Wikiversità itwikiversity https://it.wikiversity.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.45.0-wmf.6 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikiversità Discussioni Wikiversità File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Area Discussioni area Corso Discussioni corso Materia Discussioni materia Dipartimento Discussioni dipartimento Education Program Education Program talk TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Materia:Fisiologia umana 104 1780 280398 258097 2025-06-20T15:52:27Z Avemundi 2081 refuso 280398 wikitext text/x-wiki {{I|Medicina}} {{Materia|5|10 |corso1=Medicina e chirurgia |dip=Medicina |ssd=BIO/09 |disclaimer=dm |presentazione= La fisiologia si occupa di studiare il funzionamento di organi e apparati e costituisce la base da cui partire per la valutazione delle condizioni patologiche. |programma= == Fisiologia dei Sistemi == *[[Fisiologia degli impulsi nervosi]] *[[Fisiologia muscolare]] *[[Fisiologia dei recettori]] *[[Emodinamica]] *[[Trasporto ematico dei gas]] *[[Fisiologia del sistema endocrino]] *[[Metaboloismo energetico]] == Fisiologia degli Apparati == *[[Cardiofisiologia]] *[[Fisiologia Respiratoria]] *[[Fisiologia Renale]] *[[Fisiologia dell'apparato digerente]] *[[Neurofisiologia]] *[[Equilibrio acido base]] *[[Omeostasi dei liquidi corporei]] }} i2bg23623bfkn700gbxgquz7ttrdhnm Il progetto educativo 0 11618 280395 264298 2025-06-20T15:49:33Z Avemundi 2081 refuso 280395 wikitext text/x-wiki Il '''progetto educativo''' è una tipologia particolare di [[w:progetto|progetto]] che prevede lo sviluppo di varie forme di [[w:Didattica|attività didattiche]] in un contesto di [[w:apprendimento|apprendimento]]. Il termine è associato a quello di ''gestione del progetto'' (derivante dall'inglese ''[[w:project management|project management]]'') che ha come padre storico [[w:Russel D. Archibald|Russel D. Archibald]]<ref>Russel, D. Archibald, ''Project management. La gestione di progetti e programmi complessi''. Edizioni Franco Angeli, (2004) ISBN 8846451791</ref><ref>* ''The Definitive Guide to Project Management''. Nokes, Sebastian. 2nd Ed.n. London (Financial Times / Prentice Hall): 2007. ISBN 978 0 273 71097 4</ref>. Il ''progetto educativo'' è uno [[w:strumento|strumento di lavoro]], utilizzato nel settore dell'[[w:Educazione|educazione]] e generalmente redatto da [[w:Docente|personale docente]] mediante le fasi della [[w:Progettazione educativa|progettazione educativa]] (detta anche ''programmazione'' o ''pianificazione didattica''). Lo strumento, partendo da [[w:Bisogno|bisogni]] (AIF, 1998 p.&nbsp;188)<ref>"La progettazione di un intervento parte infatti dall'analisi dei bisogni.." che normalmente sono legati a diverse tipologie di variabili.</ref> espliciti ed impliciti di un [[w:gruppo discente|gruppo discente]] descrive un percorso atto a realizzare delle [[w:finalità|finalità]]<ref>"La finalità: è un'affermazione di principio attraverso cui la società identifica e veicola i propri valori.. In questo senso le finalità fanno capo a dei valori". Vandevelde cit in (Titone, R. 1990, p. 31)</ref> educative mediante il raggiungimento di specifici [[w:Obbiettivo|obbiettivi]] (Titone et al 1990 p.&nbsp;33)<ref>Definiti come "Ciò che i discenti devono essere capaci di realizzare al termine di un periodo di insegnamento/apprendimento e che non erano capaci di realizzare prima"".</ref> all'interno di svariate tipologie di [[w:Gruppo sociale|comunità di apprendimento]]<ref>L'apprendimento cooperativo in particolare ha studiato a fondo il tema dei gruppi di apprendimento ed individua tre tipi di gruppi: "..''formali'' (la cui durata va dal tempo di una lezione ad alcune settimane), ''informali'' (la cui durata va da pochi minuti al tempo di una lezione) e di ''base'' (della durata di almeno un anno).. (Johnson, David et al 1994, p. 20)</ref> o (''learning comunities'')<ref>Psicologi delle comunità come McMillan e Chavis (1986) affermano che ci sono quattro fattori chiave che definiscono il senso della comunità: "(1) adesione, (2) influenza, (3) soddisfacimento dei bisogni individuali e (4) eventi condivisi e connessioni emotive.</ref> o ancora, secondo la definizione di [[w:Jean Lave|Jean Lave]] e [[w:Etienne Wenger|Etienne Wenger]] ''comunità di pratiche'' (''Communities of practice'').<ref>Habhab. S. (2008), [http://www.chris-kimble.com/CLEE/Book_1/Chapters/Chapter_11.html Workplace Learning in a Community of Practice: How do Schoolteachers Learn?] ''in'' Communities of Practice: Creating Learning Environments for Educators, C. Kimble, P. Hildreth and I. Bourdon (Eds), Information Age Publishing. Vol 1, Ch 11, pp. 213-232.</ref> == Caratteristiche == Tra la metà degli anni '60 e la metà degli anni '70 la "programmazione" nelle istituzioni educative, era composto da elenchi di nozioni da acquisire ed attività disciplinari da svolgere. Verso la fine degli anni '70 tale strumento subì l'influenza delle correnti [[w:Comportamentismo|comportamentiste]]<ref>Watson J.B. (1913) Psychology as a behaviorist view, Psychological review, 20, 2, 158-177. [http://psycnet.apa.org/index.cfm?fa=buy.optionToBuy&id=1926-03227-001&CFID=23630319&CFTOKEN=46017949 abstract]</ref><ref>''La tecnologia dell'insegnamento'', trad. Lidia Magliano, introduzione di Cesare Scurati, Brescia: La Scuola, 1970</ref>. Il ''comportamentismo''<ref>''Il comportamentismo'', a cura di Paolo Meazzini, tr. Adriano Corao e Mario Di Pietro, Firenze: Giunti-Barbera, 1984 e Milano: Fabbri, 2007.</ref> introdusse il concetto che "ogni cosa che fa un organismo, incluso l'agire, il pensare ed il percepire, sono da considerarsi [[w:Comportamento|comportamenti]]"<ref name = Skinner1984>{{cite journal |author = Skinner, B.F. |date = 16 April 1984 |title = The operational analysis of psychological terms |journal = Behavioral and brain sciences ''(Print)'' |volume = 7 |issue = 4 |pages = 547–581 |url =http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=9212556 |accessdate = 2008-01-10}}</ref>. Il [[w:Psicologia cognitiva|cognitivismo]] a sua volta, pose l'accento sugli "obiettivi"<ref>[http://www.funzioniobiettivo.it/glossadid/motivazione.htm Cognitivismo ed obiettivi educativi]</ref> e contribuì a concepire il "programma" anche come una serie di ''comportamenti'' che il discente avrebbe dovuto esplicitare al fine di dimostrare l'avvenuto raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. I concetti di "project management", l'[[w:Epistemologia genetica|epistemologia genetica]] (proposta negli anni '50 da [[w:Jean Piaget|Jean Piaget]])<ref>* Jean Piaget, ''L'epistemologia genetica'', Laterza, 2000, ISBN 8842041424</ref> nonché le correnti [[w:Costruttivismo (psicologia)|costruttiviste]]<ref>* Ernst von Glasersfeld, ''L<nowiki>'</nowiki>interpretazione Costruttivista dell<nowiki>'</nowiki>Epistemologia Genetica''</ref><ref>* [[w:Jean Piaget|Jean Piaget]], ''La costruzione del reale nel bambino'', 1973, La Nuova Italia, Firenze (ISBN 8822106725), (titolo originale: ''La construction du réel chez l'enfant'', 1937).</ref><ref>* Maturana, H.R., Varela, F.J., 1985, ''Autopoiesi e cognizione. La realizzazione del vivente'', [[w:Venezia|Venezia]], Marsilio [''Autopoiesis and Cognition. The Realization of the Living'', 1980]</ref><ref>* Maturana, H.R., Varela, F.J., 1987, ''L'albero della conoscenza'', Milano, Garzanti [''El árbol del conocimiento'', 1984]</ref> insieme a quelle [[w:Costruzionismo (teoria dell'apprendimento)|costruzioniste]] di [[w:Seymour Papert|Seymour Papert]]<ref>* 1972 - ''Learn Think to Children'', UCLA (University of California Los Angeles). L. A. relation</ref><ref>* [[w:1993|1993]] - ''The Children's Machine: Rethinking School in the Age of the Computer''. New York: Basic Books. ''I bambini e il computer'', Rizzoli, Milano. 1994</ref> contribuiscono a modificare ulteriormente il processo previsionale in ambito educativo. Che, da programma atto a trasmettere nozioni, diventa un percorso complessivo, mirante a favorire la costruzione della conoscenza. Il termine di ''progetto'', viene gradualmente preferito a quello di ''programma''. In particolare con la ''progettazione educativa per competenze''<ref>Capperucci, Davide. ''Dalla programmazione educativa e didattica alla progettazione curricolare. Modelli teorici e proposte operative per la scuola delle competenze''. Franco Angeli Edizioni (2011)</ref> si descrivono non soltanto, i saperi da "trasmettere" ma anche i percorsi educativi da attuare per rendere possibile la formazione delle [[w:Competenza|competenze]] che dovranno essere acquisite dal discente. Intendendo per ''competenza'' la capacità di saper applicare determinate [[w:Conoscenza|conoscenze]] in uno specifico contesto, al fine di raggiungere dei risultati previsti, mediante l'adozione di [[w:Comportamento|comportamenti]] adeguati. Nei progetti di educazione individualizzata si afferma il cosiddetto "[[w:sfondo integratore|sfondo integratore]]", metodologia di progettazione educativa utilizzata nell'ambito dell'integrazione scolastica di alunni con [[w:Disabilità|disabilità]]. Tale strumento rivolge particolare attenzione all'organizzazione degli elementi dell'[[w:ambiente|ambiente]] (soprattutto spazi, materiali, tempi) e all'utilizzo di elementi mediatori o organizzatori delle attività (in linea con la [[w:pedagogia istituzionale|pedagogia istituzionale]]).<ref>Si veda, ad esempio: Giampietro Lippi, "La progettazione per sfondi (progettazione 'istituzionale')", in P. Crispiani, N. Serio (a cura di) ''Il manifesto della progettazione'', Roma, Armando 1997.</ref> La prima elaborazione del costrutto è contenuta in (Zanelli, 1986). Il progetto generale di un'istituzione educativa prevede inoltre la definizione del [[w:Curriculum|curriculum]] (o ''curricolo''). Il primo volume pubblicato su questo soggetto fu ''The Curriculum'' (il curriculum),<ref>Bobbitt, John Franklin. The Curriculum. Boston: Houghton Mifflin, 1918.</ref> e risale al 1918. L'autore, John Franklin Bobbitt, spiegava il curriculum come "il corso degli atti e delle esperienze attraverso le quali un bambino diventa adulto". Sebbene apparso formalmente nella definizione del Bobbitt, il termine curriculum come "corso di esperienze formative" pervade anche l'opera di [[w:John Dewey|John Dewey]] (che era in disaccordo con Bobbitt su molti punti essenziali). Anche se l'idealistica concezione di "curriculum" del Bobbitt e di Dewey era diversa da quella più ristretta che si dà oggi al termine, esperti e ricercatori generalmente la condividono come significato sostanziale di curriculum.<ref>Jackson, Philip W. "Conceptions of Curriculum and Curriculum Specialists." In Handbook of Research on Curriculum: A Project of the American Educational Research Association, edited by Philip W. Jackson, 3-40. New York: Macmillan Pub. Co., 1992.</ref><ref>Pinar, William F., William M. Reynolds, Patrick Slattery, and Peter M. Taubman. Understanding Curriculum: An Introduction to the Study of Historical and Contemporary Curriculum Discourses. New York: Peter Lang, 1995.</ref> Il ''progetto educativo'' descrive il ''curricolo'' suddividendolo in: * ''Curricolo di base'' (o ''core curriculum''): descrive i contenuti e gli interventi che l'istituzione educativa attua per conseguire le sue finalità. * ''Curricolo trasversale'': descrive le linee di continuità ''verticale'' ovvero quegli elementi di raccordo dell'istituzione con altre di grado inferiore e superiore (ad es. nel caso di una scuola media il raccordo con quella elementare e quella superiore) e le eventuali altre collaborazioni ''orizzontali'' tra istituzioni di pari grado (ad es. con altre scuole medie). * ''Curricolo facoltativo'': descrive le attività ed insegnamenti non obbligatori. Il ''progetto educativo'' pertanto: * Parte da un insieme di ''bisogni educativi''<ref>Lo psicologo statunitense [[w:Abraham Maslow|Abraham Maslow]] riconobbe l'esistenza di una gerarchia che contemplasse non solo i bisogni fisici della persona. Tra il 1943 e il 1954 concepì il concetto di "''Hierarchy of Needs''" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro ''Motivation and Personality'' del 1954.</ref>, stabilisce [[w:finalità|finalità]], obbiettivi, [[w:Atto|azioni]], [[w:Metodologia|metodologie]], forme di verifica (in itinere e/o finali), indicando [[w:Tempo|tempi]] e risorse. * È elaborato dai ''docenti'', figure professionali appartenenti alla categoria dei [[w:lavoratori della conoscenza|lavoratori della conoscenza]] (''knowledge worker''), che si impegnano con l'[[w:Utente|utenza]]<ref>Attraverso il [[w:Contratto educativo|Contratto educativo]] redatto dall'istituzione di appartenenza</ref>, a portare avanti il ''progetto'' stesso. * È indirizzato ai ''discenti'', destinatari principali del progetto, i quali si impegnano con l'istituzione educativa a percepire dei servizi e agli obblighi previsti dal [[w:Contratto educativo|Contratto educativo]]. * È diretto allo sviluppo di [[w:beni immateriali|beni immateriali]] come [[w:abilità|abilità]] e [[w:Competenza|competenze]], a differenza dei progetti aventi come finalità principale la [[w:produzione|produzione]] di [[w:beni materiali|beni materiali]]. * È ''orientato ai processi'' piuttosto che alla realizzazione di un [[w:Prodotto (commercio)|prodotto]] finale. La maggior concentrazione verso i [[w:Processo|processi]] [[w:Educazione|educativi]] e di [[w:apprendimento|apprendimento]] è dovuta alla loro centralità nella formazione delle [[w:Competenza|competenze]]. Pertanto, allo scopo del loro raggiungimento, i percorsi di sviluppo [[w:Cognizione|cognitivo]], [[w:Formazione|formativo]] ed [[w:Esperienza|esperienziale]] prefigurati nel progetto educativo, eserciteranno un'importanza primaria. * Può proporre la realizzazione di un ''prodotto finale'' che assume talvolta funzioni accessorie o di "esca motivazionale". Tendente cioè a stimolare nel discente o nel gruppo di apprendimento l'[[w:Curiosità|interesse]] alla base della [[w:Motivazione (psicologia)|motivazione]] ed elemento "chiave" del processo di apprendimento<ref>Alyce Dickinson nel 1978 (Dickinson, A., 1978 e 1989), dimostrò la possibilità di apprendimenti prodotti senza l'intenzione di apprendere. Concluse che non sempre la motivazione è basilare per apprendere. Alcune tipologie di motivazione sono più efficaci di altre, che invece possono avere effetti negativi sull'apprendimento. Ad esempio Dickinson dimostrò che la migliore prestazione è raggiunta avendo una bassa motivazione quando il compito è difficile e con una motivazione forte quanto esso è debole.</ref>. * Può descrivere alcuni comportamenti attesi, essendo il processo di apprendimento favorito dai comportamenti "adattivi"<ref>I comportamenti adattivi hanno corrispondenti attività a livello [[w:Encefalo|encefalico]] recentemente evidenziate. Sono quelle dei cosiddetti "[[w:Neuroni specchio|Neuroni specchio]]" (''Mirror Neurons''), messe in luce in seguito alle ricerche di Rizzolati e Sinigaglia e colleghi del Dipartimento di Neurologia dell<nowiki>'</nowiki>Universita' di Parma e Pavia (Rizzolatti G., Sinigaglia C., 2006)</ref> ed ostacolato da quelli "non adattivi". == Tipologie == A seconda della sua specifica destinazione e del contesto di utilizzo vengono distinte varie tipologie di progetti educativi: * '''PEG''' (''progetto educativo generale''): Esplicita la [[w:Mission (missione)|mission]], la [[w:metodologia|metodologia]], i [[w:ruolo|ruoli]] degli operatori, i principi generali complessivi di un'intera istituzione educativa. Può assumere denominazioni specifiche a seconda del Paese o della tipologia di istituzione di riferimento. Ad esempio una scuola dell'obbligo italiana redige un PEG<ref>Detto anche PEI (''progetto educativo di istituto'') da non confondersi con il ''piano educativo individualizzato'' indicato con la stessa abbreviazione.</ref> (unitamente ad una ''Carta dei servizi'' e ad un ''Regolamento di Istituto'') e un POF<ref>[http://archivio.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/pof/default.shtml - Ministero dell'Istruzione (Italia) Piano dell'Offerta Formativa]</ref> (''piano dell'offerta formativa'' nella quale vengono descritti i [[w:curricolo|curricoli]], gli strumenti educativi e le ''quote'' di alcuni curricoli), una Facoltà Universitaria redige il PA (progetto accademico) ecc. * '''PEI''' (''piano educativo individualizzato'') o PEP (''piano educativo personalizzato''): in Italia è utilizzato per descrivere gli interventi che le istituzioni scolastiche devono mettere in atto nei confronti di uno studente con ''bisogni educativi speciali'' (''special educational needs'') che evidenzi ''disturbi specifici dell'apprendimento'' (DSA)<ref>Accertate problematiche cognitive, comportamentali o di diversa abiltà.</ref>. Dà il diritto ad una valutazione differenziata<ref>Secondo [http://www.edscuola.it/archivio/handicap/pei.html Rolando Alberto Borzetti] il PEI può essere definito come: "un progetto operativo interistituzionale tra operatori della scuola, dei servizi sanitari e sociali, in collaborazione con i familiari; o anche un "progetto educativo e didattico personalizzato riguardante la dimensione dell'apprendimento correlata agli aspetti riabilitativi e sociali".</ref>. * '''PLI''' (''piano di lavoro individuale'' detto WP o ''working plan''): è il piano di lavoro (generalmente annuale) redatto dal singolo docente<ref name = "Writing">"[http://www.huntington.edu/dept_interior.aspx?id=2217 Writing Lesson Plans]." Huntington University: a Christian college ranked among America's best colleges. 15 Mar. 2009.</ref> all'interno di una comunità di apprendimento. Viene generalmente preceduto da un'analisi dei ''prerequisiti'' o delle ''pre-competenze'' degli studenti al fine di poter calibrare un progetto adatto. Deve contenere in sintesi: le varie lezioni suddivise nelle diverse ''unità didattiche'' (UD), intese come quei blocchi tematici della disciplina che verranno affrontati nel corso del periodo di insegnamento previsto. Le UD conterranno inoltre l'indicazione di: obiettivi, tempi, spazi o luoghi, metodologie, strumenti, materiali/risorse, sistema di valutazione ed eventuali interazioni con altre discipline. Nell'UD ogni lezione potrà poi essere descritta da un ''lesson plan''<ref name = "ITC">{{Cite web | last = O'Bannon | first = B. | authorlink = | coauthors = | title = What is a Lesson Plan? | work = | publisher = Innovative Technology Center * The University of Tennesseee | date = 2008 | url = http://itc.utk.edu/~bobannon/lesson_plan.html | format = | doi = | accessdate = May 17, 2011 }}</ref> (LP in inglese) con una descrizione dettagliata della singola lezione. == Struttura == === Bisogni === Il progetto educativo descrive i bisogni che deve soddisfare. L'educazione considera il bisogno come la distanza esistente tra la situazione educativa che si vorrebbe ottenere e quella effettivamente presente in un contesto. L'operazione che permette di individuare i bisogni di natura educativa è definita ''analisi dei bisogni educativi''<ref>Kaufman, R. A. (1972). Educational system planning.</ref><ref>Englewood Kaufman, R. (1988). Planning educational systems: A results-based approach. Lancaster, PA: Technomic Publishers.</ref> === Finalità === Le ''finalità educative'' sono "comportamenti generali attesi che riguardano la formazione dell'uomo e del cittadino. Affinché le finalità perdano il loro carattere di vaghezza indeterminatezza e discrezionalità, dovranno essere tradotte in obiettivi.."<ref>[http://www.funzioniobiettivo.it/glossadid/Obiettivo.htm Definizione presente in]</ref>. Possono essere suddivise in: * ''Finalità educative generali'': generalmente legate ai presupposti generali di una istituzione educativa. Ad esempio ''Educare alla legalità'', alla ''convivenza'' alla ''responsabilità'' alla ''cittadinanza'' allo ''spirito argomentativo'' alla ''critica costruttiva e propositiva'' oppure creare le condizioni per ''una pari opportunità nell'offerta formativa'', ''favorire la continuità degli studi'' ecc. * ''Finalità educative specifiche'': più legate a delineare lo sfondo propositivo appartenente ad una particolare disciplina o ambito. Ad es. potenziare ''la padronanza di..', ''la conoscenza di..'', ''le competenze nella..'' ecc. === Obiettivi === Gli [[w:obiettivo|obiettivi]]<ref>Per un approfondimento si veda [[w:Eliyahu M. Goldratt|Eliyahu M. Goldratt]], Jeff Cox. ''The Goal: A Process of Ongoing Improvement''. ISBN 0-88427-061-0</ref>, indicati anche con il termine inglese ''goals'', sono i "risultati desiderati" che un individuo o un'organizzazione vogliono perseguire, mediante l'applicazione di azioni o di un progetto in un tempo predefinito. Nel settore educativo si riferiscono alle trasformazioni o ai cambiamenti che si vorrebbero apportare a seguito dell'espletamento di un processo per perseguire delle finalità educative. Il raggiungimento degli obbiettivi dovrebbe portare al soddisfacimento dei bisogni educativi. Si possono distinguere principalmente (Titone, R. 1990 p.&nbsp;33): * ''Obiettivi educativi'': quelli di tipo generale e di "sfondo" di un contesto. Per essere raggiunti necessitano di tempi più lunghi rispetto a agli obiettivi didattici. * ''Obiettivi didattici'': direttamente collegati col percorso di apprendimento proposto. Sono di tipo più specifico, legati all'acquisizione di saperi e competenze da parte dei discenti. Necessitano di tempi più brevi a seconda che siano ''intermedi'' o ''finali'' rispetto a quelli educativi. Gli obiettivi del progetto, sulla base della ''didattica per competenze'', non si limitano ad elenchi di nozioni da trasmettere. Defininiscono piuttosto principalmente: 1)''[[w:Competenza|competenze generali]]'' e trasversali, 2)''Competenze specifiche'' che il discente deve sviluppare nell'ambito delle diverse ''discipline'' (intese come "organizzatori del sapere"). Sia nel primo che nel secondo caso individua anche le ''competenze essenziali'', le ''core skills'' imprescindibili che i discenti dovranno possedere. === Metodologie didattiche === Il progetto educativo contiene l'indicazione e la descrizione delle metodologie didattiche prescelte. La metodologia didattica è la tattica specifica che dirige un processo educativo verso il raggiungimento dei suoi obiettivi. Promuove o consolida competenze e permette di gestire meglio quelle già possedute. Contribuisce ad organizzare le informazioni rendendole logiche, accessibili e quindi applicabili e utili. L'indicazione, nel progetto, delle metodologie didattiche utilizzate è essenziale, essendo queste uno dei componenti di base dell'educazione, con il compito importante di organizzare i processi educativi. In particolare: * Rendono lo studente parte attiva del processo educativo motivandolo a partecipare ad attività curricolari ed extracurricolari * Trovano soluzioni per obiettivi e problemi cognitivi creando un'alleanza tra studente e insegnante. * Sviluppano il pensiero logico e fattuale allo stesso tempo. Il docente può scegliere tra diverse metodologie didattiche, per sviluppare un percorso educativo adatto al contesto e alla tipologia disciplinare. Le metodologie didattiche svolgono le seguenti funzioni principali: * Funzione cognitiva: aprire percorsi e possibilità (di scoperta e comprensione della realtà, di ricerca tecnologica, di sviluppo culturale, ecc.). * Funzione formativo-educativa: di creare e scoprire talenti, abilità, capacità, comportamenti, competenze, ecc. * Funzione strumentale: rappresentano uno strumento per il raggiungimento degli obiettivi didattici. * Funzione normativa: indicano come il processo educativo deve evolvere; come si dovrebbero ottenere i risultati attesi; come raggiungere la migliore produttività, quali sono i modi più brevi per raggiungere gli obiettivi ecc. Oltre alla metodologia, il progetto conterrà le ''procedure educative''. Le procedure sono le parti componenti una metodologia e sono usate in situazioni concrete. Ogni metodologia educativa si compone quindi delle sue specifiche procedure (classiche), che la distinguono dalle altre. La combinazione di "nuove procedure" determina "nuove metodologie". Le procedure possono essere divise in categorie come ad es.: a) procedure pratiche, b) procedure teoriche. Le procedure didattiche sono completate dalle tecniche e dagli strumenti che aiutano gli studenti ad assimilare più facilmente i contenuti proposti. Una metodologia proposta nel progetto ''ex ante'' può essere considerata efficace soltanto se le procedure coinvolte daranno concreti risultati positivi dopo la sua applicazione pratica. Le principali metodologie didattiche si riferiscono a diverse "filosofie dell'apprendimento": * Metodologie comportamentiste e del ''mastery learning'' (Block, Anderson 1978)<ref>Vedi (Block, James 1974).</ref> * Metodologie cognitiviste del ''problem solving'' (Davidson, Deuser, Sternberg 1994)<ref>Vedi (Davidson, Janet & Sternberg, Robert 1994).</ref>, della pluralità dell<nowiki>'</nowiki>intelligenza (Gardner 1987)<ref>Vedi (Gardner, Howard 1983)</ref> e dell'intelligenza triarchica (Sternberg 1997) * Metodologie metariflessive e dei processi di controllo (Santoianni, Striano 2000) e le strategie metacognitive (Ashman, Conway 1991) Le metodologie didattiche utilizzate devono soddisfare criteri di: * Coerenza e adeguatezza: essere coerenti col contesto di riferimento e con l<nowiki>'</nowiki>impianto complessivo del progetto. * Interesse e curiosità: sviluppare con continuità l'interesse e la curiosità atte alla predisposizione all'apprendimento dei discenti. * Inclusione (e non esclusione) dei discenti. Saranno inoltre: * Osservate: le giuste proporzioni nelle fasi di utilizzo di metodologie didattiche passive e attive (a centralità dello studente). * Rispettate: le diverse variabili incluse nel progetto e quelle collegate agli "stili di apprendimento" degli allievi e agli "stili di insegnamento" dei docenti. * Previsti: ''modelli di apprendimento'' adatti al raggiungimento delle finalità dichiarate. ==== Modelli di apprendimento ==== Modelli di apprendimento (in base al rapporto relazionale degli attori) * Modello unidirezionale (lezione frontale). * Modello dialogico (interattivo). * Modello ''team-teaching'' (compresenza di docenti). * Modello per ''tutoring'' (docente facilitatore dell<nowiki>'</nowiki>apprendimento). * Modello ''cooperative learning'' (apprendimento collaborativo). * Modello ''mastery learning'' (insegnamento per la padronanza, personalizzato, riferito ad obiettivi attesi di apprendimento e di performance non uniformi). * Modello ''Play role'' (studio di ruoli diversi, inversione di ruoli, drammatizzazione di contenuti e concetti, dibattiti e tavole rotonde "a ruolo"). * Modello ''Brain storming'' (produzione autonoma di ipotesi e concetti mediante libere associazioni di idee. Preliminare all<nowiki>'</nowiki>attività del docente). ==== Problem & decision managing ==== Il progetto potrà definire le metodologie utilizzate per individuare e gestire i problemi, insieme alle decisioni messe in atto per risolverli. In pratica indicherà i metodi per il: * ''Problem finding'': la presa di coscienza di un problema o di un disagio. * ''Problem setting'': la definizione di un problema (o la trasformazione di un disagio in un problema o argomento ben definito). * ''Problem analysis'': la scomposizione di un problema principale in problemi secondari. * ''Problem solving'': l'individuazione di soluzioni (o la trasformazione di un problema ben definito in un progetto volto ad eliminare le cause di disagio). * ''Decision making'': decidere in quale modo si operano le scelte per pervenire ad una decisione (ad es. la definizione delle modalità di scelta operate dal gruppo) . * ''Decision taking'': decidere le modalità mediante le quali una decisione viene attuata (ad es. le date, i ruoli specifici, i contesti, le cose da fare ecc.). ==== Definizione delle fasi di cooperazione e collaborazione ==== Il progetto educativo può contenere la descrizione degli interventi curricolari che verranno affrontati seguendo i principi del [[w:cooperative learning|cooperative learning]] (apprendimento cooperativo), del [[w:Apprendimento collaborativo|collaborative learning]] (apprendimento collaborativo) e della [[w:educazione cooperativa|cooperative education]] (educazione cooperativa). L'introduzione di queste fasi nel curricolo permette il disegno di percorsi di apprendimento particolarmente adatti allo sviluppo delle [[w:Apprendimento cooperativo#Abilità sociali|competenze sociali]] del discente. === Temporalizzazione === La predisposizione degli eventi secondo sequenze temporali ([[w:Timing|Timing]]) determina lo schema di sviluppo delle attività previste dal progetto. L'inizio, la durata e la fine di ogni attività devono essere chiaramente indicate. Dal punto di vista della scansione temporale degli interventi didattici è possibile concepire azioni a: * Scansione breve (tipiche nella ''didattica breve''<ref>La ''didattica breve'' nasce alla fine degli anni '70 grazie al lavoro di Filippo Ciampolini (Ciampolini, Filippo, 1993). Essa mira a determinare una significativa riduzione dei tempi di insegnamento/apprendimento dei contenuti disciplinari, nel rispetto del rigore scientifico e dei contenuti.</ref>) * Scansione media (tipiche per lo sviluppo di singole unità didattiche) * Scansione lunga (tipiche per lo sviluppo di ampie unità didattiche pluridisciplinari e/o interdisciplinari) === Ambienti, strumenti e materiali didattici === === Strumenti di "Assessment" === L'"educational assessment" (valutazione educativa) dei discenti (o del gruppo) è il processo di misurazione e [[w:Documento|documentazione]] di [[w:Conoscenza|conoscenze]], [[w:Competenza|competenze]], ''attitudini'' e [[w:Credenza|credenze]]. Gli strumenti di [[w:Docimologia|valutazione]] delle competenze che verranno acquisite dai discenti (Simeone, Daniela & Nirchi, Stefania, 2005), devono essere descritti dal progetto educativo. Essi variano a seconda del tipo di istituzione e dell'età degli studenti: la somministrazione di [[w:Prove strutturate di valutazione|Prove strutturate di valutazione]], normalmente costituite da test a risposta chiusa (con domande a [[w:scelta multipla|scelta multipla]]<ref>la cui ideazione è attribuita a Frederick J. Kelly nel [[w:1914|1914]] alla Kansas University.</ref>) (Lutz Beckert, Tim J Wilkinson, Richard Sainsbury, 2003), a Vero/Falso, a corrispondenze, a completamento, a sequenza logica) ma anche da test con la possibilità di risposte aperte, esercitazioni scritte od orali, fasi di osservazione contestualizzate (ad es. osservazioni del: livello e qualità dei contributi personali del discente nel gruppo, grado di collaborazione e disponibilità, numero di interventi nelle discussioni, numero e qualità di nuove proposte, comportamenti proattivi) ecc<ref>Secondo (Academic Exchange Quarterly, 2009): "Studi di natura teorica o empirica (compresi studi di caso, studi di portfolio, lavori di tipo esplorativo o sperimentale) che affrontino l'attitudine e la preparazione del discente, la motivazione e gli stili di apprendimento, i risultati dell'apprendimento nel perseguire obiettivi nei diversi contesti educativi sono tutti benvenuti, insieme a quelli che affrontano le tematiche relative a standard misurabili e benchmark".</ref>. == La valutazione del progetto educativo == Per Rossi, Lipsey e Freeman, (2004) la valutazione è intesa come ''la sistematica, rigorosa e meticolosa applicazione di metodi scientifici per accertare il design, l'implementazione, il miglioramento o gli esiti di un progetto o di un programma''. Si tratta di un "processo ad ''alta intensità di risorse'', che richiede valutatori esperti, molto lavoro e tempo nonché [[w:Budget|budget]] considerevoli"'. Nell'ambito delle istituzioni educative per [[w:valutazione|valutazione]] di un progetto si intendeno l'insieme di quelle tecniche e metodologie utilizzate per valutare: [[w:pertinenza|pertinenza]], [[w:rilevanza|rilevanza]], [[w:efficacia|efficacia]], [[w:efficienza|efficienza]], ''lezioni apprese (lessons learnt)'', ''buone pratiche'', ''effetti e impatti'' del progetto educativo. Si possono distinguere due fondamentali livelli di intervento valutativo: * ''Livello territoriale'': La [[w:Docimologia|valutazione]] di un piano di intervento educativo a livello [[w:territorio|territoriale]] è utilizzato nei processi decisionali degli [[w:Ente pubblico|enti e delle amministrazioni]] che si trovino ad operare delle [[w:Scelta|scelte]] nella destinazione delle [[w:Risorsa economica|risorse]]. L'[[w:analisi delle politiche pubbliche|analisi delle politiche pubbliche]] sfrutta i costosi strumenti di [[w:valutazione delle politiche pubbliche|valutazione delle politiche pubbliche]] per accertarsi dell'impatto degli interventi. Gli alti costi sono dovuti anche al fatto che generalmente questi strumenti "devono essere tagliati su misura" (Peter H. Rossi, Howard Freeman e Mark W. Lipsey, 1999). * ''Livello di singolo plesso o istituto'': Nell'ambito dimensionalmente più ristretto riferito alle singole [[w:Istituto|istituzioni educative]] formali lo strumento valutativo ha valenze di controllo ed [[w:Autogoverno|autogoverno]]. Tende a ''pesare'' la bontà dei processi previsti o l'efficacia di quelli messi in atto (nel caso di ''progetti ex post'') attraverso: :1)''Valutazioni iniziali'', atte a descrivere la situazione iniziale del discente o del gruppo a cui si rivolge l'intervento per meglio definire obbiettivi, processi e risorse. :2)''Valutazioni in itinere'', utilizzate per un controllo del processo in itinere al fine di apportare le necessarie modifiche. :3)''Valutazioni finali'', fondamentali per testare l'efficacia complessiva del progetto didattico. === Valutazione ''ex ante'' === La valutazione ''[[w:Ex ante|ex-ante]]'' (o a priori) di un progetto didattico si riferisce alla valutazione, effettuata da apposite commissioni o istituti di valutazione, prima dell'applicazione pratica del progetto, al fine di una sua adozione futura e finanziamento. Inizialmente si constata l'eventuale ''ammissibilità'' dell'elaborato in base alla completezza dei dati in esso presenti. In seguito, utilizzando specifici criteri, si analizzano i diversi aspetti del "dichiarato" per valutarne: 1)''fattibilità'' (cioè la possibilità di trasformare agevolmente il ''dichiarato'' in ''agito'' in caso di approvazione del progetto), 2)''filosofia complessiva'' e ''finalità'' dichiarate dell'intervento proposto, 3)''tempi di attuazione'' previsti, 4)''costi'' preventivati, 5)''obiettivi'' dichiarati, 6)''processi'' proposti, 7)''metodologia'', 8)''risorse umane'' previste, 9)''strumenti'' 10)''ricadute'' previste. === Valutazione ''ex post'' === La valutazione ''[[w:Ex post|ex post]]'', (''a posteriori''), del progetto ''agito'', si riferisce alla valutazione effettuata in itinere o a seguito della sua realizzazione. La valutazione ''ex post'' di un progetto didattico può essere di tipo: * ''Sistemico quantitativo'': è usata, per valutare progetti ampi e di respiro territoriale. Viene realizzata da enti o amministrazioni appartenenti a diverse tipologie di livelli: internazionale, statale, regionale, provinciale o comunale. Si serve principalmente degli strumenti tipici della ricerca quantitativa a livello territoriale, basati principalmente sull'analisi di campioni statistici. Mira a definire l'eventuale raggiungimento di obbiettivi sulla base di parametri di: 1)''efficacia'', 2)''adeguatezza'' rispetto al contesto di riferimento, 3)''coerenza'' tra finalità e obbiettivi, 4)''ricaduta'' sull'utenza, 5)''proporzionalità'' tra le risorse previste e quelle effettivamente impiegate e tra gli obbiettivi previsti e quelli effettivamente raggiunti. Il fine è quello della razionalizzazione delle risorse, della definizione di eventuali nuclei di problematicità o di disomogeneità nell'impiego delle stesse. Ha un costo elevato essendo condotta su vasti campioni a livello territoriale. * ''Autovalutativo qualitativo'': è sviluppata dall'istituzione attraverso percorsi auto-valutativi, coinvolgenti tutto il personale dell'istituzione (''utenza interna'') insieme a più testimoni dell'''utenza esterna'', guidati da un ''tutor'' generalmente non appartenente all'istituzione stessa. Gli strumenti, utilizzati a livello del singolo istituto o plesso, sono quelli tipici della ricerca qualitativa: 1)''Questionari'' interni di varia tipologia, a risposta multipla e aperta, rivolti sia all'utenza ''interna'' che a quella ''esterna'', 2)''Interviste'' su specifici ''target topics'' (o argomenti bersaglio), 3)''Focus group'' condotti dal tutor con uno o più gruppi disomogenei di ''testimoni privilegiati''. La partecipazione ai processi auto-valutativi, se guidata da tutor esperti, offre ai docenti l'acquisizione di nuove competenze. Ha quindi il vantaggio di essere contemporaneamente un percorso formativo. == Note == <references /> == Bibliografia == * AIF (Associazione Italiana Formatori), ''Professione formazione''. Franco Angeli Editore (1998) ISBN 10: 8820498197 * Titone, Renzo e Gandini Gamaleri, Ester, ''Guida alla formazione didattica degli insegnanti''. Armando Editore (1990) ISBN 887144129X Progetto educativo e ''working plan'' in generale * Schlechty, Phillip C., ''Working on the Work: An Action Plan for Teachers, Principals, and Superintendents''. The Jossey-Bass Education Series (2002) ISBN 0-7879-6165-5 Per il PEG: * Paparella, Nicola (a cura di), ''Il progetto educativo, Vol 1, 2, e 3.'' Armando Editore (2010) ISBN 8860815789 Per il POF: * Tenuta, Umberto, ''Il piano dell'offerta formativa. Moduli e unità didattiche. La programmazione nella scuola dell'autonomia.'' Anicia Editore (2002) ISBN 8873460585 Per il PEI: * Ianes, Dario e Cramerotti, Sofia (a cura di), ''Il Piano educativo individualizzato_Progetto di vita, Vol 1-2-3''. (Erickson, 2009) ISBN 978-88-6137-525-3 * Zanelli, Paolo - Uno 'sfondo' per integrare, Bologna, Cappelli (1986) Per la valutazione * Davis, Andrew I limiti della valutazione educativa (Teoria e storia dell'educazione). Anicia (2002) ISBN 8873460607 * Simeone, Daniela & Nirchi, Stefania, ''La qualità della valutazione educativa. Verifica e valutazione degli apprendimenti'' Anicia (2005) ISBN 887346288X * Rossi P.H., Lipsey M.W, Freeman H.E. (2004), Evaluation: A systematic approach, Sage Publications, Inc., CA ([http://books.google.it/books?id=8K3Ax5s7x5oC&printsec=frontcover&sig=ACfU3U352zTs7DgirWaHjZLFGEji7UwMKw Google Libri]) * Bezzi C.(2001), Il disegno della ricerca valutativa, Franco Angeli, Milano * Leone L., Prezza M. (1999), Costruire e valutare i progetti nel sociale. Manuale operativo, Franco Angeli ([http://books.google.it/books?id=eVri1eWDd-8C&pg=PA258&dq=leone+prezza&hl=it&ei=C6DfTPjKGM-VswaFm939Cw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCwQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false Google Libri]) * Lutz Beckert, Tim J Wilkinson, Richard Sainsbury (2003), ''A needs-based study and examination skills course improves students' performance Medical Education'' 37 (5), 424–428.doi:10.1046/j.1365-2923.2003.01499.x * "Educational Assessment". Academic Exchange Quarterly, available at [http://rapidintellect.com/AEQweb/ontass Rapidintellect.com]. Retrieved January 28, 2009. Per la motivazione * Redmon, W. K, & Dickinson, A. M. (1978). A Comparative Analysis of Statistical Process Control Theory D and Behavior Analytic Approaches to Quality. Journal of Organizational Behavior Management., 9, 47-65. * Dickinson, Alyce (1989). The detrimental effects of extrinsic reinforcement on "intrinsic motivation". The Behavior Analyst, 12, 1-15. Per il ''Mastery learning'' * Block, James, Schools, Society and Mastery Learning. (1974) ISBN 978-0030884078 Per il ''Problem solving'' * Davidson, Janet & Sternberg, Robert. The Psychology of Problem Solving (1994) Per le intelligenze multiple * Gardner, Howard. (1983) "Frames of Mind: The Theory of Multiple Intelligences." New York: [[w:Basic Books|Basic Books]] (In italiano: Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza, Feltrinelli, Milano, 1987) Per la didattica breve * Ciampolini, Filippo, La didattica breve, Il Mulino, 1993 Per l'apprendimento cooperativo * Johnson, David et al, ''Apprendimento cooperativo in classe''. Erickson Edizioni (1994) ISBN 88-7946-188-5 Per i neuroni a specchio * Rizzolatti G., Sinigaglia C., (2006), ''So quel che fai, Il cervello che agisce e i neuroni specchio'', Raffaello Cortina Editore. ISBN 88-6030-002-9 * Rizzolatti G., Sinigaglia C., (2010), The functionmal role of the parieto-frontal mirror circuit: interporetations and misinterpretations. Nature reviews neuroscience, 11 (4) 264-274 doi:10.1038/nrn2805 [[Categoria:Corso di Scienze dell'educazione]] szmth2b452q9spi95a2mh5v19c62nn9 Segnali Temporanei e di Cantiere 0 18137 280399 280379 2025-06-20T23:47:20Z Antojuve1993 45628 Segnaletica di cantiere 280399 wikitext text/x-wiki {{Ordine delle lezioni|precedente1=Segnali di Indicazione|materia1=Scuola Guida|successivo1=Segnali Complementari}} {{Risorsa|tipo = lezione|materia1 = Scuola Guida|avanzamento = 100%}} I s'''egnali temporanei e di cantiere''' sono posti per breve tempo ed indicano un pericolo o la presenza di un cantiere stradale. '''SOLITAMENTE SONO DI COLORE GIALLO!''' Nelle tabelle che seguono: * Le righe colorate in verde indicano segnali stradali non più previsti dal Codice della strada vigente. * Le righe colorate in grigio indicano segnali stradali non previsti dal Codice della strada ma utilizzati. == Segnaletica di pericolo temporanea == I '''segnali di pericolo di carattere temporaneo''' differiscono da quelli a carattere definitivo per il colore di fondo: giallo anziché bianco (a parte i limiti di velocità e le tabelle integrative = fonte). Sono regolati dal codice della strada e dal ''disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici, differenziati per categoria di strada, da adottare per il segnalamento temporaneo'' (decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 10 luglio 2002, GU n. 226 del 26 settembre 2002) previsto dall'art. 21 del Codice della strada. {| rules = "all" style = "margin:1em 1em 1em 0; border:solid 1px #AAAAAA; border-collapse:collapse; background-color:#F9F9F9; font-size:95%; empty-cells:show" class = "wikitable" border = "2" cellpadding = "4" cellspacing = "0" !Immagine<br />(in scala) !Denominazione !Descrizione |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - lavori.svg|100px]] |align = "center"|'''Lavori''' |Presegnala cantieri di lavori in corso, depositi temporanei di materiale, presenza di macchinari adibiti ai lavori stradali. Può essere corredato di cartello che indica la lunghezza del cantiere. Di notte integrato di lanterna a luce fissa.<br>Dal 1992 sostituisce il segnale: [[Immagine:Italian traffic signs - old - lavori in corso.svg|60x60px]] |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - strada dissestata - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Strada dissestata''' |Su fondo giallo presegnala un tratto di strada in cattivo stato o con pavimentazione irregolare in presenza di un cantiere stradale. |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - strettoia simmetrica - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Strettoia simmetrica''' |Segnala un restringimento pericoloso della carreggiata su entrambi i lati a causa di un cantiere stradale. |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - strettoia asimmetrica a destra - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Strettoia asimmetrica a destra''' |Segnala un restringimento pericoloso della carreggiata posto sul lato destro a causa di un cantiere stradale. |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - strettoia asimmetrica a sinistra - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Strettoia asimmetrica a sinistra''' |Segnala un restringimento pericoloso della carreggiata posto sul lato sinistra a causa di un cantiere stradale. |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - materiale instabile - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Materiale instabile su strada''' |Presegnala la presenza di pietrisco, di materiale minuto o granaglia di un cantiere stradale che può essere proiettato a distanza o scagliato in aria dai veicoli in transito. |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - doppio senso - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Doppio senso di circolazione''' |Segnala un tratto di strada con doppio senso di circolazione sulla stessa carreggiata, quando il tratto precedente era a senso unico a causa di un cantiere stradale. |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - semaforo verticale - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Semaforo<br />con dischi in verticale''' |Presegnala un impianto semaforico posto su strade sia urbane che extraurbane con dischi disposti in verticale a causa di un cantiere stradale. |- |align = "center"|[[Immagine:Italian traffic signs - altri pericoli - provvisorio.svg|100px]] |align = "center"|'''Altri pericoli''' |Segnala un pericolo diverso da quelli indicati negli altri segnali di pericolo a causa di un cantiere stradale. È obbligatorio un pannello integrativo recante un simbolo od una iscrizione che precisi la natura del pericolo, ad esempio: :[[Immagine:Italian traffic signs - incidente.svg|50px]] : incidente :[[Immagine:Italian traffic signs - segni orizzontali in rifacimento (modello II 6-a).svg|50px]] : segnaletica in rifacimento :[[Immagine:Italian traffic signs - mezzi di lavoro in azione.svg|50x50px]] : mezzi di lavoro in azione :[[Immagine:Italian traffic signs - sgombraneve in azione.svg|50x50px]] : sgombraneve in azione :[[Immagine:Italian traffic signs - corsie a larghezza ridotta.svg|50px]] : corsie a larghezza ridotta :[[Immagine:Italian traffic signs - uscita obbligatoria.svg|50px]] : uscita obbligatoria |} == Segnaletica di cantiere == I '''segnali di cantiere''' indicano la presenza di un cantiere stradale. {| rules = "all" style = "margin:1em 1em 1em 0; border:solid 1px #AAAAAA; border-collapse:collapse; background-color:#F9F9F9; font-size:95%; empty-cells:show" class = "wikitable" border = "2" cellpadding = "4" cellspacing = "0" !Immagine<br />(in scala) !Denominazione !Descrizione |- |align = "center"|[[Immagine:Passaggio Obbligatorio per Veicoli Operativi.jpg|100px]] |align = "center"|'''Passaggio obbligatorio per veicoli operativi''' |Obbliga il conducente a superare un ostacolo nella direzione indicata. Può essere posizionato anche su vericoli operativi. |- |align = "center"|[[File:Segnale stradale italiano - presegnale di cantiere mobile (figura II 399b - formato ridotto, 1992-1996).svg|200px|centro]] |align = "center"|'''Presegnale di cantiere mobile''' |Indica la distanza da un cantiere e i possibili restringimenti di carreggiata. |- |align = "center"|[[Immagine:Paletto di Delimitazione.jpg|100px]] |align = "center"|'''Paletto di delimitazione''' |Indicano la zona di cantiere. Possono essere anche '''DELIMITATORI FLESSIBILI'''. |- |align = "center"|[[Immagine:Barriere Normali.jpg|100px]] |align = "center"|'''Barriere normali''' |Indicano la zona di cantiere. Possono essere usati nei passaggi a livello guasti. |- |align = "center"|[[File:Segnale stradale italiano 1990 - coni (aggiornamento figura 13 della circolare 2900 del 1984).svg|centro|100x100px]] |align = "center"|'''Cono''' |Indicano una zona di cantiere. Può essere usato in caso di incidente. |- |align = "center"|[[File:Segnale stradale italiano - paletta per transito alternato da movieri (figura II 403).svg|centro|100px]] |align = "center"|'''Paletta per transito alternato da movieri''' |Palette equivalenti a semafori. Se rosse indicano STOP. Se verdi indicano VIA LIBERA. |- |align = "center"|[[File:Segnale stradale italiano - preavviso di deviazione (figura II 405).svg|centro|215px]] |align = "center"|'''Preavviso di deviazione per tutti i mezzi''' |Preavvisa una variazione di transito per lavori. Può essere accompagnato da un cartello che indica la lunghezza della variazione del cantiere. |- |align = "center"|[[File:Italian traffic signs - preavviso di deviazione (figura II 408).svg|centro|200px]] |align = "center"|'''Preavviso di deviazione solo per i mezzi con peso superiore all'indicato''' |Preavvisa una variazione di transito per lavori solo per i mezzi con peso superiore all'indicato. Può essere accompagnato da un cartello che indica la lunghezza della variazione del cantiere. |- |align = "center"|[[File:Segnale stradale italiano - direzione autocarri obbligatoria (figura II 409b).svg|centro|150px]] |align = "center"|'''Direzione obbligatoria per autocarri''' |Obbliga i mezzi indicati a seguire temporaneamente l'indicazione indicata. |- |align = "center"|[[File:Segnale stradale italiano - preavviso deviazione autocarri consigliata (figura II 410b).svg|centro|150px]] |align = "center"|'''Direzione autocarri consigliata''' |Consiglia ai veicoli indicati la direzione indicata. |- |align = "center"|[[File:Italian traffic signs - uso corsie disponibili (figura II 414).svg|centro|148px]] |align = "center"|'''Uso corsia disponibile''' |Indica per quali tipologie di veicoli è disponibile la corsia indicata. |- |align = "center"|[[File:Italian traffic signs - Corsia chiusa a destra.svg|centro|149px]] |align = "center"|'''Segnale di corsia chiusa - riduzione da due a una corsia''' |Indica una riduzione di carreggiata da due a una corsia. |- |align = "center"|[[File:Italian traffic signs - Corsia chiusa a sinistra (su tre).svg|centro|149px]] |align = "center"|'''Segnale di corsia chiusa - riduzione da tre a due corsie''' |Indica una riduzione di carreggiata da tre a due corsie. |- |align = "center"|[[File:Segnale stradale italiano - segnale di carreggiata chiusa (fig II 413a).svg|centro|111px]] |align = "center"|'''Segnale di corsia chiusa - Spostamento da un carreggiata ad un'altra''' |Indica uno spostamento da una carreggiata ad un'altra. |} {{Scuola Guida}} 3ojxqv9imzapmxm3qmb77jc6hwedteq Il modellamento glaciale (superiori) 0 24019 280387 276041 2025-06-20T15:42:48Z Avemundi 2081 refuso 280387 wikitext text/x-wiki {{risorsa|tipo=lezione|materia1=Scienze naturali per le superiori 5|avanzamento=100%}} {{Notabene|1=''Le informazioni riportate in questa lezione derivano da testi universitari, articoli scientifici e manuali tecnico-professionali. Il livello di approfondimento è mediamente più elevato rispetto a quello delle scuole secondarie superiori (anche se compatibile quanto alla forma). Questo ciclo di lezioni tuttavia si propone soprattutto come strumento di ricerca, consolidamento e ampliamento delle informazioni.''<br> ''Questa lezione si propone anche come guida alla didattica sugli argomenti trattati e per scopi informativi non scolastici.'' '''''Tempo stimato per la lettura (lettura analitica): 2 ore'''''}} == I ghiacciai. Origine e processi == [[File:Ghiacciaio Pisgana dal monte Mandrone - panoramio.jpg|thumb|right|341x341px|Ghiacciaio Pisgana (Gruppo dell'Adamello (alta Val Camonica, BS)]] Il '''ghiaccio''' può accumularsi in aree dove la quantità di neve apportata dalle precipitazioni atmosferiche ogni anno eccede le perdite di neve dovute a scioglimento, evaporazione o deflazione da parte del vento, portando alla formazione di '''ghiacciai'''. Il ''clima'' è chiaramente il principale fattore che controlla l'accumulo del ghiaccio: infatti gli accumuli possono mantenersi solamente in due casi: * In aree in cui l'apporto di neve invernale eccede lo scioglimento estivo (in questo caso ovviamente la quantità di precipitazioni invernali è decisiva). * In aree in cui la temperatura tutto l'anno è molto bassa, tale da consentire un bilancio positivo tra accumulo e perdite (quindi la capacità di accumulo è meno dipendente dalla quantità di precipitazioni) Sulla Terra vi sono aree ricoperte da ghiaccio perenne praticamente a tutte le latitudini (inclusi i tropici), e vi sono due principali tipi di ghiacciai: * '''Ghiacciai polari''' * '''Ghiacciai temperati''' o '''ghiacciai montani''' {| class="wikitable" |TIPO |LOCALIZZAZIONE |ESEMPI |CARATTERISTICHE |- |'''POLARE''' |''Antartide, Groenlandia, Islanda'' |''Calotte Glaciali '' |''Ghiacciai che ricoprono estese superfici di terre emerse (da decine a centinaia di chilometri quadrati) con spessori fino a oltre 4000 m (Antartide).'' |- |'''MONTANO''' |''Ande, Himalaya, Pirenei, Alpi, Patagonia, massicci africani del Kilimanjaro, Ruwenzori, Monte Kenya; Puncak Jaya (Nuova Guinea indonesiana)'' |''Ghiacciai vallivi; vallivi composti (cioè dati dalla confluenza di più ghiacciai); sommitali (o di vetta); di circo; di altopiano'' |''Ghiacciai nei quali è ben evidente la distinzione fra il bacino collettore e il bacino ablatore, al di sotto del limite delle nevi persistenti.'' |} [[File:Glacier drainage system.png|thumb|right|verticale=2.8|Schema generale di un ghiacciaio (si tratta di un ghiacciaio vallivo di area temperata, la categoria più articolata e complessa che esemplifica bene la morfologia). Sono riportati gli elementi morfologici principali, il sistema di accumulo del ghiaccio e di drenaggio dell'acqua di fusione.]] I ghiacciai sono tra i più importanti agenti dell' '''erosione''' e importanti meccanismi di '''trasporto''' di materiale roccioso in vaste aree del mondo, alle alte latitudini e in regioni montane. Questo materiale dà origine a depositi con morfologie caratteristiche e caratteri distintivi dei sedimenti. La parte superiore di un ghiacciaio è il '''bacino di accumulo''' o '''bacino di raccolta''', con bilancio di accumulo annuale positivo, mentre la parte inferiore si definisce '''area di ablazione''', dove avviene la progressiva riduzione della massa glaciale per fusione, sublimazione, evaporazione. Le due parti sono separate da una ''linea di equilibrio'' in corrispondenza della quale l'apporto e l'ablazione di ghiaccio si compensano.<br> Frequentemente l'area di ablazione assume una forma allungata, detta '''lingua glaciale'''. La parte più bassa della lingua glaciale prende il nome di '''fronte del ghiacciaio''' e dà luogo, con le sue acque di fusione, a torrenti e/o laghi d'alta montagna (''torrenti e laghi proglaciali''). Sovente sotto la lingua glaciale si forma un ''torrente subglaciale'', che ne raccoglie le acque di fusione e scorre per un certo tratto sotto la massa glaciale fino a fuoriuscire dalla fronte. In alcuni casi l'acqua scorre sulla superficie del ghiacciaio e si forma un ''torrente supraglaciale''. Il '''clima''' come già accennato è il fattore determinante nello sviluppo e nella preservazione dei ghiacciai. I '''cambiamenti climatici''' (le ''fasi climatiche'') a medio e lungo termine ne determinano la comparsa, l'evoluzione e anche l'eventuale scomparsa. Quando il clima muta, l'equilibrio dei ghiacciai si altera: quindi i ghiacciai sono "spie" molto sensibili dei mutamenti climatici. Ad esempio, se il punto di equilibrio tra accumulo e ablazione si sposta a maggiore altitudine (in una fase climatica relativamente più calda), l'area di ablazione ne risulta incrementata, quindi ovviamente le parti del ghiacciaio ad altitudine minore saranno sottoposte ad una maggiore sottrazione di ghiaccio per fusione ed evaporazione, ma contemporaneamente lo stesso bacino di accumulo ne può risultare ridotto. Questo si traduce in una '''fase di ritiro''' del ghiacciaio, in cui il volume del ghiacciaio si riduce progressivamente e la sua fronte arretra rilasciando i sedimenti precedentemente in carico. Il ghiacciaio può eventualmente ridursi a plaghe di "ghiaccio morto" (non più in movimento attivo), fino a divenire semplicemente un '''nevaio''' perenne, poi stagionale, e scomparire.<br> Viceversa, con un irrigidimento del clima avremo uno spostamento in basso del punto di equilibrio, con incremento degli apporti nevosi entro il bacino di accumulo e ampliamento dello stesso, e contemporaneamente uno spostamento verso il basso del fronte glaciale. In questo caso avremo una '''fase di avanzamento''' della fronte del ghiacciaio, che trasporta sedimenti in posizione sempre più avanzata, obliterando in gran parte i depositi terminali precedenti. === Formazione del ghiaccio e drenaggio dell'acqua === [[File:Glacial ice formation LMB.png|thumb|right|verticale=0.9|Stadi di formazione del ghiaccio]] Nell'area di accumulo, al di sopra del limite delle nevi perenni, e a latitudini polari, la neve è in fiocchi soffici, asciutti e leggerissimi a causa dell'inclusione di grandi quantità di aria (densità 0,18937246 g/cm³), col tempo si accumulano e si compattano sotto l'azione combinata del proprio peso e del processo di ''metamorfismo'' dei cristalli di ghiaccio, che porta ad espellere l'aria contenuta negli interstizi ed a formare aggregati via via più densi: prima la ''neve granulare'' (0,3 g/cm³) e poi, dopo una estate, il '''Firn''' (0,5 g/cm³). La completa trasformazione in ghiaccio (0,9 g/cm³) è un processo ancora più lento, che può richiedere anni e avviene per compattazione della neve sotto accumuli il cui spessore è di decine di metri. Nei ghiacciai delle zone temperate il processo è accelerato dall'eventuale addizionamento di ghiaccio formatosi in seguito al rigelo, durante la notte, dell'acqua di fusione della neve prodottasi durante il giorno per innalzamento della temperatura. Occorrono, comunque, in media cinque anni perché si formi ghiaccio sotto un accumulo di neve spesso una ventina di metri. Lo strato superficiale di materiale nevoso si situa nella parte più interna dell'area di accumulo, in cui le condizioni climatiche ne consentono la conservazione per la maggior parte dell'anno. A causa del movimento continuo del ghiacciaio verso valle, la neve sarà esposta progressivamente a fusione fino alla ''linea della neve'', oltre la quale è esposto il firn. Lo strato di firn (considerevolmente più compatto e resistente al disgelo) si estende più a valle per un certo tratto (variabile ovviamente con le condizioni climatiche). In un ghiacciaio, la '''linea del firn''' separa l' '''area di accumulo''' dall' '''area di ablazione'''. Oltre questa linea abbiamo il ghiaccio esposto, eventualmente ricoperto in parte di detrito (till), che può accumularsi fino a formare vere e proprie morene. Nella stagione estiva possono formarsi canali in cui scorre l'acqua di fusione, fino a ''torrenti supraglaciali''. Neve, neve granulare e firn hanno una porosità intergranulare (i "vuoti" tra le particelle costituenti). Questa porosità è molto sviluppata nella neve e si riduce progressivamente verso il basso con l'intervento dei fenomeni descritti. Si tratta di una porosità per la maggior parte interconnessa (cioè i pori sono collegati tra loro). L'acqua di fusione che si genera durante il giorno (o durante giorni senza gelo) si infiltra (''percolazione'') all'interno della porosità tra i cristalli e gli aggregati di neve e di firn, allargando i canali tra i pori, fino a incontrare la superficie del ghiaccio vero e proprio, che è praticamente impermeabile. Qui inizia a scorrere lungo la pendenza naturale dello strato di ghiaccio ed eventualmente si raccoglie in uno strato "pensile" (''perched water''), formando una zona in cui la porosità è completamente satura d'acqua. L'acqua accumulata nella zona satura può eventualmente sfruttare linee di debolezza del ghiaccio (come fratture e discontinuità in genere) per scendere ulteriormente formando ''condotti endoglaciali'' fino all'interfaccia ghiaccio-roccia, ove prende a scorrere sulla superficie rocciosa formando ''condotti subglaciali''. Con l'avanzare verso la fronte questi condotti tendono a confluire, ricevendo anche l'apporto da parte dei crepacci soprastanti, e a formare ''cavità subglaciali'', che possono alloggiare uno o più ''canali subglaciali'', fino a veri e propri torrenti. In ultimo, l'acqua fuoriesce dalla ''fronte glaciale'' come ''torrente proglaciale''. === Bilancio di massa === [[File:Glacier mass balance.png|thumb|right|verticale=2.7|Diagramma che illustra il bilancio di massa di un ghiacciaio, con l'andamento delle curve di ''accumulo'' e ''ablazione'' durante un anno, nel caso ideale di un ghiacciaio in ''equilibrio di massa''. L'ablazione è riportata come positiva. E' riportata anche la curva del ''bilancio netto di massa'', (accumulo - ablazione), positiva in inverno, negativa in estate. In realtà per la misura del '''bilancio annuale''' si considerano '''due minimi successivi''' della massa glaciale (meglio riconoscibili dalle caratteristiche della neve e del ghiaccio). L'unità per esprimere numericamente la variazione di massa è il chilogrammo (kg). Quando il bilancio di massa è espresso per unità di area, la sua unità è kg*m<sup>-2</sup>. L'unità kg*m<sup>-2</sup> è solitamente sostituita dal millimetro di acqua equivalente, ''mm w.e.'' (spessore di acqua che si ricaverebbe dalla fusione della neve). Questa sostituzione è comoda perché 1 kg di acqua liquida, di densità 1000 kg*m<sup>-3</sup>, ha uno spessore di esattamente 1 mm quando è distribuito uniformemente su 1 m<sup>2</sup> di superficie. Le unità kg*m<sup>-2</sup> e mm w.e. sono quindi numericamente identiche.]] L’evoluzione nel tempo di un ghiacciaio dipende principalmente dal bilancio tra gli accumuli di acqua allo stato solido (ghiaccio, neve) e le perdite (ablazione). Le precipitazioni nevose sono la fonte più ovvia e, in generale, la più importante di accumulo per i ghiacciai, ma non la sola. Contributi significativi possono venire dalle ''valanghe'' e dalla neve portata dal vento, oltre che dal rigelo dell'acqua di fusione e di pioggia. In particolare, in piccoli ghiacciai di circo l'apporto delle valanghe e della "neve ventata" può essere importante, talora anche più delle precipitazioni atmosferiche di neve. Queste fonti alternative di neve sono in grado di sostentare e anche di formare ghiacciai anche al di sotto del limite di altitudine delle nevi perenni.<br> L'ablazione include tutti i processi per cui un ghiacciaio può perdere massa. La ''fusione'' è il processo più evidente di ablazione: il calore che causa la fusione della neve può giungere dalla luce solare diretta, dall'aria, dalla pioggia, dal calore geotermico dalle rocce del substrato. La ''sublimazione'' (cambiamento di stato da solido a vapore, senza passare per la fase liquida), gioca un ruolo significativo in regioni molto fredde e aride, alle alte latitudini (ad esempio in Antartide) e ad elevate altitudini. Le valanghe possono asportare materiale da un ghiacciaio, così come la deflazione da parte del vento. Nei ghiacciai che scendono al livello del mare, il distacco di ''iceberg'' gioca un ruolo molto significativo nell'asportazione di materiale. [[File:Glaciercrevasse.jpg|thumb|left|Misurazione del manto nevoso in un crepaccio sul Ghiacciaio Easton, Cascate del Nord, USA; sono visibili gli strati annuali di neve.]] Per molti ghiacciai, l'accumulo è concentrato in inverno, e l'ablazione in estate; questi sono indicati come ghiacciai ''ad accumulo invernale''. Per alcuni ghiacciai, il clima locale porta l'accumulo e l'ablazione a verificarsi entrambi nella stessa stagione, quella estiva. Gli esempi più studiati si trovano in Himalaya e in Tibet: in questo caso la maggior parte degli apporti sono dati dai ''monsoni estivi'', mentre la stagione invernale è secca. Questi sono conosciuti come ghiacciai ''ad accumulo estivo''. Il '''bilancio annuale''' nella pratica si misura tra '''due minimi consecutivi''' di massa glaciale, cioè tra l'inizio di una stagione di accumulo e l'inizio della successiva. Questo perché di solito il livello corrispondente all'inizio della nuova stagione di accumulo è riconoscibile nella ''stratigrafia'' della neve (in carotaggi, fosse di e in sezione nei crepacci); infatti la neve estiva è generalmente più compattata e più "sporca" per la presenza di livelli ricchi di polvere e materiale organico, e in base a questi caratteri il limite tra la neve estiva e la neve autunno-invernale è ben riconoscibile.<br> Nella zona di accumulo la profondità della coltre nevosa viene misurata per mezzo di sondaggi o fosse scavate all'uopo (''snowpits''), o nei crepacci (fin dove accessibili). Come riferimento per le misure si usano, come già accennato, gli ''strati annuali'', di solito ben riconoscibili e in cui si può distinguere la porzione relativa all'inverno da quella relativa alla stagione estiva.<br>[[File:Bams 2013.jpg|thumb|right|verticale=2|Diagramma e ''curva cumulativa'' del ''bilancio di massa'' annuale globale dal 1980 al 2012. E' evidente la tendenza globale alla perdita di massa dei ghiacciai, correlata al problema dell'aumento della temperatura del pianeta (''global warming''). Dati del ''World Glacier Monitoring Service Data'' (WGMS).]] Nei ghiacciai delle regioni temperate, la resistenza dovuta all'inserimento di una sonda aumenta bruscamente quando la sua punta arriva al ''firn'' formatosi l'anno precedente. La profondità della sonda è una misura dell'accumulo netto sopra questo strato (cioè nell'ultimo anno). Gli snowpits scavati attraverso le coltri nevose residue degli inverni passati sono usati per determinare la profondità e la densità della coltre nevosa per i periodi relativi.<br> Le misurazioni effettuate nella zona di ablazione sono praticate utilizzando di paline (''paline ablatometriche'') inserite verticalmente nel ghiacciaio all'inizio della stagione di ablazione: la lunghezza della parte di palina esposta con la fusione del ghiaccio viene misurata alla fine della stagione di fusione e fornisce l'ammontare dell'ablazione. Il ''bilancio di massa'' della coltre nevosa è il prodotto di densità e profondità. La profondità osservata (di solito espressa in centimetri) viene moltiplicata per la densità della coltre nevosa onde determinare l' '''accumulo equivalente in acqua'''. S<small>we</small> = z [cm] * ρ<sub>N</sub> [Kg*m<sup>-3</sup>] / 100''' dove:<br> S<small>we</small> = spessore di acqua equivalente in millimetri; z = spessore della neve in centimetri; ρ<sub>N</sub> = densità della neve in Kg*m<sup>-3</sup> Si utilizzano valori standard di densità del ghiaccio o si effettuano misure di densità del ''nevato'' (neve trasformata), di solito su campioni presi con ''carotatori'' di diametro standard: il peso del campione moltiplicato per una costante dà la densità (in alcuni modelli si ha una lettura diretta della densità). Se l'accumulo supera l'ablazione per un dato anno, il bilancio di massa è positivo; se è vero il contrario, il bilancio di massa è negativo. Questi termini possono essere applicati a un punto particolare del ghiacciaio per dare il ''bilancio di massa specifico'' per quel punto; o all'intero ghiacciaio o a qualsiasi area più piccola.<br> Per i ghiacciai ad accumulo invernale, il bilancio di massa specifico è solitamente positivo per la parte superiore del ghiacciaio. La linea che divide l'area di accumulo dall'area di ablazione (la parte inferiore del ghiacciaio) è chiamata '''linea di equilibrio'''; è la linea alla quale il bilancio netto specifico è zero. L'altitudine della linea di equilibrio è un indicatore chiave della "salute" del ghiacciaio. Lo spostamento della linea di equilibrio ad altitudine minore è indicativa di una fase di '''avanzamento''' del ghiacciaio, mentre uno spostamento ad altitudine maggiore indica una fase di '''regressione'''. [[File:Glacier flow-mechanisms.png|thumb|right|verticale=2.2|Rappresentazione schematica dei principali meccanismi di movimento di un ghiacciaio. E' rappresentato l'andamento della velocità di flusso lungo il profilo del ghiacciaio. Da sinistra: deformazione del ghiaccio; deformazione del ghiaccio e scivolamento basale (facilitato dalla presenza di acqua di fusione); deformazione del ghiaccio, scivolamento basale e deformazione del sedimento.]] === Movimento === La massa di ghiaccio che forma il ghiacciaio è continuamente spinta verso il basso dalla '''gravità'''. Sebbene il ghiaccio sia un ''solido'', sotto l'azione di una pressione ha un comportamento ''duttile'', e si comporta come un fluido estremamente ''viscoso''<ref group=N>La viscosità è una grandezza fisica che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento. E' legata all'attrito tra le molecole del fluido. Ad esempio: il miele è più viscoso dell'acqua.</ref>. Questo in un ghiacciaio si verifica soprattutto nelle sue parti inferiori, dove è maggiore il peso degli strati di ghiaccio soprastanti. La presenza di acqua di fusione all'interfaccia inferiore tra il ghiaccio e il substrato roccioso funge da "lubrificante" e facilita il movimento di scivolamento. Nei ghiacciai che erodono il loro substrato, il detrito eroso tende ad accumularsi tra la base della massa glaciale e la roccia in posto (''bedrock''). In questo caso la deformazione del sedimento sotto il peso del ghiaccio rientra nei meccanismi di movimento del ghiacciaio. I ghiacciai si muovono con velocità che variano da pochi metri/anno a centinaia di metri/anno. Tipicamente la '''velocità di flusso''' è maggiore nelle parti più superficiali della massa glaciale e tende a decrescere verso le parti inferiori, e nei ''ghiacciai vallivi'' è massima nella parte centrale, tendendo a decrescere verso i margini. Per calcolare la velocità superficiale di un ghiacciaio può essere utilizzata la '''legge di Somigliana'''<ref>Cristina Zerbi, ''La legge di Somigliana'', ''Meridiani Montagne'' N°39 (pag. 30), Domus Editore, Rozzano (MI), luglio 2009</ref> introdotta dal fisico italiano Carlo Somigliana (Como, 1860 - Casanova Lanza, 1955). La velocità, infatti, dipende in modo diretto dallo spessore del ghiacciaio considerato, dalla presenza di acqua tra il ghiaccio e il letto roccioso, oltre che dall'inclinazione, dalla morfologia e dall'asperità del fondo. Partendo da questa relazione, la legge è stata riformulata successivamente tenendo conto anche dello sforzo di ''taglio basale'', cioè la componente dello sforzo parallela alla superficie del bedrock. Inoltre la velocità dipende anche dalla densità del ghiaccio, dal suo spessore e dall'accelerazione di gravità: <math> v = \frac {\rho g \sin \alpha L^2 M^2}{2 \mu (L^2 + M^2)}</math> dove ''ρ'' rappresenta la densità del ghiaccio, ''μ'' il coefficiente di viscosità del ghiacciaio, ''α'' l'angolo di inclinazione del fondo roccioso, mentre ''L'' e ''M'' sono, rispettivamente, il semiasse orizzontale e il semiasse verticale della ''semiellisse'' che forma la ''sezione trasversa'' del ghiacciaio (semilarghezza e spessore). Questa legge può essere inoltre impiegata per calcolare lo spessore del ghiacciaio conoscendone la velocità di spostamento o la pendenza della parete rocciosa sottostante. La velocità di spostamento viene misurata tramite ''capisaldi geodetici geo-referenziati'', calcolando lo spostamento di ''paline'' infisse nel ghiacciaio in periodi prefissati (normalmente giornalieri). La misura dello spessore viene oggi effettuata in modo diretto, attraverso sondaggi (con costi elevati), oppure indirettamente attraverso ''prospezioni geofisiche'' (sondaggi sismici, elettrici, o radar che si basano sulla diversa velocità di propagazione nel ghiaccio e nella roccia rispettivamente di vibrazioni o impulsi sonori, elettrici, elettromagnetici). Da tutto questo si capisce che in punti diversi della massa glaciale abbiamo velocità diverse e pressioni diverse (quindi anche ''stati'' diversi) del ghiaccio che la compone, e quindi abbiamo anche inevitabilmente '''deformazioni interne'''. Le parti superficiali (entro la prima cinquantina di metri) sono quelle che hanno un comportamento più ''fragile'' alle sollecitazioni, e quindi tendono facilmente a fessurarsi per le irregolarità del substrato e della massa glaciale sottostante più compatta e per il diverso regime di flusso, formando '''crepacci''' (fessurazioni verticali o comunque ad alto angolo), che possono essere sia ''trasversali'' che ''longitudinali'' (questi ultimi prevalentemente presso la fronte del ghiacciaio). I crepacci possono allargarsi o restringersi verso il basso a seconda della distribuzione delle deformazioni nella massa glaciale. Nei ghiacciai alle medie e basse latitudini sono ricoperti da coltri di neve nella stagione invernale e risultano esposti per la maggior parte nella stagione estiva. Ovviamente, costituiscono una fonte di notevole pericolo per chi si avventura sulla superficie di un ghiacciaio. Dove il ghiacciaio supera un "salto" morfologico con un dislivello notevole, esso si fessura in elementi prismatici chiamati '''seracchi''' (vere e proprie "cascate di ghiaccio"); si tratta di zone molto pericolose cui non è prudente avvicinarsi perché assai instabili (soprattutto sui ghiacciai delle aree temperate, nelle ore centrali e più calde del giorno). <gallery> File:Crepaccio-01.jpg|Formazione di un crepaccio in corrispondenza di un dosso. File:Crepaccio-02.jpg|Formazione di un crepaccio in corrispondenza di un avvallamento. File:Glaciereaston.jpg|Crepaccio File:WinthropGlacier06.jpg|Crepacci trasversali e seracchi File:2011-08-01 14-24-15 Switzerland Surlej.jpg|Crepacci e seracchi in corrispondenza di un salto morfologico </gallery> === Regime termico === [[File:Diagramma di fase acqua.svg|thumb|right|verticale=1.5|Diagramma di stato dell'acqua, con i campi relativi alle fasi solida, liquida e aeriforme.]] Nelle regioni più fredde, polari, i ghiacciai e le calotte glaciali sono permanentemente "saldati" dal gelo al loro substrato, e sono definiti come '''ghiacciai freddi'''. Questo tipo di ghiacciaio si muove solo per ''deformazione interna'', che è rappresentabile come scorrimento laminare degli strati più superficiali sopra quelli più profondi. In questo caso, poiché il movimento all'interfaccia ghiaccio-roccia è molto limitato o assente, questi ghiacciai operano una rimozione molto limitata delle rocce e dei terreni sottostanti, e la maggior parte dei detriti sono presi in carico e trasportati sulla superficie superiore per franamenti gravitativi dai versanti. Questi ghiacciai sono molto meno importanti come agenti dell'erosione e del trasporto dei sedimenti rispetto a quelli montani in zone temperate. Vi sono altri ghiacciai, a latitudini inferiori, definiti '''ghiacciai politermici''', perché la dinamica della temperatura è più complessa rispetto ai precedenti. Questi ghiacciai sono "freddi" nella loro parte basale per la maggior parte del tempo, tuttavia, per l'accumulo di ghiaccio e neve nelle parti superiori, la pressione aumenta verso il basso fino a che può raggiungere il ''punto di fusione'' (la temperatura di fusione del ghiaccio infatti decresce con l'aumentare della pressione, come è evidente dal diagramma di stato dell'acqua). Quando ciò accade, la massa di ghiaccio subisce un impulso di movimento, scivolando rapidamente sul substrato: in questa fase il ghiacciaio è in grado di erodere la roccia sottostante. La fronte glaciale, portata ad una quota inferiore e sotto l'impulso del movimento, si rompe e fonde. Il movimento del ghiacciaio si svolge nell'arco di pochi mesi, mentre il ritiro della fronte alla sua posizione precedente richiede alcuni anni. Il detrito accumulato durante la fase di movimento viene rilasciato durante il ritiro della fronte. Questi ghiacciai quindi sono in grado di erodere e trasportare sedimento anche se freddi per la maggior parte dell'anno. I '''ghiacciai temperati''' sono tipici delle regioni montane delle basse latitudini, con un regime termico considerevolmente meno rigido rispetto ai precedenti. In questi ghiacciai la parte basale raggiunge facilmente la pressione corrispondente al punto di fusione per quasi tutta l'estensione del ghiacciaio stesso (come si vede dal diagramma di stato dell'acqua, per temperature prossime al punto triplo basta un piccolo incremento di pressione per passare dalla fase solida alla fase liquida), e questo è quindi in grado di scivolare sul substrato, lubrificato dall'acqua di fusione, e può erodere rapidamente la roccia producendo sedimento con dimensioni da detrito fine a blocchi di diversi metri. Questi ghiacciai sono i più importanti dal punto di vista sia dell'erosione che del trasporto. All'innalzamento della temperatura alla base di un ghiacciaio contribuiscono anche l'''attrito'' all'interfaccia ghiaccio-roccia e il ''flusso di calore'' di origine endogena dovuto al decadimento radioattivo delle rocce del nucleo e del mantello terrestre.<br> All'erosione in ambiente glaciale (soprattutto nei ghiacciai di media e bassa latitudine) contribuisce anche il fenomeno del ''gelo/disgelo''. Durante il giorno l'acqua di fusione si infiltra nelle fratture e nelle irregolarità del bedrock; di notte, con l'abbassamento della temperatura e il rigelo l'aumento di volume del ghiaccio causa la frammentazione della roccia. <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> '''<big>Per approfondire questa parte potresti consultare i seguenti testi alle pagine indicate:</big>''' * L'ambiente glaciale: formazione dei ghiacciai e idrologia dei ghiacciai<ref>{{cita|Bennett e Glasser (2009)|pp. 39-107 }}.</ref><ref>{{cita|Nichols (2009)|pp. 102-105}}.</ref> <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> == I meccanismi del modellamento glaciale == I meccanismi attraverso i quali si attua la modificazione del substrato roccioso sono: erosione, trasporto, sedimentazione. La degradazione di origine chimica e biologica, pure presente, gioca un ruolo secondario per le caratteristiche climatiche dell'ambiente glaciale. Gli agenti del modellamento in ambiente glaciale sono: * ghiacci continentali * acque continentali (correnti) * erosione e trasporto eolico (deflazione) * onde e correnti marine (ghiacciai costieri) == Materiali e tessiture == ==== Depositi continentali ==== Per una migliore comprensione delle caratteristiche dei materiali di questo ambiente, si richiamano nozioni già riportate in precedenza: {{vedi anche|Il modellamento fluviale (superiori)#I materiali}} Il movimento del ghiaccio è un flusso laminare estremamente viscoso, quindi i materiali presi in carico non hanno la possibilità di mescolarsi, e non possono sussistere i meccanismi di interazione (gli urti tra i clasti, gli urti con il substrato) che abbiamo in altri tipi di flusso (le correnti acquee ed eoliche). Inoltre le velocità in gioco sono di ordini di grandezza inferiori a quelle degli altri tipi di flusso (quindi non possiamo avere meccanismi come la ''saltazione''). Il materiale preso in carico rimane dov'è, sulla superficie o all'interno della massa glaciale, o sprofonda lentamente nel ghiaccio per il proprio peso, o al più viene "trascinato" a contatto con il bedrock. Perciò non ha luogo alcuna ''selezione'' del materiale. Come risultato, il materiale trasportato dai ghiacciai ha una ''granulometria'' molto eterogenea, che va dal detrito più fine ai massi. I depositi con queste caratteristiche di assenza di ''classazione'' sono definiti '''diamicton'''<ref group=N>Un ''diamicton'' (o ''diamictite'' se si tratta di una roccia, cioè di un diamicton ''litificato'') è definito in base ai suoi caratteri ''tessiturali'', non all'origine o ai processi deposizionali: quindi non è necessariamente di origine glaciale. Può essere anche di origine torbiditica in senso lato, o da colata gravitativa in ambiente subaereo (ad esempio in un conoide di deiezione). In generale si tratta di un deposito con scarsa ''maturità'' (cioè con basso grado di elaborazione).</ref>.<br> Inoltre, i ''clasti'' derivati dall'erosione glaciale sono angolosi o a spigoli vivi, perché le modalità di trasporto non permettono neppure un'ulteriore abrasione, quindi hanno un ''arrotondamento'' scarso o nullo. A questo contribuisce anche il fatto che nell'ambiente glaciale abbiamo soprattutto processi di frammentazione di tipo fisico, mentre l'alterazione chimica, a bassa temperatura e in assenza di vegetazione e di suolo, gioca un ruolo molto secondario. Questo vuol dire anche che il detrito glaciale ha composizione molto vicina a quella del bedrock, e sono molto comuni i frammenti inalterati. In queste condizioni, il materiale subisce una evoluzione molto lenta. In particolare, l'assenza di suolo e l'assenza di alterazione chimica limita lo sviluppo dei ''minerali argillosi''. Pertanto il detrito fine è soprattutto limo (''silt''). Le frazioni più fini sono polvere delle stesse dimensioni dell'argilla, ma con scarsa componente argillosa in senso stretto, bensì composte di granuli di quarzo e altri minerali di dimensioni micrometriche, senza o con scarse ''proprietà colloidali''. Quindi il detrito fine glaciale non ''floccula'', e tende a rimanere in sospensione nell'acqua di fusione dei ghiacciai e poi dei torrenti proglaciali per molto tempo. Questa abbondanza di sedimento in sospensione causa la colorazione bianco-lattea o verdastra dei laghi alimentati da acqua di fusione glaciale. I granuli di sabbia hanno spigoli vivi molto acuti, "a coltello", con fratture scheggiose ma poche tacche e impronte di urti con altri granuli. I ciottoli e i massi hanno tipicamente facce levigate e appiattite e forme a "ferro da stiro", e sono ''striati'' per lo sfregamento prodotto dal trasporto glaciale di fondo o contro i versanti; in quelli allungati le striature sono parallele all'asse maggiore, che coincide generalmente con la direzione di movimento del ghiacciaio. Se il ciottolo ha cambiato orientazione durante il trasporto le striature risultano incurvate o incrociate. Il detrito trasportato dai ghiacciai non è necessariamente il risultato dell'erosione glaciale: i ghiacciai trasportano infatti anche materiale derivato dall'alterazione dei versanti che lo circondano (crioclastismo, termoclastismo, dilavamento), e, in regioni temperate, anche dal trasporto da parte di correnti acquee, soprattutto nella stagione estiva. Tutto questo contribuisce all'estrema eterogeneità dei sedimenti glaciali. I depositi continentali di origine glaciale sono chiamati '''till'''. Attualmente, questi depositi condizionano la morfologia di vaste aree, a tutte le latitudini, hanno un impatto non trascurabile sulle attività umane (agricoltura, urbanistica, infrastrutture, strutture produttive) e una notevole rilevanza paesaggistica. Tuttavia, questo tipo di depositi (ad eccezione dei sedimenti più recenti dell'Era Quaternaria) si preserva piuttosto raramente nelle successioni geologiche più antiche. Questo perché le aree continentali sono costantemente al di sopra del ''livello di base finale'', che è il ''livello medio del mare'', e quindi questi depositi, contemporaneamente e posteriormente all'accumulo, sono sottoposti per lungo tempo a processi prevalentemente erosivi, fino ad essere sovente obliterati<ref group=N> Nelle aree ad altitudine elevata è anche assai poco probabile (a meno di imponenti movimenti tettonici) che variazioni del livello del mare arrivino a sommergere zone glaciali, preservando i relativi sedimenti sotto sedimenti marini.</ref>. {{vedi anche|Il modellamento fluviale (superiori)#I processi di erosione e sedimentazione fluviale}} Tuttavia, in diversi casi risultano preservati depositi glaciali anche molto antichi. In questo caso si tratta di sedimenti ''litificati'', cioè trasformati in roccia, e si dicono '''tilliti'''. <gallery> File:Kandergletscher.jpg|Deposito di ''till'' accumulato sulla superficie di un ghiacciaio attivo. File:An eroded boulder clay cliff - geograph.org.uk - 661846.jpg|Tipico aspetto di sedimento glaciale (''till'') (Inghilterra). File:Geschiebelehm hg.jpg|Aspetto su superficie di taglio fresca di un sedimento glaciale (''till''). Mar Baltico. File:Drift till marl flint outcrop Baltic Sea coast, germany.JPG|Till (Mar Baltico). File:Fractured clay till Carlsberg.JPG|Till prevalentemente della granulometria dell'argilla. File:Fossiliferous limestone overlain by glacial till in the cliff. - geograph.org.uk - 189136.jpg|Till continentale che ricopre un calcare marino (fossilifero) molto più antico. Il contatto in questo caso è una superficie di disconformità (''unconformity''), che esprime uno ''hiatus'' (lacuna) temporale di milioni di anni. File:Tillite (Coleman Member, Gowganda Formation, Paleoproterozoic, ~2.3 Ga; Straight Lake West roadcut, north of Temagami, Ontario, Canada) 21 (47026109544).jpg|Una ''tillite'' di età paleo proterozoica (circa 2.3 miliardi di anni) dalla regione dell'Ontario (Canada). Questo sedimento è derivato da depositi glaciali corrispondenti ad una ''glaciazione'' molto antica. File:Permian sandstone with tillite deposits, Werribee Gorge State Park, Victoria Australia (6221223423).jpg|Tillite del Permiano Superiore (Victoria, Australia). Notare l'assenza di ''selezione'' del sedimento. Il Permiano fu un periodo corrispondente ad estese fasi glaciali. </gallery> ==== Quando i ghiacciai incontrano i mari (o i laghi) ==== [[File:Glacio-marine deposits.png|thumb|right|verticale=3|Schema di una fronte glaciale in un contesto marino (o lacustre), con i relativi depositi e i principali processi deposizionali. Non in scala. Quando il ghiacciaio sfocia in mare, l'acqua di fusione subglaciale (meno densa dell'acqua di mare) tende a formare uno strato superficiale con sedimento fine in sospensione, che decanta gradualmente. Nel caso di un lago, si avrebbe un maggiore mescolamento delle acque. In caso di carico di acque subglaciali particolarmente fredde e torbide (quindi più dense delle acque lacustri) si avrebbero depositi di tipo ''iperpicnale''.]] Nelle aree ad elevata latitudine in cui i ghiacciai arrivano al livello del mare, possono deporsi '''sedimenti glacio-marini''', con caratteri peculiari, che hanno un potenziale di preservazione maggiore rispetto ai depositi continentali. A tutte le latitudini, in laghi proglaciali, si depongono '''sedimenti glacio-lacustri''', con caratteri in parte simili. In questi casi, la sedimentazione avviene con una influenza più o meno marcata dell'ambiente bacinale (mare o lago), che si esprime attraverso una parziale ''rielaborazione'' (mediante onde e correnti) dei sedimenti di origine glaciale. La presenza di un bacino permette anche la deposizione dei materiali fini per ''decantazione'' (cioè per il proprio peso, sotto l'azione della gravità). Questi materiali quindi avranno in parte una maggiore ''maturità'' tessiturale, che si traduce in una migliore ''selezione'' e in un ''arrotondamento'' più spinto. Sono presenti depositi di till subglaciale, con selezione praticamente assente, mentre alla fronte si depongono sedimenti scaricati per gravità dalla fronte stessa. Verso l'esterno, questi depositi di matrice più chiaramente glaciale passano a sedimenti meglio selezionati e stratificati per ''flusso gravitativo'' (di tipo "torbiditico"). Se il ghiacciaio è stazionario i sedimenti terminali possono accumularsi fino ad emergere; in tal caso possono svilupparsi anche veri e propri ''delta di contatto glaciale'', con sedimenti rielaborati dalle correnti in uscita dal fronte glaciale e dalle onde.<br> Le acque di fusione in entrata tendono in mare a risalire formando uno strato di acqua dolce (''plume'') ricca di sedimento fine in sospensione, che sedimenta gradualmente per decantazione. Verso bacino abbiamo quindi sedimenti fini, spesso ritmici (alternanze di silt e argilla), caratterizzati dalla presenza di ciottoli, blocchi e massi isolati ('''dropstone'''), "precipitati" dagli ''iceberg'' galleggianti distaccatisi dalla fronte del ghiacciaio. La presenza dei ''dropstone'' "imballati" in sedimenti fini è diagnostica per il riconoscimento di depositi glacio-marini o glacio-lacustri<ref group=N>Ovviamente, occorre sempre considerare l'associazione di facies nel suo complesso: strutture simili a dropstones si possono rinvenire ad esempio anche in ''depositi piroclastici''. In quel caso si tratta però di ''bombe vulcaniche''...</ref> . Nel caso di un lago, si avrebbe un maggiore mescolamento delle acque. In caso di carico di acque subglaciali particolarmente fredde e torbide (quindi più dense delle acque lacustri) si avrebbero depositi di tipo ''iperpicnale''. Non è facile distinguere i depositi glacio-marini da quelli glacio-lacustri in sedimenti antichi, perché la maggior parte dei processi e delle strutture sono comuni. Il criterio fondamentale è la presenza di fossili marini nei sedimenti fini laterali a quelli glaciali e proglaciali. <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> '''<big>Per approfondire questa parte potresti consultare i seguenti testi alle pagine indicate:</big>''' * Materiali e tessiture dei depositi glaciali<ref>{{cita|Nichols (2009)|pp. 106-107}}.</ref><ref>{{cita|Ricci Lucchi (1980)|pp. 175-177}}.</ref> * Meccanismi ed effetti dell'erosione glaciale<ref>{{cita|Bennett e Glasser (2009)|pp. 108-132}}.</ref> * Depositi glacio-marini e glacio-lacustri<ref>{{cita|Bennett e Glasser (2009)|pp. 305-326}}.</ref> <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> <gallery> File:Dropstones in argillite (Coleman Member, Gowganda Formation, Paleoproterozoic, ~2.3 Ga; Straight Lake West roadcut, north of Temagami, Ontario, Canada) 1 (46899361525).jpg|Dropstone in argillite (Ontario, Canada). Sedimenti glacio-marini paleoproterozoici (2.3 miliardi di anni fa). File:IRD mcr1.JPG|Dropstone di origine glaciale in sedimenti permiani composti da alternanze ritmiche di arenarie conglomeratiche, siltiti e argilliti. (Nuovo Galles del Sud, Australia) File:Proglacial lacustrine argillite with dropstone (Konnarock Formation, Neoproterozoic, ~750 Ma; roadcut at Rt. 58-Rt. 755 intersection, west of Konnarock, Virginia, USA) 2 (31040804106).jpg|Sedimenti lacustri proglaciali fini con dropstone di età proterozoica (750 milioni di anni fa). Virginia (USA). File:Dropstone.JPG|Dropstone in ritmiti siltoso-argillose. Brasile. File:Upsala Glacier, Argentina.jpg|Ghiacciaio Upsala (Argentina). A destra della foto sono visibili due iceberg sui quali si riconoscono gli stessi detriti morenici della lingua glaciale. Questi detriti, con il progressivo scioglimento del ghiaccio, contribuiranno all'accumulo di sedimenti glacio-marini (dropstones). </gallery> == Forme di erosione == [[File:Glacier Valley formation- Formación Valle glaciar.gif|thumb|right|verticale=2|Animazione che esemplifica la formazione delle valli glaciali. Viene mostrata sia la fase di avanzata che di ritiro dei ghiacciai.]] I ghiacciai esercitano un'azione erosiva potente ed efficace sulle rocce del fondo e sui versanti si esplica attraverso vari processi: * Abrasione delle rocce a contatto con la massa glaciale, sia sui versanti che sul fondo; questa azione viene esercitata sia direttamente dal ghiaccio (che è a sua volta a tutti gli effetti una roccia) che per opera dei detriti rocciosi inglobati ('''esarazione glaciale'''), levigando e "graffiando" la superficie rocciosa ('''striature glaciali'''). * Asportazione di detriti dai versanti e dal fondo. L'azione combinata del peso e del movimento del ghiacciaio, coadiuvata dallo scorrimento dell'acqua di fusione e dal meccanismo del gelo/disgelo, permette l'asportazione di frammenti rocciosi, anche di notevoli dimensioni ('''massi erratici'''), presi in carico dal ghiacciaio e deposti più a valle. * Rimozione dei frammenti già disgregati, e ridistribuzione lungo lo sviluppo del ghiacciaio. * Deformazione di depositi già presenti, non solo glaciali ma anche ''periglaciali'' (ad esempio marini o lacustri). Questa azione avviene normalmente per i depositi di fondo, ma è particolarmente accentuata nelle fasi di avanzamento dei ghiacciai, quando la fronte glaciale avanza deformando e in parte obliterando per erosione i depositi terminali delle fasi precedenti. L'azione erosiva dei ghiacciai è legata allo spessore e alla massa del ghiaccio e alla quantità e natura del materiale in carico. Essa agisce sulle rocce, sui depositi recenti e modella il paesaggio. Le forme d'erosione più caratteristiche sono le seguenti. La<strong> valle glaciale</strong> presenta un tipico profilo trasversale a "U", con fondo largo e piatto e fianchi ripidi, dovuto al meccanismo erosivo del ghiacciaio, che, contrariamente a quanto avviene per un fiume, si esercita lungo tutta la sezione di contatto tra il ghiaccio e la roccia incassante. [[File:Blockbild Hanggletscher.svg|thumb|left|verticale=1|Schema di valle sospesa.]] <strong>Valle sospesa</strong>.Quando il ghiacciaio che occupa una valle principale si ritira, il ''profilo di equilibrio'' dei torrenti tributari non ha il tempo di adeguarsi al mutato ''livello di base'' (prima costituito dal ghiacciaio). Quindi per un certo periodo le valli laterali rimangono appunto "sospese" con una soglia alta sulla valle principale, formando cascate o rapide. Con il passare del tempo, la rapida erosione regressiva operata da queste ultime tenderà a ripristinare il profilo di equilibrio dei torrenti laterale al nuovo livello di base (il fiume del fondovalle principale). L'altitudine delle soglie delle valli sospese permette di definire per differenza con il fondo valle lo spessore dell'antico ghiacciaio (al netto dell'erosione post-glaciale del corso d'acqua attuale di fondo valle). [[File:Formazione glaciale del tarn.png|thumb|right|verticale=1.5|Schema di un circo glaciale.]] Il <strong>circo glaciale</strong> ha la forma di una conca, circondata su tre lati da una corona di creste e con soglia talora in contropendenza che la raccorda con il resto della valle glaciale. Alloggia il ''bacino collettore'' del ghiacciaio, in cui la massa glaciale esercita una erosione regressiva sui versanti incassanti. L'azione erosiva del ghiacciaio si esercita principalmente per asportazione diretta di materiale e per ''crioclastismo'' nella parte più a monte del circo, mentre verso la soglia del circo prevale l'azione di esarazione glaciale. Quando il ghiacciaio fonde, si può formare un '''lago di circo''' o '''tarn'''. I circhi glaciali sono spesso ''coalescenti'', cioè nascono come morfologie individuali ma durante il loro sviluppo tendono ad "amalgamarsi" con altri circhi fino a formare dei delle morfologie composite in cui è talora difficile e soggettivo distinguere i circhi individuali originari. L'altitudine dei circhi abbandonati (inattivi) tende ad allinearsi secondo una linea ideale che riflette l'andamento dell'antica linea delle nevi perenni (assumendo che ciascun circo fosse occupato da un ghiacciaio individuale). In realtà nella maggior parte dei casi questa linea riflette un limite di neve "composito" mediato su diversi periodi di glaciazione durante i quali i circhi sono stati occupati, comunque su scala regionale questo metodo dà delle buone indicazioni generali di tipo ''paleoclimatico''. [[File:Arranque glaciar-en.svg|thumb|left|verticale=1|<small>schema che illustra la formazione delle ''rocce montonate'': il flusso glaciale esercita abrasione sulla parte a monte, levigandola e striandola, mentre sulla parte a valle opera soprattutto asportazione di materiale.</small>]] Le <strong>rocce montonate</strong> sono dossi rocciosi arrotondati e allungati nella direzione di scorrimento del ghiaccio, costituiti da affioramenti di rocce più difficilmente erodibili e modellate dall'esarazione. L'abrasione vi scava solchi paralleli, le ''striature glaciali'': dalla loro direzione è possibile risalire alla direzione e talora al verso in cui è avvenuto il movimento locale del ghiacciaio. Nella parte più a valle delle rocce montonate, dove la pressione tangenziale della massa glaciale è minore, abbiamo soprattutto disgregazione della roccia per opera dell'acqua di fusione e dei fenomeni di gelo e disgelo, con asportazione dei frammenti. [[File:Fjord genesis.png|thumb|right|verticale=1.5|Schema che illustra la genesi di un ''fiordo''.]] I <strong>Fiordi</strong> sono forme d'erosione vallive comuni nelle aree costiere alle alte latitudini (ad esempio Norvegia e Islanda dove il termine è stato coniato storicamente, ma anche in Scozia, Groenlandia, Labrador, e a sud in Nuova Zelanda e Patagonia). Il termine deriva dal norvegese fjord, islandese fjörður, che vuol dire "approdo" (la radice indo-europea è la stessa di "porto"). Si tratta di antiche valli glaciali a "U", formatesi nell'ultima era glaciale, e invase dal mare. Un fiordo si forma quando un ghiacciaio vallivo erode una valle a "U" che sfocia in mare. Secondo il modello standard, i fiordi hanno origine da valli fluviali a bassa inclinazione: durante la fase di avanzamento il ghiacciaio "sovraescava" per esarazione e asportazione di materiale una valle a "U", il cui fondo è spesso al di sotto del livello del mare, ed è delimitata all'imbocco da una soglia rilevata. Questo avviene perché il ghiacciaio risulta assottigliato presso la fronte verso mare e il tasso di erosione del bedrock è minore, e per la presenza sovente di depositi terminali (''morene'') che proteggono la roccia in posto dagli elementi. Questa soglia nei fiordi attuali, invasi dal mare, è sede di correnti pericolose, soprattutto ai cambi di marea, e talvolta di vere e proprie rapide marine con la marea calante. Alla fine dell'ultima fase glaciale, lo scioglimento dei grandi ghiacciai continentali e polari determinò una ''trasgressione marina'' su vaste aree costiere prima asciutte, inondando quindi queste valli costiere. [[File:Glacier weight effects LMB.png|thumb|left|verticale=1.7|Schema che illustra la risalita crostale dopo una glaciazione.]]Nelle aree di medio-alta latitudine, durante l'ultima glaciazione, molte aree continentali (tra cui l'area fenno-scandinava e baltica in Europa) erano caratterizzate da estese ''calotte glaciali'' con spessore di centinaia, fino ad alcune migliaia di metri. Il peso di queste calotte determinava un aumento locale della ''subsidenza''. Lo scioglimento di queste calotte alla fine della glaciazione fu accompagnato dalla risalita della crosta terrestre a causa del venir meno del peso del ghiaccio. Spesso questa risalita era più veloce dell'aumento del livello del mare, e questo favorì una ulteriore sovraescavazione da parte questa volta dei corsi d'acqua per raggiungere il profilo di equilibrio. In altri casi quando la soglia non è stata erosa e si hanno depositi morenici cospicui al di sopra, i fiordi sono occupati da bacini lacustri d'acqua dolce.[[File:Mountain Peaks, Thurston Island, Antarctica (15572629748).jpg|thumb|right|verticale=1|Nunatak in Antartide occidentale (Isola di Thurston).]] '''Nunatak''' (in lingua inuit: ''picco isolato'') è un termine usato in geologia e in glaciologia per definire la sommità di una montagna non coperta da neve o ghiaccio che si erge all'interno oppure ai margini di un campo di ghiaccio o di un ghiacciaio o di una calotta glaciale (antartica, groenlandese o islandese). Spesso vengono chiamati anche '''isole glaciali'''. Hanno una morfologia aspra, sovente piramidale per le modalità dell'erosione cui sono sottoposti, prevalentemente per ''crioclastismo'' (cicli gelo/disgelo); in qualche caso con morfologia a ''mesa'' (altopiano roccioso). Quando i ghiacciai circostanti si ritirano, i nunatak restano come picchi o massicci isolati a forte contrasto con la morfologia circostante. Il loro isolamento spesso favorisce lo sviluppo di ''endemismi'' della flora e della fauna locale, che spesso perdurano anche posteriormente alla fine della glaciazione. Un esempio di nunatak in Italia è il Monte Barro, pochi chilometri a Sud di Lecco, una montagna isolata di forma grossolanamente piramidale che durante l'ultima glaciazione si ergeva in mezzo al ''ghiacciaio abduano'' (che occupava l'area valliva del Lario, ramo di Lecco), al suo sbocco nell'alta Pianura Padana. Questo rilievo è sede di un parco naturale regionale, ed è caratterizzato da importanti fenomeni di endemismo. <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> '''<big>Per approfondire questa parte potresti consultare i seguenti testi alle pagine indicate:</big>''' * I processi e le forme di erosione glaciale<ref>{{cita|Nichols (2009)|pp. 105-107}}.</ref><ref>{{cita|Bennett e Glasser (2009)|pp. 108-183}}.</ref> <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> <gallery> File:Quttinirtaaq 6 1997-08-05.jpg|Tipica valle glaciale File:1 yosemite valley tunnel view 2010.JPG|Yosemite valley File:Tal-y-llyn-valley-Dolgoch-01.jpg|Valle a U di Tal-y-llyn a Dolgoch File:Paria View at Bryce Canyon NP.jpg|Bryce canyon File:Closeup of Bridalveil Fall seen from Tunnel View in Yosemite NP.JPG|Valle glaciale sospesa (Yosemite valley) File:Lötschental.jpg|Lötschental - Valle del Lonza File:UshapedValleyUT.JPG|Little Cottonwood Creek Valley, Wasatch Mountains, Utah File:Hintertux Hoher Riffler.jpg|Tipico ghiacciaio di circo attivo. File:Hoher Sonnblick aerial.jpg|Circhi glaciali in parte abbandonati con laghi glaciali di circo (''tarn''). I ghiacciai di circo ancora attivi sono quelli di più alta quota. File:Roche Moutonnée Cadair Idris.jpg|Rocce montonate File:Soderskar-rocks and water.jpg|Rocce montonate File:R%C3%A5stah%C3%A4llen_2014b.jpg|Striature glaciali in una roccia montonata File:Striated rock.JPG|Striature glaciali File:Glacial grooves on limestone (Kelleys Island, Lake Erie, Ohio, USA) 96 (48541507197).jpg|Striature glaciali File:View from a ridge between Segla and Hesten, Senja, Norway, 2014 August.jpg|Fiordo (Norvegia) File:Thorskafjordur.jpg|Parte iniziale di un fiordo (Islanda) File:Iceland satellite.jpg|Veduta satellitare dell'Islanda in inverno. Sono visibili i tre grandi gruppi di fiordi dell'isola: a sinistra i Fiordi dell'Ovest; al centro in alto i Fiordi del Nord e a destra verso il basso i Fiordi dell'Est File:Greenland.A2003233.1340.250m.jpg|Fiordi sulla costa orientale della Groenlandia (foto satellitare) File:Hvannadalshnukur 2 August 2011.jpg|Nunatak affiorante dal Vatnajökull (la calotta glaciale islandese) File:Nunataker hg.jpg|Allineamento di nunatak sulla costa sud della Groenlandia, ormai liberi dal ghiaccio File:Starr Nunatak-Antarctica.jpg|Nunatak con morfologia a ''mesa'' (Antartide) File:Monte Barro.jpg|Il Monte barro (Alta Brianza) è un esempio di Nunatak. In questa veduta, dalla direzione del Lago di Lecco, se ne vede chiaramente la posizione isolata al centro della valle dell'antico Ghiacciaio Abduano, allo sbocco nella pianura. </gallery> == Forme di deposito == [[File:Glacier diagram.svg|thumb|right|verticale=2.5|Schema di ghiacciaio alpino con i principali depositi morenici.]] I depositi di materiale di origine glaciale (''till'') che si depongono direttamente a contatto con un ghiacciaio sono definiti collettivamente in ''geomorfologia'' come '''morene'''<ref group=N>Si sottolinea che con ''till'' si definisce il materiale detritico, mentre le ''morene'' sono le ''forme di deposito''. in altre parole: le ''morene'' sono composte dal ''till''.</ref>.<br> A seconda della posizione rispetto al ghiacciaio, è possibile distinguerne vari tipi: * '''morena laterale''': forma delle dorsali in corrispondenza del fianco del ghiacciaio, alla congiunzione con il versante. E' alimentata tipicamente dal detrito asportato direttamente dal ghiacciaio e da quello franato dai versanti, eroso dalle acque correnti o dal crioclastismo. * '''morena mediana''': situata alla confluenza di due ghiacciai. Quando due lingue glaciali confluiscono, tipicamente il detrito delle morene laterali sui due fianchi della confluenza viene intrappolato nella parte mediana della nuova lingua glaciale che deriva dalla coalescenza (amalgamazione) delle due lingue. La morena mediana non è più alimentata direttamente dai versanti ma dalle morene laterali a monte, e il detrito in carico tende lentamente ad affondare nella massa glaciale sotto il suo stesso peso. * '''morena di fondo''' o '''morena basale''': formata da materiale trascinato dal ghiacciaio all'interfaccia ghiaccio-roccia nella sua parte basale. Spesso questi depositi (soprattutto per ghiacciai di non grande estensione) sono privi di una morfologia definita, o tendono a formare degli accumuli soprattutto in rientranze e tasche rocciose. Tuttavia, nelle aree con aree glaciali più estese vi sono depositi con morfologie caratteristiche. [[File:Receding glacier-en.svg|thumb|right|verticale=2|Schema delle morfologie glaciali di fondo.]] ** I '''kame''' sono collinette di forma irregolare o grossolanamente conica. Hanno origine da accumuli di sedimento supraglaciale in conche createsi sulla superficie glaciale durante la fusione di un ghiacciaio. Dopo lo scioglimento del ghiacciaio, questi accumuli collassano in forma di collinette. I sedimenti interni variano da depositi di till a depositi in parte rielaborati dalle acque di fusione, quindi meglio classati. Quando si tratta di depositi marginali (ad esempio morene laterali), a contatto con versanti, con il ritiro del ghiacciaio questi depositi collassano formando però a causa della loro maggiore continuità laterale morfologie a terrazzo ('''terrazzi di kame'''). ** I '''kettle''' sono conche di forma da irregolare o tondeggiante. Derivano da plaghe di "ghiaccio morto" lasciato indietro dal ghiacciaio nella fase di ritiro e sepolto da sedimenti. Con il completo scioglimento del ghiaccio, restano come fosse nei depositi subglaciali, talora occupate da un '''lago di kettle'''. Sono spesso associati ai ''kame'' ('''morfologia a kame e kettle'''). I ''terrazzi di kame'' spesso recano dei ''kettle'' al margine, come strutture di collasso del margine stesso. ** Gli '''esker''' sono rilievi allungati, sinuosi, nastriformi, talora interrotti o formati da allineamenti di rilievi minori. Sono composti da sedimenti ''fluvio-glaciali'' e sono l'espressione del riempimento di tunnel subglaciali in cui scorrevano corsi d'acqua (''torrenti subglaciali''). Una volta sciolto il ghiacciaio i sedimenti rimangono come rilievi. Sono composti di sedimenti in parte rielaborati dall'acqua di fusione, quindi con caratteri fluviali: predominano ghiaia e ciottoli (occasionalmente massi) con una certa selezione. La stratificazione è irregolare ma vi è spesso laminazione incrociata da corrente.[[File:Drumlins Lmb.png|thumb|right|verticale=1.5|schema di morfologia a ''drumlin''.]] ** I '''drumlin''' sono rilievi a pianta ellittica a "dorso di balena", allungati nella direzione di movimento del ghiacciaio, con il pendio più ripido volto a monte e digradanti in modo più graduale verso valle. Hanno lunghezze variabili da poche decine di metri ad alcuni chilometri, altezze da pochi metri ad una cinquantina di metri e rapporto lunghezza/larghezza inferiore a 0.5. Sono solitamente non forme isolate ma in "campi" con decine o centinaia di ''drumlin'' aventi lo stesso orientamento, posizionati dietro la morena frontale. I sedimenti hanno tipologie molto variabili, e la loro genesi è piuttosto discussa tra gli studiosi: è possibile che derivino dall'azione di più processi, o siano il risultato simile di processi diversi. In diversi casi sembrano essere il risultato della deformazione di depositi subglaciali tipo ''esker'' e ''kame'' operata dal ghiacciaio stesso nelle fasi di avanzamento. In altri contesti sembrano essere determinati dall'erosione di masse d'acqua e ghiaccio liberatesi in seguito ad inondazioni "catastrofiche" derivate dallo scioglimento rapido dei ghiacciai. [[File:Glacier du Miage moraines.jpg|thumb|right|verticale=1|Morene terminali che mostrano vari stadi di ritiro del Ghiacciaio del Miage (Val Vény, Valle d'Aosta).)]] * '''morena terminale''' o '''morena frontale''': localizzata davanti alla fronte glaciale. E' alimentata dal materiale scaricato dalla fronte per fusione del ghiaccio (dalle morene laterali, mediane e di fondo e dal detrito supraglaciale). Tipicamente a forma di anfiteatro con la concavità rivolta verso il ghiacciaio. L'altezza di queste morene varia in funzione dell'entità del ghiacciaio che le alimenta, da pochi metri a decine di metri sui terreni circostanti, in casi estremi oltre il centinaio di metri (la morena terminale del Ghiacciaio Khumbu, in Nepal, raggiunge 250 m di altezza). Sono composte di detrito molto eterogeneo (sabbioso-ghiaioso con massi) e il lato interno è di materiale "sciolto", tendente a collassare, mentre il lato esterno è sovente più consolidato e colonizzato da vegetazione. Rilievi geofisici hanno spesso individuato entro questi depositi nuclei significativi di "ghiaccio morto". Spesso si tratta di morfologie composite, che esprimono diverse fasi di avanzata e regresso del ghiacciaio e constano di più archi morenici giustapposti. Le morene terminali possono essere utilizzate per stimare lo spessore della fronte del ghiacciaio alla sua massima estensione (ovviamente, non possono essere più alte della fronte che le ha prodotte). [[File:PUSH MORAINE.png|thumb|right|verticale=1.5|Esempio di ''deposito glacio-tettonico'' (''morena di spinta'') nelle isole Svalbard.]] * '''morena di spinta''' ('''push moraine'''): è un deposito morenico sempre alla fronte glaciale. Mentre però la ''morena frontale'' in senso stretto è il risultato del rilascio "passivo" di materiale per scioglimento della fronte del ghiacciaio, la ''morena di spinta'' viene accumulata per mezzo della spinta attiva del ghiacciaio stesso, che agisce come un "bulldozer". I depositi possono essere gli stessi della morena frontale o depositi di till subglaciale, o glacio-lacustri, o depositi della piana proglaciale preesistenti, ma intensamente deformati, spesso ripiegati internamente (con pieghe del tutto analoghe a quelle di origine tettonica) e con piani di taglio (simili a faglie) che li dislocano. A questo tipo di depositi si applica anche la definizione di '''depositi glacio-tettonici'''. La presenza delle morene di spinta è indicativa di una fase di avanzamento di un ghiacciaio, che può essere stagionale oppure su scala temporale più ampia, quindi fornisce indicazioni climatiche e paleoclimatiche di interesse. Le morene di spinta stagionali sono alte pochi metri (1-5 m), e hanno tipicamente il lato prossimale verso il ghiacciaio con minore inclinazione, mentre il lato distale è più ripido. In pianta mostrano frequentemente un pattern lobato, le cui rientranze sono rimarcate da allineamenti di massi che derivano dai depositi accumulati nei crepacci longitudinali della fronte glaciale. Sono però segnalati sistemi glacio-tettonici di morene terminali alle alte latitudini (ad esempio in Russia e in Scandinavia) con sviluppo di chilometri e altezze di decine di metri, con ripiegamenti e linee di sovrascorrimento causati dalla spinta del ghiacciaio sia nel ghiaccio stesso sia nei depositi morenici, e inclusi di "ghiaccio morto" (isolati dal ghiacciaio attivo) anche di notevole entità. * I <strong>massi erratici</strong> sono blocchi di roccia trasportati a valle dal ghiacciaio e là abbandonati dopo il ritiro. Si tratta di blocchi anche di notevole entità (da metri a decine di metri), striati e in parte levigati dal trasporto glaciale. Si riconoscono spesso perché di composizione sicuramente alloctona rispetto al territorio che li accoglie. Esempi classici sono in Brianza e nel Milanese i ''trovanti'' di "Serizzo" e "Ghiandone" (rocce granitoidi) derivati dal plutone della Val Masino e Val Bregaglia (Media Valtellina e Svizzera meridionale), portati dal Ghiacciaio Abduano. Spesso questi massi sono stati utilizzati nei secoli per ricavarne elementi architettonici (colonne, pilastri, architravi, sarcofagi etc.). <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> '''<big>Per approfondire questa parte potresti consultare i seguenti testi alle pagine indicate:</big>''' * I depositi glaciali<ref>{{cita|Nichols (2009)|pp. 107-110}}.</ref><ref>{{cita|Bennett e Glasser (2009)|pp. 247-304}}.</ref> <nowiki>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -</nowiki> <gallery> File:Bruggen-PioXI FaceCompleteCroppedIMG5642.jpg|Fronte glaciale File:Glacier.zermatt.arp.750pix.jpg|Morena laterale nel Ghiacciaio del Gorner a Zermatt, Svizzera. File:MorainesLakeLouise.JPG|Morena laterale sopra il Lake Louise, nello stato di Alberta, in Canada. File:Mombarone da bollengo.jpg|La Serra, morena lunga 25 km che chiude l'Anfiteatro morenico di Ivrea, in Piemonte. File:ReichenbachIce5.jpg|Parte terminale di un piccolo ghiacciaio, ricoperta da detrito morenico accumulatosi sulla sua superficie File:Colline moreniche del Lago Garda.JPG|Colline moreniche nel lago di Garda File:Nuussuaq-peninsula-moraines.jpg|Ghiacciaio con morene laterali e mediane File:Baltoro Glacier, Pakistan.jpg|Ghiacciaio con morene laterali e mediane File:St olavsormen.JPG|Esker (canale subglaciale). Norvegia. File:Views at Ice Age National Scenic Trail, Wisconsin (c172ad17-7d24-490a-9f42-81fc837e3d4a).jpg|Esker. Wisconsin (USA). File:Dude Hill - Glacial Kame - Yellowstone USA.jpg|Kame. Yellowstone (USA). File:Kame below Wester Pearsie - geograph.org.uk - 605724.jpg|Kame. Scozia (UK). File:Kame internal structure.jpg|Struttura interna di un Kame (Ohio, US). File:Drumlinfield large.jpg|Campi di ''drumlins''. Regione a sud del Lago Ontario. Rilievo topografico. File:Puerto Williams, Chili.JPG|Campo di ''drumlin''. Regione andina (Cile). File:Ile Georges Halifax.JPG|''Drumlin'' (isola costiera). File:Glacial scouring, Saskatchewan from 10,000 m - panoramio.jpg|Assortimento di depositi e morfologie glaciali (drumlin, kame e kettle). Saskatchewan (Canada). File:Glacial Transportation and Deposition.jpg|Massi erratici File:Pietra Pendula.jpg|La Pietra pendula, famoso masso erratico, descritto da Antonio Stoppani, nelle prealpi lombarde File:Yeager-Rock-Erractic-PB110039.JPG|Yeager Rock, a 400-metric-ton (440-short-ton) erratic on the Waterville Plateau, Washington. Note the glacial till below the rock. </gallery> == Esogeologia == L'ambiente glaciale, come altri, non è esclusivo della Terra. In numerosi corpi celesti appartenenti al Sistema Solare è riscontrabile la presenza di ghiacciai e di morfologie relazionate con essi. Anzi, nei corpi planetari e satellitari esterni del nostro sistema, oltre la cosiddetta '''frost line''' (''linea della neve''), che decorre all'incirca tra Marte e Giove (all'interno della Fascia degli Asteroidi), le temperature sono tali che l'acqua (insieme a diversi altri materiali, come l'ammoniaca e il metano e in generale i composti dell'Idrogeno) sono prevalentemente allo stato solido. La presenza di ghiacciai è ben conosciuta su Marte, caratterizzato da due calotte polari ben sviluppate formate prevalentemente da ghiaccio di acqua e di anidride carbonica. Nelle regioni subpolari del pianeta sono visibili veri e propri ghiacciai con caratteri simili agli analoghi terrestri. <gallery> File:Glacier as seen by ctx.JPG|Marte. Altopiano nella regione di Ismenius Lacus. Questo altopiano è caratterizzato dalla presenza di diversi ghiacciai. File:Wide view of glacier showing image field.JPG|Marte. Ghiacciaio nell'area di Ismenius Lacus. Si distingue l'area di accumulo e la lingua glaciale che si espande nella pianura. File:Glacier close up with hirise.JPG|marte, Ismenius Lacus. Zoom dell'immagine precedente, che mostra la parte terminale della fronte glaciale. Negli analoghi terrestri, la dorsale morfologica sarebbe la morena terminale di un ghiacciaio montano di tipo alpino. </gallery> == Note == === Esplicative === <references group=N/> === Bibliografiche === <references/> == Bibliografia == Per ulteriori approfondimenti ed eventuali necessità di citazione, si danno di seguito alcuni testi "chiave" per completezza e chiarezza di trattazione. * {{cita libro|autore1=Bennett M.R.|autore2=Glasser N.F.|titolo=Glacial Geology – Ice sheets and landforms. Second Edition |anno=2009 |editore=Wiley-Blackwell |città= Chichester (UK) |cid= Bennett e Glasser (2009)|lingua=en }} * {{cita libro|autore= Nichols G.|titolo= Sedimentology and stratigraphy - 2nd ed. | pp= 102-113 |anno= 2009 |editore= Wiley-Blackwell|città= Oxford, UK|lingua=en|cid=Nichols (2009)}} * {{cita libro|autore= Ricci Lucchi F. |titolo= Sedimentologia. Parte 1 - Materiali e tessiture dei sedimenti | pp= 25-36; pp. 125-144 |anno= 1980 |editore=CLUEB |città= Bologna|cid= Ricci Lucchi (1980)}} 2zxu44hnjg1yiiytfmp1cj3gm2lijmd La pena di morte (superiori) 0 24340 280389 274387 2025-06-20T15:43:56Z Avemundi 2081 refuso 280389 wikitext text/x-wiki {{risorsa|tipo=lezione|materia1=Geostoria per le superiori 1|materia2=Geografia generale ed economica per le superiori|avanzamento=100%}} La '''pena di morte''', chiamata anche '''pena capitale''' (sul piano etimologico: '''mortificazione'''), è l'uccisione di un individuo ordinata da un'autorità a titolo di sanzione penale. Non è prevista in tutti gli stati del mondo, infatti ci sono paesi dove è prevista per reati considerati gravi dall'ordinamento giuridico, come omicidio e alto tradimento; altri, invece, dove ritengono possibile la pena capitale anche per l'esecuzione di altri crimini violenti, come le rapine, lo stupro, o legati al traffico di droga; in alcuni paesi è prevista per reati di opinione come l'apostasia e per orientamenti e comportamenti sessuali come l'omosessualità o l'incesto. A causa della pena di morte, durante la rivoluzione francese morirono moltissime vittime francesi per mano della bastiglia, un'arma che serviva giustiziare i cittadini definiti “traditori”. La '''pena di morte in Spagna''' venne applicata ininterrottamente fino al 1932, quando venne abolita in occasione di una riforma del codice penale introdotta durante la Seconda repubblica. Fu ristabilita nell'ottobre 1934 come pena applicabile a determinati delitti terroristici. Il generale '''Francisco Franco''' a ristabilì anche per i reati comuni. La pena capitale venne abolita nel 1978 e il Regno di Spagna ha ratificato relativo all'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza, stipulato a Vilnius il 3 maggio 2002. Le condanne in Spagna, almeno nel Ventesimo secolo, venivano eseguite mediante garrota o fucilazione. La '''pena di morte in Italia''' è stata in vigore fino al 1947 e, nel codice penale militare di guerra, al 1994. ma nella Città del Vaticano è stata legale dal 1929 al1969, prevista in caso di tentato omicidio del papa e venne formalmente rimossa dalla Legge fondamentale solo il 12 febbraio 2001, su iniziativa di papa Giovanni Paolo II. La '''pena di morte in Turchia''' non è più prevista dal 2004, anche a seguito delle pressioni internazionali per l'ingresso nell'Unione europea. Dal 1984 la Turchia non ha più giustiziato alcun prigioniero La '''pena di morte in Germania''' Repubblica Federale venne applicata fin dal Medioevo. Fu cancellata dall'ordinamento giudiziario della, fin dal 1949, mentre nella Repubblica Democratica Tedesca fu abolita nel 1987. La '''pena di morte negli Stati Uniti d'America''' è argomento controverso e dibattuto. Gli Stati Uniti d'America sono attualmente uno dei 76 stati del mondo - ma unico paese occidentale - in cui è prevista l'applicazione della pena capitale, mentre in 120 altri stati tale pena è stata abolita Gli Stati Uniti d'America appartengono ancora oggi alla categoria dei paesi dove la pena di morte è applicata come metodo di punizione legale dal sistema giuridico. L'impiccagione è stata importata in America dagli inglesi; la usavano per crimini ritenuti intollerabili come: omicidio, adulterio,sodomia, stregoneria, alto tradimento ecc. I metodi di esecuzione sono stati molteplici e sono cambiati nel corso del tempo. La sedia elettrica, l'impiccagione e la camera a gas e usavano anche altri metodi ormai fuori uso in tutti gli altri stati, la fuciliazione Secondo i dati diffusi da '''Nessuno tocchi caino''', una ONG italiana attiva a livello internazionale, impiegata per la moratoria (sospensione) della pena di morte e della tortura, nel mondo,nel 2013, le esecuzioni capitali sono state almeno 4106, contro le almeno 3967 del 2012 e sono state eseguite in 22 paesi. L' '''Asia''' è il continente dove si pratica pressoché la totalità delle esecuzioni nel mondo: 4010 in tutto nel 2013, quasi il 93% del totale. I paesi di questo continente sono retti da governi non democratici, forniscono dati non ufficiali sulla pena capitale, per cui numeri potrebbero essere molto più alti. In tutto il mondo, i paesi che mantenevano la pena di morte erano 37. Di questi, 30 sono paesi dittatoriali, autoritari o illiberali. L'Europa è un continente quasi del tutto libero dalla pena di morte, solo la Bielorussia continua ad applicarla. Secondo stime non ufficiali, a partire dal 1991 circa 400 persone sono state giustiziate nello stato ex sovietico. Nel 2007, in tutti i paesi appartenenti all'ONU, è stata una moratoria universale della pena di morte. La risoluzione è stata approvata con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti. L'obiettivo dei promotori di questa iniziativa è di arrivare, un giorno, alla completa abolizione della pena capitale in tutti i paesi del mondo. 006j8ijji8z5war0j89jvjernv4c0mz Analisi dinamica delle funzioni di correlazione a coincidenza di polarità 0 33146 280392 264435 2025-06-20T15:44:58Z Avemundi 2081 refuso 280392 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo = lezione | materia1 = Sistemi riceventi in correlazione | avanzamento = 100% }} Per mostrare in condizioni dinamiche l'andamento globale delle funzioni di correlazione a coincidenza di polarità è stata sviluppata apposita routine di simulazione in un file.exe di facile impiego. Il software è stato congegnato in modo tale che lo sviluppo degli algoritmi dei quali faremo cenno di seguito sia ripetitivo in modo da presentare, in rapida successione su un tracciato cartesiano, le tracce dei singoli punti di calcolo sì da generare le curve espressione di tutto il fenomeno analizzato. Per la ragione su esposta, al fine di comprendere al meglio il comportamento delle funzioni di correlazione in dipendenza delle variabili che le caratterizzano si possono modificare, in tempo reale, sia il ritardo <math> r* \ </math> che il rapporto segnale/disturbo <math> Si/Ni</math> con il conseguente cambiamento delle curve di risposta. == Sulle funzioni implementate nel file.exe== Nella correlazione a coincidenza di polarità ( con segnali limitati in ampiezza ) due algoritmi giocano il ruolo più importante nella definizione del legame esistente tra ampiezza della funzione di correlazione e rapporto segnale/disturbo d'ingresso <math> ( Si / Ni ) </math> espresso in deciBel. Il primo degli algoritmi esprime la variazione d'ampiezza di <math> C(r) </math> ( massimo della funzione di correlazione ) in dipendenza del rapporto <math> (Si/Ni) </math> Il secondo, derivato dal primo, mostra come dal valore di <math> C(0) </math> si possa stabilire, a calcolo, qual è il rapporto <math> (Si/Ni) </math> all'ingresso del correlatore. ==La funzione C(r*) == La funzione <math> C(r*) = f(r*; Si/Ni) </math> è l'algoritmo principale ed espresso secondo la 1): :<math>C(r^*)=\frac{2}{3.14}\arcsin\left\{\frac{1}{\left[1+\left(\frac{Ni}{Si}\right)^2\right]}\left[\frac{\sen(6.28\ DF\ r^*)}{(6.28\ DF\ r^*)}\cos(6.28\ Fo\ r^*)\right]\right\}\qquad\qquad 1)</math> La 1), ampiamente trattata nel testo in bibliografia <ref>La correlazione-Cap. IV </ref> , è qui riportata per associarla al grafico dinamico corrispondente che mostra l'ampiezza di <math> C(r*) </math> in funzione del ritardo <math> r*</math>; nonché del rapporto <math>(Si/Ni) </math> in deciBel, di volta in volta assegnabili al programma di calcolo e grafica che andremo ad esporre. Le variabili nella 1) sono: *<math>DF = (f2-f1) / 2 </math> ; dove <math> f1 \ , f2 </math> sono gli estremi della banda dei segnali applicati al correlatore *<math> Fo = (f2+f1) / 2 </math> ; dove <math> f1 \ , f2 </math> sono gli estremi della banda dei segnali applicati al correlatore *<math> r* = r - ro </math>; dove <math> r</math> è il ritardo variabile al quale è sottoposto uno dei due segnali per portarlo in coerenza con l'altro; <math> ro </math> è il ritardo impostato tra i due segnali. *<math> (Si/Ni) </math> valore del rapporto tra segnale e disturbo all'ingresso del correlatore in deciBel Nel nostro analizzatore sono posti: *<math> f1 = 7500 \ Hz </math> ; freq. fissa *<math> f2 = 32500 \ Hz </math> freq. fissa *<math> r </math> variabile di ricerca automatica da <math> 0 \ a \ 300 \ \mu S.</math> *<math> ro </math> impostabile a comando tra <math> ro = 0 \ e \ ro = 300 \ \mu S. </math> *<math> (Si/Ni) </math> impostabile a comando tra <math> -40 \ dB \ e \ + 40 \ dB</math> . La 1) è stata implementata in una routine in Vb convertita in file eseguibile scaricabile all'indirizzo [http://www.sonar-info.info/wikianalisi/wikianl.html EXEanalisi] oppure [https://github.com/2021dtc/prova14/archive/main.zip analisidig.] Il pannello di comando dell'eseguibile si presenta all'operatore come mostrato e commentato in figura 1: [[File:P156f1dtc.jpg|thumb|left|400px|figura 1)]] {{clear}} Nella parte alta a sinistra è riportato, in assi cartesiani, il reticolo sopra il quale saranno tracciare le funzioni di correlazione. Le ascisse, divise in <math>20 </math> parti da <math>15 \ \mu S </math>. ciascuna, presentano un ritardo max <math> \ r = 300 \ \mu S </math>. Le ordinate si espandono con <math>+/- \ 10 </math> divisioni con un valore max normalizzato di <math> +/- \ 0.1</math> per div. L'impostazione del ritardo <math>ro</math> si esegue con lo Scroll orizzontale a passi di <math>1 \ \mu S</math> controllando il valore sull'apposito label indicato in <math> \mu S.</math> L'impostazione del rapporto <math> (Si/Ni) \ dB </math> si esegue con lo Scroll verticale a passi di <math> 1 \ dB</math> cotrollandone il valore sull'apposito label indicato in <math>dB.</math> Inferiormente al label in <math>dB</math> è presentata l'ampiezza del massimo di <math>C (0)</math> calcolato, funzione di <math> (Si/Ni) \ dB</math>, in base alla 1). Il tracciamento della <math> C(r*) </math> avviene in modo automatico, aggiornato con cadenza di circa <math> 2 \ S. </math> ==Fase esecutiva del programma di simulazione: variazione del ritardo ro == Al lancio del file.exe compare la curva <math>C(r*) </math> compatibile con i valori di <math> ro = 0 \ \mu S.</math> e <math> Si/Ni = 0 \ dB </math> che rappresentano i dati di base così come mostra la figura 2: [[File:P156f2dtc.jpg|thumb|left|600px|figura 2)]] {{clear}} La <math> C(r*) </math> è tracciata con il massimo per <math> r* = 0 </math> , se ne vede pertanto soltanto una parte; l'ampiezza massima è indicata con <math> C(0) = 0.334 </math> come da computo della 1). Per avere una presentazione completa della <math>C(r*)</math>, sempre per <math>(Si/Ni) \ dB = 0 </math>, è sufficiente impostare un valore di <math>ro</math>, ritardo tra i due segnali, diverso da <math>0</math>, ad esempio per <math> ro = 150 \ \mu S</math> per avere automaticamente la <math>C(r*)</math> tracciata al centro del reticolo così come mostra la figura 3: [[File:P156f3dtc.jpg|thumb|left|600px|figura 3)]] {{clear}} ===Dinamicità del processo di calcolo per la variazione del tempo di ritardo ro === La dinamicità del processo di calcolo si osserva variando in più od in meno il valore di <math> ro = 150 \ \mu S</math>; agendo sullo Scroll orizzontale per <math> ro < 150 \ \mu S</math> la curva di correlazione si sposta lentamente a sinistra, per <math> ro > 150 \ \mu S</math> la curva si sposta a destra. ==Fase esecutiva del programma di simulazione: variazione del rapporto segnale/disturbo Si/Ni == Nelle figure 2 e 3 la curva tracciata ha un profilo arrotondato, simile alla funzione <math> \sin x / x</math>, a causa della presenza del rumore messo a calcolo come <math> Si/Ni = 0 \ dB.</math> Se incrementiamo il rapporto <math> Si/Ni </math> abbiamo una modificazione della <math> C(r*) </math> sia in ampiezza che in profilo, si passa infatti dalla <math> \sin x/x </math> per bassi rapporti <math> Si/Ni</math>, alla <math> \arcsin x / x </math> riportata nella 1) per rapporti <math> Si/Ni > + 14 \ dB</math> così come mostra la figura 4 per la quale il rapporto <math>Si/Ni</math> è stato impostato a <math> + 18 \ dB</math>. [[File:P156f4dtc.jpg|thumb|left|600px|figura 4]] {{clear}} Dalla figura 4 emerge inoltre che il livello massimo della <math>C(r*)</math>, a seguito dell'incremento del rapporto <math>Si/Ni</math>, e passato da <math> 0.334 </math> per <math> Si/Ni = 0 \ dB</math> a <math> 0.888 </math> per <math> Si/Ni = + 18 \ dB.</math> ===Dinamicità del processo di calcolo per la variazione del rapporto Si/Ni === La dinamicità del processo di calcolo per <math> Si/Ni </math> variabile si osserva modificando in più od in meno il valore di <math> Si/Ni</math>. Agendo sullo Scroll verticale, per <math> Si/Ni > 0 </math> la curva di correlazione incrementa lentamente la sua ampiezza e il massimo del suo profilo tende ad una cuspide; per <math> Si/Ni < 0 </math> la curva di correlazione decrementa lentamente la sua ampiezza e il massimo del suo profilo si arrotonda. ==Fase esecutiva del programma di simulazione: la ricrca del rapporto Si/Ni in funzione dell'ampiezza di C(0) : (Si/Ni) dB = f [C(0)] == Dalla 1) scaturisce la funzione che consente il calcolo rapido del rapporto <math>(Si/Ni) \ dB </math> in dipendenza dell'ampiezza massima della <math> C(0)</math> misurata all'uscita del correlatore a coincidenza di polarità. La funzione <math> (Si/Ni) \ dB = \ f [C(0)] </math> , risolvibile mediante semplici impostazioni sul pannello di comando del simulatore, è mostrata con l'algoritmo 2): :<math>\left(\frac{Si}{Ni}\right)dB=20\log\frac{1}{\sqrt{\frac{1}{\sen\left[\frac{3.14\ C(0)}{2}\right]}-1}}\qquad\qquad 2)</math> Le caratteristiche della 2) investono prevalentemente l'aspetto operativo del sonar perché consentono alcune valutazioni in merito ai segnali acustici ricevuti dalla base idrofonica. La curva rappresentativa della 2) tracciata in coordinate logaritmiche lineari è di seguito riportata in figura 5: [[File:P156f5dtc.jpg|thumb|left|400px|figura 5]] {{clear}} La funzione prevede una variabilità della <math>C(0) </math> da <math> 0.01 \ a \ 1 </math> in due decadi logaritmiche; la funzione stessa si estende da <math> -20 \ dB \ a \ + 20 \ dB </math> in scala lineare a passi di <math>2 \ dB/div</math>. La ragione di un esame di <math>(Si/Ni) \ dB </math> per valori di <math>C(0)</math> dell'ordine di <math> 0.01 </math> dipende dal fatto, messo ben in evidenza nella 3^ lezione della materia '''Il riconoscimento dei bersagli idrofonici in mezzo al disturbo,''' che generalmente il differenziale di riconoscimento viene misurato con rapporti <math>(Si/Ni)</math> intorno ai <math>-18 \ dB</math> ai quali corrisponde un livello di <math>C(0)</math> normalizzato pari a quello indicato. E' ben il livello di <math>C(0)</math> del correlatore a coincidenza di polarità che, per la valutazione del differenziale di riconoscimento del sonar deve confrontarsi con il disturbo '''<math>Vn</math>''' presente all'uscita del correlatore; disturbo non dipendente dalle condizioni esterne ma dalle caratteristiche intrinseche del correlatore. Il disturbo '''<math>Vn</math>''', come ben si vede dall'algoritmo 3) che lo definisce, è dipendente dalla banda di frequenza dei segnali d'ingresso e non dalla loro ampiezza, dalla costante di tempo d'integrazione <math>RC</math> e quindi indipendente dal rapporto <math>Si/Ni </math> dei segnali stessi :<math>Vn=\frac{2}{3.14\sqrt{\left(\frac{6}{7}\right)\ 4\ RC\ (F2-F1)}}\qquad\qquad 3)</math> ===Dinamicità del processo di calcolo per la determinazione di (Si/Ni) dB = f [C(0)] === La dinamicità del processo di calcolo si impiega per il calcolo rapido di <math> (Si/Ni) \ dB = \ f [C(0)] </math> seguendo la semplice procedura: Volendo conoscere quale è il rapporto <math> (Si/Ni) \ dB </math> quando il livello del massimo della funzione di correlazione è :<math> C(0) \ = 0.024 </math> si dovrà variare tramite lo Scroll verticale il rapporto <math> (Si/Ni) \ dB </math> in più o in meno rispetto a <math> (Si/Ni) \ dB = 0 </math> fino al raggiungimento del livello di <math> C(0) = 0.024 </math> indicato nell'apposito label; con questo valore di <math> C(0)</math> il valore di <math> (Si/Ni) \ dB </math> risulta di <math> -14 \ dB</math> Una volta trovato di <math> (Si/Ni) \ dB = \ f [C(0)] </math> si osserverà che l'ampiezza di <math> C(0) </math> non consente, data la scala delle ordinate, di visualizzare la funzione di correlazione. Questa particolare condizione, realizzata in via sperimentale in laboratorio, è visibile dopo amplificazione in figura 6: [[File:P165sndtc.jpg|thumb|left|400px|figura 6)]] {{clear}} Lo spessore della traccia è dovuto al rumore '''<math>Vn</math>''' all'uscita del correlatore calcolabile secondo l'algoritmo 3). ==note== <references/> ==Bibliografia== *J. Faran Jr e Robert Hills Jr, Correlators for signal reception, in Office of Naval Research (contract n5 ori-76 project order x technical memorandum no. 27), Cambridge, Massachusetts, Acoustics Research Laboratory Division of Applied Science Harvard University, 1952. *J. Faran Jr e Robert Hills Jr, The application of correlation techniques to acoustic receiving systems, in Office of Naval Research (contract n5 ori-76 project order x technical memorandum no. 28), Cambridge, Massachusetts, Acoustics Research Laboratory Division of Applied Science Harvard University, 1952. *C. Del Turco, '' La correlazione '', Collana scientifica ed. Moderna La Spezia,1993 *C. Del Turco, ''Manuale per la progettazione dei circuiti elettronici analogici di bassa frequenza '', in rete, 2011 d2aa7wm45jpwm81chypmikfrwwzlk7z Materia, energia e sistemi materiali - Quiz 0 33181 280396 280173 2025-06-20T15:50:06Z Avemundi 2081 refuso 280396 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo =quiz | materia1 = Chimica | avanzamento = 75%}} =Informazioni sul questionario= ===Argomenti del test=== Materia - Corpo e sostanza - Grandezze fisiche intensive e estensive, fondamentali e derivate, scalari e vettoriali, intrinseche ed estrinseche, dimensionali e adimensionali - Volume (capacità) - Strumenti e metodi di determinazione del volume a seconda dello stato di aggregazione del corpo - Massa (massa inerziale) - Velocità media e accelerazione media - Prima e seconda legge di Newton - Forza - Peso - Legge di conservazione della massa (della materia) - Principali grandezze fisiche di uso corrente in chimica: lunghezza, massa e peso, tempo, volume, densità assoluta e relativa, forza, peso specifico, pressione, energia, lavoro, calore, calore specifico e temperatura - Scale termometriche: scala Celsius e scala Kelvin - Condizioni di STP (Standard Temperature and Pressure) - Metodi di misura delle principali grandezze fisiche di uso corrente in chimica - Legge di conservazione dell’energia - Equivalenza tra massa ed energia: equazione di A. Einstein - Fenomeni chimici (reazioni chimiche) e fenomeni fisici. Sistemi materiali - Classificazione fisica e classificazione chimica dei sistemi materiali - Sistemi fisicamente omogenei e sistemi fisicamente eterogenei - Fase - Miscugli e soluzioni - Sostanze pure: elementi e composti - Tecniche di separazione dei sistemi fisicamente eterogenei e dei sistemi chimicamente eterogenei: filtrazione, cristallizzazione, centrifugazione, estrazione, flottazione, cromatografia e distillazione. Gli stati principali di aggregazione della materia: stato solido, liquido ed aeriforme - Solidi amorfi e solidi cristallini - Cella elementare e reticolo cristallino - Gas e vapore - Temperatura critica - Teoria cinetico-molecolare della materia - Gas reali e gas ideali (perfetti) - Equazione di stato dei gas ideali - Passaggi di stato (o transizioni di fase) - Variazioni energetiche nei passaggi di stato: trasformazioni endotermiche ed esotermiche - Curva di raffreddamento e curva di riscaldamento - Fusione, temperatura (punto) di fusione normale e temperatura (punto) di solidificazione normale - Vaporizzazione: evaporazione e ebollizione - Tensione di vapore - Temperatura (punto) di ebollizione normale e temperatura di liquefazione normale - Soste termiche e calore latente di vaporizzazione e di fusione - Sublimazione e brinamento – Pressione e passaggi di stato. ===Avvertenze per la compilazione=== * Prima di ogni domanda è riportato, tra parentesi quadre, l'argomento specifico della domanda.<br> * Ogni domanda ammette una sola risposta esatta. ===Misurazione dei risultati=== * Punti per ogni risposta esatta: 1.<br> * Punti per ogni risposta errata o non data: 0. ===Valutazione=== Nei questionari a risposta chiusa si può azzeccare un certo numero di risposte esatte anche tirando a caso. Per cui, se non si vuole utilizzare il metodo della sottrazione di punti in presenza di risposte errate, occorre adottare una scala di valutazione che tenga conto della possibilità che la risposta esatta sia stata data fortuitamente. Se il test offre quattro possibilità di scelta, dovremo considerare che c'è una probabilità su quattro di cogliere la risposta giusta anche per caso. Pertanto una prova basata su venti domande e alla quale sono state date cinque risposte esatte, non è indice di alcuna abilità, perché lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto, a caso, da chiunque. Quindi, su di una scala da uno a dieci, cinque risposte esatte (P<sub>min.</sub> = 5) danno diritto al voto minimo (V<sub>min.</sub> = 1), al contrario venti risposte esatte (P<sub>max.</sub> = 20) danno diritto al voto massimo (V<sub>max.</sub> = 10). Per valutare i casi intermedi si può applicare il metodo grafico o quello analitico. Nel metodo grafico si costruisce un diagramma cartesiano che ha sull'asse delle ordinate il numero di risposte esatte (5 ≤ P ≤ 20) e su quello delle ascisse i voti (1 ≤ V ≤ 10). Si individuano quindi due punti, il primo di coordinate (V<sub>min.</sub>, P<sub>min.</sub>) ed il secondo di coordinate (V<sub>max.</sub>, P<sub>max.</sub>) e si traccia il segmento di retta che li unisce. A questo punto basta entrare da sinistra in corrispondenza del numero di risposte esatte (P) e leggere il voto (V) corrispondente sulle ascisse. Analiticamente basta applicare la formula dell'equazione della retta di estremi (V<sub>min.</sub>, P<sub>min.</sub>) e (V<sub>max.</sub>, P<sub>max.</sub>) e calcolare il voto (V) corrispondente ad un certo numero di risposte esatte (P). ===Punteggio minimo=== Il punteggio minimo consigliato per poter affrontare l'argomento successivo (corrispondente al voto di sufficienza di 6 su 10, o 18 su 30) è: '''13 punti su 20''' =Quiz n. 1= <quiz> {X} {['''Passaggi di stato'''] Un aeriforme si trova ad una temperatura inferiore alla sua temperatura critica. Che cosa occorre fare per farlo diventare liquido. |type="()"} + È possibile sia solo comprimerlo, sia solo raffreddarlo. - Occorre diminuire l’energia cinetica media delle particelle diminuendo il volume occupato dall'aeriforme. - Occorre riscaldarlo, per portarlo ad una temperatura superiore a quella critica, e poi comprimerlo. - Occorre comunque sia comprimerlo che, contemporaneamente, raffreddarlo. {['''Stati aggregazione della materia'''] In quale stato di aggregazione la materia non ha né forma propria né volume proprio? |type="()"} - Lo stato liquido. - Sia lo stato liquido che quello aeriforme. - Lo stato solido, ma solo dei solidi amorfi. + Lo stato aeriforme. {['''Tecniche di separazione'''] La distillazione è una tecnica comunemente adoperata per separare due liquidi in soluzione. Che cosa devono avere di differente i due liquidi per poter essere separati? |type="()"} + Devono avere una diversa temperatura di ebollizione. - Devono avere una massa differente. - Devono avere una diversa densità. - Devono avere una diversa temperatura critica. {['''Sistemi fisicamente eterogenei'''] Quale combinazione di alcune (o tutte e tre) le sostanze acqua, zucchero di canna e sale da cucina, origina un sistema fisicamente eterogeneo? |type="()"} + Zucchero di canna e sale da cucina. - Acqua, sale da cucina e zucchero di canna. - Acqua e zucchero di canna. - Acqua e sale da cucina. {['''Soluzioni'''] Con riferimento alle soluzioni, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Sono sistemi chimicamente eterogenei. + Sono costituite almeno da due fasi. - Sono costituite almeno da due componenti: il solvente ed il soluto. - Sono sistemi fisicamente omogenei. {['''Miscugli'''] Alcuni miscugli sono costituiti da due o più sostanze pure, così come i composti. Ma allora qual è la differenza tra questo tipo di miscugli e i composti? |type="()"} - Questi miscugli sono formati da due o più composti mescolati in proporzioni definite e costanti, i composti sono costituiti da due o più elementi, presenti in proporzioni definite e costanti. + Questi miscugli sono formati da due o più sostanze mescolate in proporzioni variabili, i composti sono costituiti da due o più elementi, presenti in proporzioni definite e costanti. - Questi miscugli sono formati da due o più sostanze mescolate in proporzioni definite e costanti, i composti sono costituiti da due o più elementi, presenti in proporzioni variabili. - Questi miscugli sono formati da due o più sostanze tutte nella stessa fase, i composti sono costituiti da due o più elementi, presenti in proporzioni definite e costanti. {['''Fenomeni fisici e fenomeni chimici'''] Il brano che segue elenca alcuni fenomeni che avvengono nel motore a scoppio di un'automobile: ‘’La benzina è prelevata dal serbatoio e spruzzata nel carburatore, nel carburatore la benzina è miscelata con l’aria, la miscela di benzina ed aria brucia ed i prodotti di combustione si espandono nei cilindri imprimendo una spinta ai pistoni”. Tra quelli descritti nel brano, qual è l'unico fenomeno chimico? |type="()"} - I prodotti di combustione si espandono nei cilindri imprimendo una spinta ai pistoni. - La benzina è prelevata dal serbatoio e spruzzata nel carburatore. + La miscela di benzina ed aria brucia. - Nel carburatore la benzina è miscelata con l’aria. {['''Sistemi materiali'''] Che tipo di sistema è un sistema costituito da un cubetto di ghiaccio che galleggia in una soluzione ottenuta sciogliendo completamente del cloruro di sodio (sale da cucina) in acqua distillata addizionata con una minima quantità di anidride carbonica? |type="()"} - Un sistema fisicamente eterogeneo perché le sostanze da cui è formato si trovano in tre differenti stati di aggregazione: il ghiaccio è solido, la soluzione (cloruro di sodio in acqua) è liquida e l'anidride carbonica è gassosa. - Un sistema fisicamente eterogeneo perché costituito da tre sostanze chimiche diverse: l'acqua, il cloruro di sodio e l'anidride carbonica. + Un sistema fisicamente eterogeneo perché formato da due fasi distinte: il ghiaccio è la fase solida e la soluzione (anidride carbonica e cloruro di sodio disciolti in acqua) è la fase liquida. - Un sistema fisicamente eterogeneo perché formato da quattro fasi distinte: il ghiaccio, l'anidride carbonica, il cloruro di sodio e l'acqua distillata. {['''Sistemi materiali'''] Un certo liquido omogeneo va in ebollizione non appena la temperatura raggiunge i cinquanta gradi Celsius. I suoi vapori, fatti condensare, ridanno un liquido che, riscaldato opportunamente, bolle a quarantotto gradi Celsius. Che cosa si può affermare di conseguenza? |type="()"} + Che il liquido omogeneo era formato da almeno due sostanze chimiche diverse. - Che il liquido omogeneo era certamente formato da una sostanza pura (composto). - Che il liquido omogeneo era, in realtà, un sistema fisicamente eterogeneo. - Che il liquido omogeneo era costituito, in realtà, almeno da due fasi diverse. {['''Passaggi di stato'''] Un sistema chimicamente omogeneo subisce un passaggio di stato. È cambiato qualcosa di questo sistema? |type="()"} - Sì, sono cambiate le proprietà chimiche. - Sì, è cambiata la sostanza. + Sì, è cambiata la fase. - No, non è cambiato nulla. {['''Teoria cinetico-molecolare della materia'''] Aumentando la temperatura di un recipiente contenente azoto gassoso si provoca un aumento della pressione dell'azoto. Perché? |type="()"} + Perché aumenta sia l’energia media con cui le molecole urtano contro le pareti del recipiente sia il numero di urti. - Perché aumenta il numero di molecole di azoto contenute nel recipiente. - Perché diminuisce il volume del recipiente per cui aumenta l numero di urti per unità di superficie . - Perché diminuiscono ulteriormente le deboli forze di attrazione tra le molecole di azoto. {['''Stati aggregazione della materia'''] Il bromo ha il punto di fusione a -7,2°C, il punto di ebollizione a 59,0°C e una temperatura critica di 314,9°C. In che stato di aggregazione si presenta alla temperatura di 80,5°C? |type="()"} - Allo stato solido. - Allo stato di gas. + Allo stato di vapore. - Allo stato liquido. {['''Soste termiche'''] A che cosa corrispondono le due soste termiche nel grafico della curva di riscaldamento di una sostanza pura? |type="()"} - All'evaporazione e alla condensazione. + Alla fusione e all'ebollizione. - Alla sublimazione e al brinamento. - Alla liquefazione e alla solidificazione. {['''Fenomeni fisici e fenomeni chimici'''] Tra quelli di seguito elencati, qual è l'unico fenomeno chimico? |type="()"} - L'aggiunta di acqua ad una spremuta di arance per preparare un'aranciata. - La diffusione del profumo dei fiori di arancio in primavera. + Il progressivo cambiamento di colore di un'arancia durante la maturazione, sull'albero, in autunno. - Il raggrinzirsi di una fettina di arancia lasciata a essiccare in una corrente di aria secca. {['''Sistemi materiali'''] Che tipo di sistema è un sistema costituito da acqua distillata in ebollizione? |type="()"} + Un sistema fisicamente eterogeneo perché, anche se costituito da una sola sostanza, l’acqua, sono presenti due fasi: il liquido che bolle ed il vapore. - Un sistema chimicamente eterogeneo perché l’acqua è presente in due diversi stati d’aggregazione. - Un sistema fisicamente omogeneo perché è costituito da un’unica fase: l’acqua. - Un sistema chimicamente eterogeneo perché l’acqua distillata non è una sostanza pura. {['''Temperatura di fusione'''] Alla pressione atmosferica, un comune olio di oliva fonde in un intervallo di temperatura compreso tra 0 °C e 6 °C. Perché l'olio d'oliva, a differenza dell'acqua pura, non fonde ad una temperatura definita e costante? |type="()"} - Perché l'olio di oliva è meno fluido dell’acqua e con l'acqua non è miscibile. - Perché l'olio di oliva ha una densità inferiore a quella dell’acqua e con l'acqua non è miscibile. + Perché l'olio di oliva è un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente eterogeneo. - Perché l'olio di oliva è un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente omogeneo. {['''Stato solido'''] Con riferimento allo stato solido, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - I solidi hanno volume proprio e forma definita. + Per effetto di un aumento opportuno di temperatura, un solido può liquefare. - Nei solidi le forze di coesione non permettono alle particelle di muoversi liberamente le une rispetto alle altre. - Alcuni solidi possono sublimare. {['''Materia'''] Che cosa s’intende per materia? |type="()"} - Qualsiasi cosa che presenti proprietà e composizione definite e costanti. - Qualsiasi cosa sia in grado di compiere un lavoro. - Qualsiasi cosa abbia massa propria e volume proprio. + Qualsiasi cosa che sia estesa nello spazio e provvista di massa. {['''Curve di riscaldamento'''] Se riscaldiamo una quantità maggiore di una certa sostanza pura, in che modo si modifica la sua curva di riscaldamento? |type="()"} - Aumenta la temperatura di ebollizione e diminuisce quella di fusione. - Scompaiono i due tratti orizzontali che diventano due linee leggermente inclinate. + Si allungano i due tratti orizzontali, corrispondenti alla sosta termica di fusione e a quella di ebollizione. - Aumenta la pendenza dei tre tratti obliqui, corrispondenti al riscaldamento della fase solida, di quella liquida e di quella aeriforme. {['''Passaggi di stato'''] Che differenza c’è tra la sublimazione e l'evaporazione? |type="()"} + La sublimazione è il passaggio di stato da solido a aeriforme mentre l'evaporazione è il passaggio di stato da liquido a aeriforme. - Una è l'inversa dell'altra. - Non c’è nessuna differenza, i due termini sono sinonimi. - La sublimazione è il passaggio diretto dallo stato aeriforme a quello solido, mentre l'evaporazione è il passaggio dallo stato liquido allo stato aeriforme. {/X} </quiz> =Quiz n. 2= <quiz> {X} {['''Sistemi materiali'''] In un sistema, la percentuale di una certa sostanza può essere costante oppure può variare. In quale dei seguenti casi la percentuale è costante? |type="()"} - L'alcool etilico nella birra. - L'ossigeno nel sangue. + L'idrogeno nell'acqua. - L'anidride carbonica nell'aria. {['''Teoria cinetico-molecolare della materia'''] Con riferimento alle particelle che costituiscono un gas ideale, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Il volume proprio delle particelle è praticamente nullo rispetto al volume del recipiente che le contiene. + Tra le particelle esistono deboli forze di attrazione responsabili del passaggio del gas allo stato liquido per diminuzione della temperatura e/o aumento della pressione. - Le particelle sono numerosissime e sono in continuo movimento in tutte le direzioni con moto rettilineo. - Gli urti tra le particelle e contro le pareti del recipiente sono perfettamente elastici. {['''Temperatura critica'''] Che cos'è la temperatura critica? |type="()"} - La temperatura al di sopra della quale è possibile liquefare un gas per compressione. + La temperatura al di sopra della quale un gas reale si comporta come un gas ideale. - La temperatura al di sotto della quale un gas reale si comporta come un gas ideale. - La temperatura alla quale un liquido bolle trasformandosi in gas. {['''Fenomeni chimici'''] Che cosa hanno di particolare i fenomeni chimici? |type="()"} - I fenomeni chimici non modificano mai la composizione delle sostanze pure. + I fenomeni chimici modificano sempre la composizione delle sostanze pure. - I fenomeni chimici possono, a volte, modificare la composizione delle sostanze pure. - I fenomeni chimici modificano solo la composizione dei sistemi chimicamente eterogenei. {['''Sistemi materiali'''] Che cosa si ottiene mescolando dell’alcool con dell’acqua distillata? |type="()"} - Un composto chimico. - Un sistema fisicamente eterogeneo e chimicamente eterogeneo. - Un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente omogeneo. + Un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente eterogeneo. {['''Gas ideali e gas reali'''] In quali condizioni il comportamento di un gas reale si avvicina a quello di un gas ideale? |type="()"} + A bassa pressione e a temperatura superiore alla temperatura critica. - Ad alta pressione e a temperatura inferiore alla temperatura critica. - Mai. - Ad alta pressione e a bassa temperatura. {['''Teoria cinetico-molecolare della materia'''] A temperatura costante la pressione di una certa quantità di gas viene ridotta a un sesto del valore iniziale. Che cosa si può affermare di conseguenza? |type="()"} - Che il volume del gas diventa trentasei volte più grande. - Che il volume del gas diventa sei volte più piccolo. + Che il volume del gas diventa sei volte più grande. - Che il volume del gas rimane uguale perché la temperatura è rimasta costante. {['''Fenomeni chimici'''] Quale dei seguenti è un fenomeno chimico? |type="()"} - Una massa di 1 kg viene accelerata di 1 m s<sup>-2</sup> da una forza di 1 N. - L'acqua contenuta in una pentola bolle ed il vapore si condensa sotto il coperchio formando piccole goccioline. - La sostanza che riveste internamente un tubo a fluorescenza assorbe i raggi ultravioletti invisibili emessi dai vapori di mercurio contenuti nel tubo ed emette luce visibile dal caratteristico colore. + Nei cloroplasti esposti alla luce l'acqua e l'anidride carbonica si trasformano in glucosio ed ossigeno. {['''Massa'''] Con riferimento alla massa, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - È detta più correttamente massa inerziale e si ricava dalla seconda legge di Newton. - Secondo una definizione intuitiva, misura la quantità di materia posseduta da un corpo. + L'unità di misura della massa è il newton, il cui simbolo è N. - Secondo la fisica classica, misura l'inerzia offerta da un corpo al cambiamento del proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme. {['''Curve di riscaldamento'''] Quando un metallo puro fonde, per tutto il tempo della fusione la temperatura resta costante. Quando invece fonde il vetro, la temperatura aumenta anche durante la fusione. Perché? |type="()"} - Perché nel vetro le forze di attrazione tra le particelle sono più deboli di quelle presenti nel metallo. + Perché il vetro è un solido amorfo mentre il metallo è un solido cristallino. - Perché il vetro è un solido fragile mentre il metallo è un solido infrangibile. - Perché il vetro, a differenze del metallo, è un ottimo conduttore del calore. {['''Solidi amorfi e solidi cristallini'''] Che differenza c’è tra i solidi amorfi ed i solidi cristallini? |type="()"} - Non c’è nessuna differenza. - I solidi cristallini sono sistemi fisicamente omogenei, mentre i solidi amorfi sono sistemi fisicamente eterogenei. - I solidi cristallini hanno forma e volume propri, mentre i solidi amorfi hanno il volume proprio ma non la forma. + Nei solidi cristallini le particelle costituenti hanno una disposizione ordinata e regolare nello spazio, mentre nei solidi amorfi la disposizione è casuale. {['''Tecniche di separazione'''] Quale tecnica di separazione comporta un passaggio di stato? |type="()"} + La distillazione. - La centrifugazione. - La filtrazione. - La cromatografia. {['''Sistemi materiali'''] A che cosa corrisponde la seguente definizione: “parte di un sistema, di composizione chimica determinata, con proprietà fisiche uniformi, separata dalle altre parti dello stesso sistema da superfici limite fisicamente ben definite”? |type="()"} - Al solvente di una soluzione. + Alla fase. - Alla materia. - Alle sostanze pure. {['''Stati di aggregazione'''] L’ammoniaca ha il punto di fusione a -78°C, il punto di ebollizione a -33°C e una temperatura critica di 133°C. In che stato di aggregazione si presenta alla temperatura di -40°C? |type="()"} - Allo stato di gas. - Allo stato di vapore. - Allo stato solido. + Allo stato liquido. {['''Tensione di vapore'''] Che cos'è la tensione di vapore? |type="()"} - La pressione necessaria per condensare un grammo di vapore, a temperatura ambiente. - La pressione esercitata da un gas alla temperatura critica. + La pressione esercitata da un vapore in equilibrio con la sua fase liquida. - La pressione esercitata da un gas in un recipiente chiuso. {['''Evaporazione'''] Perché dell'alcol contenuto in un becker evapora più lentamente della stessa quantità di alcol versato, ad esempio, sul pavimento? |type="()"} + Perché la superficie libera dell'alcol nel becker è minore di quella dell'alcol sparso sul pavimento. - Perché, nel becker, le particelle di alcol occupano uno spazio minore rispetto a quello disponibile sul pavimento. - Perché la tensione di vapore dell'alcol nel becker è minore di quella dell'alcol sparso sul pavimento. - Perché la temperatura dell'alcol nel becker è minore di quella dell'alcol sparso sul pavimento. {['''Densità'''] Alla temperatura di 20,0°C, il bromo è un liquido rosso avente una densità di 4,52 g cm<sup>-3</sup>. Che significa esattamente? |type="()"} - Che 1 g di bromo occupa un volume di 4,52 cm<sup>3</sup>. - Che 1 cm<sup>3</sup> di bromo pesa di 4,52 g. + Che 1 cm<sup>3</sup> di bromo ha una massa di 4,52 g. - Che 4,52 g di bromo occupano un volume di 4,52 cm<sup>3</sup>. {['''Sistemi materiali'''] Che cosa si ottiene mescolando, in una determinata proporzione, due gas diversi che non reagiscono tra loro? |type="()"} - Si può ottenere un miscuglio o una soluzione, a seconda delle natura dei gas. - Si ottiene un composto chimico aeriforme. - Si ottiene un miscuglio costituito da due fasi gassose. + Si ottiene una soluzione in fase gassosa. {['''Composti'''] Che cosa s’intende esattamente per composto? |type="()"} + Un sistema chimicamente omogeneo separabile in almeno due sistemi chimicamente omogenei più semplici. - Un sistema chimicamente eterogeneo costituito dall'insieme di almeno due elementi chimici diversi, separabili mediante trasformazioni chimiche. - Una qualsiasi sostanza pura. - Un sistema fisicamente omogeneo costituito dall'insieme di almeno due elementi chimici diversi presenti in proporzione casuale. {['''Sostanza'''] Che cosa s’intende per sostanza? |type="()"} - Un qualsiasi sistema materiale fisicamente omogeneo. + Un tipo di materia che presenta proprietà e composizione definite e costanti. - Una porzione definita di materia con caratteristiche sue peculiari. - Qualsiasi cosa che sia estesa nello spazio e sia provvista di massa. {/X} </quiz> =Quiz n. 3= <quiz> {X} {['''Teoria cinetico-molecolare'''] Che cosa accade riscaldando un gas? |type="()"} - Aumenta il numero delle particelle che lo costituiscono. - Aumenta la temperatura di liquefazione. + Aumenta l'energia cinetica media delle particelle che lo costituiscono. - Aumenta il volume e diminuisce proporzionalmente la pressione. {['''Transizioni di fase'''] Con riferimento alle transizioni di fase, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Alla temperatura critica avviene la transizione tra gas e vapore o viceversa. - Una sostanza pura passa dallo stato solido a quello liquido al punto di fusione. + Le forze di attrazione tra le particelle di materia diminuiscono quando una sostanza passa dallo stato liquido allo stato aeriforme. - L’energia cinetica delle particelle di un aeriforme diminuisce nel passaggio dallo stato di gas a quello di vapore. {['''Fenomeni fisici e fenomeni chimici'''] Qual è l’unico fenomeno chimico tra quelli di seguito elencati? |type="()"} - Aggiunta di alcool ad una soluzione diluita di acqua ed alcool. + Combustione di un fiammifero. - Fusione di un cubetto di ghiaccio. - Attrazione di una sbarretta di ferro da parte di una calamita. {['''Teoria cinetico-molecolare'''] Da che dipende l’energia cinetica media delle particelle di un gas ideale? |type="()"} - Dal volume occupato dal gas - Dalla pressione esercitata dal gas. - Dal numero di particelle di cui è composto il gas e dalla loro massa. + Dalla temperatura alla quale si trova il gas. {['''Sistemi materiali'''] Con riferimento ai sistemi fisicamente eterogenei, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Nei sistemi fisicamente eterogenei ogni componente mantiene le proprie caratteristiche. - Le proprietà di un sistema fisicamente eterogeneo non sono uguali in tutti i punti del sistema. + I componenti di un sistema fisicamente eterogeneo possono essere mescolati in proporzioni molto variabili, ma non sempre in tutte le proporzioni. - I componenti di un sistema fisicamente eterogeneo possono essere separati mantenendo immutate le loro proprietà. {['''Stati di aggregazione'''] Con riferimento agli stati di aggregazione della materia, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Lo stato di aggregazione di un corpo dipende dalle forze di attrazione tra le particelle che costituiscono quel corpo e dai moti di queste particelle. + Tutte le sostanze possono passare da uno stato di aggregazione all’altro, variando opportunamente la temperatura e la pressione. - All’aumentare della temperatura i moti di agitazione della particelle che costituiscono un corpo aumentano d’intensità e possono prevalere sulle forze di attrazione. - La disposizione nello spazio delle particelle che costituiscono un corpo è molto ordinata nello stato solido cristallino, casuale nello stato liquido, e completamente disordinata nello stato aeriforme. {['''Composti chimici'''] In quale frase il termine “composto chimico” è usato correttamente? |type="()"} - Un composto chimico si ottiene mescolando assieme almeno due elementi chimici diversi. - Un composto chimico è un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente eterogeneo. - Sciogliendo dello zucchero in acqua si ottiene un composto chimico. + Un composto chimico è una sostanza pura. {['''Sistemi materiali'''] Con riferimento ai sistemi fisicamente omogenei, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Hanno caratteristiche fisiche e proprietà chimiche identiche in ogni loro parte. + Si distinguono in soluzioni e miscugli. - Sono costituiti da una o più sostanze pure. - Sono costituiti da una sola fase. {['''Tecniche di separazione'''] In quale dei seguenti casi si deve usare necessariamente una reazione chimica? |type="()"} - Per separare i componenti di un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente eterogeneo. + Per separare gli elementi che formano un composto. - Per separare i componenti di un sistema fisicamente eterogeneo. - Per separare un soluto solido da una soluzione liquida. {['''Sistemi materiali'''] Quale dei seguenti sistemi è un esempio di sistema chimicamente omogeneo? |type="()"} + Un composto ottenuto facendo reagire tra loro rame e ossigeno. - Una soluzione ottenuta sciogliendo del sale da cucina in un’opportuna quantità di acqua distillata. - Un miscuglio ottenuto mescolando assieme della polvere di rame e della polvere di zolfo. - Una lega ottenuta fondendo assieme una certa quantità di rame e di stagno. {['''Tecniche di separazione'''] Che cos'è la distillazione? |type="()"} - È una tecnica che consente, attraverso il passaggio di corrente elettrica, di scomporre l’acqua in idrogeno ed ossigeno. + È una tecnica che consente di separare da una soluzione sostanze a differente punto di ebollizione. - È una tecnica che consente la risoluzione di sistemi eterogenei formati da sostanze solide in sospensione in un liquido. - È il passaggio di stato dallo stato liquido a quello aeriforme. {['''Elementi chimici'''] Con riferimento agli elementi chimici, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Costituiscono, assieme ai composti chimici, le così dette sostanze pure. - Non sono suscettibili di essere scissi in sostanze più semplici. - Sono costituiti da una sola sostanza. + Il numero degli elementi chimici identificati o preparati dai chimici è enorme (dell’ordine di vari milioni) ed è destinato ulteriormente a crescere. {['''Temperatura normale di liquefazione'''] Che cosa si intende per temperatura normale di liquefazione dell’acqua pura? |type="()"} - Sotto una pressione di una atmosfera, la temperatura alla quale il gas d'acqua diventa vapore d'acqua. + Sotto una pressione di una atmosfera, la temperatura alla quale il vapore d'acqua diventa liquido. - Sotto una pressione di una atmosfera, la temperatura alla quale il ghiaccio si trasforma in acqua liquida. - Sotto una pressione di una atmosfera, la temperatura alla quale il ghiaccio si trasforma in vapore d'acqua in un processo di sublimazione. {['''Materia'''] Con riferimento alla materia, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Una sostanza è un tipo di materia che presenta proprietà e composizione definite e costanti. - La materia è qualsiasi cosa che ha una massa e un volume. - La materia non può essere “né creata dal nulla, né distrutta”. + Una porzione definita di materia, con caratteristiche sue peculiari, è detto sistema fisicamente e chimicamente omogeneo. {['''Temperatura critica'''] Che cosa si può affermare con riferimento a un aeriforme che si trova al di sopra della sua temperatura critica? |type="()"} - Che può condensare solo applicando una opportuna pressione detta pressione critica. + Che permane nello stato gassoso a prescindere dal valore della pressione che gli viene applicata. - Che può essere liquefatto solo riducendo opportunamente il volume. - Che può essere liquefatto solo applicando una opportuna pressione detta pressione critica. {['''Fenomeni fisici e fenomeni chimici'''] “Il fluoro è un gas giallo pallido che ''reagisce'' con tutti i composti organici. I metalli, ''ridotti in polvere'', ''bruciano'' a contatto col fluoro ''emettendo'' una luce splendente. Il fluoro è uno dei pochi elementi che ''forma composti'' con lo xeno” Nel brano sono descritti cinque fenomeni (quelli in corsivo), quanti sono i fenomeni chimici e quanti sono i fenomeni fisici? |type="()"} + Tre fenomeni chimici e due fenomeni fisici. - Due fenomeni chimici e tre fenomeni fisici. - Quattro fenomeni chimici ed un fenomeno fisico. - Un fenomeno chimico e quattro fenomeni fisici. {['''Stati di aggregazione'''] L’acido cloridrico ha il punto di fusione a -114°C, il punto di ebollizione a -85°C e una temperatura critica di 51,4°C. Alla temperatura di 20°C, in quale stato di aggregazione si presenta? |type="()"} - Allo stato di gas. - Allo stato di solido. - Allo stato di liquido. + Allo stato di vapore. {['''Sostanze pure'''] Con riferimento alle sostanze pure, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Sono sistemi materiali costituiti da un solo tipo di materia con proprietà e composizione chimica costanti. + Si distinguono in sostanze chimicamente omogenee e chimicamente eterogenee. - Non è possibile scindere le sostanze pure nei loro componenti mediante cambiamenti di stato. - Comprendono gli elementi chimici ed i composti. {['''Passaggi di stato'''] Come varia la temperatura durante la fusione di una sostanza pura? |type="()"} - Diminuisce perché il processo è endotermico. - Aumenta perché il processo è esotermico. + Rimane costante. - Aumenta perché il processo è endotermico. {['''Fenomeni fisici e fenomeni chimici'''] Individuare nell’elenco seguente un tipico esempio di fenomeno chimico. |type="()"} - La magnetizzazione temporanea di un ago metallico a contatto con una calamita. - Il riscaldamento del bulbo di vetro di una lampadina ad opera del filamento di tungsteno che si arroventa, emettendo luce, al passaggio della corrente elettrica. + La formazione di ruggine su un oggetto di ferro. - Lo scambio di calore che avviene tra un corpo caldo ed un corpo freddo messi strettamente a contatto. {/X} </quiz> =Quiz n. 4= <quiz> {X} {['''Massa, peso e densità'''] Perché il ghiaccio galleggia nell’acqua? |type="()"} - Perché il peso del ghiaccio è minore di quello dell'acqua. - Perché i liquidi sono normalmente più densi dei solidi dai quali provengono per fusione. + Perché la densità del ghiaccio è minore di quella dell'acqua. - Perché la massa del ghiaccio è minore di quella dell’acqua. {['''Pressione e ebollizione'''] Se aumentiamo la pressione esterna su di un liquido, che cosa ci aspettiamo che accada? |type="()"} - Che sia più corta la sua pausa termica di ebollizione. - Che diminuisca la sua temperatura di ebollizione. + Che aumenti la sua temperatura di ebollizione. - Che sia più lunga la sua pausa termica di ebollizione. {['''Curve di riscaldamento'''] Un recipiente contenente acqua e ghiaccio viene scaldato. Che cosa si può affermare finché nel recipiente è ancora presente un po' di ghiaccio? |type="()"} - Che la temperatura dell’acqua si è abbassata per via dello scioglimento del ghiaccio. - Che sono aumentate sia la temperatura del ghiaccio sia quella dell’acqua liquida. + Che parte del ghiaccio si è fuso, aumentando la quantità di acqua liquida. - Che non è avvenuta ancora alcuna transizione di fase. {['''Sublimazione'''] Che cos'è la sublimazione? |type="()"} - Una reazione chimica. - Una tecnica per separare i componenti di un miscuglio. + Un fenomeno fisico. - Il passaggio di stato dallo stato aeriforme a quello solido. {['''Fasi'''] Quante fasi sono presenti in un sistema costituito da una certa quantità di acqua distillata contenente dello zucchero e del sale da cucina completamente disciolti e un cubetto di ghiaccio galleggiante? |type="()"} + Due fasi. - Una fase. - Quattro fasi. - Tre fasi. {['''Stati di aggregazione'''] Con riferimento allo stato aeriforme, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Per effetto di una diminuzione di temperatura, una sostanza aeriforme può passare allo stato liquido. - In un gas le particelle si muovono liberamente e a caso, distribuendosi uniformemente in tutto il volume disponibile. - Una sostanza allo stato aeriforme non ha forma né volume proprio. + Nei gas l’agitazione termica è tale da eguagliare le forze di attrazione che si esercitano tra le particelle. {['''Sistemi materiali'''] Quale dei seguenti sistemi è chimicamente omogeneo? |type="()"} - Una miscela ottenuta sciogliendo del solfato di ferro in acqua distillata. - Un pezzo di ferro ricoperto di ruggine. + Un composto chimico tra carbonio e ferro. - Un miscuglio composto da polvere di carbone e limatura di ferro. {['''Sistemi materiali'''] Come si definisce un sistema nel quale è possibile distinguere parti con caratteristiche fisiche diverse? |type="()"} - Sistema chimicamente eterogeneo. - Sistema chimicamente omogeneo. - Sistema fisicamente omogeneo. + Sistema fisicamente eterogeneo. {['''Tecniche di separazione'''] Che cos'è la filtrazione? |type="()"} - È una tecnica di separazione dei componenti di un sistema fisicamente eterogeneo che sfrutta la differenza di densità dei componenti. - È una tecnica di separazione dei componenti di un sistema chimicamente eterogeneo che sfrutta la diversità dei loro punti di ebollizione. - È una tecnica di separazione dei componenti di un sistema fisicamente omogeneo che sfrutta la diversa velocità con cui si muovono su un supporto trascinati da una fase mobile. + È una tecnica di separazione dei componenti di un sistema fisicamente eterogeneo che sfrutta la differenza di dimensioni delle particelle solide rispetto a quelle dei gas o dei liquidi nei quali sono sospesi. {['''Teoria cinetico-molecolare'''] Sulla base della teoria cinetico-molecolare, da che dipende la pressione esercitata da un aeriforme? |type="()"} + Dal numero di urti delle particelle contro le pareti del recipiente che le contiene. - Dalla massa delle particelle. - Dal numero di urti delle particelle tra loro. - Dal volume delle particelle. {['''Fenomeni chimici e fenomeni fisici'''] Quale cambiamento, tra quelli elencati, è dovuto a una reazione chimica? |type="()"} - Il sale da cucina si scioglie nell’acqua bollente mentre si cuoce la pasta. + La pizza si imbrunisce mentre si cuoce nel forno a legna. - L’olio e l’aceto si mescolano insieme mentre si condisce l’insalata. - Il cacao in polvere si disperde nel latte caldo mentre si prepara la colazione. {['''Teoria cinetico-molecolare'''] Secondo la teoria cinetico-molecolare della materia, che cosa si verifica, sicuramente, se si riscalda un aeriforme? |type="()"} - Un aumento del numero di particelle. + Un aumento dell'energia cinetica media delle particelle. - Un aumento della pressione. - Un aumento del volume. {['''Sistemi materiali'''] Con riferimento ai sistemi fisicamente omogenei, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Ce ne sono di chimicamente omogenei e di chimicamente eterogenei. - Sono costituiti da una sola fase. + Sono costituiti da una sola sostanza. - Comprendono le soluzioni e le sostanze pure. {['''Sistemi materiali'''] Che cosa s'intende per composto chimico? |type="()"} - Una miscela omogenea di due o più sostanze. - Un sistema chimicamente eterogeneo, suscettibile di essere scisso nei suoi componenti. + Un sistema chimicamente omogeneo. - Un sistema chimicamente omogeneo non suscettibile di essere ulteriormente scisso. {['''Sistemi materiali'''] Si può preparare un miscuglio mescolando un solido con un aeriforme? |type="()"} - No; perché i solidi e i gas non si mescolano tra loro. - No; perché i miscugli sono sistemi fisicamente eterogenei, mentre un solido mescolato ad un gas forma un sistema fisicamente omogeneo. + Sì; ne è un esempio la presenza dello smog (polveri fini) nell'aria. - Sì; ne è un esempio un qualsiasi composto chimico ottenuto per reazione di una sostanza solida con una sostanza gassosa. {['''Curve di raffreddamento'''] A che cosa corrispondono le due soste termiche nel grafico della curva di raffreddamento di una sostanza pura? |type="()"} - Alla sublimazione e al brinamento. + Alla condensazione e alla solidificazione. - Alla liquefazione e alla solidificazione. - Alla fusione e all'ebollizione. {['''Fenomeni fisici e fenomeni chimici'''] In quale delle azioni seguenti è presente un fenomeno chimico? |type="()"} - Accendere una lampada al neon. - Separare il ferro da un miscuglio di limatura di ferro, polvere di zolfo e sabbia, con l’aiuto di una calamita. + Accendere una lampada a gas da campeggio. - Versare del caffè nel latte e aggiungere dello zucchero. {['''Soluzioni'''] Una soluzione può essere considerata una sostanza pura? |type="()"} - Si, perché una soluzione è chimicamente omogenea. - Si, perché una soluzione è costituita da un’unica fase. + No, perché in una soluzione sono presenti almeno due elementi o composti chimici diversi. - Si, perché una soluzione è fisicamente omogenea. {['''Stato liquido'''] Con riferimento ai liquidi e allo stato liquido, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - In una sostanza allo stato liquido è casuale e variabile la disposizione spaziale delle particelle. - Allo stato liquido, una sostanza conserva volume proprio ma assume la forma del recipiente che lo contiene. - In un liquido l’energia cinetica delle particelle non è sufficiente a superare le forze attrattive che le tengono unite. + Le particelle che compongono un liquido sono libere di oscillare senza spostarsi, però, dalla loro posizione. {['''Passaggi di stato'''] Con riferimento ai passaggi di stato, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Ogni passaggio di stato è accompagnato da una cessione o da un assorbimento di energia. + I passaggi che portano dallo stato solido a quello aeriforme sono esotermici, quelli inversi sono endotermici. - La quantità di calore implicata in un passaggio di stato è esattamente uguale, ma col segno contrario, a quella del passaggio inverso. - Si chiamano anche transizioni di fase. {/X) </quiz> =Quiz n. 5= <quiz> {X} {['''Passaggi di stato'''] Con riferimento ai passaggi di stato, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Alla temperatura critica avviene la transizione tra gas e vapore o viceversa. - Una sostanza pura passa dallo stato solido a quello liquido al punto di fusione. + Le forze di attrazione tra le particelle di materia diminuiscono quando una sostanza passa dallo stato liquido allo stato aeriforme. - L’energia cinetica delle particelle di un aeriforme diminuisce nel passaggio dallo stato di gas a quello di vapore. {['''Stati di aggregazione'''] Da che cosa dipende lo stato di aggregazione di un corpo? |type="()"} + Dalla temperatura e dalla pressione cui il corpo è sottoposto. - Dalla natura della sostanza di cui è fatto il corpo. - Dal volume del contenitore nel quel si trova. - Dalla sua massa. {['''Miscugli'''] E' possibile preparare un miscuglio mescolando un aeriforme con un liquido? |type="()"} - Sì; ne è un esempio un qualsiasi composto chimico che si forma per reazione di una sostanza gassosa, ad esempio, con l'acqua. - Sì; perché i miscugli sono sistemi chimicamente eterogenei. + No, perché i miscugli sono sistemi fisicamente eterogenei. - Sì; ne è un esempio l'anidride carbonica disciolta nell'acqua minerale effervescente. {['''Gas reali e gas ideali'''] Secondo la teoria cinetico-molecolare della materia, quale delle seguenti condizioni dovrebbe essere verificata affinché un gas reale si comporti come un gas ideale? |type="()"} + Il volume delle particelle del gas dovrebbe essere trascurabile rispetto alla distanza tra le particelle. - Le particelle del gas non dovrebbero esercitare alcuna pressione sulle pareti del recipiente. - Le particelle del gas dovrebbero muoversi tutte alla stessa velocità. - Gli urti tra le particelle del gas dovrebbero essere perfettamente anelastici. {['''Sistemi fisicamente omogenei e chimicamente eterogenei'''] Con riferimento ai sistemi fisicamente omogenei e chimicamente eterogenei, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Possono esistere in forma solida, liquida o gassosa. - Si chiamano comunemente soluzioni. + Sono costituiti almeno da due fasi: il solvente e il soluto. - Sono costituiti da almeno due sostanze chimiche diverse. {['''Densità'''] Come varia la densità di un aeriforme? |type="()"} - Diminuisce con l'aumentare della pressione. - Aumenta con l'aumentare della temperatura. - E’ indipendente dalla temperatura e dalla pressione. + Diminuisce con l'aumentare della temperatura. {['''Temperature di fusione e di ebollizione'''] Che effetto produce una diminuzione di pressione sulle temperature di fusione e di ebollizione di una sostanza pura? |type="()"} + Fa diminuire sia la temperatura di ebollizione sia la temperatura di fusione. - Fa aumentare la temperatura di ebollizione e diminuire la temperatura di fusione. - Fa aumentare sia la temperatura di ebollizione sia la temperatura di fusione. - Fa diminuire la temperatura di ebollizione ed aumentare la temperatura di fusione. {['''Fenomeni chimici e fenomeni fisici'''] Tra i fenomeni di seguito elencati, qual è l'unico che non comporta reazioni chimiche? |type="()"} - La produzione del vino per fermentazione del mosto d'uva (la poltiglia semiliquida ottenuta dall'uva fresca pigiata). - La degradazione di un sacchetto biodegradabile per la raccolta differenziata dell'umido. + La comparsa in cielo dell'arcobaleno dopo un temporale. - Il progressivo ingiallimento in autunno delle foglie sugli alberi. {['''Punto di ebollizione dell'acqua distillata'''] E' possibile far bollire l'acqua distillata 90°C? |type="()"} - No, perché la tensione di vapore dell'acqua distillata a 90°C è inferiore alla pressione atmosferica. + Sì, abbassando opportunamente la pressione che agisce sul liquido. - No, perché la temperatura normale di ebollizione dell'acqua pura è 100°C. - Sì, sciogliendo nell'acqua una quantità opportuna di soluto. {['''Fenomeni fisici e fenomeni chimici'''] Tra quelli di seguito elencati, qual è l'unico fenomeno chimico? |type="()"} - In una notte fredda si forma uno strato di ghiaccio sul parabrezza di un'auto per brinamento del vapore acqueo. - Dello zucchero viene disciolto lentamente in acqua. - Una roccia viene frantumata e ridotta in polvere. + Una statua di bronzo, esposta all’aria, col passare del tempo si copre di una patina verde. {['''Soluzioni'''] Con riferimento alle soluzioni, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - L’aria pura, priva cioè di particelle solide (pulviscolo) in sospensione, è una miscela di azoto, ossigeno, anidride carbonica, vapore d'acqua ed altri gas in un'unica fase. È quindi un tipico esempio di soluzione gassosa. - Un tipico esempio di soluzione di un gas in un liquido è una bevanda gasata, contenente acqua ed altre sostanze disciolte, satura di anidride carbonica. + Come lo zucchero o il sale da cucina, l’aria diviene più solubile in acqua man mano che aumentiamo la temperatura della soluzione. - Per le otturazioni dentali, in odontoiatria, si usava l'amalgama dentario, una pasta ottenuta mescolando piccole quantità di mercurio (liquido) con argento e stagno (solidi). L'amalgama dentario è quindi un tipico esempio di soluzione solida. {['''Stati di aggregazione'''] Il cloroformio ha il punto di fusione normale a -63°C, il punto di ebollizione normale a 61°C e una temperatura critica di 262°C. Alla temperatura di 100°C, in quale stato di aggregazione si presenta? |type="()"} - Allo stato di liquido. + Allo stato di vapore. - Allo stato di gas. - Allo stato di solido. {['''Sistemi materiali'''] Che cosa si ottiene mescolando, a secco, dello zucchero e della farina? |type="()"} + Un sistema fisicamente eterogeneo e chimicamente eterogeneo. - Un composto chimico. - Un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente omogeneo. - Un sistema fisicamente eterogeneo e chimicamente omogeneo. {['''Sistemi fisicamente eterogenei'''] Quale, tra i seguenti, è l’unico esempio di sistema fisicamente eterogeneo? |type="()"} + Un sistema costituito da almeno due fasi. - Un sistema ottenuto sciogliendo in acqua distillata almeno due soluti diversi. - Un sistema costituito da due o più sostanze chimiche diverse che non reagiscono tra di loro. - Un sistema ottenuto facendo reagire, in quantità definite, due elementi chimici diversi. {['''Tecniche di separazione'''] Con quale dei seguenti mezzi fisici è possibile separare i componenti di un sistema fisicamente omogeneo e chimicamente eterogeneo? |type="()"} - La centrifugazione. + La distillazione. - La filtrazione. - La sedimentazione. {['''Transizioni di fase'''] Che cosa si può affermare con riferimento al passaggio di una sostanza dallo stato solido allo stato liquido? |type="()"} - Che avviene con assorbimento o rilascio di energia termica a seconda della natura della sostanza. + Che avviene sempre con assorbimento di energia termica. - Che il processo si chiama liquefazione. - Che avviene sempre con cessione di energia termica. {['''Fenomeni fisici'''] Con riferimento ai fenomeni fisici, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - I fenomeni fisici possono riguardare sia la materia che l’energia. + Durante alcuni fenomeni fisici può avvenire la trasformazione di una sostanza in un’altra. - Un tipico esempio di fenomeno fisico è il passaggio di corrente elettrica in un conduttore. - I fenomeni fisici sono fenomeni reversibili. {['''Pressione'''] Secondo la teoria cinetico-molecolare della materia, da che deriva la pressione esercitata da un gas? |type="()"} - Dalla somma del numero degli urti delle particelle dei gas tra loro e sulle pareti del recipiente. - Dal numero di urti delle particelle del gas tra loro. + Dal numero di urti delle particelle del gas sulle pareti del recipiente. - Dal numero degli urti delle particelle del gas sulle pareti del recipiente che avvengono con una energia superiore all'energia cinetica media. {['''Tecniche di separazione'''] Quali tecniche occorre eseguire, nell'ordine, per ottenere la separazione dei componenti di un sistema costituito da limatura di ferro immersa in una soluzione di acqua e alcol? |type="()"} + Una filtrazione ed una distillazione. - Una centrifugazione ed una filtrazione. - Una cristallizzazione ed un'estrazione con solvente. - Una cromatografia ed una decantazione. {['''Stato solido'''] Con riferimento alla stato solido, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - La forma ed il volume di un solido non dipendono dalla forma e dal volume del recipiente che lo contiene. - Nei solidi le forze di attrazione tra le particelle sono predominanti su quelle dovute all’energia cinetica delle particelle stesse. - Non tutti i solidi possono fondere, perché alcuni, ad esempio, vanno incontro a combustione se si aumenta la temperatura. + Nei solidi le particelle possono spostarsi liberamente in tutte le direzioni pur mantenendosi a stretto contatto le une con le altre. {/X} </quiz> =<small>Risorse</small>= * [https://it.wikipedia.org/wiki/Materia_(fisica) Materia] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Energia Energia] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_della_materia Stati di aggregazione della materia] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Transizione_di_fase Passaggi di stato] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Curva_di_raffreddamento Curva di raffreddamento] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_cinetica_dei_gas Teoria cinetico-molecolare] =<small>Quiz di chimica generale ed inorganica</small>= * Argomento precedente * [[Grandezze fisiche, operazioni di misura e sistemi di misura - Quiz|Argomento successivo]] * [[Quiz di Scienze naturali|Tutti gli argomenti]] =<small>Bibliografia</small>= * {{Cita libro|autore=Peter William Atkins, Loretta Jones e Leroy Laverman|titolo=Fondamenti di chimica generale|annooriginale=2018|editore=Zanichelli|città=Bologna|ISBN=97-888-0867-012-0|cid=Atkins}} =<small>Collegamenti esterni</small>= * {{Cita web|url=http://rodomontano.altervista.org/chimica.php|titolo=Chimica generale|autore=Rodomontano|accesso=4 gennaio 2020}} =<small>Feedback</small>= Per inserire commenti, segnalare errori o proporre miglioramenti, richiedere chiarimenti o quant'altro si ritenga opportuno, si prega di utilizzare la pagina '''Discussione''' o la pagina '''Domande''', cliccando sui relativi pulsanti in alto a sinistra, e digitare il testo. Grazie. rxjy1bm8b7dneb1e6y8ea6nmjbjwljm Acidi nucleici, proteine e sintesi proteica - Quiz 0 33500 280388 273380 2025-06-20T15:43:20Z Avemundi 2081 refuso 280388 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo = quiz | materia1 = Biologia molecolare| avanzamento = 75%}} =Informazioni sul questionario= ===Argomenti del test=== Friedrich Miescher e la scoperta della nucleina - Frederick Griffith e la scoperta del fattore di trasformazione (o principio trasformante) di pneumococchi non virulenti - O. Avery, C. MacLeod e M. McCarty e il riconoscimento del fattore di trasformazione - Esperimenti di A. Hershey e M. Chase con i batteriofagi e la conferma del DNA come materiale genetico - R. Franklin, R. Gosling e M. Wilkins e la cristallografia a diffrazione di raggi X del DNA - La struttura del DNA e le regole di E. Chargaff - Modello del DNA a doppia elica di J. Watson e F. Crick - La relazione tra la struttura del DNA e le sue funzioni - Struttura degli aminoacidi: carbonio α, gruppo amminico, gruppo carbossilico e gruppo radicale (catena laterale) - Aminoacidi della serie L e della serie α - Amminoacidi polari, idrofili e idrofobici - Legame ammidico dei peptidi (legame peptidico) - Aminoacido N-terminale e aminoacido C-terminale - Strutture essenziali: primaria (di base) e secondaria: α-elica e foglietto β (pieghettato) e strutture accessoriali (terziaria e quaternaria) delle proteine - Denaturazione delle proteine - Esperimenti di G. Beadle ed E. Tatum con la muffa del pane. F. Crick e il dogma centrale della biologia molecolare: "un gene, un enzima" - Le tre tappe della trascrizione dell’informazione genetica: inizio, allungamento e terminazione - RNA-polimerasi - Il promotore (primer) e la sequenza di terminazione - Il trascritto primario e la sua elaborazione nelle cellule eucarioti: ''splicing'' e spliceosoma, sequenze codificanti (esoni) e sequenze non codificanti (introni), cap- 5’ e coda poli-A - RNA messaggero (mRNA) maturo - S. Brenner ed il codice di triplette del DNA - Esperimenti di M. Nirenberg e H. Matthaei e decifrazione del codice genetico - Il codice genetico e l’unità della vita - Geni e genoma - Ridondanza (degenerazione) del codice genetico - Codoni, anticodoni e sito di legame dell’amminoacido (CCA) – Le tre funzioni dell’RNA di trasporto (tRNA) – Enzimi attivanti: le amminoacil-tRNA-sintetasi - Struttura dei ribosomi e RNA ribosomiali (rRNA) - Siti di legami sui ribosomi: sito A (attacco), sito C (condensazione) e sito D (distacco) - Le tre tappe della traduzione: inizio, allungamento e terminazione – Complesso d’inizio e fattori d’inizio, fattori di allungamento e fattore di rilascio - Rapidità della traduzione - Poliribosomi – Sequenze-segnale e destinazioni dei polipeptidi neosintetizzati - Errori nella trasmissione dell'informazione genetica: mutazioni – Mutazioni delle cellule della linea somatica e della linea germinale – Mutazioni puntiformi (silenti, di senso e non senso) e mutazioni per scorrimento della finestra di lettura, mutazioni cromosomiche e mutazioni genomiche – Le dimensioni del genoma umano. La regolazione genica – Gli esperimenti di J. Monod e F. Jacob – Controllo dell'espressione genica nei procarioti: l’operone ''lac'' in ''Escherichia coli'' (regolazione negativa di operone inducibile) - I geni strutturali: ''z'', ''y'' e ''a'' – La permeasi e la β-galattosidasi – Le sequenze regolatrici: promotore e operatore - Il gene regolatore, il repressore e l'induttore. ===Avvertenze per la compilazione=== * Prima di ogni domanda è riportato, tra parentesi quadre, l'argomento specifico della domanda. * Ogni domanda ammette una sola risposta esatta. ===Misurazione dei risultati=== * Punti per ogni risposta esatta: 1. * Punti per ogni risposta errata o non data: 0. ===Valutazione=== Nei questionari a risposta chiusa si può azzeccare un certo numero di risposte esatte anche tirando a caso. Per cui, se non si vuole utilizzare il metodo della sottrazione di punti in presenza di risposte errate, occorre adottare una scala di valutazione che tenga conto della possibilità che la risposta esatta sia stata data fortuitamente. Se il test offre quattro possibilità di scelta, dovremo considerare che c'è una probabilità su quattro di cogliere la risposta giusta anche per caso. Pertanto una prova basata su venti domande e alla quale sono state date cinque risposte esatte, non è indice di alcuna abilità, perché lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto, a caso, da chiunque. Quindi, su di una scala da uno a dieci, cinque risposte esatte (P<sub>min.</sub> = 5) danno diritto al voto minimo (V<sub>min.</sub> = 1), al contrario venti risposte esatte (P<sub>max.</sub> = 20) danno diritto al voto massimo (V<sub>max.</sub> = 10). Per valutare i casi intermedi si può applicare il metodo grafico o quello analitico. Nel metodo grafico si costruisce un diagramma cartesiano che ha sull'asse delle ordinate il numero di risposte esatte (5 ≤ P ≤ 20) e su quello delle ascisse i voti (1 ≤ V ≤ 10). Si individuano quindi due punti, il primo di coordinate (V<sub>min.</sub>, P<sub>min.</sub>) ed il secondo di coordinate (V<sub>max.</sub>, P<sub>max.</sub>) e si traccia il segmento di retta che li unisce. A questo punto basta entrare da sinistra in corrispondenza del numero di risposte esatte (P) e leggere il voto (V) corrispondente sulle ascisse. Analiticamente basta applicare la formula dell'equazione della retta di estremi (V<sub>min.</sub>, P<sub>min.</sub>) e (V<sub>max.</sub>, P<sub>max.</sub>) e calcolare il voto (V) corrispondente ad un certo numero di risposte esatte (P). ===Punteggio minimo=== Il punteggio minimo consigliato per poter affrontare l'argomento successivo (corrispondente al voto di sufficienza di 6 su 10, o 18 su 30) è: '''13 punti su 20'''. =Quiz n. 1= <quiz> {X} {['''Modello di DNA di Watson e Crick'''] Con riferimento al modello di DNA di J. Watson e F. Crick, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Secondo questo modello il DNA è immaginato come una “scala a pioli” attorcigliata su sé stessa lungo l'asse maggiore. - La struttura del DNA proposta da Watson e Crick suggerisce che ciascuno dei due filamenti possa servire da “stampo” per la sintesi di un nuovo filamento complementare. - Secondo questo modello le unità base della molecola di DNA sono i quattro differenti nucleotidi. + Secondo questo modello le basi azotate e le molecole di desossiribosio sono legati assieme a formare una lunga catena zucchero-base azotata-zucchero-base azotata-ecc. {['''tRNA'''] Con riferimento ai siti di legame per i tRNA, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Sono tre e si trovano sulla subunità ribosomiale maggiore. - In corrispondenza del sito C, il tRNA-carico cede l'amminoacido trasportato alla catena polipeptidica in accrescimento. + Le interazioni codone-anticodone tra mRNA e tRNA si verificano soltanto in corrispondenza del sito A. - Il sito D è quello occupato dai tRNA prima di staccarsi dal ribosoma e tornare nel citosol. {['''DNA'''] Una certa molecola di DNA contiene il 40% di citosina, sul numero totale di basi azotate. Quale sarà la percentuale di adenina? |type="()"} - 40%. + 10%. - 50%. - Sulla base di questa sola informazione, non si può prevedere. {['''Esperimenti di Nirenberg e Matthaei'''] Che cosa si può affermare con riferimento agli esperimenti di Nirenberg e Matthaei? |type="()"} - Che in ognuna delle venti provette si era assemblata una catena polipeptidica radioattiva, differente in ciascuna provetta. - Che erano state preparate venti provette, ognuna contenente un solo amminoacido e l’mRNA poli-U radioattivo. - Che una catena polipeptidica radioattiva, formata esclusivamente da fenilalanina, si era assemblata in tutte le venti provette. + Che una catena polipeptidica, formata esclusivamente da fenilalanina, si era assemblata in tutte le venti provette, ma solo in una era radioattiva. {['''Denaturazione del DNA'''] I due filamenti del DNA si separano ad una temperatura più elevata rispetto a quella a cui avviene la denaturazione della maggior parte delle proteine. Perché? |type="()"} - Perché nel DNA i due filamenti sono tenuti assieme da forti legami covalenti tra nucleotidi complementari. - Perché la struttura terziaria delle proteine dipende dalla presenza di deboli legami chimici tra i gruppi R degli amminoacidi. + Perché nel DNA, pur essendo deboli i legami idrogeno tra nucleotidi complementari, la doppia elica è stabile per effetto dell'enorme numero di nucleotidi. - Perché la struttura secondaria delle proteine dipende dalla presenza di deboli legami idrogeno tra gli amminoacidi. {['''Acidi nucleici'''] C’è una differenza fondamentale tra la composizione chimica, e la struttura, del DNA e quella dell'RNA. Quale? |type="()"} - Nel DNA ci possono essere solo quattro tipi diversi di basi azotate: adenina, guanina, citosina e timina. Nell'RNA invece le basi azotate sono cinque: le stesse quattro del DNA più l'uracile. - Il DNA è una sequenza di monomeri chiamati nucleotidi, l'RNA invece è un polimero di nucleoidi. - Il DNA contiene come zucchero il ribosio, l'RNA invece il desossiribosio. + Il DNA contiene, come basi azotate, l'adenina, la guanina, la citosina e la timina; l'RNA invece l'adenina, la guanina, la citosina e l'uracile. {['''Amminoacidi'''] Che cosa si può affermare con riferimento agli amminoacidi della serie α? |type="()"} - Che l'azoto del gruppo amminico è legato con legame covalente all'atomo di carbonio del gruppo carbossilico. + Che il gruppo amminico ed il gruppo carbossilico sono legati, con legame covalente, allo stesso atomo di carbonio. - Che il gruppo amminico ed il gruppo radicale sono legati, con legame covalente, allo stesso atomo di carbonio. - Che il gruppo carbossilico ed il gruppo radicale sono legati, con legame covalente, allo stesso atomo di carbonio. {['''Codice genetico'''] Che cosa significa dire che il codice genetico è degenerato? |type="()"} - Che il codice genetico non è universale. - Che uno stesso codone dell'mRNA può codificare più di un amminoacido. + Che uno stesso amminoacido può essere codificato da più di un codone. - Che alcuni codoni dell'mRNA non codificano per alcun amminoacido. {['''Mutazioni ''non senso'''''] Quando si può verificare una mutazione puntiforme ''non senso''? |type="()"} - Quando una tripletta del DNA codificante per un certo amminoacido viene modificata in una tripletta codificante per lo stesso amminoacido. - Quando una tripletta del DNA codificante per un certo amminoacido viene modificata per inserzione o per delezione di un nucleotide. + Quando una tripletta del DNA codificante per un certo amminoacido viene modificata in un segnale di ''stop''. - Quando una tripletta del DNA codificante per un certo amminoacido viene modificata in una tripletta codificante per un amminoacido diverso. {['''Trascrizione'''] Con riferimento alla trascrizione, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - La RNA-polimerasi legge il filamento stampo del DNA in direzione 3'-5' per cui aggiunge i ribonucleotidi all'estremità 3' del trascritto primario in allungamento. - La trascrizione può essere divisa in tre fasi: inizio, allungamento e terminazione. + La trascrizione comincia con la formazione di un complesso di inizio costituito dalla RNA-polimerasi, dal gene da trascrivere e da un gruppo di proteine dette ''fattori di inizio''. - La trascrizione si arresta quando la RNA-polimerasi raggiunge il sito di terminazione sul filamento stampo di DNA. {['''Metabolismo del lattosio in ''Escherichia coli'''''] Come si chiama il tratto di DNA dell’''E. coli'', che non codifica per alcun amminoacido, e dove si attacca l’RNA-polimerasi per iniziare la trascrizione dei geni coinvolti nel metabolismo del lattosio? |type="()"} - Repressore. + Promotore. - Operatore. - Induttore. {['''Trascritto primario'''] Che cos'è il trascritto primario? |type="()"} - Una catena polipeptidica appena formatasi, priva ancora della struttura secondaria e terziaria. - Il complesso di enzimi che svolgono la doppia elica di DNA in corrispondenza di un certo gene e poi iniziano la trascrizione legando assieme in un filamento i ribonucleotidi complementari. + Un filamento singolo di RNA antiparallelo e complementare di uno specifico segmento di DNA. - L’mRNA maturo e funzionale che, passato dal nucleo al citoplasma, si lega alla subunità minore di un ribosoma per iniziare la traduzione. {['''Complementarità del DNA'''] Che cosa significa dire che i due filamenti di una molecola di DNA sono complementari? |type="()"} - Che, nel processo di duplicazione, le due molecola di DNA neoformate sono entrambe costituite da un filamento della molecola originaria e da uno neosintetizzato. - Che nella doppia elica di DNA, i due filamenti sono esattamente la copia uno dell’altro. + Che ci sono solo due possibilità di appaiamento per le basi azotate: l’adenina con la timina e la citosina con la guanina. - Che nella doppia elica di DNA un filamento “corre” in un senso mentre il filamento parallelo “corre” in senso opposto. {['''Introni'''] Che cos'è un introne? |type="()"} - Il sito di legame sulla subunità ribosomiale maggiore dove si va a posizionare il tRNA che, avendo depositato l'amminoacido trasportato, ha esaurito la sua funzione e deve essere espulso dal ribosoma. + Una sequenza nucleotidica lungo il trascritto primario che non codifica per alcun amminoacido. - Il sito di legame sulla subunità ribosomiale maggiore dove si va a posizionare il tRNA che trasporta la metionina, che è l'amminoacido iniziale di ogni catena polipeptidica. - La sequenza di tre nucleotidi di un tRNA che riconosce un particolare codone di un mRNA e si appaia in modo complementare con esso. {['''Sintesi proteica'''] Come si chiama il processo durante il quale, su un ribosoma, viene sintetizzata una catena polipeptidica a partire dalle istruzioni codificate in una certa molecola di mRNA? |type="()"} - Delezione. + Traduzione. - Trascrizione. - Denaturazione. {['''Triplette nucleotidiche'''] Per codificare i 20 aminoacidi esistono 61 triplette nucleotidiche, pertanto, nella maggior parte dei casi, un aminoacido sarà specificato da più di una tripletta. In che cosa differiscono in genere le triplette che specificano lo stesso aminoacido? |type="()"} + Solo nel terzo nucleotide. - In uno qualsiasi dei tre nucleotidi. - In tutti e tre i nucleotidi. - In due qualsiasi dei tre nucleotidi. {['''Mutazioni puntiformi'''] Quale delle seguenti sequenze di coppie di triplette di DNA contiene una mutazione puntiforme? |type="()"} - 5'...ACA CCC TGG AGT...3' in coppia con: 3'...TGT GGG ACC TCA...5'. - 5'...ATT GCA ATT AGA...3' in coppia con: 3'...TAA CGT TAA TCT...5'. + 5'...GAT TCA CGT ACC...3' in coppia con: 3'...CTA AGT GGA TGG...5'. - 5'...TTT ATT CCG CAA...3' in coppia con: 3'...AAA TAA GGC GTT...5'. {['''Codice genetico'''] Con riferimento al codice genetico, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - E' quasi universale. + E' composto da sessanta triplette codificanti per i venti amminoacidi e da quattro triplette non codificanti: una di ''start'' e tre di ''stop''. - E' degenerato (o ridondante). - E' privo di "segni di interpunzione": durante la traduzione, i codoni sono letti consecutivamente fino ad una delle triplette di ''stop''. {['''Promotore'''] Che cosa è il promotore, nella sintesi proteica? |type="()"} + Una sequenza nucleotidica di DNA che funge da sito di legame per l'RNA-polimerasi. - Una sequenza nucleotidica di mRNA che funge da sito di legame per la subunità ribosomiale minore. - Una sequenza nucleotidica di DNA che funge da segnale all'RNA-polimerasi per il termine della trascrizione. - Una sequenza nucleotidica di trascritto primario che funge da sito di legame per lo spliceosoma. {['''Catene polipeptidiche'''] Da quanti amminoacidi sarà composta una catena polipeptidica codificata da una sequenza di 180 nucleotidi di mRNA? |type="()"} - 179 amminoacidi. - 539 amminoacidi. + 59 amminoacidi. - 60 amminoacidi. {/X} </quiz> =Quiz n. 2= <quiz> {X} {['''Proteine'''] In una proteina, quale struttura è tenuta assieme da ponti disolfuro e legami ionici? |type="()"} + La struttura terziaria. - La struttura primaria. - La struttura secondaria. - La struttura quaternaria. {['''Basi azotate'''] Che cosa si può affermare con riferimento alle basi azotate? |type="()"} - Che la guanina può appaiarsi con una certa base azotata nel DNA e con una base azotata differente nell'RNA. - Che la timina può appaiarsi con una certa base azotata nel DNA e con una base azotata differente nell'RNA. + Che l’adenina può appaiarsi con una certa base azotata nel DNA e con una base azotata differente nell'RNA. - Che la citosina può appaiarsi con una certa base azotata nel DNA e con una base azotata differente nell'RNA. {['''Mutazioni puntiformi'''] In taluni casi una mutazione puntiforme non ha conseguenze per la proteina che viene sintetizzata. Quando? |type="()"} - Quando la mutazione puntiforme determina una delezione. + Quando la mutazione puntiforme determina la sostituzione di un codone con uno che codifica per lo stesso amminoacido. - Quando la mutazione puntiforme determina la formazione di un codone di terminazione. - Quando la mutazione puntiforme determina una inserzione. {['''Geni'''] Qual è una definizione più generale di gene? |type="()"} - Un gene è un tipo particolare di proteina che rende possibile le reazioni chimiche all’interno delle cellule. - Un gene è una catena polipeptidica sintetizzata su un ribosoma. + Un gene è un segmento di DNA che viene trascritto su una molecola di RNA. - Un gene è una piccola molecola che, ripetuta migliaia di volte, costituisce la struttura chimica di un filamento di DNA. {['''DNA'''] Analizzando un certo campione di DNA si scopre che esso contiene circa un milione di molecole di adenina. Che cos'altro ci si aspetta che esso contenga? |type="()"} - Circa un milione di molecole di desossiribosio. - Circa un milione di molecole di timina. - Circa un milione di molecole di gruppi fosfato. + Circa mezzo milione di molecole di citosina e circa mezzo milione di molecole di guanina. {['''Codice genetico'''] Che cosa significa dire che il codice genetico è ridondante? |type="()"} - Che, per incrementare la produzione di proteine, lo stesso mRNA può essere tradotto contemporaneamente da più ribosomi disposti ad una certa distanza l’uno dall'altro. - Che il codice genetico è un chiaro esempio di unità della vita. Infatti, salve rare eccezioni, esso è lo stesso in tutti gli esseri viventi. + Che, tranne due eccezioni, ogni amminoacido è specificato da più di un codone. - Che le cellule degli eucarioti hanno un genoma enorme che codifica per un numero altrettanto enorme di proteine. {['''Acidi nucleici'''] Come si chiama l’unità base degli acidi nucleici, costituita da uno zucchero a cinque atomi di carbonio, da una base azotata e da un gruppo fosfato? |type="()"} - Nucleoide. - Nucleoplasma. + Nucleotide. - Nucleolo. {['''Operone ''lac'''''] Con riferimento al sistema di controllo dell'espressione genica detto operone ''lac'', che cos’è l’operatore? |type="()"} - È quel particolare enzima che legandosi al repressore lo inattiva. + È quel tratto di DNA non codificante al quale è attaccato il repressore. - È l’RNA-polimerasi che, legandosi al promotore, opera la trascrizione dei geni ''z'', ''y'' e ''a''. - È il gene che codifica per l’enzima permeasi. {['''tRNA'''] In quale fase della sintesi proteica intervengono i tRNA? |type="()"} + Nella fase di traduzione dell'mRNA maturo sui ribosomi. - Al termine della fase di traduzione quando la catena polipeptidica si stacca dal ribosoma, si avvolge e si ripiega assumendo una conformazione tridimensionale corrispondente alla struttura terziaria. - Nella fase di rielaborazione del trascritto primario (solo negli eucarioti). - Nella fase di trascrizione di un tratto specifico di un filamento di DNA ad opera della RNA-polimerasi. {['''Trascrizione'''] 5'...GAT TCA CGT ACC...3' è una sequenza di nucleotidi in un certo filamento stampo di DNA. Qual è la sua trascrizione corretta? |type="()"} - 5'...CTA AGT GCA TGG...3'. - 5'...CUA AGU GCA UGG...3'. + 3'...CUA AGU GCA UGG...5'. - 3'...CTA AGT GCA TGG...5'. {['''RNA'''] Quanti tipi differenti di basi azotate ci possono essere in un filamento di RNA? |type="()"} + Quattro. - Cinque. - Tre. - Anche diverse migliaia, a seconda della lunghezza del filamento. {['''DNA'''] Perché si dice che il DNA è un polimero? |type="()"} + Perché il DNA è una macromolecola biologica costituita dall’unione di numerosissime unità base dette desossiribonucleotidi. - Perché il DNA è il portatore dell’informazione ereditaria ed è in grado di trasmettere detta informazione da una generazione all’altra. - Perché il DNA ha una struttura tridimensionale a doppia elica. - Perché il DNA è una macromolecola biologica in grado di autoduplicarsi. {['''Esperimenti di Beadle e Tatum'''] Che cosa hanno dimostrato gli esperimenti di Beadle e Tatum? |type="()"} - In che modo, negli eucarioti, il trascritto primario viene rielaborato prima di passare nel citoplasma per la traduzione. + La relazione tra le mutazioni nel DNA e la perdità di funzionalità di specifici enzimi. - In che modo la RNA-polimerasi si lega al filamento stampo di DNA per dare inizio alla trascrizione. - La corrispondenza tra la sequenza di codoni dell'mRNA e la sequenza di amminoacidi nelle catene polipeptidiche. {['''Amminoacidi'''] Con riferimento agli amminoacidi in generale, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Si definiscono essenziali quegli amminoacidi naturali che l'organismo non è in grado di sintetizzare da sé in quantità sufficiente e che, pertanto, devono essere assunti con l'alimentazione. - Ogni amminoacido può essere indicato con una terna di lettere, oppure con la sua iniziale (esempio: glicina = GLY oppure G). - Sono composti organici che presentano due gruppi funzionali: il gruppo amminico ed il gruppo carbossilico che possono essere legati o meno allo stesso atomo di carbonio. + Gli amminoacidi naturali sono classicamente venti e appartengono tutti alla serie α ed alla serie D. {['''Catene polipeptidiche'''] A che cosa corrisponde la struttura primaria di una catena polipeptidica? |type="()"} + A quali amminoacidi sono presenti nella catena, in che numero e in che sequenza. - Al modo in cui le varie subunità che costituiscono una proteina si legano ed interagiscono tra loro. - Al modo in cui i segmenti della catena polipeptidica, con le loro diverse strutture, si ripiegano su sé stessi nello spazio. - Ai ripiegamenti regolari della catena polipeptidica, dovuti a due tipi principali di struttura: l'α-elica e il foglietto β. {['''Codice genetico'''] Si dice che il codice genetico è ridondante o degenerato, perché? |type="()"} - Perché una singolo tripletta sul DNA può codificare anche due o più amminoacidi diversi. - Perché un certo amminoacido può essere preso in carico indifferentemente da un tRNA qualsiasi. + Perché triplette diverse sul DNA possono codificare anche per lo stesso amminoacido. - Perché i ribosomi non sono specifici per la sintesi di una sola catena polipeptidica: ogni ribosoma traduce qualsiasi mRNA e accoglie tutti i tipi di tRNA-carichi. {['''Traduzione'''] Quando termina il processo di traduzione? |type="()"} - Quando un tRNA con un anticodone di terminazione va ad occupare il sito A della subunità ribosomiale maggiore. - Quando un tRNA con un anticodone di terminazione va ad occupare il sito C della subunità ribosomiale maggiore. + Quando un fattore di rilascio va ad occupare il sito A della subunità ribosomiale maggiore che ha raggiunto un codone di ''stop''. - Quando l'RNA-polimerasi incontra una sequenza di terminazione sul filamento di DNA che sta fungendo da stampo per la traduzione. {['''mRNA'''] Quanti tipi di mRNA devono essere prodotti in una cellula eucariote? |type="()"} - Tanti quanti sono i ribosomi, ognuno specifico per la sintesi di una sola specifica catena polipeptidica. - Circa venti, quanti sono gli L-α-amminoacidi naturali. - Sessantaquattro, quante sono le possibili combinazioni, a tre a tre, di ribonucleotidi dell'mRNA. + Tanti quante sono le catene polipeptidiche diverse da produrre. {['''Amminoacidi'''] Supponiamo, per ipotesi, che gli amminoacidi naturali siano quaranta anziché circa venti. Cosa cambierebbe? |type="()"} - Sarebbe necessario un nuovo codice genetico non più a triplette ma a quattro basi azotate per codone. - Sarebbe ancora sufficiente un codice genetico a triplette, ma occorrerebbe che le basi azotate nei nucleotidi del DNA fossero cinque e non quattro. + Il codice genetico, così com'è, sarebbe ancora sufficiente a codificare i quaranta amminoacidi. Sarebbe solo un po’ meno ridondante. - Il codice genetico, così come lo conosciamo, non sarebbe più sufficiente a codificare tutti e quaranta gli amminoacidi. {['''Anticodoni'''] Qual è l'anticodone corrispondente alla tripletta AGT del DNA? |type="()"} - TCA. - UCA. + AGU. - TCU. {/X} </quiz> =Quiz n. 3= <quiz> {X} {['''DNA'''] Dove si trova il DNA di una cellula eucariote? |type="()"} + Nel nucleo, associato a specifiche proteine dette istoni, nei mitocondri e, nelle cellule delle piante, anche nei cloroplasti. - Nel nucleo, associato a specifiche proteine dette istoni, e nei mitocondri. - Solo nel nucleo associato a proteine specifiche dette istoni. - Nel nucleo, associato a specifiche proteine dette istoni, e nel citoplasma associato ai ribosomi. {['''Nucleotidi'''] Con riferimento ai nucleotidi, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} + Nel DNA i nucleotidi contenenti purine possono appaiarsi solo con altri nucleotidi contenenti purine. - Sono i monomeri degli acidi nucleici. - Sono costituiti da uno zucchero a cinque atomi di carbonio, da un gruppo fosfato e da una delle cinque basi azotate. - I nucleotidi del DNA sono detti desossiribonucleotidi mentre quelli dall’RNA si chiamano ribonucleotidi. {['''tRNA'''] Qual è la funzione dei tRNA nella sintesi delle proteine? |type="()"} - Trasportare l’informazione genetica dal nucleo ai ribosomi liberi nel citoplasma. + Trasportare gli amminoacidi ai ribosomi liberi nel citoplasma. - Trasportare gli amminoacidi dal nucleo ai ribosomi liberi nel citoplasma. - Far avanzare i ribosomi lungo il filamento di mRNA in traduzione. {['''Ribosomi'''] Con riferimento ai ribosomi, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Un poliribosoma è un insieme di molti ribosomi che stanno traducendo contemporaneamente lo stesso mRNA, producendo molte copie della stessa catena polipeptidica. - Ogni ribosoma è costituito da due subunità, una maggiore ed una minore. - Un poliribosoma consente di sintetizzare, a parità di tempo, un gran numero di catene polipeptidiche. + Sulla subunità maggiore dei ribosomi sono presenti due siti di legame per i tRNA: il sito C ed il sito A. Pertanto al ribosoma possono essere agganciati solo due tRNA per volta. {['''Cromatina'''] Che cos'è la cromatina? |type="()"} - Una sequenza nucleotidica lungo il trascritto primario che non codifica per alcun amminoacido. + Complesso di DNA, istoni e proteine non istoniche presenti nel nucleo di una cellula eucariote. - Un tratto di un filamento di DNA che funge da stampo per la trascrizione di un filamento di RNA. - Un polimero costituito da una sequenza di un gran numero amminoacidi legati tra loro con legami peptidici. {['''mRNA'''] Quanti tipi diversi di mRNA possono essere trascritti, presumibilmente, in una cellula? |type="()"} - Almeno sessantaquattro. - Almeno venti. - Tanti quanti sono i ribosomi. + Tanti quante sono le catene polipeptidiche da produrre. {['''Mutazioni puntiformi'''] Supponiamo che una mutazione provochi la delezione di una sola base azotata in un certo gene che codifica una certa catena polipeptidica. Che effetto avrà sulla sintesi di quella catena? |type="()"} + La catena polipeptidica risulterà modificata, o interrotta, dal punto della delezione in poi. - La catena polipeptidica avrà un aminoacido sostituto. - La catena polipeptidica non risulterà affatto modificata. - La catena polipeptidica risulterà totalmente modificata. {['''Codice genetico'''] Il codice genetico di quasi tutti gli organismi viventi è formato dallo stesso numero di codoni. Qual è questo numero? |type="()"} - 3. + 64. - 20. - 4. {['''Sintesi proteica'''] Con riferimento alla sintesi proteica negli eucarioti, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} + Tutte le triplette di basi azotate dell'mRNA maturo codificano per almeno un aminoacido. - Nella maggior parte dei casi la metionina è il primo aminoacido di una catena polipeptidica. - Una molecola di mRNA maturo può essere tradotta contemporaneamente da più di un ribosoma. - Quasi tutti gli aminoacidi sono codificati da più di un codone. {['''tRNA'''] Quale funzione svolgono gli RNA di trasporto? |type="()"} - Quella di trasportare allo spliceosoma il trascritto primario per lo ''splicing''. + Quella di tradurre l’informazione genetica codificata nell'mRNA sotto forma di sequenza di codoni. - Quella di trasportare nel citoplasma gli rRNA che costituiscono le due subunità ribosomiali. - Quella di trascrivere l’informazione genetica codificata nel DNA sotto forma di sequenze di triplette di nucleotidi {['''RNA-polimerasi'''] In quale fase della sintesi proteica interviene l'enzima RNA-polimerasi? |type="()"} - Nella fase di allungamento della catena polipeptidica dopo che la subunità ribosomiale maggiore si è aggiunta al complesso iniziale. - Nella fase di formazione del complesso iniziale costituito da un tRNA carico e dalla subunità ribosomiale minore, entrambi legati all'mRNA maturo. - Nella fase di rimozione degli introni dal trascritto primario e di ricongiunzione degli esoni. + Nella fase di costruzione del trascritto primario a partire da uno specifico segmento di DNA che funge da stampo. {['''Esoni'''] Che cos'è un esone? |type="()"} + Una sequenza specifica di nucleotidi, codificante per una catena polipeptidica, che viene trascritta e tradotta. - Una sequenza specifica di nucleotidi, non codificante per una catena polipeptidica, che non viene né trascritta né tradotta. - Una piccola catena polipeptidica costituita da una sequenza di soli sei amminoacidi. - Una sequenza specifica di nucleotidi, non codificante per una catena polipeptidica, che viene trascritta ma non tradotta. {['''Operone ''lac'''''] Con riferimento all’operone ''lac'', individuare l’affermazione falsa |type="()"} - Il gene ''z'' codifica per la β-galattosidasi, che scinde la molecola di lattosio. - L’operone ''lac'' fa sì che la produzione degli enzimi che agiscono sul lattosio avvenga solo quando essi sono effettivamente necessari. + In assenza di lattosio l’induttore si lega al repressore impedendo all’RNA-polimerasi di legarsi al promotore. - La trascrizione dei tre geni ''z'', ''y'' e ''a'' può avvenire solo dopo la liberazione del sito dell’operatore. {['''Basi azotate'''] Che cosa si può affermare con riferimento alle basi azotate? |type="()"} - Che la timina è complementare di una certa base azotata nel DNA ma si appaia con una base azotata differente quando viene trascritta. + Che l’adenina è complementare di una certa base azotata nel DNA ma si appaia con una base azotata differente quando viene trascritta. - Che la guanina è complementare di una certa base azotata nel DNA ma si appaia con una base azotata differente quando viene trascritta. - Che la citosina è complementare di una certa base azotata nel DNA ma si appaia con una base azotata differente quando viene trascritta. {['''Mutazioni puntiformi'''] Supponiamo che una mutazione provochi l'inserzione di una sola base azotata nella sequenza codificante di un certo gene. Quale cambiamento si verificherà nella catena polipeptidica corrispondente? |type="()"} + La catena polipeptidica risulterà modificata, o interrotta, dal punto dell'inserzione in poi. - La catena polipeptidica risulterà totalmente modificata. - La catena polipeptidica non risulterà affatto modificata. - La catena polipeptidica avrà un aminoacido sostituto. {['''Trascrizione'''] Quale dei seguenti eventi non fa parte del processo di trascrizione? |type="()"} - La doppia elica di DNA si srotola ad opera della RNA-polimerasi in corrispondenza del tratto di DNA che contiene il gene da trascrivere. - L'RNA-polimerasi si lega saldamente ad una specifica sequenza di DNA, detta promotore, che contiene il sito di inizio della trascrizione. - L'RNA-polimerasi apre il DNA a circa dieci basi per volta e aggiunge i ribonucleotidi all'estremità 3' del trascritto primario in allungamento. + I due filamenti di DNA si separano in corrispondenza del tratto contenente il gene da trascrivere per poi fungere entrambi da stampo per la costruzione del trascritto primario. {['''Subunità ribosomiale maggiore'''] La subunità ribosomiale maggiore contiene i siti di legame per i tRNA. Qual è il sito che va ad occupare un tRNA carico che porta l'amminoacido successivo alla catena polipeptidica in allungamento? |type="()"} - Il sito C. - Il sito D. + Il sito A. - Il sito P. {['''Introni'''] Che hanno di particolare gli introni? |type="()"} - Vengono aggiunti al trascritto primario assieme al cap-5' e alla coda poli-A. - Vengono rimossi durante la formazione del complesso iniziale. + Vengono rimossi durante lo splicing del trascritto primario. - Vengono rimossi durante la trascrizione del DNA in trascritto primario. {['''Traduzione'''] Di seguito sono riportati alcuni degli eventi attraverso i quali si realizza la traduzione. Scegli la risposta nella quale sono ordinati nella successione corretta. 1. La subunità ribosomiale maggiore si aggiunge al complesso di inizio. 2. Il fattore di rilascio stacca il polipeptide dal tRNA posizionato nel sito C. 3. Il tRNA-carico con la metionina si lega al codone di inizio AUG. 4. La subunità ribosomiale minore si lega al proprio sito di riconoscimento sull'mRNA. 5. Il tRNA con il peptide in accrescimento è spostato al sito C dalla subunità ribosomiale maggiore mentre un altro tRNA-carico si posiziona nel sito A. |type="()"} - 4 - 1 - 3 - 5 - 2. + 4 - 3 - 1 - 5 - 2. - 1 - 4 - 3 - 5 - 2. - 4 - 1 - 5 - 3 - 2. {['''Trasmissione dell'informazione genetica'''] Qual è l’esatta sequenza con la quale avviene il passaggio dell’informazione genetica dal nucleo ai ribosomi? |type="()"} - DNA - traduzione - trascritto primario - tRNA - trascrizione - catena polipeptidica. - DNA - trascritto primario - traduzione - mRNA - trascrizione - catena polipeptidica. - DNA - traduzione - trascritto primario - mRNA - trascrizione - catena polipeptidica. + DNA - trascrizione - trascritto primario - mRNA - traduzione - catena polipeptidica. {/X} </quiz> =Quiz n. 4= <quiz> {X} {['''Geni'''] Perché definire un gene come un tratto di DNA che codifica una catena polipeptidica non è del tutto corretto? |type="()"} - Perché negli eucarioti il trascritto primario è costituito da esoni spesso intervallati da introni. - Perché si stima che negli esseri umani solo un 3% circa del genoma serve effettivamente a codificare catene polipeptidiche. - Perché il DNA degli eucarioti è costituito da sequenze codificanti, che contengono effettivamente istruzioni per l'assemblaggio di amminoacidi in catene polipeptidiche, e sequenze non codificanti. + Perché il DNA viene trascritto non solo sull'mRNA, che codifica per una catena polipeptidica, ma anche sugli rRNA e sui tRNA che non codificano catene polipeptidiche. {['''Trascrizione'''] Che differenza c’è tra il processo di trascrizione nei procarioti e quello che avviene negli eucarioti? |type="()"} - Non c’è nessuna differenza significativa, la trascrizione avviene secondo le stesse modalità sia nei procarioti che negli eucarioti. + Nei procarioti l’mRNA maturo è sintetizzato direttamente su uno stampo di DNA mentre negli eucarioti l’mRNA maturo deriva dalla rielaborazione del trascritto primario. - Nei procarioti la trascrizione va vanti fino a quando l'RNA-polimerasi incontra una sequenza di terminazione, mentre negli eucarioti la trascrizione termina quando l'RNA-polimerasi incontra uno dei tre codoni di terminazione. - Nei procarioti l'RNA-polimerasi legge il filamento stampo di DNA in direzione 5'-3', mentre negli eucarioti lo legge in direzione 3'-5'. {['''Codoni'''] Se il DNA contenesse solo 2 tipi diversi di basi azotate, quale sarebbe il numero minimo di nucleotidi richiesto per formare un codone? |type="()"} - Tre. - Sei. + Cinque. - Quattro. {['''Mutazioni puntiformi'''] Quale delle seguenti coppie di sequenze di triplette di DNA contiene una mutazione puntiforme? |type="()"} - 5'...TTA ACC CTG GTA...3' e 3'...AAT TGG GAC CAT...5'. + 5'...ATA ACC TGG GAG...3' e 3'...TAT TGG TCC CTC...5'. - 5'...CCT TAA GGT ACC...3' e 3'...GGA ATT CCA TGG...5'. - 5'...GGA TTA AAC CTA...3' e 3'...CCT AAT TTG GAT...5'. {['''Tripletta AUG'''] La sequenza codificante di un qualsiasi mRNA ha sempre, come tripletta iniziale, AUG corrispondente all'amminoacido metionina. Che cosa si può affermare di conseguenza? |type="()"} - Che la metionina è presente solo all'inizio di una catena polipeptidica. + Che AUG rappresenta sia il segnale di inizio della traduzione sia la tripletta che codifica per la metionina. - Che AUG è presente solo all'inizio della sequenza codificante dell'mRNA. - Che il tRNA per la metionina deve avere come anticodone la tripletta TAC. {['''Esperimenti di Nirenberg e Matthaei'''] Che cosa si può affermare con riferimento agli esperimenti di Nirenberg e Matthaei? |type="()"} - Che hanno dimostrato la complementarità tra la tripletta AAA nel filamento stampo di DNA e la tripletta UUU nel trascritto primario. - Che hanno dimostrato la consequenziali tra presenza della tripletta UUU nell'mRNA e la presenza dell'amminoacido metionina nella catena polipeptidica sintetizzata. - Che hanno dimostrato la complementarità tra la tripletta UUU nell'mRNA e la tripletta AAA del tRNA. + Che hanno dimostrato la consequenziali tra presenza della tripletta UUU nell'mRNA e la presenza dell'amminoacido fenilalanina nella catena polipeptidica sintetizzata. {['''Amminoacidi della serie α'''] Con riferimento agli amminoacidi della serie α, individuare l’affermazione falsa? |type="()"} - Nella molecola, il gruppo amminico rappresenta l'estremità N-terminale mentre il gruppo carbossilico quella C-terminale. - Sono i monomeri delle catene polipeptidiche e, quindi, delle proteine. + Nella formazione di un dipeptide, il gruppo carbossilico di un amminoacido elimina una molecola di acqua e si lega al gruppo amminico dell'altro amminoacido. - All'atomo di carbonio α sono legati il gruppo amminico e quello carbossilico, il radicale ed un atomo di idrogeno. {['''Codice genetico'''] Qual è una notevole applicazione pratica dell'universalità del codice genetico? |type="()"} + La sintesi di importanti proteine umane ad opera di batteri geneticamente modificati. - La sintesi di importanti proteine umane da parte di cellule somatiche di un donatore trapiantate in un altro individuo. - La sintesi di importanti proteine umane a partire da filamenti di mRNA prodotti artificialmente in laboratorio. - La sintesi di importanti proteine umane a partire da amminoacidi prodotti artificialmente in laboratorio. {['''Denaturazione delle proteine'''] In che consiste la denaturazione di una proteina? |type="()"} + Nell'alterazione o nella perdita della sua configurazione tridimensionale specifica. - Nella delezione di alcuni tratti della catena polipeptidica con alterazione della struttura primaria. - Nella modifica del numero o della sequenza di amminoacidi della catena polipeptidica per effetto di una mutazione. - Che differenti sequenze di codoni possono codificare per la stessa catena polipeptidica. {['''Struttura delle proteine'''] In una proteina, quale struttura è tenuta assieme da legami idrogeno? |type="()"} - La struttura terziaria + La struttura secondaria. - La struttura primaria. - La struttura quaternaria. {['''Introni'''] Che cosa si può affermare con riferimento agli introni? |type="()"} - Che sono insoliti nucleotidi che vengono aggiunti all'estremità 5' dell'mRNA in maturazione. + Che sono sequenze nucleotidiche non codificanti che separano due esoni vicini all’interno di un gene eucariote. - Che sono sequenze nucleotidiche non codificanti che vengono aggiunte all'estremità 3' dell'mRNA in maturazione. - Che sono sequenze nucleotidiche non codificanti che separano un gene da un altro lungo un filamento di DNA. {['''Poliribosomi'''] Perché molte cellule utilizzano i poliribosomi per la traduzione? |type="()"} + Perché possono essere sintetizzate più catene polipeptidiche contemporaneamente. - Perché possono essere sintetizzate catene polipeptidiche più lunghe. - Perché possono essere sintetizzate contemporaneamente catene polipeptidiche che differiscono nel numero e nella sequenza degli amminoacidi. - Perché le catene polipeptidiche possono essere sintetizzate più velocemente. {['''tRNA'''] Con riferimento ai tRNA, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} + All'estremità 5' di ogni tRNA si trova il sito di legame per l'amminoacido, costituito da una tripletta di nucleotidi diversa per ogni amminoacido. - A metà circa del filamento ripiegato di tRNA c’è l'anticodone, che rappresenta il sito di appaiamento con il codone dell'mRNA. - La funzione dei tRNA è quella di tradurre l’informazione codificata nell'mRNA, associando ad ogni codone uno specifico amminoacido o il segnale di stop. - Un tRNA è costituito da filamento singolo, lungo 75-80 nucleotidi, ripiegato su sé stesso in una caratteristica conformazione a quadrifoglio. {['''rRNA'''] Qual è la funzione degli RNA ribosomiali? |type="()"} - Quella di leggere l’informazione genetica contenuta, sotto forma di anticodoni, nelle molecole di tRNA. - Quella di contenere l’informazione genetica per la sintesi dei ribosomi. - Quella di leggere l’informazione genetica contenuta, sotto forma di triplette di nucleotidi, in una data sequenza di DNA. + Quella di leggere l’informazione genetica trascritta, sotto forma di codoni, in una data molecola di mRNA. {['''Traduzione'''] Con riferimento al processo di traduzione, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Il codone GAU corrisponde all'anticodone CUA. - Una molecola di tRNA si posiziona nel sito A della subunità maggiore di un ribosoma legandosi con il proprio anticodone al codone dell'mRNA. + La subunità ribosomiale maggiore si lega alla subunità minore collocando il sito A in corrispondenza del tRNA-carico legato al codone AUG dell'mRNA. - L’mRNA maturo si lega alla subunità minore di un ribosoma. {['''Complementarità del DNA'''] Che cosa significa dire che i due filamenti di una molecola di DNA sono complementari? |type="()"} - Che nella doppia elica di DNA, i due filamenti sono esattamente l’uno la copia dall'altro. + Che ci sono solo due possibilità di appaiamento per le basi azotate: l’adenina con la timina e la citosina con la guanina. - Che ci sono solo due possibilità di appaiamento per le basi azotate: le purine con le purine e le pirimidine con le pirimidine. - Che nella doppia elica di DNA un filamento “corre” in direzione 5'-3' e l'altro in direzione opposta 3'-5'. {['''Acidi nucleici'''] Con riferimento agli acidi nucleici, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Negli eucarioti, gli acidi nucleici sono contenuti sia nel nucleo della cellula, sia nel citoplasma sia in alcuni organuli cellulari. - Gli acidi nucleici sono contenuti in tutti i tipi di cellule conosciuti. - Nei procarioti il DNA è presente sotto forma di un’unica molecola a doppio filamento e chiusa ad anello. + Tutti gli acidi nucleici sono polimeri costituiti da lunghi filamenti di monomeri detti nucleoidi. {['''Triplette di DNA'''] Una molecola artificiale di DNA contiene solo due tipi di nucleotidi, contenenti rispettivamente adenina e citosina. Quante differenti triplette ci potranno essere? |type="()"} - 16. + 8. - 12. - 32. {['''Regolazione genica'''] Che cosa s’intende per regolazione genica? |type="()"} - Che ogni gene codifica per una specifica catena polipeptidica. + Che i geni possono essere attivati o inattivati a seconda della necessità di sintetizzare o meno una determinata proteina. - Che esiste una precisa corrispondenza tra triplette codificanti dell’mRNA e i venti differenti amminoacidi naturali. - Che il numero dei geni è lo stesso in tutte le cellule di un determinato organismo pluricellulare. {['''Mutazioni puntiformi'''] Quale delle seguenti mutazioni puntiformi avrebbe maggiori conseguenze sulla struttura primaria di una catena polipeptidica? |type="()"} - La sostituzione di un nucleotide con un altro contenente una diversa base azotata in una regione del DNA che codifica per un esone. - La delezione di una tripletta di nucleotidi. - La sostituzione del terzo nucleotide di una tripletta con un altro contenente una diversa base azotata. + La delezione di un nucleotide in un tratto di DNA stampo che codifica per un esone. {/X} </quiz> =Quiz n. 5= <quiz> {X} {['''Catene polipeptidiche'''] Che cos'è una catena polipeptidica? |type="()"} - Una proteina matura dotata di struttura primaria, secondaria, terziaria e quaternaria. + Un polimero costituito da una sequenza di un gran numero amminoacidi legati tra loro con legami peptidici. - Un segmento di DNA che funge da stampo per la trascrizione di una molecola di RNA. - Un polimero costituito da una sequenza di numerosissimi nucleotidi legati tra loro con legami covalenti. {['''Complesso d'inizio'''] Da che cosa è costituito il complesso di inizio? |type="()"} + Dalla subunità ribosomiale minore, dall'mRNA maturo e dal tRNA caricato con metionina. - Dalla subunità ribosomiale minore e dall'mRNA maturo. - Dalle due subunità ribosomiali, dall'mRNA maturo e dal tRNA caricato con metionina. - Dalle due subunità ribosomiali, dall'mRNA maturo, dal tRNA caricato con metionina e dal secondo tRNA carico. {['''Codoni'''] Che cos'è un codone? |type="()"} - La sequenza ripetitiva di ribonucleotidi, contenenti tutti la base azotata A, che viene aggiunta in coda al trascritto primario successivamente allo ''splicing''. - La tripletta di nucleotidi che si trova a metà circa del filamento di un tRNA dalla parte opposta a quella dove si trova il sito di legame dell'amminoacido. - Una tripletta di nucleotidi del DNA che viene trascritta dalla RNA-polimerasi nella tripletta complementare del trascritto primario. + Una tripletta di nucleotidi dell'mRNA maturo che codifica un certo amminoacido. {['''Mutazioni puntiformi'''] Quale delle seguenti coppie di sequenze di triplette di DNA contiene una mutazione puntiforme di senso? |type="()"} + 5'...TCG ATT CCG CGA...3' e 3'...AGC TCA GGC GCT...5'. - 5'...GAT ACT GGT AGG...3' e 3'...CTA TGA CCA TCC...5'. - 5'...GAT TCA CGT ATC...3' e 3'...CTA AGT GCA TAG...5'. - 5'...CCA ATG CAA TTA...3' e 3'...GGT TAC GTT AAT...5'. {['''Codice genetico'''] Che cos'è il codice genetico? |type="()"} - La sequenza di triplette di desossiribonucleotidi contenente l’informazione per la sintesi di una molecola di mRNA. - L’insieme di tutti i geni contenuti nel DNA di una cellula di un certo organismo vivente. + L'elenco delle corrispondenze tra le sessantaquattro differenti triplette di ribonucleotidi dell'mRNA e i venti L-α-amminoacidi. - La scienza che studia la biologia molecolare del gene e la trasmissione dei caratteri ereditari. {['''tRNA'''] Come si chiama la tripletta specifica del tRNA che si trova in corrispondenza dell’estremità della molecola, opposta a quella dove si lega l’amminoacido da trasportare? |type="()"} - Codone. + Anticodone. - Introne. - Operone. {['''Anticodoni'''] In un certo punto di un certo DNA c’è la tripletta TAG. Qual è l'anticodone corrispondente a questa tripletta? |type="()"} - TAG. - ATC. + UAG. - AUC. {['''Codice genetico'''] Che cosa significa dire che il codice genetico è degenerato? |type="()"} - Che a una stessa tripletta di nucleotidi dell'mRNA possono corrispondere aminoacidi diversi. + Che a uno stesso amminoacido possono corrispondere triplette diverse di nucleotidi dell'mRNA. - Che uno stesso aminoacido può legarsi a più di un tRNA. - Che a uno stesso codone dell'mRNA possono corrispondere anticodoni diversi sui tRNA. {['''Mutazioni puntiformi'''] Supponiamo che in un esone un nucleotide contenente una certa base azotata sia stato sostituito con un altro contenente una base diversa. Che cosa possiamo affermare di conseguenza? |type="()"} - Che si avrà una mutazione per scorrimento della finestra di lettura. + Che la mutazione sarà silente solo se ad essere sostituita è la terza base della tripletta, il codone mutato codifica lo stesso amminoacido e non si tratta di un codone di terminazione. - Che la sostituzione non comporterà alcuna alterazione del messaggio genetico, a meno che il codone mutato non sia un codone di inizio o di terminazione. - Che si avrà o una mutazione di senso, se la sostituzione ha comportato la codifica di un amminoacido diverso, o non senso se ha comportato l'interruzione della traduzione. {['''Trascrizione'''] Un segmento di DNA contenente il 20% di adenina viene interamente trascritto. Che cosa si origina dalla trascrizione? |type="()"} - Un filamento di trascritto primario contenente il 20% di timina. + Un filamento di trascritto primario contenente il 20% di uracile. - Un filamento di trascritto primario contenente il 30% di citosina ed il 30% di guanina. - Un filamento di trascritto primario contenente il 20% di adenina. {['''tRNA'''] Quale funzione svolgono gli RNA di trasporto? |type="()"} - Quella di trasportare gli mRNA maturi dal nucleo al citoplasma. - Quella di trasportare le proteine dall'apparato di Golgi alla membrana plasmatica per essere secrete. - Quella di trasportare la subunità ribosomiale maggiore per ricongiungerla con la subunità ribosomiale minore. + Quella di trasportare il giusto amminoacido al sito A della subunità ribosomiale maggiore. {['''Proteine'''] Con riferimento alle proteine, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Alcune proteine sono costituite quasi interamente da strutture ad α-elica. Ne è un esempio la cheratina, la proteina di cui sono formati i peli, i capelli, le unghie, gli artigli, le corna e le penne. + La struttura terziaria di una proteina deriva dal modo in cui tre catene polipeptidiche si legano e interagiscono tra loro. - La conformazione tridimensionale di una certa proteina è essenziale per lo svolgimento della funzione specifica di quella proteina. - Il legame chimico che tiene assieme gli amminoacidi nelle catene polipeptidiche di una proteina è detto legame peptidico. {['''Mutazioni puntiformi'''] Nell'anemia falciforme le molecole di emoglobina contengono una valina al posto di un acido glutammico. L'acido glutammico è codificato dalla tripletta CTC o CTT, mentre la valina è codificata da quattro triplette tra cui CAA e CAT. Nell'ipotesi che questa sostituzione sia dovuta a una sola mutazione puntiforme in una delle due triplette codificanti la valina, qual è il codone trascritto negli individui mutanti? |type="()"} - GUU. - GAG. + GUA. - GAA. {['''Traduzione'''] Che cosa accade quando la subunità ribosomiale maggiore raggiunge un codone di stop? |type="()"} - La subunità ribosomiale maggiore aggiunge l'ultimo amminoacido alla catena polipeptidica e termina la traduzione. - La RNA-polimerasi aggiunge l'ultimo nucleotide al trascritto primario e termina la trascrizione. + Il fattore di rilascio va ad occupare il sito A della subunità ribosomiale maggiore e termina la traduzione. - Lo spliceosoma termina lo ''splicing'' del trascritto primario. {['''Esperimenti di Nirenberg e Matthaei'''] Che cosa hanno dimostrato gli esperimenti di Nirenberg e Matthaei? |type="()"} - In che modo la RNA-polimerasi si lega al filamento stampo di DNA per dare inizio alla trascrizione. - In che modo, negli eucarioti, il trascritto primario viene rielaborato prima di passare nel citoplasma per la traduzione. - La relazione tra le mutazioni puntiformi nel DNA e la perdita di funzionalità di specifici enzimi. + La corrispondenza tra i sessantaquattro possibili codoni dell'mRNA ed i venti amminoacidi naturali delle catene polipeptidiche. {['''DNA'''] Da quali legami chimici sono tenuti uniti i due filamenti polinucleotidici di una molecole di DNA? |type="()"} - Da legami a ponte di disolfuro e da legami ionici. + Da legami idrogeno. - Da legami peptidici. - Da legami covalenti eteropolari. {['''''Splicing'''''] In che consiste lo splicing? |type="()"} - Nella trascrizione del filamento codificante del DNA per formare una molecola di trascritto primario. + Nella rimozione dal trascritto primario delle sequenze non codificanti per formare l’mRNA maturo. - Nell'aggiunta all'estremità 5’dell'mRNA in formazione di un nucleotide modificato, chiamato cap-5'. - Nell'aggiunta all'estremità 3’ dell'mRNA in formazione di una sequenza di circa duecento nucleotidi, tutti contenenti adenina (poli-A). {['''Proteine'''] In una proteina, quale struttura è tenuta assieme da legami peptidici? |type="()"} - La struttura secondaria. - La struttura terziaria. - La struttura quaternaria. + La struttura primaria. {['''RNA-polimerasi'''] Qual è la funzione dell'RNA-polimerasi? |type="()"} - Quella di tradurre l’informazione genetica, contenuta sotto forma di anticodoni, nelle molecole di tRNA. - Quella di tradurre l’informazione genetica, contenuta sotto forma di codoni, nelle molecole di mRNA. + Quella di trascrivere l’informazione genetica, codificata sotto forma di sequenza di triplette, in un dato filamento stampo di DNA. - Quella di catalizzare la formazione del legame peptidico tra gli amminoacidi della catena polipeptidica in formazione sul ribosoma. {['''Operone ''lac'''''] Tra le seguenti sequenze nucleotidiche, quale non rientra nell’organizzazione dell’operone ''lac''? |type="()"} + La sequenza di terminazione. - Il promotore. - L'operatore. - La sequenza Y. {/X} </quiz> =Quiz n. 6= <quiz> {X} {['''Esoni'''] Che cos’è un esone? |type="()"} - L’enzima che svolge un tratto di doppia elica di DNA e trascrive un filamento complementare di ribonucleotidi. - La breve sequenza di DNA posta tra la zona in cui è situato il promotore e la sequenza codificante di un operone ''lac''. - Una coppia di triplette di mRNA che codificano per uno stesso amminoacido. + Una sequenza ribonucleotidica che si traduce effettivamente in una sequenza di amminoacidi. {['''Trascritto primario'''] Qual è la funzione del trascritto primario? |type="()"} + Quella di trascrivere l’informazione genetica codificata, in forma di sequenza di triplette, in un dato segmento di DNA. - Quella di tradurre l’informazione genetica codificata, in forma di sequenza di codoni, in una data molecola di mRNA. - Quella di trasportare gli amminoacidi al sito A della subunità ribosomiale maggiore legandosi al codone complementare dell'mRNA. - Quella di leggere in direzione 5'-3' il filamento stampo di DNA aggiungendo via via nucleotidi all'estremità 3' del filamento in neoformazione. {['''Immagini di diffrazione ai raggi X del DNA'''] Da chi furono ottenute le immagini a diffrazione di raggi X del DNA che ne suggerivano una struttura di tipo elicoidale? |type="()"} + Rosalind Franklin, Raymond Gosling e Maurice Wilkins. - Alfred Hershey e Martha Chase. - James Watson e Francis Crick. - Oswald Avery, Colin MacLeod e Maclyn McCarty. {['''Anticodoni'''] Tra i seguenti anticodoni, ce n'è uno impossibile. Quale? |type="()"} - AGC. - UCA. - CGA. + UAT. {['''Traduzione'''] Quale dei seguenti eventi segna l'inizio del processo di traduzione? |type="()"} - Una molecola di tRNA-carico si lega al codone esposto nel sito A della subunità ribosomiale maggiore. - Il tRNA-carico con la metionina si lega col suo anticodone UAC al codone AUG dell'mRNA. - La subunità ribosomiale maggiore si lega al proprio sito di riconoscimento sull'mRNA facendo in modo che il tRNA con la metionina occupi il sito C. + La subunità ribosomiale minore si lega all’mRNA maturo in corrispondenza del proprio sito di riconoscimento, che non fa parte del messaggio genetico. {['''Trascritto primario'''] Con riferimento al trascritto primario e all’mRNA maturo, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Il trascritto primario non è funzionale per cui, prima di passare nel citoplasma, deve subire una serie di modificazioni tra cui la rimozione dei tratti non codificanti. - L’mRNA maturo abbandona il nucleo passando attraverso i pori nucleari. + Una molecola di trascritto primario contiene la stessa identica sequenza di triplette presente sul segmento di DNA su cui viene trascritta. - L’mRNA maturo porta l’informazione genetica ai ribosomi sotto forma di una sequenza di codoni, composti ognuno da una tripletta di ribonucleotidi. {['''Sintesi proteica'''] Con riferimento alla sintesi proteica negli eucarioti, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Alla tripletta AGT sul DNA corrisponde il codone UCA sull'mRNA e l'anticodone AGU sul tRNA specifico. + Prima che inizi la trascrizione, particolari enzimi rimuovono dal filamento stampo di DNA le sequenze non codificanti dette introni. - La subunità ribosomiale maggiore è composta da tre diverse molecole di rRNA e da circa quarantacinque differenti proteine. - Quando il sito A della subunità ribosomiale maggiore raggiunge uno codone di stop, ad esso si lega un fattore di rilascio e la catena polipeptidica si stacca dal ribosoma. {['''Codice genetico'''] Che cosa significa dire che il codice genetico è degenerato? |type="()"} - Che ad un singolo codone dell'mRNA possono corrispondere due o più amminoacidi diversi. - Che il codice genetico è andato incontro a profonde modificazioni nel corso dell’evoluzione della vita sulla Terra. - Che ognuno dei cinque regni del modo vivente ha un proprio specifico codice genetico. + Che più codoni dell'mRNA possono codificare per uno stesso amminoacido. {['''Trascrizione'''] Con riferimento alla trascrizione, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - L'RNA-polimerasi legge il filamento stampo di DNA in direzione 3'-5' e produce, di conseguenza, un trascritto primario allungato in direzione 5'-3'. + La trascrizione termina quando l'RNA-polimerasi raggiunge una particolare sequenza di nucleotidi del DNA detta fattore di rilascio. - Negli eucarioti, solo uno dei due filamenti della doppia elica di DNA funge da stampo alla RNA-polimerasi per la sintesi di una molecola di trascritto primario. - Il punto da cui inizia la trascrizione del filamento stampo di DNA è una parte del promotore detta sito di inizio. {['''Mutazioni puntiformi'''] Perché la presenza di una mutazione puntiforme silente in un gene non altera la sequenza di amminoacidi nella catena polipeptidica? |type="()"} - Perché vi sono particolari enzimi che rimuovono dal trascritto primario i codoni contenenti la base sbagliata. - Perché la RNA-polimerasi è in grado di accorgersi della mutazione e di correggerla. + Perché il codice genetico è ridondante. - Perché la subunità ribosomiale maggiore è in grado di accorgersi della mutazione e di correggerla. {['''Mutazioni puntiformi'''] Quale delle seguenti coppie di sequenze di triplette di DNA contiene una mutazione puntiforme non senso? |type="()"} - 5'...GTT CGT GTA GTG...3' e 3'...CAA GCA CAT CAC...5'. + 5'...ACC TCA AGG CGG...3' e 3'...TGG ATT TCC GCC...5'. - 5'...TTT ATG GCA CAA...3' e 3'...AAA TAC CGT GTT...5'. - 5'...TAA CTC TAG CGT...3' e 3'...ATT GAG ATC GCA...5'. {['''Esoni'''] Che cos'è un esone? |type="()"} - Una sequenza di sei nucleotidi, su un filamento stampo di DNA, che codifica per una catena polipeptidica di due amminoacidi. - L’insieme di triplette di mRNA che codificano per uno stesso amminoacido. + Una sequenza di codoni sul trascritto primario che codifica effettivamente per una sequenza di amminoacidi di una catena polipeptidica. - L'enzima attivante che lega uno specifico amminoacido all'estremità 3' del suo tRNA corrispondente. {['''Sintesi proteica'''] Come si chiama il primo stadio della sintesi proteica che, nelle cellule eucariote, ha luogo nel nucleo? |type="()"} - Replicazione. - Traduzione. + Trascrizione. - Polimerizzazione. {['''Sintesi proteica'''] Con riferimento alla sintesi delle proteine, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} - Gli amminoacidi sono trasportati ai ribosomi legati all'estremità 3' dei rispettivi tRNA . - La subunità ribosomiale maggiore effettua la traduzione, inserendo nella catena polipeptidica gli amminoacidi secondo l’ordine specificato dalla sequenza di codoni sull’mRNA. + L’informazione per la sintesi di una catena polipeptidica è contenuta in un particolare segmento dell'mRNA detto gene. - I legami peptidici si formano per perdita di una molecola di acqua tra l'estremità N-terminale di un amminoacido e l'estremità C-terminale dell'amminoacido adiacente. {['''Codice genetico'''] Che cos'è il codice genetico? |type="()"} - L’insieme di tutti i geni contenuti nel DNA di un organismo vivente. - Il linguaggio specialistico utilizzato dai genetisti e dai biologi molecolari. + L’insieme di regole per tradurre il linguaggio a sequenze di codoni dell'mRNA nel linguaggio a sequenze di aminoacidi delle catene polipeptidiche. - L’insieme di regole che governano la trasmissione dei caratteri ereditari. {['''Codoni'''] Qual è il codone corrispondente alla tripletta ACT del DNA? |type="()"} + UGA. - ACT. - ACU. - TGA. {['''Amminoacidi'''] Con riferimento agli amminoacidi naturali, individuare l’affermazione falsa? |type="()"} - Si presentano in forma di ioni dipolari in conseguenza del trasferimento di uno ione idrogeno H<sup>+</sup> dal gruppo carbossilico al gruppo amminico. - Si definiscono essenziali quegli amminoacidi che l'organismo non è in grado di sintetizzare in quantità sufficiente ma che deve assumere con l'alimentazione. + I gruppi carbossilici sono diversi in ciascun amminoacido e da essi dipendono la struttura tridimensionale e le proprietà chimiche dell'intera molecola. - Sono composti organici contenenti un atomo di carbonio a a cui è legato, con legame covalente, un atomo di idrogeno. {['''Induttore'''] A che cosa si lega l’induttore, nel sistema di regolazione dell’espressione genica denominato operone ''lac''? |type="()"} + Al repressore. - Al promotore. - All’operatore. - All’RNA-polimerasi. {['''DNA ''spazzatura'''''] Si stima che circa il 97% del genoma umano non serve a codificare le proteine. Quale ipotesi è possibile fare su questo DNA apparentemente privo di significato, il così detto DNA ''spazzatura''? |type="()"} + Si ritiene che il DNA ''spazzatura'', svolga funzioni importanti, non ancora conosciute con certezza, quali ad esempio il controllo della funzionalità dei geni costituendo dei siti di legame per le proteine che attivano o disattivano i geni. - Poiché il DNA ''spazzatura'' non contiene informazioni per la sintesi delle proteine, si ritiene che non svolga alcun ruolo. - Si ritiene che il DNA ''spazzatura'' sia costituito da geni che hanno perso la loro funzionalità nel corso dell’evoluzione. - Si ritiene che il DNA ''spazzatura'' sia costituito da sequenze di nucleotidi che, decine di milioni di anni fa, sono state inseriti da virus nel genoma umano e vi sono rimaste stabilmente. {['''DNA'''] Da quanti filamenti polinucleotidici è formata una molecola di DNA? |type="()"} + Due. - Quattro. - Migliaia o decine di migliaia a seconda della lunghezza della molecola. - Uno. {/X} </quiz> =Quiz n. 7= <quiz> {X} {['''Sintesi proteica'''] Come si chiama il processo durante il quale, su un ribosoma, viene sintetizzata una catena polipeptidica a partire dalle istruzioni codificate in una certa molecola di mRNA? |type="()"} - Trascrizione. + Traduzione - Inserzione. - Delezione. {['''Proteine'''] Con riferimento alle proteine, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} + Durante la sintesi delle proteine, particolari enzimi rimuovono dalle catene polipeptidiche neosintetizzate i tratti inattivi detti introni. - Le proteine sono macromolecole costituite da una o più catene polipeptidiche, ripiegate su se stesse a formare complesse strutture tridimensionali, associate a specifiche funzioni biologiche. - I polipeptidi che costituiscono le proteine sono polimeri costituiti da una successione più o meno lunga di L-α-aminoacidi legati tra loro con legame peptidico. - Il numero e l’ordine in cui sono disposti gli amminoacidi in una catena polipeptidica sono definiti dal numero e dall’ordine delle triplette in un gene. {['''Poliribosomi'''] Una stessa molecola di mRNA può essere letta contemporaneamente da più ribosomi disposti ad una certa distanza l’uno dall'altro. Perché questa disposizione è vantaggiosa per la cellula? |type="()"} - Perché possono essere prodotte contemporaneamente catene polipeptidiche di tipo diverso. + Perché aumenta il numero di catene polipeptidiche dello stesso tipo prodotte in un certo tempo. - Perché evita il rilascio di catene polipeptidiche difettose, che vengono eliminate a vantaggio di quelle che non contengono errori di traduzione. - Perché accresce notevolmente la velocità con la quale viene prodotta una data catena polipeptidica. {['''Rielaborazione del trascritto primario'''] Nelle cellule degli eucarioti l'RNA appena trascritto viene rielaborato prima di uscire dal nucleo. Che genere di rielaborazione subisce? |type="()"} - Gli vengono asportati le sequenze ribonucleotidiche che contengono mutazioni puntiformii per errori di trascrizione. - Gli viene asportata la sequenza ribonucleotidica corrispondente al promotore con il sito di inizio della trascrizione. + Gli vengono asportati le sequenze ribonucleotidiche che non contengono informazioni per la sintesi di una catena polipeptidica. - Gli vengono aggiunti il cap-5' e la coda poli-A. {['''Introni'''] Che cos’è un introne? |type="()"} - Una qualsiasi sostanza chimica che innesca l’attività di un gene inducibile. - La proteina che, nel sistema di regolazione dell'espressione genica detto operone ''lac'', impedisce all’RNA-polimerasi di legarsi al promotore. + Una sequenza ribonucleotidica rimossa durante la fase di ''splicing'' perché non codificante. - Una sequenza ribonucleotidica del trascritto primario che va a far parte dell’mRNA maturo. {['''DNA'''] La scoperta della struttura elicoidale del DNA è stata di fondamentale importanza in biologia. Perché? |type="()"} + Perché ha fatto capire in che modo il DNA trasmette l’informazione ereditaria dalla cellula madre alle cellule figlie. - Perché ha permesso di accertare che una delle funzioni fondamentali del nucleo è quella di dirigere il normale funzionamento della cellula. - Perché ha permesso di capire che il nucleo è la sede dell’informazione ereditaria. - Perché ha permesso di capire i meccanismi di regolazione dell'espressione genica negli eucarioti. {['''tRNA'''] Come si chiama la tripletta specifica, che si trova circa a metà del filamento di un tRNA, dalla parte opposta al sito di legame dell'amminoacido? |type="()"} - Induttore. - ''Primer''. - Sequenza segnale. + Anticodone. {['''Codice genetico'''] Che cos'è il codice genetico? |type="()"} - La sequenza specifica di nucleotidi, su un filamento di DNA, che codifica per una catena polipeptidica. - La sequenza specifica di nucleotidi, su un filamento di DNA, da cui è trascritta una molecola di mRNA. - L’insieme di tutti i geni contenuti nel DNA del corredo aploide dei cromosomi delle cellule di un certo organismo. + Il catalogo delle corrispondenze tra i sessantaquattro possibili codoni dell'mRNA e i venti amminoacidi naturali delle catene polipeptidiche. {['''Subunità ribosomiali'''] Sulla subunità ribosomiale maggiore, dove è posizionata la molecola di tRNA a cui è legata la parte già assemblata della catena polipeptidica? |type="()"} - Sul sito A. - Sul sito D. + Sul sito C. - Sul ''primer''. {['''DNA ''spazzatura'''''] Con riferimento al così detto DNA ''spazzatura'', individuare l'affermazione falsa. |type="()"} + Non essendo codificante, il DNA ''spazzatura'' non viene trascritto nel nucleo cellulare. - Si stima che dei tre miliardi di coppie di nucleotidi del DNA del genoma umano, soltanto il due per cento circa è implicato nella codifica delle proteine. - Negli esseri umani, la tipologia più abbondante di DNA ''spazzatura'' è costituita dai trasposoni, segmenti di DNA che possono cambiare la propria posizione all’interno del genoma. - Il termine DNA ''spazzatura'' risale formalmente al 1972, quando fu usato dal genetista Susumu Ohno per sostenere l'inevitabile presenza, all'interno di genomi di grandi dimensioni, di sequenze non codificanti accumulatesi passivamente. {['''Trasposoni'''] Che cosa sono i trasposoni (negli eucarioti)? |type="()"} - Sono grossi complessi ribonucleoproteici in cui avviene lo ''splicing'' del trascritto primario (pre-mRNA). + Sono sequenze non codificanti di DNA in grado di integrarsi in una nuova posizione del genoma sia sullo stesso cromosoma sia su un cromosoma differente. - Sono i livelli più semplici di spiralizzazione del DNA. costituiti da un nucleo di otto proteine istoniche, attorno al quale si avvolge il DNA elicoidale. - Sono sequenze nucleotidiche non codificanti che vengono aggiunte all'estremità 3' dell'mRNA in maturazione. {['''Nucleosomi'''] Con riferimento ai nucleosomi degli eucarioti, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Rappresentano il primo livello di avvolgimento del DNA e sono costituiti da ottameri di proteine istoniche. - Sono formati da quattro istoni primari e da una copia di ciascuno di essi. - Attorno ai nucleosomi il DNA si avvolge per 1,7 giri coinvolgendo circa 147 coppie di basi. + Tra un nucleosoma l'altro c'è un filamento di DNA non avvolto di lunghezza variabile tra 80 e 200 coppie di basi, detto DNA-''primer''. {['''DNA'''] Con riferimento al DNA, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Il DNA è un polimero a doppia catena polinucleotidica a struttura antiparallela, spiralizzata e complementare. - Il DNA è il portatore dell'informazione genetica, definita dall'ordine nella disposizione sequenziale dei desossiribonucleotidi. + La conferma definitiva del ruolo del DNA come portatore dell'informazione genetica si ebbe nel 1928 con il classico esperimento di F. Griffith con gli pneumococchi non virulenti. - Nei nucleotidi del DNA, le basi azotate si legano al desossiribosio in posizione ''1''' con legame N-glicosidico. {['''Modello di DNA di Watson e Crick'''] Secondo questo modello, conosciuta la sequenza nucleotidica su uno dei due filamenti di DNA, risulta determinato automaticamente l’ordine esatto dei nucleotidi sull’altro filamento della catena. Perché? |type="()"} - Perché i legami idrogeno tra i due filamenti di DNA possono stabilirsi solo tra due basi pirimidiniche. + Perché una determinata base purinica di un filamento può legarsi con legame idrogeno solo con una determinata base pirimidinica dell’altro filamento, e viceversa. - Perché i legami idrogeno tra i due filamenti di DNA possono realizzarsi solo tra due basi puriniche. - Perché le purine e le pirimidine si alternano regolarmente lungo lo stesso filamento di DNA, per cui risultano alternate regolarmente anche sull’altro. {['''Slittamento della finestra di lettura'''] Quale dei seguenti errori di trascrizione comporta lo slittamento della finestra di lettura dell'mRNA? |type="()"} - La sostituzione di un singolo nucleotide con un altro non corretto. + La delezione o l'inserzione di un singolo nucleotide. - La delezione o l'inserzione di tre nucleotidi consecutivi. - La sostituzione di tre nucleotidi con altri tre non corretti. {['''Codoni'''] Se gli amminoacidi fossero quaranta e non venti, quale sarebbe il numero minimo di basi richiesto per formare un codone? |type="()"} - Sei. + Tre. - Quattro. - Cinque. {['''Anticodoni'''] Su quale dei seguenti acidi nucleici si trovano gli anticodoni? |type="()"} - Sull’mRNA. + Sul tRNA. - Sull’rRNA. - Sul DNA. {['''Gene ''z'''''] Qual è la funzione del gene ''z'' nel sistema di regolazione genico detto operone ''lac''? |type="()"} + Codificare l’informazione per la sintesi di uno dei tre enzimi coinvolti nel metabolismo del glucosio. - Codificare l’informazione per la sintesi del repressore destinato al blocco dell’operatore. - Codificare l’informazione per la sintesi dell’induttore adibito all’inibizione del repressore. - Codificare l’informazione per la sintesi dell’RNA-polimerasi responsabile della trascrizione dei geni strutturali. {['''Acidi nucleici'''] Come si chiama un composto formato dall’unione, mediante legame β-glicosidico, del D-ribosio o del 2-desossi-D-ribosio con una base azotata purinica o pirimidinica? |type="()"} - Nucleotide. + Nucleoside. - Nucleoide. - Nucleosoma. {['''Esperimento di F. Griffith'''] Con riferimento all'esperimento di Frederick Griffith, individuare l’affermazione falsa. |type="()"} + Griffith utilizzò due ceppi di ''Streptococcus pneumoniae'': Il ceppo ''S'' (liscio) non virulento e il ceppo ''R'' in grado di indurre la polmonite. - A Griffith si deve la scoperta del fattore di trasformazione da lui ritenuto però, erroneamente, di natura proteica. - Le cavie inoculate con una miscela di batteri ''R'' vivi e di batteri ''S'', preventivamente uccisi, sviluppavano la malattia. - A Griffith si deve la scoperta del processo noto come ''trasformazione'', avendo dimostrato che il ceppo ''R'' di ''Streptococcus pneumoniae'' può acquisire materiale genetico dal ceppo ''S''. {/X} </quiz> =<small>Risorse</small>= * [[Acidi nucleici (superiori)|Acidi nucleici]] * [[Proteine (superiori)|Proteine]], [[La sintesi proteica|Sintesi proteica]] e [[Il codice genetico|Codice genetico]] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Acidi_nucleici Acidi nucleici], [https://it.wikipedia.org/wiki/DNA DNA] e [https://it.wikipedia.org/wiki/RNA RNA] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Amminoacido Amminoacidi], [https://it.wikipedia.org/wiki/Proteine Proteine], [https://it.wikipedia.org/wiki/Sintesi_proteica Sintesi proteica] e [https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_genetico Codice genetico] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Regolazione_genica Regolazione genica], [https://it.wikipedia.org/wiki/Operone Operone] e [https://it.wikipedia.org/wiki/Controllo_del_metabolismo_batterico Controllo del metabolismo batterico] =<small>Quiz di Biologia</small>= * [[Cellula procariote e eucariote - Quiz|Argomento precedente]] * [[Replicazione del DNA e ciclo cellulare - Quiz|Argomento successivo]] * [[Quiz di Scienze naturali|Tutti gli argomenti di Scienze naturali]] =<small>Bibliografia</small>= * {{Cita libro|autore=Gerald Karp|titolo=Biologia Cellulare e Molecolare|annooriginale=2015|editore=EDISES|città=Napoli|ISBN=97-888-7959-863-7}} =<small>Collegamenti esterni</small>= * {{Cita web|url=http://rodomontano.altervista.org/biologia.php|titolo=Biologia|autore=Rodomontano|accesso=4 giugno 2020}} =<small>Feedback</small>= Per inserire commenti, segnalare errori o proporre miglioramenti, richiedere chiarimenti o quant'altro si ritenga opportuno, si prega di utilizzare la pagina '''Discussione''' o la pagina '''Domande''', cliccando sui relativi pulsanti in alto a sinistra, e digitare il testo. Grazie. q1qy9t3v3y0cmd8nwgcngd3m32gpuyu Oscillatori con transistori 0 33535 280394 265810 2025-06-20T15:49:07Z Avemundi 2081 Ortografia 280394 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo = lezione | materia1 = I transistori | avanzamento = 100% }} Un circuito oscillatore è una struttura elettronica autonoma in grado di generare un segnale sinusoidale a frequenza prestabilita; molte configurazioni sono state studiate allo scopo; tra queste la semplice composizione circuitale mostrata in figura 1 che consente il progetto rapido di un circuito ad elevata stabilità di frequenza con la certezza della congruenza tra dati di progetto e risultati sperimentali. ==Oscillatore con transistori PNP== Il circuito, mostrato di figura 1, impiega due transistori PNP e, in base alle caratteristiche di questi, può essere dimensionato in un ampio campo di frequenze, da poche decine di <math>Hz</math> ad alcune centinaia di <math>kHz.</math> [[File:osc1dtcx.jpg|thumb|left|1000px|figura 1]] {{clear}} Il funzionamento dell’oscillatore è il seguente: All’accensione la conduzione di Tr1 provoca un transitorio di corrente che eccita il circuito risonante formato dal <math> C1</math> e dall’induttanza del primario di T, il secondario di T pilota in fase opportuna la base di Tr2 il quale, tramite l’accoppiamento con l’emettitore di TR1, incrementa la corrente iniziale in Tr1 rafforzando l’oscillazione del circuito risonante. Quando l’oscillazione s’inverte di segno Tr2 non conduce in attesa che l’oscillazione cambi nuovamente segno; al nuovo cambiamento il ciclo si ripete con il mantenimento del fenomeno d’oscillazione. ===Esercizio per il dimensionamento di un oscillatore=== Sia da costruire un oscillatore d’onda sinusoidale alla frequenza di <math>10000 \ Hz </math> in grado di fornire una tensione di ampiezza <math> 4.3 \ Veff </math> su un carico <math> Rc = 100 \ k \Omega </math> (circa <math>0.2 \ mW </math>) da prelevare tra l’uscita “u” e la zona di massa; si disponga di una tensione d’alimentazione <math> Valim. = + 12 \ Vcc. </math> Si procede ora per punti: '''Selezione dei transistori''' Una coppia di BFY64 si adatta perfettamente allo scopo, sia per la tensione d’alimentazione disponibile, sia per la bassa potenza richiesta che per la frequenza di lavoro. '''Determinazione della corrente di lavoro''' Non essendo richiesta potenza, la corrente di picco dei transistori può essere fissata ad <math>1 \ mA </math>(valori inferiori di corrente implicherebbero impedenze del circuito elevate con la conseguenti difficoltà di misura nel circuito assemblato) '''Calcolo del partitore R1, R2, C2 ''' Essendo richiesta una tensione di <math>4.3 \ Veff</math>, pari a <math> 6 \ Vp,</math> il collettore di Tr1 dovrà fare un’escursione di tale ampiezza senza portare la giunzione collettore-emettitore in saturazione, per cui, accettando per il minimo di <math>Vce</math> il valore <math> Vce =3.6 \ V </math> si avrà un notevole margine di sicurezza. Con i dati emersi si dovrà avere sull'emettitore una tensione a riposo pari a : <math> Vemettitore = 6 \ Vp + Vce = 6 \ Vp + 3.6 \ V = 9.6 \ V </math> ottenibile con una tensione di base di <math> Vbase = Ve {-} Vbe = 9.6 {-} 0.6 = 9 \ V </math> mediante il partitore con <math> R1 = 15000 \ \Omega </math> ed <math> R2 = 47000 \ \Omega </math> Per il dimensionamento di <math> C2</math> si deve considerare che il suo compito consiste nel tenere a massa, per il segnale, la base di Tr1 affinché questo possa essere comandato sull’emettitore da Tr2; un condensatore da <math> 15 \ \mu F </math> è adatto allo scopo avendo una reattanza di soli <math> Xc2 = 1 / (6.28 \cdot 10000 \ Hz \cdot 15 \ \mu F) \approx 1.06 \ \Omega</math> ''' Calcolo della resistenza R3''' Il valore di <math> R3 </math> condiziona la corrente in Tr1 e Tr2 alternativamente; avendo fissato come corrente di lavoro <math> Ic = 1 \ mA</math> e avendo stabilito la tensione d’emettitore per il valore di <math> R3</math> si avrà: <math> R3 = (Valim. {-} Vemettitore) / Ic = ( 12 \ V {-} 9.6 \ V ) / 1 \ mA = 2400 \ \Omega </math> (arrotondata a <math>2200 \ \Omega</math> ) '''Calcolo della resistenza dinamica del circuito risonante <math>Rdv</math>''' <math>Rdv</math> è il valore della resistenza dinamica che il circuito risonante deve offrire al collettore di Tr1 affinché si verifichino i livelli di tensione oscillante voluti da progetto. Essendo la corrente Ic a carattere impulsivo ( non sinusoidale) la resistenza dinamica voluta si dovrà calcolare secondo la formula: <math>Rdv = Vp \cdot ( \pi / 2 ) / Ic </math> da cui <math> Rdv = 6 \ Vp \cdot 1.57 / 1 \ mA = 9420 \ \Omega</math> '''Calcolo dei componenti reattivi''' Supponendo di poter disporre, per <math>C1,</math> di un condensatore di precisione da <math> 20000 \ pF +/-0.625 \% </math> la sua reattanza a <math>10000 \ Hz </math>sarà: <math>Xc1 = 1 / ( 2 \pi \cdot f \cdot C1 ) = 1 / ( 6.28 \cdot 10000 \ Hz \cdot 20000 \ pF) = 796 \ \Omega</math> per conseguenza l’induttanza del primario di T, che deve essere accordata con <math>C1,</math> risulta <math>L = Xc1 / (2 \pi \cdot f ) = 796 \Omega / ( 6.28 \cdot 10000 \ Hz) = 12.65 \ mH</math> Assumendo ora, ragionevolmente, che il coefficiente di merito del circuito risonante sia <math>Q = 100</math> (questo valore è facilmente ottenibile con bobine avvolte su nuclei di ferrite e condensatori di qualità) la resistenza dinamica del circuito risonante risulta : <math>Rd = Q \cdot Xc1 = 100 \cdot 795 \ \Omega = 79500 \ \Omega </math> Impiegando un nucleo di ferrite tipo LA 4245 (<math> \alpha = 48.36</math>) si dovranno avvolgere per il primario di T: <math>Np = \alpha \cdot {\sqrt{L \ mH}} = 48.36 \cdot {\sqrt{12.65}} = 172 \ spire</math> e per il secondario un numero di spire che soddisfi l’esigenza di un comando energico sulla base di Tr2 (un impulso superiore alla <math>Vbe</math>); fissando l’ampiezza, ad esempio, dell’impulso <math>1.5 \cdot Vbe </math> si ha <math>Vimpulso = 1.5 \cdot Vbe = 0.9 \ Vp</math> essendo la <math>Vp </math> sul primario di <math>6 \ V</math> il rapporto tra primario e secondario dovrà essere <math>r = 6 / 0.9 = 6.6 </math> perciò il numero delle spire del secondario sarà <math>Ns = Np / 6.6 \approx 26</math> '''Calcolo della resistenza zavorra <math> Rz</math>''' <math>Rz </math> è la resistenza da mettere in parallelo al circuito risonante per ottenere la <math>Rdv</math> voluta. Il calcolo di <math> Rz</math> deve soddisfare la relazione <math> Rz = 1 / [ ( 1 / Rdv) {-} ( 1 / Rd) {-} ( 1 / Rc) ] </math> in cui: <math>Rdv</math> è la resistenza dinamica voluta <math>Rd</math> è la resistenza dinamica del circuito risonante <math> Rc</math> è la resistenza di carico sulla quale applicare la tensione dell’oscillatore; si ha perciò <math> Rz = 1 / [ ( 1/9420 \ \Omega) {-} ( 1/ 79500 \ \Omega) {-} ( 1/ 100000 \ \Omega) ] = 11964 \ \Omega</math> (arrotondato a <math>12000 \ \Omega</math>) Sgue infine l’elenco dei valori dei componenti calcolati: tutte resistenze da</math> ¼ \ W</math> R1 = 15000 ohm R2 = 47000 ohm R3 = 2200 ohm Rz = 12000 ohm Rc = 100000 ohm ( nota bene: Questa è la resistenza di carico dell’utilizzatore) C1 = 20000 pF C2 = 15 mF T = trasformatore in Fx tipo LA4245 , Np = 172 Sp, Ns = 34 Sp. Tr1, Tr2 = BFY64 ===Prove del prototipo in laboratorio=== È utile ora un esame delle tensioni e delle forme d’onda che si potranno misurare una volta assemblato il circuito dell’oscillatore in laboratorio: queste sono riportate e commentate mediante l’aiuto della figura 2: [[File:osc2dtcx.jpg|thumb|left|1000px|figura 2]] {{clear}} Tutte le tensioni continue sono rilevabili mediante un voltmetro da <math>100 \ k \Omega / volt </math>, il segnale è misurabile mediante un oscilloscopio disposto in <math>c.c.</math> I valori delle tensioni continue e di segnale saranno rispondenti ai valori calcolati con tolleranze del <math> +/- 10 \%</math>; è utile osservare come il segnale, presente ai capi della resistenza di carico <math> Rc</math>, si sviluppi, nei semiperiodi positivi, da <math>0 \ a \ + 6 \ V</math> , mentre nei semiperiodi negativi si sviluppi tra <math> 0 \ e \ {-} 6 \ V </math>, ciò grazie al comportamento del circuito risonante che cede energia, nei semiperiodi negativi nei quali Tr1 non conduce, dopo averla accumulata nei semiperiodi positivi nelle fasi di conduzione di Tr1. La stabilità in frequenza del circuito, alle variazioni termiche dell’ambiente, è assicurata dalle caratteristiche dei componenti il circuito oscillante che hanno coefficienti di temperatura di segno opposto. ==Oscillatore con transistori NPN== Il circuito oscillante sopra illustrato si presta ad una versione con transistori del tipo NPN così come è riportato in figura 3, anche per questa configurazione vale la procedura di calcolo precedentemente utilizzata. [[File:osc3dtcx..jpg|thumb|left|1000px|figura 3]] {{clear}} In questo circuito i transistori BFY64 sono sostituiti con il tipo 2N1711 che ha caratteristiche simili ma con giunzioni NPN. In questo caso la tensione sinusoidale generata dall’oscillatore non si svilupperà attorno al livello di massa come nel circuito precedente, ma attorno alla tensione di alimentazione così come mostrato in figura 3; questa condizione implicherà alcune attenzioni nel prelevamento del segnale da parte del carico che, se necessario, dovrà essere disaccoppiato dalla tensione continua mediante adatto condensatore. Anche in questo circuito i valori delle tensioni continue e di segnale saranno rispondenti ai valori calcolati con tolleranze del +/- <math>10 \% </math>; il segnale, presente ai capi della resistenza di carico <math>Rc</math>, si svilupperà, nei semiperiodi positivi da + <math> 12 \ V \ a \ + 18 \ V</math>, mentre nei semiperiodi negativi si svilupperà tra <math> + 12 \ V \ a \ + 6 \ V </math>: ciò grazie al comportamento del circuito risonante che cede energia nei semiperiodi crescenti, nei quali Tr1 non conduce, dopo averla accumulata nei semiperiodi decrescenti nelle fasi di conduzione di Tr1. Un’ultima osservazione: come si è visto la presenza del circuito risonante genera tensioni superiori alla tensione d’alimentazione, ciò si vede bene nella figura 3 dove il picco del segnale supera questa tensione di ben <math> 6 \ V</math>, mentre nel circuito di figura 2 scende di – <math>6 \ V </math> sotto il livello di massa; questi comportamenti devono incidere sulla scelta delle caratteristiche dei transistori che, se pur alimentati con tensioni adatte ad essi, possono essere sottoposti a tensioni ben superiori dovute all’azione del circuito risonante. Nei nostri casi le tensioni di lavoro dei transistori impiegati sono di gran lunga superiori alle tensioni che si manifestano all’interno del circuito oscillante; infatti il BAY64 ha una <math> Vceo = - 40 \ V</math> ed il 2N1711 una <math>Vceo = + 50 \ V.</math> ==Circuito oscillatore LC ad onde quadre== Con una semplice modifica del circuito oscillante di cui al primo caso è possibile ottenere un circuito oscillante ad onde quadre ad elevata stabilità; è sufficiente infatti disporre sul collettore di Tr2 una resistenza di carico <math>R4</math> dalla quale prelevare il segnale voluto. Il nuovo circuito generatore è mostrato in figura 4: [[File:osc4dtcx.jpg|thumb|left|1000px|figura 4]] {{clear}} Il funzionamento dell’oscillatore è il seguente: All’accensione la conduzione di Tr1 provoca un transitorio di corrente che eccita il circuito risonante formato dal <math>C1</math> e dall’induttanza del primario di T, il secondario di T pilota in fase opportuna la base di Tr2, il quale, tramite l’accoppiamento con l’emettitore di TR1, incrementa la corrente iniziale in Tr1 rafforzando l’oscillazione del circuito risonante. Quando l’oscillazione s’inverte di segno, Tr2 non conduce in attesa che l’oscillazione cambi nuovamente segno; al nuovo cambiamento il ciclo si ripete con il mantenimento del fenomeno d’oscillazione; gli impulsi di corrente che scorrono in Tr2, che alternativamente si porta in conduzione saturando o si blocca, sono trasformati in impulsi di tensione rettangolare ai capi di <math>R4. </math> Il dimensionamento del nuovo circuito è di poco diverso dal precedente e deve essere ripetuto con il seguente esempio: Sia da costruire un oscillatore ad onde rettangolari alla frequenza di <math> 10000 \ Hz</math> in grado di fornire una tensione di ampiezza <math> 9 \ Vpp </math> da prelevare ai capi di <math>R4</math>; si disponga di una tensione d’alimentazione Valim. = <math>12 \ Vcc.</math> Si procede ora per punti: '''Selezione dei transistori''' '''Come per lo schema di figura 1''' '''Determinazione della corrente di lavoro''' Come per lo schema di figura 1 '''Calcolo del partitore <math> R1 \ R2 \ C2 </math> ''' Visti i calcoli sviluppati nel progetto precedente si può far lavorare il circuito con la stessa tensione di <math> 4.3 \ Veff </math> ai capi del circuito risonante con le analoghe computazioni per i componenti interessati. '''Calcolo della resistenza <math> R3 </math>''' Come per lo schema di figura 1 '''Calcolo della resistenza dinamica del circuito risonante''' Come per lo schema di figura 1 '''Calcolo dei componenti reattivi''' Come per lo schema di figura 1 '''Calcolo della resistenza zavorra <math> Rz </math> ''' Il calcolo di <math> Rz </math> deve soddisfare la relazione <math> Rz = 1 / [ ( 1/Rdv) {-} ( 1/ Rd) ] </math> , nella quale non compare la <math> Rc </math> di carico di figura 1, quindi <math> Rz = 1 / [ ( 1/9420 \ \Omega) {-} ( 1/ 79500 \ \Omega) = 10600 \ \Omega </math> (arrotondata a <math> 10000 \ \Omega </math> ) '''Calcolo della resistenza <math> R4 </math> ''' La resistenza <math> R4 </math> costituisce il carico per il transistore Tr2 che è portato a lavorare in saturazione con una corrente di <math> 1 \ mA </math> ; essendo richiesti ai capi di <math> R4 \ 9 \ Vpp </math> il valore di questa resistenza sarà. <math> R4 = 9 \ Vpp / 1 \ mA = 9000 \ \Omega </math> (arrotondata a <math> 10000 \ \Omega </math> ) Infine l’elenco dei valori dei componenti calcolati: tutte resistenze da ¼ W R1 = 15000 ohm R2 = 47000 ohm R3 = 2200 ohm R4 = 10000 ohm Rz = 10000 ohm C1 = 20000 pF C2 = 15 mF Anche in questo caso è utile un esame delle tensioni e delle forme d’onda che si potranno misurare una volta assemblato il circuito dell’oscillatore in laboratorio: queste sono riportate e commentate mediante l’aiuto della figura 5: [[File:osc5dtcx.jpg|thumb|left|1000px|figura 5]] {{clear}} Tutte le tensioni continue sono rilevabili mediante un voltmetro da <math> 100 \ k \Omega /volt</math> , il segnale è misurabile mediante un oscilloscopio disposto in c.c. I valori delle tensioni continue e di segnale saranno rispondenti ai valori calcolati con tolleranze del <math> +/- 10 \%.</math> ==Circuito oscillatore LC modulato ad impulsi== Si può realizzare facilmente un oscillatore LC modulato ad impulsi, aggiungendo un transistore di comando al circuito di figura 3. Il nuovo schema dell’oscillatore è mostrato nella seguente figura 6: [[File:osc6dtcx.jpg|thumb|left|1000px|figura 6]] {{clear}} Lo schema mostra che nel circuito di figura 3 è stato aggiunto il transistore Tr3 che ha il compito di attivare l’oscillatore su azione “dell’impulso di comando”. Detto impulso è applicato al punto “c” e da questo, tramite <math> R5</math> a Tr3. In condizione d’attesa l’oscillatore non funziona, avendo gli emettitori di Tr1 e Tr2 che non conducono corrente a causa dell’interdizione di Tr3. Quando l’impulso rettangolare di comando è applicato a Tr3, questo satura e porta in conduzione Tr1 e Tr2 che danno inizio alla generazione dell’impulso sinusoidale d’uscita; il fenomeno persiste per la durata dell’impulso di comando, alla fine di questo l’oscillatore torna a riposo. Il dimensionamento dell’oscillatore ad impulsi è identico al progetto del circuito di figura 3, ad eccezione del circuito di comando che esaminiamo di seguito: '''Dimensionamento del circuito di comando''' Il transistore Tr3, che rappresenta il circuito di comando, è chiamato a saturare, con bassa <math> Vce(sat)</math>, quando ad esso è applicato l’impulso rettangolare; se fissiamo per la resistenza di base <math>(R5)</math> un valore di <math>10000 \ \Omega </math> e per la resistenza di chiusura a massa <math>(R4)</math> un valore di <math>100 \ k \Omega</math>, con un impulso di <math>+10 \ V</math>, potremo contare su una corrente di base di circa <math>1 \ mA.</math> Un transistore in grado di saturare con bassa <math>Vce(sat)</math>, per una corrente di base di <math>1 \ mA</math>, è, tra i tanti semiconduttori disponibili, il tipo 2N1711. Questo transistore si adatta anche alle tensioni e alle correnti da commutare. Osservazioni: Con il comando ad impulsi dell’oscillatore i fronti di salita e discesa dell’onda sinusoidale d’uscita risentono del coefficiente di merito del circuito LC; per valori bassi del <math>Q </math> i fronti saranno ripidi e l’impulso d’uscita sarà simile a quello indicato in figura 6; per valori elevati del <math>Q</math> avremo salite lente e impulsi d’uscita poco squadrati. [[Categoria: Elettronica di bassa frequenza]] 1ibq747a75qzhaaghnt6z7oleon2xq2 Funzioni di correlazione incrociata di segnali in bande di frequenze rettangolari 0 33679 280390 268190 2025-06-20T15:44:15Z Avemundi 2081 refuso 280390 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo = lezione | materia1 = Sulle funzioni di correlazione | avanzamento = 100% }} == Impostazione degli algoritmi di calcolo delle funzioni di correlazione incrociata== Nell'esposizione delle diverse formule per il calcolo di <math> C( \tau ) </math> abbiamo sempre osservato che il valore massimo della funzione di autocorrelazione corrisponde con il valore di <math> \tau = 0.</math> Questa condizione dipende dal fatto che la <math> f(t) </math> presa in esame, viene correlata, per <math> \tau =0,</math> con se stessa negli stessi istanti, per cui si ha il massimo grado di interdipendenza. Appena i valori temporali del confronto cambiano, con il crescere di <math> \tau</math> le funzioni di autocorrelazione decrescono mostrando i caratteristici andamenti riportati nelle lezioni precedenti. Nel caso delle funzioni di correlazione incrociata, indicate con il simbolo <math>C( \tau )1,2 </math>, possono verificarsi due casi diversi nei quali la <math>C( \tau )1,2 </math> normalizzata raggiunge il massimo valore uguale a <math>1 </math>. ===I due possibili casi=== *Le <math>C(r)1,2 </math> hanno il massimo valore di correlazione incrociata per <math> \tau = 0</math>; che significa che <math> fl (t) \ e \ f2 (t) </math> sono interdipendenti per <math> \tau = 0 </math> e che il loro grado di interdipendenza decresce con il crescere di <math> \tau </math> così come per le funzioni di autocorrelazione. In questo caso le formule illustrate nella lezione precedente, impiegate per il calcolo della <math>C( \tau )</math>, sono applicabili direttamente anche per il calcolo della <math>C( \tau)1,2</math> e valgono per queste ultime tutte le osservazioni fatte per le funzioni di autocorrelazione. *Le <math> C(r)1,2 </math> hanno il massimo valore di correlazione incrociata per <math>\tau = \tau *</math> ; ciò significa che <math> fl (t) \ e \ f2 (t)</math> sono interdipendenti per <math>\tau = \tau *</math> e che il loro grado di interdipendenza decresce quando <math>\tau </math> aumenta o diminuisce rispetto al valore di <math>\tau *</math>. ===interpretazione fisica del fenomeno=== Una tra le tante possibili giustificazioni fisiche di questo comportamento può essere ad esempio attribuita al caso di un'unica sorgente di segnale che emette <math>f(t)</math> e che questo segnale si presenta poi al correlatore, tramite due sensori che lo ricevono da percorsi diversi rispetto alla sorgente; la <math>f(t)</math> si sarà trasformata temporalmente in <math>f1(t) \ e \ f2(t).</math> La <math>f(t)</math> si trasformerà in <math> f2 (t) </math> dopo aver subito un ritardo <math> \tau, </math> dovuto al percorso così da poter scrivere: <math> f2(t) = f(t + \tau )</math>. La f(t) si trasformerà invece in <math> f1(t) </math> dopo aver subito un ritardo <math>( \tau + \tau*)</math> , maggiore del precedente, così da poter scrivere: <math> fl (t) = f(t + \tau + \tau*)</math> A questo punto l'interdipendenza massima si avrà quando la <math> fl (t)</math> già ritardata per il maggior percorso di <math> \tau *</math> sarà correlata con la <math> f2 (t)</math> ritardata di <math> \tau*</math> parte del sistema di ritardo del circuito di correlazione. === Esempio di funzione di correlazione incrociata in banda 0 - F1 === Riportiamo un esempio di funzione di correlazione incrociata che mostra la condizione di interdipendenza di cui al secondo punto del paragrafo precedente. Il grafico della funzione di correlazione incrociata, per grandezze definite in bande di frequenze comprese tra <math> 0 \ e \ F1 </math> sarà simile a quello della funzione di autocorrelazione, ma traslato nell'asse di <math> \tau *</math> con il massimo per <math> \tau * </math> e un profilo simmetrico per valori rispettivamente inferiori e superiore di <math> \tau *</math>, cosi come mostrato in figura 1 per <math> \tau* = 500 \ \mu s \ e \ F1 = 2500 \ Hz.</math> [[File:corincrociata1.jpg|thumb|left|600px|figura 1]] {{clear}} Questo tipo di funzione è talvolta ricorrente nelle applicazioni tecniche dato che numerosi problemi comportano che il massimo della <math>C( \tau ) </math> non coincida con <math> \tau = 0 </math> ma generalmente con valori di <math> \tau </math> diversi da <math>0.</math> Molte volte, con la ricerca e la successiva determinazione di <math> \tau*</math>, si possono risolvere importanti problemi di varia natura. In questo caso la funzione di autocorrelazione: <math>C(\tau) = \left[ \frac { \sin \ ( 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot \tau) ) } { (2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot \tau) } \right] \ \ \ </math> si trasforma nella funzione di correlazione incrociata: <math>C(\tau)1,2 = \left[ \frac { \sin \ \{ 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau*) \} } { 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau*) } \right] \ \ \ </math> 1) ===Osservazioni=== Come per i grafici delle funzioni di autocorrelazione anche i grafici delle funzioni di correlazione incrociata, che hanno il massimo per <math> \tau = \tau *</math>, si prestano ad alcune osservazioni caratteristiche. Nel grafico di figura 1 si individuano due valori di <math> \tau </math> : <math> \tau ' \ e \ \tau '' </math>, simmetrici rispetto a <math> \tau * </math>, per i quali la <math> C( \tau )1,2 = 0 </math> ; <math> \tau ' = 300 \ \mu s \ e \ \tau '' = 700 \ \mu s</math> ; questi valori si ricavano semplicemente risolvendo l'equazione : <math> \sin \ \ 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau*) = 0 </math> dalla quale si ha immediatamente <math> [2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau *)] = n \cdot \pi </math> dove <math> n </math> è un intero. Nel caso di <math>n = 1 </math> si ha <math> \tau - \tau * = 1/(2 \ F1) </math> e i due valori di <math> \tau ' \ e \ \tau''</math> si ottengono come segue: <math> \tau ' = [ \tau * {-} (1/2F1)] = [ 0.0005 {-} (1/2 \cdot 2500 \ Hz)] = 300 \ \mu s </math> <math> \tau '' =[ \tau * + (1/2F1)] = [ 0.0005 + (1/ 2 \cdot 2500 \ Hz)] = 700 \ \mu s</math> === La funzione di correlazione incrociata per segnali in banda F1 -F2 === In modo analogo al punto precedente si può calcolare la funzione di correlazione incrociata per grandezze del tempo definite in bande di frequenze comprese fra <math> F1 \ e \ F2</math> che hanno il massimo grado di interdipendenza per <math> \tau = \tau * </math>; essa sarà simile a quella di figura 1 ma traslata nell'asse <math> \tau </math> con il valore massimo per <math> \tau *</math> secondo la seguente espressione : <math>C(\tau) = \left[ \frac { \sin \ ( 2 \cdot \pi \cdot DF \cdot \{ \tau - \tau * \} ) \cdot \cos \ (2 \cdot \pi \cdot Fo \cdot \{ \tau - \tau * \} ) } { (2 \cdot \pi \cdot DF \cdot \{ \tau - \tau * \} ) } \right] \ \ \ </math> 2) Lo sviluppo della 2) per: <math> F1=7000 \ Hz </math> <math> F2=10000 \ Hz </math> <math> \tau * = 500 \mu s</math> dove <math> DF=(F2-F1)/2 \ e \ Fo=(F2+F1)/2 </math> è mostrato in figura 2 [[File:corincrociata2.jpg|thumb|left|600px|figura 2]] {{clear}} ==Bibliografia== *Cesare Del Turco, '' La correlazione '', Collana scientifica ed. Moderna La Spezia,1993 [[Categoria: Correlazione e sue applicazioni tecniche]] [[Categoria: Funzioni di correlazione]] 3hkvha3p5yo3qr8hxz7c5qiqjwtcpim Funzioni di correlazione incrociata digitali di segnali in bande di frequenze rettangolari 0 33683 280391 268193 2025-06-20T15:44:34Z Avemundi 2081 refuso 280391 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo = lezione | materia1 = Sulle funzioni di correlazione digitale | avanzamento = 100%}} == Impostazione degli algoritmi di calcolo delle funzioni di correlazione incrociata digitale== Nell'esposizione delle diverse formule per il calcolo di <math> C( \tau )x </math> abbiamo sempre osservato che il valore massimo della funzione di autocorrelazione corrisponde con il valore di <math> \tau = 0.</math> Questa condizione dipende dal fatto che la <math> f(t) </math> presa in esame, viene correlata, per <math> \tau =0,</math> con se stessa negli stessi istanti, per cui si ha il massimo grado di interdipendenza. Appena i valori temporali del confronto cambiano, con il crescere di <math> \tau</math> le funzioni di autocorrelazione decrescono mostrando i caratteristici andamenti riportati nelle lezioni precedenti. Nel caso delle funzioni di correlazione incrociata, indicate con il simbolo <math>C( \tau )x 1,2 </math> possono verificarsi due casi diversi nei quali la <math>C( \tau )x 1,2 </math> normalizzata raggiunge il massimo valore uguale a <math>1 </math>. ===I due possibili casi=== *Le <math>C(\tau)x 1,2 </math> hanno il massimo valore di correlazione incrociata per <math> \tau = 0</math>; che significa che <math> f1 (t) \ e \ f2 (t) </math> sono interdipendenti per <math> \tau = 0 </math> e che il loro grado di interdipendenza decresce con il crescere di <math> \tau </math> così come per le funzioni di autocorrelazione. In questo caso le formule illustrate nella lezione precedente, impiegate per il calcolo della <math>C( \tau )x</math>, sono applicabili direttamente anche per il calcolo della <math>C( \tau)x 1,2</math> e valgono per queste ultime tutte le osservazioni fatte per le funzioni di autocorrelazione. *Le <math> C( \tau )x 1,2 </math> hanno il massimo valore di correlazione incrociata per <math>\tau = \tau *</math> ; ciò significa che <math> f1 (t) \ e \ f2 (t)</math> sono interdipendenti per <math>\tau = \tau *</math> e che il loro grado di interdipendenza decresce quando <math>\tau </math> aumenta o diminuisce rispetto al valore di <math>\tau *</math>. ===interpretazione fisica del fenomeno=== Una tra le tante possibili giustificazioni fisiche di questo comportamento può essere ad esempio attribuita al caso di un'unica sorgente di segnale che emette <math>f(t)</math> e che questo segnale si presenta poi al correlatore, tramite due sensori che lo ricevono da percorsi diversi rispetto alla sorgente; la <math>f(t)</math> si sarà trasformata temporalmente in <math>f1(t) \ e \ f2(t).</math> La <math>f(t)</math> si trasformerà in <math> f2 (t) </math> dopo aver subito un ritardo <math> \tau, </math> dovuto al percorso così da poter scrivere: <math> f2(t) = f(t + \tau )</math>. La f(t) si trasformerà invece in <math> f1(t) </math> dopo aver subito un ritardo <math>( \tau + \tau*)</math> , maggiore del precedente, così da poter scrivere: <math> fl (t) = f(t + \tau + \tau*)</math> A questo punto l'interdipendenza massima si avrà quando la <math> fl (t)</math> già ritardata per il maggior percorso di <math> \tau *</math> sarà correlata con la <math> f2 (t)</math> ritardata di <math> \tau*</math> parte del sistema di ritardo del circuito di correlazione. ===Condizioni di incoerenza tra f1 (t) e f2 (t)=== Il caso di correlazione incrociata tra <math> f1 (t)</math> e <math> f2 (t)</math> nella quale si abbia <math> C( \tau )x 1,2 =0 </math> per qualsiasi valore di <math> \tau </math> evidenzia che <math> f1 (t)</math> e <math> f2 (t)</math> sono tra loro incoerenti. Un esempio fisico dell'incoerenza tra segnali si verifica tra le tensioni generate da due sensori acustici immersi in mare a centinaia di metri l'uno dall'altro allo scopo di misurare il livello di pressione generato dal moto ondoso in due diverse zone di mare. === Esempio di funzione di correlazione incrociata in banda 0 -F1 === Riportiamo un esempio di funzione di correlazione incrociata digitale che mostra la condizione di interdipendenza di cui al secondo punto del paragrafo precedente. Il grafico della funzione di correlazione incrociata, per grandezze definite in bande di frequenze comprese tra <math> 0 \ e \ F1 </math> sarà simile a quello della funzione di autocorrelazione, ma traslato nell'asse di <math> \tau *</math> con il massimo per <math> \tau * </math> e un profilo simmetrico per valori rispettivamente inferiori e superiore di <math> \tau *</math>, cosi come mostrato in figura 1 per <math> \tau* = 500 \ \mu s \ e \ F1 = 2500 \ Hz.</math> [[File:Nuovacurvaxxx.jpg|thumb|left|600px|figura 1]] {{clear}} Questo tipo di funzione è talvolta ricorrente nelle applicazioni tecniche dato che numerosi problemi comportano che il massimo della <math>C( \tau )x 1,2 </math> non coincida con <math> \tau = 0 </math> ma generalmente con valori di <math> \tau </math> diversi da <math>0.</math> Molte volte, con la ricerca e la successiva determinazione di <math> \tau*</math>, si possono risolvere importanti problemi di varia natura. In questo caso la funzione di autocorrelazione: <math>C(\tau)x = (2 / \pi ) \arcsin \left[ \frac { \sin \ ( 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot \tau) ) } { (2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot \tau) } \right] \ \ \ </math> si trasforma nella funzione di correlazione incrociata: <math>C(\tau)1,2 = (2 / \pi ) \arcsin \left[ \frac { \sin \ \{ 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau*) \} } { 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau*) } \right] \ \ \ </math> 1) ===Osservazioni=== Come per i grafici delle funzioni di autocorrelazione anche i grafici delle funzioni di correlazione incrociata, che hanno il massimo per <math> \tau = \tau *</math>, si prestano ad alcune osservazioni caratteristiche. Nel grafico di figura 1 si individuano due valori di <math> \tau </math> : <math> \tau ' \ e \ \tau '' </math>, simmetrici rispetto a <math> \tau * </math>, per i quali la <math> C( \tau )x 1,2 = 0 </math> ; <math> \tau ' = 300 \ \mu s \ e \ \tau '' = 700 \ \mu s</math> ; questi valori si ricavano semplicemente risolvendo l'equazione : <math> \sin \ \ 2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau*) = 0 </math> dalla quale si ha immediatamente <math> [2 \cdot \pi \cdot F1 \cdot ( \tau - \tau *)] = n \cdot \pi </math> dove <math> n </math> è un intero. Nel caso di <math>n = 1 </math> si ha <math> \tau - \tau * = 1/(2 \ F1) </math> e i due valori di <math> \tau ' \ e \ \tau''</math> si ottengono come segue: <math> \tau ' = [ \tau * {-} (1/2F1)] = [ 0.0005 {-} (1/2 \cdot 2500 \ Hz)] = 300 \ \mu s </math> <math> \tau '' =[ \tau * + (1/2F1)] = [ 0.0005 + (1/ 2 \cdot 2500 \ Hz)] = 700 \ \mu s</math> === La funzione di correlazione incrociata per segnali in banda F1 F2 === In modo analogo al punto precedente si può calcolare la funzione di correlazione incrociata per grandezze del tempo definite in bande di frequenze comprese fra <math> F1 \ e \ F2</math> che hanno il massimo grado di interdipendenza per <math> \tau = \tau * </math>; essa sarà simile a <math>C(\tau)x 1,2 </math> traslata nell'asse <math> \tau </math> con il valore massimo per <math> \tau *</math> secondo la seguente espressione : <math>C(\tau)x 1,2 = (2 / \pi ) \arcsin \left[ \frac { \sin \ ( 2 \cdot \pi \cdot DF \cdot \{ \tau - \tau * \} ) \cdot \cos \ (2 \cdot \pi \cdot Fo \cdot \{ \tau - \tau * \} ) } { (2 \cdot \pi \cdot DF \cdot \{ \tau - \tau * \} ) } \right] \ \ \ </math> 2) Dove: <math> DF = (F2-F1)/2</math> <math> Fo = (F1+F2)/2</math> tracciata in figura 2 [[File:delturcocorrelazione.jpg|thumb|left| 600px|figura 2 ]] {{clear}} ==Bibliografia== *Cesare Del Turco, '' La correlazione '', Collana scientifica ed. Moderna La Spezia,1993 [[Categoria: Correlazione e sue applicazioni tecniche]] [[Categoria: Funzioni di correlazione]] d3v3w3hcvju1dwi8nl7akrzjk2sna3e Analisi dinamica delle funzioni di correlazione a coincidenza di segni 0 33785 280393 268181 2025-06-20T15:45:24Z Avemundi 2081 refuso 280393 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo = lezione | materia1 = Simulatori dei processi di correlazione | avanzamento = 100% }} Per mostrare in condizioni dinamiche l'andamento globale delle funzioni di correlazione a coincidenza di segni è stata sviluppata apposita routine di simulazione in un file.exe di facile impiego. Il software è stato congegnato in modo tale che lo sviluppo degli algoritmi dei quali faremo cenno di seguito sia ripetitivo in modo da presentare, in rapida successione su un tracciato cartesiano, le tracce dei singoli punti di calcolo sì da generare le curve espressione di tutto il fenomeno analizzato. Per la ragione su esposta, al fine di comprendere al meglio il comportamento delle funzioni di correlazione in dipendenza delle variabili che le caratterizzano si possono modificare, in tempo reale, sia il ritardo <math> r* \ </math> che il rapporto segnale/disturbo <math> Si/Ni</math> con il conseguente cambiamento delle curve di risposta. == Sulle funzioni implementate nel file.exe== Nella correlazione a coincidenza di segni <ref> indicata anche come coincidenza di polarità </ref> ( con segnali limitati in ampiezza ) due algoritmi giocano il ruolo più importante nella definizione del legame esistente tra ampiezza della funzione di correlazione e rapporto segnale/disturbo d'ingresso <math> ( Si / Ni ) </math> espresso in deciBel. Il primo degli algoritmi esprime la variazione d'ampiezza di <math> C(r) </math> ( massimo della funzione di correlazione ) in dipendenza del rapporto <math> (Si/Ni) </math> Il secondo, derivato dal primo, mostra come dal valore di <math> C(0) </math> si possa stabilire, a calcolo, qual è il rapporto <math> (Si/Ni) </math> all'ingresso del correlatore. ==La funzione C(r*) == La funzione <math> C(r*) = f(r*; Si/Ni) </math> è l'algoritmo principale ed espresso secondo la 1): :<math>C(r^*)=\frac{2}{3.14}\arcsin\left\{\frac{1}{\left[1+\left(\frac{Ni}{Si}\right)^2\right]}\left[\frac{\sen(6.28\ DF\ r^*)}{(6.28\ DF\ r^*)}\cos(6.28\ Fo\ r^*)\right]\right\}\qquad\qquad 1)</math> La 1), ampiamente trattata nelle lezioni precedenti è qui riportata per associarla al grafico dinamico corrispondente che mostra l'ampiezza di <math> C(r*) </math> in funzione del ritardo <math> r*</math>; nonché del rapporto <math>(Si/Ni) </math> in deciBel, di volta in volta assegnabili al programma di calcolo e grafica che andremo ad esporre. Le variabili nella 1) sono: *<math>DF = (f2-f1) / 2 </math> ; dove <math> f1 \ , f2 </math> sono gli estremi della banda dei segnali applicati al correlatore *<math> Fo = (f2+f1) / 2 </math> ; dove <math> f1 \ , f2 </math> sono gli estremi della banda dei segnali applicati al correlatore *<math> r* = r - ro </math>; dove <math> r</math> è il ritardo variabile al quale è sottoposto uno dei due segnali per portarlo in coerenza con l'altro; <math> ro </math> è il ritardo impostato tra i due segnali. *<math> (Si/Ni) </math> valore del rapporto tra segnale e disturbo all'ingresso del correlatore in deciBel Nel nostro analizzatore sono posti: *<math> f1 = 7500 \ Hz </math> ; freq. fissa *<math> f2 = 32500 \ Hz </math> freq. fissa *<math> r </math> variabile di ricerca automatica da <math> 0 \ a \ 300 \ \mu s.</math> *<math> ro </math> impostabile a comando tra <math> ro = 0 \ e \ ro = 300 \ \mu s. </math> *<math> (Si/Ni) </math> impostabile a comando tra <math> -40 \ dB \ e \ + 40 \ dB</math> . La 1) è stata implementata in una routine in Vb convertita in file eseguibile scaricabile indifferentemente ad uno degli indirizzi: [[https://github.com/2021dtc/prova1/archive/main.zip eseguibile]] [http://www.sonar-info.info/wikianalisi/wikianl.html EXEanalisi]. Il pannello di comando dell'eseguibile si presenta all'operatore come mostrato e commentato in figura 1: [[File:P156f1dtc.jpg|thumb|left|400px|figura 1)]] {{clear}} Nella parte alta a sinistra è riportato, in assi cartesiani, il reticolo sopra il quale saranno tracciare le funzioni di correlazione. Le ascisse, divise in <math>20 </math> parti da <math>15 \ \mu s </math>. ciascuna, presentano un ritardo max <math> \ r = 300 \ \mu s </math>. Le ordinate si espandono con <math>+/- \ 10 </math> divisioni con un valore max normalizzato di <math> +/- \ 0.1</math> per div. L'impostazione del ritardo <math>ro</math> si esegue con lo Scroll orizzontale a passi di <math>1 \ \mu s</math> controllando il valore sull'apposito label indicato in <math> \mu s.</math> L'impostazione del rapporto <math> (Si/Ni) \ dB </math> si esegue con lo Scroll verticale a passi di <math> 1 \ dB</math> cotrollandone il valore sull'apposito label indicato in <math>dB.</math> Inferiormente al label in <math>dB</math> è presentata l'ampiezza del massimo di <math>C (0)</math> calcolato, funzione di <math> (Si/Ni) \ dB</math>, in base alla 1). Il tracciamento della <math> C(r*) </math> avviene in modo automatico, aggiornato con cadenza di circa <math> 2 \ s. </math> ==Fase esecutiva del programma di simulazione: variazione del ritardo ro == Al lancio del file.exe compare la curva <math>C(r*) </math> compatibile con i valori di <math> ro = 0 \ \mu s.</math> e <math> Si/Ni = 0 \ dB </math> che rappresentano i dati di base così come mostra la figura 2: [[File:P156f2dtc.jpg|thumb|left|600px|figura 2)]] {{clear}} La <math> C(r*) </math> è tracciata con il massimo per <math> r* = 0 </math> , se ne vede pertanto soltanto una parte; l'ampiezza massima è indicata con <math> C(0) = 0.334 </math> come da computo della 1). Per avere una presentazione completa della <math>C(r*)</math>, sempre per <math>(Si/Ni) \ dB = 0 </math>, è sufficiente impostare un valore di <math>ro</math>, ritardo tra i due segnali, diverso da <math>0</math>, ad esempio per <math> ro = 150 \ \mu s</math> per avere automaticamente la <math>C(r*)</math> tracciata al centro del reticolo così come mostra la figura 3: [[File:P156f3dtc.jpg|thumb|left|600px|figura 3)]] {{clear}} ===Dinamicità del processo di calcolo per la variazione del tempo di ritardo ro === La dinamicità del processo di calcolo si osserva variando in più od in meno il valore di <math> ro = 150 \ \mu s</math>; agendo sullo Scroll orizzontale per <math> ro < 150 \ \mu s</math> la curva di correlazione si sposta lentamente a sinistra, per <math> ro > 150 \ \mu s</math> la curva si sposta a destra. ==Fase esecutiva del programma di simulazione: variazione del rapporto segnale/disturbo Si/Ni == Nelle figure 2 e 3 la curva tracciata ha un profilo arrotondato, simile alla funzione <math> \sin x / x</math>, a causa della presenza del rumore messo a calcolo come <math> Si/Ni = 0 \ dB.</math> Se incrementiamo il rapporto <math> Si/Ni </math> abbiamo una modificazione della <math> C(r*) </math> sia in ampiezza che in profilo, si passa infatti dalla <math> \sin x/x </math> per bassi rapporti <math> Si/Ni</math>, alla <math> \arcsin x / x </math> riportata nella 1) per rapporti <math> Si/Ni > + 14 \ dB</math> così come mostra la figura 4 per la quale il rapporto <math>Si/Ni</math> è stato impostato a <math> + 18 \ dB</math>. [[File:P156f4dtc.jpg|thumb|left|600px|figura 4]] {{clear}} Dalla figura 4 emerge inoltre che il livello massimo della <math>C(r*)</math>, a seguito dell'incremento del rapporto <math>Si/Ni</math>, e passato da <math> 0.334 </math> per <math> Si/Ni = 0 \ dB</math> a <math> 0.888 </math> per <math> Si/Ni = + 18 \ dB.</math> ===Dinamicità del processo di calcolo per la variazione del rapporto Si/Ni === La dinamicità del processo di calcolo per <math> Si/Ni </math> variabile si osserva modificando in più od in meno il valore di <math> Si/Ni</math>. Agendo sullo Scroll verticale, per <math> Si/Ni > 0 </math> la curva di correlazione incrementa lentamente la sua ampiezza e il massimo del suo profilo tende ad una cuspide; per <math> Si/Ni < 0 </math> la curva di correlazione decrementa lentamente la sua ampiezza e il massimo del suo profilo si arrotonda. ==Fase esecutiva del programma di simulazione: la ricerca del rapporto Si/Ni in funzione dell'ampiezza di C(0): (Si/Ni) dB = f [C(0)] == Dalla 1) scaturisce la funzione che consente il calcolo rapido del rapporto <math>(Si/Ni) \ dB </math> in dipendenza dell'ampiezza massima della <math> C(0)</math> misurata all'uscita del correlatore a coincidenza di polarità. La funzione <math> (Si/Ni) \ dB = \ f [C(0)] </math> , risolvibile mediante semplici impostazioni sul pannello di comando del simulatore, è mostrata con l'algoritmo 2): :<math>\left(\frac{Si}{Ni}\right)dB=20\log\frac{1}{\sqrt{\frac{1}{\sen\left[\frac{3.14\ C(0)}{2}\right]}-1}}\qquad\qquad 2)</math> Le caratteristiche della 2) investono prevalentemente l'aspetto tecnico operativo. La curva rappresentativa della 2) tracciata in coordinate logaritmiche lineari è di seguito riportata in figura 5: [[File:P156f5dtc.jpg|thumb|left|400px|figura 5]] {{clear}} La funzione prevede una variabilità della <math>C(0) </math> da <math> 0.01 \ a \ 1 </math> in due decadi logaritmiche; la funzione stessa si estende da <math> -20 \ dB \ a \ + 20 \ dB </math> in scala lineare a passi di <math>2 \ dB/div</math>. La ragione di un esame di <math>(Si/Ni) \ dB </math> per valori di <math>C(0)</math> dell'ordine di <math> 0.01 </math> dipende dal fatto, messo ben in evidenza nelle lezioni del corso, che generalmente il differenziale di riconoscimento viene misurato con rapporti <math>(Si/Ni)</math> intorno ai <math>-18 \ dB</math> ai quali corrisponde un livello di <math>C(0)</math> normalizzato pari a quello indicato. E' ben il livello di <math>C(0)</math> del correlatore a coincidenza di polarità che, per la valutazione del differenziale di riconoscimento deve confrontarsi con il disturbo '''<math>Vn</math>''' presente all'uscita del correlatore; disturbo non dipendente dalle condizioni esterne ma dalle caratteristiche intrinseche del correlatore. Il disturbo '''<math>Vn</math>''', come ben si vede dall'algoritmo 3) che lo definisce, è dipendente dalla banda di frequenza dei segnali d'ingresso e non dalla loro ampiezza, dalla costante di tempo d'integrazione <math>RC</math> e quindi indipendente dal rapporto <math>Si/Ni </math> dei segnali stessi :<math>Vn=\frac{2}{3.14\sqrt{\left(\frac{6}{7}\right)\ 4\ RC\ (F2-F1)}}\qquad\qquad 3)</math> ===Dinamicità del processo di calcolo per la determinazione di (Si/Ni) dB = f [C(0)] === La dinamicità del processo di calcolo si impiega per il calcolo rapido di <math> (Si/Ni) \ dB = \ f [C(0)] </math> seguendo la semplice procedura: Volendo conoscere quale è il rapporto <math> (Si/Ni) \ dB </math> quando il livello del massimo della funzione di correlazione è :<math> C(0) \ = 0.024 </math> si dovrà variare tramite lo Scroll verticale il rapporto <math> (Si/Ni) \ dB </math> in più o in meno rispetto a <math> (Si/Ni) \ dB = 0 </math> fino al raggiungimento del livello di <math> C(0) = 0.024 </math> indicato nell'apposito label; con questo valore di <math> C(0)</math> il valore di <math> (Si/Ni) \ dB </math> risulta di <math> -14 \ dB</math> Una volta trovato di <math> (Si/Ni) \ dB = \ f [C(0)] </math> si osserverà che l'ampiezza di <math> C(0) </math> non consente, data la scala delle ordinate, di visualizzare la funzione di correlazione. Questa particolare condizione, realizzata in via sperimentale in laboratorio su di un sistema multiplo di correlazione, è visibile dopo amplificazione in figura 6: [[File:P165sndtc.jpg|thumb|left|600px|figura 6)]] {{clear}} Lo spessore della traccia è dovuto al rumore '''<math>Vn</math>''' all'uscita del correlatore calcolabile secondo l'algoritmo 3). ==note== <references/> ==Bibliografia== *J. J. Faran Jr e R. Hills Jr, ''Correlators for signal reception'', in Office of Naval Research (contract n5 ori-76 project order x technical memorandum no. 27), Cambridge, Massachusetts, Acoustics Research Laboratory Division of Applied Science Harvard University, 1952. *R. J. Urick, ''Principles of underwater sound'', 3ª ed., Mc Graw – Hill, 1968. *C. Del Turco, '' La correlazione '', Collana scientifica ed. Moderna La Spezia,1993 * C. Del Turco, '' Principi ed applicazioni dei metodi di autocorrelazione "Rivista L'Antenna anno XXXII n° 6 1960".'' [[Categoria: Correlazione e sue applicazioni tecniche]] [[Categoria: Funzioni di correlazione]] 0urq0nov8y81rqdr70ireh6gq2j5ohi Acidi e basi - Quiz 0 34032 280397 273564 2025-06-20T15:52:03Z Avemundi 2081 refusi 280397 wikitext text/x-wiki {{Risorsa | tipo =quiz | materia1 = Chimica | avanzamento = 50%}} =Informazioni sul questionario= ===Argomenti del test=== Proprietà generali degli acidi e delle basi - Acidi e basi secondo la teoria di S. Arrhenius - Limiti della teoria di S. Arrhenius: definizioni limitate a soluzioni acquose, ione idrogeno e ione idronio, reticolo cristallino e dissociazione degli idrossidi, ionizzazione degli acidi, acidità di SO<sub>2</sub> e CO<sub>2</sub>, basicità di NH<sub>3</sub> - Formulazione modificata delle definizioni di Arrhenius - Acidi e basi secondo la teoria di J. Brønsted e T. Lowry - Coppie coniugate acido-base (donatore/accettore) - Limiti della teoria di J. Brønsted e T. Lowry - Acidi e basi secondo la teoria di G. Lewis - Nucleofili ed elettrofili - Elettroliti anfoteri (anfoliti o sostanze anfiprotiche). Dissociazione (autoionizzazione o autoprotolisi) dell’acqua - Prodotto ionico dell’acqua ''K<sub>w</sub>'' - Forza degli acidi delle basi - Acidità e basicità espresse in funzione della concentrazione molare idrogenionica [H<sub>3</sub>O<sup>+</sup>] e della concentrazione molare ossidrilionica [OH<sup>-</sup>] - Definizione di pH e di pOH: acidità e basicità espresse in funzione del pH e del pOH - Calcolo della concentrazione molare idrogenionica e ossidrilionica e del pH e del pOH di soluzioni acquose di acidi forti e basi forti - Calcolo della quantità di acido forte o base forte presente in una soluzione avente un determinato pH o pOH - Acidi deboli e basi deboli: costanti di ionizzazione (dissociazione) degli acidi e delle basi deboli ''k<sub>a</sub>'' e ''k<sub>b</sub>'' - Calcolo di ''k<sub>a</sub>'' e ''k<sub>b</sub>'' sulla base delle concentrazioni di equilibrio - Calcolo della concentrazione molare idrogenionica e ossidrilionica e del pH e del pOH di soluzioni acquose di acidi deboli e basi deboli - Calcolo della quantità di acido debole e base debole presente in una soluzione avente un dato pH o pOH - Acidi poliprotici e basi poliprotiche - Gli indicatori di pH. Struttura chimica e acidità: relazione tra la forza di un composto idrogenato e l’elettronegatività del non metallo; tra la forza di un idracido e le dimensioni della base coniugata; tra la forza di un acido ossigenato (ossiacido) ed il numero di ossidazione del non metallo e tra la forza di un acido ossigenato e l’elettronegatività del radicale legato all’ossidrile - Regola empirica per prevedere la forza di un acido ossigenato. Neutralizzazione - Idrolisi salina: idrolisi acida e idrolisi basica - Tipi di sali e regola generale per determinare se un sale si idrolizza - Costante di idrolisi ''k<sub>i</sub>'' - Relazione tra ''k<sub>i</sub>'', ''k<sub>w</sub>'', ''k<sub>a</sub>'' e ''k<sub>b</sub>'' - Calcolo di ''k<sub>i</sub>'', ''k<sub>a</sub>'' e ''k<sub>b</sub>'' sulla base delle concentrazioni di equilibrio - Calcolo della concentrazione molare idrogenionica e ossidrilionica e del pH e del pOH di soluzioni acquose di sali idrolizzati - Calcolo della quantità di sale idrolizzato presente in una soluzione avente un determinato pH o pOH. ===Avvertenze per la compilazione=== * Prima di ogni domanda è riportato, tra parentesi quadre, l'argomento specifico della domanda.<br> * Ogni domanda ammette una sola risposta esatta. ===Misurazione dei risultati=== * Punti per ogni risposta esatta: 1.<br> * Punti per ogni risposta errata o non data: 0. ===Valutazione=== Nei questionari a risposta chiusa si può azzeccare un certo numero di risposte esatte anche tirando a caso. Per cui, se non si vuole utilizzare il metodo della sottrazione di punti in presenza di risposte errate, occorre adottare una scala di valutazione che tenga conto della possibilità che la risposta esatta sia stata data fortuitamente. Se il test offre quattro possibilità di scelta, dovremo considerare che c'è una probabilità su quattro di cogliere la risposta giusta anche per caso. Pertanto una prova basata su venti domande e alla quale sono state date cinque risposte esatte, non è indice di alcuna abilità, perché lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto, a caso, da chiunque. Quindi, su di una scala da uno a dieci, cinque risposte esatte (P<sub>min.</sub> = 5) danno diritto al voto minimo (V<sub>min.</sub> = 1), al contrario venti risposte esatte (P<sub>max.</sub> = 20) danno diritto al voto massimo (V<sub>max.</sub> = 10). Per valutare i casi intermedi si può applicare il metodo grafico o quello analitico. Nel metodo grafico si costruisce un diagramma cartesiano che ha sull'asse delle ordinate il numero di risposte esatte (5 ≤ P ≤ 20) e su quello delle ascisse i voti (1 ≤ V ≤ 10). Si individuano quindi due punti, il primo di coordinate (V<sub>min.</sub>, P<sub>min.</sub>) ed il secondo di coordinate (V<sub>max.</sub>, P<sub>max.</sub>) e si traccia il segmento di retta che li unisce. A questo punto basta entrare da sinistra in corrispondenza del numero di risposte esatte (P) e leggere il voto (V) corrispondente sulle ascisse. Analiticamente basta applicare la formula dell'equazione della retta di estremi (V<sub>min.</sub>, P<sub>min.</sub>) e (V<sub>max.</sub>, P<sub>max.</sub>) e calcolare il voto (V) corrispondente ad un certo numero di risposte esatte (P). ===Punteggio minimo=== Il punteggio minimo consigliato per poter affrontare l'argomento successivo (corrispondente al voto di sufficienza di 6 su 10, o 18 su 30) è: '''13 punti su 20''' =Quiz n. 1= <quiz> {X} {['''Idrolisi salina'''] L'ipoclorito di calcio Ca(ClO)<sub>2</sub> è un sale che, sciolto in acqua, si idrolizza producendo acido ipocloroso HClO. Che tipo di idrolisi subisce? |type="()"} + Un'idrolisi basica, dovuta alla reazione dello ione ipoclorito con l'acqua secondo l'equazione: ClO<sup>1-</sup> + H<sub>2</sub>O ⇄ HClO + OH<sup>1-</sup>. - Un'idrolisi acida, dovuta alla reazione dell'ipoclorito di calcio con l'acqua secondo l'equazione: Ca(ClO)<sub>2</sub> + H<sub>2</sub>O ⇄ Ca(OH)<sub>2</sub> + 2 HClO. - Un'idrolisi acida, dovuta alla reazione dello ione ipoclorito con lo ione idronio secondo l'equazione: ClO<sup>1-</sup> + H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> ⇄ HClO + H<sub>2</sub>O. - Un'idrolisi basica, dovuta alla reazione dello ione calcio con lo ione ipoclorito secondo l'equazione: Ca<sup>2+</sup> + 4 ClO<sup>1-</sup> + 2 H<sub>2</sub>O ⇄ Ca(ClO)<sub>2</sub> + 2 HClO + 2 OH<sup>1-</sup>. {['''Calcolo del pH'''] Qual è il pH di una soluzione ottenuta sciogliendo 1,20·10<sup>-2</sup> mol di acido acetico CH<sub>3</sub>COOH in 5,00·10<sup>2</sup> cm<sup>3</sup> di acqua distillata a 25°C? [k<sub>a</sub> <sub>acido acetico</sub> = 1,76·10<sup>-5</sup> mol L<sup>-1</sup>] |type="()"} - pH = 10,8. - pH = 2,75. + pH = 3,19. - pH = 3,34. {['''Reazioni di neutralizzazione'''] Di seguito sono riportate quattro equazioni chimiche bilanciate. Quale di esse fa riferimento ad una reazione di neutralizzazione? |type="()"} - 4 S + 6 NaOH → Na<sub>2</sub>S<sub>2</sub>O<sub>3</sub> + 2 Na<sub>2</sub>S + 3 H<sub>2</sub>O. - 2 BiCl<sub>3</sub> + 3 H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub> → Bi<sub>2</sub>(SO<sub>4</sub>)<sub>3</sub> + 6 HCl. - 2 MnO<sub>4</sub><sup>1-</sup> + 5 H<sub>3</sub>PO<sub>3</sub> + 6 H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> → 2 Mn<sup>2+</sup> + 5 H<sub>3</sub>PO<sub>4</sub> + 9 H<sub>2</sub>O. + ClO<sub>4</sub><sup>1-</sup> + 2 H<sup>1+</sup> + Ca<sup>2+</sup> + 2 OH<sup>1-</sup> → Ca<sup>2+</sup> + ClO<sub>4</sub><sup>1-</sup> + 2 H<sub>2</sub>O. {['''Acidi e basi secondo la teoria di Brønsted e Lowry'''] Di seguito sono riportate le equazioni relative a quattro diversi equilibri in soluzione acquosa. In quale di essi l'acqua si comporta da acido secondo la teoria di J. Brønsted e T. Lowry? |type="()"} - C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>O<sup>1-</sup> + H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> ⇄ C<sub>6</sub>H<sub>5</sub>OH + H<sub>2</sub>O. - [Fe(H<sub>2</sub>O)<sub>6</sub>]<sup>2+</sup> + H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> ⇄ [Fe(H<sub>2</sub>O)<sub>6</sub>]<sup>3+</sup> + H<sub>2</sub>O. + C<sub>3</sub>H<sub>7</sub>COOH + OH<sup>1-</sup> ⇄ C<sub>3</sub>H<sub>7</sub>COO<sup>1-</sup> + H<sub>2</sub>O. - H<sub>2</sub>Cr<sub>2</sub>O<sub>7</sub> + H<sub>2</sub>O ⇄ HCr<sub>2</sub>O<sub>7</sub><sup>1-</sup> + H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup>. {['''Reazioni di neutralizzazione'''] Che tipo di soluzione si ottiene facendo reagire in acqua distillata, nel giusto rapporto stechiometrico, una base forte con un acido forte? |type="()"} - Una soluzione salina leggermente basica. + Una soluzione salina neutra. - Una soluzione salina leggermente acida. - Acqua pura. {['''Autoionizzazione dell'acqua'''] Con riferimento all'autoionizzazione dell’acqua, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} + A 25°C il valore numerico del prodotto ionico dell’acqua è pK<sub>w</sub> = 10<sup>-14</sup> mol<sup>2</sup> L<sup>-2</sup> e la concentrazione degli ioni H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> è uguale a quella degli ioni OH<sup>1-</sup> e pari a 1,00·10<sup>-7</sup> M. - Il processo consiste nella dissociazione di una piccola percentuale di molecole di acqua in ioni idronio H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> ed in ioni ossidrile OH<sup>1-</sup>. - È detta anche dissociazione o autoprotolisi. - Il processo può essere rappresentato dall’equazione: 2 H<sub>2</sub>O<sub>(l)</sub> ⇄ H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup><sub>(aq)</sub> + OH<sup>1-</sup><sub>(aq)</sub> nella quale però non viene indicato esplicitamente il numero di molecole di acqua alle quali sono sempre legati, in realtà, gli ioni H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> e OH<sup>1-</sup>. {['''Acidi e basi secondo la teoria di Lewis'''] Con riferimento alla teoria di G. Lewis sugli acidi e le basi, individuare l'affermazione falsa |type="()"} - Secondo Lewis gli acidi e le basi sono specie chimiche capaci, rispettivamente, di accettare o di cedere un doppietto elettronico. - Secondo Lewis una reazione di neutralizzazione consiste in una condivisione di un doppietto elettronico, cioè nella formazione di un legame covalente dativo. + Un esempio tipico di base di Lewis è lo ione rameico che reagendo con quattro molecole di ammoniaca forma il composto complesso [Cu(NH<sub>3</sub>)<sub>4</sub>]<sup>2+</sup>. - Le basi, così come definite da Lewis, coincidono con quelle definite tali da Brønsted e Lowry. In entrambi i casi si tratta di specie chimiche che posseggono un doppietto elettronico solitario. {['''Regola empirica per prevedere la forza di un ossoacido'''] Che cosa si può affermare con riferimento ad un certo acido H<sub>''m''</sub>XO<sub>''n''</sub> con ''m - n'' = 0? |type="()"} + Che si tratta di una acido molto debole. - Che si tratta di una acido debole. - Che si tratta di una acido molto forte. - Che si tratta di una acido forte. {['''pH'''] Quante moli (n') di ammoniaca NH<sub>3</sub> occorre sciogliere in acqua distillata a 25 °C per preparare 2,50·10<sup>2</sup> cm<sup>3</sup> di una soluzione avente pH = 11,2? [k<sub>b</sub> <sub>ammoniaca</sub> = 1,79·10<sup>-5</sup> mol L<sup>-1</sup>] |type="()"} - n' = 3,19·10<sup>-2</sup> mol. - n' = 1,78·10<sup>-1</sup> mol. + n' = 3,55·10<sup>-2</sup> mol. - n' = 1,42·10<sup>-1</sup> mol. {['''Acidi poliprotici'''] Quando un acido si può definire poliprotico? |type="()"} - Quando si comporta da elettrolita anfotero in soluzione acquosa. - Quando ha più di un doppietto elettronico non condiviso per cui può accettare più di un protone. + Quando ha più di un atomo di idrogeno ciascuno legato ad un altro atomo più elettronegativo, per cui può cedere più di un protone ad una base attraverso ionizzazioni successive. - Quando ha, contemporaneamente, un atomo di idrogeno legato ad un altro atomo più elettronegativo, e un doppietto elettronico non condiviso, capace di accettare un protone. {['''Costante di ionizzazione'''] La costante di ionizzazione (K<sub>a</sub>) di un certo acido monoprotico è uguale a 1,8·10<sup>-13</sup> mol L<sup>-1</sup>, che cosa si può affermare di conseguenza? |type="()"} + Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è molto maggiore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido molto debole. - Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è molto minore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido molto debole. - Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è molto maggiore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido molto forte. - Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è molto minore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido molto forte. {['''pH di soluzioni a differente acidità'''] Una certa soluzione acquosa (soluzione 1) di un certo acido forte è cento volte più acida di un'altra soluzione (soluzione 2) dello stesso acido. Che cosa si può affermare a proposito del pH? |type="()"} - Che il pH della soluzione 1 è la metà del pH della soluzione 2. + Che il pH della soluzione 1 è minore di due unità rispetto al pH della soluzione 2. - Che il pH della soluzione 1 è cento volte minore del pH della soluzione 2. - Che sicuramente il pH della soluzione 1 è minore del pH della soluzione 2, ma non si può quantificare non conoscendo la concentrazione di almeno una delle due soluzioni. {['''Teoria di Brønsted e Lowry'''] Che cosa si può affermare con riferimento alla teoria di J. Brønsted e T. Lowry sugli acidi e sulle basi? |type="()"} - Che in soluzione acquosa le reazioni di trasferimento di protoni tendono ad avvenire sempre nel senso che porta alla formazione dell'acido più debole e della base più forte. - Che quanto più forte è un acido, tanto più forte è la sua base coniugata; quanto più forte è una base, tanto più forte è il suo acido coniugato. + Che in soluzione acquosa, gli acidi più forti di H<sub>2</sub>O cedono protoni all'acqua ionizzandosi in modo quantitativo. - Che in soluzione acquosa, gli acidi più forti di H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> cedono protoni all'acqua ionizzandosi in modo quantitativo. {['''Autoionizzazione dell'acqua'''] L'autoionizzazione dell’acqua è un processo endotermico. Che effetti ha una diminuzione di temperatura sulla posizione dell'equilibrio? |type="()"} - L'equilibrio si sposta a sinistra diminuendo, in uguale misura, sia la concentrazione molare degli ioni idronio H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> sia quella degli ioni ossidrile OH<sup>1-</sup>, per cui il valore numerico del prodotto ionico rimane costante. - L'equilibrio si sposta a destra aumentando, in uguale misura, sia la concentrazione molare degli ioni idronio H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> sia quella degli ioni ossidrile OH<sup>1-</sup>, per cui il valore numerico del prodotto ionico aumenta. - L'equilibrio si sposta a destra aumentando, in uguale misura, sia la concentrazione molare degli ioni idronio H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> sia quella degli ioni ossidrile OH<sup>1-</sup>, per cui il valore numerico del prodotto ionico rimane costante. + L'equilibrio si sposta a sinistra diminuendo, in uguale misura, sia la concentrazione molare degli ioni idronio H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> sia quella degli ioni ossidrile OH<sup>1-</sup>, per cui il valore numerico del prodotto ionico diminuisce. {['''Teoria di Arrhenius'''] Qual è la definizione di acido secondo la teoria originale di S. Arrhenius? |type="()"} - Un acido è una sostanza che, sciolta in acqua, è in grado di cedere uno ione idrogeno H<sup>1+</sup> ad un’altra sostanza che è in grado, a sua volta, di accettarlo. - Un acido è una sostanza che è in grado di cedere un protone ''p<sup>+</sup>'' ad un’altra sostanza che è in grado, a sua volta, di accettarlo. + Un acido è una sostanza che, sciolta in acqua, libera ioni idrogeno H<sup>1+</sup>. - Un acido è una sostanza che, sciolta in acqua, è in grado di cedere un protone ''p<sup>+</sup>''. {['''Idrolisi'''] Perché una soluzione acquosa 1,0 M di NaCl è praticamente neutra mentre una soluzione isotonica di Na<sub>2</sub>S è nettamente basica? |type="()"} - Perché NaCl deriva da un acido forte e da una base forte mentre Na<sub>2</sub>S deriva da un acido debole e da una base debole. - Perché NaCl è un sale mentre Na<sub>2</sub>S è un base. + Perché l'anione S<sub>2</sub><sup>2-</sup> è una base più forte dell'anione Cl<sup>1-</sup>. - Perché NaCl è un elettrolita forte che, sciolto in acqua, si dissocia completamente; mentre Na<sub>2</sub>S è un elettrolita debole e quindi solo parzialmente dissociato. {['''Solubilizzazione'''] Secondo le norme di nomenclatura IUPAC, il nome del composto HCl è cloruro di idrogeno, se si trova allo stato gassoso, e acido cloridrico se sciolto in acqua. Perché? |type="()"} - Perché HCl, in soluzione acquosa, subisce una dissociazione elettrolitica rilasciando ioni H<sup>1+</sup> e ioni Cl<sup>1-</sup> che vengono solvatati da un certo numero di molecole di acqua. - Perché HCl, in soluzione acquosa, si solubilizza rompendo i legami intermolecolari e instaurando legami idrogeno con le molecole di acqua. - Perché HCl, in soluzione acquosa, si solubilizza e le sue molecole vengono solvatate da un certo numero di molecole di acqua. + Perché HCl, in soluzione acquosa, si ionizza cedendo protoni all'acqua e rilasciando ioni Cl<sup>1-</sup> che vengono solvatati da un certo numero di molecole di acqua. {['''pH'''] Qual è il pH di una soluzione ottenuta sciogliendo 4,50·10<sup>-2</sup> mol di ammoniaca NH<sub>3</sub> in 2,00·10<sup>3</sup> cm<sup>3</sup> di acqua distillata a 25°C? [k<sub>b ammoniaca</sub> = 1,79·10<sup>-5</sup> mol L<sup>-1</sup>] |type="()"} - pH = 11,0. + pH = 10,8. - pH = 7,60. - pH = 3,19. {['''Forza degli acidi'''] Perché i quattro differenti acidi ossigenati del cloro, nei quali questo elemento ha quattro differenti stati di ossidazione, non hanno tutti la stessa forza? |type="()"} + Perché, per lo stesso elemento, la forza dell'acido cresce all’aumentare del numero di ossidazione, sia perché aumenta la stabilità della sua base coniugata sia perché aumenta l'elettronegatività del radicale legato al gruppo •OH. - Perché, per lo stesso elemento, la forza dell'acido cresce all’aumentare del numero di ossidazione, sia perché diminuisce la stabilità della sua base coniugata sia perché diminuisce l'elettronegatività del radicale legato al gruppo •OH. - Perché, per lo stesso elemento, la forza dell'acido cresce all’aumentare del numero di ossidazione, sia perché aumenta l'elettronegatività della sua base coniugata sia perché aumenta la stabilità del radicale legato al gruppo •OH. - Perché, per lo stesso elemento, la forza dell'acido diminuisce all’aumentare del numero di ossidazione, sia perché diminuisce la stabilità della sua base coniugata sia perché diminuisce l'elettronegatività del radicale legato al gruppo •OH. {['''Acidi e basi coniugate'''] Che cosa si può affermare con riferimento all'equilibrio: NH<sub>3</sub> + N<sub>2</sub>H<sub>5</sub><sup>1+</sup> ⇄ NH<sub>4</sub><sup>1+</sup> + N<sub>2</sub>H<sub>4</sub>? |type="()"} - Che NH<sub>4</sub><sup>1+</sup> si comporta da acido coniugato della base N<sub>2</sub>H<sub>4</sub>, secondo la teoria di J. Brønsted e T. Lowry. + Che N<sub>2</sub>H<sub>4</sub> si comporta da base coniugata dell'acido N<sub>2</sub>H<sub>5</sub><sup>1+</sup>, secondo la teoria di J. Brønsted e T. Lowry. - Che NH<sub>3</sub> si comporta da base coniugata dell'acido NH<sub>4</sub><sup>1+</sup>, secondo la teoria di S. Arrhenius. - Che NH<sub>3</sub> si comporta da base coniugata dell'acido N<sub>2</sub>H<sub>5</sub><sup>1+</sup>, secondo la teoria di J. Brønsted e T. Lowry. {/X} </quiz> =Quiz n. 2= <quiz> {X} {['''Soluzioni acquose neutre'''] Che cosa si può affermare con riferimento ad una soluzione acquosa neutra di un elettrolita totalmente dissociato? |type="()"} - Che il prodotto ionico dell’acqua è uguale a 1,00·10<sup>-14</sup> a prescindere dalla natura dell'elettrolita e dal valore della temperatura alla quale si trova la soluzione. - Che la concentrazione molare degli ioni idrogeno H<sup>1+</sup> è uguale alla concentrazione molare degli ioni ossigeno O<sup>2-</sup>. + Che la concentrazione molare degli ioni idronio H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> è uguale alla concentrazione molare degli ioni ossidrile OH<sup>1-</sup>. - Che il pH della soluzione è uguale a 7 se l'elettrolita dissociato è un sale non idrolizzato, è maggiore di 7 se l'elettrolita è una base forte o un sale che dà idrolisi basica ed è minore di 7 se l'elettrolita è un acido ionizzato o un sale che dà idrolisi acida. {['''pH'''] A parità di tutte le altre possibili condizioni, una soluzione acquosa di cloruro di ammonio NH<sub>4</sub>Cl ha pH = 6,2 mentre una soluzione di cianuro di cesio CsCN ha pH = 8,4. Che cosa si può affermare di conseguenza? |type="()"} - Che l'idrossido di cesio CsOH è una base debole mente l'ammoniaca NH<sub>3</sub> è una base forte. - Che l'idrossido di cesio CsOH e l'ammoniaca NH<sub>3</sub> sono basi deboli. + Che l'idrossido di cesio CsOH è una base forte mente l'ammoniaca NH<sub>3</sub> è una base debole. - Che l'idrossido di cesio CsOH e l'ammoniaca NH<sub>3</sub> sono basi forti. {['''Regola empirica per prevedere la forza di un ossoacido'''] Che cosa si può affermare con riferimento ad un certo acido H<sub>''m''</sub>XO<sub>''n''</sub> con ''m - n'' = 2? |type="()"} - Che si tratta di una acido molto debole. - Che si tratta di una acido debole. - Che si tratta di una acido molto forte. + Che si tratta di una acido forte. {['''Idrolisi salina'''] Qual è il pH di una soluzione ottenuta sciogliendo 2,50 g di acetato di sodio CH<sub>3</sub>COONa in 200 mL di acqua distillata a 25°C? [K<sub>a</sub> <sub>CH<sub>3</sub>COOH</sub> = 1,76·10<sup>-5</sup>] |type="()"} - pH = 3,19. + pH = 8,97. - pH = 5,03. - pH = 9,30. {['''Acidi di Brønsted e Lowry'''] La metilammina si ionizza in acqua secondo l'equazione CH<sub>3</sub>NH<sub>2</sub> + H<sub>2</sub>O ⇄ CH<sub>3</sub>NH<sub>3</sub><sup>1+</sup> + OH<sup>1-</sup>. Quali sono i due acidi presenti all'equilibrio secondo la teoria di J. Brønsted e T. Lowry? |type="()"} - H<sub>2</sub>O e OH<sup>1-</sup>. - CH<sub>3</sub>NH<sub>2</sub> e OH<sup>1-</sup>. + H<sub>2</sub>O e CH<sup>3</sup>NH<sub>3</sub><sup>1+</sup>. - CH<sub>3</sub>NH<sub>2</sub> e CH<sub>3</sub>NH<sub>3</sub><sup>1+</sup>. {['''Autoionizzazione dell'acqua'''] Con riferimento all'autoionizzazione dell’acqua, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Se all'acqua pura si aggiunge un acido, la concentrazione degli ioni H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> aumenta e l’equilibrio di autoionizzazione si sposta a sinistra: la soluzione è detta allora soluzione acida. - L'autoionizzazione dell’acqua è un processo endotermico per cui, aumentando la temperatura, l'equilibrio si sposta a destra e la concentrazione molare degli ioni H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> e OH<sup>1-</sup> aumenta. - A 25°C per qualsiasi soluzione acquosa il prodotto delle concentrazioni molari degli ioni H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> e OH<sup>1-</sup> sarà uguale a 1,00·10<sup>-14</sup> mol<sup>2</sup> L<sup>-2</sup> per cui: pH + pOH = 14. + Se all'acqua pura si aggiunge una base, la concentrazione degli ioni OH<sup>1-</sup> aumenta e l’equilibrio di autoionizzazione si sposta a destra: la soluzione è detta allora soluzione basica. {['''Teoria di Brønsted e Lowry'''] Secondo la teoria di di J. Brønsted e T. Lowry, che cosa si può affermare con riferimento al seguente equilibrio: NH<sub>3</sub> + N<sub>2</sub>H<sub>5</sub><sup>1+</sup> ⇄ NH<sub>4</sub><sup>1+</sup> + N<sub>2</sub>H<sub>4</sub>? |type="()"} - Che NH<sub>4</sub><sup>1+</sup> si comporta da acido coniugato della base N<sub>2</sub>H<sub>4</sub>. + Che N<sub>2</sub>H<sub>4</sub> si comporta da base coniugata dell'acido N<sub>2</sub>H<sub>5</sub><sup>1+</sup>. - Che NH<sub>3</sub> si comporta da base coniugata dell'acido NH<sub>4</sub><sup>1+</sup>. - Che NH<sub>3</sub> si comporta da base coniugata dell'acido N<sub>2</sub>H<sub>5</sub><sup>1+</sup>. {['''Teoria di Arrhenius'''] Che cos'è una base secondo la teoria originale di S. Arrhenius?È |type="()"} + È una sostanza che, sciolta in acqua, libera ioni ossidrile OH<sup>1-</sup>. - È una sostanza che è in grado di accettare un protone p<sup>+</sup>. da un’altra sostanza che è in grado, a sua volta, di cederlo. - È una sostanza che, sciolta in acqua, è in grado di accettare un protone p<sup>+</sup>. - È una sostanza che, sciolta in acqua, è in grado di accettare uno ione idrogeno H<sup>1+</sup> da un’altra sostanza che è in grado, a sua volta, di cederlo. {['''pH'''] Una certa soluzione acquosa ha un pH = 7,5. Che cosa si può affermare di conseguenza? |type="()"} - Che la soluzione è debolmente acida perché contiene una concentrazione molare di cationi inferiore alla concentrazione molare degli anioni. - Che la soluzione è leggermente basica perché contiene una certa quantità di un sale idrolizzato proveniente dalla reazione di un acido forte con una base debole. + Che la soluzione è debolmente basica perché contiene una concentrazione molare di ioni idronio inferiore alla concentrazione molare degli ioni ossidrile. - Che la soluzione è debolmente basica perché contiene un numero di ioni H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> superiore al numero di ioni OH<sup>1-</sup>. {['''Teoria di Brønsted e Lowry '''] Con riferimento agli acidi e alle basi, secondo la teoria di J. Brønsted e T. Lowry, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} + Secondo questa teoria quanto più forte è un acido, tanto più forte è la sua base coniugata; quanto più forte è una base, tanto più forte è il suo acido coniugato. - Secondo questa teoria ad ogni acido si può far corrispondere una base coniugata e ad ogni base si può far corrispondere un acido coniugato. - Secondo questa teoria qualsiasi reazione acido-base può essere considerata reversibile, anche se l'equilibrio può essere, in pratica, completamente spostato in uno dei due sensi. - Secondo questa teoria in ogni reazione tra un acido ed una base si arriva sempre alla formazione di un nuovo acido e di una nuova base. {['''Reazioni di neutralizzazione'''] Di seguito sono riportate quattro equazioni chimiche bilanciate. Una di esse fa riferimento ad una reazione di neutralizzazione. Quale? |type="()"} - Al<sub>2</sub>O<sub>3</sub> + 2 NaOH → 2 NaAlO<sub>2</sub> + H<sub>2</sub>O. - 3 Cl<sub>2</sub> + 6 KOH → 5 KCl + KClO<sub>3</sub> + 3 H<sub>2</sub>O. - 4 H<sub>3</sub>BO<sub>3</sub> + Na<sub>2</sub>CO<sub>3</sub> → Na<sub>2</sub>B<sub>4</sub>O<sub>7</sub> + CO<sub>2</sub> + 6 H<sub>2</sub>O. + 3 H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub> + 2 Fe(OH)<sub>3</sub> → 6 H<sub>2</sub>O + Fe<sub>2</sub>(SO<sub>4</sub>)<sub>3</sub>. {['''Forza degli acidi alogenidrici'''] Perché gli acidi alogenidrici non hanno tutti la stessa forza? |type="()"} + Perché la forza di un acido alogenidrico cresce al crescere della sua massa molecolare poiché aumenta la stabilità della sua base coniugata. - Perché la forza di un acido alogenidrico diminuisce al crescere della sua massa molecolare poiché diminuisce la stabilità della sua base coniugata. - Perché la forza di un acido alogenidrico diminuisce al crescere dell'elettronegatività dell'alogeno, poiché quanto più l'alogeno è elettronegativo tanto minore è la tendenza dell'idrogeno a staccarsi sotto forma di idrogenione. - Perché la forza di un acido alogenidrico cresce al crescere dell'elettronegatività dell'alogeno, poiché quanto più l'alogeno è elettronegativo tanto maggiore è la tendenza dell'idrogeno a staccarsi sotto forma di idrogenione. {['''Idrolisi salina'''] Quale delle seguenti equazioni descrive correttamente l'idrolisi dell'acetato CH<sub>3</sub>COO<sup>1-</sup>? |type="()"} - CH<sub>3</sub>COO<sup>1-</sup> + OH<sup>1-</sup> ⇄ CH<sub>3</sub>COOH + O<sup>2-</sup>. + CH<sub>3</sub>COO<sup>1-</sup> + H<sub>2</sub>O ⇄ CH<sub>3</sub>COOH + OH<sup>1-</sup>. - CH<sub>3</sub>COO<sup>1-</sup> + H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> ⇄ CH<sub>3</sub>COOH + H<sub>2</sub>O. - 2 CH<sub>3</sub>COO<sup>1-</sup> + H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> ⇄ 2 CH<sub>3</sub>COOH + OH<sup>1-</sup>. {['''pH'''] Qual è il pH di una soluzione ottenuta sciogliendo 2,25 mol di acido fluoridrico HF in 2,50 dm<sup>3</sup> di acqua distillata a 25°C? [k<sub>a</sub> <sub>HF</sub> = 3,53·10<sup>-4</sup> mol L<sup>-1</sup>] |type="()"} - pH = 3,19. - pH = 4,58. - pH = 1,78. + pH = 1,75. {['''pH'''] Si vogliono preparare 2,50·10<sup>2</sup> cm<sup>3</sup> di una soluzione acquosa di cloruro di ammonio NH<sub>4</sub>Cl avente pH = 4,70. Quante moli di cloruro di ammonio (n') occorrerà sciogliere in acqua distillata alla temperatura di 25°C? [k<sub>b</sub> <sub>NH<sub>3</sub></sub> = 1,79·10<sup>-5</sup> mol L<sup>-1</sup>] |type="()"} - n' = 3,55·10<sup>-2</sup> mol. + n' = 1,78·10<sup>-1</sup> mol. - n' = 4,99·10<sup>-6</sup> mol. - n' = 7,13·10<sup>-1</sup> mol. {['''Costante di ionizzazione acida'''] Che cosa si può affermare sapendo che il valore della costante di ionizzazione (K<sub>a</sub>) di un certo acido monoprotico è uguale a 1,79·10<sup>-1</sup> mol L<sup>-1</sup>? |type="()"} - Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è di poco maggiore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido abbastanza forte. - Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è di poco minore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido abbastanza forte. - Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è di poco minore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido abbastanza debole. + Che all’equilibrio la concentrazione molare dell'acido indissociato è di poco maggiore della concentrazione molare dei prodotti della ionizzazione, per cui si tratta di un acido abbastanza debole. {['''pH'''] In un becher, contenente acqua distillata alla temperatura di 25°C, viene versata una certa quantità di acido tale da raddoppiare la concentrazione iniziale degli ioni idronio. Che cosa si può prevedere di conseguenza? |type="()"} - Che il pH finale della soluzione sarà la metà di quello precedente. + Che il pH finale della soluzione sarà uguale a 6,7. - Che il pH finale della soluzione sarà il doppio di quello precedente. - Che il pH finale della soluzione sarà dieci volte maggiore rispetto a quello precedente. {['''pH'''] Una certa soluzione acquosa (soluzione 1) ha pH = 4, mentre un'altra soluzione acquosa (soluzione 2) ha pH = 9. Che cosa si può affermare di conseguenza? |type="()"} + Che la soluzione 1 ha una concentrazione molare di ioni idronio centomila volte maggiore della concentrazione degli stessi ioni nella soluzione 2. - Che la soluzione 2 ha una concentrazione molare di ioni ossidrile cinque volte maggiore della concentrazione degli stessi ioni nella soluzione 1. - Che la soluzione 1 ha una concentrazione molare di ioni idronio cinque volte maggiore della concentrazione degli stessi ioni nella soluzione 2. - Che sicuramente nella soluzione A c’è una concentrazione molare di ioni idronio maggiore della concentrazione degli stessi ioni nella soluzione 2, ma che non si può dire di quanto perché occorrerebbe conoscere le concentrazioni molari delle due soluzioni. {['''pH'''] Con riferimento al pH di una soluzione acquosa, individuare l'affermazione falsa. |type="()"} - Una variazione di una unità sulla scala del pH corrisponde ad un aumento o a una diminuzione di dieci volte della concentrazione molare degli ioni idronio H<sub>3</sub>O<sup>1+</sup> nella soluzione. - Il pH di una soluzione acquosa di un acido debole, con K<sub>a</sub> ≤ 1,0·10-4 mol L<sup>-1</sup>, è uguale al logaritmo decimale negativo della radice quadrata del prodotto della costante di dissociazione acida (K<sub>a</sub>) per la sua concentrazione analitica (C<sub>A</sub>). + Il pH di una soluzione acquosa di una base debole, con K<sub>b</sub> ≤ 1,0·10<sup>-4</sup> mol L<sup>-1</sup>, è uguale al logaritmo decimale negativo della radice quadrata del prodotto della costante di dissociazione basica (K<sub>b</sub>) per la sua concentrazione analitica (C<sub>B</sub>). - Per definizione, qualsiasi soluzione acquosa con pH > 7 è basica, mentre qualsiasi soluzione acquosa con pH < 7 è acida. {['''Acidi e basi coniugate'''] Che cosa si può affermare, in base alla teoria sugli acidi e le basi di J. Brønsted e T. Lowry, con riferimento al seguente equilibrio: Cl<sub>2</sub>C<sub>6</sub>H<sub>3</sub>OCH<sub>2</sub>COOH + NH<sub>3</sub> ⇄ Cl<sub>2</sub>C<sub>6</sub>H<sub>3</sub>OCH<sub>2</sub>COO<sup>1-</sup> + NH<sub>4</sub><sup>1+</sup>? |type="()"} - Che Cl<sub>2</sub>C<sub>6</sub>H<sub>3</sub>OCH<sub>2</sub>COO<sup>1-</sup> è la base coniugata dell'acido NH<sub>4</sub><sup>1+</sup>. - Che Cl<sub>2</sub>C<sub>6</sub>H<sub>3</sub>OCH<sub>2</sub>COOH è l'acido coniugato della base NH<sub>3</sub>. - Che Cl<sub>2</sub>C<sub>6</sub>H<sub>3</sub>OCH<sub>2</sub>COOH è l'acido coniugato della base NH<sub>4</sub><sup>1+</sup>. + Che Cl<sub>2</sub>C<sub>6</sub>H<sub>3</sub>OCH<sub>2</sub>COO<sup>1-</sup> è la base coniugata dell'acido Cl<sub>2</sub>C<sub>6</sub>H<sub>3</sub>OCH<sub>2</sub>COOH. {/X} </quiz> =Quiz n. 3= <quiz> {X} {/X} </quiz> =Quiz n. 4= <quiz> {X} {/X} </quiz> =<small>Risorse</small>= * [[Acidi,_basi,_elettrofili,_nucleofili|Acidi e basi]] * [[Sali, acidi, basi, pH|Sali, acidi, basi e pH]] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Acido Acidi], [https://it.wikipedia.org/wiki/Base_(chimica) basi] e [https://it.wikipedia.org/wiki/Reazione_acido-base reazioni acido-base] * [https://it.wikipedia.org/wiki/Reazione_acido-base Teoria acido-base di Arrhenius], [https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_acido-base_di_Br%C3%B8nsted-Lowry teoria acido-base di Brønsted-Lowry] e [https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_acido-base_di_Lewis teoria acido-base di Lewis] * [https://it.wikipedia.org/wiki/PH pH e pOH] =<small>Quiz di chimica generale ed inorganica</small>= * [[Equilibri chimici - Quiz|Argomento precedente]] * Argomento successivo * [[Quiz di Scienze naturali|Tutti gli argomenti]] =<small>Bibliografia</small>= * {{Cita libro|autore=Peter William Atkins, Loretta Jones e Leroy Laverman|titolo=Fondamenti di chimica generale|annooriginale=2018|editore=Zanichelli|città=Bologna|ISBN=97-888-0867-012-0|cid=Atkins}} =<small>Collegamenti esterni</small>= * {{Cita web|url=http://rodomontano.altervista.org/chimica.php|titolo=Chimica generale|autore=Rodomontano|accesso=4 gennaio 2020}} =<small>Feedback</small>= Per inserire commenti, segnalare errori o proporre miglioramenti, richiedere chiarimenti o quant'altro si ritenga opportuno, si prega di utilizzare la pagina '''Discussione''' o la pagina '''Domande''', cliccando sui relativi pulsanti in alto a sinistra, e digitare il testo. 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