondage. After leaving Egypt, he twice spent forty days in private communion with God on Mount Sinai and brought down the “teaching” (Torah) that would form the eternal basis of Jewish life. All subsequent forms of Judaism claimed to be in keeping with the teachings of Moses; even the rabbis’ Oral Torah was traced back to him. The official written version of the teaching of Moses was found in the book that Ezra brought back from Babylon.
Nehemiah (3). Governor of Yehud under the Persian Empire (ca. 444 BCE). Supported Ezra in the effort to establish the Torah as law of the land. A forceful, combative individual; his memoirs form the background of the book in scripture that bears his name.
Passover (1). Probably the oldest Israelite/Jewish festival, combining elements of a celebration of spring with historical commemoration of the Exodus from Egypt. The festival was marked by the ritual consumption of a roasted lamb and abstention for a week from all leavened foods. After the Temple was destroyed the lamb sacrifice became impossible, but the Passover feast (Seder) remained an important annual observance.
Pentateuch (1, 3). Grk., “five books.” The Written Torah, the five books of Moses.
Persia (3). For two centuries the dominant power in the ancient Near East; ruled the Land of Israel from 539 to 333 BCE. The Torah officially became the law of the law of Yehud by decree of the Persian King Artaxerxes. The Persian Empire was finally conquered (333–331 BCE) by Alexander the Great, and the Hellenistic era began. The Land of Israel was again briefly conquered by Persians in the seventh century CE; see Chapter 10.
Pharisees (5). Members of a religious movement in late Second Temple times; famous as teachers on account of their knowledge of tradition and characterized by careful attention to purity. Had a wide following but enjoyed significant political authority only during the reign of Queen Salome Alexandra (76–69 BCE). Early rabbis saw themselves as successors to the Pharisees; early Christians saw the Pharisees as their chief rivals, so they are depicted with great hostility in the New Testament Gospels.
Philo (6). Jewish philosopher and community leader in Alexandria (early first century CE).Leda delegation to theEmperorNero (40? CE). Most famous for his allegorical interpretation of the Torah, inwhich every story and every law carries an important encoded lesson concerning religious experience, the good life, or the nature of God. Forgotten by the Jews, he was honored by the Christian Church as a forerunner of Christianity.
piyyut (10). Poetry, often elaborate and full of artifice, that is designed for use in synagogue services.
Pompey (5). Roman general who put an end to the Seleucid Empire and brought Judaea under the rule of Rome (63 BCE). His great rival was Julius Caesar, and the Jews supported Caesar out of hatred for Pompey; Caesar responded with a set of enactments favorable to the Jews.
prophets (1, 2, 3). Intermediary messengers between Israel and YHWH. There were different viewpoints among the ancient prophets, but their most characteristic affirmations were that God would not tolerate either social injustice or the worship of other deities: each of these was a violation of the covenant that would bring terrible consequences. Before the Babylonian Exile most people resisted the prophets’ message, but in the end this message became the foundation of postbiblical Judaism. Most of the Jewish Bible consists of the prophets’ orations or writings or stories about incidents in their lives.
pseudepigrapha (4) Gk., “falsely attributed writings.” In late antiquity, many writings circulated under the names of biblical heroes that had not in fact been written by those personalities; the oldest surviving such text is the Book of Daniel. Some of these were ascribed to known biblical writers, others to people (going back as far as Adam and Eve!) who had not actually written any extant materials. Probably this practice arose out of authors’ wish to gain a readier audience for their message. None of these books (except for the Bible itself) was preserved by Jews; they exist today in copies prepared in many languages and preserved through the Middle Ages in Christian monasteries.
Ptolemies (4). A royal dynasty descended from Ptolemy Lagos, a general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Egypt. After Alexander suddenly died young, Ptolemy declared himself king of Egypt, and his descendants ruled that country for 300 years, with their capital at Alexandria, until the Roman Octavian defeated Cleopatra VII and took the country for himself. Under the Ptolemies a flourishing Jewish community developed in Alexandria and elsewhere, though its relations with the dominant Greeks were sometimes tense. The Septuagint translation of the Torah was prepared in Alexandria around 250 BCE.
purity (5). The Torah, especially in Leviticus, contains numerous detailed rules for the preservation of purity (Heb., tohorah) and the avoidance of defilement (Heb. tum’ah). Defilement was normally the result of contact with dead bodies or certain bodily (mostly sexual) fluids, and by extension through an unidentified skin condition usually translated as “leprosy.” Childbirth also left the mother temporarily unclean, though it is important to emphasize that “unclean” never meant “dirty.” The main practical consequence of defilement was that unclean persons were barred from the Temple and from any contact with sacred objects or sacred foods, but the Pharisees were known for their commitment to maintain purity even in everyday life.
rabbi (8, 9, 10). “Master.” Title of the sages, member of a religious movement that strove to achieve leadership of the Jewish community in Eretz Yisra’el and Babylonia in the generations following the destruction of Jerusalem. Their claim to authority was based on their mastery of Torah, and their restoration of Judaism after the Temple was lost survived into modern times. The Mishnah, the Talmuds, and various books of midrash provide compilations of rabbinic teaching and stories about ancient rabbinic masters. See also Torah.
Rome (5, 6, 7). City in Italy that achieved domination of the Mediterranean world over the last centuries BCE. Rome conquered Judaea in 63 BCE and Egypt with its large Jewish population in 31 BCE. A Roman army destroyed the Jerusalem Temple in 70 CE. Of the great centers of Jewish population, only Babylonia remained outside Roman control. In the Land of Israel, the rabbis achieved positions of leadership by reaching an accommodation with Rome.Whenthe family of the Emperor Constantine adopted Christianity, the entire empire began a process of Christianization that eventually left only the Jews outside the new religious consensus.
Rosh ha-Shanah. The New Year’s celebration; also the name of a tractate in the Mishnah.
Sabbath (1, 6, 8,A3). The Jewish day of rest, occurring once every seven days. This observance affirmed God’s creation of the world (Genesis 1–2), as well as the covenant with Moses as reflected in the Decalogue (Exodus 20:8), even the Exodus from Egypt (Deuteronomy 5:15). In Greco-Roman times, Sabbath observance was one of the most widely noted features of Jewish life: Jews disappeared from the marketplace and gathered in their synagogues and homes to perform mysterious but fascinating rituals. From the time of Julius Caesar on, Roman administrative practice acknowledged the Jews’ right to observe the Sabbath without disturbance. The early rabbis worked to standardize both the rules for avoiding labor on the Sabbath and the ceremonies that marked the day’s holiness.
Seleucids (4). A royal dynasty descended from Seleucus, another general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Babylon. Over the decades following Alexander’s death, Seleucus built a large kingdom extending from Mesopotamia into Asia Minor. The Seleucid Antiochus III conquered Judaea from the Ptolemies in 198 BCE, and his son Antiochus IV lost the province to the Maccabees after a failed attempt to impose Hellenism on the resistant Jewish population.
Septuagint (3, 6). Grk., “seventy.” The Greek translation of the Torah, prepared in Alexandria around 250 BCE; the name reflects the story that thirtyfive (or thiry-six) separate pairs of translators all produced exactly the same rendition of the original. Made possible the spread of Greek-speaking Judaism throughout the Greco-Roman world, and therefore also the spread of Christianity. The name is sometimes used for the Greek translation of the entire Bible, but the various books were actually translated separately over a period of several generations.
Sh’ma (8). Heb., “Hear,” first word of Deuteronomy 6:4. The first word of a twice-daily three-paragraph (Deuteronomy 6:4–9, 11:13–21; Numbers 15:37– 41) liturgical recitation that has been a core element in Jewish worship since the beginning of the Common Era. In rabbinic interpretation, the three paragraphs represent acceptance of the “Yoke of Heaven,” acceptance of the “Yoke of the Commandments,” and remembrance of the Exodus from Egypt. shofar. The ram’s horn that is blown on the New Year (see Leviticus 23:24; Numbers 29:1).
Sinai (Mount) (1, 8). The location of God’s revealing the Torah to Moses (Exodus 19−24). After the ancient rabbis developed the concept of Oral Torah, all Jewish tradition was deemed to have come from this revelation, except that much had been excluded from the Written Torah of the Pentateuch.
Solomon (1). King of Israel, son of David (late tenth century BCE). Credited with great wisdom; reputed author of several books of the Bible (see Chapter 1, “What Is in the Bible?”); built the first Jerusalem Temple (1 Kings 6–7). sugya (9, A1). An extended discussion in the Talmud.
Sukkah (1, 5, A1). Heb., “tabernacle, booth.” During the autumn Festival of Tabernacles, people would build and dwell in temporary huts, reminiscent of Israel’s days in the desert. The incident of the high priest and the water libation (see Chapter 5) took place during this festival, as did the eschatological drama found in Appendix 1.
Talmud (9, 10, A1, A2). Heb., “study”; Aram. gemara is a synonym. Ancient compilations of rabbinic teaching, in the form of loose commentary on selected Mishnaic tractates, thousands of pages long. The Jerusalem Talmud was compiled in the academies of Eretz Yisra’el, probably around 400 CE; the larger and more authoritative Babylonian Talmud was compiled in that country, largely during the sixth century.
Tanakh (1). Heb. acronym: Torah, Nevi’im (prophets), Ketuvim (writings). In modern times, a widely used designation for the twenty-four books of holy scripture; the term was not used until the Middle Ages. See Chapter 1 for a list of the twenty-four.
Targum (10). Aramaic translation of scripture.
Tefilla (8). Heb., “prayer.” The word can designate any prayer, but in rabbinic discourse it particularly means the sequence of eighteen (later nineteen) blessings that form the central petitionary prayer of the service. Also called ‘amida, the “standing” prayer, on account of the worshiper’s posture when reciting it.
Temple (1, 4, 7, 8). The central shrine of Jewish worship until the first century CE. First built in Jerusalem by King Solomon and destroyed by the Babylonians, then rebuilt under the Persians, only to be destroyed for good by Rome in 70 CE. Much of the Torah contains detailed instructions for performance of the Temple sacrifices and preservation of the Temple’s purity. Local Jewish temples also existed in Egypt, first at Elephantine under the Persians, then at Heliopolis under the Ptolemies and the Romans, but these never achieved worldwide significance. Several attempts to restore the Temple under the later Roman Empire came to nothing, but the expectation that the Temple and its ceremonies will be restored at the end of days remained an important part of Jewish religious hope into modern times.
Teruma (A1), “heave-offering.” A gift of produce that farmers were obliged to supply to the priests. Priests who consumed this food had to be ritually clean, a requirement that supplied the background to the first paragraph of the Mishnah and the Talmud.
Titus (7). Romangeneral and emperor; son ofVespasian. The SecondTemple was destroyed by an army under his command. A triumphal arch in Rome built in honor of Titus depicts Roman soldiers carrying the spoils of the Temple.
Torah (1, 3, 9). Heb., “teaching.” The official name of the Pentateuch from the time of Ezra. In rabbinic discourse, the term designates the entirety of Jewish religion, not least the Oral Torah containing the teachings of the rabbis themselves. Rabbis claimed that mastery of Torah imparted the power to work miracles (including using the “evil eye”) and enjoy long life, and that mastery of Torah was the only true basis for Jewish leadership. In rabbinic eyes, a fulfilled life was one dedicated to learning and teaching Torah; such a life transformed ordinary individuals into holy men. Torah learning was sporadically available to women, but no important rabbi was a female. tractate (9). One of the sixty-three subdivisions of the Mishnah. See Chapter 9.
Vespasian (7). Roman general and emperor; appointed by Nero to put down the Jewish rebellion of 66. He left during the campaign to take power as emperor and entrusted the Jewish war to his son Titus.
YHWH (1, 2). The name of the God of Israel. In postbiblical times, this name was supposedly no longer spoken out loud except by the high priest on the Day of Atonement, and it was replaced by substitutes, most familiarly “the Lord”; modern scholars are in fact unsure of its correct pronunciation. However, later magical scrolls contain apparent invocations of the Jewish God by his name, so it appears that some private individuals (perhaps only gentile sorcerers) continued to use the name into later times.
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[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Glossario]]
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|David playing the harp before Saul (c.1852), by Silvestro Lega.jpg|740px|''David che placa col suono dell'arpa le smanie di Saul travagliato dallo spirito malo'', di [[w:Silvestro Lega|Silvestro Lega]] (1852)}}
== GLOSSARIO ==
'''''Nota''''': In questo glossario sono inclusi alcuni personaggi biblici, insieme a figure storiche del periodo del [[w:Secondo tempio di Gerusalemme|Secondo Tempio]], ma non i rabbini. Brevi biografie di alcuni rabbini antichi sono disponibili nell'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 2|Appendice 2]]. I numeri che seguono molti titoli indicano i Capitoli in cui si trovano discussioni significative su argomenti o persone particolari; le voci A1 e A3 indicano l'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 1|Appendice 1]] e l'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 3|Appendice 3]].
<!--- miei testi inglesi da tradurre e adattare --->
'''Aaron''' (1, 3). Brother of Moses, spokesman for his brother before Pharaoh and the people (Exodus 4:15–16), and first high priest (Exodus 28). Since the Jewish priesthood was hereditary, every later kohen (priest) was deemed to be Aaron’s descendant. In the Torah, Aaron’s character is ambiguous: he builds the Golden Calf (Exodus 32), he slanders Moses (Numbers 12), and he somehow violates God’s trust and is barred from the Holy Land (Numbers 20). Nevertheless, rabbinic tradition remembered him as distinguished for his love of peace (M. Avot 1:12).
'''Abraham''' (1). Father of the Jewish nation. Settled in Canaan at God’s direct behest, he received a promise that his descendants would inherit the land (Genesis 12). He inaugurated the practice of circumcision, performing the act on himself when he was ninety-nine years old (Genesis 17:24). God’s choice of Abraham for this vital historical role is never clearly explained.
'''Alexandria''' (6, 7). Founded by Alexander the Great (331 BCE), the royal capital of Egypt under the Ptolemies, and the largest city and cultural capital of the Hellenistic world. Septuagint translation of the Torah prepared ca. 250 BCE. Remained an important center after the Roman conquest (31 BCE), home to the largest Jewish community of the Diaspora. Philo claims (Flaccus 43) that there were 1 million Jews in Egypt, but he can be suspected of exaggerating; Josephus writes that 50,000 Jews in Alexandria were slaughtered when the great rebellion broke out in Judaea (66 CE). The entire community was destroyed during the Diaspora rebellion of 115–117 CE.
'''allegory''' (6). Any text that seems to be talking about one thing but really means something else. According to Philo, the entire Torah – its stories and its laws – must be read as an allegory. The real lessons of the Torah have to do with the nature of religious experience and the contemplative path to knowledge of God. The characters in biblical narrative, as well as the details of Jewish ritual law, are coded embodiments of deeper truths.
'''Antiochus III''' (4). Seleucid monarch (223–187 BCE); conquered Judaea from Ptolemy V in 198. Josephus (Antiquities 12.138–146) records documents in which the conqueror promised to leave the Jews unhindered in their observance of ancestral law.
'''Antiochus IV''' (4). Seleucid monarch (175–163 BCE), younger son of Antiochus III. During his reign, violence broke out in Judaea among rival contenders for the high priesthood and over the issue of Hellenism. Trying to restore order, the king attempted to suppress traditional Jewish customs. The struggle against this attempt brought the Maccabees to power.
'''Apocrypha''' (4). {{Lingue|el}}, “items hidden away.” The Greek-speaking Jews of Alexandria included a greater number of books in their collection of holy scriptures than the Hebrew-speaking Jews of the Land of Israel, and the Christian Church adopted this larger collection as the Old Testament. By the time of the Protestant Reformation, Jews had abandoned the use of religious texts in Greek, and the reformers thought it wrong for the Church to revere books that the Jews themselves had set aside; about a dozen books (see Chapter 4, “The Apocrypha”) were accordingly removed (“hidden away”) from the official scriptures of the Protestant churches. However, they were not simply discarded: in view of their long history, they were preserved in a separate collection of books deemed inferior to canonical scripture but worthy of study nonetheless.
'''Assyria''' (1). Leading power in the Near East during the late eighth century BCE, centered in northern Mesopotamia (modern Iraq). In 722 an Assyrian army under Shalmaneser V conquered the northern Kingdom of Israel and carried its inhabitants (the so-called ten lost tribes) into exile (2 Kings 17). In 701 a similar attempt under Sennacherib to capture Jerusalem and the Kingdom of Judah failed (2 Kings 19:35).
'''Babylon''' (1, 9, 10). Ancient city in central Mesopotamia, capital of a powerful empire that captured Jerusalem under Nebuchadnezzar II (586 BCE) and put an end to the Kingdom of Judah (see Assyria). Judaeans exiled to Babylon formed the core of a community that flourished for centuries and much later (from the third century CE) became the first major center of rabbinic teaching in the Diaspora. The main body of the Babylonian Talmud was compiled in the fifth century CE, though revisions continued into the sixth.
'''Babylonian Exile''' (1, 2, 3). Destruction of the First Temple and eviction of the nation from its land caused a religious crisis: how could the God of the covenant have allowed his chosen people and his own holy sanctuary to be destroyed in such a manner? Was YHWH’s promise not to be trusted? Many surely despaired and abandoned the covenant, but overall the exiled community preserved its identity and survived to return home. For those people the exile confirmed the Deuteronomic idea that national suffering is punishment for disloyalty to God; those in Babylon who did not abandon the God of Israel became more fiercely loyal than ever. (Among those who remained in Judah, matters were different: see Chapter 3.)
'''Baraita''' (A1). {{Lingue|arc}}, “outside.” An item of rabbinic teaching similar to the teachings in the Mishnah but not found in that collection.
'''blessing''' (8). {{Lingue|he}}, ''berakha''. The characteristic unit of rabbinic prayer, containing an initial fixed formula (“Blessed are you, Lord, our God, king of the world”) and a conclusion that reflects the occasion for reciting it. This can be the performance of a mitzva, or recitation of a liturgical text, or experience of bodily pleasure through taste or sight or smell.
'''canon''' (1, 4). The official list of books deemed holy scripture; actually, the concept is Christian. Over the first centuries of its existence, leaders of the Church worked out an authoritative list of such writings. Judaism never had an equivalent, though a consensus slowly grew, not firm until the third century CE, as to which books “defile the hands” (that is, are holy; see M. Yadaim 3:4–5).
'''covenant''' (1, 2, 3, 4). A contract or a pact: the fundamental concept of biblical religious thought. The god YHWH repeatedly enters into covenants with important biblical heroes, those with Noah, Abraham, and Moses being of greatest consequence. As with any contract each side undertook commitments to the other, but these were not always clear, and the human participants often failed to satisfy their obligations. Were God’s promises conditional? Could the people lose their land? Did the covenant with YHWH forbid the worship of other deities in any form whatever? The prophets’ uncompromising answers to these questions were a minority view in their own time, but ultimately they became the core concepts of Judaism.
'''Cyrus''' (3). King of Persia; conquered Babylon (539 BCE). The Hebrew Bible ends with his proclamation that the exiled people of Judah could return home and rebuild their Temple (2 Chronicles 36:23); he was therefore acclaimed in prophetic circles asYHWH’s own Messiah, that is, anointed one (Isaiah 45:1).
'''David''' (1). First really successful king of Israel (mid-tenth century BCE), founder of a dynasty that reigned until the Babylonian Exile. In scripture a heroic figure – successful conqueror and great poet – though also a person of sometimes ignoble deeds. Received God’s promise that his family would reign forever (2 Samuel 7:16); therefore, when the kingdom was overthrown, the Jews developed a permanent expectation that it would be restored. This expectation eventually took the form of waiting for the Messiah.
'''Day of Atonement''' ([[w:Yom Kippur|Yom Kippur]]) (1). Holiest day of the Jewish calendar; marked (at least in later times) by a twenty-five-hour abstention from food, drink, and other physical comforts. The day began (Leviticus 16) as anannual cleansing of the public Sanctuary from any accidental defilement that might have occurred, but over time it became a day of personal repentance and renewal (Leviticus 23:26–32).
'''Decalogue''' (Ten Commandments) (1, A3). A list of ten religious rules that appears twice in the Torah (Exodus 20:2–17; Deuteronomy 5:6–21) and purports to give the actual words spoken by the voice of God at Mount Sinai. In later times, this list was often taken to provide the basic foundation of true religion, and has remained of central importance to this day in some varieties of Judaism and Christianity. The actual division of the text into ten “commandments” varies in Jewish, Catholic, and Protestant versions. The Torah refers to this list as “the ten words” (“decalogue”: Deuteronomy 4:13; 10:4), never “the ten commandments.”
'''Diaspora''' (3, 6, 10). Grk., “dispersion, scattering.” The word refers to the scattered Jewish communities outside the Eretz Yisra’el that spread and developed, especially under the Roman Empire. The Diaspora began with the Babylonian Exile, and by the start of the Common Era a majority of the world’s Jews lived outside their ancient national homeland.
'''Egypt''' (1, 3, 6). According to scripture, the Israelites emerged into history as former slaves escaping from Egyptian bondage. In Deuteronomy 28:68, returning to Egypt is the ultimate punishment that could be inflicted on a sinful nation. Nevertheless, in later times the Jews flourished in Egypt: an early military colony at Elephantine lasted for generations, and in Hellenistic and early Roman times the Jewish community in Alexandria was the largest in the world. After the war of 115–117 this community virtually disappeared.
'''Elijah''' (2). An early prophet and miracle worker, fierce opponent of worshiping gods other thanYHWH.He organized a contest (1 Kings 18) between himself and the priests of Baal in which YHWH’s miraculous intervention led to the (temporary) eradication of Baal worship. At the end of his life (2 Kings 2) Elijah was carried bodily into Heaven on a fiery chariot, and is expected to return at the end of time to announce the Messiah’s arrival. His chief disciple was Elisha. Neither left any writings; both were remembered for their strong personalities and their many wondrous acts.
'''Eretz Yisra’el''' {{Lingue|he}}, “Land of Israel.” The standard name in rabbinic literature for the Jews’ native homeland, divided into three districts: Judaea, Galilee, and Transjordan. In rabbinic law, certain provisions of the Torah, chiefly having to do with the Sabbatical year (Leviticus 25), tithes, and other priestly entitlements, apply only in Eretz Yisra’el. The precise boundaries of the Land of Israel vary from one text to another; in seeking to determine these, the rabbis seem to have relied on biblical evidence and on the actual distribution of Jewish populations in their own time.
'''eschatology'''. From the Greek word for “last”: the word designates any conception of “last things,” or how the world will end. Judaic eschatology revolves around a number of powerful images: coming of the Messiah, rebuilding of the Temple, ingathering of the exile, resurrection of the dead and the last judgment. However, these images were never woven into a single, authoritative scenario describing the expected unfolding of actual events. See Appendix 1 for a sample eschatological narrative.
'''exile''' (2). Initially the Babylonian Exile, but eventually a more general attempt to give religious meaning to the fact that the bulk of the Jewish people no longer lived in their ancestral homeland. Modern writers often prefer to allude to this fact with the more neutral term Diaspora.
'''Exodus''' (1). {{Lingue|el}}, “departure.” Word used to describe the Israelites’ escape fromEgyptian bondage. In Jewish memory the Exodus became the prototype of the redeeming power of God.
'''Ezekiel''' (1). Major prophet of the Babylonian Exile. Of priestly descent, he seems to have been taken to Babylon in the earlier exile of 597 BCE. The early chapters of his book contain a detailed (though vague) description of the chariot (Heb., merkava) in which God rides to visit the Earth; this vision heavily influenced Jewish mystics of the early centuries CE. The last section of the Book of Ezekiel contains a detailed though utopian description of the future restored Jewish commonwealth.
'''Ezra''' (3). Priest and scribe in the Persian Empire. Brought a copy of the Book of the Teaching (Torah) of Moses from Babylon to the restored community in Jerusalem; presided over the early attempts to establish that book as the lawbook of Yehud.
'''Hanukkah''' (4). {{Lingue|he}}, for “dedication.” The name of an annual eight-day celebration of the Maccabees’ restoration of traditional rites at the Temple in Jerusalem.
'''Hasmonaeans''' (4). The family of the Maccabees, high priests (154–35 BCE) and kings (ca. 104–63 BCE) of Judaea.
'''Hellenism''' (4). The Greek way of living. Under Seleucid rule in Judaea, a dispute broke out among groups of Jews over the question of whether the people would be wise to adopt Greek ways in place of the traditional customs ascribed to Moses. For a while Hellenistic reforms were imposed on the people by force, but the Maccabees successfully led a rebellion against this program and established a traditionalist regime under their own leadership. Nevertheless, Judaism continued to be affected by the Greco-Roman environment in which it existed; large sections of the Diaspora carried out their Jewish lives in Greek.
'''Isaac''' (1). Son of Abraham, father of Jacob, the second of Israel’s three patriarchs. Most famously connected with the ‘Akeda (binding), the test of his father’s willingness to sacrifice Isaac at God’s command. When Isaac was old and blind, his younger son Jacob obtained by trickery the blessing that his older twin Esau had expected for himself.
'''Isaiah''' (1). The earliest of the major Israelite prophets, ca. 700 BCE. Modern scholars see the Book of Isaiah as a composite: the first thirty-nine chapters are generally the work of the historical prophet, but the remainder seem to have been produced generations later, by one or more prophets at the time of the Babylonian Exile.
'''Jacob''' (1). Third of Israel’s patriarchs, also called Israel. Father of twelve sons, after whom the twelve tribes of historical Israel were named.
'''Jeremiah''' (1, 2). Prophet during the last years of the Kingdom of Judah, carried to Egypt against his will after the fall of Jerusalem. His teachings and literary style are very similar to those of the Book of Deuteronomy: national disaster is a punishment from God because the nation has abandoned the covenant and worshiped false gods.
'''Jerusalem''' (1, 3, 4, 5, 7, 10). Capital of Israel and Judah from the time of King David. Site of the Temple. Destroyed by invading armies in 586 BCE (Babylon) and 70 CE (Rome).
'''Joseph''' (1). Son of Jacob. Unwisely favored by their father, he earned his brothers’ hatred, so they faked his death; sold to Egypt as a slave but favored by God in all things, he rose to great power and became an effective ruler of the land. Later, during a terrible famine, he was reconciled with his brothers and arranged for the family to come to Egypt, where there was food. This is how the ancestors of Israel came to be living in the country where they were enslaved.
'''Joshua''' (1). Disciple and successor of Moses. The Book of Joshua describes Israel’s conquest of the Promised Land, though archeological discoveries have cast doubt on its historical value.
'''Josiah''' (2, 3). King of Judah (died 609 BCE). During his reign, a previously unknown book of the teachings of Moses was found in the Temple. In conformity with that book, Josiah closed all shrines of YHWH except for the central Temple in Jerusalem.
'''Julius Caesar''' (5, 7, 10). Ruler of the Roman Empire (died 44 BCE). Favorable to the Jews, probably because they had supported his drive for power. Confirmed the Jews’ right to live according to their own traditions; provided exemptions from the demands of Roman law when those demands conflicted with Jewish tradition. Since Caesar’s great-nephew became the first Roman emperor (Augustus), these became the established policies of the empire.
'''kavvana''' (9). {{Lingue|he}}, “intention.” The Mishnah repeatedly demands that religious actions be performed with intention, that is, with conscious awareness; it is not entirely clear whether the reference is to awareness of religious obligation or awareness of what one is doing. The concept is variously applied to ceremonial acts (e.g., blowing the ram’s horn on the New Year or eating unleavened bread on Passover) and to more inward activities such as reciting Sh’ma. The Babylonian Talmud characteristically minimizes this requirement, interpreting intention in the narrowest possible way; for example, one must not mistake the sound of the ram’s horn for a donkey’s bray.
'''kohen''' (sacerdote) (1, 3, 4, 7). The ancient Jewish priesthood was drawn from a hereditary branch of the tribe of Levi, tracing its line back to Aaron, the brother of Moses. Only priests could offer sacrifices in the Temple. As long as the Second Temple stood, the high priest was effectively the head of the Jewish polity in the Land of Israel, and the leading priestly families constituted the aristocracy of Judaea. The crisis under Antiochus IV began when the king broke with precedent and dismissed a living high priest. Under the later Hasmonaeans, the high priests from that family were also kings of Judaea. Once the Romans took power in Judaea the high priesthood became a political office, to be filled at the discretion of the sovereign. When the Temple was destroyed the priesthood lost its political power almost at once, but the emerging rabbinic leadership left certain priestly entitlements in place. Levite (1, 3, 5). At an unknown but early time, the tribe of Levi withdrew from the ordinary structure of Israelite society and took on the special role of ritual assistants at the sacred center. In late Second Temple times, which are better documented, the Levites served as musicians (instrumental and vocal) to accompany the rites and also as Temple gatekeepers and night watchmen. According to tradition, the priests were a family from this tribe; under the Hasmonaeans, tithes that were the Levites’ entitlement (Numbers 18:21) were diverted to the priests alone (M. Ma’aser Sheni 5:15).
'''Maccabees''' (4). When rebellion against Antiochus IV broke out in 168 BCE, the leader, Judah, was known by the nickname Maccabee (1 Maccabees 2:4); modern explanations of this epithet are varied and uncertain. By extension, ancient and modern writers have applied the term collectively to Judah and his four brothers or even to the Hasmonaean dynasty that was descended from Simon, the last brother to survive. Of the four so-called Books of the Maccabees, two are normally included in the Apocrypha and two in the larger collection of ancient Jewish pseudepigrapha.
'''Merkava''' (10). {{Lingue|he}}, “chariot.” In the years following the Roman destruction of Jerusalem (and perhaps earlier), a mystical movement flourished in Judaea that sprang from the prophet Ezekiel’s vision (Ezekiel 1–3, 10) of the chariot of God. Through ecstatic meditation, practitioners would ride this chariot through the heavenly palaces (hekhalot) and gain access to heavenly secrets. Certain early leading masters (e.g., Yohanan b. Zakkai, Akiva b. Joseph; see Appendix 2) were associated with this movement. It seems to have reached its peak by the fourth century CE, though certain modern writers prefer a later date.
'''Messiah''' (5, 10). {{Lingue|he}}, “anointed one.” In scripture the word can be applied to anyone chosen by God for a sacred role – priests (Leviticus 4:3), kings (1 Samuel 10:1, 16:13; 1 Kings 19:15–16; 2 Kings 9:3), and prophets (1 Kings 19:16) – and reflects the practice of designating such people by ceremonially pouring oil on their heads. Later the word came to be applied to the “anointed king” of the House of David whom God would send as redeemer at the end of days to gather in the exiles, rebuild the Temple, and restore Jewish nationhood. Christian messianism, which lost interest in Jewish national restoration, developed the concept in different directions, emphasizing the forgiveness of sins and entry into eternal life.
'''midrash''' (9). {{Lingue|he}}, lit. “inquiry.” The characteristic style of rabbinic Bible interpretation, aimed at uncovering new layers of meaning through either the combination of seemingly unrelated texts or the painstaking examination of minute textual details. By extension, midrash can also mean the result of such interpretation, therefore (in its mostcommonmodern usage) nonbiblical narratives or legends. But midrash can equally be applied to the clarification of law or of any obscure passage in scripture. A list of major ancient collections of midrash can be found in Chapter 9.
'''Mishnah''' (9). A compilation of rabbinic teachings, mostly legal, dating from around 200 CE, edited under the supervision of R. Judah the Patriarch (Nasi). The oldest surviving rabbinic book, though fragments of older materials may survive in other places. The Mishnah takes the form of a law code, but it contains numerous unresolved disagreements and nonlegal passages: it was probably designed as a training curriculum for rabbinic disciples rather than as an actual guide to Jewish law. Consists of six Orders subdivided into a total of sixty-three tractates, each loosely organized around a specific topic, usually of Jewish law. A list of these topics can be found in Chapter 9.
'''Mitzvah''' (sing.), '''mitzvot''' (plur.) {{Lingue|he}}, “commandment(s).” The technical term in rabbinic language for ceremonial or ethical actions required by the Torah. A widespread overall description of the rabbis’ conception of a pious life was “study of Torah and fulfillment of its mitzvot.”
'''Moses''' (1, 3, 9). The founder of the Jewish religion and agent (through the power of God) of Israel’s liberation from Egyptian bondage. After leaving Egypt, he twice spent forty days in private communion with God on Mount Sinai and brought down the “teaching” (Torah) that would form the eternal basis of Jewish life. All subsequent forms of Judaism claimed to be in keeping with the teachings of Moses; even the rabbis’ Oral Torah was traced back to him. The official written version of the teaching of Moses was found in the book that Ezra brought back from Babylon.
'''Nehemiah''' (3). Governor of Yehud under the Persian Empire (ca. 444 BCE). Supported Ezra in the effort to establish the Torah as law of the land. A forceful, combative individual; his memoirs form the background of the book in scripture that bears his name.
'''Passover''' (1). Probably the oldest Israelite/Jewish festival, combining elements of a celebration of spring with historical commemoration of the Exodus from Egypt. The festival was marked by the ritual consumption of a roasted lamb and abstention for a week from all leavened foods. After the Temple was destroyed the lamb sacrifice became impossible, but the Passover feast (Seder) remained an important annual observance.
'''Pentateuch''' (1, 3). {{Lingue|el}}, “five books.” The Written Torah, the five books of Moses.
'''Persia''' (3). For two centuries the dominant power in the ancient Near East; ruled the Land of Israel from 539 to 333 BCE. The Torah officially became the law of the law of Yehud by decree of the Persian King Artaxerxes. The Persian Empire was finally conquered (333–331 BCE) by Alexander the Great, and the Hellenistic era began. The Land of Israel was again briefly conquered by Persians in the seventh century CE; see Chapter 10.
'''Pharisees''' (5). Members of a religious movement in late Second Temple times; famous as teachers on account of their knowledge of tradition and characterized by careful attention to purity. Had a wide following but enjoyed significant political authority only during the reign of Queen Salome Alexandra (76–69 BCE). Early rabbis saw themselves as successors to the Pharisees; early Christians saw the Pharisees as their chief rivals, so they are depicted with great hostility in the New Testament Gospels.
'''Filone''' (6). Jewish philosopher and community leader in Alexandria (early first century CE).Leda delegation to theEmperorNero (40? CE). Most famous for his allegorical interpretation of the Torah, inwhich every story and every law carries an important encoded lesson concerning religious experience, the good life, or the nature of God. Forgotten by the Jews, he was honored by the Christian Church as a forerunner of Christianity.
'''piyyut''' (10). Poetry, often elaborate and full of artifice, that is designed for use in synagogue services.
'''Pompey''' (5). Roman general who put an end to the Seleucid Empire and brought Judaea under the rule of Rome (63 BCE). His great rival was Julius Caesar, and the Jews supported Caesar out of hatred for Pompey; Caesar responded with a set of enactments favorable to the Jews.
'''prophets''' (1, 2, 3). Intermediary messengers between Israel and YHWH. There were different viewpoints among the ancient prophets, but their most characteristic affirmations were that God would not tolerate either social injustice or the worship of other deities: each of these was a violation of the covenant that would bring terrible consequences. Before the Babylonian Exile most people resisted the prophets’ message, but in the end this message became the foundation of postbiblical Judaism. Most of the Jewish Bible consists of the prophets’ orations or writings or stories about incidents in their lives.
'''pseudepigrapha''' (4) {{Lingue|el}}, “falsely attributed writings.” In late antiquity, many writings circulated under the names of biblical heroes that had not in fact been written by those personalities; the oldest surviving such text is the Book of Daniel. Some of these were ascribed to known biblical writers, others to people (going back as far as Adam and Eve!) who had not actually written any extant materials. Probably this practice arose out of authors’ wish to gain a readier audience for their message. None of these books (except for the Bible itself) was preserved by Jews; they exist today in copies prepared in many languages and preserved through the Middle Ages in Christian monasteries.
'''Ptolemies''' (4). A royal dynasty descended from Ptolemy Lagos, a general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Egypt. After Alexander suddenly died young, Ptolemy declared himself king of Egypt, and his descendants ruled that country for 300 years, with their capital at Alexandria, until the Roman Octavian defeated Cleopatra VII and took the country for himself. Under the Ptolemies a flourishing Jewish community developed in Alexandria and elsewhere, though its relations with the dominant Greeks were sometimes tense. The Septuagint translation of the Torah was prepared in Alexandria around 250 BCE.
'''purity''' (5). The Torah, especially in Leviticus, contains numerous detailed rules for the preservation of purity (Heb., tohorah) and the avoidance of defilement (Heb. tum’ah). Defilement was normally the result of contact with dead bodies or certain bodily (mostly sexual) fluids, and by extension through an unidentified skin condition usually translated as “leprosy.” Childbirth also left the mother temporarily unclean, though it is important to emphasize that “unclean” never meant “dirty.” The main practical consequence of defilement was that unclean persons were barred from the Temple and from any contact with sacred objects or sacred foods, but the Pharisees were known for their commitment to maintain purity even in everyday life.
'''rabbi''' (8, 9, 10). “Master.” Title of the sages, member of a religious movement that strove to achieve leadership of the Jewish community in Eretz Yisra’el and Babylonia in the generations following the destruction of Jerusalem. Their claim to authority was based on their mastery of Torah, and their restoration of Judaism after the Temple was lost survived into modern times. The Mishnah, the Talmuds, and various books of midrash provide compilations of rabbinic teaching and stories about ancient rabbinic masters. See also Torah.
'''Rome''' (5, 6, 7). City in Italy that achieved domination of the Mediterranean world over the last centuries BCE. Rome conquered Judaea in 63 BCE and Egypt with its large Jewish population in 31 BCE. A Roman army destroyed the Jerusalem Temple in 70 CE. Of the great centers of Jewish population, only Babylonia remained outside Roman control. In the Land of Israel, the rabbis achieved positions of leadership by reaching an accommodation with Rome.Whenthe family of the Emperor Constantine adopted Christianity, the entire empire began a process of Christianization that eventually left only the Jews outside the new religious consensus.
'''Rosh ha-Shanah'''. The New Year’s celebration; also the name of a tractate in the Mishnah.
'''Sabbath''' (1, 6, 8,A3). The Jewish day of rest, occurring once every seven days. This observance affirmed God’s creation of the world (Genesis 1–2), as well as the covenant with Moses as reflected in the Decalogue (Exodus 20:8), even the Exodus from Egypt (Deuteronomy 5:15). In Greco-Roman times, Sabbath observance was one of the most widely noted features of Jewish life: Jews disappeared from the marketplace and gathered in their synagogues and homes to perform mysterious but fascinating rituals. From the time of Julius Caesar on, Roman administrative practice acknowledged the Jews’ right to observe the Sabbath without disturbance. The early rabbis worked to standardize both the rules for avoiding labor on the Sabbath and the ceremonies that marked the day’s holiness.
'''Seleucids''' (4). A royal dynasty descended from Seleucus, another general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Babylon. Over the decades following Alexander’s death, Seleucus built a large kingdom extending from Mesopotamia into Asia Minor. The Seleucid Antiochus III conquered Judaea from the Ptolemies in 198 BCE, and his son Antiochus IV lost the province to the Maccabees after a failed attempt to impose Hellenism on the resistant Jewish population.
'''Septuagint''' (3, 6). {{Lingue|el}}, “seventy.” The Greek translation of the Torah, prepared in Alexandria around 250 BCE; the name reflects the story that thirtyfive (or thiry-six) separate pairs of translators all produced exactly the same rendition of the original. Made possible the spread of Greek-speaking Judaism throughout the Greco-Roman world, and therefore also the spread of Christianity. The name is sometimes used for the Greek translation of the entire Bible, but the various books were actually translated separately over a period of several generations.
'''Sh’ma''' (8). {{Lingue|he}}, “Hear,” first word of Deuteronomy 6:4. The first word of a twice-daily three-paragraph (Deuteronomy 6:4–9, 11:13–21; Numbers 15:37– 41) liturgical recitation that has been a core element in Jewish worship since the beginning of the Common Era. In rabbinic interpretation, the three paragraphs represent acceptance of the “Yoke of Heaven,” acceptance of the “Yoke of the Commandments,” and remembrance of the Exodus from Egypt. shofar. The ram’s horn that is blown on the New Year (see Leviticus 23:24; Numbers 29:1).
'''Sinai''' (Mount) (1, 8). The location of God’s revealing the Torah to Moses (Exodus 19−24). After the ancient rabbis developed the concept of Oral Torah, all Jewish tradition was deemed to have come from this revelation, except that much had been excluded from the Written Torah of the Pentateuch.
'''Solomon''' (1). King of Israel, son of David (late tenth century BCE). Credited with great wisdom; reputed author of several books of the Bible (see Chapter 1, “What Is in the Bible?”); built the first Jerusalem Temple (1 Kings 6–7). sugya (9, A1). An extended discussion in the Talmud.
'''Sukkah''' (1, 5, A1). {{Lingue|He}}, “tabernacle, booth.” During the autumn Festival of Tabernacles, people would build and dwell in temporary huts, reminiscent of Israel’s days in the desert. The incident of the high priest and the water libation (see Chapter 5) took place during this festival, as did the eschatological drama found in Appendix 1.
'''Talmud''' (9, 10, A1, A2). Heb., “study”; Aram. gemara is a synonym. Ancient compilations of rabbinic teaching, in the form of loose commentary on selected Mishnaic tractates, thousands of pages long. The Jerusalem Talmud was compiled in the academies of Eretz Yisra’el, probably around 400 CE; the larger and more authoritative Babylonian Talmud was compiled in that country, largely during the sixth century.
'''Tanakh''' (1). {{Lingue|he}} acronym: Torah, Nevi’im (prophets), Ketuvim (writings). In modern times, a widely used designation for the twenty-four books of holy scripture; the term was not used until the Middle Ages. See Chapter 1 for a list of the twenty-four.
'''Targum''' (10). Aramaic translation of scripture.
'''Tefilla''' (8). {{Lingue|he}}, “prayer.” The word can designate any prayer, but in rabbinic discourse it particularly means the sequence of eighteen (later nineteen) blessings that form the central petitionary prayer of the service. Also called ‘amida, the “standing” prayer, on account of the worshiper’s posture when reciting it.
'''Temple''' (1, 4, 7, 8). The central shrine of Jewish worship until the first century CE. First built in Jerusalem by King Solomon and destroyed by the Babylonians, then rebuilt under the Persians, only to be destroyed for good by Rome in 70 CE. Much of the Torah contains detailed instructions for performance of the Temple sacrifices and preservation of the Temple’s purity. Local Jewish temples also existed in Egypt, first at Elephantine under the Persians, then at Heliopolis under the Ptolemies and the Romans, but these never achieved worldwide significance. Several attempts to restore the Temple under the later Roman Empire came to nothing, but the expectation that the Temple and its ceremonies will be restored at the end of days remained an important part of Jewish religious hope into modern times.
'''Teruma''' (A1), “heave-offering.” A gift of produce that farmers were obliged to supply to the priests. Priests who consumed this food had to be ritually clean, a requirement that supplied the background to the first paragraph of the Mishnah and the Talmud.
'''Titus''' (7). Romangeneral and emperor; son ofVespasian. The SecondTemple was destroyed by an army under his command. A triumphal arch in Rome built in honor of Titus depicts Roman soldiers carrying the spoils of the Temple.
'''[[Torah]]''' (1, 3, 9). {{Lingue|he}}, “teaching.” The official name of the Pentateuch from the time of Ezra. In rabbinic discourse, the term designates the entirety of Jewish religion, not least the Oral Torah containing the teachings of the rabbis themselves. Rabbis claimed that mastery of Torah imparted the power to work miracles (including using the “evil eye”) and enjoy long life, and that mastery of Torah was the only true basis for Jewish leadership. In rabbinic eyes, a fulfilled life was one dedicated to learning and teaching Torah; such a life transformed ordinary individuals into holy men. Torah learning was sporadically available to women, but no important rabbi was a female. tractate (9). One of the sixty-three subdivisions of the Mishnah. See Chapter 9.
'''Vespasian''' (7). Roman general and emperor; appointed by Nero to put down the Jewish rebellion of 66. He left during the campaign to take power as emperor and entrusted the Jewish war to his son Titus.
'''YHWH''' (1, 2). The name of the God of Israel. In postbiblical times, this name was supposedly no longer spoken out loud except by the high priest on the Day of Atonement, and it was replaced by substitutes, most familiarly “the Lord”; modern scholars are in fact unsure of its correct pronunciation. However, later magical scrolls contain apparent invocations of the Jewish God by his name, so it appears that some private individuals (perhaps only gentile sorcerers) continued to use the name into later times.
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{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
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[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Glossario]]
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|David playing the harp before Saul (c.1852), by Silvestro Lega.jpg|740px|''David che placa col suono dell'arpa le smanie di Saul travagliato dallo spirito malo'', di [[w:Silvestro Lega|Silvestro Lega]] (1852)}}
== GLOSSARIO ==
'''''Nota''''': In questo glossario sono inclusi alcuni personaggi biblici, insieme a figure storiche del periodo del [[w:Secondo tempio di Gerusalemme|Secondo Tempio]], ma non i rabbini. Brevi biografie di alcuni rabbini antichi sono disponibili nell'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 2|Appendice 2]]. I numeri che seguono molti titoli indicano i Capitoli in cui si trovano discussioni significative su argomenti o persone particolari; le voci A1 e A3 indicano l'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 1|Appendice 1]] e l'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 3|Appendice 3]].
<!--- miei testi inglesi da tradurre e adattare --->
'''Aronne''' (1, 3). Brother of Moses, spokesman for his brother before Pharaoh and the people (Exodus 4:15–16), and first high priest (Exodus 28). Since the Jewish priesthood was hereditary, every later kohen (priest) was deemed to be Aaron’s descendant. In the Torah, Aaron’s character is ambiguous: he builds the Golden Calf (Exodus 32), he slanders Moses (Numbers 12), and he somehow violates God’s trust and is barred from the Holy Land (Numbers 20). Nevertheless, rabbinic tradition remembered him as distinguished for his love of peace (M. Avot 1:12).
'''Abramo''' (1). Father of the Jewish nation. Settled in Canaan at God’s direct behest, he received a promise that his descendants would inherit the land (Genesis 12). He inaugurated the practice of circumcision, performing the act on himself when he was ninety-nine years old (Genesis 17:24). God’s choice of Abraham for this vital historical role is never clearly explained.
'''Alessandria''' (6, 7). Founded by Alexander the Great (331 BCE), the royal capital of Egypt under the Ptolemies, and the largest city and cultural capital of the Hellenistic world. Septuagint translation of the Torah prepared ca. 250 BCE. Remained an important center after the Roman conquest (31 BCE), home to the largest Jewish community of the Diaspora. Philo claims (Flaccus 43) that there were 1 million Jews in Egypt, but he can be suspected of exaggerating; Josephus writes that 50,000 Jews in Alexandria were slaughtered when the great rebellion broke out in Judaea (66 CE). The entire community was destroyed during the Diaspora rebellion of 115–117 CE.
'''allegoria''' (6). Any text that seems to be talking about one thing but really means something else. According to Philo, the entire Torah – its stories and its laws – must be read as an allegory. The real lessons of the Torah have to do with the nature of religious experience and the contemplative path to knowledge of God. The characters in biblical narrative, as well as the details of Jewish ritual law, are coded embodiments of deeper truths.
'''Antiochus III''' (4). Seleucid monarch (223–187 BCE); conquered Judaea from Ptolemy V in 198. Josephus (Antiquities 12.138–146) records documents in which the conqueror promised to leave the Jews unhindered in their observance of ancestral law.
'''Antioco IV''' (4). Seleucid monarch (175–163 BCE), younger son of Antiochus III. During his reign, violence broke out in Judaea among rival contenders for the high priesthood and over the issue of Hellenism. Trying to restore order, the king attempted to suppress traditional Jewish customs. The struggle against this attempt brought the Maccabees to power.
'''Apocrypha''' (4). {{Lingue|el}}, “items hidden away.” The Greek-speaking Jews of Alexandria included a greater number of books in their collection of holy scriptures than the Hebrew-speaking Jews of the Land of Israel, and the Christian Church adopted this larger collection as the Old Testament. By the time of the Protestant Reformation, Jews had abandoned the use of religious texts in Greek, and the reformers thought it wrong for the Church to revere books that the Jews themselves had set aside; about a dozen books (see Chapter 4, “The Apocrypha”) were accordingly removed (“hidden away”) from the official scriptures of the Protestant churches. However, they were not simply discarded: in view of their long history, they were preserved in a separate collection of books deemed inferior to canonical scripture but worthy of study nonetheless.
'''Assiria''' (1). Leading power in the Near East during the late eighth century BCE, centered in northern Mesopotamia (modern Iraq). In 722 an Assyrian army under Shalmaneser V conquered the northern Kingdom of Israel and carried its inhabitants (the so-called ten lost tribes) into exile (2 Kings 17). In 701 a similar attempt under Sennacherib to capture Jerusalem and the Kingdom of Judah failed (2 Kings 19:35).
'''Babilonia''' (1, 9, 10). Ancient city in central Mesopotamia, capital of a powerful empire that captured Jerusalem under Nebuchadnezzar II (586 BCE) and put an end to the Kingdom of Judah (see Assyria). Judaeans exiled to Babylon formed the core of a community that flourished for centuries and much later (from the third century CE) became the first major center of rabbinic teaching in the Diaspora. The main body of the Babylonian Talmud was compiled in the fifth century CE, though revisions continued into the sixth.
'''Baraita''' (A1). {{Lingue|arc}}, “outside.” An item of rabbinic teaching similar to the teachings in the Mishnah but not found in that collection.
'''blenedizione''' (8). {{Lingue|he}}, ''berakha''. The characteristic unit of rabbinic prayer, containing an initial fixed formula (“Blessed are you, Lord, our God, king of the world”) and a conclusion that reflects the occasion for reciting it. This can be the performance of a mitzva, or recitation of a liturgical text, or experience of bodily pleasure through taste or sight or smell.
'''canone''' (1, 4). The official list of books deemed holy scripture; actually, the concept is Christian. Over the first centuries of its existence, leaders of the Church worked out an authoritative list of such writings. Judaism never had an equivalent, though a consensus slowly grew, not firm until the third century CE, as to which books “defile the hands” (that is, are holy; see M. Yadaim 3:4–5).
'''alleanza''' (1, 2, 3, 4). A contract or a pact: the fundamental concept of biblical religious thought. The god YHWH repeatedly enters into covenants with important biblical heroes, those with Noah, Abraham, and Moses being of greatest consequence. As with any contract each side undertook commitments to the other, but these were not always clear, and the human participants often failed to satisfy their obligations. Were God’s promises conditional? Could the people lose their land? Did the covenant with YHWH forbid the worship of other deities in any form whatever? The prophets’ uncompromising answers to these questions were a minority view in their own time, but ultimately they became the core concepts of Judaism.
'''Ciro''' (3). King of Persia; conquered Babylon (539 BCE). The Hebrew Bible ends with his proclamation that the exiled people of Judah could return home and rebuild their Temple (2 Chronicles 36:23); he was therefore acclaimed in prophetic circles asYHWH’s own Messiah, that is, anointed one (Isaiah 45:1).
'''Davide''' (1). First really successful king of Israel (mid-tenth century BCE), founder of a dynasty that reigned until the Babylonian Exile. In scripture a heroic figure – successful conqueror and great poet – though also a person of sometimes ignoble deeds. Received God’s promise that his family would reign forever (2 Samuel 7:16); therefore, when the kingdom was overthrown, the Jews developed a permanent expectation that it would be restored. This expectation eventually took the form of waiting for the Messiah.
'''Day of Atonement''' ([[w:Yom Kippur|Yom Kippur]]) (1). Holiest day of the Jewish calendar; marked (at least in later times) by a twenty-five-hour abstention from food, drink, and other physical comforts. The day began (Leviticus 16) as anannual cleansing of the public Sanctuary from any accidental defilement that might have occurred, but over time it became a day of personal repentance and renewal (Leviticus 23:26–32).
'''Decalogo''' (Ten Commandments) (1, A3). A list of ten religious rules that appears twice in the Torah (Exodus 20:2–17; Deuteronomy 5:6–21) and purports to give the actual words spoken by the voice of God at Mount Sinai. In later times, this list was often taken to provide the basic foundation of true religion, and has remained of central importance to this day in some varieties of Judaism and Christianity. The actual division of the text into ten “commandments” varies in Jewish, Catholic, and Protestant versions. The Torah refers to this list as “the ten words” (“decalogue”: Deuteronomy 4:13; 10:4), never “the ten commandments.”
'''Diaspora''' (3, 6, 10). Grk., “dispersion, scattering.” The word refers to the scattered Jewish communities outside the Eretz Yisra’el that spread and developed, especially under the Roman Empire. The Diaspora began with the Babylonian Exile, and by the start of the Common Era a majority of the world’s Jews lived outside their ancient national homeland.
'''[[w:Dinastia tolemaica|Dinastia tolemaica]]''' (4). A royal dynasty descended from Ptolemy Lagos, a general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Egypt. After Alexander suddenly died young, Ptolemy declared himself king of Egypt, and his descendants ruled that country for 300 years, with their capital at Alexandria, until the Roman Octavian defeated Cleopatra VII and took the country for himself. Under the Ptolemies a flourishing Jewish community developed in Alexandria and elsewhere, though its relations with the dominant Greeks were sometimes tense. The Septuagint translation of the Torah was prepared in Alexandria around 250 BCE.
'''Egitto''' (1, 3, 6). According to scripture, the Israelites emerged into history as former slaves escaping from Egyptian bondage. In Deuteronomy 28:68, returning to Egypt is the ultimate punishment that could be inflicted on a sinful nation. Nevertheless, in later times the Jews flourished in Egypt: an early military colony at Elephantine lasted for generations, and in Hellenistic and early Roman times the Jewish community in Alexandria was the largest in the world. After the war of 115–117 this community virtually disappeared.
'''Elia''' (2). An early prophet and miracle worker, fierce opponent of worshiping gods other thanYHWH.He organized a contest (1 Kings 18) between himself and the priests of Baal in which YHWH’s miraculous intervention led to the (temporary) eradication of Baal worship. At the end of his life (2 Kings 2) Elijah was carried bodily into Heaven on a fiery chariot, and is expected to return at the end of time to announce the Messiah’s arrival. His chief disciple was Elisha. Neither left any writings; both were remembered for their strong personalities and their many wondrous acts.
'''Eretz Yisra’el''' {{Lingue|he}}, “Land of Israel.” The standard name in rabbinic literature for the Jews’ native homeland, divided into three districts: Judaea, Galilee, and Transjordan. In rabbinic law, certain provisions of the Torah, chiefly having to do with the Sabbatical year (Leviticus 25), tithes, and other priestly entitlements, apply only in Eretz Yisra’el. The precise boundaries of the Land of Israel vary from one text to another; in seeking to determine these, the rabbis seem to have relied on biblical evidence and on the actual distribution of Jewish populations in their own time.
'''escatologia'''. From the Greek word for “last”: the word designates any conception of “last things,” or how the world will end. Judaic eschatology revolves around a number of powerful images: coming of the Messiah, rebuilding of the Temple, ingathering of the exile, resurrection of the dead and the last judgment. However, these images were never woven into a single, authoritative scenario describing the expected unfolding of actual events. See Appendix 1 for a sample eschatological narrative.
'''esilio''' (2). Initially the Babylonian Exile, but eventually a more general attempt to give religious meaning to the fact that the bulk of the Jewish people no longer lived in their ancestral homeland. Modern writers often prefer to allude to this fact with the more neutral term Diaspora.
'''Esilio babilonese''' (1, 2, 3). Destruction of the First Temple and eviction of the nation from its land caused a religious crisis: how could the God of the covenant have allowed his chosen people and his own holy sanctuary to be destroyed in such a manner? Was YHWH’s promise not to be trusted? Many surely despaired and abandoned the covenant, but overall the exiled community preserved its identity and survived to return home. For those people the exile confirmed the Deuteronomic idea that national suffering is punishment for disloyalty to God; those in Babylon who did not abandon the God of Israel became more fiercely loyal than ever. (Among those who remained in Judah, matters were different: see Chapter 3.)
'''Esodo''' (1). {{Lingue|el}}, “departure.” Word used to describe the Israelites’ escape fromEgyptian bondage. In Jewish memory the Exodus became the prototype of the redeeming power of God.
'''Ezechiele''' (1). Major prophet of the Babylonian Exile. Of priestly descent, he seems to have been taken to Babylon in the earlier exile of 597 BCE. The early chapters of his book contain a detailed (though vague) description of the chariot (Heb., merkava) in which God rides to visit the Earth; this vision heavily influenced Jewish mystics of the early centuries CE. The last section of the Book of Ezekiel contains a detailed though utopian description of the future restored Jewish commonwealth.
'''Ezra''' (3). Priest and scribe in the Persian Empire. Brought a copy of the Book of the Teaching (Torah) of Moses from Babylon to the restored community in Jerusalem; presided over the early attempts to establish that book as the lawbook of Yehud.
'''Hanukkah''' (4). {{Lingue|he}}, for “dedication.” The name of an annual eight-day celebration of the Maccabees’ restoration of traditional rites at the Temple in Jerusalem.
'''Hasmonaeans''' (4). The family of the Maccabees, high priests (154–35 BCE) and kings (ca. 104–63 BCE) of Judaea.
'''Hellenism''' (4). The Greek way of living. Under Seleucid rule in Judaea, a dispute broke out among groups of Jews over the question of whether the people would be wise to adopt Greek ways in place of the traditional customs ascribed to Moses. For a while Hellenistic reforms were imposed on the people by force, but the Maccabees successfully led a rebellion against this program and established a traditionalist regime under their own leadership. Nevertheless, Judaism continued to be affected by the Greco-Roman environment in which it existed; large sections of the Diaspora carried out their Jewish lives in Greek.
'''Isaac''' (1). Son of Abraham, father of Jacob, the second of Israel’s three patriarchs. Most famously connected with the ‘Akeda (binding), the test of his father’s willingness to sacrifice Isaac at God’s command. When Isaac was old and blind, his younger son Jacob obtained by trickery the blessing that his older twin Esau had expected for himself.
'''Isaiah''' (1). The earliest of the major Israelite prophets, ca. 700 BCE. Modern scholars see the Book of Isaiah as a composite: the first thirty-nine chapters are generally the work of the historical prophet, but the remainder seem to have been produced generations later, by one or more prophets at the time of the Babylonian Exile.
'''Jacob''' (1). Third of Israel’s patriarchs, also called Israel. Father of twelve sons, after whom the twelve tribes of historical Israel were named.
'''Jeremiah''' (1, 2). Prophet during the last years of the Kingdom of Judah, carried to Egypt against his will after the fall of Jerusalem. His teachings and literary style are very similar to those of the Book of Deuteronomy: national disaster is a punishment from God because the nation has abandoned the covenant and worshiped false gods.
'''Jerusalem''' (1, 3, 4, 5, 7, 10). Capital of Israel and Judah from the time of King David. Site of the Temple. Destroyed by invading armies in 586 BCE (Babylon) and 70 CE (Rome).
'''Joseph''' (1). Son of Jacob. Unwisely favored by their father, he earned his brothers’ hatred, so they faked his death; sold to Egypt as a slave but favored by God in all things, he rose to great power and became an effective ruler of the land. Later, during a terrible famine, he was reconciled with his brothers and arranged for the family to come to Egypt, where there was food. This is how the ancestors of Israel came to be living in the country where they were enslaved.
'''Joshua''' (1). Disciple and successor of Moses. The Book of Joshua describes Israel’s conquest of the Promised Land, though archeological discoveries have cast doubt on its historical value.
'''Josiah''' (2, 3). King of Judah (died 609 BCE). During his reign, a previously unknown book of the teachings of Moses was found in the Temple. In conformity with that book, Josiah closed all shrines of YHWH except for the central Temple in Jerusalem.
'''Giulio Cesare''' (5, 7, 10). Ruler of the Roman Empire (died 44 BCE). Favorable to the Jews, probably because they had supported his drive for power. Confirmed the Jews’ right to live according to their own traditions; provided exemptions from the demands of Roman law when those demands conflicted with Jewish tradition. Since Caesar’s great-nephew became the first Roman emperor (Augustus), these became the established policies of the empire.
'''kavvana''' (9). {{Lingue|he}}, “intention.” The Mishnah repeatedly demands that religious actions be performed with intention, that is, with conscious awareness; it is not entirely clear whether the reference is to awareness of religious obligation or awareness of what one is doing. The concept is variously applied to ceremonial acts (e.g., blowing the ram’s horn on the New Year or eating unleavened bread on Passover) and to more inward activities such as reciting Sh’ma. The Babylonian Talmud characteristically minimizes this requirement, interpreting intention in the narrowest possible way; for example, one must not mistake the sound of the ram’s horn for a donkey’s bray.
'''kohen''' (sacerdote) (1, 3, 4, 7). The ancient Jewish priesthood was drawn from a hereditary branch of the tribe of Levi, tracing its line back to Aaron, the brother of Moses. Only priests could offer sacrifices in the Temple. As long as the Second Temple stood, the high priest was effectively the head of the Jewish polity in the Land of Israel, and the leading priestly families constituted the aristocracy of Judaea. The crisis under Antiochus IV began when the king broke with precedent and dismissed a living high priest. Under the later Hasmonaeans, the high priests from that family were also kings of Judaea. Once the Romans took power in Judaea the high priesthood became a political office, to be filled at the discretion of the sovereign. When the Temple was destroyed the priesthood lost its political power almost at once, but the emerging rabbinic leadership left certain priestly entitlements in place. Levite (1, 3, 5). At an unknown but early time, the tribe of Levi withdrew from the ordinary structure of Israelite society and took on the special role of ritual assistants at the sacred center. In late Second Temple times, which are better documented, the Levites served as musicians (instrumental and vocal) to accompany the rites and also as Temple gatekeepers and night watchmen. According to tradition, the priests were a family from this tribe; under the Hasmonaeans, tithes that were the Levites’ entitlement (Numbers 18:21) were diverted to the priests alone (M. Ma’aser Sheni 5:15).
'''Maccabei''' (4). When rebellion against Antiochus IV broke out in 168 BCE, the leader, Judah, was known by the nickname Maccabee (1 Maccabees 2:4); modern explanations of this epithet are varied and uncertain. By extension, ancient and modern writers have applied the term collectively to Judah and his four brothers or even to the Hasmonaean dynasty that was descended from Simon, the last brother to survive. Of the four so-called Books of the Maccabees, two are normally included in the Apocrypha and two in the larger collection of ancient Jewish pseudepigrapha.
'''Merkava''' (10). {{Lingue|he}}, “chariot.” In the years following the Roman destruction of Jerusalem (and perhaps earlier), a mystical movement flourished in Judaea that sprang from the prophet Ezekiel’s vision (Ezekiel 1–3, 10) of the chariot of God. Through ecstatic meditation, practitioners would ride this chariot through the heavenly palaces (hekhalot) and gain access to heavenly secrets. Certain early leading masters (e.g., Yohanan b. Zakkai, Akiva b. Joseph; see Appendix 2) were associated with this movement. It seems to have reached its peak by the fourth century CE, though certain modern writers prefer a later date.
'''Messiah''' (5, 10). {{Lingue|he}}, “anointed one.” In scripture the word can be applied to anyone chosen by God for a sacred role – priests (Leviticus 4:3), kings (1 Samuel 10:1, 16:13; 1 Kings 19:15–16; 2 Kings 9:3), and prophets (1 Kings 19:16) – and reflects the practice of designating such people by ceremonially pouring oil on their heads. Later the word came to be applied to the “anointed king” of the House of David whom God would send as redeemer at the end of days to gather in the exiles, rebuild the Temple, and restore Jewish nationhood. Christian messianism, which lost interest in Jewish national restoration, developed the concept in different directions, emphasizing the forgiveness of sins and entry into eternal life.
'''midrash''' (9). {{Lingue|he}}, lit. “inquiry.” The characteristic style of rabbinic Bible interpretation, aimed at uncovering new layers of meaning through either the combination of seemingly unrelated texts or the painstaking examination of minute textual details. By extension, midrash can also mean the result of such interpretation, therefore (in its mostcommonmodern usage) nonbiblical narratives or legends. But midrash can equally be applied to the clarification of law or of any obscure passage in scripture. A list of major ancient collections of midrash can be found in Chapter 9.
'''Mishnah''' (9). A compilation of rabbinic teachings, mostly legal, dating from around 200 CE, edited under the supervision of R. Judah the Patriarch (Nasi). The oldest surviving rabbinic book, though fragments of older materials may survive in other places. The Mishnah takes the form of a law code, but it contains numerous unresolved disagreements and nonlegal passages: it was probably designed as a training curriculum for rabbinic disciples rather than as an actual guide to Jewish law. Consists of six Orders subdivided into a total of sixty-three tractates, each loosely organized around a specific topic, usually of Jewish law. A list of these topics can be found in Chapter 9.
'''Mitzvah''' (sing.), '''mitzvot''' (plur.) {{Lingue|he}}, “commandment(s).” The technical term in rabbinic language for ceremonial or ethical actions required by the Torah. A widespread overall description of the rabbis’ conception of a pious life was “study of Torah and fulfillment of its mitzvot.”
'''Mosè''' (1, 3, 9). The founder of the Jewish religion and agent (through the power of God) of Israel’s liberation from Egyptian bondage. After leaving Egypt, he twice spent forty days in private communion with God on Mount Sinai and brought down the “teaching” (Torah) that would form the eternal basis of Jewish life. All subsequent forms of Judaism claimed to be in keeping with the teachings of Moses; even the rabbis’ Oral Torah was traced back to him. The official written version of the teaching of Moses was found in the book that Ezra brought back from Babylon.
'''Nehemiah''' (3). Governor of Yehud under the Persian Empire (ca. 444 BCE). Supported Ezra in the effort to establish the Torah as law of the land. A forceful, combative individual; his memoirs form the background of the book in scripture that bears his name.
'''Passover/Pesach''' (1). Probably the oldest Israelite/Jewish festival, combining elements of a celebration of spring with historical commemoration of the Exodus from Egypt. The festival was marked by the ritual consumption of a roasted lamb and abstention for a week from all leavened foods. After the Temple was destroyed the lamb sacrifice became impossible, but the Passover feast (Seder) remained an important annual observance.
'''Pentateuco''' (1, 3). {{Lingue|el}}, “five books.” The Written Torah, the five books of Moses.
'''Persia''' (3). For two centuries the dominant power in the ancient Near East; ruled the Land of Israel from 539 to 333 BCE. The Torah officially became the law of the law of Yehud by decree of the Persian King Artaxerxes. The Persian Empire was finally conquered (333–331 BCE) by Alexander the Great, and the Hellenistic era began. The Land of Israel was again briefly conquered by Persians in the seventh century CE; see Chapter 10.
'''Farisei''' (5). Members of a religious movement in late Second Temple times; famous as teachers on account of their knowledge of tradition and characterized by careful attention to purity. Had a wide following but enjoyed significant political authority only during the reign of Queen Salome Alexandra (76–69 BCE). Early rabbis saw themselves as successors to the Pharisees; early Christians saw the Pharisees as their chief rivals, so they are depicted with great hostility in the New Testament Gospels.
'''Filone''' (6). Jewish philosopher and community leader in Alexandria (early first century CE).Leda delegation to theEmperorNero (40? CE). Most famous for his allegorical interpretation of the Torah, inwhich every story and every law carries an important encoded lesson concerning religious experience, the good life, or the nature of God. Forgotten by the Jews, he was honored by the Christian Church as a forerunner of Christianity.
'''piyyut''' (10). Poetry, often elaborate and full of artifice, that is designed for use in synagogue services.
'''Pompeo''' (5). Roman general who put an end to the Seleucid Empire and brought Judaea under the rule of Rome (63 BCE). His great rival was Julius Caesar, and the Jews supported Caesar out of hatred for Pompey; Caesar responded with a set of enactments favorable to the Jews.
'''profeti''' (1, 2, 3). Intermediary messengers between Israel and YHWH. There were different viewpoints among the ancient prophets, but their most characteristic affirmations were that God would not tolerate either social injustice or the worship of other deities: each of these was a violation of the covenant that would bring terrible consequences. Before the Babylonian Exile most people resisted the prophets’ message, but in the end this message became the foundation of postbiblical Judaism. Most of the Jewish Bible consists of the prophets’ orations or writings or stories about incidents in their lives.
'''pseudepigrapha''' (4) {{Lingue|el}}, “falsely attributed writings.” In late antiquity, many writings circulated under the names of biblical heroes that had not in fact been written by those personalities; the oldest surviving such text is the Book of Daniel. Some of these were ascribed to known biblical writers, others to people (going back as far as Adam and Eve!) who had not actually written any extant materials. Probably this practice arose out of authors’ wish to gain a readier audience for their message. None of these books (except for the Bible itself) was preserved by Jews; they exist today in copies prepared in many languages and preserved through the Middle Ages in Christian monasteries.
'''purezza''' (5). The Torah, especially in Leviticus, contains numerous detailed rules for the preservation of purity (Heb., tohorah) and the avoidance of defilement (Heb. tum’ah). Defilement was normally the result of contact with dead bodies or certain bodily (mostly sexual) fluids, and by extension through an unidentified skin condition usually translated as “leprosy.” Childbirth also left the mother temporarily unclean, though it is important to emphasize that “unclean” never meant “dirty.” The main practical consequence of defilement was that unclean persons were barred from the Temple and from any contact with sacred objects or sacred foods, but the Pharisees were known for their commitment to maintain purity even in everyday life.
'''rabbi''' (8, 9, 10). “Master.” Title of the sages, member of a religious movement that strove to achieve leadership of the Jewish community in Eretz Yisra’el and Babylonia in the generations following the destruction of Jerusalem. Their claim to authority was based on their mastery of Torah, and their restoration of Judaism after the Temple was lost survived into modern times. The Mishnah, the Talmuds, and various books of midrash provide compilations of rabbinic teaching and stories about ancient rabbinic masters. See also Torah.
'''Roma''' (5, 6, 7). City in Italy that achieved domination of the Mediterranean world over the last centuries BCE. Rome conquered Judaea in 63 BCE and Egypt with its large Jewish population in 31 BCE. A Roman army destroyed the Jerusalem Temple in 70 CE. Of the great centers of Jewish population, only Babylonia remained outside Roman control. In the Land of Israel, the rabbis achieved positions of leadership by reaching an accommodation with Rome.Whenthe family of the Emperor Constantine adopted Christianity, the entire empire began a process of Christianization that eventually left only the Jews outside the new religious consensus.
'''Rosh ha-Shanah'''. The New Year’s celebration; also the name of a tractate in the Mishnah.
'''Sabbath/Shabbat''' (1, 6, 8,A3). The Jewish day of rest, occurring once every seven days. This observance affirmed God’s creation of the world (Genesis 1–2), as well as the covenant with Moses as reflected in the Decalogue (Exodus 20:8), even the Exodus from Egypt (Deuteronomy 5:15). In Greco-Roman times, Sabbath observance was one of the most widely noted features of Jewish life: Jews disappeared from the marketplace and gathered in their synagogues and homes to perform mysterious but fascinating rituals. From the time of Julius Caesar on, Roman administrative practice acknowledged the Jews’ right to observe the Sabbath without disturbance. The early rabbis worked to standardize both the rules for avoiding labor on the Sabbath and the ceremonies that marked the day’s holiness.
'''Seleucidi''' (4). A royal dynasty descended from Seleucus, another general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Babylon. Over the decades following Alexander’s death, Seleucus built a large kingdom extending from Mesopotamia into Asia Minor. The Seleucid Antiochus III conquered Judaea from the Ptolemies in 198 BCE, and his son Antiochus IV lost the province to the Maccabees after a failed attempt to impose Hellenism on the resistant Jewish population.
'''Septuagint''' (3, 6). {{Lingue|el}}, “seventy.” The Greek translation of the Torah, prepared in Alexandria around 250 BCE; the name reflects the story that thirtyfive (or thiry-six) separate pairs of translators all produced exactly the same rendition of the original. Made possible the spread of Greek-speaking Judaism throughout the Greco-Roman world, and therefore also the spread of Christianity. The name is sometimes used for the Greek translation of the entire Bible, but the various books were actually translated separately over a period of several generations.
'''Sh’ma''' (8). {{Lingue|he}}, “Hear,” first word of Deuteronomy 6:4. The first word of a twice-daily three-paragraph (Deuteronomy 6:4–9, 11:13–21; Numbers 15:37– 41) liturgical recitation that has been a core element in Jewish worship since the beginning of the Common Era. In rabbinic interpretation, the three paragraphs represent acceptance of the “Yoke of Heaven,” acceptance of the “Yoke of the Commandments,” and remembrance of the Exodus from Egypt. shofar. The ram’s horn that is blown on the New Year (see Leviticus 23:24; Numbers 29:1).
'''Sinai''' (Mount) (1, 8). The location of God’s revealing the Torah to Moses (Exodus 19−24). After the ancient rabbis developed the concept of Oral Torah, all Jewish tradition was deemed to have come from this revelation, except that much had been excluded from the Written Torah of the Pentateuch.
'''Salomone''' (1). King of Israel, son of David (late tenth century BCE). Credited with great wisdom; reputed author of several books of the Bible (see Chapter 1, “What Is in the Bible?”); built the first Jerusalem Temple (1 Kings 6–7). sugya (9, A1). An extended discussion in the Talmud.
'''Sukkah''' (1, 5, A1). {{Lingue|He}}, “tabernacle, booth.” During the autumn Festival of Tabernacles, people would build and dwell in temporary huts, reminiscent of Israel’s days in the desert. The incident of the high priest and the water libation (see Chapter 5) took place during this festival, as did the eschatological drama found in Appendix 1.
'''Talmud''' (9, 10, A1, A2). Heb., “study”; Aram. gemara is a synonym. Ancient compilations of rabbinic teaching, in the form of loose commentary on selected Mishnaic tractates, thousands of pages long. The Jerusalem Talmud was compiled in the academies of Eretz Yisra’el, probably around 400 CE; the larger and more authoritative Babylonian Talmud was compiled in that country, largely during the sixth century.
'''Tanakh''' (1). {{Lingue|he}} acronym: Torah, Nevi’im (prophets), Ketuvim (writings). In modern times, a widely used designation for the twenty-four books of holy scripture; the term was not used until the Middle Ages. See Chapter 1 for a list of the twenty-four.
'''Targum''' (10). Aramaic translation of scripture.
'''Tefilla''' (8). {{Lingue|he}}, “prayer.” The word can designate any prayer, but in rabbinic discourse it particularly means the sequence of eighteen (later nineteen) blessings that form the central petitionary prayer of the service. Also called ‘amida, the “standing” prayer, on account of the worshiper’s posture when reciting it.
'''Tempio''' (1, 4, 7, 8). The central shrine of Jewish worship until the first century CE. First built in Jerusalem by King Solomon and destroyed by the Babylonians, then rebuilt under the Persians, only to be destroyed for good by Rome in 70 CE. Much of the Torah contains detailed instructions for performance of the Temple sacrifices and preservation of the Temple’s purity. Local Jewish temples also existed in Egypt, first at Elephantine under the Persians, then at Heliopolis under the Ptolemies and the Romans, but these never achieved worldwide significance. Several attempts to restore the Temple under the later Roman Empire came to nothing, but the expectation that the Temple and its ceremonies will be restored at the end of days remained an important part of Jewish religious hope into modern times.
'''Teruma''' (A1), “heave-offering.” A gift of produce that farmers were obliged to supply to the priests. Priests who consumed this food had to be ritually clean, a requirement that supplied the background to the first paragraph of the Mishnah and the Talmud.
'''Tito''' (7). Romangeneral and emperor; son ofVespasian. The SecondTemple was destroyed by an army under his command. A triumphal arch in Rome built in honor of Titus depicts Roman soldiers carrying the spoils of the Temple.
'''[[Torah]]''' (1, 3, 9). {{Lingue|he}}, “teaching.” The official name of the Pentateuch from the time of Ezra. In rabbinic discourse, the term designates the entirety of Jewish religion, not least the Oral Torah containing the teachings of the rabbis themselves. Rabbis claimed that mastery of Torah imparted the power to work miracles (including using the “evil eye”) and enjoy long life, and that mastery of Torah was the only true basis for Jewish leadership. In rabbinic eyes, a fulfilled life was one dedicated to learning and teaching Torah; such a life transformed ordinary individuals into holy men. Torah learning was sporadically available to women, but no important rabbi was a female. tractate (9). One of the sixty-three subdivisions of the Mishnah. See Chapter 9.
'''Vespasiano''' (7). Roman general and emperor; appointed by Nero to put down the Jewish rebellion of 66. He left during the campaign to take power as emperor and entrusted the Jewish war to his son Titus.
'''YHWH''' (1, 2). The name of the God of Israel. In postbiblical times, this name was supposedly no longer spoken out loud except by the high priest on the Day of Atonement, and it was replaced by substitutes, most familiarly “the Lord”; modern scholars are in fact unsure of its correct pronunciation. However, later magical scrolls contain apparent invocations of the Jewish God by his name, so it appears that some private individuals (perhaps only gentile sorcerers) continued to use the name into later times.
[[File:Byzantine - Menorah Token - Walters 47654.jpg|200px|center|Byzantine - Menorah Token]]
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
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[[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Glossario]]
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{{Una storia dell'ebraismo}}
{{Immagine grande|David playing the harp before Saul (c.1852), by Silvestro Lega.jpg|740px|''David che placa col suono dell'arpa le smanie di Saul travagliato dallo spirito malo'', di [[w:Silvestro Lega|Silvestro Lega]] (1852)}}
== GLOSSARIO ==
'''''Nota''''': In questo glossario sono inclusi alcuni personaggi biblici, insieme a figure storiche del periodo del [[w:Secondo tempio di Gerusalemme|Secondo Tempio]], ma non i rabbini. Brevi biografie di alcuni rabbini antichi sono disponibili nell'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 2|Appendice 2]]. I numeri che seguono molti titoli indicano i Capitoli in cui si trovano discussioni significative su argomenti o persone particolari; le voci A1 e A3 indicano l'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 1|Appendice 1]] e l'[[Una storia dell'ebraismo/Appendice 3|Appendice 3]].
<!--- miei testi inglesi da tradurre e adattare --->
'''[[w:Aronne|Aronne]]''' (1, 3). Fratello di Mosè, portavoce del fratello davanti al Faraone e al popolo ({{passo biblico2|Esodo|4:15-16}}) e primo [[w:Sommo sacerdote|sommo sacerdote]] ({{passo biblico2|Esodo|28}}). Poiché il [[w:Sacerdote (ebraismo)|sacerdozio ebraico]] era ereditario, ogni ''kohen'' (sacerdote) successivo era considerato discendente di Aronne. Nella [[Torah]], il personaggio di Aronne è ambiguo: costruisce il Vitello d'Oro ({{passo biblico2|Esodo|32}}), calunnia Mosè ({{passo biblico2|Numeri|12}}) e, in qualche modo, viola la fiducia di Dio e viene escluso dalla Terra Santa ({{passo biblico2|Numeri|20}}). Ciononostante, la tradizione rabbinica lo ricorda come un uomo distinto per il suo amore per la pace (''M. Avot'' 1:12).
'''[[w:Abramo|Abramo]]''' (1). Padre della nazione ebraica. Stabilitosi a Canaan per diretto comando di Dio, ricevette la promessa che i suoi discendenti avrebbero ereditato la terra ({{passo biblico2|Genesi|12}}). Inaugurò la pratica della [[w:Brit milà|circoncisione]], eseguendo l'atto su se stesso all'età di novantanove anni ({{passo biblico2|Genesi|17:24}}). La scelta di Abramo da parte di Dio per questo ruolo storico fondamentale non è mai spiegata chiaramente.
'''[[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria]]''' (6, 7). Fondata da [[w:Alessandro Magno|Alessandro Magno]] (331 AEV), capitale regale d'Egitto sotto i [[w:Dinastia tolemaica|Tolomei]], e la più grande città e capitale culturale del mondo ellenistico. La [[w:Septuaginta|traduzione dei Settanta]] della [[Torah]] fu preparata intorno al 250 AEV. Rimase un centro importante dopo la conquista romana (31 AEV), sede della più grande comunità ebraica della Diaspora. [[w:Filone di Alessandria|Filone]] afferma (''Flaccus'' 43) che in Egitto ci fossero 1 milione di ebrei, ma si può sospettare che esageri; [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]] scrive che {{FORMATNUM:50000}} ebrei ad Alessandria furono massacrati quando scoppiò la grande rivolta in Giudea (66 EV). L'intera comunità fu annientata durante la rivolta della Diaspora del 115-117 EV.
'''[[w:allegoria|allegoria]]''' (6). Qualsiasi testo che sembra parlare di una cosa ma in realtà significa qualcos'altro. Secondo Filone, l'intera [[Torah]] – le sue storie e le sue leggi – deve essere letta come un'allegoria. I veri insegnamenti della Torah hanno a che fare con la natura dell'esperienza religiosa e il cammino contemplativo verso la conoscenza di Dio. I personaggi della narrazione biblica, come anche i dettagli della legge rituale ebraica, sono incarnazioni codificate di verità più profonde.
'''[[w:Antioco III|Antioco III]]''' (4). Monarca seleucide (223–187 AEV); conquistò la Giudea da Tolomeo V nel 198. Flavio Giuseppe (''[[w:Antichità giudaiche|Antichità]]'' 12.138–146) riporta documenti in cui il conquistatore prometteva di lasciare gli ebrei liberi di osservare la legge degli antenati.
'''Antioco IV''' (4). Seleucid monarch (175–163 BCE), younger son of Antiochus III. During his reign, violence broke out in Judaea among rival contenders for the high priesthood and over the issue of Hellenism. Trying to restore order, the king attempted to suppress traditional Jewish customs. The struggle against this attempt brought the Maccabees to power.
'''Apocrypha''' (4). {{Lingue|el}}, “items hidden away.” The Greek-speaking Jews of Alexandria included a greater number of books in their collection of holy scriptures than the Hebrew-speaking Jews of the Land of Israel, and the Christian Church adopted this larger collection as the Old Testament. By the time of the Protestant Reformation, Jews had abandoned the use of religious texts in Greek, and the reformers thought it wrong for the Church to revere books that the Jews themselves had set aside; about a dozen books (see Chapter 4, “The Apocrypha”) were accordingly removed (“hidden away”) from the official scriptures of the Protestant churches. However, they were not simply discarded: in view of their long history, they were preserved in a separate collection of books deemed inferior to canonical scripture but worthy of study nonetheless.
'''Assiria''' (1). Leading power in the Near East during the late eighth century BCE, centered in northern Mesopotamia (modern Iraq). In 722 an Assyrian army under Shalmaneser V conquered the northern Kingdom of Israel and carried its inhabitants (the so-called ten lost tribes) into exile (2 Kings 17). In 701 a similar attempt under Sennacherib to capture Jerusalem and the Kingdom of Judah failed (2 Kings 19:35).
'''Babilonia''' (1, 9, 10). Ancient city in central Mesopotamia, capital of a powerful empire that captured Jerusalem under Nebuchadnezzar II (586 BCE) and put an end to the Kingdom of Judah (see Assyria). Judaeans exiled to Babylon formed the core of a community that flourished for centuries and much later (from the third century CE) became the first major center of rabbinic teaching in the Diaspora. The main body of the Babylonian Talmud was compiled in the fifth century CE, though revisions continued into the sixth.
'''Baraita''' (A1). {{Lingue|arc}}, “outside.” An item of rabbinic teaching similar to the teachings in the Mishnah but not found in that collection.
'''blenedizione''' (8). {{Lingue|he}}, ''berakha''. The characteristic unit of rabbinic prayer, containing an initial fixed formula (“Blessed are you, Lord, our God, king of the world”) and a conclusion that reflects the occasion for reciting it. This can be the performance of a mitzva, or recitation of a liturgical text, or experience of bodily pleasure through taste or sight or smell.
'''canone''' (1, 4). The official list of books deemed holy scripture; actually, the concept is Christian. Over the first centuries of its existence, leaders of the Church worked out an authoritative list of such writings. Judaism never had an equivalent, though a consensus slowly grew, not firm until the third century CE, as to which books “defile the hands” (that is, are holy; see M. Yadaim 3:4–5).
'''alleanza''' (1, 2, 3, 4). A contract or a pact: the fundamental concept of biblical religious thought. The god YHWH repeatedly enters into covenants with important biblical heroes, those with Noah, Abraham, and Moses being of greatest consequence. As with any contract each side undertook commitments to the other, but these were not always clear, and the human participants often failed to satisfy their obligations. Were God’s promises conditional? Could the people lose their land? Did the covenant with YHWH forbid the worship of other deities in any form whatever? The prophets’ uncompromising answers to these questions were a minority view in their own time, but ultimately they became the core concepts of Judaism.
'''Ciro''' (3). King of Persia; conquered Babylon (539 BCE). The Hebrew Bible ends with his proclamation that the exiled people of Judah could return home and rebuild their Temple (2 Chronicles 36:23); he was therefore acclaimed in prophetic circles asYHWH’s own Messiah, that is, anointed one (Isaiah 45:1).
'''Davide''' (1). First really successful king of Israel (mid-tenth century BCE), founder of a dynasty that reigned until the Babylonian Exile. In scripture a heroic figure – successful conqueror and great poet – though also a person of sometimes ignoble deeds. Received God’s promise that his family would reign forever (2 Samuel 7:16); therefore, when the kingdom was overthrown, the Jews developed a permanent expectation that it would be restored. This expectation eventually took the form of waiting for the Messiah.
'''Day of Atonement''' ([[w:Yom Kippur|Yom Kippur]]) (1). Holiest day of the Jewish calendar; marked (at least in later times) by a twenty-five-hour abstention from food, drink, and other physical comforts. The day began (Leviticus 16) as anannual cleansing of the public Sanctuary from any accidental defilement that might have occurred, but over time it became a day of personal repentance and renewal (Leviticus 23:26–32).
'''Decalogo''' (Ten Commandments) (1, A3). A list of ten religious rules that appears twice in the Torah (Exodus 20:2–17; Deuteronomy 5:6–21) and purports to give the actual words spoken by the voice of God at Mount Sinai. In later times, this list was often taken to provide the basic foundation of true religion, and has remained of central importance to this day in some varieties of Judaism and Christianity. The actual division of the text into ten “commandments” varies in Jewish, Catholic, and Protestant versions. The Torah refers to this list as “the ten words” (“decalogue”: Deuteronomy 4:13; 10:4), never “the ten commandments.”
'''Diaspora''' (3, 6, 10). Grk., “dispersion, scattering.” The word refers to the scattered Jewish communities outside the Eretz Yisra’el that spread and developed, especially under the Roman Empire. The Diaspora began with the Babylonian Exile, and by the start of the Common Era a majority of the world’s Jews lived outside their ancient national homeland.
'''[[w:Dinastia tolemaica|Dinastia tolemaica]]''' (4). A royal dynasty descended from Ptolemy Lagos, a general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Egypt. After Alexander suddenly died young, Ptolemy declared himself king of Egypt, and his descendants ruled that country for 300 years, with their capital at Alexandria, until the Roman Octavian defeated Cleopatra VII and took the country for himself. Under the Ptolemies a flourishing Jewish community developed in Alexandria and elsewhere, though its relations with the dominant Greeks were sometimes tense. The Septuagint translation of the Torah was prepared in Alexandria around 250 BCE.
'''Egitto''' (1, 3, 6). According to scripture, the Israelites emerged into history as former slaves escaping from Egyptian bondage. In Deuteronomy 28:68, returning to Egypt is the ultimate punishment that could be inflicted on a sinful nation. Nevertheless, in later times the Jews flourished in Egypt: an early military colony at Elephantine lasted for generations, and in Hellenistic and early Roman times the Jewish community in Alexandria was the largest in the world. After the war of 115–117 this community virtually disappeared.
'''Elia''' (2). An early prophet and miracle worker, fierce opponent of worshiping gods other thanYHWH.He organized a contest (1 Kings 18) between himself and the priests of Baal in which YHWH’s miraculous intervention led to the (temporary) eradication of Baal worship. At the end of his life (2 Kings 2) Elijah was carried bodily into Heaven on a fiery chariot, and is expected to return at the end of time to announce the Messiah’s arrival. His chief disciple was Elisha. Neither left any writings; both were remembered for their strong personalities and their many wondrous acts.
'''Eretz Yisra’el''' {{Lingue|he}}, “Land of Israel.” The standard name in rabbinic literature for the Jews’ native homeland, divided into three districts: Judaea, Galilee, and Transjordan. In rabbinic law, certain provisions of the Torah, chiefly having to do with the Sabbatical year (Leviticus 25), tithes, and other priestly entitlements, apply only in Eretz Yisra’el. The precise boundaries of the Land of Israel vary from one text to another; in seeking to determine these, the rabbis seem to have relied on biblical evidence and on the actual distribution of Jewish populations in their own time.
'''escatologia'''. From the Greek word for “last”: the word designates any conception of “last things,” or how the world will end. Judaic eschatology revolves around a number of powerful images: coming of the Messiah, rebuilding of the Temple, ingathering of the exile, resurrection of the dead and the last judgment. However, these images were never woven into a single, authoritative scenario describing the expected unfolding of actual events. See Appendix 1 for a sample eschatological narrative.
'''esilio''' (2). Initially the Babylonian Exile, but eventually a more general attempt to give religious meaning to the fact that the bulk of the Jewish people no longer lived in their ancestral homeland. Modern writers often prefer to allude to this fact with the more neutral term Diaspora.
'''Esilio babilonese''' (1, 2, 3). Destruction of the First Temple and eviction of the nation from its land caused a religious crisis: how could the God of the covenant have allowed his chosen people and his own holy sanctuary to be destroyed in such a manner? Was YHWH’s promise not to be trusted? Many surely despaired and abandoned the covenant, but overall the exiled community preserved its identity and survived to return home. For those people the exile confirmed the Deuteronomic idea that national suffering is punishment for disloyalty to God; those in Babylon who did not abandon the God of Israel became more fiercely loyal than ever. (Among those who remained in Judah, matters were different: see Chapter 3.)
'''Esodo''' (1). {{Lingue|el}}, “departure.” Word used to describe the Israelites’ escape fromEgyptian bondage. In Jewish memory the Exodus became the prototype of the redeeming power of God.
'''Ezechiele''' (1). Major prophet of the Babylonian Exile. Of priestly descent, he seems to have been taken to Babylon in the earlier exile of 597 BCE. The early chapters of his book contain a detailed (though vague) description of the chariot (Heb., merkava) in which God rides to visit the Earth; this vision heavily influenced Jewish mystics of the early centuries CE. The last section of the Book of Ezekiel contains a detailed though utopian description of the future restored Jewish commonwealth.
'''Ezra''' (3). Priest and scribe in the Persian Empire. Brought a copy of the Book of the Teaching (Torah) of Moses from Babylon to the restored community in Jerusalem; presided over the early attempts to establish that book as the lawbook of Yehud.
'''Hanukkah''' (4). {{Lingue|he}}, for “dedication.” The name of an annual eight-day celebration of the Maccabees’ restoration of traditional rites at the Temple in Jerusalem.
'''Hasmonaeans''' (4). The family of the Maccabees, high priests (154–35 BCE) and kings (ca. 104–63 BCE) of Judaea.
'''Hellenism''' (4). The Greek way of living. Under Seleucid rule in Judaea, a dispute broke out among groups of Jews over the question of whether the people would be wise to adopt Greek ways in place of the traditional customs ascribed to Moses. For a while Hellenistic reforms were imposed on the people by force, but the Maccabees successfully led a rebellion against this program and established a traditionalist regime under their own leadership. Nevertheless, Judaism continued to be affected by the Greco-Roman environment in which it existed; large sections of the Diaspora carried out their Jewish lives in Greek.
'''Isaac''' (1). Son of Abraham, father of Jacob, the second of Israel’s three patriarchs. Most famously connected with the ‘Akeda (binding), the test of his father’s willingness to sacrifice Isaac at God’s command. When Isaac was old and blind, his younger son Jacob obtained by trickery the blessing that his older twin Esau had expected for himself.
'''Isaiah''' (1). The earliest of the major Israelite prophets, ca. 700 BCE. Modern scholars see the Book of Isaiah as a composite: the first thirty-nine chapters are generally the work of the historical prophet, but the remainder seem to have been produced generations later, by one or more prophets at the time of the Babylonian Exile.
'''Jacob''' (1). Third of Israel’s patriarchs, also called Israel. Father of twelve sons, after whom the twelve tribes of historical Israel were named.
'''Jeremiah''' (1, 2). Prophet during the last years of the Kingdom of Judah, carried to Egypt against his will after the fall of Jerusalem. His teachings and literary style are very similar to those of the Book of Deuteronomy: national disaster is a punishment from God because the nation has abandoned the covenant and worshiped false gods.
'''Jerusalem''' (1, 3, 4, 5, 7, 10). Capital of Israel and Judah from the time of King David. Site of the Temple. Destroyed by invading armies in 586 BCE (Babylon) and 70 CE (Rome).
'''Joseph''' (1). Son of Jacob. Unwisely favored by their father, he earned his brothers’ hatred, so they faked his death; sold to Egypt as a slave but favored by God in all things, he rose to great power and became an effective ruler of the land. Later, during a terrible famine, he was reconciled with his brothers and arranged for the family to come to Egypt, where there was food. This is how the ancestors of Israel came to be living in the country where they were enslaved.
'''Joshua''' (1). Disciple and successor of Moses. The Book of Joshua describes Israel’s conquest of the Promised Land, though archeological discoveries have cast doubt on its historical value.
'''Josiah''' (2, 3). King of Judah (died 609 BCE). During his reign, a previously unknown book of the teachings of Moses was found in the Temple. In conformity with that book, Josiah closed all shrines of YHWH except for the central Temple in Jerusalem.
'''Giulio Cesare''' (5, 7, 10). Ruler of the Roman Empire (died 44 BCE). Favorable to the Jews, probably because they had supported his drive for power. Confirmed the Jews’ right to live according to their own traditions; provided exemptions from the demands of Roman law when those demands conflicted with Jewish tradition. Since Caesar’s great-nephew became the first Roman emperor (Augustus), these became the established policies of the empire.
'''kavvana''' (9). {{Lingue|he}}, “intention.” The Mishnah repeatedly demands that religious actions be performed with intention, that is, with conscious awareness; it is not entirely clear whether the reference is to awareness of religious obligation or awareness of what one is doing. The concept is variously applied to ceremonial acts (e.g., blowing the ram’s horn on the New Year or eating unleavened bread on Passover) and to more inward activities such as reciting Sh’ma. The Babylonian Talmud characteristically minimizes this requirement, interpreting intention in the narrowest possible way; for example, one must not mistake the sound of the ram’s horn for a donkey’s bray.
'''kohen''' (sacerdote) (1, 3, 4, 7). The ancient Jewish priesthood was drawn from a hereditary branch of the tribe of Levi, tracing its line back to Aaron, the brother of Moses. Only priests could offer sacrifices in the Temple. As long as the Second Temple stood, the high priest was effectively the head of the Jewish polity in the Land of Israel, and the leading priestly families constituted the aristocracy of Judaea. The crisis under Antiochus IV began when the king broke with precedent and dismissed a living high priest. Under the later Hasmonaeans, the high priests from that family were also kings of Judaea. Once the Romans took power in Judaea the high priesthood became a political office, to be filled at the discretion of the sovereign. When the Temple was destroyed the priesthood lost its political power almost at once, but the emerging rabbinic leadership left certain priestly entitlements in place. Levite (1, 3, 5). At an unknown but early time, the tribe of Levi withdrew from the ordinary structure of Israelite society and took on the special role of ritual assistants at the sacred center. In late Second Temple times, which are better documented, the Levites served as musicians (instrumental and vocal) to accompany the rites and also as Temple gatekeepers and night watchmen. According to tradition, the priests were a family from this tribe; under the Hasmonaeans, tithes that were the Levites’ entitlement (Numbers 18:21) were diverted to the priests alone (M. Ma’aser Sheni 5:15).
'''Maccabei''' (4). When rebellion against Antiochus IV broke out in 168 BCE, the leader, Judah, was known by the nickname Maccabee (1 Maccabees 2:4); modern explanations of this epithet are varied and uncertain. By extension, ancient and modern writers have applied the term collectively to Judah and his four brothers or even to the Hasmonaean dynasty that was descended from Simon, the last brother to survive. Of the four so-called Books of the Maccabees, two are normally included in the Apocrypha and two in the larger collection of ancient Jewish pseudepigrapha.
'''Merkava''' (10). {{Lingue|he}}, “chariot.” In the years following the Roman destruction of Jerusalem (and perhaps earlier), a mystical movement flourished in Judaea that sprang from the prophet Ezekiel’s vision (Ezekiel 1–3, 10) of the chariot of God. Through ecstatic meditation, practitioners would ride this chariot through the heavenly palaces (hekhalot) and gain access to heavenly secrets. Certain early leading masters (e.g., Yohanan b. Zakkai, Akiva b. Joseph; see Appendix 2) were associated with this movement. It seems to have reached its peak by the fourth century CE, though certain modern writers prefer a later date.
'''Messiah''' (5, 10). {{Lingue|he}}, “anointed one.” In scripture the word can be applied to anyone chosen by God for a sacred role – priests (Leviticus 4:3), kings (1 Samuel 10:1, 16:13; 1 Kings 19:15–16; 2 Kings 9:3), and prophets (1 Kings 19:16) – and reflects the practice of designating such people by ceremonially pouring oil on their heads. Later the word came to be applied to the “anointed king” of the House of David whom God would send as redeemer at the end of days to gather in the exiles, rebuild the Temple, and restore Jewish nationhood. Christian messianism, which lost interest in Jewish national restoration, developed the concept in different directions, emphasizing the forgiveness of sins and entry into eternal life.
'''midrash''' (9). {{Lingue|he}}, lit. “inquiry.” The characteristic style of rabbinic Bible interpretation, aimed at uncovering new layers of meaning through either the combination of seemingly unrelated texts or the painstaking examination of minute textual details. By extension, midrash can also mean the result of such interpretation, therefore (in its mostcommonmodern usage) nonbiblical narratives or legends. But midrash can equally be applied to the clarification of law or of any obscure passage in scripture. A list of major ancient collections of midrash can be found in Chapter 9.
'''Mishnah''' (9). A compilation of rabbinic teachings, mostly legal, dating from around 200 CE, edited under the supervision of R. Judah the Patriarch (Nasi). The oldest surviving rabbinic book, though fragments of older materials may survive in other places. The Mishnah takes the form of a law code, but it contains numerous unresolved disagreements and nonlegal passages: it was probably designed as a training curriculum for rabbinic disciples rather than as an actual guide to Jewish law. Consists of six Orders subdivided into a total of sixty-three tractates, each loosely organized around a specific topic, usually of Jewish law. A list of these topics can be found in Chapter 9.
'''Mitzvah''' (sing.), '''mitzvot''' (plur.) {{Lingue|he}}, “commandment(s).” The technical term in rabbinic language for ceremonial or ethical actions required by the Torah. A widespread overall description of the rabbis’ conception of a pious life was “study of Torah and fulfillment of its mitzvot.”
'''Mosè''' (1, 3, 9). The founder of the Jewish religion and agent (through the power of God) of Israel’s liberation from Egyptian bondage. After leaving Egypt, he twice spent forty days in private communion with God on Mount Sinai and brought down the “teaching” (Torah) that would form the eternal basis of Jewish life. All subsequent forms of Judaism claimed to be in keeping with the teachings of Moses; even the rabbis’ Oral Torah was traced back to him. The official written version of the teaching of Moses was found in the book that Ezra brought back from Babylon.
'''Nehemiah''' (3). Governor of Yehud under the Persian Empire (ca. 444 BCE). Supported Ezra in the effort to establish the Torah as law of the land. A forceful, combative individual; his memoirs form the background of the book in scripture that bears his name.
'''Passover/Pesach''' (1). Probably the oldest Israelite/Jewish festival, combining elements of a celebration of spring with historical commemoration of the Exodus from Egypt. The festival was marked by the ritual consumption of a roasted lamb and abstention for a week from all leavened foods. After the Temple was destroyed the lamb sacrifice became impossible, but the Passover feast (Seder) remained an important annual observance.
'''Pentateuco''' (1, 3). {{Lingue|el}}, “five books.” The Written Torah, the five books of Moses.
'''Persia''' (3). For two centuries the dominant power in the ancient Near East; ruled the Land of Israel from 539 to 333 BCE. The Torah officially became the law of the law of Yehud by decree of the Persian King Artaxerxes. The Persian Empire was finally conquered (333–331 BCE) by Alexander the Great, and the Hellenistic era began. The Land of Israel was again briefly conquered by Persians in the seventh century CE; see Chapter 10.
'''Farisei''' (5). Members of a religious movement in late Second Temple times; famous as teachers on account of their knowledge of tradition and characterized by careful attention to purity. Had a wide following but enjoyed significant political authority only during the reign of Queen Salome Alexandra (76–69 BCE). Early rabbis saw themselves as successors to the Pharisees; early Christians saw the Pharisees as their chief rivals, so they are depicted with great hostility in the New Testament Gospels.
'''Filone''' (6). Jewish philosopher and community leader in Alexandria (early first century CE).Leda delegation to theEmperorNero (40? CE). Most famous for his allegorical interpretation of the Torah, inwhich every story and every law carries an important encoded lesson concerning religious experience, the good life, or the nature of God. Forgotten by the Jews, he was honored by the Christian Church as a forerunner of Christianity.
'''piyyut''' (10). Poetry, often elaborate and full of artifice, that is designed for use in synagogue services.
'''Pompeo''' (5). Roman general who put an end to the Seleucid Empire and brought Judaea under the rule of Rome (63 BCE). His great rival was Julius Caesar, and the Jews supported Caesar out of hatred for Pompey; Caesar responded with a set of enactments favorable to the Jews.
'''profeti''' (1, 2, 3). Intermediary messengers between Israel and YHWH. There were different viewpoints among the ancient prophets, but their most characteristic affirmations were that God would not tolerate either social injustice or the worship of other deities: each of these was a violation of the covenant that would bring terrible consequences. Before the Babylonian Exile most people resisted the prophets’ message, but in the end this message became the foundation of postbiblical Judaism. Most of the Jewish Bible consists of the prophets’ orations or writings or stories about incidents in their lives.
'''pseudepigrapha''' (4) {{Lingue|el}}, “falsely attributed writings.” In late antiquity, many writings circulated under the names of biblical heroes that had not in fact been written by those personalities; the oldest surviving such text is the Book of Daniel. Some of these were ascribed to known biblical writers, others to people (going back as far as Adam and Eve!) who had not actually written any extant materials. Probably this practice arose out of authors’ wish to gain a readier audience for their message. None of these books (except for the Bible itself) was preserved by Jews; they exist today in copies prepared in many languages and preserved through the Middle Ages in Christian monasteries.
'''purezza''' (5). The Torah, especially in Leviticus, contains numerous detailed rules for the preservation of purity (Heb., tohorah) and the avoidance of defilement (Heb. tum’ah). Defilement was normally the result of contact with dead bodies or certain bodily (mostly sexual) fluids, and by extension through an unidentified skin condition usually translated as “leprosy.” Childbirth also left the mother temporarily unclean, though it is important to emphasize that “unclean” never meant “dirty.” The main practical consequence of defilement was that unclean persons were barred from the Temple and from any contact with sacred objects or sacred foods, but the Pharisees were known for their commitment to maintain purity even in everyday life.
'''rabbi''' (8, 9, 10). “Master.” Title of the sages, member of a religious movement that strove to achieve leadership of the Jewish community in Eretz Yisra’el and Babylonia in the generations following the destruction of Jerusalem. Their claim to authority was based on their mastery of Torah, and their restoration of Judaism after the Temple was lost survived into modern times. The Mishnah, the Talmuds, and various books of midrash provide compilations of rabbinic teaching and stories about ancient rabbinic masters. See also Torah.
'''Roma''' (5, 6, 7). City in Italy that achieved domination of the Mediterranean world over the last centuries BCE. Rome conquered Judaea in 63 BCE and Egypt with its large Jewish population in 31 BCE. A Roman army destroyed the Jerusalem Temple in 70 CE. Of the great centers of Jewish population, only Babylonia remained outside Roman control. In the Land of Israel, the rabbis achieved positions of leadership by reaching an accommodation with Rome.Whenthe family of the Emperor Constantine adopted Christianity, the entire empire began a process of Christianization that eventually left only the Jews outside the new religious consensus.
'''Rosh ha-Shanah'''. The New Year’s celebration; also the name of a tractate in the Mishnah.
'''Sabbath/Shabbat''' (1, 6, 8,A3). The Jewish day of rest, occurring once every seven days. This observance affirmed God’s creation of the world (Genesis 1–2), as well as the covenant with Moses as reflected in the Decalogue (Exodus 20:8), even the Exodus from Egypt (Deuteronomy 5:15). In Greco-Roman times, Sabbath observance was one of the most widely noted features of Jewish life: Jews disappeared from the marketplace and gathered in their synagogues and homes to perform mysterious but fascinating rituals. From the time of Julius Caesar on, Roman administrative practice acknowledged the Jews’ right to observe the Sabbath without disturbance. The early rabbis worked to standardize both the rules for avoiding labor on the Sabbath and the ceremonies that marked the day’s holiness.
'''Seleucidi''' (4). A royal dynasty descended from Seleucus, another general of Alexander the Great, whom he appointed governor of Babylon. Over the decades following Alexander’s death, Seleucus built a large kingdom extending from Mesopotamia into Asia Minor. The Seleucid Antiochus III conquered Judaea from the Ptolemies in 198 BCE, and his son Antiochus IV lost the province to the Maccabees after a failed attempt to impose Hellenism on the resistant Jewish population.
'''Septuagint''' (3, 6). {{Lingue|el}}, “seventy.” The Greek translation of the Torah, prepared in Alexandria around 250 BCE; the name reflects the story that thirtyfive (or thiry-six) separate pairs of translators all produced exactly the same rendition of the original. Made possible the spread of Greek-speaking Judaism throughout the Greco-Roman world, and therefore also the spread of Christianity. The name is sometimes used for the Greek translation of the entire Bible, but the various books were actually translated separately over a period of several generations.
'''Sh’ma''' (8). {{Lingue|he}}, “Hear,” first word of Deuteronomy 6:4. The first word of a twice-daily three-paragraph (Deuteronomy 6:4–9, 11:13–21; Numbers 15:37– 41) liturgical recitation that has been a core element in Jewish worship since the beginning of the Common Era. In rabbinic interpretation, the three paragraphs represent acceptance of the “Yoke of Heaven,” acceptance of the “Yoke of the Commandments,” and remembrance of the Exodus from Egypt. shofar. The ram’s horn that is blown on the New Year (see Leviticus 23:24; Numbers 29:1).
'''Sinai''' (Mount) (1, 8). The location of God’s revealing the Torah to Moses (Exodus 19−24). After the ancient rabbis developed the concept of Oral Torah, all Jewish tradition was deemed to have come from this revelation, except that much had been excluded from the Written Torah of the Pentateuch.
'''Salomone''' (1). King of Israel, son of David (late tenth century BCE). Credited with great wisdom; reputed author of several books of the Bible (see Chapter 1, “What Is in the Bible?”); built the first Jerusalem Temple (1 Kings 6–7). sugya (9, A1). An extended discussion in the Talmud.
'''Sukkah''' (1, 5, A1). {{Lingue|He}}, “tabernacle, booth.” During the autumn Festival of Tabernacles, people would build and dwell in temporary huts, reminiscent of Israel’s days in the desert. The incident of the high priest and the water libation (see Chapter 5) took place during this festival, as did the eschatological drama found in Appendix 1.
'''Talmud''' (9, 10, A1, A2). Heb., “study”; Aram. gemara is a synonym. Ancient compilations of rabbinic teaching, in the form of loose commentary on selected Mishnaic tractates, thousands of pages long. The Jerusalem Talmud was compiled in the academies of Eretz Yisra’el, probably around 400 CE; the larger and more authoritative Babylonian Talmud was compiled in that country, largely during the sixth century.
'''Tanakh''' (1). {{Lingue|he}} acronym: Torah, Nevi’im (prophets), Ketuvim (writings). In modern times, a widely used designation for the twenty-four books of holy scripture; the term was not used until the Middle Ages. See Chapter 1 for a list of the twenty-four.
'''Targum''' (10). Aramaic translation of scripture.
'''Tefilla''' (8). {{Lingue|he}}, “prayer.” The word can designate any prayer, but in rabbinic discourse it particularly means the sequence of eighteen (later nineteen) blessings that form the central petitionary prayer of the service. Also called ‘amida, the “standing” prayer, on account of the worshiper’s posture when reciting it.
'''Tempio''' (1, 4, 7, 8). The central shrine of Jewish worship until the first century CE. First built in Jerusalem by King Solomon and destroyed by the Babylonians, then rebuilt under the Persians, only to be destroyed for good by Rome in 70 CE. Much of the Torah contains detailed instructions for performance of the Temple sacrifices and preservation of the Temple’s purity. Local Jewish temples also existed in Egypt, first at Elephantine under the Persians, then at Heliopolis under the Ptolemies and the Romans, but these never achieved worldwide significance. Several attempts to restore the Temple under the later Roman Empire came to nothing, but the expectation that the Temple and its ceremonies will be restored at the end of days remained an important part of Jewish religious hope into modern times.
'''Teruma''' (A1), “heave-offering.” A gift of produce that farmers were obliged to supply to the priests. Priests who consumed this food had to be ritually clean, a requirement that supplied the background to the first paragraph of the Mishnah and the Talmud.
'''Tito''' (7). Romangeneral and emperor; son ofVespasian. The SecondTemple was destroyed by an army under his command. A triumphal arch in Rome built in honor of Titus depicts Roman soldiers carrying the spoils of the Temple.
'''[[Torah]]''' (1, 3, 9). {{Lingue|he}}, “teaching.” The official name of the Pentateuch from the time of Ezra. In rabbinic discourse, the term designates the entirety of Jewish religion, not least the Oral Torah containing the teachings of the rabbis themselves. Rabbis claimed that mastery of Torah imparted the power to work miracles (including using the “evil eye”) and enjoy long life, and that mastery of Torah was the only true basis for Jewish leadership. In rabbinic eyes, a fulfilled life was one dedicated to learning and teaching Torah; such a life transformed ordinary individuals into holy men. Torah learning was sporadically available to women, but no important rabbi was a female. tractate (9). One of the sixty-three subdivisions of the Mishnah. See Chapter 9.
'''Vespasiano''' (7). Roman general and emperor; appointed by Nero to put down the Jewish rebellion of 66. He left during the campaign to take power as emperor and entrusted the Jewish war to his son Titus.
'''YHWH''' (1, 2). The name of the God of Israel. In postbiblical times, this name was supposedly no longer spoken out loud except by the high priest on the Day of Atonement, and it was replaced by substitutes, most familiarly “the Lord”; modern scholars are in fact unsure of its correct pronunciation. However, later magical scrolls contain apparent invocations of the Jewish God by his name, so it appears that some private individuals (perhaps only gentile sorcerers) continued to use the name into later times.
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