Wikibooks itwikibooks https://it.wikibooks.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.45.0-wmf.9 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikibooks Discussioni Wikibooks File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Progetto Discussioni progetto Ripiano Discussioni ripiano TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Chimica per il liceo/Nomenclatura chimica 0 32615 478533 472534 2025-07-08T14:29:07Z Tabbix 52735 Correzioni varie 478533 wikitext text/x-wiki {{chimica per il liceo 2}} == Cenni storici == La '''nomenclatura chimica''' è il sistema dei termini ordinati e predisposti secondo norme convenzionali, per denominare i composti ed evitare ogni possibile confusione fra di essi, con lo scopo di favorire una comunicazione chiara all'interno della comunità scientifica. In passato le sostanze chimiche venivano nominate sulla base delle loro proprietà morfologiche, del metodo di preparazione, del materiale da cui avevano origine, del comportamento chimico. I primi a tentare una riforma della nomenclatura chimica furono A. Baumé, P. Macquer ed in particolare '''Bergman''' che, nel '''1770-80 circa''', propose il ''principio binomiale per il nome dei sali'', derivato dal corrispettivo sistema botanico di Linneo. Ad esempio, Bergman denominava "magnesia vetriolata, aerata, nitrata, salita" rispettivamente solfato, carbonato, nitrato e cloruro di magnesio. <br /> Nel '''1786''' Guyton de Morveau (allievo di Bergman), Fourcroy, Berthollet e '''Lavoisier''' vennero incaricati dall’Académie Française di attuare una riforma della nomenclatura chimica. Con questa nuova nomenclatura introdotta nel '''1787''' si cominciarono ad adoperare, ad esempio, i suffissi -ico, -oso, -ato, -ito, -uro, che sono usati anche oggi. Sempre nel '''1787''' '''Guyton de Morveau''' espose i principi della nuova nomenclatura sistematica: * Ogni composto deve avere una propria denominazione unica e caratteristica. Questo per ovviare al fatto che per il medesimo composto esistono molti nomi diversi, il che non solo determina confusione ed incomprensione, ma grosse perdite di tempo in ricerche ripetute. * Come componenti del nome dovevano usarsi le radici dei nomi latini o greci delle parti che entravano a far parte del composto; mai, ad esempio, il nome di chimici. Questo comportava il principio della relazione diretta tra designazione delle sostanze e loro composizione. * "È desiderabile che il nome non sia espressione di qualsivoglia ipotesi". * Per i composti vengono date denominazioni di genere e specifiche, analogamente a quanto si fa in altre scienze naturali (acidi, alcali, terre, calci, ecc.). * Se due elementi formano tra loro più composti, questo si esprime mediante prefissi o suffissi al nome specifico (vedi le terminazioni –ito, –ato, e i prefissi –ipo, –per, sesqui–, mono–, bi–, ecc.). Dal '''1957''' è la '''IUPAC''' (International Union for Pure and Applied Chemistry) a regolamentare la nomenclatura chimica, riunendosi periodicamente con il fine di aggiornare le regole della “sintassi chimica” in base alle nuove conoscenze tenendo conto del principio di non ambiguità. == Differenza tra nomenclatura IUPAC e tradizionale == '''La nomenclatura chimica''': insieme di regole che permette di attribuire un nome specifico alla formula di un composto e viceversa. Nonostante alcuni composti vengano riconosciuti attraverso un nome comune (es.H<sub>2</sub>O = acqua), la maggior parte di essi seguono delle regole generali. Tali norme sono individuate principalmente in due diversi tipi di nomenclatura chimica: # '''Nomenclatura tradizionale''': si basa principalmente sull'utilizzo di prefissi e suffissi, a seconda del numero di ossidazione, per descrivere le caratteristiche chimiche delle diverse molecole (es.SO<sub>2</sub> = anidride solfor'''osa'''; SO<sub>3</sub> = anidride solfor'''ica'''). # '''nomenclatura IUPAC''': tende ad indicare il tipo e numero di atomi presenti leggendo la formula (es. SO<sub>2</sub> = diossido di zolfo; SO<sub>3</sub> = triossido di zolfo), quindi è, in genere, più semplice da utilizzare. Nei composti con i metalli esiste anche la '''nomenclatura Stock''' che esplicita il numero di ossidazione del metallo tra parentesi in numero romano, quando ce ne sia più di uno. Es. Fe<sub>2</sub>O<sub>3</sub> ossido di ferro(III); FeO = ossido di ferro(II). === Mini-test === <quiz display=simple> {Quali sono i tipi di nomenclatura chimica? |type="()"} - Tradizionale e IUCAP - tutte sono corrette + Tradizionale, IUPAC e Stock - classica e tradizionale. {Completa la frase |type="{}"} La nomenclatura { chimica (i) _8} è un insieme di regole che permette di attribuire un nome specifico alla { formula } di un composto e viceversa. {Completa la frase |type="{}"} La nomenclatura { IUPAC } indica tipo e numero di atomi presenti mentre la nomenclatura { tradizionale } fa uso di prefissi e suffissi in base al numero di { ossidazione }. { |type="{}"} Indica il nome del composto NH<sub>3</sub> secondo nomenclatura tradizionale. { ammoniaca } </quiz> == Valenza e numero di ossidazione == ==== Valenza ==== La valenza di un elemento in un composto è il numero di legami che l'elemento instaura con atomi di altri elementi. La valenza corrisponde al numero di elettroni ceduti, acquistati o condivisi dall'elemento nel composto considerato (infatti gli elettroni più esterni sono detti anche elettroni di valenza). ==== Numero di ossidazione (n.o.) ==== Il numero di ossidazione di un elemento in un composto è definito come '''la carica elettrica formale che l'elemento assumerebbe nel composto, se gli elettroni di ciascun legame venissero attribuiti all'atomo più elettronegativo''', come se da esso fossero completamente acquistati. Il numero di ossidazione è importante perché permette di capire se una <u>formula chimica</u> è scritta correttamente e permette di assegnare un <u>nome</u> secondo la nomenclatura IUPAC, tradizionale o Stock. <u>Un elemento può avere uno o più numeri di ossidazione</u> e in genere vengono indicati nella tavola periodica (alcune tavole li riportano tutti, altre solo quelli più importanti). Per gli elementi che hanno più numeri di ossidazione, come l'ossigeno, alcuni sono più frequenti (e quindi più importanti) di altri, ad esempio l'ossigeno ha quasi sempre numero di ossidazione -2, tranne nei perossidi in cui è -1, ma i perossidi si incontrano raramente nelle reazioni chimiche. La seguente tabella riassume i <u>criteri per ricavare i numeri di ossidazione</u> di alcuni elementi o alcune categorie di elementi. Per gli altri bisogna ricavarli dalla tavola periodica oppure si deducono dal composto in cui l'elemento è coinvolto. === Calcolo del numero di ossidazione === {| class="wikitable sortable" |- ! Numero !! Regola |- | 1 || Il n.o. di una specie chimica allo stato elementare è 0 |- | 2 || Due atomi uguali, uniti da uno o più legami covalenti omopolari, non si sottraggono elettroni vicendevolmente, poiché sono equamente condivisi (quindi n.o.=0) |- | 3 || Cationi e anioni hanno n.o. uguale alla propria carica |- | 4 || In una molecola la somma algebrica dei n.o. di tutti gli atomi è 0 |- | 5 || L'idrogeno (H) ha sempre n.o. uguale a +1, tranne che negli idruri (composti binari con dei metalli) in cui presenta n.o.= -1 |- | 6 || L'ossigeno (O) ha sempre n.o. uguale a -2, tranne che nei perossidi (ad esempio l'acqua ossigenata) nei quali n.o.= -1 |- | 7 || Nei metalli il n.o. è sempre positivo. Quelli del gruppo 1 hanno n.o.= +1 (ad esempio il sodio-Na); quelli del gruppo 2 e lo zinco ed il cadmio hanno n.o.= +2 (ad esempio il calcio-Ca); quelli del gruppo 3 hanno n.o.= +3 (ad esempio l'alluminio-Al e il boro-B) |- | 8 || Il fluoro (F) ha sempre n.o. = -1; il cloro (Cl), il bromo (Br) e lo iodio (I) hanno n.o. = -1 tranne nei composti in cui sono legati sono legati a fluoro e ossigeno nei quali assumono n.o. pari a +1, +3, +5, +7 |} === Mini-test: calcolare il numero di ossidazione di un elemento in un composto === <quiz display=simple> { |type="{}"} Calcola il numero di ossidazione del Cl nel composto HClO<sub>4</sub> { +7 } { |type="{}"} Calcola il numero di ossidazione del N nel composto NH<sub>3</sub> { -3 } { |type="{}"} Calcola il numero di ossidazione del N nel composto HNO<sub>3</sub> { +5 } { |type="{}"} Calcola il numero di ossidazione del Cl nell'acido cloridrico { -1 } </quiz> === Mini-test: trova la formula o indica se è corretta === <quiz display=simple> { |type="{}"} Indica se la seguente formula è corretta: NaO<sub>2</sub> ed eventualmente scrivi la formula corretta { NO - Na<sub>2</sub>O } { |type="{}"} Sapendo che lo zolfo ha numero di ossidazione -2 quando si lega coi metalli, indica la formula corretta del composto tra potassio e zolfo { K<sub>2</sub>S } { |type="{}"} Indica se la seguente formula è corretta: MgSO<sub>4</sub> ed eventualmente scrivi la formula corretta { SI } { |type="{}"} Indica la formula corretta tra calcio e bromo { CaBr<sub>2</sub> } </quiz> == I nomi degli ioni monoatomici == === Cationi === I metalli tendono a perdere elettroni e a formare cationi, ad esempio il sodio (Na) tende a perdere l'unico elettrone di valenza che possiede per diventare catione Na<sup>+</sup>; In questo caso lo ione si può chiamare semplicemente "ione sodio", visto che l'unica carica che può assumere è +1 (infatti ha un solo numero di ossidazione +1). Per i metalli che hanno più di un numero di ossidazione (e quindi possono assumere più cariche) il nome dovrà precisare quale numero di ossidazione possiede il catione. In questo ci aiuta la notazione Stock che prevede di dire il numero di ossidazione di un elemento. Ad esempio il ferro può avere numero di ossidazione +2 e +3, quindi il catione Fe<sup>2+</sup> si chiamerà "ione (o catione) ferro due" e si scrive ferro(II) con il due scritto alla fine tra parentesi e in numero romano. Lo ione Fe<sup>3+</sup> si chiamerà "ione ferro tre" e si scrive ferro(III). La nomenclatura tradizionale usa i suffissi oso e ico per distinguere il numero di ossidazione più alto (ico) e quello più basso (oso). La tabella sottostante riassume questi concetti e mostra anche altri esempi. === Anioni === L'anione ossigeno viene chiamato '''ossido''', gli altri anioni vengono indicati col nome dell'elemento e il suffisso "'''uro'''". Fa eccezione lo ione CN<sup>-</sup> (ione cianuro) che pur non essendo monoatomico termina in "uro". Vedi gli esempi nella tabella {| class="wikitable" |+Cationi e anioni !Formula !Nome Stock !Nome tradizionale ! rowspan="8" | !Formula !Nome |- |Na<sup>+</sup> | colspan="2" |ione sodio |O<sup>2-</sup> |ione ossido |- |Fe<sup>2+</sup> |ione ferro(II) |ione ferroso |S<sup>2-</sup> |ione solfuro |- |Fe<sup>3+</sup> |ione ferro(III) |ione ferrico |Cl<sup>-</sup> |ione cloruro |- |Mg<sup>2+</sup> | colspan="2" |ione magnesio |Br<sup>-</sup> |ione bromuro |- |Ag<sup>+</sup> | colspan="2" |ione argento |F<sup>-</sup> |ione fluoruro |- |Cu+ |ione rame(I) |ione rameoso |CN<sup>-</sup> |ione cianuro |- |Cu2+ |ione rame(II) |ione rameico |N<sup>3-</sup> |ione nitruro |} == Composti binari: ossidi basici == Gli ossidi basici sono[[Chimica_generale/Nomenclatura#Molecole_e_composticomposti| composti]] binari (due elementi) formati da un elemento con carattere metallico e atomi di ossigeno, che si originano mediante una reazione di sintesi (Α+Β=AB). L'ossigeno ha sempre numero di ossidazione -2 e viene scritto per ultimo essendo il più[[Chimica_organica/Richiami_di_chimica_generale#Elettronegativit.C3.A0| elettronegativo]]. Questi reagendo con l'acqua generano gli [[Chimica_per_il_liceo/Nomenclatura_chimica#Composti_ternari:_idrossidi|idrossidi]]. Nella tabella sottostante sono elencati alcuni ossidi basici: {| class="wikitable" |- ! Composto !! Numero ossidazione<br /> del metallo!! Nomenclatura tradizionale !! Nomenclatura IUPAC !Nomenclatura Stock |- | <div style="text-align:center;">Na<sub>2</sub>O</div> || <div style="text-align:center; color:#FF0000;">+1</div> || <div style="text-align:center;">Ossido di sodio</div>|| <div style="text-align:center;">Ossido di ''di''sodio</div> |ossido di sodio |- | <div style="text-align:center;">CuO</div> || <div style="text-align:center; color:#FF0000;">+2</div> || <div style="text-align:center;">Ossido rame'''ico'''</div>|| <div style="text-align:center;">Ossido di rame</div> |ossido di rame(II) |- | <div style="text-align:center;">Cu<sub>2</sub>O</div> ||<div style="text-align:center; color:#FF0000;">+1</div> || <div style="text-align:center;">Ossido rame'''oso'''</div> || <div style="text-align:center;">Ossido di ''di''rame</div> |ossido di rame(I) |- | <div style="text-align:center;">FeO</div> ||<div style="text-align:center; color:#FF0000;">+2</div>|| <div style="text-align:center;">Ossido ferr'''oso'''</div>|| <div style="text-align:center;">Ossido di ferro</div> |ossido di ferro(II) |- | <div style="text-align:center;">Fe<sub>2</sub>O<sub>3</sub></div>|| <div style="text-align:center; color:#FF0000;">+3</div> || <div style="text-align:center;">Ossido ferr'''ico'''</div> || <div style="text-align:center;">''Tri''ossido di ''di''ferro</div> |ossido di ferro(III) |- | <div style="text-align:center;">PbO</div> || <div style="text-align:center; color:#FF0000;">+2</div> || <div style="text-align:center;">Ossido piomb'''ico'''</div> || <div style="text-align:center;">Ossido di piombo</div> |ossido di piombo(II) |- | <div style="text-align:center;">Pb<sub>2</sub>O</div> || <div style="text-align:center; color:#FF0000;">+1</div> || <div style="text-align:center;">Ossido piomb'''oso'''</div> || <div style="text-align:center;">Ossido di ''di''piombo</div> |ossido di piombo(I) |} La '''nomenclatura tradizionale''' chiama gli ossidi basici: '''ossidi'''. Un metallo può avere più numeri di ossidazione: * Se ha '''un solo''' numero di ossidazione il composto assumerà il nome di ''ossido + di + “nome del metallo”''; * Se ha '''due numeri''' di ossidazione potrà formare con l’ossigeno due differenti ossidi. L’ossido che presenta il metallo con un numero di ossidazione minore assumerà il suffisso ''–oso''. Mentre quello con numero di ossidazione maggiore assumerà il suffisso ''–ico''; * Se ha '''più di due''' numeri di ossidazione si utilizzano i prefissi ''ipo-'' e il suffisso ''-oso'' per il numero di ossidazione più basso, mentre il prefisso ''per-'' e il suffisso ''-ico'' per quello più alto. Per i numeri di ossidazione intermedi si segue la regola del metallo con due numeri di ossidazione. Anche la '''nomenclatura IUPAC''' denomina gli ossidi basici: '''ossidi'''. A differenza della nomenclatura tradizionale, la IUPAC esplicita il numero di atomi presenti identificandoli con dei prefissi che precedono la parola ossido e il nome dell’elemento. Questi sono: ''mono''(1 atomo) -a volte omesso-, ''di''(2 atomi), ''tri''(3 atomi), ''tetra''(4 atomi), ''penta''(5 atomi), ''esa''(6 atomi), ''epta''(7 atomi). Ad esempio il composto Fe<sub>2</sub>O<sub>3</sub> assumerà il nome di '''''tri''ossido di ''di''ferro'''. '''Minitest''' <quiz> { |type="{}"} Indica la formula dell'ossido di disodio { Na2O } { |type="{}"} Indica la formula dell' ossido ferrico (n.o. del ferro +3) { Fe2O3 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto CuO (n.o Cu: +1, +2) { ossido rameico (i) } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto Pb<sub>2</sub>O { ossido di dipiombo (i) } { |type="{}"} Indica la formula dell'ossido di potassio { K2O } { |type="{}"} Indica la formula dell' ossido stannico (n.o dello stagno: +4) { SnO2 } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto Al<sub>2</sub>O<sub>3</sub> { triossido di dialluminio (i) } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto CoO (n.o Co: +2, +3) { ossido cobaltoso (i) } </quiz> == Composti binari: ossidi acidi == Viene detto ossido acido o anidride quel composto binario formato da ossigeno (l'ossigeno ha numero di ossidazione -2) e non metalli (gli elementi a destra nella tavola periodica). Gli ossidi acidi si originano per sintesi, come gli ossidi basici, ovvero A+B=AB. Se il non metallo presenta più numeri di ossidazione, forma con l'ossigeno anidridi diversi. Segue una tabella con le anidridi più importanti. {| class="wikitable sortable" |- ! Elemento !! Numero di ossidazione !! Formula !! Nome tradizionale !! Nome IUPAC |- | B || +3 || B<sub>2</sub>O<sub>3</sub> || anidride borica || triossido di diboro |- | C || +2 || CO || anidride carboniosa || monossido di carbonio |- | C || +4 || CO<sub>2</sub> || anidride carbonica || diosssido di carbonio |- | N || +3 || N<sub>2</sub>O<sub>3</sub> || anidride nitrosa || triossido di diazoto |- | N || +5 || N<sub>2</sub>O<sub>5</sub> || anidride nitrica || pentaossido di diazoto |- | S || +4 || SO<sub>2</sub> || anidride solforosa || diossido di zolfo |- | S || +6 || SO<sub>3</sub> || anidride solforica || triossido di zolfo |- | Cl || +1 || Cl<sub>2</sub>O || anidride ipoclorosa || ossido di dicloro |- | Cl || +3 || Cl<sub>2</sub>O<sub>3</sub> || anidride clorosa || triossido di dicloro |- | Cl || +5 || Cl<sub>2</sub>O<sub>5</sub> || anidride clorica || pentaossido di dicloro |- | Cl || +7 || Cl<sub>2</sub>O<sub>7</sub> || anidride perclorica || eptaossido di dicloro |- | Br || +1 || Br<sub>2</sub>O || anidride ipobromosa || ossido di dibromo |- | Br || +3 || Br<sub>2</sub>O<sub>3</sub> || anidride bromosa || triossido di dibromo |- | Br || +5 || Br<sub>2</sub>O<sub>5</sub> || anidride bromica || pentaossido di dibromo |- | Br || +7 || Br<sub>2</sub>O<sub>7</sub> || anidride perbromica || eptaossido di dibromo |} Al nome del composto va fatto seguire un attributo formato dal nome del non metallo e dal suffisso -ica se il composto ha un solo numero di ossidazione. Ad esempio il carbonio (n.o. C = +4) forma l'anidride carbonica o diossido di carbonio CO<sub>2</sub>. Se invece l’elemento ha due numeri di ossidazione, il suffisso diventa -oso o –osa nel caso in cui il composto abbia il n.o. più basso ed –ico o –ica nel caso in cui il composto abbia il n.o. più alto (lo zolfo ad esempio forma l’anidride solforosa SO<sub>2</sub> quando il n.o. è +4 e l’anidride solforica SO<sub>3</sub> quando il n.o. è +6). Per quanto riguarda gli elementi con n.o. ≥ 2 è necessario utilizzare i suffissi –oso (o –osa) ed –ico (o –ica) per i composti con i due n.o. intermedi mentre negli altri composti si utilizza il prefisso ipo- e il suffisso -oso (o –osa) per il n.o. più basso o il prefisso per- e il suffisso -ico (o -ica) per il n.o. più alto: ad esempio il cloro forma l’anidride ipoclorosa Cl<sub>2</sub>O con n.o.Cl=+1 o l’anidride perclorica Cl<sub>2</sub>O<sub>7</sub> con n.o.Cl=+7. === Mini-test === <quiz display=simple> { |type="{}"} Indica la formula dell'anidride carbonica { CO2 } { |type="{}"} Indica la formula del pentaossido di dicloro { Cl2O5 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto SO<sub>2</sub> { anidride solforosa } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto N<sub>2</sub>O<sub>3</sub> { triossido di diazoto } { |type="{}"} Indica la formula dell'anidride carboniosa { CO } { |type="{}"} Indica la formula del triossido di diboro { B2O3 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto Br<sub>2</sub>O<sub>3</sub> { anidride bromosa } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto SO<sub>3</sub> { triossido di zolfo } </quiz> == Composti binari: idruri metallici e non metallici == === Idruri metallici (idruri salini o ionici) === Sono i composti dell'idrogeno con i metalli. Solo in questi composti l'idrogeno ha numero di ossidazione -1 (in tutti gli altri è sempre +1). Sono composti ionici, solidi. {| class="wikitable" |- ! FORMULA !! nomenclatura tradizionale !! nomenclatura IUPAC !Nomenclatura Stock |- | LiH || idruro di litio || idruro di litio |idruro di litio |- | AlH<sub>3</sub> || idruro di alluminio || triidruro di alluminio |idruro di alluminio |- | MgH<sub>2</sub> || idruro di magnesio || diidruro di magnesio |idruro di magnesio |- | FeH<sub>3</sub> || idruro ferrico || triidruro di ferro |idruro di ferro(III) |- |FeH<sub>2</sub> |idruro ferroso |diidruro di ferro |idruro di ferro(II) |- | CuH || idruro rameoso || idruro di rame |idruro di rame(I) |} * Nella formula l'idrogeno va scritto dopo il metallo perché ha una maggiore elettronegatività === Idruri non metallici (idruri covalenti) === Sono i composti dell'idrogeno con i NON metalli (tranne gli alogeni e zolfo) e i semimetalli. Sono composti molecolari (con legami covalenti) in genere gassosi o liquidi. {| class="wikitable" |- ! FORMULA !! nomenclatura tradizionale !! nomenclatura IUPAC |- | NH<sub>3</sub> || ammoniaca || triidruro di azoto |- | PH<sub>3</sub> || fosfina || triidruro di fosforo |- | CH<sub>4</sub> || metano || tetraidruro di carbonio |- | SiH<sub>4</sub> || silano || tetraidruro di silicio |- | AsH<sub>3</sub> || arsina || triidruro di arsenico |} * La nomenclatura tradizionale usa nomi consolidati nella tradizione chimica, mentre la IUPAC segue la solita logica. === Mini-test === <quiz display=simple> { |type="{}"} Indica la formula dell'idruro di litio { LiH } { |type="{}"} Indica la formula del diidruro di calcio { CaH2 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto MgH<sub>2</sub> { idruro di magnesio } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto AlH<sub>3</sub> { triidruro di alluminio } { |type="{}"} Indica la formula dell'ammoniaca { NH3 } { |type="{}"} Indica la formula del tetraidruro di carbonio { CH4 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto PH<sub>3</sub> { fosfina } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto SiH<sub>4</sub> { tetraidruro di silicio } </quiz> == Composti binari: idracidi == Gli alogeni, elementi del VII gruppo, e lo zolfo, formano con l'idrogeno composti binari a carattere acido definiti come idracidi. Inoltre in questi composti l'idrogeno ha sempre numero di ossidazione (n.o.) +1, gli alogeni n.o. -1 e lo zolfo n.o. -2. L'idrogeno essendo il meno elettronegativo dei due elementi nella formula va scritto per primo. '''Nomenclatura Tradizionale/IUPAC:'''<br /> Nomi di alcuni composti binari. {| class="wikitable" |- ! Composto !! Nomenclatura Tradizionale !! Nomenclatura IUPAC |- | HF || acido fluoridrico || fluoruro di idrogeno |- | HCl || acido cloridrico || cloruro di idrogeno |- | HBr || acido bromidrico || bromuro di idrogeno |- | HI || acido iodidrico || ioduro di idrogeno |- | H<sub>2</sub>S || acido solfidrico || solfuro di diidrogeno |} La ''nomenclatura tradizionale'' prevede che il termine "acido" seguito dal nome del non metallo termini con il suffisso -idrico. <br />La ''nomenclatura IUPAC'' invece, prevede l'utilizzo del suffisso –uro per l'elemento del VI o VII gruppo, seguito dalla termine “di idrogeno”. (eventualmente con gli opportuni prefissi moltiplicativi). Applicando la "Regola dell'incrocio" risulta che la formula generale di un idracido è HnX in cui: X = simbolo chimico dell'elemento del VI o del VII gruppo; n = numero di ossidazione dell'elemento X. == Composti binari: sali binari == * Viene detto sale binario un composto ionico formato da un catione metallico e da un anione non-metallico. Nella formula che rappresenta un sale binario, si indica sempre prima l'elemento metallico seguito poi dall'elemento non-metallico. *Esempio di alcuni sali binari: {| class="wikitable" |- ! Formula minima !! Nomenclatura tradizionale !! Nomenclatura IUPAC !Nomenclatura Stock |- | NaCl || cloruro di sodio || cloruro di sodio |cloruro di sodio |- | Na<sub>2</sub>S || solfuro di sodio || solfuro di '''di'''sodio |solfuro di sodio |- | CaI<sub>2</sub> || ioduro di calcio || '''di'''idruro di calcio |ioduro di calcio |- | AlF<sub>3</sub> || floruro di alluminio || '''tri'''fluoruro di alluminio |floruro di alluminio |- | FeCl<sub>2</sub> || cloruro ferr'''oso'''|| '''di'''cloruro di ferro |cloruro di ferro(II) |- | FeCl<sub>3</sub> || cloruro ferr'''ico'''|| '''tri'''cloruro di ferro |cloruro di ferro(III) |- | CsBr|| bromuro di cesio || bromuro di cesio |bromuro di cesio |} *La '' nomenclatura'' IUPAC dei sali binari fa seguire alla radice del nome dell'elemento non-metallico il suffisso '''-uro''', la preposizione '''di''' e il nome del metallo, indicando con l'opportuno prefisso il numero di atomi presenti. *La ''nomenclatura tradizionale'' invece prevede cha la radice del nome dell'elemento metallico sia seguita dal suffisso '''-oso''', nelle specie a numero di ossidazione più basso, e '''-ico''', nelle specie a numero di ossidazione più alto. === Mini-test === <quiz display=simple> { |type="{}"} Indica la formula del solfuro di potassio { K2S } { |type="{}"} Indica la formula del dicloruro di rame { CuCl2 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto NaCl { cloruro di sodio } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto AlCl<sub>3</sub> { tricloruro di alluminio } { |type="{}"} Indica la formula bromuro di litio { LiBr } { |type="{}"} Indica la formula del diioduro di calcio { CaI2 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto AgBr { bromuro di argento } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto BaBr<sub>2</sub> { dibromuro di bario } </quiz> == Composti ternari: idrossidi == Gli idrossidi sono composti ternari, ovvero combinazioni di tre elementi diversi. Gli idrossidi sono formati da un metallo, ossigeno e idrogeno. Gli idrossidi sono sistemi basici costituiti da uno ione metallico positivo (M<sup>n+</sup>) e da ioni idrossido OH<sup>-</sup>. '''La formula molecolare''': metallo + gruppi OH (tanti quanti il numero di ossidazione del metallo). '''La nomenclatura tradizionale''': Scrivere la parola '''idrossido'''. Nel caso in cui il metallo abbia un unico numero di ossidazione la parola idrossido è seguita da '''di''' e il nome del '''metallo''' oppure seguita dal nome del metallo terminante in '''-ico'''. Se invece il metallo ha più di un numero di ossidazione il nome del metallo termina in '''-oso''' quando ha numero di ossidazione minore e '''-ico''' quando ha numero di ossidazione maggiore. '''La nomenclatura IUPAC''': Scrivere la parola '''idrossido''' preceduta da prefissi che indicano il numero dei gruppi -OH, come '''di-'''(per due gruppi -OH), '''tri-'''(per tre gruppi -OH). La parola idrossido è seguita da '''di''' e il nome del '''metallo'''. ;Esempi di alcuni idrossidi<nowiki>:</nowiki> {| class="wikitable" |- ! '''Composto''' !! '''Nomenclatura tradizionale''' !! '''Nomenclatura IUPAC''' !Nomenclatura Stock |- | NaOH || idrossido di sodio || idrossido di sodio |idrossido di sodio |- | KOH || idrossido di potassio || idrossido di potassio |idrossido di potassio |- | Ca(OH)<sub>2</sub> || idrossido di calcio || diidrossido di calcio |idrossido di calcio |- | Ba(OH)<sub>2</sub> || idrossido di bario || diidrossido di bario |idrossido di bario |- | Fe(OH)<sub>2</sub> || idrossido ferroso || diidrossido di ferro |idrossido di ferro(II) |- | Fe(OH)<sub>3</sub> || idrossido ferrico || triidrossido di ferro |idrossido di ferro(III) |- | Al(OH)<sub>3</sub> || idrossido di alluminio || triidrossido di alluminio |idrossido di alluminio |- |Sn(OH)<sub>2</sub> |idrossido stannoso |diidrossido di stagno |idrossido di stagno(II) |- |Sn(OH)<sub>4</sub> |idrossido stannico |tetraidrossido di stagno |idrossido di stagno(IV) |} <small>'''MINITEST'''</small> <quiz display=simple> { |type="{}"} Indica la formula dell'idrossido ferroso { Fe(OH)2 } { |type="{}"} Indica la formula del diidrossido di calcio { Ca(OH)2 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto Sn(OH)<sub>2</sub> { idrossido stannoso } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto Al(OH)<sub>3</sub> { triidrossido di alluminio } { |type="{}"} Indica la formula dell'idrossido di magnesio (magnesico) { Mg(OH)2 } { |type="{}"} Indica la formula del diidrossido di bario { Ba(OH)2 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto Fe(OH)<sub>3</sub> { idrossido ferrico } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto KOH { idrossido di potassio } </quiz> == Composti ternari: ossoacidi e relativo anione == * Sono composti ternari con comportamento acido, formati da idrogeno, ossigeno e un NON metallo. Derivano dalla reazione in acqua di una anidride (ossido acido). Nella formula i componenti si scrivono nel seguente ordine: H+NM+O (idrogeno-non metallo-ossigeno). {| class="wikitable" |- ! formula !! nomenclatura tradizionale !! nomenclatura IUPAC ! rowspan="13" | !! anione: formula !! Nome tradizionale !! Nome IUPAC |- | H<sub>2</sub>CO<sub>3</sub>|| acido carbonico || acido triossocarbonico (IV) || CO<sub>3</sub><sup>2-</sup> || carbonato || triossocarbonato (IV) |- | H<sub>2</sub>CO<sub>3</sub>|| acido carbonico|| acido triossocarbonico (IV)|| HCO<sub>3</sub><sup>-</sup>|| idrogenocarbonato (''bicarbonato'') || idrogenotriossocarbonato (IV) |- | HNO<sub>2</sub>|| acido nitr'''oso''' || acido diossonitrico (III)|| NO<sub>2</sub><sup>-</sup>|| nitr'''ito''' || diossonitrato(III) |- | HNO<sub>3</sub>|| acido nitr'''ico''' || acido triossonitrico (V)|| NO<sub>3</sub><sup>-</sup>|| nitr'''ato''' || triossonitrato(V) |- | H<sub>2</sub>SO<sub>3</sub>|| acido solfor'''oso''' || acido triossosolforico (IV) || SO<sub>3</sub><sup>2-</sup> || solf'''ito''' || triossosolfato (IV) |- | H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub>|| acido solfor'''ico''' || acido tetraossosolforico (VI) || SO<sub>4</sub><sup>2-</sup> || solf'''ato''' || tetrassosolfato (VI) |- | H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub>|| acido solfor'''ico'''|| acido tetraossosolforico (VI)|| HSO<sub>4</sub><sup>-</sup> || idrogenosolfato (''bisolfato'') || idrogenotetrassosolfato (VI) |- | H<sub>3</sub>PO<sub>4</sub> || acido (orto)fosfor'''ico''' || acido tetraossofosforico (V) || PO<sub>4</sub><sup>3-</sup>|| fosf'''ato''' || tetraossofosfato (V) |- | HClO || acido '''ipo'''clor'''oso''' || acido (mono)ossoclorico (I) || ClO<sup>-</sup>|| '''ipo'''clor'''ito''' || ossoclorato (I) |- | HClO<sub>2</sub> || acido clor'''oso''' || acido diossoclorico (III)|| ClO<sub>2</sub><sup>-</sup>|| clor'''ito''' || diossoclorato (III) |- | HClO<sub>3</sub> || acido clor'''ico''' || acido triossoclorico (V)|| ClO<sub>3</sub><sup>-</sup>|| clor'''ato''' || triossoclorato (V) |- | HClO<sub>4</sub> || acido '''per'''clor'''ico''' || acido tetraossoclorico (VII)|| ClO<sub>4</sub><sup>-</sup>|| '''per'''clor'''ato''' || tetraossoclorato (VII) |} * Negli ossoacidi la nomenclatura IUPAC viene un po' meno alla sua logica ferrea (ovverosia la formula letta a partire dalla fine tenendo conto degli indici), per cui in entrambe le nomenclature si inizia con il termine '''''acido ...'''''. Inoltre nella IUPAC si precisa anche il numero dell'ossidazione del non-metallo.<br /> === Mini-test === <quiz display=simple> { |type="{}"} Indica la formula dell'acido carbonico { H2CO3 } { |type="{}"} Indica la formula dello ione idrogenotriossocarbonato (IV) { HCO3- } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto HNO<sub>3</sub> { acido nitrico } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto H<sub>2</sub>SO<sub>3</sub> { acido triossosolforico (IV) } { |type="{}"} Indica la formula dell'acido solforico { H2SO4 } { |type="{}"} Indica la formula dello ione ipoclorito { ClO- } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto H<sub>3</sub>PO<sub>4</sub> { acido fosforico|acido ortofosforico|acido (orto)fosforico } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto HClO<sub>4</sub> { acido tetraossoclorico (VII) } </quiz> == Composti ternari: sali ternari == Il sottogruppo dei sali ternari della famiglia dei sali vede nella formula chimica sempre la presenza di almeno un atomo d'ossigeno, in quanto questi sali sono frutto di una reazione chimica in cui un reagente è un ossoacido. Generalmente la maggior parte degli errori si concentra proprio su questi composti, per la grande quantità di cose cui si deve prestare attenzione. I sali ternari sono composti formati da un anione (cariche negative) e da un catione (cariche positive). * L'anione si ricava per dissociazione di un ossoacido (composto ternario formato da idrogeno, non metallo e ossigeno); le cariche negative corrispondono agli idrogeni che non sono presenti nella formula dell'anione. Esempio: HNO<sub>2</sub> acido nitroso ⇒ NO<sup>-</sup><sub>2</sub> nitrito) *Il catione è in genere un metallo * Tabella con formula, nome tradizionale, nome IUPAC {| class="wikitable" |- ! Composto !! Nomenclatura Tradizionale !! Nomenclatura IUPAC |- | NaClO || Ipoclorito di sodio || Ossoclorato (I) di sodio |- | NaClO<sub>2</sub>|| Clorito di sodio || Diossoclorato (III) di sodio |- | NaClO<sub>3</sub>|| Clorato di sodio || Triossoclorato (V) di sodio |- | NaClO<sub>4</sub>|| Perclorato di sodio || Tetraossoclorato (VII) di sodio |- | Fe(ClO<sub>4</sub>)<sub>3</sub>|| Perclorato ferrico || Tris(tetraossoclorato) (VII) di ferro (III) |- | Mg(ClO<sub>2</sub>)<sub>2</sub>|| Clorito di magnesio || Bis(diossoclorato) (III) di magnesio |} * Nomenclatura tradizionale Il nome di un sale nella nomenclatura tradizionale è dato dall'attributo del corrispondente radicale acido, completo di suffissi e prefissi,seguito dal nome dello ione positivo con i suffissi -oso e -ico a seconda del numero di ossidazione (n.o.) * Nomenclatura IUPAC Il nome del sale deve essere ricavato dal nome del corrispondente radicale acido; a questo segue il nome del metallo, eventualmente preceduto da uno dei prefissi che indicano il numero di atomi metallici presenti. === Mini-test sulla nomenclatura === <quiz display=simple> { |type="{}"} Indica la formula del clorato di sodio { NaClO3 } { |type="{}"} Indica la formula del triossocarbonato(IV) di calcio { CaCO3 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto KNO<sub>2</sub> { nitrito di potassio } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto NaHSO4 { idrogenosolfato di sodio } { |type="{}"} Indica la formula del Clorito di magnesio { Mg(ClO2)2 } { |type="{}"} Indica la formula del Triossosolfato (IV) di calcio { CaSO3 } { |type="{}"} Indica il nome tradizionale del composto Fe(NO<sub>3</sub>)<sub>3</sub> { nitrato ferrico } { |type="{}"} Indica il nome IUPAC del composto NaClO3 { Triossoclorato (V) di sodio } </quiz> [[Categoria:Chimica per il liceo|Nomenclatura chimica]] == Attività == [[Chimica per il liceo/La nomenclatura 1/Esercizi|Esercizi 1]] [[Chimica per il liceo/Test nomenclatura 2|Esercizi 2]] {{Avanzamento|100%|4 marzo 2014}} lgn50f0z27prygdpay57lnd7i95f8h6 Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta 0 35176 478549 422049 2025-07-09T10:54:08Z VoceUmana7 51633 478549 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche valdostane raggruppate per comune<ref>Nella regione della Valle d'Aosta non sono presenti province, è suddivisa in 74 comuni</ref>: * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Aosta|Aosta]] * Allein<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Antagnod|Antagnod]] * Antey-Saint-André<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Arnad|Arnad]] * Arvier<br> * Avise<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Ayas|Ayas]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Aymavilles|Aymavilles]] * Bard<br> * Bionaz<br> * Brissogne<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Brusson|Brusson]] * Challand-Saint-Anselme<br> * Challand-Saint-Victor<br> * Chambave<br> * Chamois<br> * Champdepraz<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Champorcher|Champorcher]] * Charvensod<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Châtillon|Châtillon]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Cogne|Cogne]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Courmayeur|Courmayeur]] * Donnas<br> * Doues<br> * Emarèse<br> * Etroubles<br> * Fontainemore<br> * Fénis<br> * Gaby<br> * Gignod<br> * Gressan<br> * Gressoney-La-Trinité<br> * Gressoney-Saint-Jean<br> * Hône<br> * Introd<br> * Issime<br> * Issogne<br> * Jovençan<br> * La Magdeleine<br> * La Salle<br> * La Thuile<br> * Lillianes<br> * Montjovet<br> * Morgex<br> * Nus<br> * Ollomont<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Ormea|Ormea]] * Oyace<br> * Perloz<br> * Pollein<br> * Pont-Saint-Martin<br> * Pontboset<br> * Pontey<br> * Pré-Saint-Didier<br> * Quart<br> * Rhêmes-Notre-Dame<br> * Rhêmes-Saint-Georges<br> * Roisan<br> * Saint-Christophe<br> * Saint-Denis<br> * Saint-Marcel<br> * Saint-Nicolas<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Saint Oyen|Saint Oyen]] * Saint-Pierre<br> * Saint-Rhémy-en-Bosses<br> * Saint-Vincent<br> * Sarre<br> * Torgnon<br> * Valgrisenche<br> * Valpelline<br> * Valsavarenche<br> * Valtournenche<br> * Verrayes<br> * Verrès<br> * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Villenenuve|Villenenuve]] {{Avanzamento|25%|24 febbraio 2015}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] rmvkvmxr2oknzdp0vkrmlrbd1e32us1 Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina 0 36369 478539 401085 2025-07-08T18:52:42Z VoceUmana7 51633 478539 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche della provincia di Messina raggruppate per comune: * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Messina|Messina]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Acquedolci|Acquedolci]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Barcellona Pozzo di Gotto|Barcellona Pozzo di Gotto]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Castroreale|Castroreale]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Malfa|Malfa]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Mistretta|Mistretta]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Montalbano Elicona|Montalbano Elicona]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Patti|Patti]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Sant'Agata di Militello|Sant'Agata di Militello]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Santa Lucia del Mela|Santa Lucia del Mela]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Santa Teresa di Riva|Santa Teresa di Riva]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Tortorici|Tortorici]] * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Villafranca Tirrena|Villafranca Tirrena]] {{Avanzamento|25%|21 gennaio 2015}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] gr7xn83nd2y26rjoc93xmzhoiq5y6bs Chimica per il liceo/Velocità di reazione 0 37840 478546 475873 2025-07-09T08:15:05Z Tabbix 52735 Correzioni varie 478546 wikitext text/x-wiki {{Chimica per il liceo 2}} {{avanzamento|100%}} Per meglio comprendere la cinetica di una reazione chimica, entriamo nel dettaglio su come avviene una reazione con la teoria degli urti e l'energia di attivazione == Teoria degli urti == Una reazione chimica avviene quando tra le particelle dei reagenti si verificano urti. In linea generale, quindi, tutti i fattori che fanno aumentare il numero di urti tra le particelle dei reagenti provocano un aumento della velocità di reazione. È necessario però fare alcune precisazioni: il termine “urto” non indica un contatto fisico (distanza = 0) tra le costituenti (ad esempio i nuclei) delle molecole o atomi dei reagenti, ma sta ad indicare che le particelle dei reagenti si avvicinano ad una distanza tale da provocare una interazione tra le nuvole di elettroni che si muovono attorno ai nuclei degli atomi dei reagenti. La '''teoria delle collisioni o teoria degli urti''' è una teoria proposta da Max Trautz e William Lewis nel 1916 che spiega quantitativamente come avvengono le reazioni chimiche e perché le velocità di reazione sono diverse da reazione a reazione. Secondo questa teoria affinché una reazione chimica possa avvenire, si devono realizzare tre condizioni: # che le molecole dei reagenti '''urtino''' tra loro; # che le particelle durante l'urto abbiano un’orientazione reciproca corretta ('''fattore sterico'''); # che l'urto sia sufficientemente violento da sviluppare un certo quantitativo di energia ('''fattore energetico''') N.B. Se solo una di queste condizioni viene a mancare, la reazione non avviene. === Urto tra i reagenti === [[File:Molecular-collisions.jpg|destra|senza_cornice|585x585px]] Per quanto riguarda la prima condizione, per aumentare il numero di urti, sono da considerare i seguenti fattori: * L’aumento della concentrazione dei reagenti. All'aumentare della concentrazione dei reagenti, aumenta il numero di  molecole nell'unità di volume e quindi esse hanno maggiore probabilità di urtarsi (maggior numero di urti effettivi) e di reagire (maggior numero di urti efficaci); * L’aumento della temperatura. Infatti, un aumento di temperatura, determina un aumento di velocità delle particelle e quindi una maggior frequenza degli urti. Inoltre, aumentando l'energia cinetica delle molecole, aumenta l'energia con cui le queste collidono, e quindi il numero di urti efficaci (vedi ''Che l'urto sia sufficientemente violento''); * I catalizzatori hanno l'effetto di facilitare l'orientamento tra le molecole e quindi di aumentare gli urti efficaci; * Lo stato fisico delle molecole dei reagenti, che, per poter produrre urti devono innanzitutto potersi mescolare. Quando i reagenti sono nella stessa fase, il contatto avviene più facilmente. Quando sono in fasi diversa, il contatto avviene SOLO all'interfaccia tra le fasi (in corrispondenza, cioè, della superficie di separazione tra due fasi di un sistema). === Corretta orientazione delle particelle === [[File:Urti acido carbonico.jpg|thumb|CO₂ + H₂O → H₂CO₃ |sinistra|295x295px]] La seconda condizione afferma che, affinché l'urto sia efficace è necessario che la reciproca orientazione spaziale delle molecole durante l'urto sia corretta. Per formare un legame covalente tra due atomi di due molecole diverse occorre che l’urto riguardi in modo preciso gli orbitali dei due atomi che possono stabilire nuovi legami. Generalizzando, nel caso di due molecole ABCDEF e GHILMN, in cui l’atomo A della prima molecola può combinarsi solo con l’atomo G della seconda, la reazione avviene se e solo se A urta con G, mentre tutti gli altri urti non sono efficaci. Quest'ultima condizione ha notevole importanza nelle reazioni in cui sono interessate grosse molecole organiche, per le quali la possibilità di dare una certa reazione risiede soltanto in una particolare frazione della molecola, che è solo una piccola frazione della sua superficie. Tanto maggiore è il numero degli atomi delle molecole che reagiscono, tanto minore è la probabilità di urto nel punto giusto. Si definisce come '''fattore sterico della reazione''' la probabilità che le particelle urtino nel punto giusto, in modo che la reazione avvenga. Il fattore sterico assume valore (massimo) 1 nel caso di reazione tra due atomi di idrogeno – poiché  è ininfluente l’orientazione – e diventa tanto minore di 1 quanto maggiore è il numero di atomi presenti nelle molecole dei reagenti. Al diminuire del fattore sterico, diminuisce il valore della costante di velocità k e quindi diminuisce la velocità di reazione. Nell'immagine a lato si può osservare la formazione di un legame covalente tra l'atomo di carbonio (in nero) dell'anidride carbonica CO₂ e l'atomo di ossigeno (in rosso) dell'acqua H₂O, con produzione di acido carbonico H₂CO₃. Tale reazione avviene solamente se i due atomi si urtano opportunamente: nei casi A, B e C la reazione non si verifica perché non interagiscono gli atomi che possono modificare i propri legami === Urto sufficientemente violento === La terza condizione, infine, afferma che, affinché l'urto tra le molecole dei reagenti sia efficace, deve avvenire con un valore di energia pari o superiore all’'''energia di attivazione''', che è la minima energia cinetica totale che le molecole devono fornire alle loro collisioni affinché possa verificarsi una reazione chimica. È necessario, dunque, che le due molecole si avvicinino tanto da compenetrare le loro atmosfere elettroniche (che tendono a respingersi), e da superare l'iniziale barriera energetica detta '''energia di attivazione''' che porta alla formazione di un'entità molto instabile e ad alto contenuto energetico, il '''complesso attivato''', il quale rompendosi dà luogo alle molecole dei prodotti della reazione. == Energia di attivazione == Ogni giorno siamo circondati da sostanze o materiali che potrebbero, in qualsiasi momento, prendere fuoco e bruciare, come la carta, il legno o la benzina. Durante questo fenomeno avverrebbe una reazione di combustione, ovvero la sostanza, reagendo con l’ossigeno, libererebbe energia sotto forma di calore. Osserviamo ad esempio la combustione del metano: CH<sub>4</sub> + 2O<sub>2</sub> → CO<sub>2</sub> + 2H<sub>2</sub>O + 899kJ/mol Notiamo che il metano reagisce con l’ossigeno liberando anidride carbonica, acqua ed energia. Tuttavia, pur essendo il metano quotidianamente a contatto con l’ossigeno dell’aria, non brucia spontaneamente. Questo perché, per dare il via a una qualsiasi reazione, è necessario innanzitutto rompere i legami delle molecole, in modo che i singoli atomi possano poi reagire ricombinandosi. Per rompere i legami bisogna fornire una certa quantità di energia, detta '''Energia di Attivazione'''.<gallery> File:Activation Energy.png|Energia di attivazione in una reazione esoergonica File:Activation Energy-c3bc.png|Energia di attivazione in una reazione endoergonica </gallery> === Definizione === <u>L’energia di attivazione è la quantità minima di energia che deve essere fornita alle molecole dei reagenti, in supplemento all’energia che già possiedono, affinché la reazione possa avvenire.</u> === Fattori che influenzano l’energia di attivazione === L’energia di attivazione dipende da diversi fattori, tra i quali: * '''Le caratteristiche di legame delle molecole dei reagenti''' Più i legami sono forti, maggiore sarà la quantità di energia necessaria per romperli. Ad esempio, la reazione N<sub>2</sub> + O<sub>2</sub> → 2NO ha un’elevata energia di attivazione perché richiede l’iniziale rottura di legami molto forti, in quanto i due atomi di azoto sono uniti da triplo legame e gli atomi di ossigeno da doppio legame. * '''Il loro stato di aggregazione''' Atomi e molecole che si manifestano allo stato liquido si attraggono reciprocamente con meno forza rispetto a atomi e molecole allo stato solido e con più forza rispetto a atomi e molecole allo stato aeriforme. Minore è l’attrazione, minore sarà l’energia necessaria a rompere tali legami. === Grafici di una reazione === Questo grafico rappresenta una generica reazione chimica. Indipendentemente dalla tipologia della reazione (esotermica o endotermica), si vede chiaramente che è necessario fornire un certo quantitativo di energia ai prodotti per permettere alla reazione di avvenire. Bisogna infatti superare un “dosso energetico”, all'apice del quale si trova il '''complesso attivato'''. [[File:Enthalpie reaction.svg|centro|miniatura|484x484px|Energia di attivazione e complesso attivato]] === Il Complesso Attivato === Per trasformare i reagenti in prodotti in una reazione chimica, si è obbligati a passare per uno stadio intermedio che ha energia superiore sia ai prodotti che ai reagenti. Questo dosso energetico è chiamato complesso attivato ed è un composto estremamente instabile che quindi si decompone immediatamente dando origine ai prodotti. L’energia di attivazione è l’energia necessaria per riuscire a superare questo dosso. === Energia di attivazione e Velocità della reazione === L'energia di attivazione e la velocità della reazione sono inversamente proporzionali: minore è l'energia di attivazione maggiore sarà la velocità con cui la reazione avviene, maggiore è l'energia di attivazione minore sarà la velocità di reazione. == La velocità delle reazioni chimiche == Nel corso di una reazione i reagenti si trasformano in prodotti. A livello microscopico una reazione chimica implica una trasformazione degli atomi/ioni dei reagenti in atomi / ioni dei prodotti. Ciò richiede la rottura e la formazione di nuovi legami, in un certo intervallo di tempo. Lo studio della velocità di reazione fornisce dunque uno strumento per conoscere come si comportano gli atomi e le molecole dei reagenti quando avviene una reazione. La variazione di materia avviene in un tempo più o meno lungo, infatti si parla di '''reazione veloce''' quando i reagenti scompaiono in '''poco tempo''' per fare posto ai prodotti; di '''reazione lenta''' quando la trasformazione di materia avviene in tempi considerevoli. ==== Esempi di '''reazioni veloci''': ==== * un’esplosione è un esempio di reazione veloce. * un processo veloce è quello che avviene nella formazione delle “croste nere”, sui materiali lapidei: l’anidride solforosa che arriva sui monumenti (come gas o in soluzione acquosa) non è particolarmente attiva sul calcare, ma lo è l’anidride solforica; la prima si ossida (in presenza di acqua) formando anidride solforica. L’anidride solforica, in ambiente acquoso, produce acido solforico; questo agisce col calcare dando solfato di calcio che che si idrata formando gesso: questo è un processo auto catalitico che porta ad un sempre più veloce degrado dei monumenti costituiti da materiali lapidei di natura calcarea. ==== '''Esempi di reazioni lente''' ==== * l’ingiallimento della carta è dovuto all’ossidazione della cellulosa, il principale componente della carta, così come veniva prodotta artigianalmente nel passato. Con il tempo, la cellulosa tende infatti a ossidarsi, un processo che altera l’assorbimento della luce da parte della carta e le fa assumere il caratteristico aspetto ingiallito. Responsabili di questo cambiamento sono in particolare i cosiddetti cromofori, molecole generate proprio dall’ossidazione della cellulosa. == Come misurare la velocità di una reazione chimica == La velocità di reazione può essere comparata alla velocità di un’ automobile che indica quanti kilometri vengono percorso in un tempo pari a 60 minuti quindi si potrebbe dire il rapporto fra la distanza e il tempo impiegato a percorrerla, così la '''velocità di reazione è il rapporto tra la quantità di sostanza che si è trasformata e il tempo impiegato affinché la trasformazione sia avvenuta.''' Per qualsiasi reazione si dice che la <u>''velocità di reazione'' indica il numero di moli di un reagente che si trasformano nell’unità di tempo o il numero di moli di prodotto che si formano nell’unità di tempo</u>. <math display="block">V=\frac{\Delta(Concentrazione \, Reagenti)}{\Delta(Tempo)}</math> La scelta del componente sul quale misurare tale velocità non ha molta importanza: se la reazione avviene, '''tutti i reagenti''' diminuiscono insieme e '''tutti i prodotti''' si formano insieme, con una ''velocità proporzionale ai loro coefficienti di reazione.'' Quindi la velocità si può misurare o in base ai reagenti che si consumano o in base ai prodotti che si formano, '''la velocità è la stessa'''. == Fattori che modificano la velocità della reazione == === La concentrazione === La concentrazione dei reagenti è il parametro principale in una reazione chimica. Grazie all’aumento della concentrazione infatti la possibilità di incontro delle molecole dei reagenti aumenta (teoria degli urti) e così anche la velocità con cui si formano i prodotti. Si osserva che la velocità di una reazione è direttamente proporzionale alla sua concentrazione, secondo la seguente formula: v=k∙[A]<sup>n</sup> * '''k''' è una costante di proporzionalità propria di ogni reazione * '''A''' è la concentrazione del reagente *  '''<sup>n</sup>''' è il coefficiente ricavato sperimentalmente (spesso coincide con quello stechiometrico) * le parentesi quadre indicano che ci si riferisce alla '''concentrazione''' di quella sostanza * la potenza della concentrazione (<sup>n</sup>) ci permette anche di determinare se le reazioni sono di '''primo,''' '''secondo''' o '''terzo''' '''ordine''' e così via. Nel caso in cui i reagenti della reazione siano più di uno la relazione che determina la velocità sarà:  v=k∙[A]<sup>n</sup>·[B]<sup>m</sup> Dove la velocità dipende dalla costante di velocità, ma anche dal prodotto delle concentrazioni e dove n e m sono i coefficienti determinati sperimentalmente, la cui somma ci fornisce l’ordine della reazione. In generale perciò si può affermare che ''c’è proporzionalità diretta tra la velocità di reazione e la concentrazione dei reagenti''. Nel corso di una reazione però la quantità dei reagenti, quindi la loro concentrazione, diminuisce via via che questi si trasformano in prodotti, perciò come diretta conseguenza della proporzionalità avremo una diminuzione anche della velocità di reazione. La velocità delle reazioni chimiche quindi '''non è costante''', ma '''tende''' '''a''' '''diminuire''' nel tempo. Tuttavia esistono delle reazioni che mantengono una velocità di reazione '''costante''' che è quindi indipendente dalla concentrazione dei reagenti. Questi tipi di reazione sono dette reazioni di ordine 0 e in genere implicano un '''catalizzatore''' saturato dai reagenti. La velocità di queste reazioni è espressa dalla formula: v = k·[A]º = k Un esempio di queste reazioni può essere l’eliminazione dell’alcol nel fegato. Infine puntualizziamo che ci sono reazioni che prevedono più stadi. Ogni stadio ha una sua velocità di reazione e la velocità media dipenderà maggiormente dallo stadio più lento, ossia uno stadio svolgerà la reazione in un intervallo di tempo maggiore delle altre e quell’intervallo sarà limitante per la reazione. Se ad esempio effettuassimo un esperimento per determinare la velocità di reazione del tiosolfato di Na (Na<sub>2</sub>S<sub>2</sub>O<sub>3</sub>), a diversa concentrazione, con l’acido cloridico (HCl), potremmo osservare che: {| class="wikitable sortable" |BECHER N<sup>O</sup> |CONCENTRAZIONE (mol/L) |TEMPO tempo (s) |- |1 |0.25 |20.07 |- |2 |0.222 |21.17 |- |3 |0.194 |23.81 |- |4 |0.166 |28.26 |- |5 |0.138 |33.425 |- |6 |0.11 |41.975 |} Possiamo osservare che al diminuire della concentrazione di reagente il tempo di reazione aumenta e di conseguenza, essendo indirettamente proporzionale alla velocità, la velocità di reazione diminuisce al diminuire della concentrazione del reagente. === Temperatura delle reazioni chimiche === Le particelle di una sostanza non hanno tutte la stessa energia cinetica e si parla quindi di energia cinetica media. In un grafico che mette in relazione il numero delle molecole e l’energia cinetica si può notare una loro distribuzione a campana attorno a un valore medio e quando aumenta la temperatura aumenta anche l’energia cinetica media delle particelle. Quando l’energia cinetica è maggiore aumenta il numero delle collisioni e inoltre con un aumento di temperatura le molecole raggiungono più facilmente e in maggior numero l’energia di attivazione, che serve per far sì che una reazione avvenga. Questi fattori determinano un aumento della velocità di reazione. Questo principio può essere applicato ad alcuni esempi quotidiani, ad esempio, nella conservazione dei cibi in frigorifero si ha un abbassamento di temperatura che comporta una diminuzione della velocità di decomposizione dei cibi oppure il motivo per cui si ha la febbre è che la temperatura cresce per aumentare le reazioni chimiche di difesa. Nella reazione tra il tiosolfato (Na<sub>2</sub>S<sub>2</sub>O<sub>3</sub>) e l’acido cloridrico, si può osservare che la temperatura influenza la velocità di reazione. Si può notare che la velocità di reazione a temperatura più alta è maggiore, perché un aumento di temperatura aumenta l’energia cinetica delle molecole favorendo le collisioni e gli urti efficaci. '''Reazione:''' Na<sub>2</sub>S<sub>2</sub>O<sub>3</sub> + 2HCl —> S +SO<sub>2</sub> + 2NaCl + H<sub>2</sub>O '''Dati:''' {| class="wikitable" !velocità !temperatura (°C) !tempo (S) |- |1 |20 |86 |- |2 |40 |54 |- |3 |60 |63 |} === Capacità di entrare in contatto === La velocità delle reazioni chimiche dipende anche dall'area della superficie di separazione (di contatto), infatti se la reazione avviene in un'unica fase (gassosa o liquida), maggiore sarà la concentrazione dei reagenti, maggiore sarà la possibilità di un loro reciproco contatto. Se invece la reazione è eterogenea, ossia se i reagenti sono presenti in più fasi (es. solida e liquida), la velocità delle reazioni chimiche dipende dalla superficie di contatto tra le due fasi: tanto maggiore è la superficie di contatto, tanto più alta sarà la velocità di reazione. Ad esempio un pezzo di carbone brucia lentamente nell'aria, ma se ridotto in polvere finissima, la combustione procede in modo talmente rapido che può essere anche esplosiva. Le reazioni in soluzione e quelle tra sostanze aeriformi sono quindi molto più veloci di quelle solide, perché la superficie di contatto tra i vari reagenti è molto grande. Possiamo quindi dire che ''la velocità di una reazione chimica aumenta all'aumentare della suddivisione dei reagenti''. Una reazione avviene più velocemente se sciogliamo i reagenti in acqua e al contrario, se vogliamo che una reazione non avvenga dobbiamo evitare il contatto con l’acqua. === Presenza di catalizzatori === La catalisi è un fenomeno in virtù del quale una sostanza, detta catalizzatore, presente anche in piccola quantità, modifica la velocità di una reazione chimica, senza entrare a far parte della composizione dei prodotti finali e senza variare lo stato di equilibrio della reazione stessa. [[File:Activation2 updated.svg|centro|miniatura|527x527px|Il catalizzatore abbassa l'energia di attivazione]] La catalisi è detta omogenea quando il catalizzatore è presente nella stessa fase (per lo più gassosa o liquida) dei reagenti ed eterogenea quando il catalizzatore è presente in una fase distinta (solitamente solida). Il catalizzatore è una sostanza che, presente anche in minima quantità, modifica la velocità di una reazione chimica abbassando l’ energia di attivazione necessaria per innescare la reazione. Le più importanti proprietà di un catalizzatore sono le seguenti: * Il catalizzatore aumenta la velocità di una reazione. * Il catalizzatore non viene alterato nel corso della reazione di conseguenza può essere recuperato e riutilizzato. Possiamo affermare che si tratta di una sostanza molto generosa perché da essa otteniamo qualcosa (una reazione più veloce) in cambio di niente (il catalizzatore non si consuma). * Poiché non si consuma, il catalizzatore può essere usato in quantità molto piccole e quindi possono essere utilizzati catalizzatori anche molto costosi. * Il catalizzatore opera fornendo alla reazione un meccanismo alternativo, caratterizzato da una barriera energetica (detta energia di attivazione) più bassa di quella del meccanismo non catalizzato. * Nelle reazioni di equilibrio, il catalizzatore accelera sia la reazione diretta sia quella inversa, pertanto non cambia la costante di equilibrio. Il catalizzatore si limita ad aumentare la velocità di raggiungimento dell’equilibrio. * Il catalizzatore non cambia l’energia dei reagenti e dei prodotti, ma cambia l’energia dello stato di transizione, abbassando l’energia di attivazione della reazione. ==== Catalizzatori biologici ==== In biochimica, ''catalizzatori biologici'' sono enzimi aventi la funzione di accelerare la velocità (di ca. 10 milioni di volte) delle reazioni chimiche che avvengono nelle cellule. L'attività e la durata dei catalizzatori è favorita dalla presenza dei cosiddetti 'promotori' che agiscono modificando la superficie del catalizzatore o l'affinità con i reagenti. [[File:Diagramma attivazione.svg|centro|miniatura|459x459px|L'enzima abbassa l'energia di attivazione]] Un enzima, è una proteina formata da tanti amminoacidi disposti nello spazio in modo da formare un sito dove le molecole dei reagenti possono legarsi. In questo sito, detto sito attivo, avvengono, accelerate, le reazioni. Un enzima deve essere specifico nei confronti della molecola sulla quale agisce, che è detta substrato. In questo modo sono accelerate solamente determinate reazioni. Si parla di specificità assoluta dell’enzima quando questo agisce su un unico substrato (come la maggior parte degli enzimi), si parla di specificità relativa quando un enzima agisce su un limitato numero di composti chimicamente molto simili. Solo una piccola parte della molecola enzimatica, dunque, interagisce con il substrato tramite la formazione di legami deboli. Il meccanismo d’azione degli enzimi può essere spiegato attraverso un modello chiamato a chiave-serratura. Secondo questo modello l’enzima può essere paragonato a una serratura nella quale può entrare solo una specifica chiave, il substrato. L’enzima e il substrato devono avere forme che si adattino perfettamente l’una all’altra. Il modello chiave-serratura è stato proposto alla fine dell’Ottocento dal chimico tedesco Hermann Emil Fischer (1852-1919). Nel 1958 il biochimico statunitense Daniel Koshland (1920-2007) propose un modello più complesso, ma più aderente alla realtà, per spiegare l’attività enzimatica. Gli enzimi sono infatti strutture flessibili e non rigide, per cui possono modificare la loro forma dopo che il substrato si è legato al sito attivo. Questo modello è chiamato modello dell’adattamento indotto. [[File:Diagramma_adattamento_indotto.svg|centro|miniatura|684x684px|Diagramma adattamento indotto]] E’ possibile verificare in laboratorio l’efficacia dei catalizzatori, sia organici che inorganici, nella reazione di decomposizione dell’acqua ossigenata. 2H<sub>2</sub>O<sub>2</sub>  →  2H<sub>2</sub>O +  O<sub>2</sub> Nelle cellule degli esseri viventi viene prodotto perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che è nocivo per l’ organismo. Per questo viene prodotto un particolare enzima, la catalasi, in grado di decomporre l’acqua ossigenata. Questo enzima è presenti nei tessuti vegetali e animali. Mettendo in una provetta dell’acqua ossigenata e dei pezzetti di patata o di fegato si nota che la reazione di decomposizione dell’acqua ossigenata procede molto velocemente. Si verifica una forte accelerazione della reazione anche utilizzando una piccola quantità di biossido di manganese, che risulta inalterato e riutilizzabile alla fine della reazione. L’uso dei catalizzatori è di notevole interesse perché sta alla base di gran parte dei processi della chimica industriale. Circa il 90% delle sostanze chimiche prodotte industrialmente è ottenuto tramite processi catalitici. Esempi di applicazione della catalisi eterogenea sono le sintesi dell’ammoniaca, dell’acido nitrico, dell’acido solforico, del metanolo, di idrocarburi, di alcoli superiori ecc. I processi catalitici eterogenei comportano in genere minori problemi impiantistici rispetto a quelli omogenei, sia perché consentono una facile separazione dei catalizzatori dai prodotti di reazione, sia perché le sostanze in gioco presentano una minore azione corrosiva. Un esempio di catalisi eterogenea lo abbiamo quando avviene la reazione che trasforma idrogeno ed ossigeno in acqua con l'aiuto di una spugna di platino. In questa reazione la spugna di platino attira su di se le molecole di idrogeno. Il calore sviluppato dalla compressione del gas attorno alla spugna trasforma le molecole di idrogeno in atomi singoli, molto più reattivi. Questi atomi reagiscono con le molecole di ossigeno per dare molecole di acqua e completare così la reazione grazie al calore sviluppato. Il platino, fungendo da catalizzatore non si consuma durante il processo. ==== Catalizzatori chimici ==== Un esempio di catalizzatore chimico è la marmitta catalitica, un piccolo reattore chimico incorporato nel sistema di scarico dell’automobile e posto tra il motore e la marmitta tradizionale, o silenziatore. La marmitta catalitica rende più veloci le reazioni che diminuiscono la nocività dei gas di scarico dei motori a scoppio. Se queste reazioni avvenissero nell’atmosfera, senza catalisi, richiederebbero tempi molto lunghi e le sostanze tossiche permarrebbero nell’aria. <gallery> File:Verbrennung eines Zuckerwürfels.png|La cenere catalizza la combustione della zolletta di zucchero File:Catalysts.JPG|Catalizzatori industriali in forma di pellet File:Potential energy profile-Catalysis DE.svg|Profilo energetico di una reazione catalizzata ''(rossa)'' e di una non catalizzata ''(nera)'' in confronto diretto </gallery> {{Vedi quiz|Velocità di reazione/Esercizi}} == Link utili == https://openstax.org/books/chemistry-atoms-first-2e/pages/17-introduction https://en.wikibooks.org/wiki/General_Chemistry [[Categoria:Chimica per il liceo|Velocità di reazione]] 28bkxju79a830yhw75fgalp6iqx9gnz Utente:Camelia.boban 2 41196 478537 478287 2025-07-08T17:47:20Z Camelia.boban 25520 Tools 478537 wikitext text/x-wiki Sono interessata alla tecnologia in generale ('''informatica in particolare'''), gender gap e qualsiasi tipo di diversità (culturale, linguistica, generazionale, territoriale, attitudinale, di genere). E un sacco di altre cose. Ho creato il '''[[Progetto:WikiDonne|Progetto WikiDonne]]'''. ==WIP== * [[Profili di donne emiliano-romagnole]], insieme a WikiDonne, al [[Progetto:Scuole/Liceo Laura Bassi di Bologna|Liceo linguistico "Laura Bassi" di Bologna]], al [[Progetto:Scuole/Liceo Alessandro Tassoni di Modena|Liceo scientifico "Alessandro Tassoni" di Modena]] e a [[Progetto:WikiDonne/PCTO ERT 2024|Emilia Romagna Teatro (ERT)]]. ** [[Utente:Camelia.boban/Donne_emiliano-romagnole#Donne_e_Resistenza_in_Emilia-Romagna|Donne e Resistenza in Emilia-Romagna]] *** [[Utente:Camelia.boban/Aude Pacchioni|Aude Pacchioni]] {{Fatto}} *** [[Utente:Camelia.boban/Gabriella Rossi|Gabriella Rossi]] {{Fatto}} *** [[Utente:Camelia.boban/Carlotta Buganza|Carlotta Buganza]] {{Fatto}} *** [[Utente:Camelia.boban/Ivonne Borelli|Ivonne Borelli]] {{Fatto}} *** [[Utente:Camelia.boban/Teresa Vergalli|Teresa Vergalli]] {{Fatto}} *** [[Utente:Camelia.boban/Lucia Sarzi|Lucia Sarzi]] {{Fatto}} ** [[Utente:Camelia.boban/Donne_emiliano-romagnole#Donne_e_lavoro_in_Emilia-Romagna|Donne e lavoro in Emilia-Romagna]] *** [[Utente:Camelia.boban/Sandbox|Silvia Rigo e Francesca Fumana]] - Taldeg {{Fatto}} *** [[Utente:Camelia.boban/Sonia Bonfiglioli|Sonia Bonfiglioli]] {{Fatto}} *** [[Utente:Camelia.boban/Anna Majani|Anna Majani]] {{Fatto}} * [[Profili di donne lucane]], insieme a WikiDonne, al Liceo artistico "Walter Gropius" di Potenza, al Comitato Cittadinanza di Genere e al CIDI. ** [[Utente:Camelia.boban/Donatella Alamprese|Donatella Alamprese]] {{Fatto}} ** [[Utente:Camelia.boban/Angela Ferrara|Angela Ferrara]] (sandbox) * [[Profili di donne venete]]. * [[Punk rock femminile in Italia]]. * [[Teatro delle donne: attrici, registe, compagnie femminili/Performer]]. ** [[Utente:Camelia.boban/Roberta Lidia De Stefano|Roberta Lidia De Stefano]] (sandbox, da vedere dove collocarla) {{Fatto}}. * [[Utente:Camelia.boban/Fumettiste italiane contemporanee|Le ragazze sanno disegnare]]. Fumettiste, vignettiste, illustratrici italiane contemporanee (pubblicato [[Le ragazze sanno disegnare|qui]]). * [[Profili di donne toscane]]. ** [[Profili di donne toscane/Madri della Patria/Bianca Bianchi|EDD 2023 - Madri delle Patria: Bianca Bianchi]] {{Fatto}}. ** [[Utente:Camelia.boban/Anarkikka|Anarkikka]] {{Fatto|[[Le ragazze sanno disegnare/Stefania Spanò|bio pubblicata nel wikibook]]}}. ** [[Utente:Camelia.boban/NuttyIsa|NuttyIsa]] {{Fatto|[[Le ragazze sanno disegnare/Isabella Di Leo|bio pubblicata nel wikibook]]}}. * [[Utente:Camelia.boban/Wiki Loves Sport 2024|Wiki Loves Sport 2024 - Partecipanti italiani alle Paralimpidi di Parigi]]. * [[Medagliere dell'Italia alle Paralimpiadi di Parigi 2024|Medagliere dell'Italia alle Paralimpiadi di Parigi 2024]]. ** Medaglie d'oro {{Fatto}}. ** Medaglie d'argento {{Doing}}. ** Medaglie di bronzo {{Doing}}. * [[Profili di donne toscane/Future|EDD 2024 - Future: ?]] {{doing}}. * [[Utente:Camelia.boban/Attiviste|Attiviste]] {{doing}}. * [[Utente:Giafia/Sandbox#4.3.1._Maestre|Maestre]] TBD. * [[Utente:Camelia.boban/Roma pittrice|Roma pittrice]] ==Modelli di libri== * [[Osservare il cielo]] * [[Guida alle costellazioni]] * [[Poesie (Palazzeschi)]] * [[Intelligenza artificiale]] * [[Architetture dei processori]] * [[Supercomputer]] * [[Ottimizzare C++]] * [[Prontuario di diritto romano]] ==Modelli di indici== * [[Template:Architettura dei processori]] * [[Template:Supercomputer]] * [[Template:Ottimizzare C++]] * [[Template:Prontuario di diritto romano]] ==Tools== * [https://qrcode-generator.toolforge.org/ qrcode-generator], ''toolforge.org'' == Partigiane == === Marche === Le partigiane nella provincia di Pesaro (a cura di Ilaria Biagioli)<ref>[https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/profili-partigiani/leda-magda-e-le-altre/ Leda, Magda e le altre] di Anna Paola Moretti</ref> * Iva Antinori, nata a Fano il 5.6.1923, morta a Fano il 13.12.2011, sorella di Leda. Staffetta, faceva parte del GAP e SAP e dei G.D.D. * Desdemona Bartolini, nata a Fano il 20.11.1913, emigrata a L’Aquila il 17.11.1946, morta il 4.12.2002, sorella di Goliarda e di Libera. Faceva parte dei G.D.D. * Goliarda Bartolini, nata a Fano il 20.8.1905, emigrata a L’Aquila il 17.11.1946, morta il 17.9.2005. sorella di Desdemona e di Libera. Faceva parte dei G.D.D. * Libera Bartolini nata a Fano il 9.5.1908, emigrata a L’Aquila il 17.11.1946, morta il 20.5.2005, sorella di Goliarda e di Desdemona. Faceva parte dei G.D.D. * Adele Bei, nata il 4 maggio 1904 a Cantiano * Floriana Bergami, nata a Fano il 19 giugno 1925, morta a Pesaro il 22 luglio 2007. * Elvira Corfiati, nata a Campo Marino (CB) l’8.3.1920, arrivata a Fano nel 1942, dal 1994 vive a S.Costanzo. Faceva parte del GAP e SAP. * Maria Del Moro, nata a San Costanzo di Fano l’8.9.1922, morta a Fano il 19.2.2013 * Giuseppina Di Sante ved. Negusati, nata a Fano il 19.3.1924, emigrata in Canada. Faceva parte del GAP. * Maria Dubbini, nata a Orciano il 6.5.1899, morta a Fano il 26.3.1897. Faceva parte del GAP. * Anita Esposto Pigalarga, nata a Fano il 17.8.1909, morta il 9.8.1994. Filandaia, faceva parte del GAP. * Emilia Farsetti, nata il 05.04.1905. Faceva parte del GAP * Radia Fontanoni, nata a Urbino il 7 aprile 1923 da Lazzaro * Lina Galligari, nata a Fano il 23.8.1914. Era staffetta della Brigata “Bruno Lugli” –distaccamento “Toscano”. * Norma Giacomini, nata a Fano il 24.8.1929, emigrata a Roma il 17.7.1953, sorella di Giuseppina, cugina di Aurelio Del Mastro. Faceva parte del GAP. * Giuseppina Giacomini, nata a Fano il 1-1-1928, emigrata a Roma il 20.11.1953, sorella di Norma, cugina di Aurelio Del Mastro. Faceva parte del GAP. * Anita Giacomini nata il 31-05-1901 morta a Fano il 17.12.1969. Faceva parte del GAP. * Margherita Giovannelli, nata a Fano il24-01-1900, morta a Fano il 19.11.1981. Faceva parte del GAP. * Liana Liberatore, nata il 06.04.1905. Faceva parte del GAP. * Aida Marini, nata a Fano il 2.8.1910, emigrata a Bengasi, tornata a Fano nel 1936, sorella di Antonietta e Iris. * Antonetta Marini, nata a Fano il 18.1.1919, morta il 21.2.2012, sorella di Aida e iris, sposata con Enzo Capalozza. * Iris Marini, nata nel 1909, morta nel 1949, sorella di Aida e Antonietta. * Bice Marinelli Mariani, nata a Fano il 6.6.1920. Era crocerossina della Brigata “Maiella”. * Elisa Minardi, nata a Ferretto di San Cesario di Fano il 14.01.1920. Faceva parte dei G.D.D. * Matilde Negusanti, nata a Fano il 9.2.1924, morta a Fano il 2.3.2010, sorella di Orlando, marito di Iva Antinori. Faceva parte del GAP. * Rosalussinburg Panichi, nata a Cagli il 7 novembre 1921 da Samuele e Irene Catherine Barry, conosciuta come Rosa Luxemburg Panichi, sorella di Maddalena e Carlo. * Adele Pierangeli Bertini, nata a Fano il 26.3.1912, morta a Fano il 6.1.2005. Faceva parte del GAP e dei GDD. * Giannina Rovinelli, nata a Fano l’11.6.1914, morta a Fano il 29.4.1992. Faceva parte del GAP. * Lina Rovinelli, nata a Fano l’11.2.1919, morta a Fano il 13.2.1995. Faceva parte del GAP. * Sanvitale, nata a Fano il 9.05.1921, emigrata in Africa il 14.07.1945. Faceva parte del GAP. * Celerina (Rina) Torcoletti, nata il 26.8.1911, morta l’8.5.1987, sorella di Aldo, sposata con Silvano Tonini Bossi. * Elsa Valentini Manna, nata a Fano il 20.9.1916, morta ad Acqualagna il 7.7.1998, moglie di Libero presidente ANPI Fano dal 1946 al 1948. Faceva parte del GAP. ====Partigiane cadute della provincia di Pesaro==== * Angela Lazzarini, nata a Pietrarubbia il 20 agosto 1918, figlia di Luigi e Teresa Canini, braccianti agricoli. * Virginia Longhi, nata il 9 giugno 1918 a Pennabilli, figlia di Pasquale, falegname, e di Assunta Mattei-Gentili, conosciuta col nome di Gina. * Santa Rabbini, nata a Cantiano il 10 luglio 1924, morì a Cantiano il 31 luglio 1944, figlia di Domenico Rabbini. * Rosa Piselli Tomasetti, nata a Sassofeltrio il 5 luglio 1892, aveva sposato Nazzareno Vergari e risiedeva ad Urbania. * Maria Vergari, nata a Peglio il 15 settembre 1910, figlia di Rosa Tomasetti, nubile, casalinga. * Palma Vergari, nata a Urbania il 14 gennaio 1915, figlia di Rosa Tomasetti, nubile, casalinga. ==Note== <references/> == Collegamenti == exxrnn0982idvlo1gk26l36np48lzcz Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Puglia/Provincia di Foggia/San Giovanni Rotondo/San Giovanni Rotondo - Chiesa di San Pio da Pietrelcina 0 42376 478553 396736 2025-07-09T11:31:26Z Momimariani1962 41308 478553 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} == Chiesa superiore == {{doppia immagine|center|San Giovanni Rotondo, chiesa superiore di San Pio da Pietrelcina - Organo a canne 1.jpg|270|Consolle organo meccanico Pinchi.jpg|485|}} * '''Costruttore:''' Pinchi (''Opus 415'')<ref>su progetto fonico di Bernard Gfrerer, Claudio Brizi e Guido Pinchi; cassa disegnata da Renzo Piano.</ref> * '''Anno:''' 2005 * '''Restauri/modifiche:''' Pinchi (manut. generale straordinaria, sostituz. centralina, 2025) * '''Registri:''' 78 * '''Canne:''' 5814 * '''Trasmissione:''' mista (meccanica per manuale e pedale, elettrica per i registri, con possibilità per il secondo manuale di aggiungere una leva pneumatica) * '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa * '''Tastiere:''' 4 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'') * '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Mi<small>3</small>'') * '''Collocazione:''' in corpo unico, a pavimento sul lato sinistro dell'aula {| border="0" cellspacing="24" cellpadding="18" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=3 | '''I - ''Positivo aperto''''' ---- |- |Principale || 8' |- |Ottava || 4' |- |Ottava || 2' |- |Sharf || III-V |- |Sesquialtera || II |- |Bordone || 8' |- |Quintadena || 8' |- |Flauto a camino || 4' |- |Nazardo || 2.2/3' |- |Flauto a becco || 2' |- |Flauto in III || 1.3/5' |- |Larigot || 1.1/3' |- |<span style="color:#8b0000;">Cromorno</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Regale</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |Tremolo |- |} {| border="0" | colspan=3 | '''I - ''Positivo italiano''''' ---- |- |Principale || 8' |- |Ottava || 4' |- |XV || 2' |- |XIX || 1.1/3' |- |XXII || 1' |- |Voce umana || 8' |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=3 | '''II - ''Grand'Organo''''' ---- |- |Principale || 16' |- |Ottava || 8' |- |Gran quinta || 5.1/3' |- |Ottava || 4' |- |Terza || 3.1/5' |- |Quinta || 2.2/3' |- |Superottava || 2' |- |Mistura || V-VI |- |Cimbalo || III |- |Quintadena || 16' |- |Flauto || 8' |- |Flauto a cuspide || 4' |- |Viola da gamba || 8' |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">4'</span> |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=3 | '''III - ''Espressivo'''''<ref>in doppia cassa espressiva: la prima per i registri di 8', la seconda per gli altri.</ref> ---- |- |Principale || 8' |- |Ottava || 4' |- |Progressio armonica || II-IV |- |Bordone || 16' |- |Cor de nuit || 8' |- |Flauto || 8' |- |Flauto armonico || 4' |- |Nazardo || 2.2/3' |- |Ottavino || 2' |- |Terza || 1.3/5' |- |Piccolo || 1' |- |Viola || 8' |- |Voce celestiale || II |- |<span style="color:#8b0000;">Fagotto</span> || <span style="color:#8b0000;"> 16'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba armonica</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Oboe</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Clarone armonico</span> || <span style="color:#8b0000;">4'</span> |- |Tremolo |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=3 | '''IV - ''Solo aperto''''' ---- |- |Montre || 8'+4' |- |Cimbalo || III-VI |- |Flauto armonico || 8' |- |Flauto traverso || 4' |- |Flagioletto || 2' |- |Cornetto || V |- |<span style="color:#8b0000;">Tuba</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Clarinetto</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Voce corale</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span><ref>con cassa espressiva e Tremolo propri.</ref> |- |Tremolo |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=3 | '''Pedale''' ---- |- |Principale || 32' |- |Principale || 16' |- |Basso || 8' |- |Basso corale || 4' |- |Mistura || VI |- |Bordone || 32' |- |Subbasso || 16' |- |Bordone || 8' |- |Cornettone || IV |- |Violone || 16' |- |Violoncello || 8' |- |<span style="color:#8b0000;">Controbombarda</span> || <span style="color:#8b0000;">32'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Bombarda</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Clarone dolce</span> || <span style="color:#8b0000;">4'</span> |- |} |} == Chiesa inferiore == [[File:San Giovanni Rotondo, chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina - Organo a canne.jpg|350px|center]] * '''Costruttore:''' Pinchi (''Opus 426'')<ref>su progetto di Claudio Brizi.</ref> * '''Anno:''' 2006 * '''Restauri/modifiche:''' no * '''Registri:''' 13 * '''Canne:''' 762 * '''Trasmissione:''' mista (meccanica per manuale e pedale, elettrica per i registri) * '''Consolle:''' fissa, addossata al centro della parete anteriore della cassa * '''Tastiere:''' 2 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'') * '''Pedaliera:''' concavo-parallela di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'') * '''Collocazione:''' in corpo unico, a pavimento sul lato sinistro dell'aula * '''Note:''' strumento integralmente racchiuso entro unica cassa espressiva ad eccezione del registro ''Flauto armonico 8<nowiki>'</nowiki>'' {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo espressivo''''' ---- |- |Principale eufonio || 8' |- |Flauto armonico || 8'<ref>fuori cassa espressiva.</ref> |- |Dulciana || 8' |- |Flauto a camino || 4' |- |Ottava || 4' |- |Quinta || 2.2/3' |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''II - ''Espressivo''''' ---- |- |Principale violino || 8' |- |Corno di notte || 8' |- |Viola || 8' |- |Voce celeste || 8' |- |Eolina || 4' |- |Ottavino armonico || 2' |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Pedale espressivo''' ---- |- |Subbasso || 16' |- |} |} == Note == <references/> == Altri progetti == {{interprogetto|commons=Category:Church of St. Pio of Pietrelcina in San Giovanni Rotondo - Pipe organs|commons_preposizione=sugli|commons_etichetta=organi a canne|preposizione=sul|etichetta=santuario di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo}} == Collegamenti esterni == * {{cita web|url=http://www.pinchi.com/upload/organinuovi/Opus%20415%20-%20S.%20Giovanni%20Rotondo%20(Fg)%20-%20Chiesa%20di%20San%20Pio.pdf|titolo=Opus 415 - S. Giovanni Rotondo (Fg) - Chiesa di San Pio|sito=pinchi.com|accesso=1° marzo 2019}} * {{cita web|url=http://www.pinchi.com/upload/organinuovi/Opus%20426%20-%20San%20Giovanni%20Rotondo%20(FG)%20-%20Chiesa%20di%20San%20Pio%20(Cripta).pdf|titolo=Opus 426 - San Giovanni Rotondo (FG) - Chiesa di San Pio (Cripta)|sito=pinchi.com|accesso=1° marzo 2019}} {{Avanzamento|100%|1 marzo 2019}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] 5dt8ozhs4ery7crwnarl8ehytw0mu44 Chimica per il liceo/Le leggi dei gas 0 47272 478531 455969 2025-07-08T13:12:31Z Tabbix 52735 Correzioni varie 478531 wikitext text/x-wiki {{Chimica per il liceo 2}} == I gas ideali e la teoria cinetica dei gas == [[File:Kinetic theory of gases.svg|thumb|190x190px|Rappresentazione dello stato gassoso]] Lo stato di aggregazione di una sostanza, solido, liquido o aeriforme, dipende, oltre che dal tipo e dall'intensità dei legami primari tra i vari atomi del composto e dalle forze intermolecolari tra le molecole vicine, dai valori che assumono la pressione P, la temperatura T ed il volume V. Per questo motivo tali grandezze sono dette ''variabili di stato''. Nello '''stato gassoso''' le distanze tra le molecole risultano molto elevate, si possono considerare indipendenti le une dalle altre come inoltre si muovono a velocità molto elevata. Per poter studiare adeguatamente lo stato gassoso bisogna fare delle approssimazioni e immaginare un gas perfetto. Un gas perfetto deve possedere alcune caratteristiche: # Le particelle che lo compongono devono essere in costante e perenne movimento e le loro dimensioni devono essere trascurabili rispetto al volume totale. # Le molecole o atomi, particelle, che compongono il gas non devono interagire tra di loro, non devono esistere legami deboli di nessuna natura. # Gli urti tra le particelle devono essere elastici, anche con le pareti del recipiente che contiene il gas, cioè durante l’urto si conserva l'energia meccanica totale del sistema, ed in particolare l'energia cinetica. # Le particelle si muovono tutte con velocità diversa ma la loro energia cinetica media è proporzionale alla temperatura del gas espressa in Kelvin. # Un gas occupa sempre tutto lo spazio a sua disposizione e presenta per questo motivo forma e volume del recipiente che lo contiene. {{Clear}} == Le grandezze fisiche importanti dei gas == Definiamo adesso delle grandezze che ci consentiranno di studiare lo stato gassoso: === Volume === [[File:Soviet jars.jpg|sinistra|thumb|216x216px|contenitori di vetro di diversi volumi]]Il Volume è definito come la porzione di spazio occupata da un corpo. Esso viene misurato in m<sup>3</sup> ed in chimica, più spesso in litri  (dm<sup>3</sup>). === Temperatura === [[File:Translational motion.gif|sinistra|thumb|228x228px|La temperatura di un gas è la misura dell'energia cinetica media dei suoi atomi o molecole]] La '''temperatura''' misura la capacità di un corpo di trasferire il calore. Un corpo caldo trasferirà spontaneamente il suo calore solo ad un corpo che abbia una temperatura più bassa. Più precisamente essa è una misura dell'energia cinetica media delle particelle che costituiscono un corpo. Attenzione il calore è un energia, si misura in calorie o Joule, la temperatura indica la possibilità di trasferire calore e si misura in: 1) gradi Celsius (°C), che ha come riferimento il punto di congelamento (0°C) e di ebollizione (100°C) dell'acqua pura a 1 atm. 2) Kelvin (K), che ha come riferimento lo zero assoluto, 0 K = - 273,15°C. Per trasformare i gradi Celsius in Kelvin è sufficiente utilizzare la seguente relazione di conversione:                                                    <math>T = t + 273,15</math>   così, ad esempio, lo zero della scala Celsius corrisponde a 273,15 °K, mentre l'acqua bolle a 373,15 °K. ''Importante: la temperatura determina la '''direzione del flusso di calore'''.'' === Pressione === [[File:Pressure force area.svg|thumb|176x176px|La forza su una superficie esercita una pressione|sinistra]] La '''pressione''' è definita come il rapporto tra una forza e la superficie sulla quale la forza agisce. Le unità di misura della pressione sono diverse. Le più utilizzate sono: '''Atmosfera''' (atm) Un'atmosfera corrisponde alla pressione esercitata dall'aria a livello del mare, ad una latitudine di 45°, alla temperatura di 0°C, con un'umidità relativa dello 0%. Il primo a misurare la pressione atmosferica a livello del mare fu Torricelli, in un famoso esperimento del 1644, in cui misurò che tale valore corrisponde alla pressione esercitata da una colonna di mercurio di 760 mm sulla superficie di 1 cm<sup>2</sup> <p align=center> <math>1\ atm = 760 \ mm\ Hg \ (o \ torr)</math> </p> '''Pasca'''l (Pa) È l'unità di misura della pressione nel Sistema Internazionale. 1 Pa (pascal) corrisponde alla forza esercitata da 1 N (newton) sulla superficie di 1 m<sup>2</sup>. Si tratta di una quantità troppo piccola per essere utilizzata in pratica, normalmente si utilizzano dei suoi multipli. <p align="center"> <math>1\ Pa=1\ N/m^2</math> </p> <p align="center"> <math>1\ atm = 101325\ Pa </math> </p> '''Bar''' 1 bar è uguale a 10<sup>5</sup> Pa. Molto utilizzati anche i sottomultipli, ad esempio in meteorologia il millibar. <p align="center"> <math>1\ atm=1013\ millibar=1013\ hPa</math> </p> Si definiscono ''condizioni normali'' (c.n.) di temperatura e pressione, la temperatura di 0 °C e la pressione di 1 atm. == Legge di Boyle == (r''elazione tra P e V con T costante'') [[File:Boyles Law animated.gif|thumb|346x346px|Animazione che spiega la legge di Boyle-Mariotte]] [[File:Boyles Law.svg|sinistra|thumb|259x259px|Diagramma P-V con dati originali di Boyle]] Boyle dimostrò che mantenendo costante la temperatura il volume di una data massa di gas è inversamente proporzionale alla pressione esercitata su di esso: <p align="center"> <math>P_1 \cdot V_1 = P_2 \cdot V_2 = K</math> </p> ed in definitiva <p align=center> {{Colore di sfondo|#feffaa|<math>P\cdot V = K</math>}} </p> La curva che si ottiene ponendo in ascisse il volume ed in ordinata la pressione è naturalmente un ramo di iperbole equilatera detta isoterma. Poiché <math>P\cdot V= costante</math>, se consideriamo due stati: uno iniziale con ''V<sub>i</sub>'' e ''P<sub>i</sub>'' e dopo una trasformazione a temperatura costante ''V<sub>f</sub>'' e ''P<sub>f</sub>'', avremo <p align=center> {{Colore di sfondo|#feffaa|<math>P_iV_i = P_fV_f</math>}} </p> ==== Esercizio 1 ==== Calcolare la pressione finale se un gas viene compresso isotermicamente da un volume iniziale di 1 litro ad uno finale di 4 litri, la pressione iniziale vale 2 atm. Per poter risolvere il problema basta rifarsi all’equazione:  <math>P_iV_i = P_fV_f</math>, dalla quale ricaviamo: <math>P_f = P_iV_i/ V_f</math>. [[File:Boyle's Law Demonstrations.webm|thumb|219x219px|Dimostrazione della legge di Boyle]] Sostituendo i valori otteniamo: <math>P_f = 2\cdot 1/4 = 0,5\ atm</math> ==== Esercizio 2 ==== Calcolare la pressione finale di un gas se questi viene lasciato espandere da una <math>P_i = 2\ atm</math>  fino a decuplicare il volume iniziale. Per poter risolvere il problema basta rifarsi all’equazione:  <math>{\displaystyle P_{i}V_{i}=P_{f}V_{f}}</math>, i dati dicono che <math>V_f =10V_i</math> dalla quale ricaviamo: <math>P_f = P_iV_i/V_f = P_iV_i/10V_i = P_i/10</math>. Sostituendo i valori otteniamo: <math>P_f= 2/10 = 0,2\ atm</math>. == Legge di Charles o prima legge di Gay-Lussac == [[File:Charles and Gay-Lussac's Law animated.gif|thumb|329x329px|Animazione che spiega la legge di Charles]] (''relazione tra V e T con P costante'')[[File:1°legge Gay Lussac.jpg|sinistra|thumb|259x259px|Rappresentazione grafica della legge di Charles]]Gas diversi mantenuti a pressione costante subiscono la stessa dilatazione, aumentano di volume quando vengono portati a temperature più alte. Se inizialmente abbiamo a disposizione un gas avente un volume ''V<sub>o</sub>'' a temperatura iniziale ''T<sub>o</sub>'', se questo viene scaldato alla temperatura ''T'' esso assumerà un volume ''V<sub>t</sub>''. Per ogni grado di temperatura aumentata il volume aumenterà di 1/273,15 del volume iniziale. Questo ''coefficiente'', detto ''di'' ''dilatazione'', vale per tutti i gas ideali e viene indicato con la lettera α. <p align=center> <math>\alpha = 1/273,15</math> </p> in formula <p align=center> <math>V_t = V_o\cdot (1+\alpha T)</math> </p> Mantenendo costante la pressione, ogni aumento di 1° della temperatura  produce un aumento del volume pari ad 1/273 del volume che il gas occupava alla temperatura di 0°C. Infatti: <p align=center> <math>V_t= V_0 + T/\alpha \cdot V_0</math> </p> Poiché infine il volume a pressione costante (P = K) e alla temperatura di 0°C assume sempre lo stesso valore, il rapporto<math>V_o/273</math> è una costante. Se quindi esprimiamo la temperatura assoluta, la legge di Gay-Lussac afferma che il volume a t °C è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta. Ma poiché <math>V/T= costante</math>, se consideriamo due stati, uno iniziale, con ''V<sub>i</sub>'' e ''T<sub>i</sub>'', e dopo una trasformazione a pressione costante, ''V<sub>f</sub>'' e ''T<sub>f</sub>'', avremo: <p align=center> {{Colore di sfondo|#feffaa|<math>V_i/T_i=V_f/T_f~</math>}} </p> ==== Esercizio 1 ==== Un gas avente un volume di 10 litri, viene riscaldato a pressione costante dalla ''T<sub>i</sub>'' = 0°C a ''T<sub>f</sub>'' = 100°C. Calcolare il ''V<sub>f</sub>''. Per poter risolvere il problema basta rifarsi all’equazione:  <math>V_i/T_i= V_f/T_f~</math>, risolvendo <math>V_f=V_i\cdot T_f/T_i</math>. Bisogna ricordarsi che le temperature devono essere espresse in Kelvin, quindi: ''T<sub>i</sub>'' = 0°+273,15 = 273,15 K; ''T<sub>f</sub>'' = 100°C + 273,15 = 373,15 K. La K si scrive senza lo ° sopra. Dall'equazione, inserendo i dati, si ricava: <math>V_f=10\cdot373,15/273,15 = 13,67\ litri</math> == Seconda legge di Gay-Lussac == [[File:2°legge Gay Lussac.jpg|sinistra|thumb|312x312px|Rappresentazione grafica della seconda legge di Gay-Lussac]] (''relazione tra P e T a V costante'') Analogamente a quanto avviene nella prima legge di Gay-Lussac, la pressione di un gas a volume costante è direttamente proporzionale alla temperatura. Se si utilizza la scala di temperatura Celsius si ha <math>P_t = P_0 (1 + \alpha t)</math> con ''α''   =  1/273 ''P<sub>t</sub>''  =  Pressione alla temperatura di t °C ''P<sub>0</sub>'' = Pressione alla temperatura di 0 °C In altre parole, mantenendo costante il volume, ogni aumento di 1° della temperatura  produce un aumento della pressione pari a 1/273 della pressione che il gas esercitava alla temperatura di 0 °C. Infatti <math>P_t = P_0 + \frac {T}{\alpha}\cdot P_0~</math> Ma poiché <math>P/T= costante</math>, se consideriamo due stati, uno iniziale con ''P<sub>i</sub>'' e ''T<sub>i</sub>'' e, dopo una trasformazione a pressione costante, ''P<sub>f</sub>'' e ''T<sub>f</sub>'', avremo: {{Colore di sfondo|#feffaa|<math>P_i/T_i= P_f/T_f</math>}} ==== Esercizio ==== Una bombola di ossigeno a 12 atm si trova a temperatura ambiente (20°C). Viene messa al Sole e la temperatura della bombola aumenta di 67°. Calcola la pressione interna del gas. Usando la formula <math>P_i/T_i= P_f/T_f</math> l'incognita da trovare è la pressione finale P<sub>f</sub>. La formula inversa sarà: <math>P_f=P_i\cdot T_f/T_i</math> La temperatura va espressa in Kelvin, T<sub>i</sub> = 293 K, T<sub>f</sub> = 360 K. <math>P_f=12\ atm\cdot 360\ K/293\ K</math> <math>P_f=14,7\ atm</math> == Equazione di stato dei gas perfetti == Le tre leggi dei gas possono combinarsi in un'unica relazione in cui compaiono contemporaneamente tutte e tre le variabili di stato. {{Colore di sfondo|#feffaa|<math>p\cdot V = n \cdot R \cdot T</math>}}                                                  Dove ''R'' è la costante dei gas <math>R = 0,082\ atm \cdot l/mol\cdot K</math> ''n'' = numero di moli = g/MM ==== Esercizio ==== Dati 3 g di O<sub>2</sub> (MM = 32) calcolare la pressione esercitata se questa quantità di O<sub>2</sub> è contenuta in una bombola di 0,5 l alla temperatura di 25 °C ris: l’equazione per poter risolvere l’esercizio è ovviamente quella di stato dei gas <math>PV = nRT</math>, ma prima bisogna calcolare ''n'' e aggiustare la ''T'' <math>n = m/M = 3/32 = 0,0938</math> <math>T = (25+298,15)\ K = 298,15\ K</math> <math>P = \frac{nRT}{V}= \frac{0,0938\cdot0,082\cdot298,15}{0,5} = 4,5865\ atm</math>. ==== Esercizio ==== Una bombola di CH<sub>4</sub> avente pressione di 200 atm e un volume pari a 30 litri, calcolare i grammi di metano in essa contenuti a T = 18 °C. ris: l’equazione per poter risolvere l’esercizio è ovviamente quella di stato dei gas <math>PV = nRT</math>, ma prima bisogna ricordarsi che: <math>n = m/M</math>, dove m = massa in grammi e M = massa molare <math>T=(18+273,15)\ K=291,15\ K</math> e la MM del metano vale 16 g. Possiamo quindi risolvere <math>PV = nRT =\frac{mRT}{M}</math>  quindi ricavando la massa: <math>m = \frac{PVM}{RT}</math> sostituendo i valori <math>m = \frac{200\cdot30\cdot16}{0,082\cdot291,15} =4021\ g</math> cioè circa 4 Kg. Questo dato ci fa pensare, infatti per poter immagazzinare poche quantità di metano occorrono pressioni elevate e recipienti adatti a sopportare tali pressioni. == Volume molare == '''''PV = nRT''''', l’equazione di stato, rileva che lo stato di un gas è determinato dalle grandezze ''T'', ''P'', ''V'' e dal numero di moli ossia dal numero di particelle, ma non dal tipo di particelle. Da ciò possiamo dedurre che qualsiasi gas nelle stesse condizioni di ''T'', ''P'', ''V'' devono per forza contenere lo stesso numero di particelle. questa è una delle leggi più tradizionali della chimica la '''legge di Avogadro'''. {{Colore di sfondo|#feffaa|'''Legge di Avogadro''': moli uguali di gas diversi in condizioni normali (STP) occupano lo stesso volume.}} Ricordiamoci che una mole contiene un numero di Avogadro di particelle (<math>N_A=6,022\cdot10^{23}</math>). Proviamo a calcolare il volume che occupa una mole di un gas qualsiasi in una ''condizione'' di T, P, V definita ''normale'' ossia: T = 273,15 K; P = 1 atm; n ovviamente = 1.  <math>PV = nRT</math> quindi <math>V = nRT/P</math>. Sostituendo i valori: <math>V = 1\cdot0,082\cdot273,15/1 = 22,4\ L</math> il valore si chiama '''volume molare''' e a ''c.n.'' una mole di qualsiasi gas occupa questo volume. <quiz display=simple > {Esercizio 1: A c.n. quanti g di He (A<sub>r</sub> 4) sono contenuti in 11,2 litri? |type="()"} - 4 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 11,2 L equivale al volume di mezza mole, quindi se la massa molare M dell’He vale 4 g/mol la metà è 2 quindi la risposta corretta è la 3 - 8 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 11,2 L equivale al volume di mezza mole, quindi se la massa molare M dell’He vale 4 g/mol la metà è 2 quindi la risposta corretta è la 3 + 2 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 11,2 L equivale al volume di mezza mole, quindi se la massa molare M dell’He vale 4 g/mol la metà è 2 quindi la risposta corretta è la 3 - 22 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 11,2 L equivale al volume di mezza mole, quindi se la massa molare M dell’He vale 4 g/mol la metà è 2 quindi la risposta corretta è la 3 </quiz> <quiz display=simple > {Esercizio 2: Che volume occupano 1,204424 atomi di Ne a c.n? |type="()"} - 22.4 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 1,2044<sup>24</sup> equivale a 2 ''N<sub>A</sub>'' cioè due moli di Ne, quindi il volume occupato sarà 2 ''V<sub>m</sub>'' cioè 44,8 L. - 11.2 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 1,2044<sup>24</sup> equivale a 2 ''N<sub>A</sub>'' cioè due moli di Ne, quindi il volume occupato sarà 2 ''V<sub>m</sub>'' cioè 44,8 L. + 44.8 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 1,2044<sup>24</sup> equivale a 2 ''N<sub>A</sub>'' cioè due moli di Ne, quindi il volume occupato sarà 2 ''V<sub>m</sub>'' cioè 44,8 L. - 18.3 ||per poter rispondere basta ricordarsi che 1,2044<sup>24</sup> equivale a 2 ''N<sub>A</sub>'' cioè due moli di Ne, quindi il volume occupato sarà 2 ''V<sub>m</sub>'' cioè 44,8 L. </quiz> == Teoria cinetica: velocità delle particelle e legge di Graham == Le particelle che compongono il gas devono essere in costante e perenne movimento e le loro dimensioni devono essere trascurabili rispetto al volume totale. L’energia cinetica media delle particelle dipende dalla temperatura, tanto più alta è la temperatura tanto più energetiche sono le particelle. Se ripassiamo un poco di fisica ci ricordiamo che energia cinetica e velocità sono strettamente connesse, infatti <math>E_c=\frac{1}{2}\cdot mv^2</math>. Quindi a parità di temperatura qualsiasi particella di un gas possiede la medesima energia cinetica. Se consideriamo due gas diversi, ad esempio H<sub>2</sub> (M = 2 g/mol)  e O<sub>2</sub> (M = 32 g/mol) nelle stesse condizioni di temperatura, entrambi avranno la stessa ''Ec''. '''<math>E_c=\frac{1}{2}\cdot m_{O_2}\cdot v_{O_2}^2=\frac{1}{2}\cdot m_{H_2}\cdot v_{H_2}^2</math>''' quindi se O<sub>2</sub> ha una massa maggiore di H<sub>2</sub> deve necessariamente avere una velocità minore di H<sub>2</sub>. Particelle aventi massa maggiore si muovono più lentamente di particelle aventi massa minore. Infatti, dall'equazione precedente ricaviamo: <math>m_{O_{2}}/m_{H_{2}}=v_{H_{2}}^{2}/v_{O_{2}}^{2}</math> o, generalizzando, <p align="center"> {{Colore di sfondo|#feffaa|<math>m_2/m_1= (v_1/v_2)^2</math> </p> }} questa equazione esprime la {{Colore di sfondo|#feffaa|'''legge di Graham:''' la velocità con cui un gas fuoriesce da un foro di piccole dimensioni è inversamente proporzionale alla radice quadrata della propria massa.}} Questa legge particolarmente importante da un punto di vista ingegneristico. Si può sfruttare questa proprietà anche per la separazione di gas diversi in un miscuglio. == Legge di Dalton delle pressioni parziali == Spessissimo i gas non sono sostanze pure, ad esempio l'aria è un miscuglio di N<sub>2</sub>, O<sub>2</sub>, Ar, CO<sub>2</sub>. Quando abbiamo miscele di gas contenuti all’interno di una bombola ognuno si comporta come se gli altri non ci fossero. Ogni gas esercita una pressione indipendentemente dalla presenza degli altri. Questa ''pressione'' è detta ''parziale'', la pressione totale della miscela è determinata dalla somma delle singole pressioni parziali. Supponendo che la miscela sia composta da tre componenti, la pressione totale sarà <math>P= p_1 + p_2 + p_3</math>. Più in generale, per una miscela di ''n'' gas diversi: {{Colore di sfondo|#feffaa|<math>P= \sum_{i=1}^n p_i= p_1 + p_2 +...+ p_n</math>}} == Attività == Esercizi: in [[Chimica per il liceo/Le leggi dei gas/Esercizi|questa pagina]] si trovano esercizi su questo argomento {{avanzamento|100%}} [[Categoria:Chimica per il liceo|Leggi dei gas]] 2wam7yv93tp658ih5c8lrcaxevu0jkq Chimica per il liceo/Acidi e basi 0 51527 478548 473988 2025-07-09T09:03:42Z Tabbix 52735 Correzioni varie 478548 wikitext text/x-wiki {{Chimica per il liceo 2}} {{avanzamento|100%}} == Acidi e basi == Gli acidi e le basi rappresentano una vasta categoria di sostanze comunemente in uso nella vita di tutti i giorni, non solo nell'industria chimica. Quando prepariamo una spremuta d'arancia o condiamo l'insalata maneggiamo degli acidi: gli agrumi contengono infatti acido citrico mentre l'aceto contiene acido acetico. Fra le sostanze che utilizziamo per l'igiene domestica sono comuni quelle a carattere basico, come il sapone (non neutro), l'ammoniaca o la candeggina. Ciascuna delle molecole citate ha delle sue caratteristiche specifiche, e il loro comportamento chimico consente di classificarle come acidi o come basi. Per molto tempo gli acidi e le basi sono stati classificati in base a caratteristiche soggettive, come sapore e odore: gli acidi sono infatti caratterizzati da un sapore aspro (come il succo d'arancia e l'aceto citati prima) e sono spesso presenti in prodotti alimentari. Le basi hanno un tipico gusto amaro ma normalmente non sono presenti negli alimenti. Le sostanze acide e basiche si riconoscono in base al colore mostrato da un indicatore di pH. === Le teorie === Il primo a descrivere le loro proprietà fu Boyle nel 1660. Successivamente Lavoisier nel 1787 sviluppò la prima ipotesi sulla composizione degli acidi, pensandoli come dei composti binari dell’ossigeno. Nel 1811 Humphry Davy dimostrò che l’idrogeno è sempre presente negli acidi, mentre nel 1887 Svante August Arrhenius mise a punto la prima teoria sugli acidi e basi che permette di classificare le principali sostanze di uso comune. == La teoria di Arrhenius == [[File:Svante Arrhenius 01.jpg|miniatura|Svante Arrhenius]] La prima teoria sugli acidi e sulle basi, elaborata dal chimico svedese Svante Arrhenius, è fondata sulla capacità delle sostanze di condurre la corrente elettrica in acqua. Secondo il chimico, gli '''acidi''', una volta disciolti in acqua, '''liberano ioni H<sup>+</sup>'''; le '''basi''' invece '''liberano ioni OH<sup>-</sup>'''. Fanno parte di questa definizione acidi come HCl e HNO<sub>3</sub> (si possono riconoscere dalla presenza dell’idrogeno come primo elemento della formula chimica); essi si dicono acidi monoprotici in quanto è presente un unico atomo di idrogeno. Gli acidi invece come H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub> e H<sub>3</sub>PO<sub>4</sub> sono chiamati poliprotici in quanto possiedono più di un atomo di idrogeno, quindi liberano più ioni H<sup>+</sup>. Nelle soluzioni acquose degli acidi, gli ioni H<sup>+</sup> esistono solo dal punto di vista formale; nella realtà si legano immediatamente ad una molecola d’acqua in modo da formare, tramite un legame dativo, lo ione '''H<sub>3</sub>O<sup>+</sup>''' (lo '''ione idronio'''). Per semplicità, però, si usa spesso il simbolo H<sup>+</sup><sub>(aq)</sub>. == La teoria di Brønsted e Lowry == Tuttavia la teoria di Arrhenius non è completamente esaustiva; essa è infatti applicabile esclusivamente alle sostanze solubili in acqua, e soprattutto non spiega il comportamento basico di alcune sostanze che non contengono gruppi OH<sup>-</sup> come l’ammoniaca (NH<sub>3</sub>). Quindi il chimico danese Brønsted e l’inglese Lowry svilupparono una definizione di acido e base applicabile in maniera più generale: * un '''acido''' è una molecola (o uno ione) che può '''donare un protone'''; * una '''base''' è una molecola (o uno ione) che può '''accettare un protone'''. Le proprietà acide e basiche delle sostanze si manifestano solo se c’è una reazione di trasferimento di un protone. Quindi un acido libera uno ione H<sup>+</sup> solo se è presente una base che accetti lo ione e viceversa. [[File:Acidi e basi.jpg|miniatura|Donatori e accettori di protoni (acidi e basi)]] Un donatore di protoni è una qualsiasi specie che ha atomi di idrogeno legati covalentemente ad altri atomi più elettronegativi, ad esempio H<sub>2</sub>S e NH<sub>4</sub><sup>+</sup>, che possono comportarsi da acidi. In questo caso H<sup>+</sup> non è liberato ma viene trasferito al solvente (quindi all’acqua) e forma uno ione idronio. Un accettore di protoni può essere qualsiasi molecola neutra o anione che abbia una coppia di elettroni; alcuni esempi possono essere NH<sub>3</sub> o O<sub>2</sub><sup>-</sup>. [[File:Donatori e accettori di protoni (acidi e basi).jpg|miniatura|Donatori e accettori di protoni (acidi e basi)]] <gallery> File:Ammonia-3D-vdW.png|Ammoniaca (NH<sub>3</sub>) File:Hydrogen-sulfide-3D-vdW.svg|Acido solfidrico (H<sub>2</sub>S) </gallery>Prendendo come esempio la reazione che avviene tra i gas HCl e NH<sub>3</sub> possiamo osservare meglio la teoria the Bronsted e Lowry: ''<br />''L’acido cloridrico è il donatore del protone, mentre l’ammoniaca è l’accettore, quindi la base. Il comportamento dei due non dipende dalla presenza dell’acqua e non è necessaria la presenza di un gruppo OH<sup>-</sup> per giustificare il comportamento basico dell'ammoniaca. <chem>HCl(g) + NH3(g) -> NH4Cl(s)</chem> ===== '''Le coppie coniugate acido-base''' ===== In una reazione tra acido e base si ha la formazione di un’altra base e un altro acido. È possibile avere due tipologie di reazioni: * <u>Reazione diretta</u>: ogni acido, donando il proprio protone, si trasforma in una base (base coniugata); ogni base, accettando il protone, si converte in un acido (acido coniugato). * <u>Reazione inversa</u>: la base coniugata, riacquistando il protone, torna ad essere un acido; l’acido coniugato, cedendolo, torna ad essere una base. [[File:Coppie coniugate acido-base.jpg|miniatura|Coppie coniugate acido-base]] Alcune specie chimiche, come lo ione idrogenocarbonato HCO<sub>3</sub><sup>-</sup>, o l’acqua, possono sia accettare che cedere protoni; queste specie si dicono '''anfiprotiche''' e vengono classificate come basi o acidi in base alle specie con cui reagiscono. <chem>NH3 + H2O -> NH4+ + OH- </chem>. In questo caso NH<sub>3</sub> è la base mentre H<sub>2</sub>O è l'acido. == La teoria di Lewis == La teoria di Lewis permette di considerare reazioni acido-base anche reazioni dove non avvengono scambi di protoni. Si dicono '''acidi di Lewis''' le specie che '''possono accettare una coppia di elettroni'''; si dicono, invece, '''basi di Lewis''' le specie capaci di '''donare una coppia di elettroni'''. Gli acidi di Lewis sono: * molecole con struttura elettronica incompleta * Molti cationi metallici (metalli di transizione → in H<sub>2</sub>O formano ioni complessi) * H<sup>+</sup> Le basi di Lewis sono invece sostanze con il livello di valenza incompleto e coppie di elettroni non condivise. ===== '''Gli ioni complessi''' ===== I metalli di transizione che possiedono orbitali vuoti nel livello di valenza formano numerosi ioni complessi. La base di Lewis, chiamata ligando, che si lega al metallo, è donatore di una coppia di elettroni non condivisa, mentre lo ione metallico è l’accettore; insieme formano uno ione complesso. Il legame metallo-ligando viene chiamato legame di coordinazione. I ligandi possono essere alogeni, anioni poliatomici come NO<sub>2</sub><sup>-</sup> e OH<sup>-</sup> o lo ione solfuro. L’acqua è la molecola che forma più facilmente ioni complessi. I ligandi possono essere mono- o polidentati (dipende dal numero di atomi donatori); a volte il metallo nei polidentati viene racchiuso e il complesso prende il nome di chelanti. Un esempio di ione complesso: [Cu(OH<sub>2</sub>)<sub>6</sub>]<sup>2+</sup> == Ionizzazione dell'acqua == L’acqua è anfiprotica, ovvero si può comportare sia da base che da acido in base al reagente. La reazione di autoionizzazione dell’acqua o autoprotolisi è una reazione acido-base in cui la formazione degli ioni avviene per scambio di un protone fra due molecole d’acqua. [[File:Autoionizacion-agua.gif|miniatura|328x328px|Autoionizzazione dell'acqua]] <chem>H2O + H2O <=> H3O+ + OH-</chem> La costante di equilibrio diventa: <math>Keq = {[H^+].[OH^-] \over [H_2O]^2} = 1,8\cdot10^{-16} </math> <chem>Kw =(Keq)\cdot [H2O] = [H^+] \cdot [OH^-] = 10^-^1^4</chem>, K<sub>w</sub> è chiamato prodotto ionico dell’acqua e cambia al variare della temperatura. ===== '''Soluzioni acide, basiche, neutre''' ===== Una soluzione è: * Neutra se la concentrazione di ioni H<sup>+</sup> e OH<sup>-</sup> è uguale (1<math>\cdot</math>10<sup>-7</sup> mol/L) * Acida se c'è una maggiore concentrazione di ioni H<sup>+</sup> (H<sup>+</sup> >1<math>\cdot</math>10<sup>-7</sup> mol/L) * Basica se c'è una maggiore concentrazione di ioni OH<sup>-</sup> (H<sup>+</sup><1<math>\cdot</math>10<sup>-7</sup> mol/L) == La scala del pH == Il pH misura il grado di acidità di una sostanza e si definisce come: <chem>pH = - log [H+]</chem> Analogamente il pOH misura il grado di basicità di una sostanza e si definisce come <math>pOH= -log (OH^-)</math> <math>pH_{w} = pH + pOH = 14 </math> Il '''pH 7 viene definito come pH neutro''', se '''inferiore a 7 è definito acido''', se '''superiore a 7 basico'''. La scala è logaritmica e in genere va '''da 0 a 14''' (ma eccezionalmente si possono anche superare questi limiti) <gallery> File:PH Scale.png|Scala del pH File:PH Scale.svg|Scala del pH File:PH scale 5.jpg|Scala del pH </gallery> === '''La forza degli acidi e delle basi''' === '''Acidi forti e acidi deboli''' [[File:Johannes Brønsted.jpg|miniatura|Johannes Brønsted]] Stando alla terminologia di Brønsted: * si definiscono acidi forti quegli acidi che, in acqua, si ionizzano in modo completo (quindi cedono protoni all’acqua in maniera completa); * si definiscono acidi deboli quelli che, invece, tendono a ionizzarsi poco o in maniera parziale quando si sciolgono in acqua (dunque tendono a rimanere in forma indissociata). [[File:Sulfuric-acid-Givan-et-al-1999-3D-balls.png|miniatura|Acido solforico]] Sono esempi di acidi forti gli acidi alogenidrici (escluso l’acido fluoridrico), l’acido nitrico e l’acido solforico (solo per quanto riguarda la perdita del primo ione H<sup>+</sup>). Scrivendo le reazioni, si utilizza una sola freccia da sinistra verso destra per gli acidi completamente ionizzati; invece, per quanto riguarda gli acidi non completamente ionizzati, si utilizza la doppia freccia. Infatti, in questa ultima tipologia di reazioni l’equilibrio è spostato a sinistra (quindi tende di più alla reazione inversa). È opportuno precisare la differenza tra acidi forti e acidi concentrati: * un acido forte è completamente ionizzato, ma non è detto che la sua concentrazione sia particolarmente elevata; * un acido concentrato ha un gran numero di moli in soluzione, ma potrebbe non essere completamente ionizzato. Per ogni acido possiamo scrivere la seguente relazione: '''HA + H<sub>2</sub>O ⇄ H<sub>3</sub>O<sup>+</sup> <sub>(aq)</sub> + A<sup>-</sup> <sub>(aq)</sub>''' Da qui possiamo ricavare la costante di equilibrio, chiamata costante di ionizzazione acida: <math>K _{eq} = {[H_3O^+].[A^-] \over [HA]} = K_a</math> Questa costante ci permette di capire quanto un acido è ionizzato o quanto esso è forte; più il valore di K<sub>a</sub> è elevato, più l’equilibrio è spostato a destra nella reazione. ===== '''Acidi poliprotici''' ===== Negli acidi poliprotici esiste una diversa costante di ionizzazione per ogni idrogeno ionizzabile: generalmente, le costanti di seconda ionizzazione hanno un valore minore rispetto a quelle di prima ionizzazione, dato che è più facile strappare un idrogenione (H<sup>+</sup>) a una molecola neutra rispetto che ad uno ione negativo. ===== '''Basi forti e basi deboli''' ===== Secondo la teoria di Brønsted, possono essere definite basi quelle soluzioni in grado di acquistare un protone dall’acqua: * le basi forti acquistano in maniera completa i protoni dall’acqua (sono basi forti gli idrossidi dei gruppi I e II); * le basi deboli sono le basi molecolari (come l’ammoniaca) che, in soluzione acquosa, vengono ionizzate solo parzialmente. A parità di concentrazione, una soluzione di una base forte ha più ioni idrossido OH<sup>-</sup> rispetto ad una base debole. Anche per le basi è possibile calcolare una costante di ionizzazione basica: K<sub>b</sub> <math>K_b = {[BH^+].[OH^-] \over [B]} </math> La concentrazione di acqua non è presente in questa formula perché, essendo presente in grande quantità, può essere considerata costante. Il valore della costante di ionizzazione basica indica quanto può essere ionizzata una base in acqua. K<sub>a</sub> e K<sub>b</sub> possono essere scritti in forma logaritmica: <math>pK_a = - log K_a</math> e <math>pK_b = - log K_b</math> Maggiore è la forza di un acido o di una base, minore è il valore di pK<sub>(a o b)</sub>. ===== '''K<sub>a</sub> e K<sub>b</sub> di una coppia acido base coniugata''' ===== Ad ogni specie acida corrisponde una base coniugata (e viceversa); quindi, è possibile trovare la costante di ionizzazione dell’acqua: <math>K_b \cdot K_a = K_w</math> Da tale formula possiamo dedurre che, all’aumentare della forza di una specie, diminuisce la forza della specie coniugata. Il prodotto delle costanti di ionizzazione di una coppia acido-base coniugata corrisponde al prodotto ionico dell’acqua. Grazie ai valori di K<sub>a</sub> e K<sub>b</sub>, è possibile prevedere la posizione di un equilibrio acido-base: tutte le reazioni che trasferiscono protoni sono spostate verso la formazione dell’acido e della base più deboli. === Come calcolare il pH di soluzioni acide e basiche === '''Acidi e Basi forti''' <u>Acidi forti:</u> <math>pH = - log[H+] = - log[acido]</math> Possiamo dire che “H<sup>+</sup> = acido” dal momento che si sta parlando di acidi forti. <u>Basi forti:</u> <chem>pH= -log [OH^-] = -log [base]</chem> Possiamo dire che "OH<sup>-</sup> = base" dal momento che si sta parlando di basi forti. Attenzione: da una mole di basi forti di metalli alcalino terrosi si libera una mole di metallo (ione positivo) e due moli di OH<sup>-</sup>, quindi la concentrazione di [OH<sup>-</sup>] è il doppio della concentrazione molare della base. '''Acidi e Basi deboli''' <u>Acido debole</u> Trovare il pH: # Trovo la concentrazione di H<sup>+</sup> # Applico la seguente formula: <math>pH = - log[H^+] = - log \sqrt{Ka \cdot [acido]}</math><blockquote>Dimostrazione: Per trovare la concentrazione di ioni H+ (pH) bisogna conoscere la concentrazione dell'acido in soluzione e il valore di K<sub>a</sub>: <math>K_a = {[H_3O^+].[A^-] \over [HA]} </math> Possiamo dire che [H<sup>+</sup> o OH<sup>-</sup>] = [A<sup>-</sup>] perché all'equilibrio la concentrazione degli ioni positivi è uguale a quella degli ioni negativi. Quindi: <math>K_a = {[H^+]^2 \over [HA]}</math> Inoltre, dal momento che si tratta di un acido debole possiamo dire che [HA] = [iniziale dell'acido], infatti la maggior parte dell'acido si trova in forma non ionizzata. [HA]= acido non ironizzato e [Acido]= acido totale. Quindi: <math>K_a = {[H^+]^2 \over [acido]}</math> Quindi: <math>[H^+] = \sqrt{K_a \cdot [acido]}</math> Nel caso di un acido diprotico (H<sub>2</sub>A), si considera solo K<sub>a1</sub> e non K<sub>a2</sub> perché K<sub>a2</sub> è estremamente piccola. Esiste un’unica eccezione: l’acido solforico (H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub>). Infatti la costante di seconda ionizzazione è 1.2*10<sup>-2</sup>, quindi un valore alto. <u>Base debole</u> Analogamente al calcolo del pH, con lo stesso ragionamento si può calcolare il calcolo del pOH # Determinare la concentrazione di OH<sup>-</sup> → formula: <math>[OH^-] = \sqrt{K_b \cdot [base]}</math> # Determinare la concentrazione di H<sup>+</sup> grazie a K<sub>w</sub> # Calcolare il pH → formula: <math>pH = - log[H^+] = - log \sqrt{Ka \cdot [acido]}</math> Le semplificazioni sono valide solo quando la costante di ionizzazione ha un valore molto basso e la concentrazione iniziale dell'acido (o della base) è uguale o maggiore della K<sub>a</sub>  (o K<sub>b</sub>) moltiplicata per 10<sup>2</sup>. In alcuni casi non è possibile utilizzare queste semplificazioni, ad esempio quando non possiamo porre [HA] = [acido]. '''Esercizio guida''' Trova il pH di una soluzione di 500mL in cui sono disciolti 15 mg di acido perclorico (HClO<sub>4</sub>). L'acido perclorico è un acido forte, quindi si ionizza completamente. Svolgimento: # Scrivere i dati con le unità di misura del SI (sistema internazionale di unità di misura), quindi: 500mL = 0.500 L e 15mg = 0.015g # Calcolo il numero di moli di acido perclorico: <math>n = {m \over Mm} = {massa HClO_4 \over massa molare} = {0.015 \over 100.46} = 1.49\cdot 10^{-4} mol</math> # Calcoliamo la concentrazione di ioni H<sup>+</sup>: <math>M = {n \over V} = {moli H^+ \over volume soluzione} = {1.49\cdot10^{-4} \over 0.500} = 2.98\cdot10^{-4} mol/L </math> # Una volta calcolata la molalità degli ioni H<sup>+</sup> è possibile calcolare il pH: <math>pH = - log[H^+] = - log[2.98\cdot10^{-4}] = 3.52 </math> === Gli indicatori di pH === [[File:PH scale 3.jpg|miniatura|La soluzione assume colori diversi in base alla sua acidità o basicità|323x323px]] [[File:PH meter togopic.png|miniatura|Piaccametro]] Per misurare il pH di una soluzione si possono utilizzare delle sostanze organiche dette indicatori, che si colorano in modi differenti in base al pH della soluzione (questo permette di determinare la concentrazione idrogeologica, ovvero il pH). Gli indicatori sono acidi o basi deboli che assumono 2 colori differenti. L'intervallo di viraggio è l'intervallo in cui l'indicatore assume colore A + B. Dipende dal valore della K<sub>a</sub> dell'equilibrio di ionizzazione dell'indicatore. Se l'indicatore è un acido debole non assumerà colore A+B quando il pH è 7 ma quando il pH è maggiore di 7 (un esempio può essere la fenolftaleina). Gli indicatori possono essere sintetici o naturali. Gli indicatori sintetici coprono un intervallo più ampio. Alcuni indicatori naturali possono essere frutti come i mirtilli, fiori colorati e vegetali come il cavolo rosso. L'indicatore universale è una miscela di vari indicatori che assume colori diversi per ogni valore di pH. Generalmente viene applicato su strisce di carta. Per misurare il pH ci sono strumenti come i piaccametri o pH-metri. === PH e sostenibilità  === Tra gli anni '40 e gli anni '60 del 900 sorse un nuovo problema: sfamare una popolazione che iniziava a raddoppiare. Per questo motivo Norman Borlaug lanciò la rivoluzione verde chiamata anche terza rivoluzione agricola che introduce innovazioni genetiche e tecnologiche. Il primo obiettivo fu quello di creare delle specie vegetali geneticamente modificate che fossero più produttive rispetto a quelle tradizionali e che potessero anche adattarsi a climi e ambienti diversi. Il secondo passo fu quello di creare fertilizzanti di sintesi (chimici); questi fertilizzanti hanno permesso di incrementare la produttività delle colture in modo significativo. I fertilizzanti di sintesi sono molto più efficaci dei fertilizzanti naturali, permettono inoltre una migliore regolazione del pH del terreno, che in agronomia si chiama reazione del terreno. Il controllo del pH del suolo è molto importante perché anche lievi variazioni dell'acidità del terreno influiscono sulla disponibilità di minerali presenti nella parte acquosa del terreno (detta soluzione circolante) dalla quale le piante sono in grado di prelevare nutrienti tramite le radici. Il pH del suolo condiziona anche la concentrazione di inquinanti presenti nel terreno. L'aumento della produttività agricola ha permesso di avere una maggiore quantità di alimenti e ha migliorato le loro proprietà nutrizionali. I fertilizzanti, però, hanno creato anche gravi danni all'ambiente dal momento che venivano riversati nel suolo e nelle acque, che diventavano inquinate. Inoltre i fertilizzanti vengono prodotti a partire dal petrolio, quindi hanno un forte impatto ambientale. Si stanno cercando strumenti agricoli che siano in grado di essere molto produttivi e allo stesso tempo che non siano troppo dannosi per l'ambiente. Si tratta, però, di un percorso molto complesso ancora in fase di sviluppo.<gallery> File:SDG LOGO nonUN-IT slogan.svg|Agenda 2030 File:Obiettivo di sviluppo sostenibile 12.svg|Agenda 2030 - obiettivo 12: consumo e produzione responsabili File:Obiettivo di sviluppo sostenibile 2.svg|Agenda 2030 - obiettivo 2: sconfiggere la fame </gallery> === Esercizi === <quiz display=simple> {Chi descrisse per primo le proprietà di acidi e basi? |type="()"} - Shakespeare + Boyle - Lavoisier - Fourier </quiz> <quiz display=simple> {Qual è l’elemento sempre presente negli acidi? |type="()"} - Ossigeno - Cromo + Idrogeno - Carbonio </quiz> <quiz display=simple> {Chi formulò la prima teoria su acidi e basi? |type="()"} + Arrhenius - Boyle - Dalton - Cavendish </quiz> <quiz display=simple> {Secondo la teoria di Brønsted e Lowry: |type="()"} + Un acido è donatore di protoni - Un acido è accettore di protoni - Una base è donatrice di protoni - Sia gli acidi che le basi possono donare protoni </quiz> <quiz display=simple> {Quando un acido e una base reagiscono tra loro: |type="()"} - Si formano due acidi - Si formano due basi - Si forma un prodotto neutro + Si formano un acido e una base coniugati </quiz> <quiz display=simple> {Quale tra queste molecole è un acido di lewis? |type="()"} - PH<sub>3</sub> - NH<sub>3</sub> + AlF<sub>3</sub> - H<sub>2</sub>O </quiz> <quiz display=simple> {Identifica nelle seguenti equazioni l’acido e la base di Lewis: HCl + H<sub>2</sub>O→ Cl<sup>–</sup> + H<sub>3</sub>O<sup>+</sup> |type="()"} - HCl base, H<sub>2</sub>O acido + HCl acido, H<sub>2</sub>O base {NH<sub>3</sub> + H<sub>2</sub>O → NH<sub>4</sub><sup>+</sup> + OH<sup>–</sup> |type="()"} +NH<sub>3</sub> base H<sub>2</sub>O acido -NH<sub>3</sub> acido, H<sub>2</sub>O base </quiz> <quiz display=simple> {Se una molecola ha pH= 7, avrà pOH uguale a: |type="()"} - 14 - 0 + 7 - 3 - 5 </quiz> <quiz display=simple> {Calcola il pH di una soluzione di Acido Formico sapendo che ha concentrazione 4,2*10<sup>-2</sup>M e la sua K<sub>a</sub> è 1.77*10<sup>-5</sup> |type="()"} - 1 + 3 - 10 - 5 </quiz> <quiz display=simple> {Il succo di mela ha H<sup>+</sup>= 1.58*10<sup>–5</sup> trova i valori del suo pH e pOH |type="()"} + 4.8, 9.2 - 5.3; 8.7 - 2.1; 11.9 - 4.4; 9.6 </quiz> <quiz display=simple> {Se gli acidi sono completamente ionizzati che tipo di freccia si usa nello scrivere le reazioni? |type="()"} - Una freccia da destra a sinistra + Una freccia da sinistra verso destra - Una doppia freccia - Nessuna freccia </quiz> <quiz display=simple> {Scegli l’opzione corretta: |type="()"} - Acido forte e acido concentrato sono sinonimi - Se un acido è forte, è poco concentrato - Se un acido è forte, è sicuramente concentrato + Se un acido è forte, non è detto che sia concentrato </quiz> <quiz display=simple> {Scegli l’opzione corretta: |type="()"} - Più è alta la costante di ionizzazione acida, più l’equilibrio è spostato a sinistra nella reazione - La costante di ionizzazione acida non è collegata con l’equilibrio chimico + Più è alta la costante di ionizzazione acida, più l’equilibrio è spostato a destra nella reazione - Anche se aumenta la costante di ionizzazione acida, l’equilibrio nella reazione rimane invariato </quiz> <quiz display=simple> {Negli acidi poliprotici, come cambiano le costanti di ionizzazione? |type="()"} - La costante di prima ionizzazione ha un valore minore di quella di seconda ionizzazione e così via + La costante di prima ionizzazione ha un valore maggiore di quella di seconda ionizzazione e così via - La costante di prima ionizzazione ha un valore uguale a quella di seconda ionizzazione e così via - Non c’è una costante di seconda ionizzazione </quiz> <quiz display=simple> {Le basi molecolari: |type="()"} - Sono basi sia forti che deboli - Sono basi forti - Sono acidi forti + Sono basi deboli </quiz> <quiz display=simple> {In una coppia acido-base coniugata, all’aumentare della forza di una specie: |type="()"} - La forza dell'altra rimane costrante - La forza dell'altra aumenta + La forza dell'altra diminuisce - La forza dell'altra si annulla </quiz> <quiz display=simple> { Calcola il pH delle Seguenti soluzioni: |type="{}"} 0.001 M di HNO --> { 3 } { &nbsp; |type="{}"} 0.1 M di HC --> { 1 } { &nbsp; |type="{}"} 0.00030 M di Ba(OH) --> { 10.8 } { &nbsp; |type="{}"} 1,6*10<sup>-4</sup> M di acqua gassata (H<sub>2</sub>CO<sub>3</sub>) --> { 5.08 } </quiz> <quiz display=simple> {Calcola la concentrazione di HCl in una soluzione pH= 2,04 con volume totale V= 758mL. (ricorda che HCl si ionizza completamente) |type="()"} + 0,252 g di HCl - 0,525 g di HCl - 0,001 g di HCl - 2,52 g di HCl </quiz> <quiz display=simple> {Ad una soluzione con pH = 1.40 con 0.80 g di HClO<sub>4</sub>. Calcola il pH della soluzione a cui vengono aggiunti 500 mL di acqua. |type="()"} - pH= 0,9 - pH= 6.1 + pH= 1.96 - pH= 12 </quiz> <quiz display=simple> {Cos'è L'intervallo di viraggio? |type="()"} - L'intervallo di viraggio è l’intervallo in cui l'indicatore assume colore trasparente. + L'intervallo di viraggio è l’intervallo in cui l'indicatore assume colore A + B. - L'intervallo di viraggio è l’intervallo in cui l'indicatore assume colore B. - L'intervallo di viraggio è l’intervallo in cui l'indicatore assume colore A. </quiz> <quiz display=simple> {Indica quale affermazione sull’indicatore universale |type="()"} - Assume vari colori in base al pH (in base ad ogni valore) - È una miscela di vari indicatori - Generalmente viene applicato su strisce di carta. + Assume solo 2 colori (A e B) </quiz> == Attività == [https://openstax.org/books/chemistry-2e/pages/14-exercises Esercizi] su OpenStax === Fonti === * Libro "Chimica: concetti e modelli. Dalla struttura atomica all'elettrochimica" di Giuseppe Valitutti, Patrizia Amadio, e alti. * <nowiki>https://openstax.org/books/chemistry-2e/pages/14-introduction</nowiki> [[Categoria:Chimica per il liceo|Acidi e basi]] b75lg4q2js7vsmvpp20ccrs13shdyyt Profili di donne emiliano-romagnole 0 53219 478535 470251 2025-07-08T15:32:36Z Camelia.boban 25520 /* Edizioni */ 478535 wikitext text/x-wiki {{Profili di donne emiliano-romagnole}} == Finalità == Questo wikibook si propone di raccogliere, in modo non esaustivo, biografie di donne che hanno contribuito e contribuiscono tuttora, in vari ambiti (storico, culturale, artistico, imprenditoriale, sportivo ecc) alla storia dell'Emilia-Romagna. Personalità conosciute o meno, nascoste o dimenticate che danno uno spunto di riflessione sul ruolo della donna all'interno della società nel corso dei secoli. == Edizioni == ; 2019 Il wikibook fa parte di un percorso di PCTO iniziato nel 2019 da WikiDonne e Atlas of Transitions/DAMS di Bologna (per la campagna [[:w:Progetto:WikiDonne/ArtAndFeminism 2019/Bologna|Art + Feminism]]). ; 2022 L'esperienza ha aperto le porte a un nuovo progetto di traduzione in Wikipedia - dall'inglese all'italiano - di diverse biografie di artiste afgane, progetto intitolato ''[[:w:Progetto:Coordinamento/Scuole/WikiDonne - Lilith: traduciamo la libertà - Afghan Women Artists 2022|WikiDonne - Lilith: traduciamo la libertà - Afghan Women Artists 2022]]'' e realizzato insieme al Liceo "Laura Bassi" di Bologna (da febbraio a maggio 2022). Le ragazze ed i ragazzi traducono dall'inglese e dallo spagnolo 11 nuove voci in Wikipedia in italiano. ; 2022-2023 Lo stesso anno, a partire da novembre e avanti fino a maggio 2023, si è proseguito sul fronte PCTO con la collaborazione tra WikiDonne e ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione nel progetto [[:w:Progetto:Coordinamento/Scuole/WikiDonne - Fuori dal canone: Wikipedia per il femminile|WikiDonne - Fuori dal canone: Wikipedia per il femminile]]. Tre nuovi progetti in tre nuove sedi, per tradurre dall'inglese biografie di scienziate (al [[:w:Progetto:Coordinamento/Scuole/WikiDonne - Fuori dal canone: Wikipedia per il femminile/Modena|liceo scientifico "Alessandro Tassoni" di Modena]]) e scrivere contenuti sul teatro fisico/donne nel teatro (al [[:w:Progetto:Coordinamento/Scuole/WikiDonne - Fuori dal canone: Wikipedia per il femminile/Cesena|liceo linguistico "Ilaria Alpi" di Cesena]] e al [[:w:Progetto:Coordinamento/Scuole/WikiDonne - Fuori dal canone: Wikipedia per il femminile/Bologna|liceo linguistico "Laura Bassi" di Bologna]]). Partendo dalle biografie scritte, sono stati creati tre ebook (Bologna, Cesena, Modena). 27 nuove biografie di scienziate e artiste teatrali in Wikipedia in italiano tradotte dalle ragazze e dai ragazzi dall'inglese. Da qui nasce anche l'idea del manuale/wikibook ''[[Teatro delle donne: attrici, registe, compagnie femminili]]''. <gallery> Ebook PCTO Modena.pdf|PCTO Modena 2022 - Scienziate WDG - PCTO Cesena 2022 - Donne nel teatro.pdf|PCTO Cesena 2022 - Donne nel teatro WDG - PCTO Bologna 2022 - Ebook Donne nel teatro.pdf|PCTO Bologna 2022 - Ebook Donne nel teatro </gallery> ;2023-2024 A partire da ottobre del 2023, con la scelta del tema, la selezione delle fonti e delle biografie da scrivere, si è iniziato a preparare l'edizione 2024 del PCTO. Data la minore complessità dell'editing, dei criteri e delle regole, ma soprattutto l'opportunità di poter trattare anche biografie rilevanti a livello locale, che potessero essere più "appetibili" e coinvolgere maggiormente gli studenti, da Wikipedia ci siamo spostatə su Wikibooks. La programmazione e l'organizzazione del PCTO ha richiesto la creazione delle pagine del progetto [[Progetto:WikiDonne/PCTO ERT 2024|PCTO ERT 2024]], la ricerca bibliografica individuale e di gruppo presso la biblioteca Delfini di Modena, la divisione degli studenti in gruppi, l'assegnazione delle voci da scrivere, l'incontro con alcune protagoniste (imprenditrici per la sezione di Bologna), un continuo lavoro di supporto, monitoraggio e comunicazione con le studentesse e gli studenti del [[Progetto:Scuole/Liceo Laura Bassi di Bologna|Liceo "Laura Bassi" di Bologna]] e del [[Progetto:Scuole/Liceo Alessandro Tassoni di Modena|Liceo "Alessandro Tassoni" di Modena]], la presentazione del lavoro svolto abbinata a spettacoli ERT, effettuato in ambito pubblico o prettamente scolastico, a conclusione del percorso. ; Nota '''Per quanto il wikibook sia un libro collaborativo al quale tutti possono contribuire, data la natura dell'attività di editing, una collaborazione tra più enti mirata all'acquisizione di competenze digitali da parte degli studenti coinvolti nel progetto, ci si aspetta che sia modificato solo dagli studenti stessi, dagli insegnanti e dai tutor loro assegnati.''' == Libri correlati == * {{libro|Profili di donne laziali}} * {{libro|Profili di donne lombarde}} * {{libro|Profili di donne lucane}} * {{libro|Profili di donne marchigiane}} * {{libro|Profili di donne pugliesi}} * {{libro|Profili di donne toscane}} * {{libro|Profili di donne venete}} * {{libro|Teatro delle donne: attrici, registe, compagnie femminili}} [[Categoria:Profili di donne emiliano-romagnole| ]] [[Categoria:Storia]] [[Categoria:Superiori]] [[Categoria:Libri per ordine alfabetico/P]] [[Categoria:Dewey 920]] [[Categoria:WikiDonne]] {{Avanzamento|75%|27 maggio 2024}} nohdhg5slh3fesd7mnyrn14yhrosn26 Chimica per il liceo/Le soluzioni 0 54693 478534 462841 2025-07-08T14:53:32Z Tabbix 52735 Correzioni varie 478534 wikitext text/x-wiki {{Chimica per il liceo 2}} {{avanzamento|100%}} == Le soluzioni == [[File:SaltInWaterSolutionLiquid.jpg|miniatura|239x239px|Esempio di una soluzione (NaCl è il soluto, l'acqua è il solvente).]] In chimica una soluzione si definisce come un '''miscuglio omogeneo''' composto da due o più sostanze che si mescolano uniformemente tra loro. Una soluzione si forma quando le particelle di soluto e solvente si mescolano a livello molecolare per creare un'unica fase omogenea. Il '''solvente''' è il componente presente in quantità maggiore, il '''soluto''' (o i soluti) è quello presente in quantità minore. Possono esserci più soluti, ma un solo solvente. Le molecole di solvente circondano le molecole di soluto grazie alle attrazioni intermolecolari tra di essi, in un processo chiamato [[w:Solvatazione|solvatazione]]. Quando il solvente coinvolto è l'acqua, la solvatazione assume il nome di [[w:Idratazione_(chimica)|idratazione.]] Fattori come la temperatura, la pressione e l'agitazione possono influenzare la velocità di formazione di una soluzione. Le soluzioni possono essere solide, come la maggior parte delle [[w:Lega_(metallurgia)|leghe metalliche]], liquide, come le [[w:Bevanda_alcolica|bevande alcoliche,]] o aeriformi, come l'[[w:Aria|aria]]. == Gli elettroliti == Gli [[w:Elettrolita|elettroliti]] sono composti che in acqua formano ioni e rendono elettricamente conduttrice la soluzione, solitamente acquosa, in cui sono disciolti. Questo può avvenire tramite due processi: la ionizzazione e la dissociazione. ==== Ionizzazione ==== * La ionizzazione è uno dei due processi con cui si possono creare soluzioni elettrolitiche. Avviene unendo composti molecolari ionizzabili e acqua. ''Nel caso sottostante viene messo acido cloridrico in acqua. Il dipolo dell’acqua riesce a rompere il legame covalente tra l’idrogeno e il cloro. Di conseguenza si formano ioni che rendono la soluzione in grado di condurre elettricità.'' <chem>HCl{(g)} ->[H2O] H^+{(aq)} + Cl^- {(aq)}</chem> ==== Dissociazione ==== * Si chiama dissociazione e non ionizzazione perché in questo caso gli ioni sono già presenti (i sali infatti sono composti ionici), vengono semplicemente separati tra loro. La dissociazione avviene unendo un composto ionico all'acqua. Anche questo processo, come la ionizzazione, porta alla creazione di soluzioni elettrolitiche. ''Se si mette NaCl in acqua, le molecole d’acqua separano gli ioni di carica opposta presenti nel sale. Attraverso questo processo si creano ioni che permettono la conduzione elettrica.'' <chem> NaCl{(g)} ->[H2O] Na^+{(aq)} + Cl^- {(aq)} </chem> == Le soluzioni elettrolitiche == Gli elettroliti possono essere acidi o basi. Gli acidi sono elettroliti che in acqua formano una soluzione elettrolitica liberando ioni H+, mentre le basi invece liberano ioni OH‐. Sia le soluzioni acide che quelle basiche conducono la corrente elettrica. ''L'acido nitrico (acido) in acqua forma una soluzione acida.'' <chem> HNO3{(l)} ->[H2O] H^+{(aq)} + NO^- {(aq)} </chem> ''L'idrossido di sodio (base) in acqua forma una soluzione basica.'' <chem> NaOH{(s)} ->[H2O] Na^+{(aq)} + OH^- {(aq)} </chem> == pH == [[File:PH Scale.png|miniatura|317x317px|Scala pH.]] Il [[w:PH|pH,]] è una grandezza fisica che indica l'acidità (e quindi la basicità) in soluzioni gassose e liquide. Il valore dipende dalla quantità di ioni H+ presenti nella soluzione. Maggiore è la concentrazione degli ioni, più basso è il valore del pH, è quindi più acida è la soluzione. Invece meno protoni sono presenti, più la soluzione è basica. La soluzione è neutra se il valore del pH è pari a 7, e questo valore corrisponde alla quantità di ioni presenti in acqua pura a 25°C. == La solubilità == La [[w:Solubilità|solubilità]] rappresenta la massima quantità di soluto che può essere sciolta in un solvente. È quindi la '''massima concentrazione possibile''' (ad una certa temperatura). È in genere riferito a soluzioni liquide. Quando invece tentiamo di sciogliere più soluto in un solvente di quanto indicato dalla solubilità, il soluto non si scioglie più. In questo caso si parla di una '''soluzione satura'''. === Solubilità e temperatura === [[File:Solubilità diretta e inversa.jpg|miniatura|281x281px|Grafico solubilità in funzione della temperatura.]] La solubilità di una determinata sostanza dipende dalla '''temperatura'''. Nella maggior parte delle volte, soprattutto per i soluti solidi, aumenta in modo proporzionale ad essa. Le soluzioni che si comportano in questo modo sono dette endotermiche o a solubilità diretta. Le soluzioni che quando vengono scaldate diminuiscono la loro solubilità si chiamano esotermiche o a solubilità inversa (per esempio soluzioni gassose come NH<sub>3</sub>). === Solubilità e pressione === A differenza di solidi e liquidi, la solubilità dei gas dipende anche dalla '''pressione'''. Aumentando la pressione di un gas sopra una soluzione liquida, in genere aumenta la solubilità del gas nella soluzione. Questo principio è noto come [[w:Legge_di_Henry|legge di Henry.]] La legge di Henry afferma quindi che, a temperatura costante, la quantità di gas dissolto in una soluzione è direttamente proporzionale alla pressione parziale del gas sopra la soluzione. Quindi, se aumenti la pressione sopra una soluzione liquida, la quantità di gas che può essere dissolta in quella soluzione aumenterà di conseguenza. <math>\operatorname C=kP</math> ''dove P è la pressione del gas sulla soluzione, C è la concentrazione del gas nella soluzione e k è una costante tipica di ciascun gas che correla la pressione del gas sulla soluzione e la sua concentrazione.'' == Le concentrazioni di soluzioni == La concentrazione di una soluzione esprime la quantità relativa dei soluti rispetto al solvente. Può essere espressa mediante diverse unità di misura: percentuale in massa, percentuale massa su volume, percentuale in volume, parte per milioni in massa e parti per milioni in volume. Misurare la concentrazione in funzione della massa e del volume {| class="wikitable" |+Tabella delle unità di misura per esprimere la concentrazione in funzione della massa e del volume !'''CONCENTRAZIONE''' !FORMULA |- |'''percentuale in massa''' |'''''%m/m='''''<math>{m. soluto(g) \over m.soluzione(g)}\times 100</math> |- |'''percentuale massa su volume''' |'''''%m/V='''''<math>{m. soluto (g) \over V soluzione(mL)}\times100</math> |- |'''percentuale in volume''' |'''''%V/V='''''<math>{V soluto (mL) \over Vsoluzione(mL)}\times 100</math> |- |'''ppm in massa''' |'''''ppm='''''<math>{ m. soluto(mg)\over m. soluzione(Kg)}</math> |- |'''ppm in volume''' |'''''ppm='''''<math>{Vsoluto(\mu L)\over Vsoluzione(L)}</math> |} In generale, una soluzione si dice concentrata se è presente una grande quantità di soluto in un certo volume di solvente. Nella situazione opposta si parla di soluzione diluita. E' anche possibile esprimere la concentrazione in funzione della mole utilizzando: [[w:Concentrazione_di_quantità_di_sostanza|molarità (o concentrazione di quantità di sostanza)]], [[w:Molalità|molalità]] e [[w:Frazione_molare|frazione molare]]. * La molarità (M) è il rapporto tra il numero di moli del soluto e il volume della soluzione. Essa dipende dalla temperatura, essendo infatti dipendente a sua volta dal volume della soluzione. * La molalità (m) è il rapporto tra il numero di moli del soluto e la massa del solvente. A differenza della molarità, la molalità non dipende dalla temperatura perché non varia al variare del volume. * La frazione molare (X) è il rapporto tra il numero di moli di un componente e quello di tutti i componenti della soluzione. È adimensionale, poiché deriva dal rapporto di grandezze uguali. {| class="wikitable" |+Tabella riassuntiva delle modalità per esprimere la concentrazione in funzione del numero di moli !CONCENTRAZIONE !FORMULA |- |'''molarità''' |'''M='''<math>{n. soluto (mol) \over V soluzione (L )}</math> |- |'''molalità''' |'''m='''<math>{n.soluto(mol) \over m. solvente (Kg)}</math> |- |'''frazione molare''' |'''X(a)='''<math>{n(a) \over n. totali}</math> |} == Esercizi sulle concentrazioni == '''Esempio di esercizio svolto:''' Determina la molarità di una soluzione che ha come soluto 40g di NaOH e come volume della soluzione 3L. Per determinare il numero di moli del soluto bisogna applicare la formula: <math>n={m(g) \over Massa Molare(g/mol)}</math> Per prima cosa trova la massa molare del soluto sommando le singole masse molari di NaOH: Massa molare= 23+16+1=40 g/mol Le moli di soluto sono: n = m(soluto) /MM= 40/40= 1 mol Ora abbiamo tutti i dati per calcolare la molarità attraverso la seguente formula: <math>Molar.= {n(soluto) \over V (soluzione)}</math> = 1 / 3 = 0.33 mol/L '''Ora prova tu:'''<quiz> {Una soluzione formata da cloruro di sodio (NaCl) e acqua (H2O). Sciogliendo 124 g del sale in acqua, il volume della soluzione è pari a 2L. Calcola la concentrazione %m/V. |type="()"} + 6,4 %m/V. - 4,6 %m/V. - 7,1 %m/V. - 6,9 %m/V. {Il volume del soluto é 25 mL, mentre quello della soluzione é 250 cm3. Calcola la concentrazione %V/V. |type="()"} - 11 %V/V. + 10 %V/V. - 8,1 %V/V. - 6,9 %V/V. {In una soluzione la massa del soluto è pari a 620 g, mentre la massa del solvente é 1Kg. Calcola la percentuale massa su massa. |type="()"} - 31,11 %m/m. - 28,3 %m/m. - 41,11 %m/m. + 38,3 %m/m. {Data come molaritá 4 mol/L, determina il numero di moli di NaCl in usa soluzione di 300mL. |type="()"} - 2,6 mol. - 2,2 mol. + 1,2 mol. - 0,5 mol. {Calcola la molalitá di una soluzione composta da 2 moli di soluto in 500 g di solvente. |type="()"} - 2,6 mol/kg. - 2,2 mol/kg. + 4 mol/kg. - 0,5 mol/kg. {Avendo 2 g di NaOH, in 100mL di soluzione, trova la molaritá. |type="()"} + 0,5 mol/L. - 0,05 mol/L. - 5 mol/L. - 5,5 mol/L. </quiz> == Le proprietà colligative == Nelle [[w:Soluzione_(chimica)|soluzioni]], i legami fra particelle di solvente e soluto modificano alcune proprietà della soluzione rispetto al solvente puro, come ad esempio [[w:Pressione_di_vapore|tensione di vapore]] (ossia la pressione esercitata in un sistema chiuso ed equilibrio termodinamico dal vapore sul liquido da cui si è formato), punto di ebollizione e punto di fusione. Tali proprietà sono dette “[[w:Proprietà_colligative|proprietà colligative]]” e sono caratteristiche delle soluzioni che '''dipendono unicamente dal numero di particelle presenti e dalla concentrazione del soluto, e non dalla loro natura chimica specifica'''. == L'abbassamento della tensione di vapore == Dato che le molecole di solvente sono attratte con più forza dalle molecole di soluto che da altre molecole di solvente, hanno bisogno di più energia per sfuggire alla soluzione e diventare vapore: la [[w:Pressione_di_vapore|tensione di vapore]] di una soluzione dal soluto non volatile (cioè che non passa allo stato di vapore) sarà quindi più bassa rispetto al solvente puro, il punto di ebollizione sarà più alto e il punto di congelamento più basso, perché le molecole di soluto ostacolano quelle di solvente. Queste considerazioni sono valide per le cosiddette “soluzioni ideali”, ossia con una molarità inferiore a 0,1. Secondo la [[w:Legge_di_Raoult|legge di Raoult]] la tensione di vapore di una soluzione il cui soluto non è volatile è direttamente proporzionale alla frazione molare e la tensione di vapore del solvente. <chem>Psolvente * Xsolvente = Psoluzione</chem> == Esercizi sulle proprietà colligative e l'abbassamento della tensione di vapore == Una soluzione è ottenuta sciogliendo 5,00g di saccarosio, <chem>C12H22O11</chem>, in 100,0g di acqua. Calcola la sua tensione di vapore a 20°C, sapendo che, alla stessa temperatura, la tensione di vapore del solvente è pari a 17,54mmHg: # determina la massa molare dei due componenti # la loro quantità chimica in moli # la frazione molare del solvente. E se invece fossero 5,00g di cloruro di sodio <chem>NaCl</chem>? == L'innalzamento ebullioscopico e l'abbassamento crioscopico == In breve, l'innalzamento ebullioscopico è l'aumento del punto di ebollizione del solvente quando vi si scioglie un soluto. L'abbassamento crioscopico, dall'altra parte, è l'abbassamento del punto di congelamento di un solvente quando vi si scioglie un soluto. [[w:Innalzamento_ebullioscopico|L'innalzamento ebullioscopico]] è, quindi, la differenza tra le [[w:Punto_di_ebollizione|temperature di ebollizione]] di un solvente puro e quella di una soluzione in cui è presente il solvente puro. Ciò significa che per fare in modo che la soluzione bolla, deve raggiungere una temperatura superiore a quella richiesta per il [[w:Solvente|solvente]] puro. Allo stesso modo durante il raffreddamento a causa del soluto, la solidificazione viene ostacolata abbassando il punto di congelamento. L'innalzamento della temperatura di ebollizione è in genere piccolo, mentre la diminuzione del punto di congelamento è più grande. A parità di concentrazione di una [[w:Soluzione_acquosa|soluzione acquosa]] [[w:Abbassamento_crioscopico|l'abbassamento crioscopico]] è circa 4 volte più grande dell'innalzamento ebullioscopico. L'innalzamento ebullioscopico e l'abbassamento crioscopico sono descritti da due equazioni. '''Innalzamento ebullioscopico''' <math>t_{eb.soluzione}-t_{eb.solvente}=\Delta t_{eb}=k_{eb}mi</math> '''Abbassamento crioscopico''' <math>t_{cong.soluzione}-t_{cong.solvente}=\Delta t_{c}=-k_{c}mi</math> <math>\Delta t_{eb}</math>= variazione del punto di ebollizione <math>\Delta t_{c}</math>= variazione del punto di conge12lamento <math>k_{eb}</math>= costante ebullioscopica <math>k_{c}</math>= costante crioscopica <math>i</math>= [[w:Coefficiente_di_van_'t_Hoff|coefficiente di van't Hoff]] <math>m</math>= [[w:Molalità|molalità]] della soluzione La differenza di temperatura può essere espressa sia in gradi Celsius che [[w:Kelvin|Kelvin]]. Le costanti crioscopica ed ebullioscopica sono caratteristiche del solvente. Il coefficiente di van't Hoff indica il numero totale di moli di particelle che si liberano da una mole di soluto {| class="wikitable" |+Tabella con le costanti ebullioscopiche e crioscopiche di alcuni solventi !Sostanza !costante crioscopica (°C kg/mol) !costante ebulloscopica (°C kg/mol) |- |acqua (<chem>H2O</chem>) |1,86 |0,51 |- |acido acetico (<chem>C2H4O2</chem>) |3,90 |3,07 |- |cloroformio (<chem>CHCl3</chem>) |4,67 |3,63 |- |benzene (<chem>C6H6</chem>) |5,12 |2,53 |- |nitrobenzene (<chem>C6H5NO2</chem>) |6,89 | - |- |fenolo (<chem>C6H5OH</chem>) |7,27 |3,04 |- |canfora (<chem>C10H16O</chem>) |39,7 |5,61 |} == L'osmosi e la pressione osmotica == Anche l[[w:Osmosi|'osmosi]] è una [[w:Proprietà_colligative|proprietà colligativa]]. Indica la diffusione del solvente e di alcuni [[w:Soluto|soluti]] attraverso una membrana semipermeabile. La membrana separa due soluzioni di diversa concentrazione. La [[w:Pressione_osmotica|pressione osmotica]] rappresenta la [[w:Pressione_idrostatica|pressione idrostatica]] che bisogna esercitare su una soluzione, separata da un'altra soluzione per mezzo di una [[w:Membrana_semipermeabile|membrana semipermeabile]], perché in essa non entri altro solvente. [[File:Pressione osmotica.jpg|miniatura|Effetto della pressione osmotica]] Le soluzioni che hanno uguale [[w:Concentrazione_(chimica)|concentrazione]] e pressione osmotica si dicono [[w:Pressione_osmotica#Soluzioni_ipotoniche,_isotoniche_e_ipertoniche|isotoniche]]. Quando due soluzioni hanno concentrazione e pressione osmotica diverse, quella con concentrazione maggiore si dice ipertonica e quella con concentrazione minore si dice ipotonica. Esiste anche un processo chiamato [[w:Osmosi_inversa|osmosi inversa]] che viene utilizzato principalmente per ricavare acqua dolce dal mare e per rimuovere le sostanze inquinanti. Se alla soluzione più concentrata si applica una pressione maggiore della pressione osmotica, le molecole del solvente passano dalla soluzione più concentrata a quella meno concentrata. La pressione osmotica si misura in [[w:Atmosfera_(unità_di_misura)|atmosfere]] (<math>atm</math>). Nelle soluzioni ideali, la pressione osmotica è proporzionale alla concentrazione di particelle e alla [[w:Temperatura_assoluta|temperatura assoluta]]. La relazione che lega queste grandezze si chiama equazione di van't Hoff. Equazione di van't Hoff <math>\Pi V=nRTi</math> Per le soluzioni ideali: <math>\Pi =MRTi</math> <math>\Pi</math>= pressione osmotica <math>V</math>= volume <math>M</math>= molarità <math>n</math>= numero di moli <math>R</math>= [[w:Costante_dei_gas|costante universale dei gas]] <math>T</math>= temperatura assoluta <math>i</math>= coefficiente di van't Hoff == Esercizi sull'innalzamento ebullioscopico e l'abbassamento crioscopico == <quiz display=simple> { Rispondi alle seguenti domande |type="{}"} Determina il punto di congelamento di una soluzione al 21% m/m di NaCl. { -17°C } { &nbsp; |type="{}"} La canfora congela a 178.4° C e la sua costante crioscopica vale KCr = 40.0° C Kg/mole. Si prepara una soluzione sciogliendo 1.50 grammi di un soluto non elettrolita poco volatile in 35 grammi di canfora. La soluzione congela a 164.7° C. Calcolare la massa molare del soluto. { 125 u.m.a. } { &nbsp; |type="{}"} Si calcoli l'innalzamento ebullioscopico di una soluzione acquosa ottenuta sciogliendo 10 g NaCl (MM = 58,44 g/mol) in 500 g di acqua, essendo noto che per l'acqua Keb = 0,515 (°C · kg) / mol. { 0,35 } </quiz> == Esercizi sulla pressione osmotica == <quiz display=simple> { Rispondi alle seguenti domande |type="{}"} La pressione osmotica di 500 mL di una soluzione acquosa che contiene 4,05 g di un composto incognito non elettrolita è di 2,33 atm a 30°C. Determina la massa molare del soluto. { 83,5 g/mol } { &nbsp; |type="{}"} Calcola la pressione osmotica di 2,00 L di soluzione contenente 18 g di glucosio a 25°C. { 1,224 atm } { &nbsp; |type="{}"} Una soluzione acquosa di acido benzoico (C6H5COOH) ha una concentrazione del 10% in massa e una densità di 1,050 g/cm3. Calcolare il valore della pressione osmotica della soluzione alla temperatura di 295 K. { 20,8 } atm </quiz> == Fonti == * Libro "Chimica: concetti e modelli." * https://chemhacks.home.blog/le-concentrazioni-percentuali-esercizi/ [[Categoria:Chimica per il liceo|soluzioni]] 0igrt3bkjprbsexl8lalqgqo9bzyy2s Chimica per il liceo/Equilibrio chimico 0 54694 478547 473637 2025-07-09T08:26:14Z Tabbix 52735 Rimosso un refuso 478547 wikitext text/x-wiki {{Chimica per il liceo 2}} {{avanzamento|100%}} == L'equilibrio chimico == Molte reazioni chimiche sono incomplete, perché la quantità di prodotti che si ottiene è minore rispetto a quella [[w:Stechiometria#:~:text=La_stechiometria_(greco_%CF%83%CF%84%CE%BF%CE%B9%CF%87%CE%B5%E1%BF%96%CE%BF%CE%BD_(stoich%C3%A9ion,reazione_di_combustione_del_metano.|stechiometrica]], ovvero a quella teoricamente prevedibile. Non tutti i reagenti, infatti, diventano prodotti e i prodotti continuano a combinarsi tra loro e a tornare reagenti. Le reazioni possono infatti essere '''reversibili''', possono quindi procedere sia in direzione diretta (da sinistra a destra) che inversa (da destra a sinistra). Quando le velocità delle reazioni dirette e inverse sono uguali, le concentrazioni delle specie reagenti e prodotti rimangono costanti nel tempo e il sistema è in '''equilibrio'''. Conoscere le regole dell’equilibrio chimico ci permette quindi di calcolare la quantità di sostanza ottenibile da un processo. La doppia freccia indica che la reazione è reversibile.<chem display="block">A + B<=> C + D</chem> == L'equilibrio dinamico == Quando una reazione è all'equilibrio sembra che non avvenga nessun fenomeno, in realtà si tratta di un '''equilibrio dinamico''', che ha le seguenti caratteristiche: * a livello macroscopico, le sue proprietà osservabili non cambiano; * a livello microscopico due processi opposti avvengono continuamente e contemporaneamente alla stessa velocità. L’equilibrio dinamico può avvenire sia in una reazione chimica, sia nei passaggi di stato, quindi si parla di: * equilibrio di fase quando si instaura nel passaggio tra stati diversi della materia; * equilibrio chimico quando si instaura nel corso di una reazione chimica. == L'equilibrio chimico: anche i prodotti reagiscono == Nell’equilibrio chimico dinamico le due trasformazioni che hanno luogo sono la reazione diretta (i reagenti diventano prodotti) e la reazione inversa (i prodotti tornano reagenti). In generale, a temperatura e pressione costanti, un sistema chimico chiuso è in equilibrio se la concentrazione (o la pressione) dei reagenti e dei prodotti è costante nel tempo. Lo stato di equilibrio si raggiunge sia a partire dai soli reagenti sia a partire dai soli prodotti. L’equilibrio chimico è definito omogeneo quando i prodotti e i reagenti si trovano nella stessa fase, mentre è definito eterogeneo quando reagenti e prodotti si trovano in fasi diverse. == La costante di equilibrio == Nel 1864 [[w:Cato_Guldberg|Guldberg]] e [[w:Peter_Waage|Waage]] elaborarono una relazione che lega le concentrazioni di reagenti e prodotti allo stato di equilibrio, ovvero la '''legge dell'azione di massa''':<chem display="block">aA + bB<=> cC + dD</chem>La doppia freccia evidenzia le condizioni di dinamicità e reversibilità. Da questa legge è possibile ricavare la '''costante di equilibrio''' (K<sub>eq</sub>) seguendo alcune  regole: # tutte le concentrazioni vanno espresse in mol/L; # le concentrazioni dei prodotti vanno al numeratore, mentre quelle dei reagenti al denominatore; # Le concentrazioni vanno elevate ognuna al proprio coefficiente stechiometrico e poi moltiplicate tra loro; # nelle reazioni eterogenee (''reagenti in diverso stato fisico'') <u>non occorre riportare le concentrazioni di solidi e liquidi puri</u>, infatti essendo la loro concentrazione costante, non influisce sul calcolo della costante di equilibrio. Seguendo questo procedimento si ottiene la seguente formula:<math display="block">K_{eq} = \frac{[C]^c \cdot [D]^d}{[A]^a \cdot [B]^b}</math>''Il rapporto fra il prodotto delle concentrazioni molari dei prodotti e il prodotto delle concentrazioni molari dei reagenti, ciascuna elevata al proprio coefficiente stechiometrico, è costante''. La K<sub>eq</sub> permette inoltre di definire l'avanzamento di una reazione. {| class="wikitable" |'''K<sub>eq</sub> >> 1''' |'''K<sub>eq</sub> ≈ 1''' |'''K<sub>eq</sub> << 1''' |- | - equilibrio spostato verso i prodotti - la reazione prosegue quasi fino al completamento | - all'equilibrio - concentrazione di reagenti e prodotti é quasi uguale | - equilibrio verso i reagenti - é favorita la reazione inversa |} '''Reazioni omogenee ('''''reagenti nello stesso stato fisico''''')''' In questo tipo di reazione, la costante di equilibrio può anche essere espressa in funzione della concentrazione molare ('''K<sub>c</sub>''') o della pressione parziale ('''K<sub>p</sub>'''). <math>Kp = \frac{(Pc)^c \cdot (Pd)^d}{(Pa)^a \cdot (Pb)^b}</math> <math>Kc = \frac{[C]^c \cdot [D]^d}{[A]^a \cdot [B]^b}</math> Le due costanti, come si può dedurre dall'equazione di stato dei gas, sono in relazione tra loro:  <math display="block">p= \frac{n}{V R T} \leftrightarrows K_p=K_c(RT)^{\Delta n}</math> == Prevedere le concentrazioni all'equilibrio == Se si conoscono le concentrazioni di prodotti e reagenti all'equilibrio, o le loro pressioni parziali, si può risalire alla K<sub>eq</sub> e viceversa. Infatti le variazioni di concentrazioni avvengono secondo i rapporti stechiometrici dei coefficienti della reazione bilanciata. Per '''prevedere le concentrazioni all'equilibrio''' bisogna seguire questo procedimento: # costruire una tabella in cui vanno inserite le moli iniziali, la variazione per effetto della reazione è le moli all'equilibrio; # scrivere l'espressione di K<sub>eq</sub> sostituendo le concentrazioni all'equilibrio ottenute dal passaggio precedente; # risolvere l'equazione di secondo grado ottenuta; # calcolare la concentrazione molare all'equilibrio. {| class="wikitable" | |reagenti |→ |prodotto | + |prodotto |- |moli iniziali | | | | | |- |variazione per effetto della reazione | | | | | |- |moli al termine della reazione | | | | | |} === Esempio === <chem>2BrCl{}_{(g)} <=> Br2{}_{(g)} + Cl2{}_{(g)} </chem> * K<sub>c</sub> = 32 ( a 500 K) * Concentrazione iniziale di BrCl = 0,10 M 1.Costruire la tabella . {| class="wikitable" |+ ! !2BrCl !<chem><=> </chem> !Br <sub>2(g)</sub> !+ !Cl <sub>2(g)</sub> |- |moli iniziali |0,1 | |0 | |0 |- |variazione per effetto della reazione | -2x | | +x | | +x |- |moli al termine della reazione |0,1 - 2x | | +x | | +x |} 2. Scrivere l'espressione della K<sub>eq</sub> e sostituire: <math>K_c = {[Br_2] \cdot [Cl_2] \over [BrCl]^2}</math> <math>32 = {x^2 \over (0,1 - 2x)^2}</math> 3. Ricavare l'incognita x. <math>\sqrt{32} = {\operatorname{x}\over\operatorname{(0,1 -2x)}}</math> da cui x= 0,046 4. La concentrazione molare all'equilibrio di bromo e cloro è 0.46M. Quindi la concentrazione all'equilibrio di BrCl è: <math>[BrCl]_{equilibrio} = 0,1 - 2x = (0,1 -2 \cdot 0,046) M = 0,084 M</math> == Il quoziente di reazione == Il quoziente di reazione (Q) è un parametro che ci dice come si comporterà la reazione, ovverosia se ha già raggiunto l'equilibrio (Q=K<sub>eq</sub>) oppure no. Si calcola con la stessa formula della K<sub>eq</sub> (la costante di equilibrio). Se il quoziente è minore di K (Q < K) avverrà una ''reazione diretta''. Se il quoziente è maggiore di K (Q > K) avverrà una ''reazione inversa''. In una ''situazione di equilibrio'' i due valori sono uguali (Q = K). === Esempio === Prendiamo ad esempio in considerazione la seguente reazione: <chem>N2 + 3H2 <=> 2 NH3</chem> Se sappiamo che K<sub>c</sub> = 0.040, N<sub>2</sub> = a 0.04 M, H<sub>2</sub> = 0,09 M e NH<sub>3</sub> = 0,01 M possiamo capire in che direzione procede la reazione e quale sarà il valore di Qc. <chem>Q_c = [NH_3]^2 / [N_2] [H_2]^3</chem> Q<sub>c</sub> vale quindi 3,4. Dal momento che Q<sub>c</sub>>K<sub>c</sub> la reazione procederà da destra verso sinistra con un aumento dei reagenti e un diminuzione del prodotto di reazione == Il principio di Le Châtelier == Il '''Principio di Le''' '''Châtelier''',un conosciuto anche come il '''“principio dell’equilibrio mobile”''' dice che ''un sistema all’equilibrio ristabilisce l’equilibrio quando è sconvolto da un’azione esterna: il sistema agisce in modo da ridurre e annullare l’effetto dell’azione esterna.'' Ad esempio se viene aggiunta o sottratta una specie, per ripristinare lo stato di equilibrio, il sistema reagisce in modo da consumare parte della specie aggiunta. Così facendo il valore di K<sub>eq</sub> rimane costante. Se viene aggiunto un reagente l’equilibrio si sposta verso destra (consente così la scomparsa di una parte del reagente aggiunto e la formazione del prodotto). Se invece viene aggiunto un prodotto l’equilibrio si sposta verso sinistra (e la reazione inversa è favorita)''.'' L’equilibrio spostato verso destra significa che è spostato verso i prodotti, K<sub>eq</sub> è molto grande e la reazione procede verso il completamento. Se l’equilibrio è spostato verso sinistra vuol dire che è spostato verso i reagenti, K<sub>eq</sub> è molto piccola e la concentrazione dei reagenti è maggiore di quella dei prodotti, la reazione favorita è quella inversa. Se prendiamo in considerazione la reazione <chem>N2O4 <=> 2NO2</chem>. * Se aumentiamo la concentrazione di N<sub>2</sub>O<sub>4</sub> parte delle molecole aggiunte si trasformerà in NO<sub>2</sub>, l’equilibrio sarà quindi spostato a destra. * Se aumentiamo la concentrazione di NO<sub>2</sub>, parte delle molecole si trasformerà in N<sub>2</sub>O<sub>4</sub> per ristabilire l’equilibrio (che sarà spostato a sinistra). Le variazioni di pressione e volume condizionano le reazioni che coinvolgono i gas. Se si aumenta la pressione di un sistema gassoso all'equilibrio c’è uno spostamento dell’equilibrio verso la direzione dove si trovano il minor numero di molecole. Se invece si riduce la pressione (aumentando il volume) lo spostamento dell’equilibrio avviene nella direzione in cui sono presenti il maggior numero di molecole. A seconda della temperatura cambia il valore della costante di equilibrio: per ogni temperatura esistono all’equilibrio un diverso valore di K<sub>eq</sub> e diverse concentrazioni di reagenti e prodotti. Riscaldando un sistema all’equilibrio si favorisce una ''reazione endotermica'' (assorbimento di calore). Raffreddandolo, invece, è favorita la ''reazione esotermica''. * Nelle '''reazioni endotermiche''' l’aumento di temperatura promuove la reazione diretta (produzione prodotti), una diminuzione promuove la reazione inversa (aumento concentrazione dei reagenti). K<sub>eq</sub> aumenta all’aumentare della temperatura. * Nelle '''reazioni esotermiche''' l’aumento di temperatura promuove la reazione inversa (aumento concentrazione dei reagenti), una diminuzione la reazione diretta (formazione prodotti). Questa volta K<sub>eq</sub> aumenta al diminuire della temperatura. [[File:Catalyst_Energy_Diagram.png|miniatura]] Consideriamo una miscela di N<sub>2</sub>O<sub>4</sub> e NO<sub>2</sub>, se mettiamo la fiala in acqua e ghiaccio diminuirà la colorazione (cala, infatti, la contrazione di NO<sub>2</sub>). Se invece mettiamo la fiala in acqua bollente la colorazione diventerà più intensa (la concentrazione di NO<sub>2</sub> è cresciuta). Un '''catalizzatore''' lavora sulla velocità in cui si raggiunge l’equilibrio, accelera nello stesso modo sia la reazione diretta che inversa. A volte i catalizzatori (anche quelli biologici) sono necessari se si vuole che la reazione avvenga ad una velocità accettabile. La presenza di un catalizzatore non ha nessun effetto sulla posizione dell’equilibrio perché non partecipa alla reazione. == L'equilibrio di solubilità == La legge dell'equilibrio chimico si può applicare anche '''quando un solido forma una soluzione acquosa'''. Non si tratta di una vera e propria reazione chimica, ma anche la dissoluzione di un solido in acqua può essere considerata una specie di reazione in quanto si devono rompere legami nel solido e formare nuovi legami tra le molecole d'acqua e il soluto. La solubilità di un solido dipende da due aspetti: la <u>tendenza all'aumento del disordine</u> e la tendenza a voler arrivare ad uno stato caratterizzato da <u>legami forti</u>; la prima favorisce il formarsi di una soluzione, la seconda favorisce l'esistenza del solido. Raggiunta la massima solubilità consentita, sia dal solvente che dalla temperatura, il solido non può più sciogliersi e rimane come corpo di fondo: questa situazione è chiamata soluzione satura. <u>Quando un solido viene dissociato in ioni</u>, si ha una reazione chimica descritta da una specifica costante di equilibrio detta '''prodotto di solubilità K<small><sub>ps</sub></small>''', che corrisponde al prodotto delle concentrazioni molari degli ioni presenti nella soluzione satura (ovvero i prodotti stessi), elevata al proprio coefficiente stechiometrico. Formula generica: <math>A_nB_m(s)\rightleftarrows nA^+ (aq) + mB^-(aq)</math> <chem>K_{eq} = K_{c} = \frac{[A]^n \cdot [B]^m}{[A_nB_m]} = K_{ps} </chem> ma la concentrazione del solido è costante e quindi si può non considerare (o inglobare) nella costante K<sub>eb</sub>. La costante di equilibrio in questo caso viene indicata come costante del '''prodotto di solubilità''' '''K<sub>ps</sub>'''. E dipenderà solamente dalla concentrazione degli ioni che si formano. <math>K_{ps} = [A^+]^n \times [B^-]^m</math> Esempio: <chem>Ag2SO4{(s)}<=>2Ag+ {(aq)} + SO4^2-{(aq)}</chem> Più piccolo è K<small><sub>ps</sub></small>, meno solubile risulta una sostanza. Quando in una soluzione si ha un precipitato significa che il prodotto delle concentrazioni ioniche della sostanza ha superato il valore del suo K<small><sub>ps</sub></small>. Quando il prodotto ionico corrisponde a K<small><sub>ps</sub></small> si ha una soluzione satura, quando è minore non si ha la formazione di un precipitato. La concentrazione molare di un sale in soluzione satura si chiama solubilità molare e fa sì che si possa calcolare il valore K<small><sub>ps</sub></small> partendo dal presupposto che il sale sia totalmente dissociato. È così possibile determinare la formazione di precipitato partendo dall’unione di due soluzioni saline. == Esercizi == '''Esercizio 1''' <quiz display=simple> |type="{}"} Calcolare il valore della costante di equilibrio ''K<small>p</small>'' per la reazione <chem>2NO (g) +Cl2 (G) <=> 2NOCl (g)</chem> da queste pressioni di equilibrio: NO, 0,050 atm; CI 2, 0,30 atm; NOCl, 1,2 atm. { K P = 1,9*10^3 } </quiz> '''Esercizio 2''' <quiz display=simple> { Cosa permette di accelerare la reazione senza però alterare la sua posizione d'equilibrio |type="{}"} Un { catalizzatore }. </quiz> == Tabella delle K<sub>c</sub> di alcune reazioni chimiche == {| class="wikitable" |+ Costanti di equilibrio di alcune reazioni chimiche |- ! Reazione !! Costante di equilibrio (K) !! Reazione !! Costante di equilibrio (K) !! Reazione !! Costante di equilibrio (K) |- | <chem>N2 + 3H2 <=> 2NH3</chem> || <math>6.0 \times 10^5</math> (a 500 K) || <chem>H2 + Cl2 <=> 2HCl</chem> || <math>1.0 \times 10^{16}</math> (a 298 K) || <chem>2NO + O2 <=> 2NO2</chem> || <math>6.5 \times 10^5</math> (a 298 K) |- | <chem>H2 + I2 <=> 2HI</chem> || <math>50</math> (a 700 K) || <chem>C2H2 + H2 <=> C2H4</chem> || <math>1.5 \times 10^3</math> (a 298 K) || <chem>2NO2 <=> N2O4</chem> || <math>4.6</math> (a 298 K) |- | <chem>CO + 2H2 <=> CH3OH</chem> || <math>1.1 \times 10^{-2}</math> (a 500 K) || <chem>C3H6 + H2 <=> C3H8</chem> || <math>2.8 \times 10^3</math> (a 298 K) || <chem>2SO2 + O2 <=> 2SO3</chem> || <math>1.3 \times 10^3</math> (a 700 K) |- | <chem>CH4 + H2O <=> CO + 3H2</chem> || <math>4.5</math> (a 1000 K) || <chem>C6H6 + 3H2 <=> C6H12</chem> || <math>1.4 \times 10^3</math> (a 298 K) || <chem>H2O + CO <=> H2 + CO2</chem> || <math>0.64</math> (a 1000 K) |- | <chem>CO2 + C <=> 2CO</chem> || <math>3.9 \times 10^{-2}</math> (a 1000 K) || <chem>2C + O2 <=> 2CO</chem> || <math>1.0 \times 10^{10}</math> (a 298 K) || <chem>2NH3 <=> N2 + 3H2</chem> || <math>1.7 \times 10^{-5}</math> (a 500 K) |- | <chem>CaCO3 <=> CaO + CO2</chem> || <math>3.3 \times 10^{-23}</math> (a 298 K) || <chem>2H2 + O2 <=> 2H2O</chem> || <math>2.4 \times 10^{37}</math> (a 298 K) || <chem>H2SO4 <=> H+ + HSO4-</chem> || <math>1.0 \times 10^3</math> (a 298 K) |- | <chem>C + O2 <=> CO2</chem> || <math>1.0 \times 10^{90}</math> (a 298 K) || <chem>H2O <=> H+ + OH-</chem> || <math>1.0 \times 10^{-14}</math> (a 298 K) || <chem>CH3COOH <=> H+ + CH3COO-</chem> || <math>1.8 \times 10^{-5}</math> (a 298 K) |- | <chem>CO + 1/2O2 <=> CO2</chem> || <math>1.8 \times 10^{22}</math> (a 298 K) || <chem>HNO3 <=> H+ + NO3-</chem> || <math>2.3 \times 10^1</math> (a 298 K) || <chem>H2CO3 <=> H+ + HCO3-</chem> || <math>4.3 \times 10^{-7}</math> (a 298 K) |- | <chem>NH4+ <=> NH3 + H+</chem> || <math>5.6 \times 10^{-10}</math> (a 298 K) || <chem>H2 + Br2 <=> 2HBr</chem> || <math>1.0 \times 10^9</math> (a 298 K) || <chem>SO2 + 1/2O2 <=> SO3</chem> || <math>2.5 \times 10^3</math> (a 700 K) |- | <chem>Fe3O4 + 4H2 <=> 3Fe + 4H2O</chem> || <math>2.4 \times 10^{-3}</math> (a 1000 K) || <chem>HCl <=> H+ + Cl-</chem> || <math>1.0 \times 10^7</math> (a 298 K) || <chem>C2H4 + H2 <=> C2H6</chem> || <math>3.5 \times 10^2</math> (a 298 K) |- |} == Attività == [https://openstax.org/books/chemistry-2e/pages/13-exercises Esercizi] su Openstax == Fonti == Chimica: concetti e modelli. Dalla materia all'elettrochimica - Giuseppe Valitutti https://www.univpm.it/Entra/Engine/RAServeFile.php/f/P003113/allegati_doc/slides_CHIMICA_I_EQUILIBRIO_CHIMICO.pdf https://online.scuola.zanichelli.it/concettimodelliblu-files/presentazioni/pdf/Valitutti_concettiblu_equilibrio_chimico_cap21.pdf https://www.chimica-online.it/download/equilibrio-chimico.htm [[Categoria:Chimica per il liceo|Equilibrio chimico]] fjx5z3y6r1eoxm1d9evvvr8d5piemh5 Chimica per il liceo/I diagrammi di stato 0 54932 478532 469000 2025-07-08T13:47:11Z Tabbix 52735 Correzioni varie 478532 wikitext text/x-wiki {{Chimica per il liceo 2}} {{avanzamento|100%}} == Il diagramma di stato generico == Nel modulo precedente è stata descritta la variazione della pressione di vapore all'equilibrio di un liquido con la temperatura. Considerando la definizione di punto di ebollizione, i grafici della pressione di vapore rispetto alla temperatura rappresentano la variazione del punto di ebollizione del liquido con la pressione. È stato inoltre descritto l'uso delle curve di riscaldamento e raffreddamento per determinare il punto di fusione (o congelamento) di una sostanza. Effettuando tali misurazioni su un'ampia gamma di pressioni si ottengono dati che possono essere presentati graficamente come diagramma di fase. Un '''diagramma di fase''' combina grafici di pressione in funzione della temperatura per gli equilibri di transizione di fase liquido-gas, solido-liquido e solido-gas di una sostanza. Questi diagrammi indicano gli stati fisici che esistono in condizioni specifiche di pressione e temperatura e forniscono anche la dipendenza dalla pressione delle temperature di transizione di fase (punti di fusione, punti di sublimazione, punti di ebollizione). Un tipico diagramma di fase per una sostanza pura è mostrato sotto (linea continua per una sostanza generica, verde tratteggiata per l'acqua) . [[File:Phase-diag2-it.svg|centro|miniatura|580x580px|Lo stato fisico di una sostanza e le sue temperature di transizione di fase sono rappresentati graficamente in un diagramma di fase. Linea continua verde per una generica sostanza, linea verde tratteggiata per l'acqua).]] == Il diagramma di stato dell'acqua == Possiamo utilizzare il diagramma di fase per identificare lo stato fisico di un campione d'acqua in condizioni specificate di pressione e temperatura. [[File:Diagramma_di_fase_dell'acqua.png|centro|miniatura|642x642px|Diagramma di fase dell'acqua]] Ad esempio, una pressione di 50 kPa e una temperatura di −10 °C corrispondono alla regione del diagramma denominata “ghiaccio”. In queste condizioni l’acqua esiste solo allo stato solido (ghiaccio). Alla regione “acqua” corrispondono una pressione di 50 kPa e una temperatura di 50 °C: qui l’acqua esiste solo allo stato liquido. A 25 kPa e 200 °C l'acqua esiste solo allo stato gassoso. La curva BC nella Figura sopra è il grafico della pressione di vapore rispetto alla temperatura, come descritto nel modulo precedente di questo capitolo. Questa curva "liquido-vapore" separa le regioni liquida e gassosa del diagramma di fase e fornisce il punto di ebollizione dell'acqua a qualsiasi pressione. Ad esempio, a 1 atm, il punto di ebollizione è 100 °C. Si noti che la curva liquido-vapore termina ad una temperatura di 374 °C e una pressione di 218 atm, indicando che l'acqua non può esistere come liquido al di sopra di questa temperatura, indipendentemente dalla pressione. Le proprietà fisiche dell'acqua in queste condizioni sono intermedie tra quelle della sua fase liquida e gassosa. Questo stato unico della materia è chiamato fluido supercritico, un argomento che verrà descritto nella sezione successiva di questo modulo. La curva del vapore solido, etichettata AB nella Figura sopra, indica le temperature e le pressioni alle quali il ghiaccio e il vapore acqueo sono in equilibrio. Queste coppie di dati temperatura-pressione corrispondono ai punti di sublimazione, o deposizione, dell'acqua. Se potessimo ingrandire la linea del gas solido nella Figura 10.31, vedremmo che il ghiaccio ha una pressione di vapore di circa 0,20 kPa a −10 °C. Pertanto, se poniamo un campione congelato sotto vuoto con una pressione inferiore a 0,20 kPa, il ghiaccio sublimerà. Questa è la base per il processo di “liofilizzazione” spesso utilizzato per conservare gli alimenti, come il gelato mostrato nella Figura 10.32 . Gli alimenti liofilizzati, come queste fragole, vengono disidratati mediante sublimazione a pressioni inferiori al punto triplo dell'acqua [[File:Astronaut_Strawberries_2.jpg|centro|miniatura|415x415px|Astronaut Strawberries 2]] La curva solido-liquido denominata BD mostra le temperature e le pressioni alle quali il ghiaccio e l'acqua liquida sono in equilibrio, rappresentando i punti di fusione/congelamento dell'acqua. Si noti che questa curva mostra una leggera pendenza negativa (fortemente esagerata per chiarezza), indicando che il punto di fusione dell'acqua diminuisce leggermente all'aumentare della pressione. L'acqua è una sostanza insolita in questo senso, poiché la maggior parte delle sostanze presenta un aumento del punto di fusione con l'aumento della pressione. Questo comportamento è in parte responsabile del movimento dei ghiacciai, come quello mostrato nella Figura 10.33 . Il fondo di un ghiacciaio subisce un'enorme pressione dovuta al suo peso che può sciogliere parte del ghiaccio, formando uno strato di acqua liquida su cui il ghiacciaio può scivolare più facilmente. [[File:Grosser_Aletschgletscher_3196.JPG|centro|miniatura|517x517px|Il ghiacciaio dell'Aletsch in Svizzera]] Le immense pressioni sotto i ghiacciai provocano uno scioglimento parziale per produrre uno strato d'acqua che fornisce lubrificazione per assistere il movimento glaciale. Il punto di intersezione di tutte e tre le curve è etichettato B nella Figura del diagramma di fase. Alla pressione e alla temperatura rappresentate da questo punto, tre fasi dell'acqua coesistono in equilibrio. Questa coppia di dati temperatura-pressione è chiamata '''punto triplo'''. A pressioni inferiori al punto triplo, l'acqua non può esistere come liquido, indipendentemente dalla temperatura. [[File:Water-triple-point-20210210.gif|centro|miniatura|457x457px|Il punto triplo dell'acqua]] === Esempio 1 === Utilizzando il diagramma di fase dell'acqua riportato sopra, determinare lo stato dell'acqua alle seguenti temperature e pressioni: (a) −10 °C e 50 kPa (b) 25 °C e 90 kPa c) 50 °C e 40 kPa d) 80 °C e 5 kPa (e) −10 °C e 0,3 kPa (f) 50 °C e 0,3 kPa ==== Soluzione ==== Utilizzando il diagramma di fase dell'acqua, possiamo determinare che lo stato dell'acqua a ciascuna temperatura e pressione indicate è il seguente: (a) solido; (b) liquido; c) liquido; d) gas; (e) solido; f) gas. === Esercizio 1 === Quali cambiamenti di fase può subire l'acqua al variare della temperatura se la pressione viene mantenuta a 0,3 kPa? Se la pressione viene mantenuta a 50 kPa? ==== Soluzione ==== A 0,3 kPa passa da solido a gas a -58 °C. A 50 kPa passa da solido a liquido a 0 °C, e poi da liquido a gas a 78 °C. == Il diagramma di stato dell'anidride carbonica == Consideriamo come altro esempio il diagramma di fase del biossido di carbonio mostrato nella Figura sotto. La curva solido-liquido mostra una pendenza positiva, indicando che il punto di fusione della CO<sub>2</sub> aumenta con la pressione come avviene per la maggior parte delle sostanze (l'acqua costituisce un'eccezione degna di nota, come descritto in precedenza). Si noti che il punto triplo è ben al di sopra di 1 atm, indicando che l'anidride carbonica non può esistere come liquido in condizioni di pressione ambiente. Raffreddando invece l'anidride carbonica gassosa a 1 atm si ottiene la sua deposizione allo stato solido. Allo stesso modo, l'anidride carbonica solida non si scioglie alla pressione di 1 atm ma sublima invece producendo CO<sub>2</sub> gassosa . Infine, si noti che il punto critico per l'anidride carbonica viene osservato a temperatura e pressione relativamente modeste rispetto all'acqua. [[File:Carbon_dioxide_pressure-temperature_phase_diagram.svg|centro|miniatura|565x565px|diagramma di fase per l'anidride carbonica. L'asse della pressione è tracciato su una scala logaritmica per adattarsi all'ampia gamma di valori]] === Esempio 2 === Utilizzando il diagramma di fase dell'anidride carbonica mostrato nella Figura sopra, determinare lo stato della CO<sub>2</sub> alle seguenti temperature e pressioni: (a) −30 °C e 2000 kPa (b) −90 °C e 1000 kPa (c) −60 °C e 100 kPa (d) −40 °C e 1500 kPa (e) 0 °C e 100 kPa f) 20 °C e 100 kPa ==== Soluzione ==== Utilizzando il diagramma di fase fornito per l'anidride carbonica, possiamo determinare che lo stato della CO<sub>2</sub> ad ogni temperatura e pressione indicate è il seguente: (a) liquido; (b) solido; c) gas; d) liquido; e) gas; f) gas. === Esercizio 2 === Identificare i cambiamenti di fase che l'anidride carbonica subirà all'aumentare della sua temperatura da −100 °C mantenendo la sua pressione costante a 1500 kPa. A 50kPa. A quali temperature approssimative si verificano questi cambiamenti di fase? ==== Soluzione ==== a 1500 kPa:a -55 °C,a -10 °C; a 50 kPa:a -60 °C == Fluidi supercritici == Se mettiamo un campione d'acqua in un contenitore sigillato a 25 °C, eliminiamo l'aria e lasciamo che si stabilisca l'equilibrio vaporizzazione-condensazione, ci ritroviamo con una miscela di acqua liquida e vapore acqueo ad una pressione di 0,03 atm. Si osserva chiaramente un confine netto tra il liquido più denso e il gas meno denso. All'aumentare della temperatura, la pressione del vapore acqueo aumenta, come descritto dalla curva del gas liquido nel diagramma di fase dell'acqua, e rimane un equilibrio a due fasi delle fasi liquida e gassosa. Alla temperatura di 374 °C la pressione del vapore è salita a 218 atm e ogni ulteriore aumento della temperatura comporta la scomparsa del confine tra la fase liquida e quella vapore. Tutta l'acqua nel contenitore è ora presente in un'unica fase le cui proprietà fisiche sono intermedie tra quelle dello stato gassoso e liquido. Questa fase della materia è chiamata '''fluido supercritico''' e la temperatura e la pressione al di sopra delle quali esiste questa fase rappresentano il '''punto critico''' ( Figura sotto). Al di sopra della sua temperatura critica, un gas non può essere liquefatto, indipendentemente dalla pressione applicata. La pressione necessaria per liquefare un gas alla sua temperatura critica è chiamata pressione critica. [[File:Diagramma_di_fase_acqua_2.svg|centro|miniatura|507x507px|Diagramma di fase in cui è evidenziato la condizione di fluido supercritico]] Le temperature critiche e le pressioni critiche di alcune sostanze comuni sono riportate nella tabella seguente. {| class="wikitable" !Sostanza !Temperatura critica (°C) !Pressione critica (kPa) |- |idrogeno |−240,0 |1300 |- |azoto |−147,2 |3400 |- |ossigeno |−118,9 |5000 |- |diossido di carbonio |31.1 |7400 |- |ammoniaca |132.4 |11.300 |- |diossido di zolfo |157.2 |7800 |- |acqua |374.0 |22.000 |} Come un gas, un fluido supercritico si espande e riempie un contenitore, ma la sua densità è molto maggiore delle densità tipiche dei gas, tipicamente vicine a quelle dei liquidi. Simili ai liquidi, questi fluidi sono in grado di sciogliere soluti non volatili. Tuttavia, non presentano essenzialmente alcuna tensione superficiale e viscosità molto basse, quindi possono penetrare più efficacemente in aperture molto piccole in una miscela solida e rimuovere componenti solubili. Queste proprietà rendono i fluidi supercritici solventi estremamente utili per un'ampia gamma di applicazioni. Ad esempio, l’anidride carbonica supercritica è diventata un solvente molto popolare nell’industria alimentare, essendo utilizzata per decaffeinizzare il caffè, rimuovere i grassi dalle patatine ed estrarre composti aromatici e profumati dagli oli di agrumi. Non è tossico, è relativamente economico e non è considerato un inquinante. Dopo l'uso, la CO<sub>2</sub> può essere facilmente recuperata riducendo la pressione e raccogliendo il gas risultante. === Esempio 3 === Se agitiamo un estintore ad anidride carbonica in una giornata fredda (18 °C), possiamo sentire la CO<sub>2</sub> liquida che si muove all'interno della bombola. Tuttavia, lo stesso cilindro sembra non contenere liquidi in una calda giornata estiva (35°C). Spiega queste osservazioni. ==== Soluzione ==== Nelle giornate fresche, la temperatura della CO<sub>2</sub> è inferiore alla temperatura critica della CO<sub>2</sub> , 304 K o 31 °C, quindi nel cilindro è presente CO<sub>2</sub> liquida. Nelle giornate calde, la temperatura della CO2 è maggiore della sua temperatura critica di 31°C. Al di sopra di questa temperatura nessuna quantità di pressione può liquefare la CO<sub>2</sub>, quindi nell'estintore non esiste CO<sub>2</sub> liquida . === Esercizio 3 === L'ammoniaca può essere liquefatta mediante compressione a temperatura ambiente; l'ossigeno non può essere liquefatto in queste condizioni. Perché i due gas mostrano un comportamento diverso? ==== Soluzione ==== La temperatura critica dell'ammoniaca è 405,5 K, che è superiore alla temperatura ambiente. La temperatura critica dell'ossigeno è inferiore alla temperatura ambiente; quindi l'ossigeno non può essere liquefatto a temperatura ambiente. === Decaffeinazione del caffè con CO<sub>2</sub> supercritica === Il caffè è il secondo bene più scambiato al mondo, dopo il petrolio. In tutto il mondo, le persone amano l'aroma e il gusto del caffè. Molti di noi dipendono anche da un componente del caffè, la caffeina, per aiutarci ad andare avanti la mattina o rimanere vigili nel pomeriggio. Ma a fine giornata, l'effetto stimolante del caffè può impedirti di dormire, quindi la sera potresti scegliere di bere caffè decaffeinato. Dall’inizio del 1900 sono stati utilizzati molti metodi per decaffeinizzare il caffè. Tutti presentano vantaggi e svantaggi e dipendono tutti dalle proprietà fisiche e chimiche della caffeina. Poiché la caffeina è una molecola piuttosto polare, si dissolve bene in acqua, un liquido polare. Tuttavia, poiché molti degli oltre 400 composti che contribuiscono al gusto e all'aroma del caffè si dissolvono anche nell'H<sub>2</sub>O, i processi di decaffeinizzazione con acqua calda possono anche rimuovere alcuni di questi composti, influenzando negativamente l'odore e il gusto del caffè decaffeinato. Il diclorometano (CH<sub>2</sub>Cl<sub>2</sub> ) e l'acetato di etile (CH<sub>3</sub>CO<sub>2</sub>C<sub>2</sub> H<sub>5</sub> ) hanno polarità simile alla caffeina e sono quindi solventi molto efficaci per l'estrazione della caffeina, ma entrambi rimuovono anche alcuni componenti di sapore e aroma e il loro utilizzo richiede lunghi tempi di estrazione e pulizia. Poiché entrambi questi solventi sono tossici, sono state sollevate preoccupazioni per la salute riguardo all'effetto del solvente residuo rimasto nel caffè decaffeinato. L’estrazione di fluidi supercritici utilizzando anidride carbonica viene ora ampiamente utilizzata come metodo di decaffeinizzazione più efficace e rispettoso dell’ambiente (Figura 10.36). A temperature superiori a 304,2 K e pressioni superiori a 7376 kPa, la CO<sub>2</sub> è un fluido supercritico, con proprietà sia di gas che di liquido. Come un gas, penetra in profondità nei chicchi di caffè; come un liquido, dissolve efficacemente alcune sostanze. L'estrazione con anidride carbonica supercritica dei chicchi di caffè cotti a vapore rimuove il 97-99% della caffeina, lasciando intatti il ​​sapore e l'aroma del caffè. Poiché la CO<sub>2</sub> è un gas in condizioni standard, la sua rimozione dai chicchi di caffè estratti è facilmente realizzabile, così come il recupero della caffeina dall'estratto. La caffeina recuperata dai chicchi di caffè attraverso questo processo è un prodotto prezioso che può essere utilizzato successivamente come additivo per altri alimenti o farmaci. == Esercizi == [[Chimica per il liceo/I diagrammi di stato/Esercizi|Esercizi]] [https://openstax.org/books/chemistry-atoms-first-2e/pages/10-exercises Esercizi su Openstax] == Fonti == https://openstax.org/books/chemistry-atoms-first-2e/pages/10-4-phase-diagrams [[Categoria:Chimica per il liceo|Diagrammi di stato]] hr9tkqsxg7nlvj0v7wlhi24jp2c6on1 Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Provincia di Rovigo/Badia Polesine/Salvaterra - Chiesa di Sant' Antonino martire 0 55871 478555 464515 2025-07-09T11:51:16Z Momimariani1962 41308 478555 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} {{Doppia immagine|center|ORGANO PUGINA SALVATERRA.jpg|521|Badia Polesine-S.Antonino-consolle organo Pugina.jpg|220}} * '''Costruttore:''' Annibale Pugina * '''Anno:''' 1910 * '''Restauri/modifiche:''' C. Barbierato (restauro , 2013) * '''Registri:''' 12 * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' pneumatico tubolare * '''Consolle:''' addossata al centro del corpo fonico, di schiena alla navata * '''Tastiere:''' 1 di 58 note (Do1-La5) * '''Pedaliera:''' concavo-parallela di 27 note (Do1-Re3) * '''Collocazione:''' su cantoria, in controfacciata * '''Note:''' ha la cassa espressiva sullo stesso manuale {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo''''' ---- |- |Principale || 8' |- |Dolce || 8' |- |Tromba || 8' |- |Ottava || 4' |- |Decima quinta || 2' |- |Ripieno || 4 file |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''I - ''Espressivo''''' ---- |- |Gamba || 8' |- |Bordone || 8' |- |Fugara || 4' |- |Voce celeste || 8' |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Pedale''' ---- |- |Contrabasso || 16' |- |Cello || 8' |- |} |} ==Note== <references/> ==Altri progetti== {{interprogetto|w=Chiesa di Sant'Antonino Martire (Badia Polesine)|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa di Sant'Antonino Martire a Badia Polesine}} {{Avanzamento|100%|27 ottobre 2024}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] 9cbyvp375rr43ulg9spjhc423typerc Una storia dell'ebraismo/Capitolo 4 0 57738 478530 478519 2025-07-08T12:38:03Z Monozigote 19063 /* Crisi e nuovo inizio */ testo 478530 wikitext text/x-wiki {{Una storia dell'ebraismo}} [[File:Arthur Szyk (1894-1951), Bar Kochba (1927).jpg|center|750px|"Bar Kochba", di Arthur Szyk (1927)]] == Crisi e nuovo inizio == {{Vedi anche|:en:w:Jewish apocrypha|w:Apocrifi giudaici|:en:w:Template:Jewish Apocrypha|etichetta1=Apocrifi ebraici (en)|etichetta2=Apocrifi giudaici|etichetta3=Template:Jewish Apocrypha}} <!--- miei testi in inglese da tradurre, sistemare e inserire ---> I Persiani governarono il Vicino Oriente per quasi 200 anni: conquistarono Babilonia nel 539 AEV e mantennero il potere fino a una rapida serie di spettacolari sconfitte per mano di Alessandro Magno, re di Macedonia, dal 333 al 331 AEV. In seguito, la lingua greca e le varianti della cultura greca dominarono il Mediterraneo orientale per quasi {{FORMATNUM:1000}} anni, fino all'altrettanto spettacolare arrivo degli Arabi e dell'Islam nel VII secolo EV. Alessandro mantenne il sistema persiano di dividere il regno in regioni o satrapie, affidando a ciascuna di esse il comando a un subordinato di fiducia; una volta terminata la guerra attiva, molti dei suoi generali furono nominati a questi incarichi. Adottò misure per diffondere la cultura greca in tutto il regno – istituì insediamenti di soldati in servizio o in pensione in luoghi chiave e incoraggiò (o costrinse) i suoi ufficiali a sposare donne indigene di alto rango – ma forse era più interessato a mantenere la stabilità e il controllo che a dare inizio a una rivoluzione culturale. Re Alessandro non interferì nella vita interiore della popolazione ebraica (o di qualsiasi altra) ora sotto il suo dominio, ma incoraggiò un'immigrazione su larga scala nella nuova città di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]]. Questa nuova città divenne presto una capitale reale, la più grande città del mondo greco, sede della più grande comunità ebraica al mondo. Qui e altrove si sviluppò, prosperò e poi scomparve quasi completamente un ebraismo di lingua greca; si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 6|Capitolo 6]] per ulteriori dettagli. Come è noto, Alessandro Magno morì improvvisamente e giovanissimo, molto prima di aver organizzato un'amministrazione stabile per il suo immenso regno. Non lasciò un erede degno di questo nome e, dopo un periodo di intense e violente lotte tra i suoi generali e aiutanti, il suo regno si disgregò. La maggior parte dei potenziali successori di Alessandro fu eliminata nella lotta, ma dopo una generazione di guerre alcuni sopravvissuti si erano affermati come re a pieno titolo, ciascuno con il controllo di una porzione del regno di Alessandro. Due di questi nuovi monarchi governavano su un numero considerevole di ebrei: ''[[w:Tolomeo I|Tolomeo]]'' in Egitto e ''[[w:Seleuco I|Seleuco]]'' su gran parte della parte asiatica dell'antico Impero persiano. Il regno di Tolomeo comprendeva la Giudea e la capitale in espansione Alessandria, mentre Seleuco governava la comunità di esuli a Babilonia, già esistente da diversi secoli. Della Babilonia di quei primi secoli non si sa quasi nulla, ma gli eventi in Giudea sotto il dominio greco determinarono il carattere dell'ebraismo per sempre. Come lo stesso Alessandro, Tolomeo I e i suoi successori non sembrano aver compiuto alcuno sforzo diretto per cambiare le condizioni in Giudea: la Torah rimase in vigore e i sommi sacerdoti rimasero in carica. Ciononostante, cambiamenti imprevisti iniziarono ad apparire nella vita ebraica. I funzionari greci passavano continuamente per Gerusalemme e la loro presenza iniziò a influenzare la popolazione locale. Chi desiderava attirare l'attenzione dei sovrani doveva imparare almeno un po' di greco; chi desiderava dedicarsi al commercio su larga scala doveva fare lo stesso. Chi desiderava entrare al servizio del re doveva acquisire una padronanza ancora maggiore e apprendere le complessità del protocollo di corte e della vita nella capitale reale. I greci, da parte loro, non esitavano a ostentare la brillante superiorità del loro stile di vita,<ref>1</ref> e in effetti, le conquiste della civiltà greca furono davvero impressionanti. Il risultato fu una costante infiltrazione dell’''[[w:ellenismo|ellenismo]]'' (ovvero della cultura greca) nella scena giudaica: ciò era particolarmente vero tra i circoli ricchi e ambiziosi di Gerusalemme, non da ultimo quelli dei sacerdoti di alto rango. Alcune famiglie impararono ad adattarsi ai costumi greci, mentre altre senza dubbio guardavano con sgomento a questo allontanamento dalle usanze ancestrali. Alcuni individui raggiunsero posizioni di potere e onore, mentre altri senza dubbio guardavano con invidia e risentimento. Secondo uno schema secolare, le campagne videro la città sprofondare nella malvagità (così come la vedevano loro), mentre rabbia e amarezza crescevano lentamente. Lo storico [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]<ref>2</ref> racconta di una famiglia chiamata i ''Tobiadi'' che ottenne il diritto di riscuotere le tasse per tutta la Giudea e il territorio circostante.<ref>3</ref> Si trattava di un'antica famiglia, avvezza alla ricchezza e al potere, che era riuscita ad avanzare fino ai vertici del regime tolemaico e a sposare contemporaneamente un membro della famiglia del sommo sacerdote. Flavio Giuseppe racconta la storia come un monito: durante un viaggio ad Alessandria, uno dei fratelli Tobiadi si innamorò di una danzatrice, e questa infatuazione portò infine al declino della famiglia. Ciononostante, il racconto rivela che gli ebrei disposti a compromettere il loro retaggio nazionale furono in grado di ottenere ricchezze e potere su una scala prima inimmaginabile. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = GLI APOCRIFI |contenuto = The Septuagint translation of the Torah began a process by which the Greek-speaking Jews of the Hellenistic Diaspora translated all their sacred writings into a language they could understand. This Greek-language collection eventually included materials that the emerging Hebrew-language collection of the Tanakh left out (cfr. Capitolo 1, "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). The Hebrew texts became the Bible of the Jewish religion, while the Greek collection became the Old Testament of Christianity. This situation persisted for well over 1,000 years, until the time of the Protestant Reformation in the sixteenth century. At that point, the Reformers, led by Martin Luther, concluded that there was something illogical about the claim that Christianity rested on the scriptures of Israel when in fact the Christian Old Testament included several books that the Jews themselves did not revere as holy! Protestants therefore removed those books from their Bibles or moved them to a special section of their own called the Apocrypha, from a Greek word meaning “items that ought to be hidden away.” Thanks to their long history in the Christian Church, the documents in question were not actually hidden away; they were deemed worthy of careful study but were no longer placed in the same category of holiness as the biblical writings themselves. It must be kept in mind that these books, though Jewish in origin, were preserved through the Middle Ages by Christians and not by Jews; in fact, there are many passages that seem to show the alterations of Christian copyists. The books of the Apocrypha are as follows: 1. 1 Esdras. An alternative version of the Bible’s own narrative, starting at 2 Chronicles 35, including all of the Book of Ezra, and concluding with Nehemiah 7:72–8:13, rather abruptly in the midst of the verse. Only a long narrative of events at the court of the Persian King Darius in chapters 3–5 contains other material. The name Esdras is a Greek form of the biblical name Ezra. 2. 2 Esdras. A vision of the end of days said to have come to Ezra, here called a prophet (1:1). The book consists of a long Jewish exploration of the problem of evil as reflected in the Babylonian destruction of Jerusalem, though thebookwas probably written at the time of the later destruction by Rome.Moreexplicitly Christian chapters have been added at the beginning and the end. 3. Tobit. A romantic tale of the pious Tobit, who overcame great tribulations thanks to his faith. Tobit’s son Tobias eventually marries Sarah, a pious widow all of whose previous husbands had died on their wedding night, and overcomes the demon that had been killing them. 4. Judith. The triumph of the beautiful, pious widow Judith, who rescues the Jews from conquest by the wicked Holofernes by offering herself to the Babylonian general but then getting him drunk and cutting off his head when they are alone. 5. Additions to the Book of Esther. The biblical text of Esther is famous for never explicitly mentioning God. The translators “corrected” this problem by adding several long prayers recited by the main characters of the story at key moments in the narrative. Other sorts of background information and elaboration are supplied as well. 6. Wisdom of Solomon. Aset of philosophical musings in praise ofWisdom and fiercely hostile to idolatry, ascribed (like the biblical wisdom books of Proverbs and Ecclesiastes) to the ancient King Solomon. 7. Ecclesiasticus, or the Wisdom of Ben Sira. Joshua (Jesus) ben Sira was a wealthy resident of Jerusalem who around 200 BCE wrote a book of practical wisdom designed to guide the education of young men. The Wisdom tradition pervaded the Near East for millennia and underlies the biblical Wisdom books as well (see no. 6). 8. Baruch. A short set of orations ascribed to Baruch ben Neriah, the faithful secretary of the prophet Jeremiah (see Chapter 3, “The Origin of a Prophetic Book”). The sixth and last chapter is sometimes printed separately as the Letter of Jeremiah, allegedly sent by the prophet to the exile community newly arrived in Babylon. 9. Song of the Three Young Men. A long prayer and psalm of thanksgiving ascribed to the young Jews who were rescued from a fiery furnace during the persecutions of King Nebuchadnezzar. The poems are inserted into the Greek translation of Daniel 3. 10. Susanna. A short story about the piety of a young beauty who resists the seductive advances of hypocritical elders. It appears as an extra chapter in the Greek version of Daniel. 11. Bel and the Dragon. Another addition to the Book of Daniel, this one describing Daniel’s successful unmasking of dishonest pagan priests. Also added to the text in the Greek version, the storymakes reference to Daniel’s escape from the lions’ den in the Hebrew Daniel 6. 12. The Prayer of Manasseh. King Manasseh of Judah is described in 2 Kings 21 as the most wicked king that realm ever endured, but the retelling in 2 Chronicles 33:12–13 reports that Manasseh repented at the end of his life and composed a prayer of contrition. The Hebrew text only refers to this prayer, but the Greek text provides its text. 13. 1 Maccabees. A narrative of the persecutions of Antiochus and the Maccabees’ heroic resistance. The book ends with the installation of Hyrcanus I in 135–4 BCE. 14. 2 Maccabees. Another account of those years, including some introductory material but ending with Judah’s defeat of the general Nicanor in 161. [[File:Israeli blue Star of David.svg|20px|center|Maghen David]] Many other Jewish writings from late antiquity have survived as well; these are often assembled into a collection called Pseudepigrapha (“falsely ascribed writings”), because many are presented as the writings of biblical heroes such as the prophets or the patriarchs or even Adam and Eve. These texts also were preserved by Christians throughout the Middle Ages. }} I Tolomei e i Seleucidi combatterono sporadicamente per il controllo della Giudea, un territorio prezioso che si estendeva lungo il confine tra i loro regni; infine, nel 198 AEV, il monarca seleucide [[w:Antioco III|Antioco III]] ne conquistò definitivamente il territorio. Il nuovo sovrano offrì ferme garanzie che il cambio di regime non avrebbe avuto alcun effetto sulla vita in Giudea, e queste garanzie rimasero valide finché il conquistatore fu in vita. Alla morte di Antioco nel 187 AEV, tuttavia, fu sostituito dal figlio [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]], e le cose iniziarono a cambiare. Il Secondo Libro dei Maccabei racconta una strana storia. Re Seleuco inviò il suo primo ministro, un uomo di nome Eliodoro, a Gerusalemme con l'ordine di entrare nel Tempio e prelevare i fondi che erano stati impropriamente mescolati con il tesoro del Tempio.<ref>4</ref> All'ingresso, tuttavia, Eliodoro incontrò un enorme guerriero a cavallo coperto dalla testa ai piedi da un'armatura d'oro massiccio, accompagnato da due giovani splendenti. Di fronte a questi avversari, Eliodoro e tutto il suo seguito svennero e dovettero essere portati fuori dal santuario, salvando così il Tempio dalla violazione.<ref>5</ref> I lettori moderni che si imbattono in questa storia sono tentati di liquidarla come una leggenda fantasiosa, ma nonostante i suoi dettagli mitologici probabilmente incarna il ricordo di un evento storico. Il raid deve aver turbato e spaventato la gente del tempo. Ecco un nuovo regime, una nuova dinastia reale al potere sulla Giudea, che dopo solo pochi anni al potere aveva rovesciato un assetto che durava da secoli. L’agente del re aveva tentato di entrare nella casa di Dio e di derubarla, e solo l’apparizione dell’angelo di Dio (perché tale doveva essere) aveva impedito il disastro. Nel 175 AEV, Seleuco IV fu assassinato dallo stesso Eliodoro. Gli successe il fratello, che salì al trono con il nome di [[w:Antioco IV|Antioco IV]]; il figlio del defunto re, Demetrio, era attualmente trattenuto a Roma come ostaggio e non poté succedere al padre secondo le consuete modalità. Sotto Antioco IV la situazione in Giudea si disintegrò rapidamente (anche se l'esatta sequenza degli eventi rimane poco chiara). Il nuovo re sostituì rapidamente il sommo sacerdote in carica, Onia, con un altro di nome Giasone. Giasone era fratello di Onia, e quindi appartenente alla legittima famiglia dei sommi sacerdoti, ma ciononostante questa era la prima volta a memoria d'uomo che un monarca straniero rimuoveva un sommo sacerdote dall'incarico e sceglieva il suo successore con nomina reale. Per gli ebrei comuni dell'epoca, si trattava di una scioccante ingerenza nella loro vita religiosa, perpetrata dal fratello di un re che aveva cercato di sottrarre denaro al loro sacro Tempio. A molti giudei sembrò che i nuovi sovrani seleucidi del loro territorio intendessero arrecare loro gravi danni. Perché Antioco agì in questo modo? Non si rendeva forse conto che i suoi sudditi sarebbero rimasti inorriditi da un'azione del genere? È possibile che non se ne rendesse conto; nel mondo greco molti sacerdozi erano cariche di stato, da ricoprire per nomina o elezione, e molti di essi duravano per un periodo stabilito e poi scadevano. Alle sue condizioni, Antioco potrebbe aver considerato la sua azione pienamente rientrante nella normale sfera delle prerogative reali, e potrebbe aver visto il sommo sacerdote ebreo al servizio e dipendenti, come tanti funzionari equivalenti, del re.<ref>6</ref> Inoltre, Giasone potrebbe aver offerto incentivi allettanti, forse la garanzia di maggiori entrate, forse l'insinuazione che il ramo della famiglia di suo fratello stesse cospirando per riportare il dominio dei Tolomei sulla Giudea. Se Antioco aveva motivo di sospettare che Onia stesse tramando un tradimento, allora un immediato cambiamento del regime locale doveva apparire urgentemente necessario. Qualunque fossero le ragioni del re, il popolo reagì con sgomento. Onia si rifiutò di abbandonare la carica e iniziarono violenti scontri tra i sostenitori dei due aspiranti leader. Naturalmente, il re prese atto di tutto ciò con allarme: non poteva tollerare con facilità lo spettacolo di crescenti disordini in un territorio al confine del suo regno, soprattutto quando sospettava che i leader locali nascondessero nemici dei suoi interessi. Un altro importante sviluppo contribuì all'aggravarsi della crisi, sebbene non sia possibile stabilirne l'esatta collocazione nella sequenza degli eventi. Mentre era ostaggio a Roma, Antioco era rimasto colpito dalla capacità dei suoi ospiti di governare un dominio in crescita assorbendo i vicini conquistati nel sistema politico romano. La pratica romana di estendere la cittadinanza ai nemici sconfitti (a dire il vero, con gradi di subordinazione attentamente regolati) creò un'unità politica su larga scala e diede ad altri un interesse nel benessere dello stato romano. Una volta al potere, Antioco si propose di creare un accordo simile per il suo vasto e diversificato regno: iniziò a usare la cultura greca e la struttura formale della città-stato greca (''polis'') come cemento che lo avrebbe tenuto insieme. Così, quando un gruppo di ricchi gerosolimitani chiese al re di ristrutturare la loro città come una ''polis'' da chiamare Antiochia in suo onore,<ref>7</ref> egli fu fin troppo felice di accogliere la richiesta. Sembra che l'elenco iniziale dei cittadini fosse limitato a poche migliaia di persone appartenenti alle classi più elevate della società; il resto del popolo non godeva di alcun diritto politico. Le città dell'antica Grecia erano governate da un sistema comune: l'assemblea dei cittadini si riuniva periodicamente per approvare risoluzioni ed eleggere i funzionari, mentre questi ultimi erano supervisionati tra un'assemblea e l'altra da un consiglio permanente, selezionato tra i cittadini. In teoria, ogni città greca era un'entità sovrana, governata dai suoi cittadini secondo le leggi e le politiche che questi ultimi ritenevano opportuno adottare. Le città dovevano assecondare i desideri dei monarchi all'interno dei cui regni si trovavano, ma i re erano solitamente disposti a lasciare che fossero i funzionari locali a prendere decisioni locali e a consentire ai cittadini di qualsiasi ''polis'' di vivere come preferivano, purché non creassero problemi. La fondazione di Antiochia di Gerusalemme equivalse quindi all'abrogazione della Torah, o quantomeno alla cancellazione della sua autorità formale: gli abitanti della nuova città greca non erano costretti a violare gli insegnamenti di Mosè, ma ora erano liberi di farlo se lo desideravano. L'opera di Esdra era stata vanificata: i suoi oppositori, eredi degli oppositori dei profeti, avevano finalmente trionfato. La scelta di Giasone come sommo sacerdote da parte del re potrebbe essere collegata a questi sviluppi. Con l'ascesa al potere di Giasone, gli oppositori dell'eredità mosaica avevano preso il controllo della vita ebraica. Il nuovo leader era un entusiasta ammiratore della cultura greca e iniziò rapidamente a introdurre cambiamenti nella vita di Gerusalemme; in particolare, con grande sorpresa dei suoi contemporanei, costruì un ginnasio a Gerusalemme che divenne rapidamente il centro locale della vita urbana.<ref>8</ref> Peggio ancora, i leader della ''polis'' iniziarono a introdurre cambiamenti nel rituale del Tempio, e il popolo ne fu sgomento. Nel frattempo, re Antioco invase l'Egitto e vinse nettamente; stava per abolire la monarchia tolemaica e annettere l'Egitto al proprio regno quando un ambasciatore romano gli consegnò un ultimatum umiliante e lo costrinse ad abbandonare la vittoria e a tornare in patria a mani vuote. Il popolo di Gerusalemme, sentendo che un re che odiavano aveva trovato sventura in Egitto, credette erroneamente che fosse morto e iniziò a festeggiare. Il re, furioso, tornando a casa con un esercito umiliato, attraversò la Giudea e trovò i suoi abitanti che esultavano per la sua morte. Concludendo che la Giudea era diventata ingovernabile e che la religione ebraica era la causa del problema, pose il territorio sotto il diretto controllo militare. Nominando un terzo sommo sacerdote, un uomo di nome Menelao, che si impegnò a essere più collaborativo, il re ordinò l'abolizione delle usanze ebraiche tradizionali e l'ellenizzazione forzata della religione ebraica. Agli ebrei devoti fu imposto di adorare gli idoli. La circoncisione dei bambini maschi fu proibita sotto pena di morte, e il possesso di rotoli della Torah fu dichiarato un crimine. Il Tempio stesso fu ceduto alle truppe siriane del re come loro santuario locale, e in quel luogo sacro si svolgevano cerimonie che gli autori biblici non si degnano nemmeno di descrivere.<ref>9</ref> Era iniziata una vera e propria persecuzione dello stile di vita mosaico; il re e i suoi sostenitori ebrei erano determinati a condurre un popolo arretrato nella terra promessa culturale dell'ellenismo. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = APOCALISSE |contenuto = The [[w:Libro di Daniele|Book of Daniel]] is the most important early example of a type of writing that has come to be known as apocalypse, after the Greek word for “revelation.” These books depict the future in the form of a revelation granted by an angel to a pious hero. Scripture contains earlier examples as well, most notably toward the end of the Book of Zechariah, but Daniel’s visions can be located precisely in their historical context, so they provide a useful starting point for examining this literature. These books depart from the earlier scriptures in two noteworthy respects. In form, they continue to uphold the idea that the truly pious can hope to receive divine messages like the prophets of old, but now the source of those messages is an intermediary angel rather than God himself. This change suggests that God was increasingly seen as ruling the world through a throng of agents and representatives, just as the kings of the Hellenistic world (and then the Roman emperors) were seen as distant though powerful monarchs, approachable only through many levels of agents, bureaucrats, and ministers. Everything was done in their name, but ordinary people rarely saw them and could barely hope for their personal attention. God, of course, was never felt to be as remote or hidden as that; nevertheless, the idea began to spread that the world is full of God’s agents, a kind of bureaucracy or a royal court of heavenly beings who actually perform the actions that are carried out in their commander’s name. In substance, apocalyptic writing differs from earlier biblical writings in that it has given up on understanding history. Deuteronomy confidently asserts that through historical events God rewards the righteous and punishes the wicked, and this idea was still widely accepted when the Babylonians destroyed Jerusalem (see Chapter 2, “A Debate on the Meaning of Disaster”). The Book of Daniel, however, is careful to avoid any such claim: as the persecutions of King Antiochus intensified, everyone could see that now it was those who violated the covenant who enjoyed wealth and power, while those who remained loyal to Moses and his teaching endured mounting sorrows. Butnowthatwas all right: what happens in this world is not a reward or a punishment but simply the realization of God’s mysterious plan. The execution of God’s justice will take place hereafter. This type of writing remained popular among Jews for several hundred years. The books now known as 2 Esdras (or 4 Ezra) and 2 Baruch were written after the Romans destroyed Jerusalem again in 70 CE, and they apply this same manner of writing and thinking to the disaster of their own time. Fragments of many other apocalypses have survived as well. As this way of thinking spread, it began to generate impatience for the promised end of history. Fervent eagerness for the end of the world was a natural response to seemingly endless suffering; fueled by the conviction that events were preordained and had no inherent meaning, expectation of the final resolution of Israel’s painful history rose ever higher among groups of despondent Jews. Since the end of the world would mean the triumph of righteousness over evil, this eagerness often took the form of resistance to Herodian or Roman oppression: at the end of time, God would surely allow his true servants to overcome their enemies. Following the example of their Maccabean forebears, groups of the pious began taking up arms or just rioting in the streets of Jerusalem, confident that the reign of Satan was drawing to its close. This enthusiastic readiness for cataclysm was an important ingredient in the Judaeans’ willingness to start a war with the Roman Empire: the Maccabees had triumphed over the great kingdom of their time, and surely God would not allow his people to suffer defeat now. Not once but three times in less than a century the Jewish nation attempted to vanquish Rome by force of arms, and all three times their efforts ended in disaster; see Chapter 7. }} [... ... ...] {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE |contenuto = ''Nota: Quando il Sommo Sacerdote Gionata fu assassinato nel 143 AEV, suo fratello Simone, ultimo dei fratelli Maccabei, divenne il suo successore. Di per sé, questo non sarebbe sorprendente: la famiglia era una famiglia di eroi e non c'era nessun altro candidato plausibile per la carica. Tuttavia, le modalità della sua nomina furono davvero sorprendenti: oltre a ricevere la nomina dal re seleucide, che tecnicamente godeva ancora di questo diritto, Simone fu insediato per voto del popolo di Gerusalemme. Mai prima di allora era stato eletto un sommo sacerdote. Questa era una procedura standard tra le città greche, ma era inaudita nella storia ebraica e non aveva alcun fondamento nella [[Torah]]. È sorprendente che una famiglia giunta alla grandezza difendendo la tradizione e opponendosi all'ellenismo, si affidasse comunque a questo metodo tipicamente greco per ottenere alte cariche. L'episodio rivela la pervasiva influenza della cultura greca anche su persone desiderose di limitarne gli effetti.'' Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo. Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati. I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario. Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento. Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente. Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore; che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele, che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze; che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea; chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole. <div align="right">({{passo biblico2|1Maccabei|14:29-45}})</div> }} {{clear}} [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|7 luglio 2025}} [[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 4]] 7m0e87sesvtv14scaazw3thwx3tx4mq 478536 478530 2025-07-08T16:08:12Z Monozigote 19063 /* Crisi e nuovo inizio */ testo 478536 wikitext text/x-wiki {{Una storia dell'ebraismo}} [[File:Arthur Szyk (1894-1951), Bar Kochba (1927).jpg|center|750px|"Bar Kochba", di Arthur Szyk (1927)]] == Crisi e nuovo inizio == {{Vedi anche|:en:w:Jewish apocrypha|w:Apocrifi giudaici|:en:w:Template:Jewish Apocrypha|etichetta1=Apocrifi ebraici (en)|etichetta2=Apocrifi giudaici|etichetta3=Template:Jewish Apocrypha}} <!--- miei testi in inglese da tradurre, sistemare e inserire ---> I Persiani governarono il Vicino Oriente per quasi 200 anni: conquistarono Babilonia nel 539 AEV e mantennero il potere fino a una rapida serie di spettacolari sconfitte per mano di Alessandro Magno, re di Macedonia, dal 333 al 331 AEV. In seguito, la lingua greca e le varianti della cultura greca dominarono il Mediterraneo orientale per quasi {{FORMATNUM:1000}} anni, fino all'altrettanto spettacolare arrivo degli Arabi e dell'Islam nel VII secolo EV. Alessandro mantenne il sistema persiano di dividere il regno in regioni o satrapie, affidando a ciascuna di esse il comando a un subordinato di fiducia; una volta terminata la guerra attiva, molti dei suoi generali furono nominati a questi incarichi. Adottò misure per diffondere la cultura greca in tutto il regno – istituì insediamenti di soldati in servizio o in pensione in luoghi chiave e incoraggiò (o costrinse) i suoi ufficiali a sposare donne indigene di alto rango – ma forse era più interessato a mantenere la stabilità e il controllo che a dare inizio a una rivoluzione culturale. Re Alessandro non interferì nella vita interiore della popolazione ebraica (o di qualsiasi altra) ora sotto il suo dominio, ma incoraggiò un'immigrazione su larga scala nella nuova città di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]]. Questa nuova città divenne presto una capitale reale, la più grande città del mondo greco, sede della più grande comunità ebraica al mondo. Qui e altrove si sviluppò, prosperò e poi scomparve quasi completamente un ebraismo di lingua greca; si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 6|Capitolo 6]] per ulteriori dettagli. Come è noto, Alessandro Magno morì improvvisamente e giovanissimo, molto prima di aver organizzato un'amministrazione stabile per il suo immenso regno. Non lasciò un erede degno di questo nome e, dopo un periodo di intense e violente lotte tra i suoi generali e aiutanti, il suo regno si disgregò. La maggior parte dei potenziali successori di Alessandro fu eliminata nella lotta, ma dopo una generazione di guerre alcuni sopravvissuti si erano affermati come re a pieno titolo, ciascuno con il controllo di una porzione del regno di Alessandro. Due di questi nuovi monarchi governavano su un numero considerevole di ebrei: ''[[w:Tolomeo I|Tolomeo]]'' in Egitto e ''[[w:Seleuco I|Seleuco]]'' su gran parte della parte asiatica dell'antico Impero persiano. Il regno di Tolomeo comprendeva la Giudea e la capitale in espansione Alessandria, mentre Seleuco governava la comunità di esuli a Babilonia, già esistente da diversi secoli. Della Babilonia di quei primi secoli non si sa quasi nulla, ma gli eventi in Giudea sotto il dominio greco determinarono il carattere dell'ebraismo per sempre. Come lo stesso Alessandro, Tolomeo I e i suoi successori non sembrano aver compiuto alcuno sforzo diretto per cambiare le condizioni in Giudea: la Torah rimase in vigore e i sommi sacerdoti rimasero in carica. Ciononostante, cambiamenti imprevisti iniziarono ad apparire nella vita ebraica. I funzionari greci passavano continuamente per Gerusalemme e la loro presenza iniziò a influenzare la popolazione locale. Chi desiderava attirare l'attenzione dei sovrani doveva imparare almeno un po' di greco; chi desiderava dedicarsi al commercio su larga scala doveva fare lo stesso. Chi desiderava entrare al servizio del re doveva acquisire una padronanza ancora maggiore e apprendere le complessità del protocollo di corte e della vita nella capitale reale. I greci, da parte loro, non esitavano a ostentare la brillante superiorità del loro stile di vita,<ref>1</ref> e in effetti, le conquiste della civiltà greca furono davvero impressionanti. Il risultato fu una costante infiltrazione dell’''[[w:ellenismo|ellenismo]]'' (ovvero della cultura greca) nella scena giudaica: ciò era particolarmente vero tra i circoli ricchi e ambiziosi di Gerusalemme, non da ultimo quelli dei sacerdoti di alto rango. Alcune famiglie impararono ad adattarsi ai costumi greci, mentre altre senza dubbio guardavano con sgomento a questo allontanamento dalle usanze ancestrali. Alcuni individui raggiunsero posizioni di potere e onore, mentre altri senza dubbio guardavano con invidia e risentimento. Secondo uno schema secolare, le campagne videro la città sprofondare nella malvagità (così come la vedevano loro), mentre rabbia e amarezza crescevano lentamente. Lo storico [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]<ref>2</ref> racconta di una famiglia chiamata i ''Tobiadi'' che ottenne il diritto di riscuotere le tasse per tutta la Giudea e il territorio circostante.<ref>3</ref> Si trattava di un'antica famiglia, avvezza alla ricchezza e al potere, che era riuscita ad avanzare fino ai vertici del regime tolemaico e a sposare contemporaneamente un membro della famiglia del sommo sacerdote. Flavio Giuseppe racconta la storia come un monito: durante un viaggio ad Alessandria, uno dei fratelli Tobiadi si innamorò di una danzatrice, e questa infatuazione portò infine al declino della famiglia. Ciononostante, il racconto rivela che gli ebrei disposti a compromettere il loro retaggio nazionale furono in grado di ottenere ricchezze e potere su una scala prima inimmaginabile. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = GLI APOCRIFI |contenuto = The Septuagint translation of the Torah began a process by which the Greek-speaking Jews of the Hellenistic Diaspora translated all their sacred writings into a language they could understand. This Greek-language collection eventually included materials that the emerging Hebrew-language collection of the Tanakh left out (cfr. Capitolo 1, "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). The Hebrew texts became the Bible of the Jewish religion, while the Greek collection became the Old Testament of Christianity. This situation persisted for well over 1,000 years, until the time of the Protestant Reformation in the sixteenth century. At that point, the Reformers, led by Martin Luther, concluded that there was something illogical about the claim that Christianity rested on the scriptures of Israel when in fact the Christian Old Testament included several books that the Jews themselves did not revere as holy! Protestants therefore removed those books from their Bibles or moved them to a special section of their own called the Apocrypha, from a Greek word meaning “items that ought to be hidden away.” Thanks to their long history in the Christian Church, the documents in question were not actually hidden away; they were deemed worthy of careful study but were no longer placed in the same category of holiness as the biblical writings themselves. It must be kept in mind that these books, though Jewish in origin, were preserved through the Middle Ages by Christians and not by Jews; in fact, there are many passages that seem to show the alterations of Christian copyists. The books of the Apocrypha are as follows: 1. 1 Esdras. An alternative version of the Bible’s own narrative, starting at 2 Chronicles 35, including all of the Book of Ezra, and concluding with Nehemiah 7:72–8:13, rather abruptly in the midst of the verse. Only a long narrative of events at the court of the Persian King Darius in chapters 3–5 contains other material. The name Esdras is a Greek form of the biblical name Ezra. 2. 2 Esdras. A vision of the end of days said to have come to Ezra, here called a prophet (1:1). The book consists of a long Jewish exploration of the problem of evil as reflected in the Babylonian destruction of Jerusalem, though thebookwas probably written at the time of the later destruction by Rome.Moreexplicitly Christian chapters have been added at the beginning and the end. 3. Tobit. A romantic tale of the pious Tobit, who overcame great tribulations thanks to his faith. Tobit’s son Tobias eventually marries Sarah, a pious widow all of whose previous husbands had died on their wedding night, and overcomes the demon that had been killing them. 4. Judith. The triumph of the beautiful, pious widow Judith, who rescues the Jews from conquest by the wicked Holofernes by offering herself to the Babylonian general but then getting him drunk and cutting off his head when they are alone. 5. Additions to the Book of Esther. The biblical text of Esther is famous for never explicitly mentioning God. The translators “corrected” this problem by adding several long prayers recited by the main characters of the story at key moments in the narrative. Other sorts of background information and elaboration are supplied as well. 6. Wisdom of Solomon. Aset of philosophical musings in praise ofWisdom and fiercely hostile to idolatry, ascribed (like the biblical wisdom books of Proverbs and Ecclesiastes) to the ancient King Solomon. 7. Ecclesiasticus, or the Wisdom of Ben Sira. Joshua (Jesus) ben Sira was a wealthy resident of Jerusalem who around 200 BCE wrote a book of practical wisdom designed to guide the education of young men. The Wisdom tradition pervaded the Near East for millennia and underlies the biblical Wisdom books as well (see no. 6). 8. Baruch. A short set of orations ascribed to Baruch ben Neriah, the faithful secretary of the prophet Jeremiah (see Chapter 3, “The Origin of a Prophetic Book”). The sixth and last chapter is sometimes printed separately as the Letter of Jeremiah, allegedly sent by the prophet to the exile community newly arrived in Babylon. 9. Song of the Three Young Men. A long prayer and psalm of thanksgiving ascribed to the young Jews who were rescued from a fiery furnace during the persecutions of King Nebuchadnezzar. The poems are inserted into the Greek translation of Daniel 3. 10. Susanna. A short story about the piety of a young beauty who resists the seductive advances of hypocritical elders. It appears as an extra chapter in the Greek version of Daniel. 11. Bel and the Dragon. Another addition to the Book of Daniel, this one describing Daniel’s successful unmasking of dishonest pagan priests. Also added to the text in the Greek version, the storymakes reference to Daniel’s escape from the lions’ den in the Hebrew Daniel 6. 12. The Prayer of Manasseh. King Manasseh of Judah is described in 2 Kings 21 as the most wicked king that realm ever endured, but the retelling in 2 Chronicles 33:12–13 reports that Manasseh repented at the end of his life and composed a prayer of contrition. The Hebrew text only refers to this prayer, but the Greek text provides its text. 13. 1 Maccabees. A narrative of the persecutions of Antiochus and the Maccabees’ heroic resistance. The book ends with the installation of Hyrcanus I in 135–4 BCE. 14. 2 Maccabees. Another account of those years, including some introductory material but ending with Judah’s defeat of the general Nicanor in 161. [[File:Israeli blue Star of David.svg|20px|center|Maghen David]] Many other Jewish writings from late antiquity have survived as well; these are often assembled into a collection called Pseudepigrapha (“falsely ascribed writings”), because many are presented as the writings of biblical heroes such as the prophets or the patriarchs or even Adam and Eve. These texts also were preserved by Christians throughout the Middle Ages. }} I Tolomei e i Seleucidi combatterono sporadicamente per il controllo della Giudea, un territorio prezioso che si estendeva lungo il confine tra i loro regni; infine, nel 198 AEV, il monarca seleucide [[w:Antioco III|Antioco III]] ne conquistò definitivamente il territorio. Il nuovo sovrano offrì ferme garanzie che il cambio di regime non avrebbe avuto alcun effetto sulla vita in Giudea, e queste garanzie rimasero valide finché il conquistatore fu in vita. Alla morte di Antioco nel 187 AEV, tuttavia, fu sostituito dal figlio [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]], e le cose iniziarono a cambiare. Il Secondo Libro dei Maccabei racconta una strana storia. Re Seleuco inviò il suo primo ministro, un uomo di nome Eliodoro, a Gerusalemme con l'ordine di entrare nel Tempio e prelevare i fondi che erano stati impropriamente mescolati con il tesoro del Tempio.<ref>4</ref> All'ingresso, tuttavia, Eliodoro incontrò un enorme guerriero a cavallo coperto dalla testa ai piedi da un'armatura d'oro massiccio, accompagnato da due giovani splendenti. Di fronte a questi avversari, Eliodoro e tutto il suo seguito svennero e dovettero essere portati fuori dal santuario, salvando così il Tempio dalla violazione.<ref>5</ref> I lettori moderni che si imbattono in questa storia sono tentati di liquidarla come una leggenda fantasiosa, ma nonostante i suoi dettagli mitologici probabilmente incarna il ricordo di un evento storico. Il raid deve aver turbato e spaventato la gente del tempo. Ecco un nuovo regime, una nuova dinastia reale al potere sulla Giudea, che dopo solo pochi anni al potere aveva rovesciato un assetto che durava da secoli. L’agente del re aveva tentato di entrare nella casa di Dio e di derubarla, e solo l’apparizione dell’angelo di Dio (perché tale doveva essere) aveva impedito il disastro. Nel 175 AEV, Seleuco IV fu assassinato dallo stesso Eliodoro. Gli successe il fratello, che salì al trono con il nome di [[w:Antioco IV|Antioco IV]]; il figlio del defunto re, Demetrio, era attualmente trattenuto a Roma come ostaggio e non poté succedere al padre secondo le consuete modalità. Sotto Antioco IV la situazione in Giudea si disintegrò rapidamente (anche se l'esatta sequenza degli eventi rimane poco chiara). Il nuovo re sostituì rapidamente il sommo sacerdote in carica, Onia, con un altro di nome Giasone. Giasone era fratello di Onia, e quindi appartenente alla legittima famiglia dei sommi sacerdoti, ma ciononostante questa era la prima volta a memoria d'uomo che un monarca straniero rimuoveva un sommo sacerdote dall'incarico e sceglieva il suo successore con nomina reale. Per gli ebrei comuni dell'epoca, si trattava di una scioccante ingerenza nella loro vita religiosa, perpetrata dal fratello di un re che aveva cercato di sottrarre denaro al loro sacro Tempio. A molti giudei sembrò che i nuovi sovrani seleucidi del loro territorio intendessero arrecare loro gravi danni. Perché Antioco agì in questo modo? Non si rendeva forse conto che i suoi sudditi sarebbero rimasti inorriditi da un'azione del genere? È possibile che non se ne rendesse conto; nel mondo greco molti sacerdozi erano cariche di stato, da ricoprire per nomina o elezione, e molti di essi duravano per un periodo stabilito e poi scadevano. Alle sue condizioni, Antioco potrebbe aver considerato la sua azione pienamente rientrante nella normale sfera delle prerogative reali, e potrebbe aver visto il sommo sacerdote ebreo al servizio e dipendenti, come tanti funzionari equivalenti, del re.<ref>6</ref> Inoltre, Giasone potrebbe aver offerto incentivi allettanti, forse la garanzia di maggiori entrate, forse l'insinuazione che il ramo della famiglia di suo fratello stesse cospirando per riportare il dominio dei Tolomei sulla Giudea. Se Antioco aveva motivo di sospettare che Onia stesse tramando un tradimento, allora un immediato cambiamento del regime locale doveva apparire urgentemente necessario. Qualunque fossero le ragioni del re, il popolo reagì con sgomento. Onia si rifiutò di abbandonare la carica e iniziarono violenti scontri tra i sostenitori dei due aspiranti leader. Naturalmente, il re prese atto di tutto ciò con allarme: non poteva tollerare con facilità lo spettacolo di crescenti disordini in un territorio al confine del suo regno, soprattutto quando sospettava che i leader locali nascondessero nemici dei suoi interessi. Un altro importante sviluppo contribuì all'aggravarsi della crisi, sebbene non sia possibile stabilirne l'esatta collocazione nella sequenza degli eventi. Mentre era ostaggio a Roma, Antioco era rimasto colpito dalla capacità dei suoi ospiti di governare un dominio in crescita assorbendo i vicini conquistati nel sistema politico romano. La pratica romana di estendere la cittadinanza ai nemici sconfitti (a dire il vero, con gradi di subordinazione attentamente regolati) creò un'unità politica su larga scala e diede ad altri un interesse nel benessere dello stato romano. Una volta al potere, Antioco si propose di creare un accordo simile per il suo vasto e diversificato regno: iniziò a usare la cultura greca e la struttura formale della città-stato greca (''polis'') come cemento che lo avrebbe tenuto insieme. Così, quando un gruppo di ricchi gerosolimitani chiese al re di ristrutturare la loro città come una ''polis'' da chiamare Antiochia in suo onore,<ref>7</ref> egli fu fin troppo felice di accogliere la richiesta. Sembra che l'elenco iniziale dei cittadini fosse limitato a poche migliaia di persone appartenenti alle classi più elevate della società; il resto del popolo non godeva di alcun diritto politico. Le città dell'antica Grecia erano governate da un sistema comune: l'assemblea dei cittadini si riuniva periodicamente per approvare risoluzioni ed eleggere i funzionari, mentre questi ultimi erano supervisionati tra un'assemblea e l'altra da un consiglio permanente, selezionato tra i cittadini. In teoria, ogni città greca era un'entità sovrana, governata dai suoi cittadini secondo le leggi e le politiche che questi ultimi ritenevano opportuno adottare. Le città dovevano assecondare i desideri dei monarchi all'interno dei cui regni si trovavano, ma i re erano solitamente disposti a lasciare che fossero i funzionari locali a prendere decisioni locali e a consentire ai cittadini di qualsiasi ''polis'' di vivere come preferivano, purché non creassero problemi. La fondazione di Antiochia di Gerusalemme equivalse quindi all'abrogazione della Torah, o quantomeno alla cancellazione della sua autorità formale: gli abitanti della nuova città greca non erano costretti a violare gli insegnamenti di Mosè, ma ora erano liberi di farlo se lo desideravano. L'opera di Esdra era stata vanificata: i suoi oppositori, eredi degli oppositori dei profeti, avevano finalmente trionfato. La scelta di Giasone come sommo sacerdote da parte del re potrebbe essere collegata a questi sviluppi. Con l'ascesa al potere di Giasone, gli oppositori dell'eredità mosaica avevano preso il controllo della vita ebraica. Il nuovo leader era un entusiasta ammiratore della cultura greca e iniziò rapidamente a introdurre cambiamenti nella vita di Gerusalemme; in particolare, con grande sorpresa dei suoi contemporanei, costruì un ginnasio a Gerusalemme che divenne rapidamente il centro locale della vita urbana.<ref>8</ref> Peggio ancora, i leader della ''polis'' iniziarono a introdurre cambiamenti nel rituale del Tempio, e il popolo ne fu sgomento. Nel frattempo, re Antioco invase l'Egitto e vinse nettamente; stava per abolire la monarchia tolemaica e annettere l'Egitto al proprio regno quando un ambasciatore romano gli consegnò un ultimatum umiliante e lo costrinse ad abbandonare la vittoria e a tornare in patria a mani vuote. Il popolo di Gerusalemme, sentendo che un re che odiavano aveva trovato sventura in Egitto, credette erroneamente che fosse morto e iniziò a festeggiare. Il re, furioso, tornando a casa con un esercito umiliato, attraversò la Giudea e trovò i suoi abitanti che esultavano per la sua morte. Concludendo che la Giudea era diventata ingovernabile e che la religione ebraica era la causa del problema, pose il territorio sotto il diretto controllo militare. Nominando un terzo sommo sacerdote, un uomo di nome Menelao, che si impegnò a essere più collaborativo, il re ordinò l'abolizione delle usanze ebraiche tradizionali e l'ellenizzazione forzata della religione ebraica. Agli ebrei devoti fu imposto di adorare gli idoli. La circoncisione dei bambini maschi fu proibita sotto pena di morte, e il possesso di rotoli della Torah fu dichiarato un crimine. Il Tempio stesso fu ceduto alle truppe siriane del re come loro santuario locale, e in quel luogo sacro si svolgevano cerimonie che gli autori biblici non si degnano nemmeno di descrivere.<ref>9</ref> Era iniziata una vera e propria persecuzione dello stile di vita mosaico; il re e i suoi sostenitori ebrei erano determinati a condurre un popolo arretrato nella terra promessa culturale dell'ellenismo. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = APOCALISSE |contenuto = The [[w:Libro di Daniele|Book of Daniel]] is the most important early example of a type of writing that has come to be known as apocalypse, after the Greek word for “revelation.” These books depict the future in the form of a revelation granted by an angel to a pious hero. Scripture contains earlier examples as well, most notably toward the end of the Book of Zechariah, but Daniel’s visions can be located precisely in their historical context, so they provide a useful starting point for examining this literature. These books depart from the earlier scriptures in two noteworthy respects. In form, they continue to uphold the idea that the truly pious can hope to receive divine messages like the prophets of old, but now the source of those messages is an intermediary angel rather than God himself. This change suggests that God was increasingly seen as ruling the world through a throng of agents and representatives, just as the kings of the Hellenistic world (and then the Roman emperors) were seen as distant though powerful monarchs, approachable only through many levels of agents, bureaucrats, and ministers. Everything was done in their name, but ordinary people rarely saw them and could barely hope for their personal attention. God, of course, was never felt to be as remote or hidden as that; nevertheless, the idea began to spread that the world is full of God’s agents, a kind of bureaucracy or a royal court of heavenly beings who actually perform the actions that are carried out in their commander’s name. In substance, apocalyptic writing differs from earlier biblical writings in that it has given up on understanding history. Deuteronomy confidently asserts that through historical events God rewards the righteous and punishes the wicked, and this idea was still widely accepted when the Babylonians destroyed Jerusalem (see Chapter 2, “A Debate on the Meaning of Disaster”). The Book of Daniel, however, is careful to avoid any such claim: as the persecutions of King Antiochus intensified, everyone could see that now it was those who violated the covenant who enjoyed wealth and power, while those who remained loyal to Moses and his teaching endured mounting sorrows. Butnowthatwas all right: what happens in this world is not a reward or a punishment but simply the realization of God’s mysterious plan. The execution of God’s justice will take place hereafter. This type of writing remained popular among Jews for several hundred years. The books now known as 2 Esdras (or 4 Ezra) and 2 Baruch were written after the Romans destroyed Jerusalem again in 70 CE, and they apply this same manner of writing and thinking to the disaster of their own time. Fragments of many other apocalypses have survived as well. As this way of thinking spread, it began to generate impatience for the promised end of history. Fervent eagerness for the end of the world was a natural response to seemingly endless suffering; fueled by the conviction that events were preordained and had no inherent meaning, expectation of the final resolution of Israel’s painful history rose ever higher among groups of despondent Jews. Since the end of the world would mean the triumph of righteousness over evil, this eagerness often took the form of resistance to Herodian or Roman oppression: at the end of time, God would surely allow his true servants to overcome their enemies. Following the example of their Maccabean forebears, groups of the pious began taking up arms or just rioting in the streets of Jerusalem, confident that the reign of Satan was drawing to its close. This enthusiastic readiness for cataclysm was an important ingredient in the Judaeans’ willingness to start a war with the Roman Empire: the Maccabees had triumphed over the great kingdom of their time, and surely God would not allow his people to suffer defeat now. Not once but three times in less than a century the Jewish nation attempted to vanquish Rome by force of arms, and all three times their efforts ended in disaster; cfr. Capitolo 7. }} Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] fu composto sotto la pressione di questi terribili eventi. Dal punto di vista dei giudei tradizionalmente pii, le promesse della Torah avevano subito un crudele capovolgimento: dove Mosè aveva promesso che la lealtà a YHWH avrebbe portato prosperità, mentre la slealtà avrebbe portato al disastro, i devoti venivano ora distrutti per la loro fedeltà, mentre gli apostati accumulavano ricchezza e potere sotto il patrocinio di un re greco. Come era possibile? Il Libro di Daniele inizia con alcune storie tradizionali, ambientate alle corti dei monarchi babilonesi e persiani, che narrano di ebrei pii che rischiarono la vita per evitare di trasgredire la legge di Dio e furono salvati via dai loro nemici; la fine del libro offre una visione dettagliata del futuro che culmina nel trionfo finale dei giusti e nella terribile punizione dei loro aguzzini, un cataclisma finale che si sarebbe verificato in un futuro molto prossimo. Si dice che questa visione sia stata concessa a Daniele nel primo anno del re persiano Dario (ovvero il 522 AEV), ma gli studiosi hanno notato che la sua descrizione degli eventi del presunto futuro è accurata fino al tempo della persecuzione sotto Antioco IV, dove si perde in vaghezza e congetture. Chiaramente, la "visione" fu composta in quel periodo: le previsioni dettagliate (scritte a posteriori) davano peso all'anticipazione della vendetta finale, e questa anticipazione incoraggiava i lettori ad affrontare un periodo terribile. Nascoste in questo incoraggiamento c'erano alcune nuove idee religiose. L'idea stessa che un angelo potesse rivelare il corso degli eventi secoli prima del loro tempo significava che la storia era predeterminata. La sofferenza degli ebrei non era una punizione, come insisteva il Deuteronomio: gli eventi rivelavano invece l'inesorabile dispiegarsi del misterioso piano di Dio. Le vittime della persecuzione non dovevano incolpare se stesse (anche se molte lo facevano): il loro compito era solo quello di rimanere salde sotto una terribile pressione, di respingere ogni tentazione di violare la Torah, di mantenere la fede in Dio che la loro rettezza non sarebbe stata vana. Questo rifiuto di vedere un significato nella storia era un ritiro dalla precedente fiducia dei profeti che tutti gli eventi avessero un significato in quanto espressioni della giustizia di Dio, ma gli eventi del loro tempo non lasciavano altra scelta. ''Sapevano'' di non essere stati così malvagi da meritare ciò che stava accadendo loro ora! Ma se la giustizia di Dio non dovesse essere effettivamente riconosciuta negli eventi, allora dove, quando e come si sarebbe affermata? Gli ultimi libri della Bibbia offrono una nuova idea per risolvere questo problema: la giustizia di Dio sarebbe stata rivelata in un altro mondo, dopo che ogni vita fosse stata completata e potesse essere valutata nel suo complesso. Il Libro di Daniele contiene l'allusione più chiara<ref>10</ref> della Bibbia all'idea di resurrezione: tutti gli esseri umani saranno infine riportati in vita e poi giudicati in base alla rettitudine della vita che hanno condotto. Se questo mondo non può essere un luogo in cui tutti ottengono ciò che meritano, deve esistere un altro mondo in cui i giusti e i malvagi incontreranno il loro giusto destino. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] Nel caos di un paese in cui bande armate sostenevano tre diversi pretendenti alla carica del sommo sacerdozio e dove i funzionari reali cercavano di abolire un amato stile di vita mentre la gente comune soffriva e moriva per preservarlo, iniziò a emergere una resistenza organizzata e un'oscura famiglia di preti di campagna si fece avanti come suoi leader. Sembra che i resistenti fossero chiamati ''Hasidim'' (in greco ''Asidaioi'', in italiano a volte ''Asideani''), ovvero "i leali",<ref>11</ref> ed erano uniti nella loro feroce lealtà alla Torah di Mosè e alla disciplina religiosa basata su quella Torah. Con il passare del tempo e l'intensificarsi della persecuzione, aumentò anche il loro rifiuto di cedere alle sue richieste. Quando possibile, reagirono; quando necessario, sacrificarono la vita. Rafforzati da un nuovo tipo di letteratura di cui il Libro di Daniele è tipico, erano certi che Dio non avrebbe lasciato le loro sofferenze irrisolte o invendicate (cfr. "APOCALISSE"). La gente si unì a questo esercito in crescita per diverse ragioni. Alcuni volevano semplicemente che il re e i suoi sostenitori smettessero di molestarli; altri erano altrettanto interessati a riprendersi il Tempio e ripristinarne i riti tradizionali. Alcuni, probabilmente pochi all'inizio, videro l'opportunità di cacciare gli odiati idolatri greci e siriani dalla loro terra; altri erano ansiosi di colpire l'oppressiva élite ebraica che si era impossessata delle loro terre e dei loro beni per generazioni e ora stava imponendo anche sulle loro vite un oltraggio religioso. Tutti questi gruppi condividevano la prontezza a imbracciare le armi e combattere il nemico comune, sostenuti da una profonda fiducia che il Dio di Mosè avrebbe concesso loro la vittoria finale. Gli ''Hassidim'' trovarono il loro capo in un angolo inaspettato. Nel villaggio di [[w:Modi'in (città antica)|Modi’in]], a circa venti miglia a nord-ovest di Gerusalemme, viveva un anziano sacerdote di nome [[w:Mattatia|Mattatia]]. Secondo il racconto giunto alle generazioni successive,<ref>12</ref> un ufficiale reale giunse in città in cerca di ebrei disposti ad adorare gli idoli e offrì una ricompensa a chiunque lo facesse. Mattatia non solo rifiutò l'offerta del re, ma uccise anche un ebreo che aveva accettato e anche il rappresentante del re. Poi, naturalmente, dovette fuggire nel deserto, dove radunò attorno a sé i primi elementi di una forza di guerriglia per combattere la persecuzione. Questa storia fu scritta in un'epoca in cui i discendenti di Mattatia erano diventati i governanti della Giudea e potrebbe contenere un elemento di propaganda, ma non è inverosimile. Qualcuno doveva pur dare inizio alla lotta, e forse è così che andò. Scritti successivi attribuiscono anche un'innovazione più radicale allo stesso Mattatia e alla sua cerchia. I nemici degli ebrei devoti<ref>13</ref> avevano capito che gli ebrei rispettosi della legge non avrebbero preso le armi durante lo Shabbat, nemmeno per legittima difesa, quindi, naturalmente, attaccarono quegli ebrei in quel giorno e ne uccisero molti. I pii combattenti capirono che questa passività era controproducente: {{citazione|Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra". Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di Sabbath e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli".|{{passo biblico2|1Maccabei|2:40-41}}}} A Mattatia e ai suoi compagni viene quindi attribuita un'idea di vasta portata: nel difendere la tradizione, avrebbero potuto doverla modificare. Sotto la guida rabbinica, diversi secoli dopo, quest'idea sarebbe stata applicata in modi prima inimmaginabili.<ref>15</ref> Già anziano all'inizio della lotta, Mattatia morì presto. La guida della lotta passò a suo figlio [[w:Giuda Maccabeo|Giuda]], che fu chiamato "Maccabeo", sebbene nessuno sappia con certezza cosa significasse quel soprannome. Giuda divenne un eroe popolare, vessando le forze reali e proteggendo coloro che desideravano continuare a vivere secondo la Torah. Giuda e suo padre non erano propriamente difensori della libertà religiosa, sebbene oggi siano talvolta ritratti in questa luce: Mattatia, mentre era in vita, aveva iniziato la pratica di cavalcare per le campagne, circoncidendo forzatamente i neonati maschi i cui genitori avevano trascurato o rifiutato di compiere questo antico rito.<ref>16</ref> Ciononostante, si guadagnarono la lealtà e la gratitudine della gente comune della Giudea difendendo lo stile di vita nazionale e proteggendo coloro che desideravano preservarlo. L'esercito di Giuda, in crescita, ottenne una serie di vittorie contro forze greco-siriane più numerose e meglio addestrate, e gradualmente il re e i suoi consiglieri abbandonarono il tentativo di abolire l'ebraismo tradizionale con la forza e ritirarono il loro sostegno agli ellenisti radicali che avevano conquistato Gerusalemme. Questi si rifugiarono nella fortezza di Gerusalemme, mentre Giuda e i suoi seguaci entrarono in città e ridedicarono con gioia il Tempio purificato al Dio dei loro antenati. Questa dedica, avvenuta nell'inverno del 165-164 AEV, viene ricordata ancora oggi nella festa ebraica di ''[[w:Chanukkah|Hanukkah]]'' ({{lang|he|חנוכה}} "dedicazione"). La crisi era finita. Più o meno in quel periodo, Antioco IV si trasferì all'altra estremità del suo regno, per proseguire il progetto del defunto fratello di sottrarre fondi sospetti dai tesori del tempio. Fu ucciso in battaglia (questa fu sicuramente la vendetta di Dio!), e il suo giovane figlio divenne re con il nome di [[w:Antioco V|Antioco V]]. Nonostante la vittoria di Giuda, il territorio della Giudea rimase sotto la sovranità del regno seleucide. Il re mantenne il diritto di nominare sommi sacerdoti e le tasse continuarono a essere pagate, sebbene la Torah fosse stata ripristinata nella sua autorità per decreto reale. Quando alcuni gruppi ebraici continuarono la lotta, ormai interessati a rovesciare completamente l'autorità reale, la monarchia non cedette volontariamente il controllo. Furono fatti tentativi per guadagnarsi la benevolenza popolare. Il sommo sacerdote Menelao, irrimediabilmente compromesso dal suo sostegno all'ellenizzazione, fu rimosso dall'incarico e messo a morte. Un nuovo sommo sacerdote di nome Alcimo, gradito a quasi tutti, fu insediato a condizione che le cerimonie tradizionali fossero mantenute. Ma i tentativi militari di sfrattare i Greci dalla Giudea non furono tollerati. Lo stesso Giuda, che continuò la lotta sebbene in netta inferiorità numerica, fu ucciso sul campo di battaglia nel 161 AEV. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE |contenuto = ''Nota: Quando il Sommo Sacerdote Gionata fu assassinato nel 143 AEV, suo fratello Simone, ultimo dei fratelli Maccabei, divenne il suo successore. Di per sé, questo non sarebbe sorprendente: la famiglia era una famiglia di eroi e non c'era nessun altro candidato plausibile per la carica. Tuttavia, le modalità della sua nomina furono davvero sorprendenti: oltre a ricevere la nomina dal re seleucide, che tecnicamente godeva ancora di questo diritto, Simone fu insediato per voto del popolo di Gerusalemme. Mai prima di allora era stato eletto un sommo sacerdote. Questa era una procedura standard tra le città greche, ma era inaudita nella storia ebraica e non aveva alcun fondamento nella [[Torah]]. È sorprendente che una famiglia giunta alla grandezza difendendo la tradizione e opponendosi all'ellenismo, si affidasse comunque a questo metodo tipicamente greco per ottenere alte cariche. L'episodio rivela la pervasiva influenza della cultura greca anche su persone desiderose di limitarne gli effetti.'' Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo. Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati. I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario. Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento. Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente. Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore; che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele, che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze; che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea; chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole. <div align="right">({{passo biblico2|1Maccabei|14:29-45}})</div> }} {{clear}} [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|7 luglio 2025}} [[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 4]] p9utlilfvwwr3xgjstj2k30k2fpp3el 478538 478536 2025-07-08T18:37:49Z Monozigote 19063 /* Crisi e nuovo inizio */ testo 478538 wikitext text/x-wiki {{Una storia dell'ebraismo}} [[File:Arthur Szyk (1894-1951), Bar Kochba (1927).jpg|center|750px|"Bar Kochba", di Arthur Szyk (1927)]] == Crisi e nuovo inizio == {{Vedi anche|:en:w:Jewish apocrypha|w:Apocrifi giudaici|:en:w:Template:Jewish Apocrypha|etichetta1=Apocrifi ebraici (en)|etichetta2=Apocrifi giudaici|etichetta3=Template:Jewish Apocrypha}} <!--- miei testi in inglese da tradurre, sistemare e inserire ---> I Persiani governarono il Vicino Oriente per quasi 200 anni: conquistarono Babilonia nel 539 AEV e mantennero il potere fino a una rapida serie di spettacolari sconfitte per mano di Alessandro Magno, re di Macedonia, dal 333 al 331 AEV. In seguito, la lingua greca e le varianti della cultura greca dominarono il Mediterraneo orientale per quasi {{FORMATNUM:1000}} anni, fino all'altrettanto spettacolare arrivo degli Arabi e dell'Islam nel VII secolo EV. Alessandro mantenne il sistema persiano di dividere il regno in regioni o satrapie, affidando a ciascuna di esse il comando a un subordinato di fiducia; una volta terminata la guerra attiva, molti dei suoi generali furono nominati a questi incarichi. Adottò misure per diffondere la cultura greca in tutto il regno – istituì insediamenti di soldati in servizio o in pensione in luoghi chiave e incoraggiò (o costrinse) i suoi ufficiali a sposare donne indigene di alto rango – ma forse era più interessato a mantenere la stabilità e il controllo che a dare inizio a una rivoluzione culturale. Re Alessandro non interferì nella vita interiore della popolazione ebraica (o di qualsiasi altra) ora sotto il suo dominio, ma incoraggiò un'immigrazione su larga scala nella nuova città di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]]. Questa nuova città divenne presto una capitale reale, la più grande città del mondo greco, sede della più grande comunità ebraica al mondo. Qui e altrove si sviluppò, prosperò e poi scomparve quasi completamente un ebraismo di lingua greca; si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 6|Capitolo 6]] per ulteriori dettagli. Come è noto, Alessandro Magno morì improvvisamente e giovanissimo, molto prima di aver organizzato un'amministrazione stabile per il suo immenso regno. Non lasciò un erede degno di questo nome e, dopo un periodo di intense e violente lotte tra i suoi generali e aiutanti, il suo regno si disgregò. La maggior parte dei potenziali successori di Alessandro fu eliminata nella lotta, ma dopo una generazione di guerre alcuni sopravvissuti si erano affermati come re a pieno titolo, ciascuno con il controllo di una porzione del regno di Alessandro. Due di questi nuovi monarchi governavano su un numero considerevole di ebrei: ''[[w:Tolomeo I|Tolomeo]]'' in Egitto e ''[[w:Seleuco I|Seleuco]]'' su gran parte della parte asiatica dell'antico Impero persiano. Il regno di Tolomeo comprendeva la Giudea e la capitale in espansione Alessandria, mentre Seleuco governava la comunità di esuli a Babilonia, già esistente da diversi secoli. Della Babilonia di quei primi secoli non si sa quasi nulla, ma gli eventi in Giudea sotto il dominio greco determinarono il carattere dell'ebraismo per sempre. Come lo stesso Alessandro, Tolomeo I e i suoi successori non sembrano aver compiuto alcuno sforzo diretto per cambiare le condizioni in Giudea: la Torah rimase in vigore e i sommi sacerdoti rimasero in carica. Ciononostante, cambiamenti imprevisti iniziarono ad apparire nella vita ebraica. I funzionari greci passavano continuamente per Gerusalemme e la loro presenza iniziò a influenzare la popolazione locale. Chi desiderava attirare l'attenzione dei sovrani doveva imparare almeno un po' di greco; chi desiderava dedicarsi al commercio su larga scala doveva fare lo stesso. Chi desiderava entrare al servizio del re doveva acquisire una padronanza ancora maggiore e apprendere le complessità del protocollo di corte e della vita nella capitale reale. I greci, da parte loro, non esitavano a ostentare la brillante superiorità del loro stile di vita,<ref>1</ref> e in effetti, le conquiste della civiltà greca furono davvero impressionanti. Il risultato fu una costante infiltrazione dell’''[[w:ellenismo|ellenismo]]'' (ovvero della cultura greca) nella scena giudaica: ciò era particolarmente vero tra i circoli ricchi e ambiziosi di Gerusalemme, non da ultimo quelli dei sacerdoti di alto rango. Alcune famiglie impararono ad adattarsi ai costumi greci, mentre altre senza dubbio guardavano con sgomento a questo allontanamento dalle usanze ancestrali. Alcuni individui raggiunsero posizioni di potere e onore, mentre altri senza dubbio guardavano con invidia e risentimento. Secondo uno schema secolare, le campagne videro la città sprofondare nella malvagità (così come la vedevano loro), mentre rabbia e amarezza crescevano lentamente. Lo storico [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]<ref>2</ref> racconta di una famiglia chiamata i ''Tobiadi'' che ottenne il diritto di riscuotere le tasse per tutta la Giudea e il territorio circostante.<ref>3</ref> Si trattava di un'antica famiglia, avvezza alla ricchezza e al potere, che era riuscita ad avanzare fino ai vertici del regime tolemaico e a sposare contemporaneamente un membro della famiglia del sommo sacerdote. Flavio Giuseppe racconta la storia come un monito: durante un viaggio ad Alessandria, uno dei fratelli Tobiadi si innamorò di una danzatrice, e questa infatuazione portò infine al declino della famiglia. Ciononostante, il racconto rivela che gli ebrei disposti a compromettere il loro retaggio nazionale furono in grado di ottenere ricchezze e potere su una scala prima inimmaginabile. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = GLI APOCRIFI |contenuto = The Septuagint translation of the Torah began a process by which the Greek-speaking Jews of the Hellenistic Diaspora translated all their sacred writings into a language they could understand. This Greek-language collection eventually included materials that the emerging Hebrew-language collection of the Tanakh left out (cfr. Capitolo 1, "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). The Hebrew texts became the Bible of the Jewish religion, while the Greek collection became the Old Testament of Christianity. This situation persisted for well over 1,000 years, until the time of the Protestant Reformation in the sixteenth century. At that point, the Reformers, led by Martin Luther, concluded that there was something illogical about the claim that Christianity rested on the scriptures of Israel when in fact the Christian Old Testament included several books that the Jews themselves did not revere as holy! Protestants therefore removed those books from their Bibles or moved them to a special section of their own called the Apocrypha, from a Greek word meaning “items that ought to be hidden away.” Thanks to their long history in the Christian Church, the documents in question were not actually hidden away; they were deemed worthy of careful study but were no longer placed in the same category of holiness as the biblical writings themselves. It must be kept in mind that these books, though Jewish in origin, were preserved through the Middle Ages by Christians and not by Jews; in fact, there are many passages that seem to show the alterations of Christian copyists. The books of the Apocrypha are as follows: 1. 1 Esdras. An alternative version of the Bible’s own narrative, starting at 2 Chronicles 35, including all of the Book of Ezra, and concluding with Nehemiah 7:72–8:13, rather abruptly in the midst of the verse. Only a long narrative of events at the court of the Persian King Darius in chapters 3–5 contains other material. The name Esdras is a Greek form of the biblical name Ezra. 2. 2 Esdras. A vision of the end of days said to have come to Ezra, here called a prophet (1:1). The book consists of a long Jewish exploration of the problem of evil as reflected in the Babylonian destruction of Jerusalem, though thebookwas probably written at the time of the later destruction by Rome.Moreexplicitly Christian chapters have been added at the beginning and the end. 3. Tobit. A romantic tale of the pious Tobit, who overcame great tribulations thanks to his faith. Tobit’s son Tobias eventually marries Sarah, a pious widow all of whose previous husbands had died on their wedding night, and overcomes the demon that had been killing them. 4. Judith. The triumph of the beautiful, pious widow Judith, who rescues the Jews from conquest by the wicked Holofernes by offering herself to the Babylonian general but then getting him drunk and cutting off his head when they are alone. 5. Additions to the Book of Esther. The biblical text of Esther is famous for never explicitly mentioning God. The translators “corrected” this problem by adding several long prayers recited by the main characters of the story at key moments in the narrative. Other sorts of background information and elaboration are supplied as well. 6. Wisdom of Solomon. Aset of philosophical musings in praise ofWisdom and fiercely hostile to idolatry, ascribed (like the biblical wisdom books of Proverbs and Ecclesiastes) to the ancient King Solomon. 7. Ecclesiasticus, or the Wisdom of Ben Sira. Joshua (Jesus) ben Sira was a wealthy resident of Jerusalem who around 200 BCE wrote a book of practical wisdom designed to guide the education of young men. The Wisdom tradition pervaded the Near East for millennia and underlies the biblical Wisdom books as well (see no. 6). 8. Baruch. A short set of orations ascribed to Baruch ben Neriah, the faithful secretary of the prophet Jeremiah (see Chapter 3, “The Origin of a Prophetic Book”). The sixth and last chapter is sometimes printed separately as the Letter of Jeremiah, allegedly sent by the prophet to the exile community newly arrived in Babylon. 9. Song of the Three Young Men. A long prayer and psalm of thanksgiving ascribed to the young Jews who were rescued from a fiery furnace during the persecutions of King Nebuchadnezzar. The poems are inserted into the Greek translation of Daniel 3. 10. Susanna. A short story about the piety of a young beauty who resists the seductive advances of hypocritical elders. It appears as an extra chapter in the Greek version of Daniel. 11. Bel and the Dragon. Another addition to the Book of Daniel, this one describing Daniel’s successful unmasking of dishonest pagan priests. Also added to the text in the Greek version, the storymakes reference to Daniel’s escape from the lions’ den in the Hebrew Daniel 6. 12. The Prayer of Manasseh. King Manasseh of Judah is described in 2 Kings 21 as the most wicked king that realm ever endured, but the retelling in 2 Chronicles 33:12–13 reports that Manasseh repented at the end of his life and composed a prayer of contrition. The Hebrew text only refers to this prayer, but the Greek text provides its text. 13. 1 Maccabees. A narrative of the persecutions of Antiochus and the Maccabees’ heroic resistance. The book ends with the installation of Hyrcanus I in 135–4 BCE. 14. 2 Maccabees. Another account of those years, including some introductory material but ending with Judah’s defeat of the general Nicanor in 161. [[File:Israeli blue Star of David.svg|20px|center|Maghen David]] Many other Jewish writings from late antiquity have survived as well; these are often assembled into a collection called Pseudepigrapha (“falsely ascribed writings”), because many are presented as the writings of biblical heroes such as the prophets or the patriarchs or even Adam and Eve. These texts also were preserved by Christians throughout the Middle Ages. }} I Tolomei e i Seleucidi combatterono sporadicamente per il controllo della Giudea, un territorio prezioso che si estendeva lungo il confine tra i loro regni; infine, nel 198 AEV, il monarca seleucide [[w:Antioco III|Antioco III]] ne conquistò definitivamente il territorio. Il nuovo sovrano offrì ferme garanzie che il cambio di regime non avrebbe avuto alcun effetto sulla vita in Giudea, e queste garanzie rimasero valide finché il conquistatore fu in vita. Alla morte di Antioco nel 187 AEV, tuttavia, fu sostituito dal figlio [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]], e le cose iniziarono a cambiare. Il Secondo Libro dei Maccabei racconta una strana storia. Re Seleuco inviò il suo primo ministro, un uomo di nome Eliodoro, a Gerusalemme con l'ordine di entrare nel Tempio e prelevare i fondi che erano stati impropriamente mescolati con il tesoro del Tempio.<ref>4</ref> All'ingresso, tuttavia, Eliodoro incontrò un enorme guerriero a cavallo coperto dalla testa ai piedi da un'armatura d'oro massiccio, accompagnato da due giovani splendenti. Di fronte a questi avversari, Eliodoro e tutto il suo seguito svennero e dovettero essere portati fuori dal santuario, salvando così il Tempio dalla violazione.<ref>5</ref> I lettori moderni che si imbattono in questa storia sono tentati di liquidarla come una leggenda fantasiosa, ma nonostante i suoi dettagli mitologici probabilmente incarna il ricordo di un evento storico. Il raid deve aver turbato e spaventato la gente del tempo. Ecco un nuovo regime, una nuova dinastia reale al potere sulla Giudea, che dopo solo pochi anni al potere aveva rovesciato un assetto che durava da secoli. L’agente del re aveva tentato di entrare nella casa di Dio e di derubarla, e solo l’apparizione dell’angelo di Dio (perché tale doveva essere) aveva impedito il disastro. Nel 175 AEV, Seleuco IV fu assassinato dallo stesso Eliodoro. Gli successe il fratello, che salì al trono con il nome di [[w:Antioco IV|Antioco IV]]; il figlio del defunto re, Demetrio, era attualmente trattenuto a Roma come ostaggio e non poté succedere al padre secondo le consuete modalità. Sotto Antioco IV la situazione in Giudea si disintegrò rapidamente (anche se l'esatta sequenza degli eventi rimane poco chiara). Il nuovo re sostituì rapidamente il sommo sacerdote in carica, Onia, con un altro di nome Giasone. Giasone era fratello di Onia, e quindi appartenente alla legittima famiglia dei sommi sacerdoti, ma ciononostante questa era la prima volta a memoria d'uomo che un monarca straniero rimuoveva un sommo sacerdote dall'incarico e sceglieva il suo successore con nomina reale. Per gli ebrei comuni dell'epoca, si trattava di una scioccante ingerenza nella loro vita religiosa, perpetrata dal fratello di un re che aveva cercato di sottrarre denaro al loro sacro Tempio. A molti giudei sembrò che i nuovi sovrani seleucidi del loro territorio intendessero arrecare loro gravi danni. Perché Antioco agì in questo modo? Non si rendeva forse conto che i suoi sudditi sarebbero rimasti inorriditi da un'azione del genere? È possibile che non se ne rendesse conto; nel mondo greco molti sacerdozi erano cariche di stato, da ricoprire per nomina o elezione, e molti di essi duravano per un periodo stabilito e poi scadevano. Alle sue condizioni, Antioco potrebbe aver considerato la sua azione pienamente rientrante nella normale sfera delle prerogative reali, e potrebbe aver visto il sommo sacerdote ebreo al servizio e dipendenti, come tanti funzionari equivalenti, del re.<ref>6</ref> Inoltre, Giasone potrebbe aver offerto incentivi allettanti, forse la garanzia di maggiori entrate, forse l'insinuazione che il ramo della famiglia di suo fratello stesse cospirando per riportare il dominio dei Tolomei sulla Giudea. Se Antioco aveva motivo di sospettare che Onia stesse tramando un tradimento, allora un immediato cambiamento del regime locale doveva apparire urgentemente necessario. Qualunque fossero le ragioni del re, il popolo reagì con sgomento. Onia si rifiutò di abbandonare la carica e iniziarono violenti scontri tra i sostenitori dei due aspiranti leader. Naturalmente, il re prese atto di tutto ciò con allarme: non poteva tollerare con facilità lo spettacolo di crescenti disordini in un territorio al confine del suo regno, soprattutto quando sospettava che i leader locali nascondessero nemici dei suoi interessi. Un altro importante sviluppo contribuì all'aggravarsi della crisi, sebbene non sia possibile stabilirne l'esatta collocazione nella sequenza degli eventi. Mentre era ostaggio a Roma, Antioco era rimasto colpito dalla capacità dei suoi ospiti di governare un dominio in crescita assorbendo i vicini conquistati nel sistema politico romano. La pratica romana di estendere la cittadinanza ai nemici sconfitti (a dire il vero, con gradi di subordinazione attentamente regolati) creò un'unità politica su larga scala e diede ad altri un interesse nel benessere dello stato romano. Una volta al potere, Antioco si propose di creare un accordo simile per il suo vasto e diversificato regno: iniziò a usare la cultura greca e la struttura formale della città-stato greca (''polis'') come cemento che lo avrebbe tenuto insieme. Così, quando un gruppo di ricchi gerosolimitani chiese al re di ristrutturare la loro città come una ''polis'' da chiamare Antiochia in suo onore,<ref>7</ref> egli fu fin troppo felice di accogliere la richiesta. Sembra che l'elenco iniziale dei cittadini fosse limitato a poche migliaia di persone appartenenti alle classi più elevate della società; il resto del popolo non godeva di alcun diritto politico. Le città dell'antica Grecia erano governate da un sistema comune: l'assemblea dei cittadini si riuniva periodicamente per approvare risoluzioni ed eleggere i funzionari, mentre questi ultimi erano supervisionati tra un'assemblea e l'altra da un consiglio permanente, selezionato tra i cittadini. In teoria, ogni città greca era un'entità sovrana, governata dai suoi cittadini secondo le leggi e le politiche che questi ultimi ritenevano opportuno adottare. Le città dovevano assecondare i desideri dei monarchi all'interno dei cui regni si trovavano, ma i re erano solitamente disposti a lasciare che fossero i funzionari locali a prendere decisioni locali e a consentire ai cittadini di qualsiasi ''polis'' di vivere come preferivano, purché non creassero problemi. La fondazione di Antiochia di Gerusalemme equivalse quindi all'abrogazione della Torah, o quantomeno alla cancellazione della sua autorità formale: gli abitanti della nuova città greca non erano costretti a violare gli insegnamenti di Mosè, ma ora erano liberi di farlo se lo desideravano. L'opera di Esdra era stata vanificata: i suoi oppositori, eredi degli oppositori dei profeti, avevano finalmente trionfato. La scelta di Giasone come sommo sacerdote da parte del re potrebbe essere collegata a questi sviluppi. Con l'ascesa al potere di Giasone, gli oppositori dell'eredità mosaica avevano preso il controllo della vita ebraica. Il nuovo leader era un entusiasta ammiratore della cultura greca e iniziò rapidamente a introdurre cambiamenti nella vita di Gerusalemme; in particolare, con grande sorpresa dei suoi contemporanei, costruì un ginnasio a Gerusalemme che divenne rapidamente il centro locale della vita urbana.<ref>8</ref> Peggio ancora, i leader della ''polis'' iniziarono a introdurre cambiamenti nel rituale del Tempio, e il popolo ne fu sgomento. Nel frattempo, re Antioco invase l'Egitto e vinse nettamente; stava per abolire la monarchia tolemaica e annettere l'Egitto al proprio regno quando un ambasciatore romano gli consegnò un ultimatum umiliante e lo costrinse ad abbandonare la vittoria e a tornare in patria a mani vuote. Il popolo di Gerusalemme, sentendo che un re che odiavano aveva trovato sventura in Egitto, credette erroneamente che fosse morto e iniziò a festeggiare. Il re, furioso, tornando a casa con un esercito umiliato, attraversò la Giudea e trovò i suoi abitanti che esultavano per la sua morte. Concludendo che la Giudea era diventata ingovernabile e che la religione ebraica era la causa del problema, pose il territorio sotto il diretto controllo militare. Nominando un terzo sommo sacerdote, un uomo di nome Menelao, che si impegnò a essere più collaborativo, il re ordinò l'abolizione delle usanze ebraiche tradizionali e l'ellenizzazione forzata della religione ebraica. Agli ebrei devoti fu imposto di adorare gli idoli. La circoncisione dei bambini maschi fu proibita sotto pena di morte, e il possesso di rotoli della Torah fu dichiarato un crimine. Il Tempio stesso fu ceduto alle truppe siriane del re come loro santuario locale, e in quel luogo sacro si svolgevano cerimonie che gli autori biblici non si degnano nemmeno di descrivere.<ref>9</ref> Era iniziata una vera e propria persecuzione dello stile di vita mosaico; il re e i suoi sostenitori ebrei erano determinati a condurre un popolo arretrato nella terra promessa culturale dell'ellenismo. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = APOCALISSE |contenuto = The [[w:Libro di Daniele|Book of Daniel]] is the most important early example of a type of writing that has come to be known as apocalypse, after the Greek word for “revelation.” These books depict the future in the form of a revelation granted by an angel to a pious hero. Scripture contains earlier examples as well, most notably toward the end of the Book of Zechariah, but Daniel’s visions can be located precisely in their historical context, so they provide a useful starting point for examining this literature. These books depart from the earlier scriptures in two noteworthy respects. In form, they continue to uphold the idea that the truly pious can hope to receive divine messages like the prophets of old, but now the source of those messages is an intermediary angel rather than God himself. This change suggests that God was increasingly seen as ruling the world through a throng of agents and representatives, just as the kings of the Hellenistic world (and then the Roman emperors) were seen as distant though powerful monarchs, approachable only through many levels of agents, bureaucrats, and ministers. Everything was done in their name, but ordinary people rarely saw them and could barely hope for their personal attention. God, of course, was never felt to be as remote or hidden as that; nevertheless, the idea began to spread that the world is full of God’s agents, a kind of bureaucracy or a royal court of heavenly beings who actually perform the actions that are carried out in their commander’s name. In substance, apocalyptic writing differs from earlier biblical writings in that it has given up on understanding history. Deuteronomy confidently asserts that through historical events God rewards the righteous and punishes the wicked, and this idea was still widely accepted when the Babylonians destroyed Jerusalem (see Chapter 2, “A Debate on the Meaning of Disaster”). The Book of Daniel, however, is careful to avoid any such claim: as the persecutions of King Antiochus intensified, everyone could see that now it was those who violated the covenant who enjoyed wealth and power, while those who remained loyal to Moses and his teaching endured mounting sorrows. Butnowthatwas all right: what happens in this world is not a reward or a punishment but simply the realization of God’s mysterious plan. The execution of God’s justice will take place hereafter. This type of writing remained popular among Jews for several hundred years. The books now known as 2 Esdras (or 4 Ezra) and 2 Baruch were written after the Romans destroyed Jerusalem again in 70 CE, and they apply this same manner of writing and thinking to the disaster of their own time. Fragments of many other apocalypses have survived as well. As this way of thinking spread, it began to generate impatience for the promised end of history. Fervent eagerness for the end of the world was a natural response to seemingly endless suffering; fueled by the conviction that events were preordained and had no inherent meaning, expectation of the final resolution of Israel’s painful history rose ever higher among groups of despondent Jews. Since the end of the world would mean the triumph of righteousness over evil, this eagerness often took the form of resistance to Herodian or Roman oppression: at the end of time, God would surely allow his true servants to overcome their enemies. Following the example of their Maccabean forebears, groups of the pious began taking up arms or just rioting in the streets of Jerusalem, confident that the reign of Satan was drawing to its close. This enthusiastic readiness for cataclysm was an important ingredient in the Judaeans’ willingness to start a war with the Roman Empire: the Maccabees had triumphed over the great kingdom of their time, and surely God would not allow his people to suffer defeat now. Not once but three times in less than a century the Jewish nation attempted to vanquish Rome by force of arms, and all three times their efforts ended in disaster; cfr. Capitolo 7. }} Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] fu composto sotto la pressione di questi terribili eventi. Dal punto di vista dei giudei tradizionalmente pii, le promesse della Torah avevano subito un crudele capovolgimento: dove Mosè aveva promesso che la lealtà a YHWH avrebbe portato prosperità, mentre la slealtà avrebbe portato al disastro, i devoti venivano ora distrutti per la loro fedeltà, mentre gli apostati accumulavano ricchezza e potere sotto il patrocinio di un re greco. Come era possibile? Il Libro di Daniele inizia con alcune storie tradizionali, ambientate alle corti dei monarchi babilonesi e persiani, che narrano di ebrei pii che rischiarono la vita per evitare di trasgredire la legge di Dio e furono salvati via dai loro nemici; la fine del libro offre una visione dettagliata del futuro che culmina nel trionfo finale dei giusti e nella terribile punizione dei loro aguzzini, un cataclisma finale che si sarebbe verificato in un futuro molto prossimo. Si dice che questa visione sia stata concessa a Daniele nel primo anno del re persiano Dario (ovvero il 522 AEV), ma gli studiosi hanno notato che la sua descrizione degli eventi del presunto futuro è accurata fino al tempo della persecuzione sotto Antioco IV, dove si perde in vaghezza e congetture. Chiaramente, la "visione" fu composta in quel periodo: le previsioni dettagliate (scritte a posteriori) davano peso all'anticipazione della vendetta finale, e questa anticipazione incoraggiava i lettori ad affrontare un periodo terribile. Nascoste in questo incoraggiamento c'erano alcune nuove idee religiose. L'idea stessa che un angelo potesse rivelare il corso degli eventi secoli prima del loro tempo significava che la storia era predeterminata. La sofferenza degli ebrei non era una punizione, come insisteva il Deuteronomio: gli eventi rivelavano invece l'inesorabile dispiegarsi del misterioso piano di Dio. Le vittime della persecuzione non dovevano incolpare se stesse (anche se molte lo facevano): il loro compito era solo quello di rimanere salde sotto una terribile pressione, di respingere ogni tentazione di violare la Torah, di mantenere la fede in Dio che la loro rettezza non sarebbe stata vana. Questo rifiuto di vedere un significato nella storia era un ritiro dalla precedente fiducia dei profeti che tutti gli eventi avessero un significato in quanto espressioni della giustizia di Dio, ma gli eventi del loro tempo non lasciavano altra scelta. ''Sapevano'' di non essere stati così malvagi da meritare ciò che stava accadendo loro ora! Ma se la giustizia di Dio non dovesse essere effettivamente riconosciuta negli eventi, allora dove, quando e come si sarebbe affermata? Gli ultimi libri della Bibbia offrono una nuova idea per risolvere questo problema: la giustizia di Dio sarebbe stata rivelata in un altro mondo, dopo che ogni vita fosse stata completata e potesse essere valutata nel suo complesso. Il Libro di Daniele contiene l'allusione più chiara<ref>10</ref> della Bibbia all'idea di resurrezione: tutti gli esseri umani saranno infine riportati in vita e poi giudicati in base alla rettitudine della vita che hanno condotto. Se questo mondo non può essere un luogo in cui tutti ottengono ciò che meritano, deve esistere un altro mondo in cui i giusti e i malvagi incontreranno il loro giusto destino. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] Nel caos di un paese in cui bande armate sostenevano tre diversi pretendenti alla carica del sommo sacerdozio e dove i funzionari reali cercavano di abolire un amato stile di vita mentre la gente comune soffriva e moriva per preservarlo, iniziò a emergere una resistenza organizzata e un'oscura famiglia di preti di campagna si fece avanti come suoi leader. Sembra che i resistenti fossero chiamati ''Hasidim'' (in greco ''Asidaioi'', in italiano a volte ''Asideani''), ovvero "i leali",<ref>11</ref> ed erano uniti nella loro feroce lealtà alla Torah di Mosè e alla disciplina religiosa basata su quella Torah. Con il passare del tempo e l'intensificarsi della persecuzione, aumentò anche il loro rifiuto di cedere alle sue richieste. Quando possibile, reagirono; quando necessario, sacrificarono la vita. Rafforzati da un nuovo tipo di letteratura di cui il Libro di Daniele è tipico, erano certi che Dio non avrebbe lasciato le loro sofferenze irrisolte o invendicate (cfr. "APOCALISSE"). La gente si unì a questo esercito in crescita per diverse ragioni. Alcuni volevano semplicemente che il re e i suoi sostenitori smettessero di molestarli; altri erano altrettanto interessati a riprendersi il Tempio e ripristinarne i riti tradizionali. Alcuni, probabilmente pochi all'inizio, videro l'opportunità di cacciare gli odiati idolatri greci e siriani dalla loro terra; altri erano ansiosi di colpire l'oppressiva élite ebraica che si era impossessata delle loro terre e dei loro beni per generazioni e ora stava imponendo anche sulle loro vite un oltraggio religioso. Tutti questi gruppi condividevano la prontezza a imbracciare le armi e combattere il nemico comune, sostenuti da una profonda fiducia che il Dio di Mosè avrebbe concesso loro la vittoria finale. Gli ''Hassidim'' trovarono il loro capo in un angolo inaspettato. Nel villaggio di [[w:Modi'in (città antica)|Modi’in]], a circa venti miglia a nord-ovest di Gerusalemme, viveva un anziano sacerdote di nome [[w:Mattatia|Mattatia]]. Secondo il racconto giunto alle generazioni successive,<ref>12</ref> un ufficiale reale giunse in città in cerca di ebrei disposti ad adorare gli idoli e offrì una ricompensa a chiunque lo facesse. Mattatia non solo rifiutò l'offerta del re, ma uccise anche un ebreo che aveva accettato e anche il rappresentante del re. Poi, naturalmente, dovette fuggire nel deserto, dove radunò attorno a sé i primi elementi di una forza di guerriglia per combattere la persecuzione. Questa storia fu scritta in un'epoca in cui i discendenti di Mattatia erano diventati i governanti della Giudea e potrebbe contenere un elemento di propaganda, ma non è inverosimile. Qualcuno doveva pur dare inizio alla lotta, e forse è così che andò. Scritti successivi attribuiscono anche un'innovazione più radicale allo stesso Mattatia e alla sua cerchia. I nemici degli ebrei devoti<ref>13</ref> avevano capito che gli ebrei rispettosi della legge non avrebbero preso le armi durante lo Shabbat, nemmeno per legittima difesa, quindi, naturalmente, attaccarono quegli ebrei in quel giorno e ne uccisero molti. I pii combattenti capirono che questa passività era controproducente: {{citazione|Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra". Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di Sabbath e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli".|{{passo biblico2|1Maccabei|2:40-41}}}} A Mattatia e ai suoi compagni viene quindi attribuita un'idea di vasta portata: nel difendere la tradizione, avrebbero potuto doverla modificare. Sotto la guida rabbinica, diversi secoli dopo, quest'idea sarebbe stata applicata in modi prima inimmaginabili.<ref>15</ref> Già anziano all'inizio della lotta, Mattatia morì presto. La guida della lotta passò a suo figlio [[w:Giuda Maccabeo|Giuda]], che fu chiamato "Maccabeo", sebbene nessuno sappia con certezza cosa significasse quel soprannome. Giuda divenne un eroe popolare, vessando le forze reali e proteggendo coloro che desideravano continuare a vivere secondo la Torah. Giuda e suo padre non erano propriamente difensori della libertà religiosa, sebbene oggi siano talvolta ritratti in questa luce: Mattatia, mentre era in vita, aveva iniziato la pratica di cavalcare per le campagne, circoncidendo forzatamente i neonati maschi i cui genitori avevano trascurato o rifiutato di compiere questo antico rito.<ref>16</ref> Ciononostante, si guadagnarono la lealtà e la gratitudine della gente comune della Giudea difendendo lo stile di vita nazionale e proteggendo coloro che desideravano preservarlo. L'esercito di Giuda, in crescita, ottenne una serie di vittorie contro forze greco-siriane più numerose e meglio addestrate, e gradualmente il re e i suoi consiglieri abbandonarono il tentativo di abolire l'ebraismo tradizionale con la forza e ritirarono il loro sostegno agli ellenisti radicali che avevano conquistato Gerusalemme. Questi si rifugiarono nella fortezza di Gerusalemme, mentre Giuda e i suoi seguaci entrarono in città e ridedicarono con gioia il Tempio purificato al Dio dei loro antenati. Questa dedica, avvenuta nell'inverno del 165-164 AEV, viene ricordata ancora oggi nella festa ebraica di ''[[w:Chanukkah|Hanukkah]]'' ({{lang|he|חנוכה}} "dedicazione"). La crisi era finita. Più o meno in quel periodo, Antioco IV si trasferì all'altra estremità del suo regno, per proseguire il progetto del defunto fratello di sottrarre fondi sospetti dai tesori del tempio. Fu ucciso in battaglia (questa fu sicuramente la vendetta di Dio!), e il suo giovane figlio divenne re con il nome di [[w:Antioco V|Antioco V]]. Nonostante la vittoria di Giuda, il territorio della Giudea rimase sotto la sovranità del regno seleucide. Il re mantenne il diritto di nominare sommi sacerdoti e le tasse continuarono a essere pagate, sebbene la Torah fosse stata ripristinata nella sua autorità per decreto reale. Quando alcuni gruppi ebraici continuarono la lotta, ormai interessati a rovesciare completamente l'autorità reale, la monarchia non cedette volontariamente il controllo. Furono fatti tentativi per guadagnarsi la benevolenza popolare. Il sommo sacerdote Menelao, irrimediabilmente compromesso dal suo sostegno all'ellenizzazione, fu rimosso dall'incarico e messo a morte. Un nuovo sommo sacerdote di nome Alcimo, gradito a quasi tutti, fu insediato a condizione che le cerimonie tradizionali fossero mantenute. Ma i tentativi militari di sfrattare i Greci dalla Giudea non furono tollerati. Lo stesso Giuda, che continuò la lotta sebbene in netta inferiorità numerica, fu ucciso sul campo di battaglia nel 161 AEV. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE |contenuto = ''Nota: Quando il Sommo Sacerdote Gionata fu assassinato nel 143 AEV, suo fratello Simone, ultimo dei fratelli Maccabei, divenne il suo successore. Di per sé, questo non sarebbe sorprendente: la famiglia era una famiglia di eroi e non c'era nessun altro candidato plausibile per la carica. Tuttavia, le modalità della sua nomina furono davvero sorprendenti: oltre a ricevere la nomina dal re seleucide, che tecnicamente godeva ancora di questo diritto, Simone fu insediato per voto del popolo di Gerusalemme. Mai prima di allora era stato eletto un sommo sacerdote. Questa era una procedura standard tra le città greche, ma era inaudita nella storia ebraica e non aveva alcun fondamento nella [[Torah]]. È sorprendente che una famiglia giunta alla grandezza difendendo la tradizione e opponendosi all'ellenismo, si affidasse comunque a questo metodo tipicamente greco per ottenere alte cariche. L'episodio rivela la pervasiva influenza della cultura greca anche su persone desiderose di limitarne gli effetti.'' Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo. Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati. I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario. Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento. Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente. Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore; che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele, che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze; che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea; chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole. <div align="right">({{passo biblico2|1Maccabei|14:29-45}})</div> }} Tuttavia, negli anni successivi alla riconsacrazione del Tempio, la dinastia seleucide stessa iniziò a disgregarsi. In un momento chiave (162 AEV), Demetrio, figlio di Seleuco IV, fuggì da Roma (forse con la connivenza dei suoi ospiti: "dividi et impera") e tornò in Asia per reclamare il suo trono. Demetrio entrò nel regno e scoppiò una guerra civile tra i due cugini reali. Una lotta dinastica sempre più caotica si protrasse per quasi un secolo, mentre i rivali per il trono iniziarono a competere per la benevolenza dei loro sudditi. Questa competizione, abilmente sfruttata dai Maccabei, portò potere alla loro famiglia e libertà al popolo della Giudea. Quando un aspirante re offrì il sommo sacerdozio al fratello di Giuda, Gionata (152 AEV), l'altro ratificò presto la nomina e aggiunse anche un sussidio finanziario; il sussidio si trasformò presto in una completa esenzione dagli obblighi finanziari verso il trono, e la Giudea divenne essenzialmente un paese indipendente. Quando Gionata fu assassinato verso la fine del 143 AEV, suo fratello [[w:Simone Maccabeo|Simone]], l'ultimo dei figli di Mattatia, fu scelto per succedergli; ciò confermò i Maccabei stessi come nuova dinastia sacerdotale. La famiglia divenne nota come ''[[w:Asmonei|Asmonei]]'', da un lontano antenato che si presumeva avesse dato il nome alla linea. L'ascesa di Simone al sommo sacerdozio è degna di nota anche per un altro motivo: in un momento chiave, all'inizio del suo mandato, il suo sacerdozio fu confermato da una delibera formale del popolo di Gerusalemme. Adottando una diffusa procedura greca, il popolo trattava il sommo sacerdozio come se fosse una carica civica e dichiarava, tramite una delibera pubblica formale, che, in virtù del suo precedente contributo al benessere della nazione, Simone avrebbe dovuto ricoprire tale carica (cfr. "IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE"). Questa procedura suscitò una certa ansia: il popolo non aveva mai rivendicato tale prerogativa prima, e la delibera prevedeva che la sua decisione potesse essere annullata se fosse sorto un "vero profeta" che avesse designato un'altra linea sacerdotale. La necessità di un vero profeta si era già manifestata una volta: quando Giuda Maccabeo ridedicò l'altare del Tempio, nessuno sapeva cosa fare delle pietre profanate. Per anni erano state dedicate al culto del Dio d'Israele, ma ora erano state contaminate dall'"abominio immondo". Alla fine, le pietre furono semplicemente messe da parte in un deposito, in attesa del momento in cui un vero profeta sarebbe venuto a consigliare al popolo cosa farne.<ref>17</ref> Questi episodi rivelano un'altra caratteristica del malcontento religioso che aveva travolto la Giudea: il popolo viveva senza una guida profetica in un momento in cui tale guida era disperatamente necessaria, ma non aveva ancora accettato che la guida Divina diretta nei momenti di crisi fosse stata loro tolta per sempre. In una situazione che ricorda quella di Esdra, Simone ricoprì quindi il sommo sacerdozio su una triplice base: per nomina reale, per deliberazione popolare e, naturalmente, per volere del Dio d'Israele. Quando anche Simone fu assassinato, nel 134 AEV, suo figlio [[w: Giovanni Ircano I|Yohanan (Giovanni)]], noto anche con il nome greco Ircano (''Hyrcanus''), gli succedette di diritto. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] In cosa consisteva la lotta dei Maccabei? I ribelli non erano semplicemente ostili a tutti i non-ebrei o a tutti gli aspetti della cultura greca. Lo stesso Giuda Maccabeo era pronto a inviare ambasciatori di lingua greca all'estero e a stipulare trattati di amicizia con i Romani e con l'antica città greca di Sparta.<ref>18</ref> In apparenza, le questioni ruotavano attorno alla pratica religiosa: il diritto degli individui a vivere secondo gli insegnamenti di Mosè e il diritto della nazione a mantenere tali insegnamenti nel suo santuario centrale. Ma che dire di quegli individui che volevano abbandonare gli insegnamenti di Mosè o che preferivano modificare le cerimonie del Tempio? Avevano lo stesso diritto di agire come ritenevano opportuno? La risposta sembra essere che, secondo i combattenti Maccabei, non l'avevano. Eredi dei profeti, erano profondamente convinti che la nazione dell'alleanza non avesse altra scelta che adempiere ai propri obblighi divini, e che i singoli membri della nazione dell'alleanza non avessero altra scelta che partecipare a tale adempimento. Un’espressione chiave della visione dei Maccabei sulla loro situazione appare molto presto nella dichiarazione semiufficiale della loro prospettiva, il ''[[w:Primo libro dei Maccabei|Primo Libro dei Maccabei]]'': {{citazione|In quei giorni [l'ascesa di Antioco IV] sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali". Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.|{{passo biblico2|1Maccabei|1:11-15}}}} Queste parole sono state attribuite agli ellenizzanti dai loro nemici, ma il punto è chiaro: secondo i Maccabei, la malvagità risiedeva ''nel loro desiderio di essere più simili agli altri''. Al contrario, la vittoria dei Maccabei sancì il principio opposto: ''è l'essenza dell'ebraismo che gli ebrei non debbano essere come gli altri. Gli ebrei che desiderano diventare più simili ai loro vicini devono essere fermati.'' Nei Capitoli successivi, questo wikilibro esaminerà i vari modi in cui tale principio è stato compreso e contrastato o messo in pratica. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|7 luglio 2025}} [[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 4]] r0o5f9odrqedothbnumu6ghmu5shiqc 478542 478538 2025-07-08T19:56:55Z Monozigote 19063 /* Crisi e nuovo inizio */ testo 478542 wikitext text/x-wiki {{Una storia dell'ebraismo}} [[File:Arthur Szyk (1894-1951), Bar Kochba (1927).jpg|center|750px|"Bar Kochba", di Arthur Szyk (1927)]] == Crisi e nuovo inizio == {{Vedi anche|:en:w:Jewish apocrypha|w:Apocrifi giudaici|:en:w:Template:Jewish Apocrypha|etichetta1=Apocrifi ebraici (en)|etichetta2=Apocrifi giudaici|etichetta3=Template:Jewish Apocrypha}} <!--- miei testi in inglese da tradurre, sistemare e inserire ---> I Persiani governarono il Vicino Oriente per quasi 200 anni: conquistarono Babilonia nel 539 AEV e mantennero il potere fino a una rapida serie di spettacolari sconfitte per mano di Alessandro Magno, re di Macedonia, dal 333 al 331 AEV. In seguito, la lingua greca e le varianti della cultura greca dominarono il Mediterraneo orientale per quasi {{FORMATNUM:1000}} anni, fino all'altrettanto spettacolare arrivo degli Arabi e dell'Islam nel VII secolo EV. Alessandro mantenne il sistema persiano di dividere il regno in regioni o satrapie, affidando a ciascuna di esse il comando a un subordinato di fiducia; una volta terminata la guerra attiva, molti dei suoi generali furono nominati a questi incarichi. Adottò misure per diffondere la cultura greca in tutto il regno – istituì insediamenti di soldati in servizio o in pensione in luoghi chiave e incoraggiò (o costrinse) i suoi ufficiali a sposare donne indigene di alto rango – ma forse era più interessato a mantenere la stabilità e il controllo che a dare inizio a una rivoluzione culturale. Re Alessandro non interferì nella vita interiore della popolazione ebraica (o di qualsiasi altra) ora sotto il suo dominio, ma incoraggiò un'immigrazione su larga scala nella nuova città di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]]. Questa nuova città divenne presto una capitale reale, la più grande città del mondo greco, sede della più grande comunità ebraica al mondo. Qui e altrove si sviluppò, prosperò e poi scomparve quasi completamente un ebraismo di lingua greca; si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 6|Capitolo 6]] per ulteriori dettagli. Come è noto, Alessandro Magno morì improvvisamente e giovanissimo, molto prima di aver organizzato un'amministrazione stabile per il suo immenso regno. Non lasciò un erede degno di questo nome e, dopo un periodo di intense e violente lotte tra i suoi generali e aiutanti, il suo regno si disgregò. La maggior parte dei potenziali successori di Alessandro fu eliminata nella lotta, ma dopo una generazione di guerre alcuni sopravvissuti si erano affermati come re a pieno titolo, ciascuno con il controllo di una porzione del regno di Alessandro. Due di questi nuovi monarchi governavano su un numero considerevole di ebrei: ''[[w:Tolomeo I|Tolomeo]]'' in Egitto e ''[[w:Seleuco I|Seleuco]]'' su gran parte della parte asiatica dell'antico Impero persiano. Il regno di Tolomeo comprendeva la Giudea e la capitale in espansione Alessandria, mentre Seleuco governava la comunità di esuli a Babilonia, già esistente da diversi secoli. Della Babilonia di quei primi secoli non si sa quasi nulla, ma gli eventi in Giudea sotto il dominio greco determinarono il carattere dell'ebraismo per sempre. Come lo stesso Alessandro, Tolomeo I e i suoi successori non sembrano aver compiuto alcuno sforzo diretto per cambiare le condizioni in Giudea: la Torah rimase in vigore e i sommi sacerdoti rimasero in carica. Ciononostante, cambiamenti imprevisti iniziarono ad apparire nella vita ebraica. I funzionari greci passavano continuamente per Gerusalemme e la loro presenza iniziò a influenzare la popolazione locale. Chi desiderava attirare l'attenzione dei sovrani doveva imparare almeno un po' di greco; chi desiderava dedicarsi al commercio su larga scala doveva fare lo stesso. Chi desiderava entrare al servizio del re doveva acquisire una padronanza ancora maggiore e apprendere le complessità del protocollo di corte e della vita nella capitale reale. I greci, da parte loro, non esitavano a ostentare la brillante superiorità del loro stile di vita,<ref>1</ref> e in effetti, le conquiste della civiltà greca furono davvero impressionanti. Il risultato fu una costante infiltrazione dell’''[[w:ellenismo|ellenismo]]'' (ovvero della cultura greca) nella scena giudaica: ciò era particolarmente vero tra i circoli ricchi e ambiziosi di Gerusalemme, non da ultimo quelli dei sacerdoti di alto rango. Alcune famiglie impararono ad adattarsi ai costumi greci, mentre altre senza dubbio guardavano con sgomento a questo allontanamento dalle usanze ancestrali. Alcuni individui raggiunsero posizioni di potere e onore, mentre altri senza dubbio guardavano con invidia e risentimento. Secondo uno schema secolare, le campagne videro la città sprofondare nella malvagità (così come la vedevano loro), mentre rabbia e amarezza crescevano lentamente. Lo storico [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]<ref>2</ref> racconta di una famiglia chiamata i ''Tobiadi'' che ottenne il diritto di riscuotere le tasse per tutta la Giudea e il territorio circostante.<ref>3</ref> Si trattava di un'antica famiglia, avvezza alla ricchezza e al potere, che era riuscita ad avanzare fino ai vertici del regime tolemaico e a sposare contemporaneamente un membro della famiglia del sommo sacerdote. Flavio Giuseppe racconta la storia come un monito: durante un viaggio ad Alessandria, uno dei fratelli Tobiadi si innamorò di una danzatrice, e questa infatuazione portò infine al declino della famiglia. Ciononostante, il racconto rivela che gli ebrei disposti a compromettere il loro retaggio nazionale furono in grado di ottenere ricchezze e potere su una scala prima inimmaginabile. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = GLI APOCRIFI |contenuto = La traduzione Septuaginta della Torah diede inizio a un processo attraverso il quale gli ebrei di lingua greca della Diaspora ellenistica tradussero tutti i loro scritti sacri in una lingua che potessero comprendere. Questa raccolta in lingua greca alla fine incluse materiali che la nascente raccolta in lingua ebraica del ''Tanakh'' omise (cfr. Capitolo 1, "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). I testi ebraici divennero la Bibbia della religione ebraica, mentre la raccolta in lingua greca divenne l'Antico Testamento del cristianesimo. Questa situazione persistette per ben oltre {{FORMATNUM:1000}} anni, fino alla Riforma protestante del XVI secolo. A quel punto, i Riformatori, guidati da [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]], conclusero che c'era qualcosa di illogico nell'affermazione che il cristianesimo si basasse sulle Scritture di Israele, quando in realtà l'Antico Testamento cristiano includeva diversi libri che gli ebrei stessi non veneravano come sacri! I protestanti rimossero quindi quei libri dalle loro Bibbie o li spostarono in una sezione speciale a loro dedicata, chiamata ''Apocrifi'', da una parola greca (ἀπόκρυφος) che significa "ciò che è tenuto nascosto". Grazie alla loro lunga storia nella Chiesa cristiana, i documenti in questione non furono effettivamente nascosti; furono ritenuti degni di un attento studio, ma non furono più considerati sacri quanto gli scritti biblici stessi. Va tenuto presente che questi libri, sebbene di origine ebraica, furono preservati per tutto il Medioevo dai cristiani e non dagli ebrei; infatti, molti brani sembrano mostrare le alterazioni dei copisti cristiani. I libri degli Apocrifi sono i seguenti: # '''1 Esdra'''. Una versione alternativa della narrazione biblica, che inizia in {{passo biblico2|2Cronache|35}}, include l'intero Libro di Esdra e si conclude con {{passo biblico2|Neemia|7:72-8:13}}, piuttosto bruscamente a metà del versetto. Solo una lunga narrazione degli eventi alla corte del re persiano Dario, nei capitoli 3-5, contiene altro materiale. Il nome ''Esdra'' è una forma greca (Έσδρας) del nome biblico ''Ezra''. # '''2 Esdra'''. Una visione della fine dei giorni che si dice sia giunta a Esdra, qui definito profeta (1:1). Il libro consiste in una lunga esplorazione ebraica del problema del male, così come si riflette nella distruzione babilonese di Gerusalemme, sebbene il libro sia stato probabilmente scritto al tempo della successiva distruzione da parte di Roma. Capitoli più esplicitamente cristiani sono stati aggiunti all'inizio e alla fine. # '''Tobia'''. Un racconto romantico del pio [[w:Libro di Tobia|Tobi]] (Τοβίτ), che superò grandi tribolazioni grazie alla sua fede. Il figlio di Tobi, Tobia (detto anche ''Tobiolo''), alla fine sposa Sara, una pia vedova i cui precedenti mariti erano morti la prima notte di nozze, e sconfigge il demone che li stava uccidendo. # '''Giuditta''' (Ιουδίθ ''Iudíth''). Il trionfo della bella e pia vedova [[w:Libro di Giuditta|Giuditta]], che salva gli ebrei dalla conquista del malvagio Oloferne offrendosi al generale babilonese, ma poi lo fa ubriacare e gli taglia la testa quando sono soli. # '''Aggiunte al Libro di Ester'''. Il [[w:Libro di Ester|testo biblico di Ester]] è famoso per non aver mai menzionato esplicitamente Dio. I traduttori hanno "corretto" questo problema aggiungendo diverse lunghe preghiere recitate dai personaggi principali della storia in momenti chiave della narrazione. Vengono inoltre fornite altre informazioni di base e approfondimenti. # '''Sapienza di Salomone'''. Un insieme di [[w:Libro della Sapienza|riflessioni filosofiche]] in lode della Sapienza e fortemente ostili all'idolatria, attribuite (come i libri sapienziali biblici dei Proverbi e dell'Ecclesiaste) all'antico re Salomone. # '''Ecclesiastico''', o la '''[[w:Siracide|Sapienza di Ben Sirach]]'''. Joshua (Giosuè/Gesù) ben Sira era un ricco abitante di Gerusalemme che, intorno al 200 AEV, scrisse un libro di saggezza pratica concepito per guidare l'educazione dei giovani. La tradizione sapienziale pervase il Vicino Oriente per millenni e costituisce la base anche dei libri sapienziali biblici (cfr. nr. 6). # '''Baruch'''. Una breve raccolta di orazioni attribuite a [[w:Libro di Baruc|Baruch ben Neriah]], il fedele segretario del profeta Geremia (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 3|Capitolo 3]], "LE ORIGINI DI UN LIBRO PROFETICO"). Il sesto e ultimo capitolo è talvolta stampato separatamente come ''[[w:Lettera di Geremia|Lettera di Geremia]]'', presumibilmente inviata dal profeta alla comunità di esuli appena arrivata a Babilonia. # '''Cantico dei Tre Giovani'''. Una lunga preghiera e salmo di ringraziamento attribuiti ai [[w:Preghiera di Azaria e Cantico dei tre giovani nella fornace|giovani ebrei salvati da una fornace ardente]] durante le persecuzioni del re Nabucodonosor. I componimenti poetici sono inseriti nella traduzione greca di {{passo biblico2|Daniele|3:52-90}}. # '''Susanna'''. Un breve racconto sulla pietà di una giovane bellezza che resiste alle avances seducenti di anziani ipocriti. Appare come capitolo aggiuntivo nella versione greca di [[w:Storia di Susanna|Daniele]]. # '''Bel e il Drago'''. Un'altra aggiunta al Libro di Daniele, che descrive il successo di Daniele nello smascherare sacerdoti pagani disonesti. Aggiunto anche al testo nella versione greca, il racconto fa riferimento alla fuga di Daniele dalla fossa dei leoni nel libro ebraico [[w:Bel e il Drago|Daniele 6]]. # '''La preghiera di Manasse'''. Re Manasse di Giuda è descritto in {{passo biblico2|2Re|21}} come il re più malvagio che il regno abbia mai sopportato, ma il racconto in {{passo biblico2|2Cronache|33:12-13}} riporta che Manasse si pentì alla fine della sua vita e compose una preghiera di contrizione. Il testo ebraico si riferisce solo a [[w:Preghiera di Manasse|questa preghiera]], ma il testo greco ne fornisce il testo. # '''1 Maccabei'''. Racconto delle persecuzioni di Antioco e dell'eroica resistenza dei Maccabei. [[w:Primo libro dei Maccabei|Il libro]] si conclude con l'insediamento di Ircano I nel 135-4 AEV. # '''2 Maccabei'''. Un [[w:Secondo libro dei Maccabei|altro resoconto]] di quegli anni, che include materiale introduttivo ma termina con la sconfitta del generale Nicanore da parte di Giuda nel 161. [[File:Israeli blue Star of David.svg|16px|center|Maghen David]] Molti altri scritti ebraici della tarda antichità sono sopravvissuti; questi vengono spesso raccolti in una raccolta chiamata ''[[w:Pseudepigrapha|Pseudepigrapha]]'' ((gr. ψευδής, ''pseudès'', "falso" e ἐπιγραφή, ''epigraphè'', "iscrizione" = "scritti falsamente attribuiti"), perché molti sono presentati come scritti di eroi biblici quali i profeti o i patriarchi o persino Adamo ed Eva. Questi testi furono preservati anche dai cristiani per tutto il Medioevo. }} I Tolomei e i Seleucidi combatterono sporadicamente per il controllo della Giudea, un territorio prezioso che si estendeva lungo il confine tra i loro regni; infine, nel 198 AEV, il monarca seleucide [[w:Antioco III|Antioco III]] ne conquistò definitivamente il territorio. Il nuovo sovrano offrì ferme garanzie che il cambio di regime non avrebbe avuto alcun effetto sulla vita in Giudea, e queste garanzie rimasero valide finché il conquistatore fu in vita. Alla morte di Antioco nel 187 AEV, tuttavia, fu sostituito dal figlio [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]], e le cose iniziarono a cambiare. Il Secondo Libro dei Maccabei racconta una strana storia. Re Seleuco inviò il suo primo ministro, un uomo di nome Eliodoro, a Gerusalemme con l'ordine di entrare nel Tempio e prelevare i fondi che erano stati impropriamente mescolati con il tesoro del Tempio.<ref>4</ref> All'ingresso, tuttavia, Eliodoro incontrò un enorme guerriero a cavallo coperto dalla testa ai piedi da un'armatura d'oro massiccio, accompagnato da due giovani splendenti. Di fronte a questi avversari, Eliodoro e tutto il suo seguito svennero e dovettero essere portati fuori dal santuario, salvando così il Tempio dalla violazione.<ref>5</ref> I lettori moderni che si imbattono in questa storia sono tentati di liquidarla come una leggenda fantasiosa, ma nonostante i suoi dettagli mitologici probabilmente incarna il ricordo di un evento storico. Il raid deve aver turbato e spaventato la gente del tempo. Ecco un nuovo regime, una nuova dinastia reale al potere sulla Giudea, che dopo solo pochi anni al potere aveva rovesciato un assetto che durava da secoli. L’agente del re aveva tentato di entrare nella casa di Dio e di derubarla, e solo l’apparizione dell’angelo di Dio (perché tale doveva essere) aveva impedito il disastro. Nel 175 AEV, Seleuco IV fu assassinato dallo stesso Eliodoro. Gli successe il fratello, che salì al trono con il nome di [[w:Antioco IV|Antioco IV]]; il figlio del defunto re, Demetrio, era attualmente trattenuto a Roma come ostaggio e non poté succedere al padre secondo le consuete modalità. Sotto Antioco IV la situazione in Giudea si disintegrò rapidamente (anche se l'esatta sequenza degli eventi rimane poco chiara). Il nuovo re sostituì rapidamente il sommo sacerdote in carica, Onia, con un altro di nome Giasone. Giasone era fratello di Onia, e quindi appartenente alla legittima famiglia dei sommi sacerdoti, ma ciononostante questa era la prima volta a memoria d'uomo che un monarca straniero rimuoveva un sommo sacerdote dall'incarico e sceglieva il suo successore con nomina reale. Per gli ebrei comuni dell'epoca, si trattava di una scioccante ingerenza nella loro vita religiosa, perpetrata dal fratello di un re che aveva cercato di sottrarre denaro al loro sacro Tempio. A molti giudei sembrò che i nuovi sovrani seleucidi del loro territorio intendessero arrecare loro gravi danni. Perché Antioco agì in questo modo? Non si rendeva forse conto che i suoi sudditi sarebbero rimasti inorriditi da un'azione del genere? È possibile che non se ne rendesse conto; nel mondo greco molti sacerdozi erano cariche di stato, da ricoprire per nomina o elezione, e molti di essi duravano per un periodo stabilito e poi scadevano. Alle sue condizioni, Antioco potrebbe aver considerato la sua azione pienamente rientrante nella normale sfera delle prerogative reali, e potrebbe aver visto il sommo sacerdote ebreo al servizio e dipendenti, come tanti funzionari equivalenti, del re.<ref>6</ref> Inoltre, Giasone potrebbe aver offerto incentivi allettanti, forse la garanzia di maggiori entrate, forse l'insinuazione che il ramo della famiglia di suo fratello stesse cospirando per riportare il dominio dei Tolomei sulla Giudea. Se Antioco aveva motivo di sospettare che Onia stesse tramando un tradimento, allora un immediato cambiamento del regime locale doveva apparire urgentemente necessario. Qualunque fossero le ragioni del re, il popolo reagì con sgomento. Onia si rifiutò di abbandonare la carica e iniziarono violenti scontri tra i sostenitori dei due aspiranti leader. Naturalmente, il re prese atto di tutto ciò con allarme: non poteva tollerare con facilità lo spettacolo di crescenti disordini in un territorio al confine del suo regno, soprattutto quando sospettava che i leader locali nascondessero nemici dei suoi interessi. Un altro importante sviluppo contribuì all'aggravarsi della crisi, sebbene non sia possibile stabilirne l'esatta collocazione nella sequenza degli eventi. Mentre era ostaggio a Roma, Antioco era rimasto colpito dalla capacità dei suoi ospiti di governare un dominio in crescita assorbendo i vicini conquistati nel sistema politico romano. La pratica romana di estendere la cittadinanza ai nemici sconfitti (a dire il vero, con gradi di subordinazione attentamente regolati) creò un'unità politica su larga scala e diede ad altri un interesse nel benessere dello stato romano. Una volta al potere, Antioco si propose di creare un accordo simile per il suo vasto e diversificato regno: iniziò a usare la cultura greca e la struttura formale della città-stato greca (''polis'') come cemento che lo avrebbe tenuto insieme. Così, quando un gruppo di ricchi gerosolimitani chiese al re di ristrutturare la loro città come una ''polis'' da chiamare Antiochia in suo onore,<ref>7</ref> egli fu fin troppo felice di accogliere la richiesta. Sembra che l'elenco iniziale dei cittadini fosse limitato a poche migliaia di persone appartenenti alle classi più elevate della società; il resto del popolo non godeva di alcun diritto politico. Le città dell'antica Grecia erano governate da un sistema comune: l'assemblea dei cittadini si riuniva periodicamente per approvare risoluzioni ed eleggere i funzionari, mentre questi ultimi erano supervisionati tra un'assemblea e l'altra da un consiglio permanente, selezionato tra i cittadini. In teoria, ogni città greca era un'entità sovrana, governata dai suoi cittadini secondo le leggi e le politiche che questi ultimi ritenevano opportuno adottare. Le città dovevano assecondare i desideri dei monarchi all'interno dei cui regni si trovavano, ma i re erano solitamente disposti a lasciare che fossero i funzionari locali a prendere decisioni locali e a consentire ai cittadini di qualsiasi ''polis'' di vivere come preferivano, purché non creassero problemi. La fondazione di Antiochia di Gerusalemme equivalse quindi all'abrogazione della Torah, o quantomeno alla cancellazione della sua autorità formale: gli abitanti della nuova città greca non erano costretti a violare gli insegnamenti di Mosè, ma ora erano liberi di farlo se lo desideravano. L'opera di Esdra era stata vanificata: i suoi oppositori, eredi degli oppositori dei profeti, avevano finalmente trionfato. La scelta di Giasone come sommo sacerdote da parte del re potrebbe essere collegata a questi sviluppi. Con l'ascesa al potere di Giasone, gli oppositori dell'eredità mosaica avevano preso il controllo della vita ebraica. Il nuovo leader era un entusiasta ammiratore della cultura greca e iniziò rapidamente a introdurre cambiamenti nella vita di Gerusalemme; in particolare, con grande sorpresa dei suoi contemporanei, costruì un ginnasio a Gerusalemme che divenne rapidamente il centro locale della vita urbana.<ref>8</ref> Peggio ancora, i leader della ''polis'' iniziarono a introdurre cambiamenti nel rituale del Tempio, e il popolo ne fu sgomento. Nel frattempo, re Antioco invase l'Egitto e vinse nettamente; stava per abolire la monarchia tolemaica e annettere l'Egitto al proprio regno quando un ambasciatore romano gli consegnò un ultimatum umiliante e lo costrinse ad abbandonare la vittoria e a tornare in patria a mani vuote. Il popolo di Gerusalemme, sentendo che un re che odiavano aveva trovato sventura in Egitto, credette erroneamente che fosse morto e iniziò a festeggiare. Il re, furioso, tornando a casa con un esercito umiliato, attraversò la Giudea e trovò i suoi abitanti che esultavano per la sua morte. Concludendo che la Giudea era diventata ingovernabile e che la religione ebraica era la causa del problema, pose il territorio sotto il diretto controllo militare. Nominando un terzo sommo sacerdote, un uomo di nome Menelao, che si impegnò a essere più collaborativo, il re ordinò l'abolizione delle usanze ebraiche tradizionali e l'ellenizzazione forzata della religione ebraica. Agli ebrei devoti fu imposto di adorare gli idoli. La circoncisione dei bambini maschi fu proibita sotto pena di morte, e il possesso di rotoli della Torah fu dichiarato un crimine. Il Tempio stesso fu ceduto alle truppe siriane del re come loro santuario locale, e in quel luogo sacro si svolgevano cerimonie che gli autori biblici non si degnano nemmeno di descrivere.<ref>9</ref> Era iniziata una vera e propria persecuzione dello stile di vita mosaico; il re e i suoi sostenitori ebrei erano determinati a condurre un popolo arretrato nella terra promessa culturale dell'ellenismo. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = APOCALISSE |contenuto = The [[w:Libro di Daniele|Book of Daniel]] is the most important early example of a type of writing that has come to be known as apocalypse, after the Greek word for “revelation.” These books depict the future in the form of a revelation granted by an angel to a pious hero. Scripture contains earlier examples as well, most notably toward the end of the Book of Zechariah, but Daniel’s visions can be located precisely in their historical context, so they provide a useful starting point for examining this literature. These books depart from the earlier scriptures in two noteworthy respects. In form, they continue to uphold the idea that the truly pious can hope to receive divine messages like the prophets of old, but now the source of those messages is an intermediary angel rather than God himself. This change suggests that God was increasingly seen as ruling the world through a throng of agents and representatives, just as the kings of the Hellenistic world (and then the Roman emperors) were seen as distant though powerful monarchs, approachable only through many levels of agents, bureaucrats, and ministers. Everything was done in their name, but ordinary people rarely saw them and could barely hope for their personal attention. God, of course, was never felt to be as remote or hidden as that; nevertheless, the idea began to spread that the world is full of God’s agents, a kind of bureaucracy or a royal court of heavenly beings who actually perform the actions that are carried out in their commander’s name. In substance, apocalyptic writing differs from earlier biblical writings in that it has given up on understanding history. Deuteronomy confidently asserts that through historical events God rewards the righteous and punishes the wicked, and this idea was still widely accepted when the Babylonians destroyed Jerusalem (see Chapter 2, “A Debate on the Meaning of Disaster”). The Book of Daniel, however, is careful to avoid any such claim: as the persecutions of King Antiochus intensified, everyone could see that now it was those who violated the covenant who enjoyed wealth and power, while those who remained loyal to Moses and his teaching endured mounting sorrows. Butnowthatwas all right: what happens in this world is not a reward or a punishment but simply the realization of God’s mysterious plan. The execution of God’s justice will take place hereafter. This type of writing remained popular among Jews for several hundred years. The books now known as 2 Esdras (or 4 Ezra) and 2 Baruch were written after the Romans destroyed Jerusalem again in 70 CE, and they apply this same manner of writing and thinking to the disaster of their own time. Fragments of many other apocalypses have survived as well. As this way of thinking spread, it began to generate impatience for the promised end of history. Fervent eagerness for the end of the world was a natural response to seemingly endless suffering; fueled by the conviction that events were preordained and had no inherent meaning, expectation of the final resolution of Israel’s painful history rose ever higher among groups of despondent Jews. Since the end of the world would mean the triumph of righteousness over evil, this eagerness often took the form of resistance to Herodian or Roman oppression: at the end of time, God would surely allow his true servants to overcome their enemies. Following the example of their Maccabean forebears, groups of the pious began taking up arms or just rioting in the streets of Jerusalem, confident that the reign of Satan was drawing to its close. This enthusiastic readiness for cataclysm was an important ingredient in the Judaeans’ willingness to start a war with the Roman Empire: the Maccabees had triumphed over the great kingdom of their time, and surely God would not allow his people to suffer defeat now. Not once but three times in less than a century the Jewish nation attempted to vanquish Rome by force of arms, and all three times their efforts ended in disaster; cfr. Capitolo 7. }} Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] fu composto sotto la pressione di questi terribili eventi. Dal punto di vista dei giudei tradizionalmente pii, le promesse della Torah avevano subito un crudele capovolgimento: dove Mosè aveva promesso che la lealtà a YHWH avrebbe portato prosperità, mentre la slealtà avrebbe portato al disastro, i devoti venivano ora distrutti per la loro fedeltà, mentre gli apostati accumulavano ricchezza e potere sotto il patrocinio di un re greco. Come era possibile? Il Libro di Daniele inizia con alcune storie tradizionali, ambientate alle corti dei monarchi babilonesi e persiani, che narrano di ebrei pii che rischiarono la vita per evitare di trasgredire la legge di Dio e furono salvati via dai loro nemici; la fine del libro offre una visione dettagliata del futuro che culmina nel trionfo finale dei giusti e nella terribile punizione dei loro aguzzini, un cataclisma finale che si sarebbe verificato in un futuro molto prossimo. Si dice che questa visione sia stata concessa a Daniele nel primo anno del re persiano Dario (ovvero il 522 AEV), ma gli studiosi hanno notato che la sua descrizione degli eventi del presunto futuro è accurata fino al tempo della persecuzione sotto Antioco IV, dove si perde in vaghezza e congetture. Chiaramente, la "visione" fu composta in quel periodo: le previsioni dettagliate (scritte a posteriori) davano peso all'anticipazione della vendetta finale, e questa anticipazione incoraggiava i lettori ad affrontare un periodo terribile. Nascoste in questo incoraggiamento c'erano alcune nuove idee religiose. L'idea stessa che un angelo potesse rivelare il corso degli eventi secoli prima del loro tempo significava che la storia era predeterminata. La sofferenza degli ebrei non era una punizione, come insisteva il Deuteronomio: gli eventi rivelavano invece l'inesorabile dispiegarsi del misterioso piano di Dio. Le vittime della persecuzione non dovevano incolpare se stesse (anche se molte lo facevano): il loro compito era solo quello di rimanere salde sotto una terribile pressione, di respingere ogni tentazione di violare la Torah, di mantenere la fede in Dio che la loro rettezza non sarebbe stata vana. Questo rifiuto di vedere un significato nella storia era un ritiro dalla precedente fiducia dei profeti che tutti gli eventi avessero un significato in quanto espressioni della giustizia di Dio, ma gli eventi del loro tempo non lasciavano altra scelta. ''Sapevano'' di non essere stati così malvagi da meritare ciò che stava accadendo loro ora! Ma se la giustizia di Dio non dovesse essere effettivamente riconosciuta negli eventi, allora dove, quando e come si sarebbe affermata? Gli ultimi libri della Bibbia offrono una nuova idea per risolvere questo problema: la giustizia di Dio sarebbe stata rivelata in un altro mondo, dopo che ogni vita fosse stata completata e potesse essere valutata nel suo complesso. Il Libro di Daniele contiene l'allusione più chiara<ref>10</ref> della Bibbia all'idea di resurrezione: tutti gli esseri umani saranno infine riportati in vita e poi giudicati in base alla rettitudine della vita che hanno condotto. Se questo mondo non può essere un luogo in cui tutti ottengono ciò che meritano, deve esistere un altro mondo in cui i giusti e i malvagi incontreranno il loro giusto destino. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] Nel caos di un paese in cui bande armate sostenevano tre diversi pretendenti alla carica del sommo sacerdozio e dove i funzionari reali cercavano di abolire un amato stile di vita mentre la gente comune soffriva e moriva per preservarlo, iniziò a emergere una resistenza organizzata e un'oscura famiglia di preti di campagna si fece avanti come suoi leader. Sembra che i resistenti fossero chiamati ''Hasidim'' (in greco ''Asidaioi'', in italiano a volte ''Asideani''), ovvero "i leali",<ref>11</ref> ed erano uniti nella loro feroce lealtà alla Torah di Mosè e alla disciplina religiosa basata su quella Torah. Con il passare del tempo e l'intensificarsi della persecuzione, aumentò anche il loro rifiuto di cedere alle sue richieste. Quando possibile, reagirono; quando necessario, sacrificarono la vita. Rafforzati da un nuovo tipo di letteratura di cui il Libro di Daniele è tipico, erano certi che Dio non avrebbe lasciato le loro sofferenze irrisolte o invendicate (cfr. "APOCALISSE"). La gente si unì a questo esercito in crescita per diverse ragioni. Alcuni volevano semplicemente che il re e i suoi sostenitori smettessero di molestarli; altri erano altrettanto interessati a riprendersi il Tempio e ripristinarne i riti tradizionali. Alcuni, probabilmente pochi all'inizio, videro l'opportunità di cacciare gli odiati idolatri greci e siriani dalla loro terra; altri erano ansiosi di colpire l'oppressiva élite ebraica che si era impossessata delle loro terre e dei loro beni per generazioni e ora stava imponendo anche sulle loro vite un oltraggio religioso. Tutti questi gruppi condividevano la prontezza a imbracciare le armi e combattere il nemico comune, sostenuti da una profonda fiducia che il Dio di Mosè avrebbe concesso loro la vittoria finale. Gli ''Hassidim'' trovarono il loro capo in un angolo inaspettato. Nel villaggio di [[w:Modi'in (città antica)|Modi’in]], a circa venti miglia a nord-ovest di Gerusalemme, viveva un anziano sacerdote di nome [[w:Mattatia|Mattatia]]. Secondo il racconto giunto alle generazioni successive,<ref>12</ref> un ufficiale reale giunse in città in cerca di ebrei disposti ad adorare gli idoli e offrì una ricompensa a chiunque lo facesse. Mattatia non solo rifiutò l'offerta del re, ma uccise anche un ebreo che aveva accettato e anche il rappresentante del re. Poi, naturalmente, dovette fuggire nel deserto, dove radunò attorno a sé i primi elementi di una forza di guerriglia per combattere la persecuzione. Questa storia fu scritta in un'epoca in cui i discendenti di Mattatia erano diventati i governanti della Giudea e potrebbe contenere un elemento di propaganda, ma non è inverosimile. Qualcuno doveva pur dare inizio alla lotta, e forse è così che andò. Scritti successivi attribuiscono anche un'innovazione più radicale allo stesso Mattatia e alla sua cerchia. I nemici degli ebrei devoti<ref>13</ref> avevano capito che gli ebrei rispettosi della legge non avrebbero preso le armi durante lo Shabbat, nemmeno per legittima difesa, quindi, naturalmente, attaccarono quegli ebrei in quel giorno e ne uccisero molti. I pii combattenti capirono che questa passività era controproducente: {{citazione|Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra". Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di Sabbath e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli".|{{passo biblico2|1Maccabei|2:40-41}}}} A Mattatia e ai suoi compagni viene quindi attribuita un'idea di vasta portata: nel difendere la tradizione, avrebbero potuto doverla modificare. Sotto la guida rabbinica, diversi secoli dopo, quest'idea sarebbe stata applicata in modi prima inimmaginabili.<ref>15</ref> Già anziano all'inizio della lotta, Mattatia morì presto. La guida della lotta passò a suo figlio [[w:Giuda Maccabeo|Giuda]], che fu chiamato "Maccabeo", sebbene nessuno sappia con certezza cosa significasse quel soprannome. Giuda divenne un eroe popolare, vessando le forze reali e proteggendo coloro che desideravano continuare a vivere secondo la Torah. Giuda e suo padre non erano propriamente difensori della libertà religiosa, sebbene oggi siano talvolta ritratti in questa luce: Mattatia, mentre era in vita, aveva iniziato la pratica di cavalcare per le campagne, circoncidendo forzatamente i neonati maschi i cui genitori avevano trascurato o rifiutato di compiere questo antico rito.<ref>16</ref> Ciononostante, si guadagnarono la lealtà e la gratitudine della gente comune della Giudea difendendo lo stile di vita nazionale e proteggendo coloro che desideravano preservarlo. L'esercito di Giuda, in crescita, ottenne una serie di vittorie contro forze greco-siriane più numerose e meglio addestrate, e gradualmente il re e i suoi consiglieri abbandonarono il tentativo di abolire l'ebraismo tradizionale con la forza e ritirarono il loro sostegno agli ellenisti radicali che avevano conquistato Gerusalemme. Questi si rifugiarono nella fortezza di Gerusalemme, mentre Giuda e i suoi seguaci entrarono in città e ridedicarono con gioia il Tempio purificato al Dio dei loro antenati. Questa dedica, avvenuta nell'inverno del 165-164 AEV, viene ricordata ancora oggi nella festa ebraica di ''[[w:Chanukkah|Hanukkah]]'' ({{lang|he|חנוכה}} "dedicazione"). La crisi era finita. Più o meno in quel periodo, Antioco IV si trasferì all'altra estremità del suo regno, per proseguire il progetto del defunto fratello di sottrarre fondi sospetti dai tesori del tempio. Fu ucciso in battaglia (questa fu sicuramente la vendetta di Dio!), e il suo giovane figlio divenne re con il nome di [[w:Antioco V|Antioco V]]. Nonostante la vittoria di Giuda, il territorio della Giudea rimase sotto la sovranità del regno seleucide. Il re mantenne il diritto di nominare sommi sacerdoti e le tasse continuarono a essere pagate, sebbene la Torah fosse stata ripristinata nella sua autorità per decreto reale. Quando alcuni gruppi ebraici continuarono la lotta, ormai interessati a rovesciare completamente l'autorità reale, la monarchia non cedette volontariamente il controllo. Furono fatti tentativi per guadagnarsi la benevolenza popolare. Il sommo sacerdote Menelao, irrimediabilmente compromesso dal suo sostegno all'ellenizzazione, fu rimosso dall'incarico e messo a morte. Un nuovo sommo sacerdote di nome Alcimo, gradito a quasi tutti, fu insediato a condizione che le cerimonie tradizionali fossero mantenute. Ma i tentativi militari di sfrattare i Greci dalla Giudea non furono tollerati. Lo stesso Giuda, che continuò la lotta sebbene in netta inferiorità numerica, fu ucciso sul campo di battaglia nel 161 AEV. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE |contenuto = ''Nota: Quando il Sommo Sacerdote Gionata fu assassinato nel 143 AEV, suo fratello Simone, ultimo dei fratelli Maccabei, divenne il suo successore. Di per sé, questo non sarebbe sorprendente: la famiglia era una famiglia di eroi e non c'era nessun altro candidato plausibile per la carica. Tuttavia, le modalità della sua nomina furono davvero sorprendenti: oltre a ricevere la nomina dal re seleucide, che tecnicamente godeva ancora di questo diritto, Simone fu insediato per voto del popolo di Gerusalemme. Mai prima di allora era stato eletto un sommo sacerdote. Questa era una procedura standard tra le città greche, ma era inaudita nella storia ebraica e non aveva alcun fondamento nella [[Torah]]. È sorprendente che una famiglia giunta alla grandezza difendendo la tradizione e opponendosi all'ellenismo, si affidasse comunque a questo metodo tipicamente greco per ottenere alte cariche. L'episodio rivela la pervasiva influenza della cultura greca anche su persone desiderose di limitarne gli effetti.'' Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo. Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati. I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario. Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento. Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente. Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore; che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele, che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze; che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea; chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole. <div align="right">({{passo biblico2|1Maccabei|14:29-45}})</div> }} Tuttavia, negli anni successivi alla riconsacrazione del Tempio, la dinastia seleucide stessa iniziò a disgregarsi. In un momento chiave (162 AEV), Demetrio, figlio di Seleuco IV, fuggì da Roma (forse con la connivenza dei suoi ospiti: "dividi et impera") e tornò in Asia per reclamare il suo trono. Demetrio entrò nel regno e scoppiò una guerra civile tra i due cugini reali. Una lotta dinastica sempre più caotica si protrasse per quasi un secolo, mentre i rivali per il trono iniziarono a competere per la benevolenza dei loro sudditi. Questa competizione, abilmente sfruttata dai Maccabei, portò potere alla loro famiglia e libertà al popolo della Giudea. Quando un aspirante re offrì il sommo sacerdozio al fratello di Giuda, Gionata (152 AEV), l'altro ratificò presto la nomina e aggiunse anche un sussidio finanziario; il sussidio si trasformò presto in una completa esenzione dagli obblighi finanziari verso il trono, e la Giudea divenne essenzialmente un paese indipendente. Quando Gionata fu assassinato verso la fine del 143 AEV, suo fratello [[w:Simone Maccabeo|Simone]], l'ultimo dei figli di Mattatia, fu scelto per succedergli; ciò confermò i Maccabei stessi come nuova dinastia sacerdotale. La famiglia divenne nota come ''[[w:Asmonei|Asmonei]]'', da un lontano antenato che si presumeva avesse dato il nome alla linea. L'ascesa di Simone al sommo sacerdozio è degna di nota anche per un altro motivo: in un momento chiave, all'inizio del suo mandato, il suo sacerdozio fu confermato da una delibera formale del popolo di Gerusalemme. Adottando una diffusa procedura greca, il popolo trattava il sommo sacerdozio come se fosse una carica civica e dichiarava, tramite una delibera pubblica formale, che, in virtù del suo precedente contributo al benessere della nazione, Simone avrebbe dovuto ricoprire tale carica (cfr. "IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE"). Questa procedura suscitò una certa ansia: il popolo non aveva mai rivendicato tale prerogativa prima, e la delibera prevedeva che la sua decisione potesse essere annullata se fosse sorto un "vero profeta" che avesse designato un'altra linea sacerdotale. La necessità di un vero profeta si era già manifestata una volta: quando Giuda Maccabeo ridedicò l'altare del Tempio, nessuno sapeva cosa fare delle pietre profanate. Per anni erano state dedicate al culto del Dio d'Israele, ma ora erano state contaminate dall'"abominio immondo". Alla fine, le pietre furono semplicemente messe da parte in un deposito, in attesa del momento in cui un vero profeta sarebbe venuto a consigliare al popolo cosa farne.<ref>17</ref> Questi episodi rivelano un'altra caratteristica del malcontento religioso che aveva travolto la Giudea: il popolo viveva senza una guida profetica in un momento in cui tale guida era disperatamente necessaria, ma non aveva ancora accettato che la guida Divina diretta nei momenti di crisi fosse stata loro tolta per sempre. In una situazione che ricorda quella di Esdra, Simone ricoprì quindi il sommo sacerdozio su una triplice base: per nomina reale, per deliberazione popolare e, naturalmente, per volere del Dio d'Israele. Quando anche Simone fu assassinato, nel 134 AEV, suo figlio [[w: Giovanni Ircano I|Yohanan (Giovanni)]], noto anche con il nome greco Ircano (''Hyrcanus''), gli succedette di diritto. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] In cosa consisteva la lotta dei Maccabei? I ribelli non erano semplicemente ostili a tutti i non-ebrei o a tutti gli aspetti della cultura greca. Lo stesso Giuda Maccabeo era pronto a inviare ambasciatori di lingua greca all'estero e a stipulare trattati di amicizia con i Romani e con l'antica città greca di Sparta.<ref>18</ref> In apparenza, le questioni ruotavano attorno alla pratica religiosa: il diritto degli individui a vivere secondo gli insegnamenti di Mosè e il diritto della nazione a mantenere tali insegnamenti nel suo santuario centrale. Ma che dire di quegli individui che volevano abbandonare gli insegnamenti di Mosè o che preferivano modificare le cerimonie del Tempio? Avevano lo stesso diritto di agire come ritenevano opportuno? La risposta sembra essere che, secondo i combattenti Maccabei, non l'avevano. Eredi dei profeti, erano profondamente convinti che la nazione dell'alleanza non avesse altra scelta che adempiere ai propri obblighi divini, e che i singoli membri della nazione dell'alleanza non avessero altra scelta che partecipare a tale adempimento. Un’espressione chiave della visione dei Maccabei sulla loro situazione appare molto presto nella dichiarazione semiufficiale della loro prospettiva, il ''[[w:Primo libro dei Maccabei|Primo Libro dei Maccabei]]'': {{citazione|In quei giorni [l'ascesa di Antioco IV] sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali". Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.|{{passo biblico2|1Maccabei|1:11-15}}}} Queste parole sono state attribuite agli ellenizzanti dai loro nemici, ma il punto è chiaro: secondo i Maccabei, la malvagità risiedeva ''nel loro desiderio di essere più simili agli altri''. Al contrario, la vittoria dei Maccabei sancì il principio opposto: ''è l'essenza dell'ebraismo che gli ebrei non debbano essere come gli altri. Gli ebrei che desiderano diventare più simili ai loro vicini devono essere fermati.'' Nei Capitoli successivi, questo wikilibro esaminerà i vari modi in cui tale principio è stato compreso e contrastato o messo in pratica. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|7 luglio 2025}} [[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 4]] lm91i2gri2o8by0felezrc227ld0o23 478543 478542 2025-07-08T21:27:34Z Monozigote 19063 /* Crisi e nuovo inizio */ testo 478543 wikitext text/x-wiki {{Una storia dell'ebraismo}} [[File:Arthur Szyk (1894-1951), Bar Kochba (1927).jpg|center|750px|"Bar Kochba", di Arthur Szyk (1927)]] == Crisi e nuovo inizio == {{Vedi anche|:en:w:Jewish apocrypha|w:Apocrifi giudaici|:en:w:Template:Jewish Apocrypha|etichetta1=Apocrifi ebraici (en)|etichetta2=Apocrifi giudaici|etichetta3=Template:Jewish Apocrypha}} <!--- miei testi in inglese da tradurre, sistemare e inserire ---> I Persiani governarono il Vicino Oriente per quasi 200 anni: conquistarono Babilonia nel 539 AEV e mantennero il potere fino a una rapida serie di spettacolari sconfitte per mano di Alessandro Magno, re di Macedonia, dal 333 al 331 AEV. In seguito, la lingua greca e le varianti della cultura greca dominarono il Mediterraneo orientale per quasi {{FORMATNUM:1000}} anni, fino all'altrettanto spettacolare arrivo degli Arabi e dell'Islam nel VII secolo EV. Alessandro mantenne il sistema persiano di dividere il regno in regioni o satrapie, affidando a ciascuna di esse il comando a un subordinato di fiducia; una volta terminata la guerra attiva, molti dei suoi generali furono nominati a questi incarichi. Adottò misure per diffondere la cultura greca in tutto il regno – istituì insediamenti di soldati in servizio o in pensione in luoghi chiave e incoraggiò (o costrinse) i suoi ufficiali a sposare donne indigene di alto rango – ma forse era più interessato a mantenere la stabilità e il controllo che a dare inizio a una rivoluzione culturale. Re Alessandro non interferì nella vita interiore della popolazione ebraica (o di qualsiasi altra) ora sotto il suo dominio, ma incoraggiò un'immigrazione su larga scala nella nuova città di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]]. Questa nuova città divenne presto una capitale reale, la più grande città del mondo greco, sede della più grande comunità ebraica al mondo. Qui e altrove si sviluppò, prosperò e poi scomparve quasi completamente un ebraismo di lingua greca; si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 6|Capitolo 6]] per ulteriori dettagli. Come è noto, Alessandro Magno morì improvvisamente e giovanissimo, molto prima di aver organizzato un'amministrazione stabile per il suo immenso regno. Non lasciò un erede degno di questo nome e, dopo un periodo di intense e violente lotte tra i suoi generali e aiutanti, il suo regno si disgregò. La maggior parte dei potenziali successori di Alessandro fu eliminata nella lotta, ma dopo una generazione di guerre alcuni sopravvissuti si erano affermati come re a pieno titolo, ciascuno con il controllo di una porzione del regno di Alessandro. Due di questi nuovi monarchi governavano su un numero considerevole di ebrei: ''[[w:Tolomeo I|Tolomeo]]'' in Egitto e ''[[w:Seleuco I|Seleuco]]'' su gran parte della parte asiatica dell'antico Impero persiano. Il regno di Tolomeo comprendeva la Giudea e la capitale in espansione Alessandria, mentre Seleuco governava la comunità di esuli a Babilonia, già esistente da diversi secoli. Della Babilonia di quei primi secoli non si sa quasi nulla, ma gli eventi in Giudea sotto il dominio greco determinarono il carattere dell'ebraismo per sempre. Come lo stesso Alessandro, Tolomeo I e i suoi successori non sembrano aver compiuto alcuno sforzo diretto per cambiare le condizioni in Giudea: la Torah rimase in vigore e i sommi sacerdoti rimasero in carica. Ciononostante, cambiamenti imprevisti iniziarono ad apparire nella vita ebraica. I funzionari greci passavano continuamente per Gerusalemme e la loro presenza iniziò a influenzare la popolazione locale. Chi desiderava attirare l'attenzione dei sovrani doveva imparare almeno un po' di greco; chi desiderava dedicarsi al commercio su larga scala doveva fare lo stesso. Chi desiderava entrare al servizio del re doveva acquisire una padronanza ancora maggiore e apprendere le complessità del protocollo di corte e della vita nella capitale reale. I greci, da parte loro, non esitavano a ostentare la brillante superiorità del loro stile di vita,<ref>1</ref> e in effetti, le conquiste della civiltà greca furono davvero impressionanti. Il risultato fu una costante infiltrazione dell’''[[w:ellenismo|ellenismo]]'' (ovvero della cultura greca) nella scena giudaica: ciò era particolarmente vero tra i circoli ricchi e ambiziosi di Gerusalemme, non da ultimo quelli dei sacerdoti di alto rango. Alcune famiglie impararono ad adattarsi ai costumi greci, mentre altre senza dubbio guardavano con sgomento a questo allontanamento dalle usanze ancestrali. Alcuni individui raggiunsero posizioni di potere e onore, mentre altri senza dubbio guardavano con invidia e risentimento. Secondo uno schema secolare, le campagne videro la città sprofondare nella malvagità (così come la vedevano loro), mentre rabbia e amarezza crescevano lentamente. Lo storico [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]<ref>2</ref> racconta di una famiglia chiamata i ''Tobiadi'' che ottenne il diritto di riscuotere le tasse per tutta la Giudea e il territorio circostante.<ref>3</ref> Si trattava di un'antica famiglia, avvezza alla ricchezza e al potere, che era riuscita ad avanzare fino ai vertici del regime tolemaico e a sposare contemporaneamente un membro della famiglia del sommo sacerdote. Flavio Giuseppe racconta la storia come un monito: durante un viaggio ad Alessandria, uno dei fratelli Tobiadi si innamorò di una danzatrice, e questa infatuazione portò infine al declino della famiglia. Ciononostante, il racconto rivela che gli ebrei disposti a compromettere il loro retaggio nazionale furono in grado di ottenere ricchezze e potere su una scala prima inimmaginabile. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = GLI APOCRIFI |contenuto = La traduzione Septuaginta della Torah diede inizio a un processo attraverso il quale gli ebrei di lingua greca della Diaspora ellenistica tradussero tutti i loro scritti sacri in una lingua che potessero comprendere. Questa raccolta in lingua greca alla fine incluse materiali che la nascente raccolta in lingua ebraica del ''Tanakh'' omise (cfr. Capitolo 1, "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). I testi ebraici divennero la Bibbia della religione ebraica, mentre la raccolta in lingua greca divenne l'Antico Testamento del cristianesimo. Questa situazione persistette per ben oltre {{FORMATNUM:1000}} anni, fino alla Riforma protestante del XVI secolo. A quel punto, i Riformatori, guidati da [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]], conclusero che c'era qualcosa di illogico nell'affermazione che il cristianesimo si basasse sulle Scritture di Israele, quando in realtà l'Antico Testamento cristiano includeva diversi libri che gli ebrei stessi non veneravano come sacri! I protestanti rimossero quindi quei libri dalle loro Bibbie o li spostarono in una sezione speciale a loro dedicata, chiamata ''Apocrifi'', da una parola greca (ἀπόκρυφος) che significa "ciò che è tenuto nascosto". Grazie alla loro lunga storia nella Chiesa cristiana, i documenti in questione non furono effettivamente nascosti; furono ritenuti degni di un attento studio, ma non furono più considerati sacri quanto gli scritti biblici stessi. Va tenuto presente che questi libri, sebbene di origine ebraica, furono preservati per tutto il Medioevo dai cristiani e non dagli ebrei; infatti, molti brani sembrano mostrare le alterazioni dei copisti cristiani. I libri degli Apocrifi sono i seguenti: # '''1 Esdra'''. Una versione alternativa della narrazione biblica, che inizia in {{passo biblico2|2Cronache|35}}, include l'intero Libro di Esdra e si conclude con {{passo biblico2|Neemia|7:72-8:13}}, piuttosto bruscamente a metà del versetto. Solo una lunga narrazione degli eventi alla corte del re persiano Dario, nei capitoli 3-5, contiene altro materiale. Il nome ''Esdra'' è una forma greca (Έσδρας) del nome biblico ''Ezra''. # '''2 Esdra'''. Una visione della fine dei giorni che si dice sia giunta a Esdra, qui definito profeta (1:1). Il libro consiste in una lunga esplorazione ebraica del problema del male, così come si riflette nella distruzione babilonese di Gerusalemme, sebbene il libro sia stato probabilmente scritto al tempo della successiva distruzione da parte di Roma. Capitoli più esplicitamente cristiani sono stati aggiunti all'inizio e alla fine. # '''Tobia'''. Un racconto romantico del pio [[w:Libro di Tobia|Tobi]] (Τοβίτ), che superò grandi tribolazioni grazie alla sua fede. Il figlio di Tobi, Tobia (detto anche ''Tobiolo''), alla fine sposa Sara, una pia vedova i cui precedenti mariti erano morti la prima notte di nozze, e sconfigge il demone che li stava uccidendo. # '''Giuditta''' (Ιουδίθ ''Iudíth''). Il trionfo della bella e pia vedova [[w:Libro di Giuditta|Giuditta]], che salva gli ebrei dalla conquista del malvagio Oloferne offrendosi al generale babilonese, ma poi lo fa ubriacare e gli taglia la testa quando sono soli. # '''Aggiunte al Libro di Ester'''. Il [[w:Libro di Ester|testo biblico di Ester]] è famoso per non aver mai menzionato esplicitamente Dio. I traduttori hanno "corretto" questo problema aggiungendo diverse lunghe preghiere recitate dai personaggi principali della storia in momenti chiave della narrazione. Vengono inoltre fornite altre informazioni di base e approfondimenti. # '''Sapienza di Salomone'''. Un insieme di [[w:Libro della Sapienza|riflessioni filosofiche]] in lode della Sapienza e fortemente ostili all'idolatria, attribuite (come i libri sapienziali biblici dei Proverbi e dell'Ecclesiaste) all'antico re Salomone. # '''Ecclesiastico''', o la '''[[w:Siracide|Sapienza di Ben Sirach]]'''. Joshua (Giosuè/Gesù) ben Sira era un ricco abitante di Gerusalemme che, intorno al 200 AEV, scrisse un libro di saggezza pratica concepito per guidare l'educazione dei giovani. La tradizione sapienziale pervase il Vicino Oriente per millenni e costituisce la base anche dei libri sapienziali biblici (cfr. nr. 6). # '''Baruch'''. Una breve raccolta di orazioni attribuite a [[w:Libro di Baruc|Baruch ben Neriah]], il fedele segretario del profeta Geremia (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 3|Capitolo 3]], "LE ORIGINI DI UN LIBRO PROFETICO"). Il sesto e ultimo capitolo è talvolta stampato separatamente come ''[[w:Lettera di Geremia|Lettera di Geremia]]'', presumibilmente inviata dal profeta alla comunità di esuli appena arrivata a Babilonia. # '''Cantico dei Tre Giovani'''. Una lunga preghiera e salmo di ringraziamento attribuiti ai [[w:Preghiera di Azaria e Cantico dei tre giovani nella fornace|giovani ebrei salvati da una fornace ardente]] durante le persecuzioni del re Nabucodonosor. I componimenti poetici sono inseriti nella traduzione greca di {{passo biblico2|Daniele|3:52-90}}. # '''Susanna'''. Un breve racconto sulla pietà di una giovane bellezza che resiste alle avances seducenti di anziani ipocriti. Appare come capitolo aggiuntivo nella versione greca di [[w:Storia di Susanna|Daniele]]. # '''Bel e il Drago'''. Un'altra aggiunta al Libro di Daniele, che descrive il successo di Daniele nello smascherare sacerdoti pagani disonesti. Aggiunto anche al testo nella versione greca, il racconto fa riferimento alla fuga di Daniele dalla fossa dei leoni nel libro ebraico [[w:Bel e il Drago|Daniele 6]]. # '''La preghiera di Manasse'''. Re Manasse di Giuda è descritto in {{passo biblico2|2Re|21}} come il re più malvagio che il regno abbia mai sopportato, ma il racconto in {{passo biblico2|2Cronache|33:12-13}} riporta che Manasse si pentì alla fine della sua vita e compose una preghiera di contrizione. Il testo ebraico si riferisce solo a [[w:Preghiera di Manasse|questa preghiera]], ma il testo greco ne fornisce il testo. # '''1 Maccabei'''. Racconto delle persecuzioni di Antioco e dell'eroica resistenza dei Maccabei. [[w:Primo libro dei Maccabei|Il libro]] si conclude con l'insediamento di Ircano I nel 135-4 AEV. # '''2 Maccabei'''. Un [[w:Secondo libro dei Maccabei|altro resoconto]] di quegli anni, che include materiale introduttivo ma termina con la sconfitta del generale Nicanore da parte di Giuda nel 161. [[File:Israeli blue Star of David.svg|16px|center|Maghen David]] Molti altri scritti ebraici della tarda antichità sono sopravvissuti; questi vengono spesso raccolti in una raccolta chiamata ''[[w:Pseudepigrapha|Pseudepigrapha]]'' ((gr. ψευδής, ''pseudès'', "falso" e ἐπιγραφή, ''epigraphè'', "iscrizione" = "scritti falsamente attribuiti"), perché molti sono presentati come scritti di eroi biblici quali i profeti o i patriarchi o persino Adamo ed Eva. Questi testi furono preservati anche dai cristiani per tutto il Medioevo. }} I Tolomei e i Seleucidi combatterono sporadicamente per il controllo della Giudea, un territorio prezioso che si estendeva lungo il confine tra i loro regni; infine, nel 198 AEV, il monarca seleucide [[w:Antioco III|Antioco III]] ne conquistò definitivamente il territorio. Il nuovo sovrano offrì ferme garanzie che il cambio di regime non avrebbe avuto alcun effetto sulla vita in Giudea, e queste garanzie rimasero valide finché il conquistatore fu in vita. Alla morte di Antioco nel 187 AEV, tuttavia, fu sostituito dal figlio [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]], e le cose iniziarono a cambiare. Il Secondo Libro dei Maccabei racconta una strana storia. Re Seleuco inviò il suo primo ministro, un uomo di nome Eliodoro, a Gerusalemme con l'ordine di entrare nel Tempio e prelevare i fondi che erano stati impropriamente mescolati con il tesoro del Tempio.<ref>4</ref> All'ingresso, tuttavia, Eliodoro incontrò un enorme guerriero a cavallo coperto dalla testa ai piedi da un'armatura d'oro massiccio, accompagnato da due giovani splendenti. Di fronte a questi avversari, Eliodoro e tutto il suo seguito svennero e dovettero essere portati fuori dal santuario, salvando così il Tempio dalla violazione.<ref>5</ref> I lettori moderni che si imbattono in questa storia sono tentati di liquidarla come una leggenda fantasiosa, ma nonostante i suoi dettagli mitologici probabilmente incarna il ricordo di un evento storico. Il raid deve aver turbato e spaventato la gente del tempo. Ecco un nuovo regime, una nuova dinastia reale al potere sulla Giudea, che dopo solo pochi anni al potere aveva rovesciato un assetto che durava da secoli. L’agente del re aveva tentato di entrare nella casa di Dio e di derubarla, e solo l’apparizione dell’angelo di Dio (perché tale doveva essere) aveva impedito il disastro. Nel 175 AEV, Seleuco IV fu assassinato dallo stesso Eliodoro. Gli successe il fratello, che salì al trono con il nome di [[w:Antioco IV|Antioco IV]]; il figlio del defunto re, Demetrio, era attualmente trattenuto a Roma come ostaggio e non poté succedere al padre secondo le consuete modalità. Sotto Antioco IV la situazione in Giudea si disintegrò rapidamente (anche se l'esatta sequenza degli eventi rimane poco chiara). Il nuovo re sostituì rapidamente il sommo sacerdote in carica, Onia, con un altro di nome Giasone. Giasone era fratello di Onia, e quindi appartenente alla legittima famiglia dei sommi sacerdoti, ma ciononostante questa era la prima volta a memoria d'uomo che un monarca straniero rimuoveva un sommo sacerdote dall'incarico e sceglieva il suo successore con nomina reale. Per gli ebrei comuni dell'epoca, si trattava di una scioccante ingerenza nella loro vita religiosa, perpetrata dal fratello di un re che aveva cercato di sottrarre denaro al loro sacro Tempio. A molti giudei sembrò che i nuovi sovrani seleucidi del loro territorio intendessero arrecare loro gravi danni. Perché Antioco agì in questo modo? Non si rendeva forse conto che i suoi sudditi sarebbero rimasti inorriditi da un'azione del genere? È possibile che non se ne rendesse conto; nel mondo greco molti sacerdozi erano cariche di stato, da ricoprire per nomina o elezione, e molti di essi duravano per un periodo stabilito e poi scadevano. Alle sue condizioni, Antioco potrebbe aver considerato la sua azione pienamente rientrante nella normale sfera delle prerogative reali, e potrebbe aver visto il sommo sacerdote ebreo al servizio e dipendenti, come tanti funzionari equivalenti, del re.<ref>6</ref> Inoltre, Giasone potrebbe aver offerto incentivi allettanti, forse la garanzia di maggiori entrate, forse l'insinuazione che il ramo della famiglia di suo fratello stesse cospirando per riportare il dominio dei Tolomei sulla Giudea. Se Antioco aveva motivo di sospettare che Onia stesse tramando un tradimento, allora un immediato cambiamento del regime locale doveva apparire urgentemente necessario. Qualunque fossero le ragioni del re, il popolo reagì con sgomento. Onia si rifiutò di abbandonare la carica e iniziarono violenti scontri tra i sostenitori dei due aspiranti leader. Naturalmente, il re prese atto di tutto ciò con allarme: non poteva tollerare con facilità lo spettacolo di crescenti disordini in un territorio al confine del suo regno, soprattutto quando sospettava che i leader locali nascondessero nemici dei suoi interessi. Un altro importante sviluppo contribuì all'aggravarsi della crisi, sebbene non sia possibile stabilirne l'esatta collocazione nella sequenza degli eventi. Mentre era ostaggio a Roma, Antioco era rimasto colpito dalla capacità dei suoi ospiti di governare un dominio in crescita assorbendo i vicini conquistati nel sistema politico romano. La pratica romana di estendere la cittadinanza ai nemici sconfitti (a dire il vero, con gradi di subordinazione attentamente regolati) creò un'unità politica su larga scala e diede ad altri un interesse nel benessere dello stato romano. Una volta al potere, Antioco si propose di creare un accordo simile per il suo vasto e diversificato regno: iniziò a usare la cultura greca e la struttura formale della città-stato greca (''polis'') come cemento che lo avrebbe tenuto insieme. Così, quando un gruppo di ricchi gerosolimitani chiese al re di ristrutturare la loro città come una ''polis'' da chiamare Antiochia in suo onore,<ref>7</ref> egli fu fin troppo felice di accogliere la richiesta. Sembra che l'elenco iniziale dei cittadini fosse limitato a poche migliaia di persone appartenenti alle classi più elevate della società; il resto del popolo non godeva di alcun diritto politico. Le città dell'antica Grecia erano governate da un sistema comune: l'assemblea dei cittadini si riuniva periodicamente per approvare risoluzioni ed eleggere i funzionari, mentre questi ultimi erano supervisionati tra un'assemblea e l'altra da un consiglio permanente, selezionato tra i cittadini. In teoria, ogni città greca era un'entità sovrana, governata dai suoi cittadini secondo le leggi e le politiche che questi ultimi ritenevano opportuno adottare. Le città dovevano assecondare i desideri dei monarchi all'interno dei cui regni si trovavano, ma i re erano solitamente disposti a lasciare che fossero i funzionari locali a prendere decisioni locali e a consentire ai cittadini di qualsiasi ''polis'' di vivere come preferivano, purché non creassero problemi. La fondazione di Antiochia di Gerusalemme equivalse quindi all'abrogazione della Torah, o quantomeno alla cancellazione della sua autorità formale: gli abitanti della nuova città greca non erano costretti a violare gli insegnamenti di Mosè, ma ora erano liberi di farlo se lo desideravano. L'opera di Esdra era stata vanificata: i suoi oppositori, eredi degli oppositori dei profeti, avevano finalmente trionfato. La scelta di Giasone come sommo sacerdote da parte del re potrebbe essere collegata a questi sviluppi. Con l'ascesa al potere di Giasone, gli oppositori dell'eredità mosaica avevano preso il controllo della vita ebraica. Il nuovo leader era un entusiasta ammiratore della cultura greca e iniziò rapidamente a introdurre cambiamenti nella vita di Gerusalemme; in particolare, con grande sorpresa dei suoi contemporanei, costruì un ginnasio a Gerusalemme che divenne rapidamente il centro locale della vita urbana.<ref>8</ref> Peggio ancora, i leader della ''polis'' iniziarono a introdurre cambiamenti nel rituale del Tempio, e il popolo ne fu sgomento. Nel frattempo, re Antioco invase l'Egitto e vinse nettamente; stava per abolire la monarchia tolemaica e annettere l'Egitto al proprio regno quando un ambasciatore romano gli consegnò un ultimatum umiliante e lo costrinse ad abbandonare la vittoria e a tornare in patria a mani vuote. Il popolo di Gerusalemme, sentendo che un re che odiavano aveva trovato sventura in Egitto, credette erroneamente che fosse morto e iniziò a festeggiare. Il re, furioso, tornando a casa con un esercito umiliato, attraversò la Giudea e trovò i suoi abitanti che esultavano per la sua morte. Concludendo che la Giudea era diventata ingovernabile e che la religione ebraica era la causa del problema, pose il territorio sotto il diretto controllo militare. Nominando un terzo sommo sacerdote, un uomo di nome Menelao, che si impegnò a essere più collaborativo, il re ordinò l'abolizione delle usanze ebraiche tradizionali e l'ellenizzazione forzata della religione ebraica. Agli ebrei devoti fu imposto di adorare gli idoli. La circoncisione dei bambini maschi fu proibita sotto pena di morte, e il possesso di rotoli della Torah fu dichiarato un crimine. Il Tempio stesso fu ceduto alle truppe siriane del re come loro santuario locale, e in quel luogo sacro si svolgevano cerimonie che gli autori biblici non si degnano nemmeno di descrivere.<ref>9</ref> Era iniziata una vera e propria persecuzione dello stile di vita mosaico; il re e i suoi sostenitori ebrei erano determinati a condurre un popolo arretrato nella terra promessa culturale dell'ellenismo. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = APOCALISSE |contenuto = Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] è il più importante esempio antico di un tipo di scrittura che è diventato noto come ''apocalisse'', dal termine greco per "rivelazione" (''apokálypsis'' ἀποκάλυψις). Questi libri descrivono il futuro sotto forma di una rivelazione concessa da un angelo a un eroe pio. La Scrittura contiene anche esempi precedenti, in particolare verso la fine del [[w:Libro di Zaccaria|Libro di Zaccaria]], ma le visioni di Daniele possono essere collocate con precisione nel loro contesto storico, quindi forniscono un utile punto di partenza per esaminare questa letteratura. Questi libri si discostano dalle scritture precedenti per due aspetti degni di nota. ''Nella forma'', continuano a sostenere l'idea che i veri pii possano sperare di ricevere messaggi divini come i profeti di un tempo, ma ora la fonte di tali messaggi è un angelo intermediario piuttosto che Dio stesso. Questo cambiamento suggerisce che Dio fosse sempre più visto come colui che governava il mondo attraverso una schiera di agenti e rappresentanti, proprio come i re del mondo ellenistico (e poi gli imperatori romani) erano visti come monarchi distanti ma potenti, accessibili solo attraverso molti livelli di agenti, burocrati e ministri. Tutto veniva fatto in loro nome, ma la gente comune raramente li vedeva e poteva a malapena sperare nella loro attenzione personale. Dio, naturalmente, non fu mai percepito come così remoto o nascosto; tuttavia, iniziò a diffondersi l'idea che il mondo fosse pieno di agenti di Dio, una sorta di burocrazia o di corte reale di esseri celesti che effettivamente compivano le azioni in nome del loro comandante. ''In sostanza'', gli scritti apocalittici differiscono dai precedenti scritti biblici in quanto hanno rinunciato a comprendere la storia. Il Deuteronomio afferma con sicurezza che attraverso gli eventi storici Dio ricompensa i giusti e punisce i malvagi, e questa idea era ancora ampiamente accettata quando i Babilonesi distrussero Gerusalemme (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 2|Capitolo 2]], "UN DIBATTITO SUL SIGNIFICATO DI DISASTRO"). Il Libro di Daniele, tuttavia, è attento a evitare qualsiasi affermazione del genere: con l'intensificarsi delle persecuzioni di re Antioco, tutti potevano vedere che ora erano coloro che violavano l'alleanza a godere di ricchezza e potere, mentre coloro che rimanevano fedeli a Mosè e ai suoi insegnamenti sopportavano crescenti sofferenze. Ma ora le cose cambiavano: ciò che accade in questo mondo non è una ricompensa o una punizione, ma semplicemente la realizzazione del misterioso piano di Dio. L'esecuzione della giustizia di Dio avrà luogo nell'aldilà. Questo tipo di scrittura rimase popolare tra gli ebrei per diverse centinaia di anni. I libri oggi noti come 2 Esdra (o 4 Esdra) e 2 Baruc furono scritti dopo la nuova distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani nel 70 EV, e applicano questo stesso stile di scrittura e pensiero al disastro del loro tempo. Sono sopravvissuti anche frammenti di molte altre apocalissi. Con la diffusione di questo modo di pensare, si iniziò a generare impazienza per la promessa fine della storia. Un fervente desiderio per la fine del mondo era una risposta naturale a una sofferenza apparentemente infinita; alimentata dalla convinzione che gli eventi fossero preordinati e privi di significato intrinseco, l'attesa della risoluzione finale della dolorosa storia di Israele crebbe sempre più tra gruppi di ebrei scoraggiati. Poiché la fine del mondo avrebbe significato il trionfo della giustizia sul male, questo desiderio assunse spesso la forma di resistenza all'oppressione erodiana o romana: alla fine dei tempi, Dio avrebbe sicuramente permesso ai suoi veri servi di sconfiggere i loro nemici. Seguendo l'esempio dei loro antenati Maccabei, gruppi di pii iniziarono a imbracciare le armi o semplicemente a scatenare rivolte nelle strade di Gerusalemme, fiduciosi che il regno di Satana stesse volgendo al termine. Questa entusiastica prontezza al cataclisma fu un ingrediente importante nella volontà dei Giudei di dichiarare guerra all'Impero Romano: i Maccabei avevano trionfato sul grande regno del ''loro tempo'', e certamente Dio non avrebbe permesso che il suo popolo subisse una sconfitta in ''questo tempo''. Non una, ma tre volte in meno di un secolo la nazione ebraica tentò di sconfiggere Roma con la forza delle armi, e tutte e tre le volte i loro sforzi si conclusero in un disastro ― si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 7|Capitolo 7]]. }} Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] fu composto sotto la pressione di questi terribili eventi. Dal punto di vista dei giudei tradizionalmente pii, le promesse della Torah avevano subito un crudele capovolgimento: dove Mosè aveva promesso che la lealtà a YHWH avrebbe portato prosperità, mentre la slealtà avrebbe portato al disastro, i devoti venivano ora distrutti per la loro fedeltà, mentre gli apostati accumulavano ricchezza e potere sotto il patrocinio di un re greco. Come era possibile? Il Libro di Daniele inizia con alcune storie tradizionali, ambientate alle corti dei monarchi babilonesi e persiani, che narrano di ebrei pii che rischiarono la vita per evitare di trasgredire la legge di Dio e furono salvati via dai loro nemici; la fine del libro offre una visione dettagliata del futuro che culmina nel trionfo finale dei giusti e nella terribile punizione dei loro aguzzini, un cataclisma finale che si sarebbe verificato in un futuro molto prossimo. Si dice che questa visione sia stata concessa a Daniele nel primo anno del re persiano Dario (ovvero il 522 AEV), ma gli studiosi hanno notato che la sua descrizione degli eventi del presunto futuro è accurata fino al tempo della persecuzione sotto Antioco IV, dove si perde in vaghezza e congetture. Chiaramente, la "visione" fu composta in quel periodo: le previsioni dettagliate (scritte a posteriori) davano peso all'anticipazione della vendetta finale, e questa anticipazione incoraggiava i lettori ad affrontare un periodo terribile. Nascoste in questo incoraggiamento c'erano alcune nuove idee religiose. L'idea stessa che un angelo potesse rivelare il corso degli eventi secoli prima del loro tempo significava che la storia era predeterminata. La sofferenza degli ebrei non era una punizione, come insisteva il Deuteronomio: gli eventi rivelavano invece l'inesorabile dispiegarsi del misterioso piano di Dio. Le vittime della persecuzione non dovevano incolpare se stesse (anche se molte lo facevano): il loro compito era solo quello di rimanere salde sotto una terribile pressione, di respingere ogni tentazione di violare la Torah, di mantenere la fede in Dio che la loro rettezza non sarebbe stata vana. Questo rifiuto di vedere un significato nella storia era un ritiro dalla precedente fiducia dei profeti che tutti gli eventi avessero un significato in quanto espressioni della giustizia di Dio, ma gli eventi del loro tempo non lasciavano altra scelta. ''Sapevano'' di non essere stati così malvagi da meritare ciò che stava accadendo loro ora! Ma se la giustizia di Dio non dovesse essere effettivamente riconosciuta negli eventi, allora dove, quando e come si sarebbe affermata? Gli ultimi libri della Bibbia offrono una nuova idea per risolvere questo problema: la giustizia di Dio sarebbe stata rivelata in un altro mondo, dopo che ogni vita fosse stata completata e potesse essere valutata nel suo complesso. Il Libro di Daniele contiene l'allusione più chiara<ref>10</ref> della Bibbia all'idea di resurrezione: tutti gli esseri umani saranno infine riportati in vita e poi giudicati in base alla rettitudine della vita che hanno condotto. Se questo mondo non può essere un luogo in cui tutti ottengono ciò che meritano, deve esistere un altro mondo in cui i giusti e i malvagi incontreranno il loro giusto destino. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] Nel caos di un paese in cui bande armate sostenevano tre diversi pretendenti alla carica del sommo sacerdozio e dove i funzionari reali cercavano di abolire un amato stile di vita mentre la gente comune soffriva e moriva per preservarlo, iniziò a emergere una resistenza organizzata e un'oscura famiglia di preti di campagna si fece avanti come suoi leader. Sembra che i resistenti fossero chiamati ''Hasidim'' (in greco ''Asidaioi'', in italiano a volte ''Asideani''), ovvero "i leali",<ref>11</ref> ed erano uniti nella loro feroce lealtà alla Torah di Mosè e alla disciplina religiosa basata su quella Torah. Con il passare del tempo e l'intensificarsi della persecuzione, aumentò anche il loro rifiuto di cedere alle sue richieste. Quando possibile, reagirono; quando necessario, sacrificarono la vita. Rafforzati da un nuovo tipo di letteratura di cui il Libro di Daniele è tipico, erano certi che Dio non avrebbe lasciato le loro sofferenze irrisolte o invendicate (cfr. "APOCALISSE"). La gente si unì a questo esercito in crescita per diverse ragioni. Alcuni volevano semplicemente che il re e i suoi sostenitori smettessero di molestarli; altri erano altrettanto interessati a riprendersi il Tempio e ripristinarne i riti tradizionali. Alcuni, probabilmente pochi all'inizio, videro l'opportunità di cacciare gli odiati idolatri greci e siriani dalla loro terra; altri erano ansiosi di colpire l'oppressiva élite ebraica che si era impossessata delle loro terre e dei loro beni per generazioni e ora stava imponendo anche sulle loro vite un oltraggio religioso. Tutti questi gruppi condividevano la prontezza a imbracciare le armi e combattere il nemico comune, sostenuti da una profonda fiducia che il Dio di Mosè avrebbe concesso loro la vittoria finale. Gli ''Hassidim'' trovarono il loro capo in un angolo inaspettato. Nel villaggio di [[w:Modi'in (città antica)|Modi’in]], a circa venti miglia a nord-ovest di Gerusalemme, viveva un anziano sacerdote di nome [[w:Mattatia|Mattatia]]. Secondo il racconto giunto alle generazioni successive,<ref>12</ref> un ufficiale reale giunse in città in cerca di ebrei disposti ad adorare gli idoli e offrì una ricompensa a chiunque lo facesse. Mattatia non solo rifiutò l'offerta del re, ma uccise anche un ebreo che aveva accettato e anche il rappresentante del re. Poi, naturalmente, dovette fuggire nel deserto, dove radunò attorno a sé i primi elementi di una forza di guerriglia per combattere la persecuzione. Questa storia fu scritta in un'epoca in cui i discendenti di Mattatia erano diventati i governanti della Giudea e potrebbe contenere un elemento di propaganda, ma non è inverosimile. Qualcuno doveva pur dare inizio alla lotta, e forse è così che andò. Scritti successivi attribuiscono anche un'innovazione più radicale allo stesso Mattatia e alla sua cerchia. I nemici degli ebrei devoti<ref>13</ref> avevano capito che gli ebrei rispettosi della legge non avrebbero preso le armi durante lo Shabbat, nemmeno per legittima difesa, quindi, naturalmente, attaccarono quegli ebrei in quel giorno e ne uccisero molti. I pii combattenti capirono che questa passività era controproducente: {{citazione|Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra". Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di Sabbath e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli".|{{passo biblico2|1Maccabei|2:40-41}}}} A Mattatia e ai suoi compagni viene quindi attribuita un'idea di vasta portata: nel difendere la tradizione, avrebbero potuto doverla modificare. Sotto la guida rabbinica, diversi secoli dopo, quest'idea sarebbe stata applicata in modi prima inimmaginabili.<ref>15</ref> Già anziano all'inizio della lotta, Mattatia morì presto. La guida della lotta passò a suo figlio [[w:Giuda Maccabeo|Giuda]], che fu chiamato "Maccabeo", sebbene nessuno sappia con certezza cosa significasse quel soprannome. Giuda divenne un eroe popolare, vessando le forze reali e proteggendo coloro che desideravano continuare a vivere secondo la Torah. Giuda e suo padre non erano propriamente difensori della libertà religiosa, sebbene oggi siano talvolta ritratti in questa luce: Mattatia, mentre era in vita, aveva iniziato la pratica di cavalcare per le campagne, circoncidendo forzatamente i neonati maschi i cui genitori avevano trascurato o rifiutato di compiere questo antico rito.<ref>16</ref> Ciononostante, si guadagnarono la lealtà e la gratitudine della gente comune della Giudea difendendo lo stile di vita nazionale e proteggendo coloro che desideravano preservarlo. L'esercito di Giuda, in crescita, ottenne una serie di vittorie contro forze greco-siriane più numerose e meglio addestrate, e gradualmente il re e i suoi consiglieri abbandonarono il tentativo di abolire l'ebraismo tradizionale con la forza e ritirarono il loro sostegno agli ellenisti radicali che avevano conquistato Gerusalemme. Questi si rifugiarono nella fortezza di Gerusalemme, mentre Giuda e i suoi seguaci entrarono in città e ridedicarono con gioia il Tempio purificato al Dio dei loro antenati. Questa dedica, avvenuta nell'inverno del 165-164 AEV, viene ricordata ancora oggi nella festa ebraica di ''[[w:Chanukkah|Hanukkah]]'' ({{lang|he|חנוכה}} "dedicazione"). La crisi era finita. Più o meno in quel periodo, Antioco IV si trasferì all'altra estremità del suo regno, per proseguire il progetto del defunto fratello di sottrarre fondi sospetti dai tesori del tempio. Fu ucciso in battaglia (questa fu sicuramente la vendetta di Dio!), e il suo giovane figlio divenne re con il nome di [[w:Antioco V|Antioco V]]. Nonostante la vittoria di Giuda, il territorio della Giudea rimase sotto la sovranità del regno seleucide. Il re mantenne il diritto di nominare sommi sacerdoti e le tasse continuarono a essere pagate, sebbene la Torah fosse stata ripristinata nella sua autorità per decreto reale. Quando alcuni gruppi ebraici continuarono la lotta, ormai interessati a rovesciare completamente l'autorità reale, la monarchia non cedette volontariamente il controllo. Furono fatti tentativi per guadagnarsi la benevolenza popolare. Il sommo sacerdote Menelao, irrimediabilmente compromesso dal suo sostegno all'ellenizzazione, fu rimosso dall'incarico e messo a morte. Un nuovo sommo sacerdote di nome Alcimo, gradito a quasi tutti, fu insediato a condizione che le cerimonie tradizionali fossero mantenute. Ma i tentativi militari di sfrattare i Greci dalla Giudea non furono tollerati. Lo stesso Giuda, che continuò la lotta sebbene in netta inferiorità numerica, fu ucciso sul campo di battaglia nel 161 AEV. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE |contenuto = ''Nota: Quando il Sommo Sacerdote Gionata fu assassinato nel 143 AEV, suo fratello Simone, ultimo dei fratelli Maccabei, divenne il suo successore. Di per sé, questo non sarebbe sorprendente: la famiglia era una famiglia di eroi e non c'era nessun altro candidato plausibile per la carica. Tuttavia, le modalità della sua nomina furono davvero sorprendenti: oltre a ricevere la nomina dal re seleucide, che tecnicamente godeva ancora di questo diritto, Simone fu insediato per voto del popolo di Gerusalemme. Mai prima di allora era stato eletto un sommo sacerdote. Questa era una procedura standard tra le città greche, ma era inaudita nella storia ebraica e non aveva alcun fondamento nella [[Torah]]. È sorprendente che una famiglia giunta alla grandezza difendendo la tradizione e opponendosi all'ellenismo, si affidasse comunque a questo metodo tipicamente greco per ottenere alte cariche. L'episodio rivela la pervasiva influenza della cultura greca anche su persone desiderose di limitarne gli effetti.'' Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo. Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati. I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario. Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento. Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente. Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore; che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele, che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze; che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea; chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole. <div align="right">({{passo biblico2|1Maccabei|14:29-45}})</div> }} Tuttavia, negli anni successivi alla riconsacrazione del Tempio, la dinastia seleucide stessa iniziò a disgregarsi. In un momento chiave (162 AEV), Demetrio, figlio di Seleuco IV, fuggì da Roma (forse con la connivenza dei suoi ospiti: "dividi et impera") e tornò in Asia per reclamare il suo trono. Demetrio entrò nel regno e scoppiò una guerra civile tra i due cugini reali. Una lotta dinastica sempre più caotica si protrasse per quasi un secolo, mentre i rivali per il trono iniziarono a competere per la benevolenza dei loro sudditi. Questa competizione, abilmente sfruttata dai Maccabei, portò potere alla loro famiglia e libertà al popolo della Giudea. Quando un aspirante re offrì il sommo sacerdozio al fratello di Giuda, Gionata (152 AEV), l'altro ratificò presto la nomina e aggiunse anche un sussidio finanziario; il sussidio si trasformò presto in una completa esenzione dagli obblighi finanziari verso il trono, e la Giudea divenne essenzialmente un paese indipendente. Quando Gionata fu assassinato verso la fine del 143 AEV, suo fratello [[w:Simone Maccabeo|Simone]], l'ultimo dei figli di Mattatia, fu scelto per succedergli; ciò confermò i Maccabei stessi come nuova dinastia sacerdotale. La famiglia divenne nota come ''[[w:Asmonei|Asmonei]]'', da un lontano antenato che si presumeva avesse dato il nome alla linea. L'ascesa di Simone al sommo sacerdozio è degna di nota anche per un altro motivo: in un momento chiave, all'inizio del suo mandato, il suo sacerdozio fu confermato da una delibera formale del popolo di Gerusalemme. Adottando una diffusa procedura greca, il popolo trattava il sommo sacerdozio come se fosse una carica civica e dichiarava, tramite una delibera pubblica formale, che, in virtù del suo precedente contributo al benessere della nazione, Simone avrebbe dovuto ricoprire tale carica (cfr. "IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE"). Questa procedura suscitò una certa ansia: il popolo non aveva mai rivendicato tale prerogativa prima, e la delibera prevedeva che la sua decisione potesse essere annullata se fosse sorto un "vero profeta" che avesse designato un'altra linea sacerdotale. La necessità di un vero profeta si era già manifestata una volta: quando Giuda Maccabeo ridedicò l'altare del Tempio, nessuno sapeva cosa fare delle pietre profanate. Per anni erano state dedicate al culto del Dio d'Israele, ma ora erano state contaminate dall'"abominio immondo". Alla fine, le pietre furono semplicemente messe da parte in un deposito, in attesa del momento in cui un vero profeta sarebbe venuto a consigliare al popolo cosa farne.<ref>17</ref> Questi episodi rivelano un'altra caratteristica del malcontento religioso che aveva travolto la Giudea: il popolo viveva senza una guida profetica in un momento in cui tale guida era disperatamente necessaria, ma non aveva ancora accettato che la guida Divina diretta nei momenti di crisi fosse stata loro tolta per sempre. In una situazione che ricorda quella di Esdra, Simone ricoprì quindi il sommo sacerdozio su una triplice base: per nomina reale, per deliberazione popolare e, naturalmente, per volere del Dio d'Israele. Quando anche Simone fu assassinato, nel 134 AEV, suo figlio [[w: Giovanni Ircano I|Yohanan (Giovanni)]], noto anche con il nome greco Ircano (''Hyrcanus''), gli succedette di diritto. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] In cosa consisteva la lotta dei Maccabei? I ribelli non erano semplicemente ostili a tutti i non-ebrei o a tutti gli aspetti della cultura greca. Lo stesso Giuda Maccabeo era pronto a inviare ambasciatori di lingua greca all'estero e a stipulare trattati di amicizia con i Romani e con l'antica città greca di Sparta.<ref>18</ref> In apparenza, le questioni ruotavano attorno alla pratica religiosa: il diritto degli individui a vivere secondo gli insegnamenti di Mosè e il diritto della nazione a mantenere tali insegnamenti nel suo santuario centrale. Ma che dire di quegli individui che volevano abbandonare gli insegnamenti di Mosè o che preferivano modificare le cerimonie del Tempio? Avevano lo stesso diritto di agire come ritenevano opportuno? La risposta sembra essere che, secondo i combattenti Maccabei, non l'avevano. Eredi dei profeti, erano profondamente convinti che la nazione dell'alleanza non avesse altra scelta che adempiere ai propri obblighi divini, e che i singoli membri della nazione dell'alleanza non avessero altra scelta che partecipare a tale adempimento. Un’espressione chiave della visione dei Maccabei sulla loro situazione appare molto presto nella dichiarazione semiufficiale della loro prospettiva, il ''[[w:Primo libro dei Maccabei|Primo Libro dei Maccabei]]'': {{citazione|In quei giorni [l'ascesa di Antioco IV] sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali". Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.|{{passo biblico2|1Maccabei|1:11-15}}}} Queste parole sono state attribuite agli ellenizzanti dai loro nemici, ma il punto è chiaro: secondo i Maccabei, la malvagità risiedeva ''nel loro desiderio di essere più simili agli altri''. Al contrario, la vittoria dei Maccabei sancì il principio opposto: ''è l'essenza dell'ebraismo che gli ebrei non debbano essere come gli altri. Gli ebrei che desiderano diventare più simili ai loro vicini devono essere fermati.'' Nei Capitoli successivi, questo wikilibro esaminerà i vari modi in cui tale principio è stato compreso e contrastato o messo in pratica. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|7 luglio 2025}} [[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 4]] 1vq9zkse0jwaqt1zs9s16c0w122m0zx 478544 478543 2025-07-08T21:30:03Z Monozigote 19063 /* Crisi e nuovo inizio */ 478544 wikitext text/x-wiki {{Una storia dell'ebraismo}} [[File:Arthur Szyk (1894-1951), Bar Kochba (1927).jpg|center|750px|"Bar Kochba", di Arthur Szyk (1927)]] == Crisi e nuovo inizio == {{Vedi anche|:en:w:Jewish apocrypha|w:Apocrifi giudaici|:en:w:Template:Jewish Apocrypha|etichetta1=Apocrifi ebraici (en)|etichetta2=Apocrifi giudaici|etichetta3=Template:Jewish Apocrypha|Antologia ebraica}} <!--- miei testi in inglese da tradurre, sistemare e inserire ---> I Persiani governarono il Vicino Oriente per quasi 200 anni: conquistarono Babilonia nel 539 AEV e mantennero il potere fino a una rapida serie di spettacolari sconfitte per mano di Alessandro Magno, re di Macedonia, dal 333 al 331 AEV. In seguito, la lingua greca e le varianti della cultura greca dominarono il Mediterraneo orientale per quasi {{FORMATNUM:1000}} anni, fino all'altrettanto spettacolare arrivo degli Arabi e dell'Islam nel VII secolo EV. Alessandro mantenne il sistema persiano di dividere il regno in regioni o satrapie, affidando a ciascuna di esse il comando a un subordinato di fiducia; una volta terminata la guerra attiva, molti dei suoi generali furono nominati a questi incarichi. Adottò misure per diffondere la cultura greca in tutto il regno – istituì insediamenti di soldati in servizio o in pensione in luoghi chiave e incoraggiò (o costrinse) i suoi ufficiali a sposare donne indigene di alto rango – ma forse era più interessato a mantenere la stabilità e il controllo che a dare inizio a una rivoluzione culturale. Re Alessandro non interferì nella vita interiore della popolazione ebraica (o di qualsiasi altra) ora sotto il suo dominio, ma incoraggiò un'immigrazione su larga scala nella nuova città di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]]. Questa nuova città divenne presto una capitale reale, la più grande città del mondo greco, sede della più grande comunità ebraica al mondo. Qui e altrove si sviluppò, prosperò e poi scomparve quasi completamente un ebraismo di lingua greca; si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 6|Capitolo 6]] per ulteriori dettagli. Come è noto, Alessandro Magno morì improvvisamente e giovanissimo, molto prima di aver organizzato un'amministrazione stabile per il suo immenso regno. Non lasciò un erede degno di questo nome e, dopo un periodo di intense e violente lotte tra i suoi generali e aiutanti, il suo regno si disgregò. La maggior parte dei potenziali successori di Alessandro fu eliminata nella lotta, ma dopo una generazione di guerre alcuni sopravvissuti si erano affermati come re a pieno titolo, ciascuno con il controllo di una porzione del regno di Alessandro. Due di questi nuovi monarchi governavano su un numero considerevole di ebrei: ''[[w:Tolomeo I|Tolomeo]]'' in Egitto e ''[[w:Seleuco I|Seleuco]]'' su gran parte della parte asiatica dell'antico Impero persiano. Il regno di Tolomeo comprendeva la Giudea e la capitale in espansione Alessandria, mentre Seleuco governava la comunità di esuli a Babilonia, già esistente da diversi secoli. Della Babilonia di quei primi secoli non si sa quasi nulla, ma gli eventi in Giudea sotto il dominio greco determinarono il carattere dell'ebraismo per sempre. Come lo stesso Alessandro, Tolomeo I e i suoi successori non sembrano aver compiuto alcuno sforzo diretto per cambiare le condizioni in Giudea: la Torah rimase in vigore e i sommi sacerdoti rimasero in carica. Ciononostante, cambiamenti imprevisti iniziarono ad apparire nella vita ebraica. I funzionari greci passavano continuamente per Gerusalemme e la loro presenza iniziò a influenzare la popolazione locale. Chi desiderava attirare l'attenzione dei sovrani doveva imparare almeno un po' di greco; chi desiderava dedicarsi al commercio su larga scala doveva fare lo stesso. Chi desiderava entrare al servizio del re doveva acquisire una padronanza ancora maggiore e apprendere le complessità del protocollo di corte e della vita nella capitale reale. I greci, da parte loro, non esitavano a ostentare la brillante superiorità del loro stile di vita,<ref>1</ref> e in effetti, le conquiste della civiltà greca furono davvero impressionanti. Il risultato fu una costante infiltrazione dell’''[[w:ellenismo|ellenismo]]'' (ovvero della cultura greca) nella scena giudaica: ciò era particolarmente vero tra i circoli ricchi e ambiziosi di Gerusalemme, non da ultimo quelli dei sacerdoti di alto rango. Alcune famiglie impararono ad adattarsi ai costumi greci, mentre altre senza dubbio guardavano con sgomento a questo allontanamento dalle usanze ancestrali. Alcuni individui raggiunsero posizioni di potere e onore, mentre altri senza dubbio guardavano con invidia e risentimento. Secondo uno schema secolare, le campagne videro la città sprofondare nella malvagità (così come la vedevano loro), mentre rabbia e amarezza crescevano lentamente. Lo storico [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]<ref>2</ref> racconta di una famiglia chiamata i ''Tobiadi'' che ottenne il diritto di riscuotere le tasse per tutta la Giudea e il territorio circostante.<ref>3</ref> Si trattava di un'antica famiglia, avvezza alla ricchezza e al potere, che era riuscita ad avanzare fino ai vertici del regime tolemaico e a sposare contemporaneamente un membro della famiglia del sommo sacerdote. Flavio Giuseppe racconta la storia come un monito: durante un viaggio ad Alessandria, uno dei fratelli Tobiadi si innamorò di una danzatrice, e questa infatuazione portò infine al declino della famiglia. Ciononostante, il racconto rivela che gli ebrei disposti a compromettere il loro retaggio nazionale furono in grado di ottenere ricchezze e potere su una scala prima inimmaginabile. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = GLI APOCRIFI |contenuto = La traduzione Septuaginta della Torah diede inizio a un processo attraverso il quale gli ebrei di lingua greca della Diaspora ellenistica tradussero tutti i loro scritti sacri in una lingua che potessero comprendere. Questa raccolta in lingua greca alla fine incluse materiali che la nascente raccolta in lingua ebraica del ''Tanakh'' omise (cfr. Capitolo 1, "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). I testi ebraici divennero la Bibbia della religione ebraica, mentre la raccolta in lingua greca divenne l'Antico Testamento del cristianesimo. Questa situazione persistette per ben oltre {{FORMATNUM:1000}} anni, fino alla Riforma protestante del XVI secolo. A quel punto, i Riformatori, guidati da [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]], conclusero che c'era qualcosa di illogico nell'affermazione che il cristianesimo si basasse sulle Scritture di Israele, quando in realtà l'Antico Testamento cristiano includeva diversi libri che gli ebrei stessi non veneravano come sacri! I protestanti rimossero quindi quei libri dalle loro Bibbie o li spostarono in una sezione speciale a loro dedicata, chiamata ''Apocrifi'', da una parola greca (ἀπόκρυφος) che significa "ciò che è tenuto nascosto". Grazie alla loro lunga storia nella Chiesa cristiana, i documenti in questione non furono effettivamente nascosti; furono ritenuti degni di un attento studio, ma non furono più considerati sacri quanto gli scritti biblici stessi. Va tenuto presente che questi libri, sebbene di origine ebraica, furono preservati per tutto il Medioevo dai cristiani e non dagli ebrei; infatti, molti brani sembrano mostrare le alterazioni dei copisti cristiani. I libri degli Apocrifi sono i seguenti: # '''1 Esdra'''. Una versione alternativa della narrazione biblica, che inizia in {{passo biblico2|2Cronache|35}}, include l'intero Libro di Esdra e si conclude con {{passo biblico2|Neemia|7:72-8:13}}, piuttosto bruscamente a metà del versetto. Solo una lunga narrazione degli eventi alla corte del re persiano Dario, nei capitoli 3-5, contiene altro materiale. Il nome ''Esdra'' è una forma greca (Έσδρας) del nome biblico ''Ezra''. # '''2 Esdra'''. Una visione della fine dei giorni che si dice sia giunta a Esdra, qui definito profeta (1:1). Il libro consiste in una lunga esplorazione ebraica del problema del male, così come si riflette nella distruzione babilonese di Gerusalemme, sebbene il libro sia stato probabilmente scritto al tempo della successiva distruzione da parte di Roma. Capitoli più esplicitamente cristiani sono stati aggiunti all'inizio e alla fine. # '''Tobia'''. Un racconto romantico del pio [[w:Libro di Tobia|Tobi]] (Τοβίτ), che superò grandi tribolazioni grazie alla sua fede. Il figlio di Tobi, Tobia (detto anche ''Tobiolo''), alla fine sposa Sara, una pia vedova i cui precedenti mariti erano morti la prima notte di nozze, e sconfigge il demone che li stava uccidendo. # '''Giuditta''' (Ιουδίθ ''Iudíth''). Il trionfo della bella e pia vedova [[w:Libro di Giuditta|Giuditta]], che salva gli ebrei dalla conquista del malvagio Oloferne offrendosi al generale babilonese, ma poi lo fa ubriacare e gli taglia la testa quando sono soli. # '''Aggiunte al Libro di Ester'''. Il [[w:Libro di Ester|testo biblico di Ester]] è famoso per non aver mai menzionato esplicitamente Dio. I traduttori hanno "corretto" questo problema aggiungendo diverse lunghe preghiere recitate dai personaggi principali della storia in momenti chiave della narrazione. Vengono inoltre fornite altre informazioni di base e approfondimenti. # '''Sapienza di Salomone'''. Un insieme di [[w:Libro della Sapienza|riflessioni filosofiche]] in lode della Sapienza e fortemente ostili all'idolatria, attribuite (come i libri sapienziali biblici dei Proverbi e dell'Ecclesiaste) all'antico re Salomone. # '''Ecclesiastico''', o la '''[[w:Siracide|Sapienza di Ben Sirach]]'''. Joshua (Giosuè/Gesù) ben Sira era un ricco abitante di Gerusalemme che, intorno al 200 AEV, scrisse un libro di saggezza pratica concepito per guidare l'educazione dei giovani. La tradizione sapienziale pervase il Vicino Oriente per millenni e costituisce la base anche dei libri sapienziali biblici (cfr. nr. 6). # '''Baruch'''. Una breve raccolta di orazioni attribuite a [[w:Libro di Baruc|Baruch ben Neriah]], il fedele segretario del profeta Geremia (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 3|Capitolo 3]], "LE ORIGINI DI UN LIBRO PROFETICO"). Il sesto e ultimo capitolo è talvolta stampato separatamente come ''[[w:Lettera di Geremia|Lettera di Geremia]]'', presumibilmente inviata dal profeta alla comunità di esuli appena arrivata a Babilonia. # '''Cantico dei Tre Giovani'''. Una lunga preghiera e salmo di ringraziamento attribuiti ai [[w:Preghiera di Azaria e Cantico dei tre giovani nella fornace|giovani ebrei salvati da una fornace ardente]] durante le persecuzioni del re Nabucodonosor. I componimenti poetici sono inseriti nella traduzione greca di {{passo biblico2|Daniele|3:52-90}}. # '''Susanna'''. Un breve racconto sulla pietà di una giovane bellezza che resiste alle avances seducenti di anziani ipocriti. Appare come capitolo aggiuntivo nella versione greca di [[w:Storia di Susanna|Daniele]]. # '''Bel e il Drago'''. Un'altra aggiunta al Libro di Daniele, che descrive il successo di Daniele nello smascherare sacerdoti pagani disonesti. Aggiunto anche al testo nella versione greca, il racconto fa riferimento alla fuga di Daniele dalla fossa dei leoni nel libro ebraico [[w:Bel e il Drago|Daniele 6]]. # '''La preghiera di Manasse'''. Re Manasse di Giuda è descritto in {{passo biblico2|2Re|21}} come il re più malvagio che il regno abbia mai sopportato, ma il racconto in {{passo biblico2|2Cronache|33:12-13}} riporta che Manasse si pentì alla fine della sua vita e compose una preghiera di contrizione. Il testo ebraico si riferisce solo a [[w:Preghiera di Manasse|questa preghiera]], ma il testo greco ne fornisce il testo. # '''1 Maccabei'''. Racconto delle persecuzioni di Antioco e dell'eroica resistenza dei Maccabei. [[w:Primo libro dei Maccabei|Il libro]] si conclude con l'insediamento di Ircano I nel 135-4 AEV. # '''2 Maccabei'''. Un [[w:Secondo libro dei Maccabei|altro resoconto]] di quegli anni, che include materiale introduttivo ma termina con la sconfitta del generale Nicanore da parte di Giuda nel 161. [[File:Israeli blue Star of David.svg|16px|center|Maghen David]] Molti altri scritti ebraici della tarda antichità sono sopravvissuti; questi vengono spesso raccolti in una raccolta chiamata ''[[w:Pseudepigrapha|Pseudepigrapha]]'' ((gr. ψευδής, ''pseudès'', "falso" e ἐπιγραφή, ''epigraphè'', "iscrizione" = "scritti falsamente attribuiti"), perché molti sono presentati come scritti di eroi biblici quali i profeti o i patriarchi o persino Adamo ed Eva. Questi testi furono preservati anche dai cristiani per tutto il Medioevo. }} I Tolomei e i Seleucidi combatterono sporadicamente per il controllo della Giudea, un territorio prezioso che si estendeva lungo il confine tra i loro regni; infine, nel 198 AEV, il monarca seleucide [[w:Antioco III|Antioco III]] ne conquistò definitivamente il territorio. Il nuovo sovrano offrì ferme garanzie che il cambio di regime non avrebbe avuto alcun effetto sulla vita in Giudea, e queste garanzie rimasero valide finché il conquistatore fu in vita. Alla morte di Antioco nel 187 AEV, tuttavia, fu sostituito dal figlio [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]], e le cose iniziarono a cambiare. Il Secondo Libro dei Maccabei racconta una strana storia. Re Seleuco inviò il suo primo ministro, un uomo di nome Eliodoro, a Gerusalemme con l'ordine di entrare nel Tempio e prelevare i fondi che erano stati impropriamente mescolati con il tesoro del Tempio.<ref>4</ref> All'ingresso, tuttavia, Eliodoro incontrò un enorme guerriero a cavallo coperto dalla testa ai piedi da un'armatura d'oro massiccio, accompagnato da due giovani splendenti. Di fronte a questi avversari, Eliodoro e tutto il suo seguito svennero e dovettero essere portati fuori dal santuario, salvando così il Tempio dalla violazione.<ref>5</ref> I lettori moderni che si imbattono in questa storia sono tentati di liquidarla come una leggenda fantasiosa, ma nonostante i suoi dettagli mitologici probabilmente incarna il ricordo di un evento storico. Il raid deve aver turbato e spaventato la gente del tempo. Ecco un nuovo regime, una nuova dinastia reale al potere sulla Giudea, che dopo solo pochi anni al potere aveva rovesciato un assetto che durava da secoli. L’agente del re aveva tentato di entrare nella casa di Dio e di derubarla, e solo l’apparizione dell’angelo di Dio (perché tale doveva essere) aveva impedito il disastro. Nel 175 AEV, Seleuco IV fu assassinato dallo stesso Eliodoro. Gli successe il fratello, che salì al trono con il nome di [[w:Antioco IV|Antioco IV]]; il figlio del defunto re, Demetrio, era attualmente trattenuto a Roma come ostaggio e non poté succedere al padre secondo le consuete modalità. Sotto Antioco IV la situazione in Giudea si disintegrò rapidamente (anche se l'esatta sequenza degli eventi rimane poco chiara). Il nuovo re sostituì rapidamente il sommo sacerdote in carica, Onia, con un altro di nome Giasone. Giasone era fratello di Onia, e quindi appartenente alla legittima famiglia dei sommi sacerdoti, ma ciononostante questa era la prima volta a memoria d'uomo che un monarca straniero rimuoveva un sommo sacerdote dall'incarico e sceglieva il suo successore con nomina reale. Per gli ebrei comuni dell'epoca, si trattava di una scioccante ingerenza nella loro vita religiosa, perpetrata dal fratello di un re che aveva cercato di sottrarre denaro al loro sacro Tempio. A molti giudei sembrò che i nuovi sovrani seleucidi del loro territorio intendessero arrecare loro gravi danni. Perché Antioco agì in questo modo? Non si rendeva forse conto che i suoi sudditi sarebbero rimasti inorriditi da un'azione del genere? È possibile che non se ne rendesse conto; nel mondo greco molti sacerdozi erano cariche di stato, da ricoprire per nomina o elezione, e molti di essi duravano per un periodo stabilito e poi scadevano. Alle sue condizioni, Antioco potrebbe aver considerato la sua azione pienamente rientrante nella normale sfera delle prerogative reali, e potrebbe aver visto il sommo sacerdote ebreo al servizio e dipendenti, come tanti funzionari equivalenti, del re.<ref>6</ref> Inoltre, Giasone potrebbe aver offerto incentivi allettanti, forse la garanzia di maggiori entrate, forse l'insinuazione che il ramo della famiglia di suo fratello stesse cospirando per riportare il dominio dei Tolomei sulla Giudea. Se Antioco aveva motivo di sospettare che Onia stesse tramando un tradimento, allora un immediato cambiamento del regime locale doveva apparire urgentemente necessario. Qualunque fossero le ragioni del re, il popolo reagì con sgomento. Onia si rifiutò di abbandonare la carica e iniziarono violenti scontri tra i sostenitori dei due aspiranti leader. Naturalmente, il re prese atto di tutto ciò con allarme: non poteva tollerare con facilità lo spettacolo di crescenti disordini in un territorio al confine del suo regno, soprattutto quando sospettava che i leader locali nascondessero nemici dei suoi interessi. Un altro importante sviluppo contribuì all'aggravarsi della crisi, sebbene non sia possibile stabilirne l'esatta collocazione nella sequenza degli eventi. Mentre era ostaggio a Roma, Antioco era rimasto colpito dalla capacità dei suoi ospiti di governare un dominio in crescita assorbendo i vicini conquistati nel sistema politico romano. La pratica romana di estendere la cittadinanza ai nemici sconfitti (a dire il vero, con gradi di subordinazione attentamente regolati) creò un'unità politica su larga scala e diede ad altri un interesse nel benessere dello stato romano. Una volta al potere, Antioco si propose di creare un accordo simile per il suo vasto e diversificato regno: iniziò a usare la cultura greca e la struttura formale della città-stato greca (''polis'') come cemento che lo avrebbe tenuto insieme. Così, quando un gruppo di ricchi gerosolimitani chiese al re di ristrutturare la loro città come una ''polis'' da chiamare Antiochia in suo onore,<ref>7</ref> egli fu fin troppo felice di accogliere la richiesta. Sembra che l'elenco iniziale dei cittadini fosse limitato a poche migliaia di persone appartenenti alle classi più elevate della società; il resto del popolo non godeva di alcun diritto politico. Le città dell'antica Grecia erano governate da un sistema comune: l'assemblea dei cittadini si riuniva periodicamente per approvare risoluzioni ed eleggere i funzionari, mentre questi ultimi erano supervisionati tra un'assemblea e l'altra da un consiglio permanente, selezionato tra i cittadini. In teoria, ogni città greca era un'entità sovrana, governata dai suoi cittadini secondo le leggi e le politiche che questi ultimi ritenevano opportuno adottare. Le città dovevano assecondare i desideri dei monarchi all'interno dei cui regni si trovavano, ma i re erano solitamente disposti a lasciare che fossero i funzionari locali a prendere decisioni locali e a consentire ai cittadini di qualsiasi ''polis'' di vivere come preferivano, purché non creassero problemi. La fondazione di Antiochia di Gerusalemme equivalse quindi all'abrogazione della Torah, o quantomeno alla cancellazione della sua autorità formale: gli abitanti della nuova città greca non erano costretti a violare gli insegnamenti di Mosè, ma ora erano liberi di farlo se lo desideravano. L'opera di Esdra era stata vanificata: i suoi oppositori, eredi degli oppositori dei profeti, avevano finalmente trionfato. La scelta di Giasone come sommo sacerdote da parte del re potrebbe essere collegata a questi sviluppi. Con l'ascesa al potere di Giasone, gli oppositori dell'eredità mosaica avevano preso il controllo della vita ebraica. Il nuovo leader era un entusiasta ammiratore della cultura greca e iniziò rapidamente a introdurre cambiamenti nella vita di Gerusalemme; in particolare, con grande sorpresa dei suoi contemporanei, costruì un ginnasio a Gerusalemme che divenne rapidamente il centro locale della vita urbana.<ref>8</ref> Peggio ancora, i leader della ''polis'' iniziarono a introdurre cambiamenti nel rituale del Tempio, e il popolo ne fu sgomento. Nel frattempo, re Antioco invase l'Egitto e vinse nettamente; stava per abolire la monarchia tolemaica e annettere l'Egitto al proprio regno quando un ambasciatore romano gli consegnò un ultimatum umiliante e lo costrinse ad abbandonare la vittoria e a tornare in patria a mani vuote. Il popolo di Gerusalemme, sentendo che un re che odiavano aveva trovato sventura in Egitto, credette erroneamente che fosse morto e iniziò a festeggiare. Il re, furioso, tornando a casa con un esercito umiliato, attraversò la Giudea e trovò i suoi abitanti che esultavano per la sua morte. Concludendo che la Giudea era diventata ingovernabile e che la religione ebraica era la causa del problema, pose il territorio sotto il diretto controllo militare. Nominando un terzo sommo sacerdote, un uomo di nome Menelao, che si impegnò a essere più collaborativo, il re ordinò l'abolizione delle usanze ebraiche tradizionali e l'ellenizzazione forzata della religione ebraica. Agli ebrei devoti fu imposto di adorare gli idoli. La circoncisione dei bambini maschi fu proibita sotto pena di morte, e il possesso di rotoli della Torah fu dichiarato un crimine. Il Tempio stesso fu ceduto alle truppe siriane del re come loro santuario locale, e in quel luogo sacro si svolgevano cerimonie che gli autori biblici non si degnano nemmeno di descrivere.<ref>9</ref> Era iniziata una vera e propria persecuzione dello stile di vita mosaico; il re e i suoi sostenitori ebrei erano determinati a condurre un popolo arretrato nella terra promessa culturale dell'ellenismo. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = APOCALISSE |contenuto = Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] è il più importante esempio antico di un tipo di scrittura che è diventato noto come ''apocalisse'', dal termine greco per "rivelazione" (''apokálypsis'' ἀποκάλυψις). Questi libri descrivono il futuro sotto forma di una rivelazione concessa da un angelo a un eroe pio. La Scrittura contiene anche esempi precedenti, in particolare verso la fine del [[w:Libro di Zaccaria|Libro di Zaccaria]], ma le visioni di Daniele possono essere collocate con precisione nel loro contesto storico, quindi forniscono un utile punto di partenza per esaminare questa letteratura. Questi libri si discostano dalle scritture precedenti per due aspetti degni di nota. ''Nella forma'', continuano a sostenere l'idea che i veri pii possano sperare di ricevere messaggi divini come i profeti di un tempo, ma ora la fonte di tali messaggi è un angelo intermediario piuttosto che Dio stesso. Questo cambiamento suggerisce che Dio fosse sempre più visto come colui che governava il mondo attraverso una schiera di agenti e rappresentanti, proprio come i re del mondo ellenistico (e poi gli imperatori romani) erano visti come monarchi distanti ma potenti, accessibili solo attraverso molti livelli di agenti, burocrati e ministri. Tutto veniva fatto in loro nome, ma la gente comune raramente li vedeva e poteva a malapena sperare nella loro attenzione personale. Dio, naturalmente, non fu mai percepito come così remoto o nascosto; tuttavia, iniziò a diffondersi l'idea che il mondo fosse pieno di agenti di Dio, una sorta di burocrazia o di corte reale di esseri celesti che effettivamente compivano le azioni in nome del loro comandante. ''In sostanza'', gli scritti apocalittici differiscono dai precedenti scritti biblici in quanto hanno rinunciato a comprendere la storia. Il Deuteronomio afferma con sicurezza che attraverso gli eventi storici Dio ricompensa i giusti e punisce i malvagi, e questa idea era ancora ampiamente accettata quando i Babilonesi distrussero Gerusalemme (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 2|Capitolo 2]], "UN DIBATTITO SUL SIGNIFICATO DI DISASTRO"). Il Libro di Daniele, tuttavia, è attento a evitare qualsiasi affermazione del genere: con l'intensificarsi delle persecuzioni di re Antioco, tutti potevano vedere che ora erano coloro che violavano l'alleanza a godere di ricchezza e potere, mentre coloro che rimanevano fedeli a Mosè e ai suoi insegnamenti sopportavano crescenti sofferenze. Ma ora le cose cambiavano: ciò che accade in questo mondo non è una ricompensa o una punizione, ma semplicemente la realizzazione del misterioso piano di Dio. L'esecuzione della giustizia di Dio avrà luogo nell'aldilà. Questo tipo di scrittura rimase popolare tra gli ebrei per diverse centinaia di anni. I libri oggi noti come 2 Esdra (o 4 Esdra) e 2 Baruc furono scritti dopo la nuova distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani nel 70 EV, e applicano questo stesso stile di scrittura e pensiero al disastro del loro tempo. Sono sopravvissuti anche frammenti di molte altre apocalissi. Con la diffusione di questo modo di pensare, si iniziò a generare impazienza per la promessa fine della storia. Un fervente desiderio per la fine del mondo era una risposta naturale a una sofferenza apparentemente infinita; alimentata dalla convinzione che gli eventi fossero preordinati e privi di significato intrinseco, l'attesa della risoluzione finale della dolorosa storia di Israele crebbe sempre più tra gruppi di ebrei scoraggiati. Poiché la fine del mondo avrebbe significato il trionfo della giustizia sul male, questo desiderio assunse spesso la forma di resistenza all'oppressione erodiana o romana: alla fine dei tempi, Dio avrebbe sicuramente permesso ai suoi veri servi di sconfiggere i loro nemici. Seguendo l'esempio dei loro antenati Maccabei, gruppi di pii iniziarono a imbracciare le armi o semplicemente a scatenare rivolte nelle strade di Gerusalemme, fiduciosi che il regno di Satana stesse volgendo al termine. Questa entusiastica prontezza al cataclisma fu un ingrediente importante nella volontà dei Giudei di dichiarare guerra all'Impero Romano: i Maccabei avevano trionfato sul grande regno del ''loro tempo'', e certamente Dio non avrebbe permesso che il suo popolo subisse una sconfitta in ''questo tempo''. Non una, ma tre volte in meno di un secolo la nazione ebraica tentò di sconfiggere Roma con la forza delle armi, e tutte e tre le volte i loro sforzi si conclusero in un disastro ― si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 7|Capitolo 7]]. }} Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] fu composto sotto la pressione di questi terribili eventi. Dal punto di vista dei giudei tradizionalmente pii, le promesse della Torah avevano subito un crudele capovolgimento: dove Mosè aveva promesso che la lealtà a YHWH avrebbe portato prosperità, mentre la slealtà avrebbe portato al disastro, i devoti venivano ora distrutti per la loro fedeltà, mentre gli apostati accumulavano ricchezza e potere sotto il patrocinio di un re greco. Come era possibile? Il Libro di Daniele inizia con alcune storie tradizionali, ambientate alle corti dei monarchi babilonesi e persiani, che narrano di ebrei pii che rischiarono la vita per evitare di trasgredire la legge di Dio e furono salvati via dai loro nemici; la fine del libro offre una visione dettagliata del futuro che culmina nel trionfo finale dei giusti e nella terribile punizione dei loro aguzzini, un cataclisma finale che si sarebbe verificato in un futuro molto prossimo. Si dice che questa visione sia stata concessa a Daniele nel primo anno del re persiano Dario (ovvero il 522 AEV), ma gli studiosi hanno notato che la sua descrizione degli eventi del presunto futuro è accurata fino al tempo della persecuzione sotto Antioco IV, dove si perde in vaghezza e congetture. Chiaramente, la "visione" fu composta in quel periodo: le previsioni dettagliate (scritte a posteriori) davano peso all'anticipazione della vendetta finale, e questa anticipazione incoraggiava i lettori ad affrontare un periodo terribile. Nascoste in questo incoraggiamento c'erano alcune nuove idee religiose. L'idea stessa che un angelo potesse rivelare il corso degli eventi secoli prima del loro tempo significava che la storia era predeterminata. La sofferenza degli ebrei non era una punizione, come insisteva il Deuteronomio: gli eventi rivelavano invece l'inesorabile dispiegarsi del misterioso piano di Dio. Le vittime della persecuzione non dovevano incolpare se stesse (anche se molte lo facevano): il loro compito era solo quello di rimanere salde sotto una terribile pressione, di respingere ogni tentazione di violare la Torah, di mantenere la fede in Dio che la loro rettezza non sarebbe stata vana. Questo rifiuto di vedere un significato nella storia era un ritiro dalla precedente fiducia dei profeti che tutti gli eventi avessero un significato in quanto espressioni della giustizia di Dio, ma gli eventi del loro tempo non lasciavano altra scelta. ''Sapevano'' di non essere stati così malvagi da meritare ciò che stava accadendo loro ora! Ma se la giustizia di Dio non dovesse essere effettivamente riconosciuta negli eventi, allora dove, quando e come si sarebbe affermata? Gli ultimi libri della Bibbia offrono una nuova idea per risolvere questo problema: la giustizia di Dio sarebbe stata rivelata in un altro mondo, dopo che ogni vita fosse stata completata e potesse essere valutata nel suo complesso. Il Libro di Daniele contiene l'allusione più chiara<ref>10</ref> della Bibbia all'idea di resurrezione: tutti gli esseri umani saranno infine riportati in vita e poi giudicati in base alla rettitudine della vita che hanno condotto. Se questo mondo non può essere un luogo in cui tutti ottengono ciò che meritano, deve esistere un altro mondo in cui i giusti e i malvagi incontreranno il loro giusto destino. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] Nel caos di un paese in cui bande armate sostenevano tre diversi pretendenti alla carica del sommo sacerdozio e dove i funzionari reali cercavano di abolire un amato stile di vita mentre la gente comune soffriva e moriva per preservarlo, iniziò a emergere una resistenza organizzata e un'oscura famiglia di preti di campagna si fece avanti come suoi leader. Sembra che i resistenti fossero chiamati ''Hasidim'' (in greco ''Asidaioi'', in italiano a volte ''Asideani''), ovvero "i leali",<ref>11</ref> ed erano uniti nella loro feroce lealtà alla Torah di Mosè e alla disciplina religiosa basata su quella Torah. Con il passare del tempo e l'intensificarsi della persecuzione, aumentò anche il loro rifiuto di cedere alle sue richieste. Quando possibile, reagirono; quando necessario, sacrificarono la vita. Rafforzati da un nuovo tipo di letteratura di cui il Libro di Daniele è tipico, erano certi che Dio non avrebbe lasciato le loro sofferenze irrisolte o invendicate (cfr. "APOCALISSE"). La gente si unì a questo esercito in crescita per diverse ragioni. Alcuni volevano semplicemente che il re e i suoi sostenitori smettessero di molestarli; altri erano altrettanto interessati a riprendersi il Tempio e ripristinarne i riti tradizionali. Alcuni, probabilmente pochi all'inizio, videro l'opportunità di cacciare gli odiati idolatri greci e siriani dalla loro terra; altri erano ansiosi di colpire l'oppressiva élite ebraica che si era impossessata delle loro terre e dei loro beni per generazioni e ora stava imponendo anche sulle loro vite un oltraggio religioso. Tutti questi gruppi condividevano la prontezza a imbracciare le armi e combattere il nemico comune, sostenuti da una profonda fiducia che il Dio di Mosè avrebbe concesso loro la vittoria finale. Gli ''Hassidim'' trovarono il loro capo in un angolo inaspettato. Nel villaggio di [[w:Modi'in (città antica)|Modi’in]], a circa venti miglia a nord-ovest di Gerusalemme, viveva un anziano sacerdote di nome [[w:Mattatia|Mattatia]]. Secondo il racconto giunto alle generazioni successive,<ref>12</ref> un ufficiale reale giunse in città in cerca di ebrei disposti ad adorare gli idoli e offrì una ricompensa a chiunque lo facesse. Mattatia non solo rifiutò l'offerta del re, ma uccise anche un ebreo che aveva accettato e anche il rappresentante del re. Poi, naturalmente, dovette fuggire nel deserto, dove radunò attorno a sé i primi elementi di una forza di guerriglia per combattere la persecuzione. Questa storia fu scritta in un'epoca in cui i discendenti di Mattatia erano diventati i governanti della Giudea e potrebbe contenere un elemento di propaganda, ma non è inverosimile. Qualcuno doveva pur dare inizio alla lotta, e forse è così che andò. Scritti successivi attribuiscono anche un'innovazione più radicale allo stesso Mattatia e alla sua cerchia. I nemici degli ebrei devoti<ref>13</ref> avevano capito che gli ebrei rispettosi della legge non avrebbero preso le armi durante lo Shabbat, nemmeno per legittima difesa, quindi, naturalmente, attaccarono quegli ebrei in quel giorno e ne uccisero molti. I pii combattenti capirono che questa passività era controproducente: {{citazione|Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra". Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di Sabbath e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli".|{{passo biblico2|1Maccabei|2:40-41}}}} A Mattatia e ai suoi compagni viene quindi attribuita un'idea di vasta portata: nel difendere la tradizione, avrebbero potuto doverla modificare. Sotto la guida rabbinica, diversi secoli dopo, quest'idea sarebbe stata applicata in modi prima inimmaginabili.<ref>15</ref> Già anziano all'inizio della lotta, Mattatia morì presto. La guida della lotta passò a suo figlio [[w:Giuda Maccabeo|Giuda]], che fu chiamato "Maccabeo", sebbene nessuno sappia con certezza cosa significasse quel soprannome. Giuda divenne un eroe popolare, vessando le forze reali e proteggendo coloro che desideravano continuare a vivere secondo la Torah. Giuda e suo padre non erano propriamente difensori della libertà religiosa, sebbene oggi siano talvolta ritratti in questa luce: Mattatia, mentre era in vita, aveva iniziato la pratica di cavalcare per le campagne, circoncidendo forzatamente i neonati maschi i cui genitori avevano trascurato o rifiutato di compiere questo antico rito.<ref>16</ref> Ciononostante, si guadagnarono la lealtà e la gratitudine della gente comune della Giudea difendendo lo stile di vita nazionale e proteggendo coloro che desideravano preservarlo. L'esercito di Giuda, in crescita, ottenne una serie di vittorie contro forze greco-siriane più numerose e meglio addestrate, e gradualmente il re e i suoi consiglieri abbandonarono il tentativo di abolire l'ebraismo tradizionale con la forza e ritirarono il loro sostegno agli ellenisti radicali che avevano conquistato Gerusalemme. Questi si rifugiarono nella fortezza di Gerusalemme, mentre Giuda e i suoi seguaci entrarono in città e ridedicarono con gioia il Tempio purificato al Dio dei loro antenati. Questa dedica, avvenuta nell'inverno del 165-164 AEV, viene ricordata ancora oggi nella festa ebraica di ''[[w:Chanukkah|Hanukkah]]'' ({{lang|he|חנוכה}} "dedicazione"). La crisi era finita. Più o meno in quel periodo, Antioco IV si trasferì all'altra estremità del suo regno, per proseguire il progetto del defunto fratello di sottrarre fondi sospetti dai tesori del tempio. Fu ucciso in battaglia (questa fu sicuramente la vendetta di Dio!), e il suo giovane figlio divenne re con il nome di [[w:Antioco V|Antioco V]]. Nonostante la vittoria di Giuda, il territorio della Giudea rimase sotto la sovranità del regno seleucide. Il re mantenne il diritto di nominare sommi sacerdoti e le tasse continuarono a essere pagate, sebbene la Torah fosse stata ripristinata nella sua autorità per decreto reale. Quando alcuni gruppi ebraici continuarono la lotta, ormai interessati a rovesciare completamente l'autorità reale, la monarchia non cedette volontariamente il controllo. Furono fatti tentativi per guadagnarsi la benevolenza popolare. Il sommo sacerdote Menelao, irrimediabilmente compromesso dal suo sostegno all'ellenizzazione, fu rimosso dall'incarico e messo a morte. Un nuovo sommo sacerdote di nome Alcimo, gradito a quasi tutti, fu insediato a condizione che le cerimonie tradizionali fossero mantenute. Ma i tentativi militari di sfrattare i Greci dalla Giudea non furono tollerati. Lo stesso Giuda, che continuò la lotta sebbene in netta inferiorità numerica, fu ucciso sul campo di battaglia nel 161 AEV. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE |contenuto = ''Nota: Quando il Sommo Sacerdote Gionata fu assassinato nel 143 AEV, suo fratello Simone, ultimo dei fratelli Maccabei, divenne il suo successore. Di per sé, questo non sarebbe sorprendente: la famiglia era una famiglia di eroi e non c'era nessun altro candidato plausibile per la carica. Tuttavia, le modalità della sua nomina furono davvero sorprendenti: oltre a ricevere la nomina dal re seleucide, che tecnicamente godeva ancora di questo diritto, Simone fu insediato per voto del popolo di Gerusalemme. Mai prima di allora era stato eletto un sommo sacerdote. Questa era una procedura standard tra le città greche, ma era inaudita nella storia ebraica e non aveva alcun fondamento nella [[Torah]]. È sorprendente che una famiglia giunta alla grandezza difendendo la tradizione e opponendosi all'ellenismo, si affidasse comunque a questo metodo tipicamente greco per ottenere alte cariche. L'episodio rivela la pervasiva influenza della cultura greca anche su persone desiderose di limitarne gli effetti.'' Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo. Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati. I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario. Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento. Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente. Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore; che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele, che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze; che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea; chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole. <div align="right">({{passo biblico2|1Maccabei|14:29-45}})</div> }} Tuttavia, negli anni successivi alla riconsacrazione del Tempio, la dinastia seleucide stessa iniziò a disgregarsi. In un momento chiave (162 AEV), Demetrio, figlio di Seleuco IV, fuggì da Roma (forse con la connivenza dei suoi ospiti: "dividi et impera") e tornò in Asia per reclamare il suo trono. Demetrio entrò nel regno e scoppiò una guerra civile tra i due cugini reali. Una lotta dinastica sempre più caotica si protrasse per quasi un secolo, mentre i rivali per il trono iniziarono a competere per la benevolenza dei loro sudditi. Questa competizione, abilmente sfruttata dai Maccabei, portò potere alla loro famiglia e libertà al popolo della Giudea. Quando un aspirante re offrì il sommo sacerdozio al fratello di Giuda, Gionata (152 AEV), l'altro ratificò presto la nomina e aggiunse anche un sussidio finanziario; il sussidio si trasformò presto in una completa esenzione dagli obblighi finanziari verso il trono, e la Giudea divenne essenzialmente un paese indipendente. Quando Gionata fu assassinato verso la fine del 143 AEV, suo fratello [[w:Simone Maccabeo|Simone]], l'ultimo dei figli di Mattatia, fu scelto per succedergli; ciò confermò i Maccabei stessi come nuova dinastia sacerdotale. La famiglia divenne nota come ''[[w:Asmonei|Asmonei]]'', da un lontano antenato che si presumeva avesse dato il nome alla linea. L'ascesa di Simone al sommo sacerdozio è degna di nota anche per un altro motivo: in un momento chiave, all'inizio del suo mandato, il suo sacerdozio fu confermato da una delibera formale del popolo di Gerusalemme. Adottando una diffusa procedura greca, il popolo trattava il sommo sacerdozio come se fosse una carica civica e dichiarava, tramite una delibera pubblica formale, che, in virtù del suo precedente contributo al benessere della nazione, Simone avrebbe dovuto ricoprire tale carica (cfr. "IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE"). Questa procedura suscitò una certa ansia: il popolo non aveva mai rivendicato tale prerogativa prima, e la delibera prevedeva che la sua decisione potesse essere annullata se fosse sorto un "vero profeta" che avesse designato un'altra linea sacerdotale. La necessità di un vero profeta si era già manifestata una volta: quando Giuda Maccabeo ridedicò l'altare del Tempio, nessuno sapeva cosa fare delle pietre profanate. Per anni erano state dedicate al culto del Dio d'Israele, ma ora erano state contaminate dall'"abominio immondo". Alla fine, le pietre furono semplicemente messe da parte in un deposito, in attesa del momento in cui un vero profeta sarebbe venuto a consigliare al popolo cosa farne.<ref>17</ref> Questi episodi rivelano un'altra caratteristica del malcontento religioso che aveva travolto la Giudea: il popolo viveva senza una guida profetica in un momento in cui tale guida era disperatamente necessaria, ma non aveva ancora accettato che la guida Divina diretta nei momenti di crisi fosse stata loro tolta per sempre. In una situazione che ricorda quella di Esdra, Simone ricoprì quindi il sommo sacerdozio su una triplice base: per nomina reale, per deliberazione popolare e, naturalmente, per volere del Dio d'Israele. Quando anche Simone fu assassinato, nel 134 AEV, suo figlio [[w: Giovanni Ircano I|Yohanan (Giovanni)]], noto anche con il nome greco Ircano (''Hyrcanus''), gli succedette di diritto. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] In cosa consisteva la lotta dei Maccabei? I ribelli non erano semplicemente ostili a tutti i non-ebrei o a tutti gli aspetti della cultura greca. Lo stesso Giuda Maccabeo era pronto a inviare ambasciatori di lingua greca all'estero e a stipulare trattati di amicizia con i Romani e con l'antica città greca di Sparta.<ref>18</ref> In apparenza, le questioni ruotavano attorno alla pratica religiosa: il diritto degli individui a vivere secondo gli insegnamenti di Mosè e il diritto della nazione a mantenere tali insegnamenti nel suo santuario centrale. Ma che dire di quegli individui che volevano abbandonare gli insegnamenti di Mosè o che preferivano modificare le cerimonie del Tempio? Avevano lo stesso diritto di agire come ritenevano opportuno? La risposta sembra essere che, secondo i combattenti Maccabei, non l'avevano. Eredi dei profeti, erano profondamente convinti che la nazione dell'alleanza non avesse altra scelta che adempiere ai propri obblighi divini, e che i singoli membri della nazione dell'alleanza non avessero altra scelta che partecipare a tale adempimento. Un’espressione chiave della visione dei Maccabei sulla loro situazione appare molto presto nella dichiarazione semiufficiale della loro prospettiva, il ''[[w:Primo libro dei Maccabei|Primo Libro dei Maccabei]]'': {{citazione|In quei giorni [l'ascesa di Antioco IV] sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali". Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.|{{passo biblico2|1Maccabei|1:11-15}}}} Queste parole sono state attribuite agli ellenizzanti dai loro nemici, ma il punto è chiaro: secondo i Maccabei, la malvagità risiedeva ''nel loro desiderio di essere più simili agli altri''. Al contrario, la vittoria dei Maccabei sancì il principio opposto: ''è l'essenza dell'ebraismo che gli ebrei non debbano essere come gli altri. Gli ebrei che desiderano diventare più simili ai loro vicini devono essere fermati.'' Nei Capitoli successivi, questo wikilibro esaminerà i vari modi in cui tale principio è stato compreso e contrastato o messo in pratica. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|50%|7 luglio 2025}} [[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 4]] e2l3ovnh4uhnqnablsoyze6w2c78qur 478545 478544 2025-07-08T21:31:20Z Monozigote 19063 /* Note */ avanz. 478545 wikitext text/x-wiki {{Una storia dell'ebraismo}} [[File:Arthur Szyk (1894-1951), Bar Kochba (1927).jpg|center|750px|"Bar Kochba", di Arthur Szyk (1927)]] == Crisi e nuovo inizio == {{Vedi anche|:en:w:Jewish apocrypha|w:Apocrifi giudaici|:en:w:Template:Jewish Apocrypha|etichetta1=Apocrifi ebraici (en)|etichetta2=Apocrifi giudaici|etichetta3=Template:Jewish Apocrypha|Antologia ebraica}} <!--- miei testi in inglese da tradurre, sistemare e inserire ---> I Persiani governarono il Vicino Oriente per quasi 200 anni: conquistarono Babilonia nel 539 AEV e mantennero il potere fino a una rapida serie di spettacolari sconfitte per mano di Alessandro Magno, re di Macedonia, dal 333 al 331 AEV. In seguito, la lingua greca e le varianti della cultura greca dominarono il Mediterraneo orientale per quasi {{FORMATNUM:1000}} anni, fino all'altrettanto spettacolare arrivo degli Arabi e dell'Islam nel VII secolo EV. Alessandro mantenne il sistema persiano di dividere il regno in regioni o satrapie, affidando a ciascuna di esse il comando a un subordinato di fiducia; una volta terminata la guerra attiva, molti dei suoi generali furono nominati a questi incarichi. Adottò misure per diffondere la cultura greca in tutto il regno – istituì insediamenti di soldati in servizio o in pensione in luoghi chiave e incoraggiò (o costrinse) i suoi ufficiali a sposare donne indigene di alto rango – ma forse era più interessato a mantenere la stabilità e il controllo che a dare inizio a una rivoluzione culturale. Re Alessandro non interferì nella vita interiore della popolazione ebraica (o di qualsiasi altra) ora sotto il suo dominio, ma incoraggiò un'immigrazione su larga scala nella nuova città di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]]. Questa nuova città divenne presto una capitale reale, la più grande città del mondo greco, sede della più grande comunità ebraica al mondo. Qui e altrove si sviluppò, prosperò e poi scomparve quasi completamente un ebraismo di lingua greca; si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 6|Capitolo 6]] per ulteriori dettagli. Come è noto, Alessandro Magno morì improvvisamente e giovanissimo, molto prima di aver organizzato un'amministrazione stabile per il suo immenso regno. Non lasciò un erede degno di questo nome e, dopo un periodo di intense e violente lotte tra i suoi generali e aiutanti, il suo regno si disgregò. La maggior parte dei potenziali successori di Alessandro fu eliminata nella lotta, ma dopo una generazione di guerre alcuni sopravvissuti si erano affermati come re a pieno titolo, ciascuno con il controllo di una porzione del regno di Alessandro. Due di questi nuovi monarchi governavano su un numero considerevole di ebrei: ''[[w:Tolomeo I|Tolomeo]]'' in Egitto e ''[[w:Seleuco I|Seleuco]]'' su gran parte della parte asiatica dell'antico Impero persiano. Il regno di Tolomeo comprendeva la Giudea e la capitale in espansione Alessandria, mentre Seleuco governava la comunità di esuli a Babilonia, già esistente da diversi secoli. Della Babilonia di quei primi secoli non si sa quasi nulla, ma gli eventi in Giudea sotto il dominio greco determinarono il carattere dell'ebraismo per sempre. Come lo stesso Alessandro, Tolomeo I e i suoi successori non sembrano aver compiuto alcuno sforzo diretto per cambiare le condizioni in Giudea: la Torah rimase in vigore e i sommi sacerdoti rimasero in carica. Ciononostante, cambiamenti imprevisti iniziarono ad apparire nella vita ebraica. I funzionari greci passavano continuamente per Gerusalemme e la loro presenza iniziò a influenzare la popolazione locale. Chi desiderava attirare l'attenzione dei sovrani doveva imparare almeno un po' di greco; chi desiderava dedicarsi al commercio su larga scala doveva fare lo stesso. Chi desiderava entrare al servizio del re doveva acquisire una padronanza ancora maggiore e apprendere le complessità del protocollo di corte e della vita nella capitale reale. I greci, da parte loro, non esitavano a ostentare la brillante superiorità del loro stile di vita,<ref>1</ref> e in effetti, le conquiste della civiltà greca furono davvero impressionanti. Il risultato fu una costante infiltrazione dell’''[[w:ellenismo|ellenismo]]'' (ovvero della cultura greca) nella scena giudaica: ciò era particolarmente vero tra i circoli ricchi e ambiziosi di Gerusalemme, non da ultimo quelli dei sacerdoti di alto rango. Alcune famiglie impararono ad adattarsi ai costumi greci, mentre altre senza dubbio guardavano con sgomento a questo allontanamento dalle usanze ancestrali. Alcuni individui raggiunsero posizioni di potere e onore, mentre altri senza dubbio guardavano con invidia e risentimento. Secondo uno schema secolare, le campagne videro la città sprofondare nella malvagità (così come la vedevano loro), mentre rabbia e amarezza crescevano lentamente. Lo storico [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]<ref>2</ref> racconta di una famiglia chiamata i ''Tobiadi'' che ottenne il diritto di riscuotere le tasse per tutta la Giudea e il territorio circostante.<ref>3</ref> Si trattava di un'antica famiglia, avvezza alla ricchezza e al potere, che era riuscita ad avanzare fino ai vertici del regime tolemaico e a sposare contemporaneamente un membro della famiglia del sommo sacerdote. Flavio Giuseppe racconta la storia come un monito: durante un viaggio ad Alessandria, uno dei fratelli Tobiadi si innamorò di una danzatrice, e questa infatuazione portò infine al declino della famiglia. Ciononostante, il racconto rivela che gli ebrei disposti a compromettere il loro retaggio nazionale furono in grado di ottenere ricchezze e potere su una scala prima inimmaginabile. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = GLI APOCRIFI |contenuto = La traduzione Septuaginta della Torah diede inizio a un processo attraverso il quale gli ebrei di lingua greca della Diaspora ellenistica tradussero tutti i loro scritti sacri in una lingua che potessero comprendere. Questa raccolta in lingua greca alla fine incluse materiali che la nascente raccolta in lingua ebraica del ''Tanakh'' omise (cfr. Capitolo 1, "COSA CONTIENE LA BIBBIA?"). I testi ebraici divennero la Bibbia della religione ebraica, mentre la raccolta in lingua greca divenne l'Antico Testamento del cristianesimo. Questa situazione persistette per ben oltre {{FORMATNUM:1000}} anni, fino alla Riforma protestante del XVI secolo. A quel punto, i Riformatori, guidati da [[w:Martin Lutero|Martin Lutero]], conclusero che c'era qualcosa di illogico nell'affermazione che il cristianesimo si basasse sulle Scritture di Israele, quando in realtà l'Antico Testamento cristiano includeva diversi libri che gli ebrei stessi non veneravano come sacri! I protestanti rimossero quindi quei libri dalle loro Bibbie o li spostarono in una sezione speciale a loro dedicata, chiamata ''Apocrifi'', da una parola greca (ἀπόκρυφος) che significa "ciò che è tenuto nascosto". Grazie alla loro lunga storia nella Chiesa cristiana, i documenti in questione non furono effettivamente nascosti; furono ritenuti degni di un attento studio, ma non furono più considerati sacri quanto gli scritti biblici stessi. Va tenuto presente che questi libri, sebbene di origine ebraica, furono preservati per tutto il Medioevo dai cristiani e non dagli ebrei; infatti, molti brani sembrano mostrare le alterazioni dei copisti cristiani. I libri degli Apocrifi sono i seguenti: # '''1 Esdra'''. Una versione alternativa della narrazione biblica, che inizia in {{passo biblico2|2Cronache|35}}, include l'intero Libro di Esdra e si conclude con {{passo biblico2|Neemia|7:72-8:13}}, piuttosto bruscamente a metà del versetto. Solo una lunga narrazione degli eventi alla corte del re persiano Dario, nei capitoli 3-5, contiene altro materiale. Il nome ''Esdra'' è una forma greca (Έσδρας) del nome biblico ''Ezra''. # '''2 Esdra'''. Una visione della fine dei giorni che si dice sia giunta a Esdra, qui definito profeta (1:1). Il libro consiste in una lunga esplorazione ebraica del problema del male, così come si riflette nella distruzione babilonese di Gerusalemme, sebbene il libro sia stato probabilmente scritto al tempo della successiva distruzione da parte di Roma. Capitoli più esplicitamente cristiani sono stati aggiunti all'inizio e alla fine. # '''Tobia'''. Un racconto romantico del pio [[w:Libro di Tobia|Tobi]] (Τοβίτ), che superò grandi tribolazioni grazie alla sua fede. Il figlio di Tobi, Tobia (detto anche ''Tobiolo''), alla fine sposa Sara, una pia vedova i cui precedenti mariti erano morti la prima notte di nozze, e sconfigge il demone che li stava uccidendo. # '''Giuditta''' (Ιουδίθ ''Iudíth''). Il trionfo della bella e pia vedova [[w:Libro di Giuditta|Giuditta]], che salva gli ebrei dalla conquista del malvagio Oloferne offrendosi al generale babilonese, ma poi lo fa ubriacare e gli taglia la testa quando sono soli. # '''Aggiunte al Libro di Ester'''. Il [[w:Libro di Ester|testo biblico di Ester]] è famoso per non aver mai menzionato esplicitamente Dio. I traduttori hanno "corretto" questo problema aggiungendo diverse lunghe preghiere recitate dai personaggi principali della storia in momenti chiave della narrazione. Vengono inoltre fornite altre informazioni di base e approfondimenti. # '''Sapienza di Salomone'''. Un insieme di [[w:Libro della Sapienza|riflessioni filosofiche]] in lode della Sapienza e fortemente ostili all'idolatria, attribuite (come i libri sapienziali biblici dei Proverbi e dell'Ecclesiaste) all'antico re Salomone. # '''Ecclesiastico''', o la '''[[w:Siracide|Sapienza di Ben Sirach]]'''. Joshua (Giosuè/Gesù) ben Sira era un ricco abitante di Gerusalemme che, intorno al 200 AEV, scrisse un libro di saggezza pratica concepito per guidare l'educazione dei giovani. La tradizione sapienziale pervase il Vicino Oriente per millenni e costituisce la base anche dei libri sapienziali biblici (cfr. nr. 6). # '''Baruch'''. Una breve raccolta di orazioni attribuite a [[w:Libro di Baruc|Baruch ben Neriah]], il fedele segretario del profeta Geremia (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 3|Capitolo 3]], "LE ORIGINI DI UN LIBRO PROFETICO"). Il sesto e ultimo capitolo è talvolta stampato separatamente come ''[[w:Lettera di Geremia|Lettera di Geremia]]'', presumibilmente inviata dal profeta alla comunità di esuli appena arrivata a Babilonia. # '''Cantico dei Tre Giovani'''. Una lunga preghiera e salmo di ringraziamento attribuiti ai [[w:Preghiera di Azaria e Cantico dei tre giovani nella fornace|giovani ebrei salvati da una fornace ardente]] durante le persecuzioni del re Nabucodonosor. I componimenti poetici sono inseriti nella traduzione greca di {{passo biblico2|Daniele|3:52-90}}. # '''Susanna'''. Un breve racconto sulla pietà di una giovane bellezza che resiste alle avances seducenti di anziani ipocriti. Appare come capitolo aggiuntivo nella versione greca di [[w:Storia di Susanna|Daniele]]. # '''Bel e il Drago'''. Un'altra aggiunta al Libro di Daniele, che descrive il successo di Daniele nello smascherare sacerdoti pagani disonesti. Aggiunto anche al testo nella versione greca, il racconto fa riferimento alla fuga di Daniele dalla fossa dei leoni nel libro ebraico [[w:Bel e il Drago|Daniele 6]]. # '''La preghiera di Manasse'''. Re Manasse di Giuda è descritto in {{passo biblico2|2Re|21}} come il re più malvagio che il regno abbia mai sopportato, ma il racconto in {{passo biblico2|2Cronache|33:12-13}} riporta che Manasse si pentì alla fine della sua vita e compose una preghiera di contrizione. Il testo ebraico si riferisce solo a [[w:Preghiera di Manasse|questa preghiera]], ma il testo greco ne fornisce il testo. # '''1 Maccabei'''. Racconto delle persecuzioni di Antioco e dell'eroica resistenza dei Maccabei. [[w:Primo libro dei Maccabei|Il libro]] si conclude con l'insediamento di Ircano I nel 135-4 AEV. # '''2 Maccabei'''. Un [[w:Secondo libro dei Maccabei|altro resoconto]] di quegli anni, che include materiale introduttivo ma termina con la sconfitta del generale Nicanore da parte di Giuda nel 161. [[File:Israeli blue Star of David.svg|16px|center|Maghen David]] Molti altri scritti ebraici della tarda antichità sono sopravvissuti; questi vengono spesso raccolti in una raccolta chiamata ''[[w:Pseudepigrapha|Pseudepigrapha]]'' ((gr. ψευδής, ''pseudès'', "falso" e ἐπιγραφή, ''epigraphè'', "iscrizione" = "scritti falsamente attribuiti"), perché molti sono presentati come scritti di eroi biblici quali i profeti o i patriarchi o persino Adamo ed Eva. Questi testi furono preservati anche dai cristiani per tutto il Medioevo. }} I Tolomei e i Seleucidi combatterono sporadicamente per il controllo della Giudea, un territorio prezioso che si estendeva lungo il confine tra i loro regni; infine, nel 198 AEV, il monarca seleucide [[w:Antioco III|Antioco III]] ne conquistò definitivamente il territorio. Il nuovo sovrano offrì ferme garanzie che il cambio di regime non avrebbe avuto alcun effetto sulla vita in Giudea, e queste garanzie rimasero valide finché il conquistatore fu in vita. Alla morte di Antioco nel 187 AEV, tuttavia, fu sostituito dal figlio [[w:Seleuco IV|Seleuco IV]], e le cose iniziarono a cambiare. Il Secondo Libro dei Maccabei racconta una strana storia. Re Seleuco inviò il suo primo ministro, un uomo di nome Eliodoro, a Gerusalemme con l'ordine di entrare nel Tempio e prelevare i fondi che erano stati impropriamente mescolati con il tesoro del Tempio.<ref>4</ref> All'ingresso, tuttavia, Eliodoro incontrò un enorme guerriero a cavallo coperto dalla testa ai piedi da un'armatura d'oro massiccio, accompagnato da due giovani splendenti. Di fronte a questi avversari, Eliodoro e tutto il suo seguito svennero e dovettero essere portati fuori dal santuario, salvando così il Tempio dalla violazione.<ref>5</ref> I lettori moderni che si imbattono in questa storia sono tentati di liquidarla come una leggenda fantasiosa, ma nonostante i suoi dettagli mitologici probabilmente incarna il ricordo di un evento storico. Il raid deve aver turbato e spaventato la gente del tempo. Ecco un nuovo regime, una nuova dinastia reale al potere sulla Giudea, che dopo solo pochi anni al potere aveva rovesciato un assetto che durava da secoli. L’agente del re aveva tentato di entrare nella casa di Dio e di derubarla, e solo l’apparizione dell’angelo di Dio (perché tale doveva essere) aveva impedito il disastro. Nel 175 AEV, Seleuco IV fu assassinato dallo stesso Eliodoro. Gli successe il fratello, che salì al trono con il nome di [[w:Antioco IV|Antioco IV]]; il figlio del defunto re, Demetrio, era attualmente trattenuto a Roma come ostaggio e non poté succedere al padre secondo le consuete modalità. Sotto Antioco IV la situazione in Giudea si disintegrò rapidamente (anche se l'esatta sequenza degli eventi rimane poco chiara). Il nuovo re sostituì rapidamente il sommo sacerdote in carica, Onia, con un altro di nome Giasone. Giasone era fratello di Onia, e quindi appartenente alla legittima famiglia dei sommi sacerdoti, ma ciononostante questa era la prima volta a memoria d'uomo che un monarca straniero rimuoveva un sommo sacerdote dall'incarico e sceglieva il suo successore con nomina reale. Per gli ebrei comuni dell'epoca, si trattava di una scioccante ingerenza nella loro vita religiosa, perpetrata dal fratello di un re che aveva cercato di sottrarre denaro al loro sacro Tempio. A molti giudei sembrò che i nuovi sovrani seleucidi del loro territorio intendessero arrecare loro gravi danni. Perché Antioco agì in questo modo? Non si rendeva forse conto che i suoi sudditi sarebbero rimasti inorriditi da un'azione del genere? È possibile che non se ne rendesse conto; nel mondo greco molti sacerdozi erano cariche di stato, da ricoprire per nomina o elezione, e molti di essi duravano per un periodo stabilito e poi scadevano. Alle sue condizioni, Antioco potrebbe aver considerato la sua azione pienamente rientrante nella normale sfera delle prerogative reali, e potrebbe aver visto il sommo sacerdote ebreo al servizio e dipendenti, come tanti funzionari equivalenti, del re.<ref>6</ref> Inoltre, Giasone potrebbe aver offerto incentivi allettanti, forse la garanzia di maggiori entrate, forse l'insinuazione che il ramo della famiglia di suo fratello stesse cospirando per riportare il dominio dei Tolomei sulla Giudea. Se Antioco aveva motivo di sospettare che Onia stesse tramando un tradimento, allora un immediato cambiamento del regime locale doveva apparire urgentemente necessario. Qualunque fossero le ragioni del re, il popolo reagì con sgomento. Onia si rifiutò di abbandonare la carica e iniziarono violenti scontri tra i sostenitori dei due aspiranti leader. Naturalmente, il re prese atto di tutto ciò con allarme: non poteva tollerare con facilità lo spettacolo di crescenti disordini in un territorio al confine del suo regno, soprattutto quando sospettava che i leader locali nascondessero nemici dei suoi interessi. Un altro importante sviluppo contribuì all'aggravarsi della crisi, sebbene non sia possibile stabilirne l'esatta collocazione nella sequenza degli eventi. Mentre era ostaggio a Roma, Antioco era rimasto colpito dalla capacità dei suoi ospiti di governare un dominio in crescita assorbendo i vicini conquistati nel sistema politico romano. La pratica romana di estendere la cittadinanza ai nemici sconfitti (a dire il vero, con gradi di subordinazione attentamente regolati) creò un'unità politica su larga scala e diede ad altri un interesse nel benessere dello stato romano. Una volta al potere, Antioco si propose di creare un accordo simile per il suo vasto e diversificato regno: iniziò a usare la cultura greca e la struttura formale della città-stato greca (''polis'') come cemento che lo avrebbe tenuto insieme. Così, quando un gruppo di ricchi gerosolimitani chiese al re di ristrutturare la loro città come una ''polis'' da chiamare Antiochia in suo onore,<ref>7</ref> egli fu fin troppo felice di accogliere la richiesta. Sembra che l'elenco iniziale dei cittadini fosse limitato a poche migliaia di persone appartenenti alle classi più elevate della società; il resto del popolo non godeva di alcun diritto politico. Le città dell'antica Grecia erano governate da un sistema comune: l'assemblea dei cittadini si riuniva periodicamente per approvare risoluzioni ed eleggere i funzionari, mentre questi ultimi erano supervisionati tra un'assemblea e l'altra da un consiglio permanente, selezionato tra i cittadini. In teoria, ogni città greca era un'entità sovrana, governata dai suoi cittadini secondo le leggi e le politiche che questi ultimi ritenevano opportuno adottare. Le città dovevano assecondare i desideri dei monarchi all'interno dei cui regni si trovavano, ma i re erano solitamente disposti a lasciare che fossero i funzionari locali a prendere decisioni locali e a consentire ai cittadini di qualsiasi ''polis'' di vivere come preferivano, purché non creassero problemi. La fondazione di Antiochia di Gerusalemme equivalse quindi all'abrogazione della Torah, o quantomeno alla cancellazione della sua autorità formale: gli abitanti della nuova città greca non erano costretti a violare gli insegnamenti di Mosè, ma ora erano liberi di farlo se lo desideravano. L'opera di Esdra era stata vanificata: i suoi oppositori, eredi degli oppositori dei profeti, avevano finalmente trionfato. La scelta di Giasone come sommo sacerdote da parte del re potrebbe essere collegata a questi sviluppi. Con l'ascesa al potere di Giasone, gli oppositori dell'eredità mosaica avevano preso il controllo della vita ebraica. Il nuovo leader era un entusiasta ammiratore della cultura greca e iniziò rapidamente a introdurre cambiamenti nella vita di Gerusalemme; in particolare, con grande sorpresa dei suoi contemporanei, costruì un ginnasio a Gerusalemme che divenne rapidamente il centro locale della vita urbana.<ref>8</ref> Peggio ancora, i leader della ''polis'' iniziarono a introdurre cambiamenti nel rituale del Tempio, e il popolo ne fu sgomento. Nel frattempo, re Antioco invase l'Egitto e vinse nettamente; stava per abolire la monarchia tolemaica e annettere l'Egitto al proprio regno quando un ambasciatore romano gli consegnò un ultimatum umiliante e lo costrinse ad abbandonare la vittoria e a tornare in patria a mani vuote. Il popolo di Gerusalemme, sentendo che un re che odiavano aveva trovato sventura in Egitto, credette erroneamente che fosse morto e iniziò a festeggiare. Il re, furioso, tornando a casa con un esercito umiliato, attraversò la Giudea e trovò i suoi abitanti che esultavano per la sua morte. Concludendo che la Giudea era diventata ingovernabile e che la religione ebraica era la causa del problema, pose il territorio sotto il diretto controllo militare. Nominando un terzo sommo sacerdote, un uomo di nome Menelao, che si impegnò a essere più collaborativo, il re ordinò l'abolizione delle usanze ebraiche tradizionali e l'ellenizzazione forzata della religione ebraica. Agli ebrei devoti fu imposto di adorare gli idoli. La circoncisione dei bambini maschi fu proibita sotto pena di morte, e il possesso di rotoli della Torah fu dichiarato un crimine. Il Tempio stesso fu ceduto alle truppe siriane del re come loro santuario locale, e in quel luogo sacro si svolgevano cerimonie che gli autori biblici non si degnano nemmeno di descrivere.<ref>9</ref> Era iniziata una vera e propria persecuzione dello stile di vita mosaico; il re e i suoi sostenitori ebrei erano determinati a condurre un popolo arretrato nella terra promessa culturale dell'ellenismo. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = APOCALISSE |contenuto = Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] è il più importante esempio antico di un tipo di scrittura che è diventato noto come ''apocalisse'', dal termine greco per "rivelazione" (''apokálypsis'' ἀποκάλυψις). Questi libri descrivono il futuro sotto forma di una rivelazione concessa da un angelo a un eroe pio. La Scrittura contiene anche esempi precedenti, in particolare verso la fine del [[w:Libro di Zaccaria|Libro di Zaccaria]], ma le visioni di Daniele possono essere collocate con precisione nel loro contesto storico, quindi forniscono un utile punto di partenza per esaminare questa letteratura. Questi libri si discostano dalle scritture precedenti per due aspetti degni di nota. ''Nella forma'', continuano a sostenere l'idea che i veri pii possano sperare di ricevere messaggi divini come i profeti di un tempo, ma ora la fonte di tali messaggi è un angelo intermediario piuttosto che Dio stesso. Questo cambiamento suggerisce che Dio fosse sempre più visto come colui che governava il mondo attraverso una schiera di agenti e rappresentanti, proprio come i re del mondo ellenistico (e poi gli imperatori romani) erano visti come monarchi distanti ma potenti, accessibili solo attraverso molti livelli di agenti, burocrati e ministri. Tutto veniva fatto in loro nome, ma la gente comune raramente li vedeva e poteva a malapena sperare nella loro attenzione personale. Dio, naturalmente, non fu mai percepito come così remoto o nascosto; tuttavia, iniziò a diffondersi l'idea che il mondo fosse pieno di agenti di Dio, una sorta di burocrazia o di corte reale di esseri celesti che effettivamente compivano le azioni in nome del loro comandante. ''In sostanza'', gli scritti apocalittici differiscono dai precedenti scritti biblici in quanto hanno rinunciato a comprendere la storia. Il Deuteronomio afferma con sicurezza che attraverso gli eventi storici Dio ricompensa i giusti e punisce i malvagi, e questa idea era ancora ampiamente accettata quando i Babilonesi distrussero Gerusalemme (cfr. [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 2|Capitolo 2]], "UN DIBATTITO SUL SIGNIFICATO DI DISASTRO"). Il Libro di Daniele, tuttavia, è attento a evitare qualsiasi affermazione del genere: con l'intensificarsi delle persecuzioni di re Antioco, tutti potevano vedere che ora erano coloro che violavano l'alleanza a godere di ricchezza e potere, mentre coloro che rimanevano fedeli a Mosè e ai suoi insegnamenti sopportavano crescenti sofferenze. Ma ora le cose cambiavano: ciò che accade in questo mondo non è una ricompensa o una punizione, ma semplicemente la realizzazione del misterioso piano di Dio. L'esecuzione della giustizia di Dio avrà luogo nell'aldilà. Questo tipo di scrittura rimase popolare tra gli ebrei per diverse centinaia di anni. I libri oggi noti come 2 Esdra (o 4 Esdra) e 2 Baruc furono scritti dopo la nuova distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani nel 70 EV, e applicano questo stesso stile di scrittura e pensiero al disastro del loro tempo. Sono sopravvissuti anche frammenti di molte altre apocalissi. Con la diffusione di questo modo di pensare, si iniziò a generare impazienza per la promessa fine della storia. Un fervente desiderio per la fine del mondo era una risposta naturale a una sofferenza apparentemente infinita; alimentata dalla convinzione che gli eventi fossero preordinati e privi di significato intrinseco, l'attesa della risoluzione finale della dolorosa storia di Israele crebbe sempre più tra gruppi di ebrei scoraggiati. Poiché la fine del mondo avrebbe significato il trionfo della giustizia sul male, questo desiderio assunse spesso la forma di resistenza all'oppressione erodiana o romana: alla fine dei tempi, Dio avrebbe sicuramente permesso ai suoi veri servi di sconfiggere i loro nemici. Seguendo l'esempio dei loro antenati Maccabei, gruppi di pii iniziarono a imbracciare le armi o semplicemente a scatenare rivolte nelle strade di Gerusalemme, fiduciosi che il regno di Satana stesse volgendo al termine. Questa entusiastica prontezza al cataclisma fu un ingrediente importante nella volontà dei Giudei di dichiarare guerra all'Impero Romano: i Maccabei avevano trionfato sul grande regno del ''loro tempo'', e certamente Dio non avrebbe permesso che il suo popolo subisse una sconfitta in ''questo tempo''. Non una, ma tre volte in meno di un secolo la nazione ebraica tentò di sconfiggere Roma con la forza delle armi, e tutte e tre le volte i loro sforzi si conclusero in un disastro ― si veda il [[Una storia dell'ebraismo/Capitolo 7|Capitolo 7]]. }} Il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] fu composto sotto la pressione di questi terribili eventi. Dal punto di vista dei giudei tradizionalmente pii, le promesse della Torah avevano subito un crudele capovolgimento: dove Mosè aveva promesso che la lealtà a YHWH avrebbe portato prosperità, mentre la slealtà avrebbe portato al disastro, i devoti venivano ora distrutti per la loro fedeltà, mentre gli apostati accumulavano ricchezza e potere sotto il patrocinio di un re greco. Come era possibile? Il Libro di Daniele inizia con alcune storie tradizionali, ambientate alle corti dei monarchi babilonesi e persiani, che narrano di ebrei pii che rischiarono la vita per evitare di trasgredire la legge di Dio e furono salvati via dai loro nemici; la fine del libro offre una visione dettagliata del futuro che culmina nel trionfo finale dei giusti e nella terribile punizione dei loro aguzzini, un cataclisma finale che si sarebbe verificato in un futuro molto prossimo. Si dice che questa visione sia stata concessa a Daniele nel primo anno del re persiano Dario (ovvero il 522 AEV), ma gli studiosi hanno notato che la sua descrizione degli eventi del presunto futuro è accurata fino al tempo della persecuzione sotto Antioco IV, dove si perde in vaghezza e congetture. Chiaramente, la "visione" fu composta in quel periodo: le previsioni dettagliate (scritte a posteriori) davano peso all'anticipazione della vendetta finale, e questa anticipazione incoraggiava i lettori ad affrontare un periodo terribile. Nascoste in questo incoraggiamento c'erano alcune nuove idee religiose. L'idea stessa che un angelo potesse rivelare il corso degli eventi secoli prima del loro tempo significava che la storia era predeterminata. La sofferenza degli ebrei non era una punizione, come insisteva il Deuteronomio: gli eventi rivelavano invece l'inesorabile dispiegarsi del misterioso piano di Dio. Le vittime della persecuzione non dovevano incolpare se stesse (anche se molte lo facevano): il loro compito era solo quello di rimanere salde sotto una terribile pressione, di respingere ogni tentazione di violare la Torah, di mantenere la fede in Dio che la loro rettezza non sarebbe stata vana. Questo rifiuto di vedere un significato nella storia era un ritiro dalla precedente fiducia dei profeti che tutti gli eventi avessero un significato in quanto espressioni della giustizia di Dio, ma gli eventi del loro tempo non lasciavano altra scelta. ''Sapevano'' di non essere stati così malvagi da meritare ciò che stava accadendo loro ora! Ma se la giustizia di Dio non dovesse essere effettivamente riconosciuta negli eventi, allora dove, quando e come si sarebbe affermata? Gli ultimi libri della Bibbia offrono una nuova idea per risolvere questo problema: la giustizia di Dio sarebbe stata rivelata in un altro mondo, dopo che ogni vita fosse stata completata e potesse essere valutata nel suo complesso. Il Libro di Daniele contiene l'allusione più chiara<ref>10</ref> della Bibbia all'idea di resurrezione: tutti gli esseri umani saranno infine riportati in vita e poi giudicati in base alla rettitudine della vita che hanno condotto. Se questo mondo non può essere un luogo in cui tutti ottengono ciò che meritano, deve esistere un altro mondo in cui i giusti e i malvagi incontreranno il loro giusto destino. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] Nel caos di un paese in cui bande armate sostenevano tre diversi pretendenti alla carica del sommo sacerdozio e dove i funzionari reali cercavano di abolire un amato stile di vita mentre la gente comune soffriva e moriva per preservarlo, iniziò a emergere una resistenza organizzata e un'oscura famiglia di preti di campagna si fece avanti come suoi leader. Sembra che i resistenti fossero chiamati ''Hasidim'' (in greco ''Asidaioi'', in italiano a volte ''Asideani''), ovvero "i leali",<ref>11</ref> ed erano uniti nella loro feroce lealtà alla Torah di Mosè e alla disciplina religiosa basata su quella Torah. Con il passare del tempo e l'intensificarsi della persecuzione, aumentò anche il loro rifiuto di cedere alle sue richieste. Quando possibile, reagirono; quando necessario, sacrificarono la vita. Rafforzati da un nuovo tipo di letteratura di cui il Libro di Daniele è tipico, erano certi che Dio non avrebbe lasciato le loro sofferenze irrisolte o invendicate (cfr. "APOCALISSE"). La gente si unì a questo esercito in crescita per diverse ragioni. Alcuni volevano semplicemente che il re e i suoi sostenitori smettessero di molestarli; altri erano altrettanto interessati a riprendersi il Tempio e ripristinarne i riti tradizionali. Alcuni, probabilmente pochi all'inizio, videro l'opportunità di cacciare gli odiati idolatri greci e siriani dalla loro terra; altri erano ansiosi di colpire l'oppressiva élite ebraica che si era impossessata delle loro terre e dei loro beni per generazioni e ora stava imponendo anche sulle loro vite un oltraggio religioso. Tutti questi gruppi condividevano la prontezza a imbracciare le armi e combattere il nemico comune, sostenuti da una profonda fiducia che il Dio di Mosè avrebbe concesso loro la vittoria finale. Gli ''Hassidim'' trovarono il loro capo in un angolo inaspettato. Nel villaggio di [[w:Modi'in (città antica)|Modi’in]], a circa venti miglia a nord-ovest di Gerusalemme, viveva un anziano sacerdote di nome [[w:Mattatia|Mattatia]]. Secondo il racconto giunto alle generazioni successive,<ref>12</ref> un ufficiale reale giunse in città in cerca di ebrei disposti ad adorare gli idoli e offrì una ricompensa a chiunque lo facesse. Mattatia non solo rifiutò l'offerta del re, ma uccise anche un ebreo che aveva accettato e anche il rappresentante del re. Poi, naturalmente, dovette fuggire nel deserto, dove radunò attorno a sé i primi elementi di una forza di guerriglia per combattere la persecuzione. Questa storia fu scritta in un'epoca in cui i discendenti di Mattatia erano diventati i governanti della Giudea e potrebbe contenere un elemento di propaganda, ma non è inverosimile. Qualcuno doveva pur dare inizio alla lotta, e forse è così che andò. Scritti successivi attribuiscono anche un'innovazione più radicale allo stesso Mattatia e alla sua cerchia. I nemici degli ebrei devoti<ref>13</ref> avevano capito che gli ebrei rispettosi della legge non avrebbero preso le armi durante lo Shabbat, nemmeno per legittima difesa, quindi, naturalmente, attaccarono quegli ebrei in quel giorno e ne uccisero molti. I pii combattenti capirono che questa passività era controproducente: {{citazione|Poi dissero tra di loro: "Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, ci faranno sparire in breve dalla terra". Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di Sabbath e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli".|{{passo biblico2|1Maccabei|2:40-41}}}} A Mattatia e ai suoi compagni viene quindi attribuita un'idea di vasta portata: nel difendere la tradizione, avrebbero potuto doverla modificare. Sotto la guida rabbinica, diversi secoli dopo, quest'idea sarebbe stata applicata in modi prima inimmaginabili.<ref>15</ref> Già anziano all'inizio della lotta, Mattatia morì presto. La guida della lotta passò a suo figlio [[w:Giuda Maccabeo|Giuda]], che fu chiamato "Maccabeo", sebbene nessuno sappia con certezza cosa significasse quel soprannome. Giuda divenne un eroe popolare, vessando le forze reali e proteggendo coloro che desideravano continuare a vivere secondo la Torah. Giuda e suo padre non erano propriamente difensori della libertà religiosa, sebbene oggi siano talvolta ritratti in questa luce: Mattatia, mentre era in vita, aveva iniziato la pratica di cavalcare per le campagne, circoncidendo forzatamente i neonati maschi i cui genitori avevano trascurato o rifiutato di compiere questo antico rito.<ref>16</ref> Ciononostante, si guadagnarono la lealtà e la gratitudine della gente comune della Giudea difendendo lo stile di vita nazionale e proteggendo coloro che desideravano preservarlo. L'esercito di Giuda, in crescita, ottenne una serie di vittorie contro forze greco-siriane più numerose e meglio addestrate, e gradualmente il re e i suoi consiglieri abbandonarono il tentativo di abolire l'ebraismo tradizionale con la forza e ritirarono il loro sostegno agli ellenisti radicali che avevano conquistato Gerusalemme. Questi si rifugiarono nella fortezza di Gerusalemme, mentre Giuda e i suoi seguaci entrarono in città e ridedicarono con gioia il Tempio purificato al Dio dei loro antenati. Questa dedica, avvenuta nell'inverno del 165-164 AEV, viene ricordata ancora oggi nella festa ebraica di ''[[w:Chanukkah|Hanukkah]]'' ({{lang|he|חנוכה}} "dedicazione"). La crisi era finita. Più o meno in quel periodo, Antioco IV si trasferì all'altra estremità del suo regno, per proseguire il progetto del defunto fratello di sottrarre fondi sospetti dai tesori del tempio. Fu ucciso in battaglia (questa fu sicuramente la vendetta di Dio!), e il suo giovane figlio divenne re con il nome di [[w:Antioco V|Antioco V]]. Nonostante la vittoria di Giuda, il territorio della Giudea rimase sotto la sovranità del regno seleucide. Il re mantenne il diritto di nominare sommi sacerdoti e le tasse continuarono a essere pagate, sebbene la Torah fosse stata ripristinata nella sua autorità per decreto reale. Quando alcuni gruppi ebraici continuarono la lotta, ormai interessati a rovesciare completamente l'autorità reale, la monarchia non cedette volontariamente il controllo. Furono fatti tentativi per guadagnarsi la benevolenza popolare. Il sommo sacerdote Menelao, irrimediabilmente compromesso dal suo sostegno all'ellenizzazione, fu rimosso dall'incarico e messo a morte. Un nuovo sommo sacerdote di nome Alcimo, gradito a quasi tutti, fu insediato a condizione che le cerimonie tradizionali fossero mantenute. Ma i tentativi militari di sfrattare i Greci dalla Giudea non furono tollerati. Lo stesso Giuda, che continuò la lotta sebbene in netta inferiorità numerica, fu ucciso sul campo di battaglia nel 161 AEV. {{Nota |allineamento = centro |larghezza = 95% |titolo = IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE |contenuto = ''Nota: Quando il Sommo Sacerdote Gionata fu assassinato nel 143 AEV, suo fratello Simone, ultimo dei fratelli Maccabei, divenne il suo successore. Di per sé, questo non sarebbe sorprendente: la famiglia era una famiglia di eroi e non c'era nessun altro candidato plausibile per la carica. Tuttavia, le modalità della sua nomina furono davvero sorprendenti: oltre a ricevere la nomina dal re seleucide, che tecnicamente godeva ancora di questo diritto, Simone fu insediato per voto del popolo di Gerusalemme. Mai prima di allora era stato eletto un sommo sacerdote. Questa era una procedura standard tra le città greche, ma era inaudita nella storia ebraica e non aveva alcun fondamento nella [[Torah]]. È sorprendente che una famiglia giunta alla grandezza difendendo la tradizione e opponendosi all'ellenismo, si affidasse comunque a questo metodo tipicamente greco per ottenere alte cariche. L'episodio rivela la pervasiva influenza della cultura greca anche su persone desiderose di limitarne gli effetti.'' Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo. Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati. I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario. Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento. Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente. Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio; lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore; che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele, che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze; che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea; chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole. <div align="right">({{passo biblico2|1Maccabei|14:29-45}})</div> }} Tuttavia, negli anni successivi alla riconsacrazione del Tempio, la dinastia seleucide stessa iniziò a disgregarsi. In un momento chiave (162 AEV), Demetrio, figlio di Seleuco IV, fuggì da Roma (forse con la connivenza dei suoi ospiti: "dividi et impera") e tornò in Asia per reclamare il suo trono. Demetrio entrò nel regno e scoppiò una guerra civile tra i due cugini reali. Una lotta dinastica sempre più caotica si protrasse per quasi un secolo, mentre i rivali per il trono iniziarono a competere per la benevolenza dei loro sudditi. Questa competizione, abilmente sfruttata dai Maccabei, portò potere alla loro famiglia e libertà al popolo della Giudea. Quando un aspirante re offrì il sommo sacerdozio al fratello di Giuda, Gionata (152 AEV), l'altro ratificò presto la nomina e aggiunse anche un sussidio finanziario; il sussidio si trasformò presto in una completa esenzione dagli obblighi finanziari verso il trono, e la Giudea divenne essenzialmente un paese indipendente. Quando Gionata fu assassinato verso la fine del 143 AEV, suo fratello [[w:Simone Maccabeo|Simone]], l'ultimo dei figli di Mattatia, fu scelto per succedergli; ciò confermò i Maccabei stessi come nuova dinastia sacerdotale. La famiglia divenne nota come ''[[w:Asmonei|Asmonei]]'', da un lontano antenato che si presumeva avesse dato il nome alla linea. L'ascesa di Simone al sommo sacerdozio è degna di nota anche per un altro motivo: in un momento chiave, all'inizio del suo mandato, il suo sacerdozio fu confermato da una delibera formale del popolo di Gerusalemme. Adottando una diffusa procedura greca, il popolo trattava il sommo sacerdozio come se fosse una carica civica e dichiarava, tramite una delibera pubblica formale, che, in virtù del suo precedente contributo al benessere della nazione, Simone avrebbe dovuto ricoprire tale carica (cfr. "IL POPOLO NOMINA SIMONE QUALE SOMMO SACERDOTE"). Questa procedura suscitò una certa ansia: il popolo non aveva mai rivendicato tale prerogativa prima, e la delibera prevedeva che la sua decisione potesse essere annullata se fosse sorto un "vero profeta" che avesse designato un'altra linea sacerdotale. La necessità di un vero profeta si era già manifestata una volta: quando Giuda Maccabeo ridedicò l'altare del Tempio, nessuno sapeva cosa fare delle pietre profanate. Per anni erano state dedicate al culto del Dio d'Israele, ma ora erano state contaminate dall'"abominio immondo". Alla fine, le pietre furono semplicemente messe da parte in un deposito, in attesa del momento in cui un vero profeta sarebbe venuto a consigliare al popolo cosa farne.<ref>17</ref> Questi episodi rivelano un'altra caratteristica del malcontento religioso che aveva travolto la Giudea: il popolo viveva senza una guida profetica in un momento in cui tale guida era disperatamente necessaria, ma non aveva ancora accettato che la guida Divina diretta nei momenti di crisi fosse stata loro tolta per sempre. In una situazione che ricorda quella di Esdra, Simone ricoprì quindi il sommo sacerdozio su una triplice base: per nomina reale, per deliberazione popolare e, naturalmente, per volere del Dio d'Israele. Quando anche Simone fu assassinato, nel 134 AEV, suo figlio [[w: Giovanni Ircano I|Yohanan (Giovanni)]], noto anche con il nome greco Ircano (''Hyrcanus''), gli succedette di diritto. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] In cosa consisteva la lotta dei Maccabei? I ribelli non erano semplicemente ostili a tutti i non-ebrei o a tutti gli aspetti della cultura greca. Lo stesso Giuda Maccabeo era pronto a inviare ambasciatori di lingua greca all'estero e a stipulare trattati di amicizia con i Romani e con l'antica città greca di Sparta.<ref>18</ref> In apparenza, le questioni ruotavano attorno alla pratica religiosa: il diritto degli individui a vivere secondo gli insegnamenti di Mosè e il diritto della nazione a mantenere tali insegnamenti nel suo santuario centrale. Ma che dire di quegli individui che volevano abbandonare gli insegnamenti di Mosè o che preferivano modificare le cerimonie del Tempio? Avevano lo stesso diritto di agire come ritenevano opportuno? La risposta sembra essere che, secondo i combattenti Maccabei, non l'avevano. Eredi dei profeti, erano profondamente convinti che la nazione dell'alleanza non avesse altra scelta che adempiere ai propri obblighi divini, e che i singoli membri della nazione dell'alleanza non avessero altra scelta che partecipare a tale adempimento. Un’espressione chiave della visione dei Maccabei sulla loro situazione appare molto presto nella dichiarazione semiufficiale della loro prospettiva, il ''[[w:Primo libro dei Maccabei|Primo Libro dei Maccabei]]'': {{citazione|In quei giorni [l'ascesa di Antioco IV] sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali". Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male.|{{passo biblico2|1Maccabei|1:11-15}}}} Queste parole sono state attribuite agli ellenizzanti dai loro nemici, ma il punto è chiaro: secondo i Maccabei, la malvagità risiedeva ''nel loro desiderio di essere più simili agli altri''. Al contrario, la vittoria dei Maccabei sancì il principio opposto: ''è l'essenza dell'ebraismo che gli ebrei non debbano essere come gli altri. Gli ebrei che desiderano diventare più simili ai loro vicini devono essere fermati.'' Nei Capitoli successivi, questo wikilibro esaminerà i vari modi in cui tale principio è stato compreso e contrastato o messo in pratica. [[File:Israeli blue Star of David.svg|25px|center|Maghen David]] == Note == {{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}} <div style="height: 180px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Avanzamento|75%|8 luglio 2025}} [[Categoria:Una storia dell'ebraismo|Capitolo 4]] doxuy1bi6e3wxwyeaio3fbea7i1gfnr Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Malfa 0 57740 478540 2025-07-08T18:54:30Z VoceUmana7 51633 Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche del comune di [[w:Malfa|Malga]] raggruppate per edificio. == Capoluogo == == Frazioni == * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Malfa/Pollara - Chiesa di Sant’Onofrio|Pollara - Chiesa di Sant’Onofrio]] {{Avanzamento|100%|8 luglio 2025}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] 478540 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche del comune di [[w:Malfa|Malga]] raggruppate per edificio. == Capoluogo == == Frazioni == * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Malfa/Pollara - Chiesa di Sant’Onofrio|Pollara - Chiesa di Sant’Onofrio]] {{Avanzamento|100%|8 luglio 2025}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] k3tyw3dvo663i9cbau9e8zm6edvv3rj Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Malfa/Pollara - Chiesa di Sant’Onofrio 0 57741 478541 2025-07-08T19:00:30Z VoceUmana7 51633 Nuova pagina: {{disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Laudani & Giudici * '''Anno:''' inizio sec. 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''Grand'Organo''''' ---- |- |Flauto dolce bassi || 8' |- |Flauto dolce soprani || 8' |- |Voce flebile soprani || |- |Viola da Gamba bassi || 8' |- |Viola da Gamba soprani || 8' |- |Flauto || 4' |- |Unda maris bassi || 8' |- |Unda maris soprani || 8' |- |Violino soprani || 8' |- |Principale bassi || 8' |- |Principale soprani || 8' |- |Ottava bassi || 4' |- |Ottava soprani || 4' |- |Quintadecima || 2' |- |Decimanona |- |XXII |- |Due di Ripieno |- |Due di Ripieno |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Pedale''' ---- |- | Contrabbassi || 16' |- |Bassi d'armonia || 8' |- |} |} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Aymavilles/Saint-Léger - Chiesa di Saint-Léger]] ofq5fae12uo00nsonlgdo0v3kmxez0h Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Valle d'Aosta/Aymavilles/Crétaz-Saint-Martin - Chiesa di Cristo Re dell’universo 0 57744 478552 2025-07-09T11:30:51Z VoceUmana7 51633 Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Fratelli Collino * '''Anno:''' 1881-1882 * '''Restauri/modifiche:''' 1962 organaro sconosciuto (restauro), 1976 Fratelli Krengli (restauro), anni 2000 Franco Dorigato (restauro) * '''Registri:''' 17 * '''Canne:''' * '''Trasmissione:''' meccanica * '''Consolle:''' a finestra * '''Tastiere:''' 1 di 58 note (''Do<small>1</small>''-''La<small>5</small>''), divisione bassi/soprani ''Si<small>2</small>''-''Do<small>3<... 478552 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Fratelli Collino * '''Anno:''' 1881-1882 * '''Restauri/modifiche:''' 1962 organaro sconosciuto (restauro), 1976 Fratelli Krengli (restauro), anni 2000 Franco Dorigato (restauro) * '''Registri:''' 17 * '''Canne:''' * '''Trasmissione:''' meccanica * '''Consolle:''' a finestra * '''Tastiere:''' 1 di 58 note (''Do<small>1</small>''-''La<small>5</small>''), divisione bassi/soprani ''Si<small>2</small>''-''Do<small>3</small>'' * '''Pedaliera:''' di 17 note (''Do<small>1</small>''-''Mi<small>2</small>'') * '''Accessori:''' Tasto al pedale * '''Collocazione:''' in corpo unico sulla cantoria in controfacciata {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''I - 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